C'è una riflessione generale che in questi anni si è fatta sempre più stringente e centrale: quella sulle identità messe a rischio dai processi di massificazione e globalizzazione. La perdita di identità di gruppo - che sia un gruppo piccolo come la famiglia o grande come la nazione - ci priva di quel senso di appartenenza su cui si fondano molte nostre sicurezze, lasciandoci soli difronte alle responsabilità, alle paure, alle scelte. Conoscere la vicenda storica e capire la cultura di una minoranza come quella ebraica, che sulle questioni identitarie si interroga da secoli, è una straordinaria occasione per tutti. Nel programma di questa rassegna c'è un chiaro intento didascalico: la comunità ebraica affronta alcuni snodi importanti della sua storia recente, cerca di capire spiegandosi, interroga se stessa e gli altri, mostrando così il suo modo peculiare di affrontare le questioni: molti dubbi, molte ipotesi a confronto, molte domande. Una rassegna che vuole parlare ai non ebrei, andando oltre gli stereotipi positivi e negativi in cui gli ebrei vengono sempre troppo facilmente ingabbiati. C'è modo e modo di essere ebreo - sembrano sottintendere molte delle proposte presenti nel programma - e nel contempo c'è anche un legame forte ed evidente tra queste differenze. Di che cosa è fatto? Che cosa ci insegna sullo stare insieme nel rispetto delle differenze? Il momento particolarmente difficile che attraversa la comunità ebraica internazionale in relazione a ciò che accade in Israele, aveva fatto sembrare ad un certo punto inopportuna l'idea di affrontare temi che rischiavano comunque di apparire sempre o troppo caldi o troppo freddi. Ci pare invece assolutamente giusta e ineludibile questa apertura di un luogo di riflessione e confronto, questo mettersi a disposizione e in gioco per andare in profondità, per capire la complessità delle situazioni che si sono andate storicamente determinando, i nodi dolorosi, i passaggi problematici nonché la straordinaria vitalità di questa grande cultura. Ecco perché la Regione Piemonte volentieri sostiene progetti come questo che non hanno l'obiettivo di intrattenere o di far passare il tempo libero mostrando quel tanto di esotismo che ogni cultura contiene, ma che si prefig gono di entrare nella complessità dei problemi attraverso momenti diversi di incontro, spettacolo, laboratorio.

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Giampiero Leo
Assessore alla Cultura
Regione Piemonte

 

 

 

 

Non poteva mancare il sostegno dell'Assessorato al Turismo della Provincia per questo viaggio metaforico nel mondo ebraico. Un viaggio nella storia, nella cultura, nel pensiero di una minoranza che è stata il sale di tante altre culture toccate dagli ebrei della diaspora.
Il viaggio parte da Torino, da una Comunità ebraica che ha sue caratteristiche proprie, diverse da quelle di altre città, Roma o Livorno, Ferrara o Trieste. Si allarga alla provincia, segnatamente verso il Canavese che ospiterà quasi tutta la giornata conclusiva della rassegna: un concerto, un pranzo, la presentazione di un interessante Diario di Bordo, uno spettacolo su Primo Levi.
Si estende alla regione con gli itinerari che ogni pomeriggio alle 15 porteranno gratuitamente visitatori e ospiti della rassegna a vedere le più belle sinagoghe del Piemonte. Arriva fino a Israele, paese del cuore e della mente, culla della tradizione plurimillenaria degli ebrei.
Si chiama Arcastella il favoloso mezzo di trasporto scelto per questo viaggio che si è dato, oltre che un territorio da esplorare, un tempo storico preciso: gli ultimi due secoli del millennio appena conclusosi. Due secoli controversi durante i quali si è sviluppato un percorso di emancipazione che ha fatto uscire gli ebrei e la loro cultura dai ghetti, liberandoli da vincoli odiosi e mettendo contemporaneamente alla prova, se non a rischio, la forza di una tradizione in qualche modo preservata dalla cattività.
L'esperienza tragica dello sterminio genocida nata in grembo ai totalitarismi del Ventesimo secolo, quello nazista in primis, ha segnato fortemente, sul piano identitario, i sopravvissuti alla Shoah. Oggi il conflitto israelo palestinese riapre quella ferita nelle singole coscienze e l'Arcastella si avventura coraggiosamente anche in queste acque. Il viaggio è sempre un'esperienza; l'augurio è che vi siano molti turisti pronti a partire.

Silvana Accossato
Assessore al Turismo
Provincia di Torino

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"Tra Atene e Gerusalemme" è il titolo di un breve ciclo di conferenze dedicato a due grandi pensatori ebrei contemporanei - il tedesco Rosenzweig e il francese Lévinas - nel quadro della più ampia rassegna di cultura ebraica di cui la Provincia si è fatta patrocinatrice e sostenitrice.
Atene e Gerusalemme sono due città profondamente evocative; non solo ci rimandano alle nostre più profonde matrici culturali, ma ci ricordano come l'Europa, con tutta la sua storia e civiltà e potenza economica, si alimenti da sempre dei flussi e degli influssi giunti dai suoi estremi confini: il sud, il medioriente, lontananze oggi divenute prossime nel mondo che si fa stretto senza riuscire a trasformare la vicinanza fisica in relazione profonda.
Non è solo il pensiero dei due grandi filosofi ebrei a essere teso tra Atene e Gerusalemme: l'Europa è una coperta tirata da ogni parte, che cerca di trovare un proprio modo di essere, una propria identità, di fronte ai molti problemi posti dalla molteplicità di culture che la compongono e l'attraversano.
La cultura ebraica che è, nelle sue comunità disporiche e specie in quella italiana, fortemente legata ai diversi paesi di appartenenza, ha da sempre una vocazione internazionalista e rappresenta quindi un esempio interessantissimo della possibilità di vincere la scommessa che oggi è difronte ad ogni europeo: coniugare un radicamento che non scada nel provincialismo a una dimensione internazionale che non obblighi allo sradicamento.
Siamo tutti sospesi non solo tra Atene e Gerusalemme, ma tra New York e New Delhi, tra Pechino e Sydney.
Conoscere il luogo dove posiamo i nostri piedi, il territorio di cui abbiamo allargato da poco i confini, il nostro habitat di umani - nella fattispecie europei, italiani, piemontesi - e percorrerlo con quella agilità mentale che chiamiamo intelligenza è il compito che spetta a chi ha delle responsabilità politiche e culturali. Compito reso più facile e gradevole da iniziative come questa che risvegliano curiosità e interessi diversi, coinvolgono saperi ed esperienze lontane, permettono di comprendere, attraverso una divulgazione alta che punta dritto al cuore dei problemi.

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Valter Giuliano
Assessore alla Cultura
Provincia di Torino

 

 

 

 

La città di Torino ama molto Emanuele Luzzati, ama lo sguardo profondo di bambino felice che posa sulle cose riempiendole di colore. Per Torino Luzzati ha creato un bellissimo Presepe di angeli e pastori. Dai giardini di piazza Carlo Felice i suoi personaggi hanno accolto per anni i viaggiatori d'inverno con l'incanto dei loro grandi occhi di fiaba che quest'anno guarderanno piazza Castello. Con piacere quindi la città ritroverà l'opera del maestro nella mostra "Viaggio nel mondo ebraico" la cui inaugurazione coincide con quella della rassegna di cultura ebraica Arcastella. L'Espace di via Mantova, che ospita normalmente eventi teatrali, si apre per la prima volta alle mostre. Accanto a quella di Luzzati, vi saranno alcune opere dello scultore Roberto Terracini, che ha per lunghi anni lavorato e insegnato nella nostra città, e una cinquantina di foto di Giulio Momigliano Levi, singolare figura di medico che alla fotografia ha dedicato per anni molta parte del suo tempo libero con risultati di assoluto rilievo. Nel quadro di questa rassegna, anche un altro spazio teatrale cittadino, il Gobetti, ospiterà mostre. Gloria Soriani e Gabriele Levy esporranno infatti alla Sala delle Colonne i loro lavori, rispettivamente di pittura e scultura, sul tema dell'alfabeto ebraico. Lo spazio teatrale si piega a esigenze diverse, sembra prendere le distanze dalla sua vocazione e destinazione istituzionale ma invece vi ritorna con maggiore forza significante. Alcuni appuntamenti ospitati dal Gobetti vedranno infatti succedersi momenti di spettacolo ad altri di riflessione, in un intreccio di rimandi reciproci dove non casualmente il tema ha a che fare col sacro.

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Fiorenzo Alfieri
Assessore alla Cultura
Città di Torino