Giulio Emanuele Momigliano Levi (Torino 1905 -1966) si avvicina alle fotografia da adolescente. Dopo una brillante carriera universitaria presso la facoltà di Medicina, si indirizza verso la ricerca, collaborando con Giuseppe Levi, Giuseppe Montalenti, Rita Levi Montalcini. Nel 1938 le leggi razziali lo estromettono bruscamente dal suo incarico di ispettore sanitario presso le Ferrovie dello Stato e dalla libera docenza. Viene depennato dall’Ordine dei medici e inserito in un albo di medici ebrei. Sfollato con la famiglia a Lessolo continua pur nelle ristrettezze di quel periodo a scrivere le pagine del suo diario fotografico catturando le immagini dei suoi tre bambini. A guerra finita si iscrive alla Società Fotografica Subalpina e incomincia ad esporre i propri lavori fotografici, che ottengono lusinghieri risultati a mostre e concorsi. Verso la metà degi anni ‘50 entra alla Olivetti dove apre il laboratorio di medicina preventiva. Il Centro Culturale dello stabilimento allestisce nel 1955 un sua mostra personale. La sua attività lavorativa si conclude negli anni ’60, con l’elaborazione dei dati raccolti dal suo laboratorio, e la pubblicazione dei risultati da parte delle Edizioni di Comunità di Adriano Olivetti.