è bello
abbacinante (come il sole che c'inchioda sulla gradinata)
come s'apre lo spettacolo de La Fortezza
nella fortezza carceraria
è chiaro e netto
inchioda all'evidenza
in un lungo piano sequenza
una passerella di facce e di caratteri
di maschere e ghigni
in un anello (come quello dei nibelunghi)
un ring
un loop
potrebbe durare tutto un giorno
tutto un teatro
che da' (rivela)
il senso di questo tempo a perdere
tempo rubato
è questa
la vera
sotterranea
drammaturgia del vissuto
di questo teatro che lascia il segno
lo lascia dentro ad uno spettatore che assiste a questa giostra
e pensa a quanto questo tempo teatrale possa valrere come un riscatto di tutto quel tempo rubato alla vita
di uomini ridotti a penitenti
penso ai quadri di Bruegel o Bosch o Ensor
a quelle
facce e a quelle maschere
ai borbottii
ai tormentoni che sembrano uscire da un Hellzapoppin
e penso a Pasolini
alter ego di tutta questa commedia umana che non ha bisogno
di sponsor drammaturgici
anche perchè il suo valore scaturisce dall'autenticità di un'energia che si reifica
diventa materia di una giostra grottesca che rimane impressa nella retina