21.00
Teatro Gobetti
RIPUDIATA
di Eliette Abécassis
letture di Barbara Amodio
“Dai miei occhi si assenta. Dalle mie domande si assenta.
Dal mio letto si assenta. Dice che non abbiamo diritto. Dice che è scritto nel
libro, che lo scopo dell’amore fisico è la procreazione.…
Dal suo cuore mi assento. Cerco il
suo sguardo, non lo trovo. Cerco il figlio desiderato, non lo trovo.”
E’ con questa lingua, la stessa
lirica e sensuale del Cantico dei Cantici, che la giovane scrittrice
francese Eliette Abécassis racconta la storia dell’amore spezzato di Rachel, 26
anni appena compiuti e del suo sposo Nathan. Il loro matrimonio, pur
organizzato da un sensale, come è usanza nella comunità degli chassidim,
è un amore a prima vista, un amore ardente che brucia in fretta dieci anni di
vita. Lei lavora come contabile, lui studia la Torah. Insieme festeggiano lo
shabbath. Ma nessun figlio nasce dalla felicità della loro lunga unione.
“Vedo che soffri. Ti domandi se non viviamo nella colpa.
Tutti i tuoi amici sono già padri di tre o quattro figli. La gente della
comunità ci disprezza, gli altri studenti si burlano di te, si burlano di me.
Tu vuoi un figlio, Nathan, vuoi un bambino. Se dopo dieci anni una donna non ha
figli suo marito ha il diritto di ripudiarla.”
“Il diritto – ha ripetuto Nathan –
Non il dovere.”
Ma il giorno delle nozze il Rabbi,
padre di Nathan, aveva detto che l’uomo è stato creato a immagine di Dio, “vale
a dire maschio e femmina. Ecco perché il matrimonio è un comandamento divino e
il celibato un oltraggio all’immagine divina nell’uomo. Con il matrimonio
infatti l’uomo può giungere a quella completezza, a quell’oltre che consentono
la nascita del Messia”.
Come in una tragedia antica i personaggi vanno verso i loro diversi destini. Rachel abbandona la casa. Nathan si risposa. Rachel cerca la morte.