MARTEDI’ 1 OTTOBRE

11.00

Teatro Gobetti

Sala delle Colonne

LA VERITÀ DOPO NORIMBERGA

Conversazione su Gitta Sereny con Anna Bravo, Luciano Tas e David Meghnagi

a cura di Nicola Tranfaglia

letture di Paola Corti e Andrea Damarco

 

 

E’ molto ebraica la lanterna con cui, da oltre mezzo secolo, Gitta Sereny cerca la verità.

La luce che getta sugli eventi rischiara senza ferire, lenisce senza perdonare, mostra tutto, compresa la soglia di un mistero ulteriore, insondabile.

Franz Stangl, “il boia di Treblinka” e Albert Speer, più noto come architetto degli immani progetti di Hitler che come ottimizzatore dello sforzo bellico degli ulrimi anni, sono alcuni dei soggetti indagati e illuminati con quella lanterna.

Lo straordinario del lavoro di Gitta sta tutto qui, nella volontà di ascoltare il punto di vista del nemico, nella capacità di entrare in relazione con lui senza mai abdicare alla lucidità e al peso del giudizio storico.

Ecco perché è con la lente dello storico, ma anche dello psicanalista e del politologo che va esaminato il suo lavoro.

Nel suo ultimo libro, Germania. Il secolo della colpa (Rizzoli 2001), Sereny affronta, attraverso l’esame di storie esemplari (di soldati tedeschi che si sono ribellati a ordini inumani, dei falsi diari di Hitler, delle accuse di nazismo all’ex segretario dell’Onu Kurt Waldheim, ecc) la questione delle responsabilità tedesche e dei sentimenti dei tedeschi, specie delle giovani generazioni, nei riguardi del proprio passato.

Lei, che a quindici anni li aveva visti invadere Vienna e a ventitrè aveva seguito le udienze del processo di Norimberga, continua ancora a puntare il suo sguardo acuto e pietoso su quelle storie, a interrogarle tenendo nella sinistra la citazione da Thomas Carlyle che dice: “Dappertutto l’anima umana sta in mezzo, tra un emisfero di luce e un altro di tenebre” e nella destra quella di Origene: “Il potere di scegliere fra il bene e il male è alla portata di tutti”.