MARTEDI’
1 OTTOBRE
21.00
Teatro Gobetti
YOSSL
RAKOVER SI RIVOLGE A DIO
di
Zvi Kolitz
Spettacolo
con Marina Bassani e Lydia Cevidalli (violino)
“In una delle rovine del ghetto di Varsavia … fu trovato il
seguente testamento, scritto da un ebreo di nome Yossl Rakover nelle ultime ore
del ghetto” Queste sono le parole che introducono il piccolo testo intitolato Yossl
Rakover si rivolge a Dio.
Il racconto, scritto da Zvi
Kolitz, ebreo lituano, appare per la prima volta il 25 settembre 1946 a Buenos
Aires, su una oscura rivista in lingua yddish e viene presentato come l’ultimo
messaggio scritto da un combattente del ghetto di Varsavia.
Il testo, appena esce, prende una
strada autonoma, diventa un vero messaggio in bottiglia; a nulla servono le
proteste del suo autore che, da New York e non dall’aldilà, si fa vivo
reclamandone la paternità. Il fatto sbalorditivo è che nessuno vuole credere
che lui sia l’autore. Solo alla fine la disputa si risolve: il giornalista Paul
Badde si mette alla ricerca dell’articolo originale e lo ritrova sepolto in un
archivio di Buenos Aires.
Ultimo mistero: appena lo ritrova,
l’archivio scoppia sotto una bomba. Così il testo si trova sepolto sotto le
macerie, proprio come recitava l’introduzione al racconto di Zvi Kolitz.
Yossl Rakover, alla fine dei suoi
giorni, si interroga sul suo dolore, e per questo si rivolge a Dio. e gli parla
come fosse un amico, un fratello, un compagno di viaggio. ”Non tendere troppo
la corda - gli ingiunge alla fine - perché, non sia mai potrebbe spezzarsi.”
Yossl ha compreso una verità importante: Dio non ha punito gli uomini per le loro colpe, ha solo nascosto il suo volto. Forse dunque, alla fine lo mostrerà di nuovo e tornerà a parlare con gli uomini. E malgrado l’atrocità del male inflitto, e malgrado l’indifferenza di Dio, alla fine Yossl conclude: ”Mi puoi offendere, mi puoi colpire… sempre crederò in te. Sempre ti amerò…”