MERCOLEDI’
2 OTTOBRE
16.30
L’Espace
VI
PARLO DI ME: LA SCRITTURA TRA AUTOBIOGRAFIA, STORIA E ROMANZO
Incontro
con Lia Levi, Una bambina e basta, L’albergo della magnolia
“Silvia in bianco”, olio su tela di Adriana Pincherle, sorella di
Alberto Moravia, eseguito nel 1957, è il ritratto di una elegante signora con i
capelli scuri e lo sguardo perduto. Lo troviamo sulla copertina dell’ultimo
libro di Lia Levi, L’albergo della magnolia, uscito nel 2001 per i tipi
di E/O.
Poi leggiamo la storia di Sonia
Gentile, ragazza cattolica di buona famiglia che si innamora negli anni Trenta
di un giovane ebreo, e ce la immaginiamo così, con un abito elegante, con bei
capelli neri ben acconciati e con quegli occhi perduti. Perché in quegli anni,
amare e sposare un ebreo poteva portare a perdersi in molti diversi modi. Ci fu
chi, come la protagonista della sceneggiatura di Cerami per La vita è bella,
volle seguire il coniuge nel campo di sterminio, chi dovette stare nascosta con
i figli nati dal matrimonio misto, chi perdette marito e figli. Ma a Sonia
tutto questo non accade. Sonia ha alle spalle una famiglia che sa come si
possono aggiustare le cose…
E’ lui, il ragazzo ebreo, l’innamorato di Sonia, la voce
narrante del romanzo, una voce che parla ad un interlocutore che rimarrà
sconosciuto fino a metà del libro. Nel momento in cui comincia a raccontare,
non è più un giovane romano, è un uomo adulto, quasi vecchio, che vive a Tel
aviv, solo con una gatta di nome Shulamit, dopo avere passato vent’anni in
kibbutz. Al suo misterioso interlocutore racconta la storia di quell’amore
lontano, divenuto impossibile dopo l’emanazione delle leggi razziste del 1938,
racconta di come l’amore cambia la vita e di come la vita cambia gli amori.