Originariamente scritto da ste
Ciao Carlo,
come hai potuto notare dal mio indirizzo di posta sono una ragazza della tua mailing-list, precisamente Stefania del liceo scientifico di Aosta;
ci siamo conosciuti l'anno scorso con Acido Fenico e Il re Ubu, della rassegna dello Scenario Sensibile di Gialli.
>>>ricordo bene
abbiamo fatto un ottimo lavoro
grazie anche all'entusiasmo trasmesso da quei due spettacoli
abbiamo portato dentro il web l'impronta di un'esperienza reale, basato sul lavoro/gioco dei nostri sguardi tradotti in pensieri
Ti scrivo per due ragioni, la prima per farti qualche domanda di chiarimento su uno spettacolo a cui ho assisitito qualche giorno fa, la seconda di
scuola.
Fiordalisi, teatro-danza di Raffaella Giordano. Non ci ho capito niente, lo so che lo scopo di questi spettacoli non è capire, forse però percepire
qualcosa che chi l'ha messo in scena vuole trasmettere al pubblico sì. E io nulla, anche se lei era bravissima.
>>> sai... non tutto il teatro è "esogeno" cioè che va verso fuori, verso di noi spettatori,
ce n'è molto "endogeno", autoreferenziale
non ho visto quello spettacolo, conosco il lavoro della Giordano, che stimo molto, ma che al contempo tende spesso verso il secondo...
Era molto più bello l'anno scorso quando poi potevamo vederci a scuola ed elaborare con te quello che avevamo provato, ciò che ci era piaciuto e ciò
che ci aveva fatto schifo. Ora io sono abbonata alla rassegna di Gialli, ma troppo spesso vedo gli spettacoli, e quasi sempre mi piacciono, ma mi
manca qualcosa per renderli completi, un po' di analisi. Credo che tu sappia bene a cosa mi riferisco, visto che è il tuo lavoro.
>>> sarebbe piaciuto anche a me continuare
amo pensare le esperienze positive che si accrescono
ma qualcuno non ci ha creduto
proprio ora che il nodo arriva al pettine (ovvero la partecipazione attiva dei giovani spettatori teatrali attraverso la rete)
dai un'occhiata al lavoro che ho fatto ad Ivrea
http://www.teatron.org/forum/viewthread.php?tid=22
La seconda ragione della mia mail, molto più importante, è chiederti un consiglio per un compito che dovrò svolgere a scuola. La consegna è grosso
modo di applicare delle variazione (rinnovamenti, ammodernamenti, anche totali stravolgimenti) ben motivati alla commedia di Goldoni "La locandiera".
L'idea è molto provocante, ma ho paura di perdermi senza riuscire ad esprimere realmente qualcosa di buono. Ti va di mettermi sulla buona strada,
magari facendomi notare un particolare, un personaggio, una strategia che potrei adoperare? Sai, è difficile sentirsi commediografi dall'oggi al
domani.
Confido nel tuo aiuto e anche nella tua velocità perché la scadenza è molto vicina....se riuscissi a rispondermi per domani pomeriggio mi faresti un
favore enorme!
>>>ti lancio un'idea/immagine
pensa la locandiera da sola sul palco
e una parete con tante finestre chiuse con portelloni (anche di cartone dipinto)
gli altri personaggi possono apparire in quelle finestre
e magari qualcuno anche in video (con una telecamerina collegata al televisore... almeno 2...)
concepire cioè la locandiera nel suo gioco
di campionamento dei diversi caratteri maschili
che li colleziona
li tiene appesi al chiodo
li seduce, con il cibo e con il corpo, ma non si concede...
mi sembra una lettura postmoderna del repertorio goldoniana che potrebbe intrigare anche i tuoi insegnanti...
fammi sapere
perchè non ne fai un progetto web per il concorso lanciato da
http://www.inteatro.it/ade
?
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