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DOMENICA 6

shalom

Dopo il sacrosanto, in tutti sensi (per lo shabbath e per prendere un pò di respiro nel vorticoso ritmo della rassegna), intervallo di sabato, rieccoci in pista. Domenica fuori porta, nel Canavese, alla Miniera di Roberta e la sua geniale cucina kasher. Un ottimo pranzo esperienziale (ai confini dell'agrodolce) intervallato dalle letture a tema di Paola Corti. Purtroppo i posti prenotabili si esauriscono e l'equipaggio del diario di bordo rimane fuori. Arrivano alla fine, qualcosa per loro esce dalle cucine e si presenta il diario: Giulia, Giorgio, Chiara, Walter e Luisa leggono alcuni frammenti delle loro scritture. Con l'aiuto di Roberto si mixa una base sonora con Stravinski e squilli di telefono con il "gran vocìo" registrato da RadioFlash con i messaggi e-mail del Preludio come se fossero messaggi di segreteria telefonica. E poi il breve reading, non c'è tempo, a Ivrea inizia "Il Primo Levi raccontato" di Marina Bassani. In questa ultima pagina di diario si raccolgono le ultime riflessioni del prisma-diario-commentario di Arcastella, di questa intensa rassegna che si conclude al Teatro Gobetti con un dibattito su "Ebrei italiani e Israele" e lo shalom, il saluto di pace, rappresentato dalle letture di Valter Malosti delle poesie di Paul Celan e delle lettere dei frattelli Sereni. Siamo in attesa che anche altri lascino le proprie riflessioni. Intervenendo nel forum (ricordatevi di fare, dopo esservi iscritti, solo NEW REPLY) che rimane sempre aperto e accogliente.

11:09 PM
Attenti alla difesa cieca

Nel dibattito s'incrociano posizioni con diverse sfumature ma nessuna contraddizione acuta. Emanuele Fiano, consigliere delal comunità ebraica di Milano e anche capogruppo dei Democratici di Sinistra al Comune, ammette che dopo l'assassinio di Rabin ha sentito una distanza verso la politica d'Israele e invita ad essere attenti alla difesa cieca di strategie che non trovano pace. Rileva poi un pericolo: le comunità ebraiche in Italia rischiano d'estinguersi: nella scuola ebraica milanese le presenze si sono dimezzate negli ultimi anni. Eddy Jamous, libanese di nascita e autore di un libro dal titolo "L'arabo ebreo" (dove arabo viene prima di ebreo), sostiene che bisogna intervenire nelle scuole per sciogliere i nodi dell'ignoranza sulla questione ebraica e per affrontare il tema delle differenze con il mondo arabo. E' un esperto di sociologia infantile, attenzione che traspare nel suo intervento che individua proprio nell'approccio pedagogico la cifra delle strategie future. Dobbiamo sapere parlare alle prossime generazioni. Da subito. (luca)

11:17 PM
Il suk e l'ipermercato
C'è una frase che mi rimane in tasca, dopo questa serata al Gobetti. E' di Eddy, l'arabo-ebreo. "Chi arriva da fuori sente di più l'odore di chi è dentro". E' un modo per capire come gli ebrei della diaspora che arrivano in Israele, possano rilevare le contraddizioni più di coloro che immersi quotidianamente nelle problematiche possono sottovalutarle. E' delicatissimo il punto critico del rapporto con il mondo arabo. Eppure un arabo-ebreo come lui riesce a cogliere più gli aspetti di vicinanza che quelli di lontananza. E' uno che riesce stare a proprio agio più nel suk che in un ipermercato. Rispetto alla violenza assurda dei conflitti può apparire come insignificante ma è indicativo di una ricerca di contatto che può e deve esistere. (carlo)

11:23 PM
La stretta di mano e la poesia
Valter Malosti legge ma non solo. Riesce a fare delle due lettere dei due fratelli Sereni, ingarbugliati in una polemica sui valori d'adesione al marxismo-leninismo (il carteggio è del 1927!), un asincronico dialogo teatrale. E' bravissimo, nonostante quelle lettere che in questa fine serata-fine rassegna aprono un fronte di riflessione (il rapporto tra ebraismo e impegno comunista) che spiazza. Con Celan pacifica tutto. L'ascolto della poesia evocativa conforta e lancia dal palco parole che incidono, come... "Non c'è differenza tra una stretta di mano e una poesia". C'è la risposta che cercavamo per questa chiusura. Pace:Shalom. (carlo)

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