carlo - 21-10-2003 at 22:37
segnalo alcune iniziative che mi vedono coinvolto
Dalla cooperazione educativa on line al concorso di Videoland,
dal teatro nelle case de Le Ariette al convegno sulla Net-Art che si svolgerà domenica alla Biennale Arte di Venezia
Dettagli sul progetto formativo su comunicazione/cooperazione
http://www.teatron.org/forum/viewthread.php?tid=188
Videoland si apre a Cesena mercoledì 22 con un convegno sull’audiovisivo in ambito educativo e documentario
http://www.sanbiagiocesena.it/news/templates/index.asp?articleid=55...
da giovedì sulle colline bolognesi con il teatro delle ariette,
dove attivo un diario di bordo on line http://www.teatron.org/forum/viewthread.php?tid=183
e infine
alla Biennale Arte di Venezia dove intervengo a “What’s net art’” http://www.labiennale.org/blogwork/
tra le mie parole chiave:
- Empaty for the web
- Interfaccia come soglia del nuovo ambiente
- Interaction Body/Screen
Haiku Thinking 3
L’invenzione di mondi e modi d’accesso
Siete disposti a resettare il sistema delle auto-referenzialità dell’estetica, almeno solo a parole?
Proviamo ad ammettere che in campo digitale piuttosto che parlare di artisti è forse più opportuno trattare di autori, anche perché qui trova luogo
il principio artigiano della creazione: quello che si basa sull’idea forte di “arte applicata”, quella che fece la fortuna del Bauhaus. Un valore che
è ai confini con quello d’invenzione.
Si, la progettazione di un ambiente, a partire dalla sua interfaccia-soglia d’accesso, è l’invenzione sia di un mondo che di un modo attraverso cui
entrarci .
Haiku Thinking 4
P/artigiani digitali
Vogliamo parlare di artigiani digitali e d’inventori d’interfaccia? O tanto per giocare con le parole, proviamo a parlare di p/artigiani, unità mobili
ed indipendenti artefici di un conflitto culturale che ridefinisca i termini del rapporto tra arte e comunicazione all’interno di una Società
dell’Informazione che ancora non sa come ridistribuire le risorse.
E’ opportuno prima di tutto disancorarsi dai vezzi del sistema dell’arte, aiutandolo ad emanciparsi dalle logiche chiuse dell’auto-referenzialità
narcisa.
E’ inutile cercare ancora un piccolo spazio nell’ultimo capitolo della storia dell’arte.
Troviamo il nodo della questione superando a piè pari l’idea romantica di web-art , sin troppo ancorata a un’idea endogamica della creazione estetica.
E’ ora di progettare ambienti in cui l’interattività crei nuove opportunità relazionali, contemplando nel progetto etico di comunicazione gli utenti
come cittadini del nuovo spazio pubblico, il web.
Haiku Thinking 5
Empaty for the web
Ciò che intendiamo per creatività riguarda fondamentalmente la capacità umana di ambientarsi in nuovi contesti, trovare risposte a domande mai poste,
inventare nuove forme per rappresentare il mondo esterno ed esprimere la propria soggettività.
Ambientarsi nel mondo digitale della molteplicità delle fonti informative significa, tra le tante cose, reinventare il nostro rapporto con il
linguaggio alfabetico, rendendolo meno lineare come le pratiche dell’ipertesto sottendono. Allo stesso tempo crediamo che l’esercizio della scrittura
in ambiente digitale possa essere meno mediato e più vicino alla nostra esperienza soggettiva.
Se per soggettiva intendiamo la ricerca di un approccio il più vicino possibile alla sfera emozionale in che termini può espandere il suo potenziale
ciò che intendiamo per connettività?
E’ qui che emerge uno dei paradossi più interessanti dell’esperienza creativa in rete: si riesce a coniugare la dimensione più particolare, più intima
e privata, dell’espressione come quella della scrittura di un diario ad esempio, con la dimensione più pubblica, più globale, della rete delle reti,
accessibile da dovunque e da chiunque.
Il fatto che attraverso le reti, in particolari ambienti come i forum, o i “weblog” (i diari di bordo on line) si possa sviluppare una scrittura
immediata (meno mediata da sovrastrutture formali) e tesa a sollecitare partecipazione attiva e ancor di più scambio ed empatia, in alcuni casi
proprio come in una conversazione, è da considerare come un fatto che rende reale questa potenzialità connettiva. Si stanno insomma delineando
fattori che caratterizzano una nuova espressione culturale che , se diffusa negli ambiti sociali ed educativi, contribuirà ad un processo
attraverso cui ciò che definiamo cultura potrà avvicinarsi sempre di più a ciò che è la comunicazione reale, intesa come un “comunicare con” e non più
solo il “comunicare a” a cui ci ha viziati il sistema dei mass-media.
Reciprocità quindi, interazione dei soggetti, partecipazione, empatia.
In questo senso si può parlare d’ “intelligenza connettiva”, ovvero di un’evoluzione psicologica e cognitiva che attraverso la rete crea
condizioni inedite di scambio sociale che vanno anche oltre lo stesso principio “collettivo” sul quale anni fa si erano fondate molte buone utopie
di nuova socialità.
Si tratta di creare, inventare, momenti pubblici, attività di animazione che rendano evidente il rapporto che intercorre tra le soggettività
creative e le reti, ovvero quel mondo digitale che appare a molti come qualcosa d’astratto anche se così prossimo alla percezione e all’immaginario
giovanile.
si è poi concluso, con un evento notevole sulla pista panoramica in cima al Lingotto, Laundrette Soap, il teatro a puntate disseminato x la città di
Torino
nei forum è possibile trovare le tracce del progetto
http://www.laundrettesoap.it/forum/index.php
L’immagine interattiva
carlo - 22-10-2003 at 00:05
“L’immagine interattiva
L’evoluzione digitale del video in ambiente educativo”
La produzione multimediale è un'espressione creativa con cui il sistema educativo non riesce ancora a trovare una relazione compiuta, didattica o
extracurriculare che sia, se non per la buona volontà d’insegnanti d’ottima iniziativa.
Eppure nella Società dell'Informazione questa dimensione comunicativa sta rappresentando il campo privilegiato dello scambio socio-culturale se non
uno dei piani di sviluppo principali dell’intero sistema produttivo proiettato nel futuro digitale.
La dimensione audiovisiva e multimediale va infatti considerata una fondamentale piattaforma di comunicazione, paragonabile cioè al ruolo che
l’alfabeto ha espresso per millenni.
L'utilizzo dei nuovi linguaggi audiovisivi, in particolari quelli inerenti il web (come Flash, software che sta esaltando l’auto-produzione di
originali clip di animazione) non è ancora integrato nel sistema della didattica se non per alcuni aspetti funzionali ai programmi scolastici,
condizione che limita l’espansione di una coscienza culturale dello specifico multimediale in quanto linguaggio.
Esiste una potenzialità dell’audiovisivo che va oltre i sistemi cinematografici e televisivi per affermarsi come ambito di sperimentazione di nuove
visioni e forme comunicative per attuare un’evoluzione dello scambio educativo e culturale.
In questo senso va intesa la possibilità di Internet come medium di comunicazione indipendente, libera dalle logiche commerciali e industriali del
cinema e del broadcast televisivo, promuovendo la distribuzione di artefatti ad alto tasso di creatività e a basso costo che esprimano le sensibilità
dei più giovani.
Perché questo accada è necessario attivare una sinergia tra la ricerca video e multimedia in relazione alla scuola, progettando occasioni d’incontro
con una nuova generazione di autori dell’audiovisivo in contesti formativi innovativi.
Attraverso la connettività ad alta banda,ora a disposizione, è possibile non solo creare nuovi prodotti audiovisivi ma distribuirli, diffonderli nella
rete, alimentando un valore d’uso culturale dell’Internet concepita anche come piattaforma ipermediale per il webcasting: la diffusione da “molti a
molti” che a differenza del mass-media televisivo basato sul principio da “uno a molti” rappresenta la maggiore peculaitità della della rete internet,
da intendere sia come ambiente di comunicazione che come ambiente educativo di nuova generazione. (carlo infante, carlo@teatron.org)