IN MODO NETTO
Sostengo , e così lo ho vissuto, che la forza e la bellezza dello spettacolo stava proprio nella sua messa in scena Fassbinderiana, nella sua esoticità linguistica, nelle sue Immagini evocative di una contemporaneità che non necessariamente raccontavano una storia di una persona e tantomeno erano assimilabili ad una banale accezione " discotecara": ma i critici teatrali le conoscono le discoteche ? Sanno che in molte discoteche di varie parti del mondo si
sperimentano spazi, luci, suoni, performance di effettiva avanguardia e grande qualità e non sono per forza il Cocoricò di Riccione !!! Sono mai stati a Barcellona, a NewYork, a Parigi, a Londra o a Sarajevo a ballare in luoghi di grande interesse architettonico, artistico ? La maggior parte degli articoli hanno descritto questo spettacolo utilizzando il termine "discoteca" come se il regista lituano si fosse "limitato" e "abbassato" a ricreare "scene e luci e musiche da discoteca".
L'insieme sinestetico di uno spettacolo spesso è più forte e comunicativo del suo "testo", della sua ipotetica "origine" e "coerenza": va più percepito che capito o interpretato. (Gianguido P.) <back

 

I LINGUAGGI ASTRATTI
Uno dei più grandi critici d'arte del nostro secolo, Gombrich, nel testo la psicologia dell'arte ipotizza che questo meccanismo nell'arte astratta nasca da un desiderio dell'artista di far partecipe il suo spettatore del miracolo della creazione artistica. E, secondo la mia opinione, anche da una sotterranea ambizione di creare un'opera che nessuno può dire di capire fino in fondo. (Irene T). <back

 

SCENOGRAFIE DI FERRO
La pista da pattinaggio e le gradinate mobili del "Roberto Zucco" sono gli elementi fondamentali (secondo me) per la storia, in quanto divengono tetti di grattacielo, strade di periferia e stazione della metropolitana, con un semplice spostamento. I personaggi si muovono in queste disumane strutture (così dannatamente vicine a "Blade Runner") di ferro che sembrano volerli divorare nella rigida e fredda geometria dei loro progettisti.
Roberto, più degli altri, si muove tra esse come un animale predatore nel suo habitat, come se volesse ribadire di essere figlio del suo tempo e del suo mondo. Le agonizzanti scene illuminate dalla luce elettrica e gli inquietanti momenti di penombra, danno la sensazione di trasudare sangue, come se la morte le osservasse soddisfatta dalla cima del palazzo più alto. (Jacopo P.)<back