MERCOLEDI’ 2 OTTOBRE
18.30
L’Espace
IL MESTIERE DELLO SCULTORE
Inaugurazione Mostra di sculture di Roberto Terracini
presentazione di Francesco Poli
Roberto Terracini nasce a Torino nel 1900. Dopo aver
studiato all’Accademia Albertina, allievo di Cesare Zocchi e Luigi Contratti,
incomincia la sua attività professionale negli anni ’20, dovendosi confrontare
innanzitutto con le opere degli scultori torinesi della vecchia generazione,
come Davide Calandra, Leonardo Bistolfi, Pietro Canonica, Edoardo Rubino, tutti
artisti ancora molto attivi e protagonisti a livello nazionale (Bistolfi lo era
stato anche a livello internazionale) della scultura ufficiale e accademica,
quella delle grandi committenze pubbliche monumentali, ma anche delle
committenze private. Terracini lavora per un certo periodo nello studio di
Bistolfi, ma non viene condizionato dal suo stile simbolista, ormai appesantito
e retorico, e prende le distanze anche dal verismo ottocentesco con valenze
monumentali.
La sua scultura è, per certi versi, sensibile al
gusto novecentista, in cui una visione realistica viene coniugata con
suggestioni classiche. Il suo linguaggio si caratterizza per una figurazione
elaborata con grande sensibilità naturalistica, ma anche con una ben definita
tensione plastica formale. Le sue figure, in particolare i nudi femminili, in
pose studiate ma mai forzate, trasmettono un senso di armonia e di poetico
intimismo. I suoi lavori forse più belli sono i ritratti, per la nitidezza
della definizione dei tratti e per la notevole capacità di introspezione
psicologica. Se si devono fare due nomi di scultori certamente vicini al gusto
di Terracini, bisogna citare da un lato Arturo Martini (e la sua influenza
positiva la si può vedere, in particolare, in alcune sculture in terracotta
degli anni ’40), e dall’altro Giacomo Manzù, soprattutto per quello che
riguarda i nudi.
Le opere meno interessanti (come del resto succede a
quasi tutti gli scultori) le troviamo tra quelle realizzate per committenze
religiose cattoliche e per tombe di privati, dove a prevalere sono piuttosto il
mestiere e schemi compositivi più che sperimentati.
Terracini nel periodo fra le due guerre e anche successivamente ha avuto un percorso professionale di alto profilo, avendo partecipato a varie Biennali veneziane e Quadriennali romane e a mostre internazionali. Dal 1938 al 1945 la sua attività espositiva si interrompe a causa delle leggi razziali e della guerra. Di grande interesse è la serie di disegni dedicati alla lotta partigiana. Nel 1943 il suo studio a Torino viene completamente distrutto da un bombardamento, con la gravissima perdita di molte opere.
Francesco Poli