carlo - 2-7-2003 at 01:00
Il Festival Inteatro di Polverigi scippa A_D_E_ (Art Digital Era) al suo curatore
Rivendicare legittimazioni non è una bella cosa, si sa.
Ma quando una sconsiderata direzione artistica come quella del Festival di Inteatro di Polverigi si ostina a non riconoscere il mio know-how: la
conoscenza applicata in un progetto come quello di A_D_E_ (Art Digital Era)
http://www.teatron.org/ade/
http://www.compeint.com/ant_ade.html
che dal 2001 ha creato all’interno del festival uno spazio d’attenzione per le nuove forme di spettacolarità in relazione alle tecnologie digitali,
non si può non reagire.
E’ una questione che riguarda non solo me, ma tutti quegli autori di progetti che nell’ideazione delle iniziative non contemplano il fatto di
depositare marchi e diritti di proprietà. E sia chiaro: non intendo rivendicare proprietà di marchi, credo nella libera circolazione delle idee.
Il fatto che quest’anno, adducendo alle soliti crisi (di soldi o di nervi), si voglia evitare di coinvolgere colui che ha ideato (con la direttrice
artistica) e curato (da solo) il progetto in questi anni è non solo scorretto ma sconveniente.
Dirò di più: non ho chiesto una lira (per solidarietà al festival, a cui mi sento legato da due decenni e più di frequentazione, da quando ero critico
teatrale militante) ma solo il saldo di ciò che mi è dovuto dall’anno scorso.
L’ipotesi di base era quella di stabilire i termini di un mio intervento di una giornata, in cui illustrare la progettualità che sto attivando
all’Accademia di Belle Arti di Macerata proprio sul rapporto tra i sistemi dell’arte e dello spettacolo e le nuove tecnologie digitali e in
particolare sul “digital story-telling” , linea d’iniziativa che sto promuovendo da tempo.
E’ proprio un peccato che l’incapacità al confronto abbia reso impraticabile questa proposta collaborativa.
Sarebbe stato un modo ragionevole per rendere ancora pubblico, almeno per questa edizione, il progetto A_D_E che, senza il coinvolgimento del suo
ideatore e curatore, rimane marchio vuoto, scippato ed abusato.
Un piccolo delitto alla dignità del progettista culturale, che va oltre il caso singolare, per porre un caso più generale (ed è il motivo principale
per cui decido di renderlo pubblico) d’abuso della progettualità indipendente.
Un peccato che scaraventa A_D_E più che nell’inferno, nel purgatorio di un’ignavia culturale che è necessario denunciare.
Un’indicazione? Scrivete a info@inteatro.it ponendo una domanda semplice: che fine ha fatto A_D_E?.
Carlo Infante
carlo@teatron.org