Vittorio Foa

 

Nato il 18 Settembre 1910 a Torino da una famiglia di origine ebraica, nel 1931 si laurea in Giurisprudenza e due anni dopo entra nel movimento di Giustizia e Libertà. Inizia così per lui un periodo di attiva cospirazione e di forte impegno politico contro il regime fascista. Proprio in quegli anni, Mussolini stava preparando, con un'intensa azione militare, diplomatica e soprattutto propagandistica, l'aggressione all'Etiopia. Questo fu il momento di massimo consenso popolare per il Duce e il suo regime. Il 15 Maggio 1935 Vittorio Foa, all'età di 25 anni, viene arrestato su segnalazione di un confidente dell'O.V.R.A. e denunciato al Tribunale Speciale Fascista che lo condanna a 15 anni di reclusione, nel carcere di Civitavecchia. Suoi compagni di cella sono Ernesto Rossi, Riccardo Bauer e Massimo Mila. L'Antifascismo sarà sempre per lui un modo di pensare, di agire, di vivere. Esce dal carcere il 23 Agosto 1943, all'età di 33 anni. Il governo Mussolini era caduto il 25 Luglio, ma ci vollero gli scioperi di Milano e Torino e le pressioni dei commissari sindacali perché il nuovo capo di governo, il vecchio maresciallo Badoglio, si decidesse a liberare Foa e i suoi compagni. Dal settembre del 1943, raggiunta la libertà, partecipa attivamente alla Resistenza come dirigente del Partito d'Azione. Il convinto europeismo, la necessità di un forte decentramento e il sostegno ad un sistema elettorale maggioritario, erano alcune delle idee fondanti di quel partito, erede diretto del Socialismo liberale dei fratelli Rosselli. Il 2 Giugno 1946 Vittorio Foa viene eletto deputato all'Assemblea Costituente e membro della “Commissione dei 70”. Gli art. 39 e 40 della nostra Costituzione, sulla libertà e organizzazione sindacale e il diritto di sciopero, in aperta antitesi con i valori fascisti, sono anche opera sua. Nel 1948 entra nella CGIL con incarichi di direzione dell'ufficio economico. Nel 1953 viene eletto deputato nelle liste del Partito Socialista e sarà confermato per altre due volte. Nel 1955 diventa segretario nazionale della FIOM e due anni dopo entra nella segreteria della CGIL. Nel 1964 partecipa alla scissione del PSI e dà vita allo PSIUP. Nel 1970 Vittorio Foa decide di lasciare gli incarichi sindacali e di ritirarsi a studiare. Insegna Storia Contemporanea nelle Università di Modena e Torino, ma non cessa di fornire il suo contributo al movimento operaio attraverso numerose pubblicazioni. Negli anni seguenti partecipa attivamente alle discussioni in atto nella sinistra italiana, che sfoceranno nella "svolta" di Occhetto del 1989. Il PCI si divide e Foa, che comunista non è mai stato, viene eletto senatore nel PDS nel 1991. Negli ultimi anni ha stabilito il suo domicilio a Formia (LT), dove vive con la compagna Sesa Tatò. Nel 1998, il Consiglio Comunale di Formia gli ha  conferito, all'unanimità, la cittadinanza onoraria "per meriti civili e culturali". Il 18 settembre 2000, in occasione dei suoi 90 anni, Vittorio Foa ha dato alle stampe Passaggi: raccolta di pensieri, ricordi ed annotazioni personali di uno dei più lucidi e attenti osservatori della realtà presente, un uomo che ha dedicato la sua vita alla continua ricerca del "domani nell'oggi". Sempre per Einaudi ha pubblicato Il cavallo e la torre, Questo Novecento, Lettere della giovinezza e per Donzelli Del disordine e della libertà - dialogo con il figlio Renzo. Il suo ultimo libro è Sulle montagne (ed. Chateau).