il FORUM di TEATRON.org

laboratori sull'oralità con Ascanio Celestini.

carlo - 5-4-2003 at 16:40

ecco
qui
depositiamo un po' dei nostri appunti pensieri sparsi
elaborati durante i laboratori sull'oralità di Ascanio Celestini, sia quello all'Arboreto di Mondaino che quello alla Corte Ospitale di Rubiera.

alcune tracce (sguardi soggettivi basati sull'esperienza diretta)
che potranno essere utili
in particolar modo al laboratorio alla Corte Ospitale di Rubiera
dove l'uso del forum on line è contemplato come pratica di lavoro (e di gioco... la memoria ludico-partecipativa)

ecco qui alcuni spunti su questa pratica

http://www.teatron.org/forum/viewthread.php?tid=134

la narrazione mobile

carlo - 7-4-2003 at 00:32

solo solo degli appunti sparsi
presi durante il laboratorio con il mio palmare...

siamo nel cerchio della narrazione continua
è un gioco ed un esercizio sull'oralità intesa
come pratica immediata di narrazione

ci si passa la storia di Giufà
come una palla
anzi meglio
viene portata via
sottratta e poi dribblata
in un gioco combinatorio e sincopato.

L'elemento di riflessione portante risiede nello scambio d'energia immaginaria che intercorre tra narratore
e spettatore-ascoltatore.

In questo senso è importante basarsi sul riconoscimento della storia

conoscerla già

e si pensa a come
l'apprendistato del bambino nella fabula
si basi su questo
ama sentire sempre le stesse fiabe
identiche
è questa condizione che gli eprtmette di elaborare immaginario proprio

fare la strada che conosci non ti fa pensare la strada
dice Ascanio
ripetendo come l'imboccare la via del mandrione a roma
la via di casa
lo rilassi...

il punto è
cosa fare con quel risparmio di pensiero?

cosa fa il bambino con quel risparmio?
elabora immaginazione propria
appunto

e mi viene in mente
il valore dell'iterazione
sia nelle narrazioni di ascanio
come in certe musiche

il raga indiano ripetitivo
alimenta l'ascolto interiore

la ripetizione avvicina a dio
diceva antonin artaud

altre musiche
come la sinfonia romantica di Beethoven ad esempio
descrive e risolve tutto fuori

il fulcro del ragionamento riguarda quindi la capacità proprio dell'ascoltatore di farsi la propria storia basandola sulla propria identità
ciò che è
ciò che sa
ciò che cerca

e il gioco circolare della palla-storia carambolata tra i ragazzi
continua

la storia raccontata da chi l'ha ascoltata immaginandola

e poi emerge un altro dato:
registrare le narrazioni dell'altro

rilevare la parola para-para
sbobinando le registrazioni con tutti i tic di narrazione, le strane pause, le ripetizioni

e poi si rilancia
dando luogo alla parola echeggiata nell'immaginario d'ascolto

mi piace chiamarlo
il gioco della superfetazione narrativa

tutti si passano la palla della narrazione echeggiata
da ciascuno
che lievita lievita e si trasforma come qualcosa di vivente
mobile...

paolofesti - 11-4-2003 at 13:57

brevissimo contributo: le prime cose che mi ero appuntato ancora durante il laboratorio con ascanio sono state:
la necessità e il successivo piacere dell'ascoltare (una storia, gli altri, gli altri che raccontano una storia, la propria voce, i propri discorsi interiori, ecc), seguire le parole e il filo del discorso.
ho focalizzato l'attenzione sull'ascolto, forse l'ho riappreso;
prima di iniziare il laboratorio ho faticato a pensare a delle storie da raccontare, durante il laboratorio me ne sono venute in mente diverse. le storie gemmano.
vorrei infine sottolineare una frase scritta nella presentazione del laboratorio e più volte richiamata: si raccontano le storie che si ha necessità di raccontare.

confusione

mariasole - 17-4-2003 at 17:08

non sono sicura di essere nel non-luogo giusto...io credo nel teatro anche e soprattutto come parola recitata, meditata, vagliata. l'oralità come spontaneità rimane come ha detto carlo al di qua del teatro . ma io voglio fare teatro. l'esperienza delle signore all'herberia è stata fortissima, mi hanno intenerito, commosso e divertito, ma per "scriverle", per metterle in scena hanno bisogno di una struttura. amo la dimensione orale nella scrittura, ma penso che abbia ben poco di spontaneo. sono un po' confusa.

la confusione eccellente

carlo - 17-4-2003 at 17:16

Quota:
Originariamente scritto da mariasole
non sono sicura di essere nel non-luogo giusto...io credo nel teatro anche e soprattutto come parola recitata, meditata, vagliata. l'oralità come spontaneità rimane come ha detto carlo al di qua del teatro . ma io voglio fare teatro.
(...)
. amo la dimensione orale nella scrittura, ma penso che abbia ben poco di spontaneo. sono un po' confusa.


>>>
una citazione:
è grande la confusione sotto il cielo
la sitazione è quindi eccellente

chi vuole sapere di chi è?


nota operativa:
con il QUOTE è possibile rispondere nei termini dell'altro
è molto utile x creare conversazione

a volte quando gli interventi sono lunghi
x non appesantire con testi ripetuti
è legittimo fare dei tagli mettendo però (...)
che rende esplicito il taglio


x quanto riguarda le tue perplessità:
sono chiare
ti poni dalla parte del teatro, legittimo
ma qui (nel lavoro di Ascanio, intendo) il valore del gioco è + alla radice...
riguarda la natura essenziale del comunicare interumano

scrittura orale

maribleu - 17-4-2003 at 17:19

Scrivi come parla, parla come magna! 'na parola! mille parole! Se non scrivo le virgole mi capisci uguale? E' corretto scrivere "uguale"? Mi capisci? e se non capisci ciò costituisce un problema? Ma io scrivo per me, per te che leggi o per molti ma non per tutti come il sapore vero dell'avaro montenegro? che nessuno ha mai letto che tutti conoscono attraverso l'oralità della publicità: ah ah ah! Non si cercano risposte, ma domande disse un tal Ascanio..... Ascanio chi? Quello alto così ( ), col pizzetto così( ), che gesticola in questo modo( ), col vocione che fa.....Hai capito? No? Non mi hai guardato? Ma cosa leggi! Guardami, ascoltami.

Stamattina alla Corte sempre più Ospitale

potimi - 17-4-2003 at 20:55

La stessa voce di "Fabbrica", con meno irritazione per l'immobilità del corpo, perché "spiegata", "motivata" e quindi "compresa".
Rivelazione di un sentiero comunhe: istintivamente cammino anch'io lì, ma con più paura e quindi distratta e trascinata via da altri che si autoproclamano più sicuri.
Una mano nella schiena che mi spinge a continuare e approfondire...

Oggi pomeriggio in cerchio con le signore

potimi - 17-4-2003 at 21:01

Il cerchio delle donne come quello dei bambini. Anche loro, non abituati a essere ascoltati e a guardarsi veramente tra loro, rivelano e scoprono voglia e bisogno di raccontare il loro occhio sul mondo, la loro storia... anche se oggi il fascino del tempo lontano mi ha conquistato in modo diverso.

Citazione

potimi - 17-4-2003 at 21:03

Il libro dei mutamenti direi... già, viva la confusione eccellente, ma che voglia di chiarezza!!!!!

fabioboni - 18-4-2003 at 07:47

...voi ragazzi non vi divertirete mai come me quella sera a ballare....e senza consumare benzina perché noi andavamo a piedi...

i varchi e i nodi

carlo - 18-4-2003 at 12:09

ecco al volo le mie schegge
tratte dal palmare...
quando sono lì nel cerchio
e batto sui tastini del mio cell
(quella specie di frigorifero... x quanto è grosso...)
scarico un pò di parole ronzanti
dentro e fuori di me


entro arrivo in ritardo x il ritardo del mio treno e ascolto
il silenzio assordante di 14 menti che elaborano lo sviluppo di una fiaba, la storia di cecafumo e dell'anello.

immediati e sintetici, sono i racconti popolari
e anche voi, spero (penso)

non è importante come vanno a finire
le storie
ma raccontarle
dice Asca


riprendo al volo delle tracce di memoria...

i nomi e le impressioni

cecilia: l'anello hulaoop

acsca, ribatte:
e parla di cappuccetto rosso e degli oggetti distribuiti nello spazio della fiaba

antonietta:fa teatro
asca gli dice:non sovrapporre l'immagine del narrato alla tua.
importante è
partire da se

marianna: la mimesi accentuata
delle sue mani

fabio:la sintesi

francesca: il racconto nel racconto

chiara: romana ribatte i colori della voce di ascanio, troppo...

giovanna: l'anello che vola

delia: ...e muore contento

> non mi ricordo il nome: anello che trasforma fratino

paolo: kafkiano

marco: ripassa gli appunti. fratino mangia tutto anche la mano

andrea: 20 tonnellate d'anello che schianta

bernardino: il lupo di pietra


note sul pomeriggio con le donne di rubiera,
primi approcci x il progetto
"il vestito della festa"

una di loro dice:
avrei ballato anche sull'acqua
se non sbaglio è dolores,
una macchina da guerra


e ancora incita: dì che il ballo é bello

e, decisionista nella scelta dei maschi c'informa che "c'era la sera da moroso"
e poi quella del ballo

18.4 mattina
Asca parte con la
la storia di giufà

i nodi:
i secchi che figliano e muiono

lo schiaffo e il soldo


e dice cose importanti:
la velocità è una conseguenzaa non una scelta

una volta che hai preso le immagini le liberi nel fluire del racconto

i varchi e i nodi della narrazione
si, è un pò come quella mia teoria sulla trama e l'ordito della narrazione
ne parleremo...
anche qui
non solo nel cerchio

tra scrittura e oralità: il paradosso bello della scrittura connettiva

carlo - 18-4-2003 at 12:11

Quota:
quote]Originariamente scritto da maribleu
Scrivi come parla, parla come magna!
(...)
Non si cercano risposte, ma domande disse un tal Ascanio..... Ascanio chi? Quello alto così ( ), col pizzetto così( ), che gesticola in questo modo( ), col vocione che fa.....Hai capito? No? Non mi hai guardato? Ma cosa leggi! Guardami, ascoltami.


<<<
bello
è un esempio lampante
il tuo
di come è possibile
scrivere come si parla
parlando come si mangia (...vario...)
una pratica che scrivendo in rete
in ciò che definisco
la scrittura connettiva
( se me li chiedete vi rimando a link con un bel pò di miei testi a riguardo)
si esplicita
si è sollecitati a scrivere in rete con gli altri x gli altri...


tornano ai contenuti del nostro lab

appena conquistate delle postazioni in rete
scrivete
> una nota sull'andamento del lavoro con ascanio
> e una sull'incontro con le signore di Rubiera al Teatro Herberia
> e tutte quello che vi va
in relazione a questo circolo dell'empatia che si sta attivando


un riferimento infine ad alcuni stimoli circolanti ieri in auto
mentre si andava a Fiorenzuola

a proposito di un'altra citazione che ha molto a che fare con la qualità di ascanio

"solo chi ha dentro di sè il caos
può generare una stella danzante"

vi metto anche un link
http://www.teatron.org/dioniso/


ozzetta - 18-4-2003 at 13:30

silenzio...silenzio per pensare, riflettere sul tanto parlare, penso a questo e subito mi viene da cancellarlo ma no, non lo cancello perchè dovrei? perchè è "sbagliato?" siamo intrisi nella cultura del "parlo per dire la cosa giusta", oppure perlo del tempo perchè non so se sono in grado, se ho la forza di mettermi in gioco. Giudizi e occhi puntati addosso spesso limitano così tanto! Scrivo quello che vorrei dire, così lo dico scrivendo e forse però non ha alcun senso e di nuovo vorrei cancellare tutto, ma non lo faccio. Caos, sì forse molto caos, e forse sto sbrodolando parole per cercare di trovare degli spiragli di senso nel percorso che sto facendo. HO bisogno delle parole, qui, in questi giorni sento quanto sono importanti ma anche poliformi, per il suono, l'immagini e cui rimandano, ecco due questioni di fondo SUONO E IMMAGINI. Ma volevo anche proseguire il discorso in un'altra direzione...bo, non so, mi tornerà dopo...suono e immagini, dicevo. Ascanio oggi parlava di come si racconta descrivendo delle immagini che si hanno davanti, si "vedono" le cose, le situazioni, i luoghi e dal vedere nascono le parole, ho un dubbio su questo ma in questo momento mi sembra così, e queste parole possono diventare musica assumere un ritmo ma in conseguenza, quasi che "le immagini suonino le parole". A questo punto però mi pongo dalla parte dell'ascoltatore o "narratario" come lo definisce Ascanio e mi chiedo se invece per chi ascolta appunto, non sia il suono che rimanda alle immagini???????? Ieri per esempio, nel vedere "vita morte e miracoli" a Fiorenzuola io ero trasportata dalla "musica del racconto", dalle variazini musicali che lo muovevano e la mia attenzione era tenuta altissima da questo e a questo flusso seguivano le immagini"...scrivo e penso penso penso...continuo a pensare, a risentire frasi, frammenti, penso questa cosa, penso...quell'altra che si è detta che è stata detta...curioso è che comunque nel pensare continuo a parlare a me stessa...e l'oralità ritorna, è dentro...(?)sospensione

depositare memorie

berni - 18-4-2003 at 13:33

Depositare memorie. Un luogo per sedimentare. Troppo breve ancora il tempo trascorso. Aspetto maggiore confidenza e tempo per leggere impressioni altre. Vado. E' ora di iniziare. A dopo. Ciao.

vucciria

carlo - 18-4-2003 at 15:22

è il momento di un piccolo giro di narrazioni proprie

antonietta racconta del paesino tra i campi di grano in lucania e la festa della madonna e il ragazzino con il violino: quello del patto irrisolto delle tettine

altro giro
si rimpallano la storia di giufà prima delle registrazioni e delle trascrizioni della narrazione para-para

è un gran vocìo
una vucciria come direbbero a palermo
stanno provando
asciugando quell'oralità che spesso gronda di "ordito" a discapito della trama
(non voglio certo intendere x questo l'integrità della storia ma la sua ossatura, dove i nodi siano evidenti)

asca li ascolta, li incalza li corregge

Aprire il cuore

Fedra - 18-4-2003 at 15:41

in realtà mi sarebbe piaciuto tanto essere la Madonna...è difficile dirlo a paroleORALI è più fecile RECITARE che DIRE....sei nudo,non hai protezioni..niente di niente,se non te stesso e la tua anima NUDA.........Che strana cosa...dire..aprireIL CUORE?

fabioboni - 18-4-2003 at 16:00

mi manca proprio la capacità di narrare, sono abituato a raccontare con le immagini, qui invece devo raccontare delle immagini che non riesco a trasferire in parole, ma va bene così, preferisco ascoltare, i racconti delle diversità delle persone e del mondo, seduti in un cerchio, dove si respira aria buona

scrivere l'orale

topogigio - 18-4-2003 at 16:05

Che fatica scrivere quello che uno dice parlando, scrivere le pause, gli mmmh,
nc, eeeeeeh, le ripetizioni smozzicate..... e i sospiri come si scrivono?

E poi intervenire sui racconti degli altri...

E poi... controllare il movimento...

Patbol - 18-4-2003 at 16:06

Costretta a scrivere oralità non ancora sedimentata per permettere alla mia memoria di continuare a germogliare. Non ci riesco. Quanto sta succedendo in questi giorni è troppo intenso per poter essere scritto così, a caldo; ho bisogno di rielaborare, per fare luce nelle mie idee e di conseguenza scrivere qualcosa di comprensibile per voi che ascoltate, o leggete (??). Ma a quanto mi si dice (...) questo forum si propone di affrontare un nuovo approccio. Scusate, devo andare. A dopo.

Andrea Bertoni - 18-4-2003 at 22:27

Ecco, come dicevo... stavo scrivendo il mio messaggio impegnato e schiacciando due tasti insieme si è cancellato tutto... e mi tocca riscrivere tutto e sarà anche diverso perché ci ho ripensato e probabilmente erano tutte cazzate...
Cambio idea. E la cambio ancora. Comunque puoi cambiare idea di più quando scrivi o quando parli?
Curiosamente si parlava di archivi e registrazioni stasera con molti. hihihihi... siamo un po' ossessionati noi da 'sta cosa no? registrare, conservare, su un supporto fedele, limpido, diggitale (che a 'stà co' ccelestini mme viene aromana...) tutto lo scibile e l'esperibile? però è un po' come col computer quando ingrandisci una foto tanto che arrivi a vedere i pixel...
mi pare che non ci stiamo impegnando altrettanto sul TRASMETTERE, forse dovremmo anche prendere un po' di 'sti pezzi di vetro e farci una bottiglia, che magari riesci a farci stare un po' di vino...
Dentro Celestini di vino ce ne sta...
Amen

" " citazioni da walter ong

carlo - 19-4-2003 at 08:44

vi avevo promesso delle citazioni da "oralità e scrittura " (il mulino,1986)

"platone pensava alla scrittura come a una tecnologia esterna, aliena, nello stesso modo in cui oggi molte persone pensano al computer.
noi invece oggi l'abbiamo ormai interiorizzata così profondamente, l'abbiamo resa una parte tanto importante di noi stessi, che ci sembra difficile pensarla come una tecnologia al pari della stampa e del computer"

"le tecnologia elettronica ci ha condotti in un'era di 'oralità secondaria'.
Questa nuova oralità ha sorprenmdenti somiglianze con quella più antica per la sua mistica partecipatoria, per il senso della comunità, per la concentrazione sul momento presente (...)"


per ora è tutto
torno nel cerchio

perdonatemi se ogni tanto mi sgancio

dopotutto non sono del "gruppo"

sono un satellite
orbitante, teorico (ma vicino e sodale all'azione) e concentrato su un'attività parallela (ma convergente) che in questo forum possa ricreare anche a distanza (nello spazio e nel tempo)
un'eco di questa esperienza

La spontaneità che si raggiunge verso la fine, non all'inizio

carlo - 19-4-2003 at 09:50

attenti a non cadere nella parodia
dice ascanio
e anche a non adagiarsi sui personaggi.

nuovo passaggio del lab

con i testi trascritti e sbobinati escono le immagini della parola detta anche se alcuni cercano il racconto teatrale e letterario.

ma l'oralità è altrove.

sta nel far emergere la storia
che è dentro.

leggono le storie trascritte
alcune di queste si affiancano all'ascolto delle registrazioni
(quent'è forte la differenza la parola parlata dalla stessa trascritta)
si gira e a quei accostamenti
si combina anche la narrazione di nuovo dello stesso frammento.


19.04
nasce un personaggio: ermenegildo fregnetti
e lo si presenta
diventa un elemento di ludico disturbo
un tormentone dentro la storia di giufà che riprende a girare come una trottola
tra tutti

se la passano
anzi se la prendono
e gira gira
in un semplice e straordinario gioco della narrazione condivisa.

il ritmo nasce dall'interno
generato dall'intesa spontanea che inizia a sorgere.
E' la spontanetà che prende forma

la spontaneità non è all'inizio come viene da pensare
ma verso la fine del percorso

la si conquista attraverso l'abbandono delle sovrastrutture e delle mediazioni

si sta capendo
con il corpo
cosa sia l'essenza dell'oralità.

mariovillani - 19-4-2003 at 20:38

dal seminario all'arboreto...

con un po' di ritardo qualche appunto
due immagini-totem essenzialmente, su cui ho cominciato a lavorare in altri progetti.

- una è l'identità
(il matto si sceglie l'identità - il paese ti dà l'identità)

- l'altra è il perastro, la soglia, il limen (i luoghi delle morti violente, i fiori sul ciglio della strada, dove si aggirano i fantasmi)

sulla soglia si perde l'identità... a metà strada, nel nonluogo, si perde l'identità... raccontando le storie affermo l'identità

sto utilizzando un po' del materiale preso dal seminario di ascanio in un laboratorio con non-vedenti... al primo giro di racconti sono venute fuori reazioni sorprendenti proprio sul tema dell'identità...

colloca le immagini nella foresta di simboli. riordina le tue immagini. riordina quelle della tua vita. rimettile a posto. inventa posti nuovi se quelli vecchi non li trovi più. come fa zi' angelo, riraccontati la storia. dai, riraccontati la storia...

p.s. da noi il personaggio buffo si chiamava barnaba domenichetti :-)

saluti

pensieri condivisi con le vostre azioni

carlo - 20-4-2003 at 11:07

Quota:
Originariamente scritto da mariovillani
dal seminario all'arboreto...

con un po' di ritardo qualche appunto
due immagini-totem essenzialmente, su cui ho cominciato a lavorare in altri progetti.

(...)
come fa zi' angelo, riraccontati la storia. dai, riraccontati la storia...

p.s. da noi il personaggio buffo si chiamava barnaba domenichetti :-)

saluti


ben ritrovato mario
il tuo intervento permette di capire anche un'altra potenzialità di questo forum
interconnettere tra loro esperienze diverse
come la tua svolta all'arboreto
in relazione a quest'ultima della corte ospitale


cologo l'occasione al volo x fare gli auguri a tutti di buona rigenerazione pasquale

che vi mangiate?
è da stamattina che ascanio mangia coratella, come m'ha detto facendomi venire l'acquolina...
io sto a carrara e m'aspetto agnello fritto e panato (che adoro)

stop. non buttiamolo su sto fronte che poi ci s'incarta con gli estremi biografismi

piuttosto
quando avete voglia
riportate un pò delle vostre tracce d'esperienza diretta qui in questo forum che forse a qualcuno pare così alieno
ma lo capirete... ha senso eccome...

ho degli appunti sul palmare
appena riesco ( sono in viaggio continuo...) a installare il software su un pc x portarli fuori li pubblico
quel mio ticchettio sulla tastiera del telefonino erano pensieri condivisi con voi,
con le vostre azioni...




da qui dietro

gianluka - 22-4-2003 at 20:30

da qui slancio al mondo l'interassenza che mi lega al pensiero mio che m'abbandona... lo spazio scenico di fronte e in mano, dal cellulare vivo e altero la morte. dalla tastiera il sogno di suonare il pensiero. come se le lettere digitate rifossero suoni che il rabdomante-stato ha dissinnescato. insomma attraverso il polmone degli occhi, bevo luce e caccio fuori tensioni elettriche... anche se poi in fondo vorrei che esistesse anche un modo reale di dire le cose. anzi il caso: partiamo da qui : parole come segni elettrici dai quali semplicemente si parte per il bisogno dell'altro. ecco: il respiro incongruo, le mani tese dell'incomunicabile come un ponte sul mare di gente.

presenza digitale

potimi - 24-4-2003 at 12:26

Certo non è semplice da capire (o forse accettare?), ma mi ha fatto bene sapere, scoprire che quel tuo picchiettare sul computer, Carlo, era un modo per dialogare con noi... anche se posticipato: ora leggo e mi fa tornare un po' lì, accende luci su particolari diversi da quelli annotati da me, più concentrata sul mio apprendere e misurarmi che sul gruppo, sul cerchio.

Note: Ascanio è contagioso per me... mi sono trovata a parlare per cinque minuti di "una salama da sugo che in realtà è da mezzo sugo, quindi noi non possiamo mangiare il sugo perché la salama da sugo è da mezzo sugo, e allora mangiamo un mezzo sugo... ma cosa vuo dire mezzo sugo......?" e così via

la ghiandaia

carlo - 25-4-2003 at 08:31

Quota:
Originariamente scritto da potimi
Certo non è semplice da capire (o forse accettare?), ma mi ha fatto bene sapere, scoprire che quel tuo picchiettare sul computer, Carlo, era un modo per dialogare con noi... anche se posticipato: ora leggo e mi fa tornare un po' lì, accende luci su particolari diversi da quelli annotati da me, più concentrata sul mio apprendere e misurarmi che sul gruppo, sul cerchio.

Note: Ascanio è contagioso per me... mi sono trovata a parlare per cinque minuti di "una salama da sugo che in realtà è da mezzo sugo, quindi noi non possiamo mangiare il sugo perché la salama da sugo è da mezzo sugo, e allora mangiamo un mezzo sugo... ma cosa vuo dire mezzo sugo......?" e così via


la parola contagio è quella giusta
significa che è accadutp qualcosa
dentro

appena torno a casa (non sono ancora riuscito a scaricare quei testi picchiettati sul palmare... ho a che fare con window XP assai poco compatibile...)

e dico picchiettare e mi tono in mente
quella ghiandaia che veniva a salutarci

ma vi rendete conto?

una ghiandaia è uccello di boschi...
eppure ci cercava

la superfetazione narrativa

carlo - 27-4-2003 at 13:20

è il 19 aprile
prima di pasqua

continua il laboratorio sull'oralità
e parte la sequenza degli "inizi di storia"
ciascuno se ne inventa una

ed ecco la superfetazione narrativa: il gioco in cui inizia a lievitare una storia presa a pretesto...

la rivolta dei calzini
e delle mutande, reggiseni,cavatte,camicie
ma le scarpe e le cinte no
non si affiancano ai calzini rivoltati



mentre una ghiandaia becchetta alla finestra


pomeriggio
ascoltiamo i repertori delle voci registrate da ascanio
dalle donne di rubiera alle operaie di pontedera e a quelle torinesi

ci sono le cose che si fanno e quelle di cui si parla

il web d'ascanio

carlo - 27-4-2003 at 17:07

ecco qui
http://www.ascaniocelestini.it/
il web d'ascanio
dove cercare altre tracce del suo percorso ai confini del teatro
x quei transiti che portano dentro...
dentro la nostra voglia di parlare il mondo al mondo

ozzetta - 1-5-2003 at 11:04

Dopo rubiera ho riflettuto molto sul fatto che si posse trasferire l'oralità nella scrittura mediatica, credo che non sia possibile, credo che è un'altro fenomeno, una grandiosa opportunità per una ad esempio come me che ha bisogno di un po' di tempo per tradurre in parole comprensibili ciò che pernso, ma credo che sia qualcosa di diverso dall'oralità, non riesce a mentenere qull'energia propria del corpo, dei suoni che fanno parte della comunicazione orale...credo che l'energia elettrica non può conservare l'energia della persona, anche per il solo fatto che manca il suono, il ritmo e il tono dell'emittente. Quindi la parola qui scritta arriverà in modo sicuramente diverso che se io "parlassi le stesse cose" e probbablmente se io parlassi i concetti che ho appena scritto, a mia volta li esprimenrei in modo diverso e quindi a loro volta cambierebbero...

potimi - 2-5-2003 at 17:21

Quota:
Originariamente scritto da ozzetta
Dopo rubiera ho riflettuto molto ... credo che sia qualcosa di diverso dall'oralità, non riesce a mentenere qull'energia propria del corpo ... probbablmente se io parlassi i concetti che ho appena scritto, a mia volta li esprimenrei in modo diverso e quindi a loro volta cambierebbero...



Sono di strafretta e ho poco tempo per chiacchierare... ma sono completamente d'accordo con te... Chiara? di Padova? Se ho azzeccato vuol dire che le poche cose che hai scritto nel forum hanno comunque fatto sì che ti "riconoscessi" anche senza corpo.

l'energia dei corpi, elettrica

carlo - 4-5-2003 at 16:43

Quota:
Originariamente scritto da ozzetta
Dopo rubiera ho riflettuto molto sul fatto che si posse trasferire l'oralità nella scrittura mediatica, credo che non sia possibile, credo che è un'altro fenomeno, una grandiosa opportunità per una ad esempio come me che ha bisogno di un po' di tempo per tradurre in parole comprensibili ciò che pernso, ma credo che sia qualcosa di diverso dall'oralità,

<<< certo è così
io non affermo il contrario
sostengo che la scrittura on line rispetto alla scrittura tradizionale
è + vicina all'oralità
<<<


non riesce a mentenere qull'energia propria del corpo, dei suoni che fanno parte della comunicazione orale...credo che l'energia elettrica non può conservare l'energia della persona, anche per il solo fatto che manca il suono, il ritmo e il tono dell'emittente.

<< visto che l'ho detto nel laboratorio di rubiera
che anche il ns corpo esprime energia elettrica
<<<



Quindi la parola qui scritta arriverà in modo sicuramente diverso che se io "parlassi le stesse cose" e probbablmente se io parlassi i concetti che ho appena scritto, a mia volta li esprimenrei in modo diverso e quindi a loro volta cambierebbero...

<<<
ok
la parola detta
condivisa tra corpi
è senza dubbio la condizione ideale di comunicazione
e ne siamo convinti visti che abbiamo condiviso un lavoro sull'oralità

ma detto questo
possiamo condividere qualcos'altro
un pensiero a posteriori
un'eco di memoria
con un'energia vicino a quel valore?

io credo, spero, di si
anche se è altra cosa
tutt'altra cosa