il FORUM di TEATRON.org

Genius Loci a Roca

carlo - 2-10-2003 at 10:35

si apre qui il forum
come piattaforma d'informazione, formazione e confronto per il progetto in progress che vede Roca come "genius loci"


" La convergenza delle culture, la pluralità delle lingue, l'incontro e la fusione delle razze, amalgamati dalla vivacità del genius loci e del clima mediterraneo produssero interessanti fenomeni di civiltà: una rilevante mediazione ed una osmosi culturale tra oriente e occidente, molto più profonda degli scambi economici che si svolgevano negli scali di questa terra, che è tutta un vasto porto verso l'Oriente. "
( C. De Giorgi.)


Il 6, 7 e 8 ottobre 2003, a Roca (LE), si svolge un Campo di Ricerca sul tema “Genius loci. L’identità plurale del Salento”.
L’iniziativa è promossa dal nuovo Corso di Laurea in Scienze e Tecnologie delle Arti figurative, della Musica, dello Spettacolo e della Moda, dal Centro per l’Integrazione, dal Gruppo di Ricerca archeologica di Roca Vecchia dell’Università di Lecce e dalla Provincia di Lecce.
Il nucleo operativo è costituito da un gruppo di studenti e docenti di Archeologia, guidati dal Prof. Cosimo Pagliara, e da un gruppo di studenti e docenti di Spettacolo, guidati dal Prof. Luigi A. Santoro.
Le attività di ricerca, analisi, progettazione e produzione, oltre che far interagire la metodologia della ricerca archeologica con quella dello spettacolo, saranno aperte anche al contributo di enti, associazioni e operatori culturali che abbiano interesse ai problemi relativi alle culture del territorio salentino.
Sono previsti, infatti, alcuni momenti d’incontro che troveranno un progressivo sviluppo nell’ambiente web di permanente confronto culturale su http://www.teatrintegrazione.org

Si tratta del primo passo per lanciare una piattaforma di progettualità entro la quale il mondo della ricerca universitaria possa confrontarsi con gli operatori culturali che in questi ultimi anni hanno fatto del Salento un laboratorio di nuova cultura, anche se spesso sbilanciato in un estivo vortice d’offerta spettacolare senza criterio.
Il dibattito teorico cercherà d’armonizzare l'orizzontalità dello sguardo nella contemporaneità con la verticalità dello sguardo che penetra il passato, cercando d’individuare i percorsi che interconnettono le matrici culturali con il futuro possibile.
Si tratta, in altre parole di mettere a fuoco il rapporto tra l’essenza delle cose e la loro rappresentazione: il “frame” video e il reperto, la simulazione virtuale e le emergenze archeologiche, i film e le narrazioni, le kermesse musicali e le voci della tradizione, la rete Internet e l’oralità, il cosiddetto “marketing del territorio” e il paesaggio con le culture materiali.

Le ragioni della scelta di Roca come prima tappa del Campo di Ricerca sono molteplici:
• la presenza di un’area archeologica particolarmente ricca di testimonianze monumentali e linguistiche (il problema della identità salentina deve fare i conti con la decifrazione della lingua dei nostri antenati, la lingua messapica), indispensabile punto di partenza per un percorso che intende tracciare eventi teatrali e multimediali e, fondamentalmente, un piano di confronto culturale con i soggetti attivi dell’iniziativa culturale salentina;
• il fatto che Roca sia ancora oggi un luogo privilegiato di pellegrinaggi (da Roca partì il pellegrinaggio che inaugurava Asteriapoiesis, agosto – settembre 2001, il progetto teatrale che ha costituito il modello, o lo stimolo, per iniziative di spettacolo come Il teatro dei luoghi, Sulle tracce di Dioniso, o quello sulle torri di avvistamento), della "Tragedia di Roca" e delle innumerevoli leggende scaturite dalla Grotta Poesia con le centinaia d'iscrizioni graffitate sulle sue pareti nell’arco di migliaia di anni;
• il coinvolgimento dell’area archeologica nel primo Accordo di Programma finalizzato alle realizzazione di un Parco archeologico – ambientale;
• la politica virtuosa di acquisizione delle aree d’interesse archeologico al demanio comunale;
• la volontà di stabilire uno stretto rapporto tra l’ente locale, il Comune di Melendugno, e l’Università degli studi di Lecce, attraverso la stipula di un comodato d’uso gratuito, finalizzato alla realizzazione di una presenza stabile di studiosi impegnati in attività di ricerca e formazione;
• l’attivazione di una coscienza civile impegnata a difendere da interventi sconsiderati da parte di soggetti pubblici e privati (il passaggio della rete fognaria attraverso le mura, la realizzazione di una strada di servizio per intervenire sulla falesia, progetti di costruzione di villaggi turistici ecc.) e valorizzare il patrimonio archeologico – ambientale nel quadro di interventi sostenibili.
La scelta, dunque, di questo luogo rimanda, da una parte alla forte presenza in questa zona del Salento di contraddizioni indotte da una idea di progresso asfittica, dall’altra alla persistenza, a dispetto di ogni intervento dissennato, di un “genius loci”, dentro il quale sembra celato il mistero dell'identità salentina. Di sicuro un'identità plurale e metamorfica, segnata dai transiti, dall’integrazione culturale e dall’accoglienza, un insieme di valori che può costituire uno straordinario e collaudato modello per l'identità europea.



Partecipanti:
studenti e docenti di Archeologia e del corso di Scienze e tecnologie delle arti figurative, della musica, dello spettacolo e della moda.
Tra i docenti interverranno: Carlo Infante (Ipermedia e Teatro) Massimo Ciccolini (Laboratorio Multimediale),
Giuliano Capani (Storia del Cinema), Sergio Spina (Storia del Documentario),
Franco D'Ippolito (Organizzazione dello Spettacolo),
Cosimo Pagliara (Civiltà antiche dell’Italia Meridionale), Riccardo Gulgielmino (Archeologia e antichità egee), Pier Francesco Fabbri (Antropologia).


Del gruppo di studenti faranno parte alcuni studenti disabili.
Gli incontri serali sono aperti al pubblico.

I materiali prodotti durante il campo di lavoro rimarranno nella disponibilità dell’Università di Lecce e della Provincia di Lecce, enti promotori del progetto.


Articolazione del progetto

Realizzazione di un ambiente on line (sito in rete) di cooperazione informativa e formativa dove s'incontreranno i partecipanti del Campo di Ricerca su http://www.teatrintegrazione.org

Nel sito verranno immessi materiali informativi di base, supportati da una bibliografia di riferimento e un forum attraverso cui esprimere il confronto tra studenti e docenti;

Piano d'azione

6 ottobre
ore 10 incontro presso la"Curte" di Roca. Colazione.
Formazione dei gruppi di lavoro e stesura del programma di lavoro
ore 18 intergruppo;
ore 20, 30 cena di lavoro (ristorante "Sapori di mare");
ore 21,30: presentazioni materiali audio video. Selezione dei materiali da comporre nel web

7 ottobre
ore 7,00 colazione e ripresa attività;
Gruppi di lavoro
Ore 18: Intergruppo. Sviluppo del forum on line.
Ore 21,30: Descrizione del processo in forma teatrale e multimediale

8 ottobre
ore 7,00 colazione e ripresa attività;
Ore 18: Incontro con i soggetti attivi dell’iniziativa culturale salentina.
Conclusioni e prefigurazione dell’iniziativa di primavera 2004

I materiali prodotti durante il campo di lavoro saranno pubblicati nel web http://www.teatrintegrazione.org
e su altri formati (cartacei e video) e rimarranno a disposizione dell'Università di Lecce e della Provincia di Lecce, enti promotori del progetto.




spunti di riflessione

gino santoro - 5-10-2003 at 19:12


E' un po' lungo, ma offre, credo, qualche spunto di riflessione per il lavoro che faremo da lunedì a mercoledì.
Gino


Il Salento. La penisola del teatro (invisibile)

Nella presentazione al Repertorio teatrale pugliese a cura di Pasquale Sorrenti e pubblicato nel numero speciale de La Rassegna Pugliese nell’aprile del 1971, il compianto Aldo Vallone scriveva: “la Puglia, ricca sì di grandi musicisti, fu ed è priva di adeguati teatri, di sale o luoghi di rappresentazione. Mancò, quindi, il teatro come palestra. E vi dominò, se mai, il teatro come lettura o accademia di recitazione.”. Nell’Avvertenza, il direttore della rivista, Agostino Cajati, prende atto di questa mancanza, ma, invece di togliersi gli occhiali emettersi alla ricerca di un teatro che abbia radici profonde nella cultura del territorio pugliese, auspica la costituzione di un “organismo teatrale stabile in grado di portare sul palcoscenico i testi di volta in volta prescelti, collocandoli nella loro più autentica dimensione culturale e rilanciando così un teatro popolare nato dalla fervida fantasia dei nostri conterranei, al di fuori delle correnti, delle scuole elitarie e velleitarie, delle pseudoavanguardie e dei protezionismi di varia estrazione.”.
Difficile non meravigliarsi della miopia, se non della cecità che impedivano di vedere che a Milano, da vent’anni, il pugliese Paolo Grassi, insieme a Giorgio Strehler, costruiva la proposta dei teatri stabili, che il salentino Carmelo Bene era a buon punto nell’opera di devastazione del teatro di rappresentazione e in Danimarca, un altro salentino, Eugenio Barba, aveva realizzato una delle proposte più importanti del teatro del secondo Novecento.
Ma se limitiamo il nostro interesse al Salento e lasciamo da parte Barba e Bene, lo stesso Vallone che pure aveva scritto “E gioverà il lavoro del Sorrenti, oggi che si istituiscono in varie sedi universitarie insegnamenti di Storia del teatro e dello spettacolo (dopo la cattedra – pilota voluta e tenuta da Giovanni Macchia, pugliese pure lui, nella Facoltà di Lettere dell’Università di Roma), gioverà, dicevo, a fare della Puglia una compartecipante della storia del teatro italiano.” e che pure insegnava nell’Università di Lecce, non nota che l’insegnamento di teatro a Lecce era stato affidato ad Alessandro D’Amico, colui che, dopo la morte del padre Silvio, aveva portato a termine l’ Enciclopedia dello Spettacolo, più volte citata nella bibliografia riportata dal Sorrenti. Di passata, dobbiamo ricordare che le voci sul teatro spagnolo dell’Enciclopedia erano state affidate ad un altro Salentino, Vittorio Bodini. Col senno di poi sarebbe facile fare dell’ironia sui misconoscimenti clamorosi, ma c’è la nota bibliografica di Sorrenti, riferita a Carmelo Bene, che ci obbliga a riflettere. Scrive Sorrenti: “su B. esiste un’ampia letteratura, tutta a livello giornalistico, essendo egli un personaggio tipico dei nostri tempi. Attore, autore, regista, egli fa parlare più la cronaca che la critica letteraria”. Ora, è sufficiente collegare le parole di Sorrenti con quelle di Cajati per capire quale tipo di teatro cercassero costoro.
Da allora sono trascorsi trent’anni, è stato costituito e ricostituito l’organismo auspicato da Cajati, il Consorzio Teatro Pubblico Pugliese, Carmelo Bene è morto sommerso da riconoscimenti italiani e internazionali, Eugenio Barba , invitato da Koreja e dal Corso di Laurea in Scienze e tecnologie delle arti figurative, della musica, dello spettacolo e della moda, è ritornato nel Salento da maestro indiscusso del teatro del Novecento e, tuttavia, quelli che ‘contano’, ancora oggi, hanno occhi per vedere soltanto il teatro di rappresentazione. Ma dove sarà mai questo teatro di rappresentazione che dovrebbe, “al di fuori delle correnti, delle scuole elitarie e velleitarie al di là delle pseudoavanguardie” incarnare l’anima del teatro popolare della Puglia e del Salento? Questo teatro di sicuro nel Salento non esiste e non è mai esistito. Non c’è stato nel mondo classico. Qualcuno ha notizia di edifici teatrali greci nel Salento? Non si hanno notizie di spettacoli nell’Odeon romano e il poeta e drammaturgo Ennio svolse tutta la sua attività lontano dal Salento. Il teatro moderno segnato dall’edificio all’italiana e dalla compagnia di professionisti è totalmente assente. Gli edifici vengono costruiti tra il XVIII e il XIX secolo e servono per ospitare compagnie che vengono da altre parti d’Italia, in prevalenza da Napoli. Nessuna meraviglia, dunque, per il fatto che, ancora oggi, il teatro che si produce nel Salento si collochi direttamente o indirettamente fuori dal teatro di rappresentazione. Spesso in antitesi.
I gruppi più significativi, infatti, dal vecchio Oistros, ad Astragali, al Teatro Infantile, agli Impraticabili di De Carlo, a Mediterranea Teatro, a Prosarte, al Teatro dei veleni, al Teatro Anteo, a Koreja hanno avuto e continuano ad avere come punti di riferimento e di confronto i grandi maestri dell’altro teatro: da Eugenio Barba a Jerzj Grotowski, da Alessandro Fersen a Julian Beck, da Carmelo Bene a Tadeus Kantor. E quando citiamo Koreja, parliamo di una realtà creativa, produttiva e organizzativa rispettata e apprezzata in Italia e all’estero che però, invece di costituire il fiore all’occhiello di chi a vari livelli governa il Salento, deve combattere ogni giorno contro la supponenza e l’ignoranza che irrorano le rendite di potere ammantate da ideologie.
La cosa che davvero sconcerta è che mentre tutti i gruppi teatrali salentini hanno maturato da tempo la coscienza di appartenere ad un ‘altro’ universo teatrale; che mentre persino l’istituzione accademica, che pure qualche anno fa si bloccò di fronte alla proposta della laurea honoris causa a Carmelo Bene, ha impostato il corso di laurea in Scienze e tecnologie delle arti figurative, della musica, dello spettacolo e della moda prendendo atto di questa specificità del territorio salentino, le istanze politiche e gli enti territoriali, con tutto l’esercito di sindaci ed assessori, si ostinano a sperperare energie e risorse in direzione del teatro di rappresentazione inventando rassegne e stagioni in funzione di un’idea ed una pratica di teatro che qui non ha radici.
Eppure non dovrebbe essere difficile capire che se una delle radici profonde della identità salentina è il tarantismo, la forma moderna del tarantismo non può che essere il teatro di partecipazione, il teatro, cioè, che nasce dal rito e si sviluppa nell’alveo ossimorico della ritualità laica. L’incaponirsi nel folclorismo patetico della riproposta filologica della ‘pizzica’, come nel ridicolo e provinciale modernismo della contaminazione programmata del concerto può trovare una qualche spiegazione nell’idea (sbagliata) che i prodotti culturali utilizzabili per sostenere il settore nobile (economicamente) del turismo non possono che essere frattaglie realizzate verniciando il ‘locale’ con una passata di ‘globale’, o il ‘globale’ con una spruzzatina di ‘locale’.
Forse deve trascorrere altro tempo perché la dimensione culturale e quella politica trovino un punto d’incontro dove risulti chiaro che l’energia eversiva del teatro di partecipazione, connessa alle antichissime pratiche di possessione e di trance, è l’unica energia sulla quale il Salento può contare se vuole tessere sul telaio del futuro la complessa tela dell’innovazione.
Oppure, bisogna smetterla con gli appelli alla sensibilità degli esponenti della classe dirigente e affrontare direttamente il nodo della rappresentanza politica.
Si, perché qui non si tratta di gestire qualche poltrona di una fondazione o i posti di un consorzio; si tratta di costruire una società nella quale le parole di Carmelo Bene:
“Nell’Occidente dell’industria spettacolarizzata, l’esercizio della ricerca teatrale è, quanto meno, istituzionalmente sospetta, soprattutto se (omologazione censoria) addirittura sollecitata dalla maldestra (intollerabile) tolleranza di uno Stato partitocratrico civilizzato che, sulla scorta quotidiana della sua propria rappresentazione politica, non può (e non deve) concepire lo spreco (non è in questione il denaro pubblico) d’una produzione-laboratorio a porte chiuse che si nega al consumo. E con l’aggravante della vocazione”, non creino scandalo.
D’altra parte oggi possiamo affermare che l’esperienza del 1974, realizzata dall’Odin Teatret e dall’Oistros a Carpignano non può rimanere confinata nel ristretto ambito del teatro. Il cosiddetto ‘baratto’, sperimentando lo scambio alla pari di prodotti culturali, libera il cittadino dalla condizione di spettatore e lo spinge verso la responsabilità connessa alla condizione di attore. Allo stesso tempo spinge l’attore fuori dal recinto dell’estetica e lo costringe a continuare la sua ricerca nel territorio dell’etica. Fare teatro, allora, non significa più ‘rappresentare’, ma vivere e sperimentare, sottoponendole a tensioni diverse, le relazioni più critiche che si sviluppano tra i membri della polis. Il progetto sotteso all’invenzione della Festa te lu mieru, che, come ha ricordato Barba nell’incontro nell’aula magna dell’Università di Lecce, fu interamente ideata e organizzata dai salentini dell’Oistros, mirava ben oltre l’utopia rousseauviana della festa. Attraverso la partecipazione attiva dei cittadini di Carpignano nella fase organizzativa e gestionale e la ‘trovata’ del palco libero creava una specie di grande laboratorio dove era possibile ‘manipolare’ il meccanismo della festa, sperimentando percorsi capaci di operare sulla memoria culturale.
La fondazione ‘L’immemoriale’ voluta da Carmelo Bene, il corso di laurea in Arte, musica, spettacolo e moda, il fondo ‘D’Amico’, il Consorzio teatrale pugliese, l’attività di teatro stabile d’innovazione di Koreja, il complesso lavoro che si svolge nelle scuole di ogni ordine e grado richiedono capacità organizzative e di gestione, competenze specifiche in grado però di coordinarsi , se non trovano una coerente e convinta rappresentanza sul piano politico, rischiano di costituire l’ennesima occasione perduta..









genius loci oltre i luoghi comuni

carlo - 6-10-2003 at 22:24

gia' la premessa di questa mattina
nella Corte della foresteria di Roca
ci ha permesso di entrare nel vivo di questo campo di ricerca

si tratta di attivare una piattaforma di progettualita' per dare forma (teatrale, video e ipermediale) alle informazioni elaborate dallo scavo archeologico di Roca vecchia

per andare a fondo con le radici
per pescare nella matrice della terra salentina
fare delle radici delle antenne x il futuro
rilevare quel genius loci che ci porti oltre i luoghi comuni

quali?
quelli delle tradizioni popolari in cui spesso ci si avvita
come la pizzica ad esempio...

salvator - 7-10-2003 at 10:15

Il Salento, terra ricca di risorse che sonnecchia d'inverno e si risveglia d'estate in cui gli odori e i colori inebriano l'aria dei paesini piu' dispersi in nome di antiche tradizioni è tanto vivo che quando tutto passa mi lascia dentro un vuoto: la sua storia. Non solo quella che viene scritta sui libri ma quella vissuta spesso dimenticata che può darti sensazioni e ti mette in discussione. Quella di Roca sembra un'esperienza riservata a pochi, quelli che ci lavorano, nel tentativo di portare alla luce un passato dimenticato da tutti ma che dovrebbe essere l'unico motivo che spinge ogni salentino ad essere fiero della propria terra e promotore della propria cultura. Al largo delle sagre, delle note della tarantata dovremmo soffermarci a contemplare la sensazione che passa attraverso i resti di una civiltà erosa dal tempo e dall'ignoranza.

Serena - 7-10-2003 at 10:28

creiamo un gioco multimediale alla scoperta di Roca o di chi ci viveva,saremo in grado di mettere insieme i pezzi e costruire per intero il nostro puzzle tridimensionale?

Serena - 7-10-2003 at 10:38

L’ho sempre saputo, ma oggi più di prima, che c’è del divertimento nel sapere.
Queste, dello stage a Roca, sono ore di sana integrazione non solo tra noi ragazzi con i professori, ma anche, e forse soprattutto, con la storia. Si perché oggi è difficile pensare che la terra da noi calpestata è stata già prima toccata, lavorata, conosciuta da altri popoli.
Basta un po’ di fantasia e conoscenza per costruirci intorno un periodo storico a scelta e circondarci magari, di abili guerrieri!


Doriana - 7-10-2003 at 10:49

Schegge, flash, pietruzze, gocce di passato, qualcosa che non ho mai vissuto, ma che da sempre influenza tutta la mia vita il mio presente. Mi vengono in mente immagini confuse di racconti vissuti dalla mia bisnonna, ormai anche lei confusa nella mia memoria. Mescolati a quelli della tv, della radio, alle scritte dei libri...Vivo nel passato!..???...Si deve essere così, vivo in quello che non c'è più. Tutto è confuso come nello scavo archeologico qui a Roca, come Roca, come il Salento...Ma non so nulla di Roca, forse mi baso sui miei pregiudizi o forse sto descrivendo me stessa...Di Roca ho potuto osservare solo il mare...meraviglioso...pieno di passato...

francescadp - 7-10-2003 at 16:47

Il mio pensiero sulla giornata trascorsa è stato emozionante e ho conosciuto molte ragazze con cui ho fatto amicizia. Ho scoperto come vivere le mie emozioni e sensazioni con professori e colleghi di lavoro. Vorrei diventare come nel mio sogno….. essere una brava universitaria. Durante le passeggiate e le chiacchierate siamo andate verso il Castello antico che mi ha impressionata. Ho visto le antiche case, camere, cucine, fossati e corridoi che vennero bruciati e distrutti. Mi ha colpito la sofferenza della gente e il pensiero delle loro urla di disperazione. All’inizio non facevo caso a quello che accadeva nel Castello e al di fuori, invece adesso ho percepito il dolore che provo nel vedere tutto ciò e mi tocca sentire gli altri parlare male delle persone morte e non vorrei mai che accadesse anche a noi.

francescadp - 7-10-2003 at 16:57

Il mio pensiero sulla grotta è lungo, ma per farla breve dico solo che è stata un'esperienza molto interessante perchè, come ho sentito dai racconti, gli antichi fecero disegni e scrissero testi di poesie. Tra queste, alcune si possono leggere e imparare a memoria. Nella grotta c' era molto umido e buio, mancava il cibo e il viverci era difficile. Di preciso non so chi ci viveva ma secondo ma erano guerrieri.
Penso che alcune guerriere donne innocenti, morirono per difendersi dai nemici. Sentire tutto questo dolore mi fa stare male, e capisco cosa si prova a soffrire dentro quella grotta umida e buia. Voi che dite di questa grotta amata e piena di poesie?


Sasta - 7-10-2003 at 17:21

Roca: un paese "conosciuto" eppure tanto misterioso. Vivo qui da quando sono nata, ma non sono mai riuscita a vedere Roca come qualcosa da vivere e che riusciva a darmi delle emozioni. Io vivo, mi emoziono, mi muovo, ma non avevo mai pensato al fatto che sotto ai miei piedi viveva, in un tempo lontano, un'altra civiltà, delle altre persone che avevano già vissuto e calpestato la stessa terra che ora io calpesto con "ignoranza". La vera scoperta, la vera conoscenza di Roca mi ha insegnato a non guardare superficialmente le cose, ma ad andare a fondo, a scavare e scoprirne l'essenza.

Sasta - 7-10-2003 at 17:25

Siamo giovani, amiamo divertirci, amiamo la vita, la gioia.... perchè studiare le civiltà antiche, perchè interessarci di gente ormai "morta e sepolta"? A cosa serve la cultura dei popoli antichi per la nostra formazione attuale?

Sasta - 7-10-2003 at 17:36

RISPOSTA: La cultura è un passaggio fondamentale per attrezzarci a vivere un mondo migliore.
Conoscere le proprie radici e la propria storia serve a conoscere meglio sè stessi. Non conosco niente né delle mie tradizioni, né tanto meno riguardo la mia cultura. Pur essendo nata e vissuta nel Salento ignoravo tante cose importanti e splendide della mia terra. Le "testimonianze" riscoperte in questi giorni a Roca hanno sollecitato la mia curiosità, mi hanno reso meno "anonima" di quanto pensassi, perchè mi hanno fatto capire che anch'io, con la mia volontà, posso far valere la mia appartenenza a questo splendido "banchetto culturale".

Serena - 7-10-2003 at 18:00

A cosa serve l'Università? E se servisse a sollecitare nel territorio una capacità di progettazione del prprio futuro? E se questo futuro nascesse dal proprio passato? E se questo passato nascesse in posti come questo di Roca?

La concezione di futuro non è più quella di una volta. Non riguada più la società industriale, ma probabilmente riguarda lo sviluppo della cosiddetta società dell'informazione. Cosa può significare per noi studenti dello STAMMS e di Archeologia questa problematica? Può forse significare tradurre informazioni che i ragazzi di archeologia stanno rilevando dal territorio in informazioni ad alto valore aggiunto emozionale?


Non credete che l'Università come maggiore azienda di questa comunità, possa decidere di investire al meglio le proprie risorse su questo campo arceologico inteso come laboratorio-modello di progettazione culturale del patrimonio?

s-ROCchiamoci!!!

GiancarloDePa - 7-10-2003 at 18:57

..eccomi.. qui .. son appena tornato.. da Roca.. ogni sera sempre più stanco.. distrutto.. ma con un "tessera" in più di questo infinito puzzle di cui parlava qualcuno... attraverso al buio il Salento che avevo percorso all'andata... c'è la luna quasi piena stasera.. le ombre vorticose degli ulivi si stagliano meglio.. loro RESISTONO.. noi chissà... non corro.. la strada è tortuosa.. come i loro rami.. come le strade dei nostri centri storici.. ci sarà pureun motivo no? relazioni tra spazi urbani e reminiscenze di movenze naturali.. anche se ancora molti non lo accettano... non si accettano le diversificazioni di culture, le contaminazioni.. si continua a dar retta ad un presunto e ipocrita "purismo".. nonostante le belle parole nelle campagne elettorali.. siamo Terra IM-Pura invece.. e dovremmo essere fieri di esserlo.. una ragnatela di strade in una ragnatela di vicoli (non sarà stata anche qui colpa di un "pizzico" della Taranta ai nostri avi progettisti?) .. terra... pietre.. mare.. ROCA però ha impianto regolare.. nella continua e magica (non son parole .. è vero).. stranezza della sua composizione architettonica e urbanistica.. non c'è una sola cosa in quella maledetta e affascinante città... che abbia qualcosa da potersi definire "normale".. in ogni minima cosa pare ci sia sempre qualcosa di strano....sarà che spesso non lo capiamo? o forse siamo noi che siamo strani come Roca?..
mah... termino qui.. vah... forse sto delirando .. sarà la stanchezza...
alla prossima.. puntata..

divertitevi!!


Serena - 8-10-2003 at 09:19

Non sarebbe bello mettere a confronto frammenti di vita quotidiana dei nostri parenti preistorici con il nostro presente?
Perchè non organizzarla sul web per poi rappresentarla in teatro!?


salvator - 8-10-2003 at 09:51

Visto che l'esperienza di Roca ci è servita a capire non solo l'importanza della nostra storia ma , per quanto mi riguarda, di essere abbastanza ignorante (o cieco)su quello che mi circonda, proporrei di costruire un percorso virtuale, quello degli scavi a Roca appunto, con le varie tappe sulle cripte, sulla chiesa, sul fossato... da cui avere informazioni come una sorta di museo virtuale. In questo modo che mi sembra anche divertente chiunque potrà saperne di piu' non solo sull'attività già svolta dal rinvenimento di reperti che sugli sviluppi e, non meno importante, aprire le porte di Roca al resto del mondo!

EleonoraM - 8-10-2003 at 10:43

Esperienza strana quella agli scavi che ha attivato oltre ad una forte immersione emozionale nelle vicende che riguardano le nostre piu' lontane radici, anche una forte voglia creativa di ricostruire con immagini mentali le storie e la vita che si svolgevano un tempo tra quelle pietre secolari. Ancora piu importanti sono stati gli intermezzi temporali che si intervallavano al nostro "lavoro", tempi in cui ho spesso ascoltato le emozionanti storie di tempi passati in questi luoghi dalla prof. Durante. La sua grande forza narrativa ha fatto si che noi cogliessimo persino i colori, le immagini e i profumi che animavano un tempo questo posto.
Ho pensato così di proporre, riallacciandomi al discorso di Serena sulla possibilità di trasferire queste esperienze e immagini di Roca sul web o in rappresentazione teatrale, la possibilità di inserire anche queste storie di "vita antica", così che anche quelle persone o magari quei turisti che vedono in questi scavi solo sterili pietre di un tempo lontano, possano scoprirci e immaginarci dentro vite ed emozioni...

alessandrap - 8-10-2003 at 12:19

Mi sono innamorata di Roca deserta. I posti di mare sono molto più belli così che affollati dai turisti; ho l'impressione che il mare sia solo mio. Questo gruppo mi ha dato l'opportunità di socializzare, di lavorare insieme. Diverso è seguire le lezioni universitarie, dove si va ogni giorno. Queste esperienze si fanno poche volte e tutti dovrebbero avere la possibilità di parteciparvi.

flussi discontinui

carlo - 9-10-2003 at 16:52

sarebbe importante capire
chi e come
in quei giorni
ha investito un po' della propria attenzione e sensibilità
per fare dell'idea del campo di ricerca a Roca un vero progetto a cui dare sviluppo nei prossimi mesi.

Ho avvertito momenti intensi e grandi dispersioni
in una serie di flussi discontinui
che fa parte delle cose
ma che allo stesso tempo rischia di lasciarci niente dentro

Al di la' di quella presentazione pubblica in quell'albergo assediato dalla burrasca
dove purtroppo non si è riusciti a far emergere la qualità delle intenzioni

rimane questo forum

come quaderno immateriale di appunti e considerazioni e domande
e tracce di progettualità possibili

è da questo
almeno x quanto mi riguarda
che si partirà per lo sviluppo della nuova didattica quando inizierò le lezioni a gennaio

rimaniamo connessi

salvator - 9-10-2003 at 19:04

Cosa succede ora? L'esperienza di Roca si è fermata a quei 3 giorni?
Ancora devo recuperare il sonno perduto e già mi sembra che tutto sia svanito nel nulla... che tristezza.
Quanti ragazzi del mio corso sanno della presenza a Roca di quel tesoro? O ancora: quanti di loro sanno della gente che ci lavora? E perchè ho visto solo pochi prof(s) a interessarsi del caso?

Forse sono uno stupido, dovrei smetterla di pensare a ieri e mettermi sotto con lo studio per l'imminente esame.

Vorrei approfittarne per salutare i nostri "educatori" con cui abbiamo passato dei momenti di intenso rapporto umano.


creare un ponte tra il campo e i corsi

carlo - 9-10-2003 at 21:43

Quota:
Originariamente scritto da salvator
Cosa succede ora? L'esperienza di Roca si è fermata a quei 3 giorni?

<<< no
ma dipende da noi: da quelli che saranno diposti a concepire la didattica come una piattaforma di progetto
x quanto mi riguarda si vedrà quando inizierò le lezioni
<<<

Ancora devo recuperare il sonno perduto e già mi sembra che tutto sia svanito nel nulla... che tristezza.
Quanti ragazzi del mio corso sanno della presenza a Roca di quel tesoro? O ancora: quanti di loro sanno della gente che ci lavora? E perchè ho visto solo pochi prof(s) a interessarsi del caso?

<<<
si tratta di creare tra quell'esperienza vitale
sul campo
e quella dei corsi universitari
e questo dipende anche da te
e dalla tua capacità di coinvolgere i tuoi compagni
x fargli capire
recuperate le foto di quelle giornate
io farò la mia parte
<<<

Forse sono uno stupido, dovrei smetterla di pensare a ieri e mettermi sotto con lo studio per l'imminente esame.

<<<
gli esami con me si fanno sul campo...
la partecipazione
è quel "valore aggiunto emozionale" che vale (x me) di + della lettura di un testo...
<<<

Vorrei approfittarne per salutare i nostri "educatori" con cui abbiamo passato dei momenti di intenso rapporto umano.



<<<
x me
ok
hai le email degli altri
le hai mai chieste
se si
scrivigli
ed invitali nel forum
sarebbe una buona idea
non credi?

carlo - 10-10-2003 at 13:23

Quota:
Originariamente scritto da carlo
Quota:
Originariamente scritto da salvator
Cosa succede ora? L'esperienza di Roca si è fermata a quei 3 giorni?

<<< no
ma dipende da noi: da quelli che saranno diposti a concepire la didattica come una piattaforma di progetto
x quanto mi riguarda si vedrà quando inizierò le lezioni
<<<

Ancora devo recuperare il sonno perduto e già mi sembra che tutto sia svanito nel nulla... che tristezza.
Quanti ragazzi del mio corso sanno della presenza a Roca di quel tesoro? O ancora: quanti di loro sanno della gente che ci lavora? E perchè ho visto solo pochi prof(s) a interessarsi del caso?

<<<
si tratta di creare tra quell'esperienza vitale
sul campo
e quella dei corsi universitari
e questo dipende anche da te
e dalla tua capacità di coinvolgere i tuoi compagni
x fargli capire
recuperate le foto di quelle giornate
io farò la mia parte
<<<

Forse sono uno stupido, dovrei smetterla di pensare a ieri e mettermi sotto con lo studio per l'imminente esame.

<<<
gli esami con me si fanno sul campo...
la partecipazione
è quel "valore aggiunto emozionale" che vale (x me) di + della lettura di un testo...
<<<

Vorrei approfittarne per salutare i nostri "educatori" con cui abbiamo passato dei momenti di intenso rapporto umano.



<<<
x me
ok
hai le email degli altri?
le hai mai chieste?

se si
scrivigli
ed invitali nel forum
sarebbe una buona idea
non credi?

gabriele - 10-10-2003 at 15:23

Quota:
Originariamente scritto da Serena
Non sarebbe bello mettere a confronto frammenti di vita quotidiana dei nostri parenti preistorici con il nostro presente?
Perchè non organizzarla sul web per poi rappresentarla in teatro!?


lascia perdere il teatro serena, purtroppo lo ficcano in ogni posto....basta co sto teatro

occhio alle battute senza senso

carlo - 10-10-2003 at 15:57

Quota:
Originariamente scritto da gabriele
Quota:
Originariamente scritto da Serena
Non sarebbe bello mettere a confronto frammenti di vita quotidiana dei nostri parenti preistorici con il nostro presente?
Perchè non organizzarla sul web per poi rappresentarla in teatro!?


lascia perdere il teatro serena, purtroppo lo ficcano in ogni posto....basta co sto teatro


ti ricordo che questo forum
oltre ad essere una piattaforma di libero confronto
è anche la base di una progettualità futura che riguarda l'interazione tra teatro, audiovisivo e nuovi media

se vuoi starci e così

se no farai gli esami ( e i progetti) su altro

ma non fare casino

il forum non deve diventare un luogo banale di battute senza senso

noi ci lavoriamo su

Serena - 10-10-2003 at 16:05

Innanzi tutto vorrei far sapere che per me lo stage a Roca è stata una bellissima esperienza che va oltre la didattica. Purtroppo non c'è stata molta partecipazione, però forse è meglio pensare ad una frase molto conosciuta: MEGLIO POCHI MA BUONI! Vorrei rispondere a Gabriele, secondo me di teatro, a livello pratico, se ne fa pochissimo (parlo della nostra facoltà, STAMMS). Io ho solo dato un suggerimento, siamo qui per questo.

INPUT di MEMORIE

Paola - 11-10-2003 at 14:47

Alla pazienza certosina di chi scava e ripulisce accuratamente con lavoro costante e metodico, ogni più piccolo reperto, ogni testimonianza utile a ricostruire brandelli di memoria, si affianca la frenesia di computer, scanner, telecamere digitali, macchine fotografiche, collegamenti internet e informazioni che viaggiano velocissime annullando spazio e tempo…
Si parla di morti, si “ricostruisce”, si tenta un recupero memoriale attraverso testimonianze varie…attraverso esperienze diverse…
Passato e futuro.
Una sorta di dualità fra antico e nuovo che mette in relazione comunicazione globale e culture lontane.
In questo clima, calpestando terra, resti di mura e sassi carichi di storia, con un occhio al mare e uno al computer, mi sembra di acquisire una nuova coscienza del tempo che passa e di quanto sia importante resistergli…non so perché, ma percepisco con “strana” contemporaneità quel passato…sento forte “l’urgenza della memoria”.

Mi viene in mente Proust:

“dipende da noi rompere l’incanto che tiene prigioniere le cose, portarle sino a noi e impedire che cadano per sempre nel nulla”







UNA MAREA DI CAZZUOLE!

Tambouriner - 11-10-2003 at 18:02

Ho pianto!
Ho pianto al cospetto dell’ignoranza!
L’ignoranza del fatto ke IN OGNI CENTRO ABITATO DEL SALENTO LECCESE, BRINDISINO E TARANTINO si cammina sulla propria storia passata.

Sono rimasto attonito!
Sono rimasto attonito al meravigliarsi della forte emozione della consapevolezza di camminare sui residui della vita dei ns. antenati (pietra, legno, metalli) misti agli aneddoti della ns. Rina DURANTE (frammenti di storia contemporanea).

Mi chiedo!
Mi chiedo quante cazzuole hanno lavorato per tirar fuori quello ke abbiamo visto!

E dubito!
E dubito del fatto che altrettante cazzuole lavoreranno a tirar fuori la storia, tutte LE “STORIA” ke ognuno di noi continua a calpestare o magari a viverci, mangiarci e tirarci lo sciacquone sopra…

Quante cazzuole…

salvator - 12-10-2003 at 17:09

Cazzuole o non cazzuole tutto dipende da noi. Certo che piu' in nostre mani il discorso di Roca mi sembra affidato alle sorti di chi, spinto da altri interessi, muove i fili a cui è appeso ogni singolo pezzo di quel tesoro (Roca medievale) nella paranoica e molto spesso sterile lotta politica. Forse la presenza piu' sentita di una grande istituzione come quella dell'Università d Lecce potrebbe salvare le sorti dell'insediamento. E forse nemmeno questo dipende da noi.
Uno spettacolo teatrale come diceva Serena potrebbe essere una buona idea. Ma probabilmente ha ragione Gabriele.... la rappresentazione teatrale rimarrebbe fine a se stessa. E poi..... siamo sinceri...... chi andrebbe a vedere uno spettacolo del genere?.... forse gli stessi ragazzi dello STAMMS? Sarebbe tutto molto triste! Eppure...... le mie sono solo supposizioni.... kissà se....

PRECISAZIONE!!!

Paola - 12-10-2003 at 22:39

Quota:
Originariamente scritto da Tambouriner
Mi chiedo!
Mi chiedo quante cazzuole hanno lavorato per tirar fuori quello ke abbiamo visto!

E dubito!
E dubito del fatto che altrettante cazzuole lavoreranno a tirar fuori la storia, tutte LE “STORIA” ke ognuno di noi continua a calpestare o magari a viverci, mangiarci e tirarci lo sciacquone sopra…

Quante cazzuole…

Caro Tambouriner, vorrei farti presente che a suon di cazzuole si COSTRUISCE (e non si "tira fuori"!)...tutt'altro discorso è scavare (e recuperare pezzi di storia)...beh, per fare questo ci vogliono le PALE...

gabriele - 13-10-2003 at 13:39

Quota:
Originariamente scritto da carlo
Quota:
Originariamente scritto da gabriele
Quota:
Originariamente scritto da Serena
Non sarebbe bello mettere a confronto frammenti di vita quotidiana dei nostri parenti preistorici con il nostro presente?
Perchè non organizzarla sul web per poi rappresentarla in teatro!?


lascia perdere il teatro serena, purtroppo lo ficcano in ogni posto....basta co sto teatro


ti ricordo che questo forum
oltre ad essere una piattaforma di libero confronto

"bella libertà! appena uno esprime idee contrarie viene etikettato come fastidioso, non produttivo, inutile da allontanare."

è anche la base di una progettualità futura che riguarda l'interazione tra teatro, audiovisivo e nuovi media

se vuoi starci e così

"ecco le leggi della Libertà dittatoriariale! Se vuoi è cosi se no fuori"

se no farai gli esami ( e i progetti) su altro

ma non fare casino

il forum non deve diventare un luogo banale di battute senza senso

noi ci lavoriamo su


"credo che banale lo sia già, visto che non si può esprimere dissenso, ma solo omologarsi fingendo interesse solo x un esame, Se sono di disturbo con le mie idee beh caro professore Zittitemi cancellandomi dal forum... finchè avrò voce difenderò le mie idee!"

gino santoro - 13-10-2003 at 19:10

Ci sono molte considerazioni e molte domande.
Una: la presenza costante e forte di una istituzione come l'università potrebbe aiutare Roca?
La presenza del Rettore credo sia un segnale forte. I tre giorni sono solamente l'inizio di un percorso. Lungo. Ma dipende prima di tutto da noi se sarà efficace. Raccogliamo le forze e le idee e facciamole diventare carburante.
Gino
In allegato tre immagini della visita del rettore.

Allegato: stage4 (33kB)
Questo file è stato scaricato 595 volte


gino santoro - 13-10-2003 at 19:15

Sono riuscito ad allegarne solo una. Ne aggiungo un'altra.
gino

Allegato: stage5 (31kB)
Questo file è stato scaricato 546 volte


lo scambio di idee. ripeto: idee

carlo - 13-10-2003 at 22:00

Quota:
Originariamente scritto da gabriele
"bella libertà! appena uno esprime idee contrarie viene etikettato come fastidioso, non produttivo, inutile da allontanare."
se vuoi starci e così

"ecco le leggi della Libertà dittatoriariale! Se vuoi è cosi se no fuori"


"credo che banale lo sia già, visto che non si può esprimere dissenso, ma solo omologarsi fingendo interesse solo x un esame, Se sono di disturbo con le mie idee beh caro professore Zittitemi cancellandomi dal forum... finchè avrò voce difenderò le mie idee!"


non mettiamola su questo piano
nessuno zittisce il dissenso
si tratta d'utilizzare questo forum
per mantenere viva una progettualità in progress, basata cioè sullo scambio di idee
ripeto: idee

sarebbe ottima cosa riprendere alcune di quelle esposte in quei giorni e ragionarci su
più in la potranno diventare il punto di partenza x progetti effettivi

gabriele - 14-10-2003 at 15:46

Quota:
Originariamente scritto da gino santoro
Ci sono molte considerazioni e molte domande.
Una: la presenza costante e forte di una istituzione come l'università potrebbe aiutare Roca?
La presenza del Rettore credo sia un segnale forte. I tre giorni sono solamente l'inizio di un percorso. Lungo. Ma dipende prima di tutto da noi se sarà efficace. Raccogliamo le forze e le idee e facciamole diventare carburante.
Gino
In allegato tre immagini della visita del rettore.



...a tal proposito vorrei metter su una troupe per girare a roca un documentario, che ne pensa...

bene: s'inzi a scrivere i progetti, in siintesi

carlo - 14-10-2003 at 15:57

Quota:
Originariamente scritto da gabriele... vorrei metter su una troupe per girare a roca un documentario, che ne pensa...


si parte dall'idea
documentario
è troppo generico

in questo forum c'è l'opportunità x confrontarsi ed aggregare (formare la troupe anche)
a partire dai tuoi docenti di riferimento
x attuare il progetto audiovisivo

sollecitali

gino santoro - 14-10-2003 at 19:35

L'idea di Gabriele potrebbe concretizzarsi nella ricostruzione di un episodio legato all'attualità: la storia delle fogne di Roca. Sulla vicenda è aperta un'inchiesta della magistratura. Allego l'interrogazione dell'on. Vendola.
gino

Allegato: interrvendola1.doc (27kB)
Questo file è stato scaricato 519 volte


documentario

gabriele - 15-10-2003 at 15:50

Quota:
Originariamente scritto da gino santoro
L\'idea di Gabriele potrebbe concretizzarsi nella ricostruzione di un episodio legato all\'attualità: la storia delle fogne di Roca. Sulla vicenda è aperta un\'inchiesta della magistratura. Allego l\'interrogazione dell\'on. Vendola.
gino


ottima idea il caso delle fogne nelle marine di melendugno (in particolare il lotto di roca) è un caso importante...

beh chi è interessato ad unirsi alla mia ciurma mandi un e-mail gabriele_pedone@hotmail.com per cominciare a lavorare da subito.
inoltre per quanto riguarda lo staff docente come riferimenti credo che possano fare al caso nostro per quanto riguarda la regia Sergio Spina, la storia e le fonti Rina Durante e per montaggio e l'uso del pc Massimo Ciccolini.

Massimo Ciccolini - 15-10-2003 at 17:44

Quota:
Originariamente scritto da gabriele
Quota:
Originariamente scritto da gino santoro
L\'idea di Gabriele potrebbe concretizzarsi nella ricostruzione di un episodio legato all\'attualità: la storia delle fogne di Roca. Sulla vicenda è aperta un\'inchiesta della magistratura. Allego l\'interrogazione dell\'on. Vendola.
gino


ottima idea il caso delle fogne nelle marine di melendugno (in particolare il lotto di roca) è un caso importante...

beh chi è interessato ad unirsi alla mia ciurma mandi un e-mail gabriele_pedone@hotmail.com per cominciare a lavorare da subito.
inoltre per quanto riguarda lo staff docente come riferimenti credo che possano fare al caso nostro per quanto riguarda la regia Sergio Spina, la storia e le fonti Rina Durante e per montaggio e l'uso del pc Massimo Ciccolini.


certamente!
e
con molto piacere ed interesse!

Ira di Dio - 15-10-2003 at 19:03

Quota:
Originariamente scritto da gino santoro
Ci sono molte considerazioni e molte domande.
Una: la presenza costante e forte di una istituzione come l'università potrebbe aiutare Roca?
La presenza del Rettore credo sia un segnale forte. I tre giorni sono solamente l'inizio di un percorso. Lungo. Ma dipende prima di tutto da noi se sarà efficace. Raccogliamo le forze e le idee e facciamole diventare carburante.
Gino
In allegato tre immagini della visita del rettore.

L'UNIVERSITA' E' SOLO LA MASCHERA DEL NULLA AL PARI DEL BAROCCO SUL DESERTO SALENTINO DI BODINIANA MEMORIA.
LA PRESENZA DEL RETTORE NON HA PRODOTTO ALTRO CHE IMMAGINI.
LA PRESENZA DEL RETTORE FA IMMAGINE.
CHE E' SOLO LA SECONDA NECESSITA' PER UNA BASE PROGETTUALE FORTE.

TORNO AI MIEI DADI...

salvator - 15-10-2003 at 19:11

Dovrei sentirmi tagliato fuori da questo discorso perchè con tutta la buona volontà non ce la faccio a fare tante cose: seguire le lezioni (incredibile com'è pieno l'orario settimanale!), studiare per gli esami sempre piu' vicini... etc.. etc... Non si potrebbe, come già si è fatto in quei 3 giorni a Roca, interrompere temporaneamente tutto per dedicarci TUTTI a questa esperienza?

non hai tutti i torti

carlo - 15-10-2003 at 20:41

Quota:
Originariamente scritto da Ira di DioL'UNIVERSITA' E' SOLO LA MASCHERA DEL NULLA AL PARI DEL BAROCCO SUL DESERTO SALENTINO DI BODINIANA MEMORIA.
LA PRESENZA DEL RETTORE NON HA PRODOTTO ALTRO CHE IMMAGINI.
LA PRESENZA DEL RETTORE FA IMMAGINE.
CHE E' SOLO LA SECONDA NECESSITA' PER UNA BASE PROGETTUALE FORTE.

TORNO AI MIEI DADI...


ma...
si tratta di andare oltre questa idea x cui tutto è futua rappresentazione e mediazione che annichilisce

andiamo oltre

e sperimentiamo questa benedetta progettualità

x quanto mi riguarda io concentrerò il mio lavoro di progettualità che amo definire "performing media"
cos'è?
ne parlo qui
http://www.teatron.org/forum/viewthread.php?tid=174

un'ultima cosa:
scrivere in stampatello in un forum è come urlare
va usato con criterio

la partecipazione, fisica e immateriale

carlo - 15-10-2003 at 20:43

Quota:
Originariamente scritto da salvator
Dovrei sentirmi tagliato fuori da questo discorso perchè con tutta la buona volontà non ce la faccio a fare tante cose: seguire le lezioni (incredibile com'è pieno l'orario settimanale!), studiare per gli esami sempre piu' vicini... etc.. etc... Non si potrebbe, come già si è fatto in quei 3 giorni a Roca, interrompere temporaneamente tutto per dedicarci TUTTI a questa esperienza?


giusto!

fatelo notare

questo forum non basta

chi ha fatto gli esami con me sa cosa significa riconoscere il valore della partecipazione diretta, sia quella fisica (sul campo) che immateriale (teorica e in rete: nel forum).

Doriana - 16-10-2003 at 08:15

Quota:
Originariamente scritto da carlo
Quota:
Originariamente scritto da salvator
Dovrei sentirmi tagliato fuori da questo discorso perchè con tutta la buona volontà non ce la faccio a fare tante cose: seguire le lezioni (incredibile com'è pieno l'orario settimanale!), studiare per gli esami sempre piu' vicini... etc.. etc... Non si potrebbe, come già si è fatto in quei 3 giorni a Roca, interrompere temporaneamente tutto per dedicarci TUTTI a questa esperienza?


giusto!

fatelo notare

questo forum non basta

chi ha fatto gli esami con me sa cosa significa riconoscere il valore della partecipazione diretta, sia quella fisica (sul campo) che immateriale (teorica e in rete: nel forum).


Non ho potuto usare il computer in questi giorni, e ho perso l'opportunità di partecipare, o meglio di poter rispondere alle considerzioni del forum! Ma voglio farne parte! Ho partecipato anch'io alle 3 giornate a Roca! Ma il fatto che io non abbia partecipato al forum non significa che abbia dimenticato tutto!!!

L'idea di Salvator di realizzare una specie di museo virtuale, un percorso alla scoperta di Roca, è davvero carina!!! Quindi Salvator, se decidi di metterla in atto, ti posso dare una mano? Credo di poterti aiutare anche perchè mi piace molto creare siti (non sono un esperta ma me la cavicchio!)

Inoltre mi piacerebbe molto far parte della "troupe" che lavorerà sul documentario di Roca, non so nulla di telecamere e documentari, nè tantomeno del problema sulle fogne. Ma se posso dare una mano io sono qui.
Intanto l' e-mail l'ho già mandata!
Ciao

virus - 16-10-2003 at 13:33

locus genii,invertendo l'ordine delle parole l'esperienza di Roca diventa il (locus);luogo di azione e sperimentazione dove il genio ovvero la mente trova nuovi punti di confronto, nuove piattaforme di discussione.Un grazie particolare a Sergio Spina uno la cui cultura ha un peso ... e si sente.

salvator - 16-10-2003 at 18:13

X Doriana

Io di siti non ci capisco nulla quindi quel poco che sai dovresti insegnarlo a me! Penso che sia necessario un programmino di grafica 3d o qlcs del genere... se sai dirmi qlc nome posso cercare di procurarmelo e vediamo quello che si può fare (tanto avoglia quante ore sto buttato sul pc a ca..eggiare). Ovviamente l'invito è aperto a tutti coloro a cui piace l'idea (non di ca..eggiare!). Intanto se avete foto su Roca o qlsiasi tipo di materiale fatemelo sapere!

gino santoro - 16-10-2003 at 22:30

Quota:
Originariamente scritto da Ira di Dio

L'UNIVERSITA' E' SOLO LA MASCHERA DEL NULLA AL PARI DEL BAROCCO SUL DESERTO SALENTINO DI BODINIANA MEMORIA.
LA PRESENZA DEL RETTORE NON HA PRODOTTO ALTRO CHE IMMAGINI.
LA PRESENZA DEL RETTORE FA IMMAGINE.
CHE E' SOLO LA SECONDA NECESSITA' PER UNA BASE PROGETTUALE FORTE.

TORNO AI MIEI DADI...


Ci sono tanti modi per creare e conservare il deserto; fra i più efficaci c'è quello di vedere solo il deserto.

Ci sono tanti modi per costruire maschere;
uno è quello di vedere solo e dappertutto maschere.
Gino

gino santoro - 16-10-2003 at 22:43

A Proposito di fogne e archeologia. Operiamo in una Facoltà di Beni culturali.
Occorre trovare materiale. Fare una rassegna stampa.

Contribuisco riportando un mio articolo pubblicato da Quotidiano.
Gino





Tombe o tombini?

Occorre attraversare un oceano di disagio prima di trovare una qualche ragione per intervenire in quella che sembra una disputa tra comari: le fogne che attraversano il sito archeologico di Roca. Verrebbe da dire: dalle tombe ai tombini e chiudere la questione con una risata. Già, perché sul passaggio di un tubo lungo la sede stradale, che certamente non aveva risparmiato le testimonianze del passato e che già era stata utilizzata per l’interramento di fibre ottiche e cavi elettrici e poi ‘abbellita’ da un buon numero di costruzioni, si è aperto un contenzioso fra amministratori, ingegneri, politici, studiosi, ambientalisti, sovrintendenti, magistrati. E tutto questo accade mentre la follia umana, guidata dalla benedizione divina e dalla forza dei ‘valori occidentali’, rade al suolo le torre gemelle e vomita sulla miseria dell’Afganistan tonnellate di missili e bombe. E Noi permetteremo che mettano i tombini sulle tombe? C’è poco da ridere. La follia non esplode per caso e all’improvviso. C’è del metodo, ci ricorda Shakespeare, sia nelle piccole, sia nelle grandi esplosioni di follia. E una lunga preparazione. Già negli anni ’50 si sapeva che Roca Vecchia era un sito archeologico ricco di notevoli testimonianze del periodo medioevale e del IV – III secolo a.C. e fin dalla metà degli anni ’60 tutta la zona era gravata da vincolo archeologico. Un buon numero di reperti era già presso il Museo Provinciale. Questo non ha impedito alla forestale di procedere all’escavazione di trincee e buche, non ha scoraggiato la realizzazione della Litoranea, né la costruzione del Seminario prima e dell’Oasi dopo e delle abitazioni estive. Sapevano tutti, enti pubblici e cittadini comuni, Comune, Provincia e Curia che quella zona era uno scrigno di testimonianze del passato, ma a cosa poteva servire il passato? Sotto quello strato di terra ci stavano pietre e roba vecchia; solo quando dalle tombe veniva fuori qualche vaso dipinto arrivava qualcuno disposto a comprarlo. I semplici sognavano di fare la comunione ad una capra nella speranza di trovare l’acchiatura, il tesoro. Dopo la scoperta delle iscrizioni della Grotta ‘Poesia’ e dello straordinario complesso monumentale dell’età del bronzo da parte del Prof. Pagliara e della sua Equipe e della parallela acquisizione di gran parte dell’area archeologica al demanio comunale, sembrava giunto il momento di realizzare un intervento coerente capace di coniugare la ricerca, la difesa, il restauro e la fruizione di un complesso unico nel suo genere. Era possibile, infatti, in un’area di qualche decina di ettari seguire lo sviluppo di un insediamento che, tra edificazioni e distruzioni, copriva tremila anni di storia. Per l’istituzione universitaria era un’occasione straordinaria per realizzare un’esperienza esemplare come metodo e continuità della ricerca archeologica: interdisciplinarietà, formazione di competenze d’eccellenza, sperimentazione di metodiche all’avanguardia. Per le istituzioni locali (Provincia, Comune e Regione) Roca poteva diventare un esempio concreto di salvaguardia e sviluppo del territorio che avrebbe innescato un circolo virtuoso fra ricerca, formazione, turismo culturale, produzione d’identità aperta alle diversità, occupazione. Per realizzare tutto questo era stato messo a punto un Accordo di Programma fra Comune di Melendugno, Provincia e Università. In quell’Accordo, oltre alla scelta della progettualità e della concertazione, erano definiti in modo preciso ruoli e compiti dei contraenti. Purtroppo, in poco tempo, gl’impegni sono diventati carta straccia e tutto è naufragato in una palude di piccoli interessi, pettegolezzi da angiporto, miserabili invidiuzze che qualche ‘genio’ cercò di nobilitare nella ‘trovata’dell’Accordo di Programma inserito in un altro Accordo di Programma. L’ambizione di realizzare il primo parco archeologico – ambientale del Mezzogiorno si è così scontrata con l’ignavia degli amministratori, la faccia tosta delle mosche cocchiere pronte a saltare sul primo problema che solleva polvere e offre visibilità a buon mercato, la libidine di gestire tutto e subito il valore del territorio in termini edificatori, i finanziamenti europei, gli aiuti per gl’immigrati. E il valore del passato come risorsa per capire i rivolgimenti del presente e progettare il futuro? Utopie, deliri d’intellettuali gelosi e presuntuosi. Non si rendevano conto, i professionisti della politichetta e dell’inciucio, che i loro piccoli interessi si trasformavano in mattoni coi quali nei sotterranei della storia si costruivano i monumenti ai macellai dei popoli. L’immigrazione? Un problema di ordine pubblico; il commercio di donne e di droga? Questioni di carcere e volontariato, di codice penale e di sfruttamento di manodopera senza diritti. Poi arriva il boato delle torri ed eccoli pronti ad abbaiare verso gli infedeli – al riparo delle portaerei e dei missili americani – sventolando la bandiera della superiorità della civiltà occidentale.
“Infuria la polemica”, scrivono i giornali, ma l’area archeologica di Roca è senza guardiania, non esiste una perimetrazione delle particelle riservate al cosìddetto Parco archeologico di Roca, mancano i servizi essenziali, a parte la zona in cui lavorano gli archeologi, tutto il resto è coperto da erbacce e dai vestiti dei disgraziati che attraversano il Canale d’Otranto. Ma i tombini no! Si scontrano le competenze e le incompetenze; si richiede al magistrato di sciogliere i nodi che la politichetta ha aggrovigliato in anni e anni; si tenta di coinvolgere l’istituzione universitaria in beghe paesane o personalistiche. Le tombe o i tombini? Totò avrebbe detto: Ma mi faccia il piacere!!! Il dilemma se lo risolvano Comune e Sovrintendenza; gli altri approfittino dell’occasione per staccare gli occhi dal proprio ombelico e si misurino col problema complicato, ma affascinante, di un progetto organico che abbia come obiettivo quello di reinventare un’identità per il Salento da riverberare in Italia e Europa. Si potrebbe cominciare rendendo operativo quell’Accordo di Programma che, anche nelle intenzioni della prima giunta Ria, doveva segnare una svolta nella gestione del nostro territorio.

Beh, era scritto a caldo!

virus - 17-10-2003 at 15:12

Quota:
Originariamente scritto da salvator
X Doriana

Io di siti non ci capisco nulla quindi quel poco che sai dovresti insegnarlo a me! Penso che sia necessario un programmino di grafica 3d o qlcs del genere... se sai dirmi qlc nome posso cercare di procurarmelo e vediamo quello che si può fare (tanto avoglia quante ore sto buttato sul pc a ca..eggiare). Ovviamente l'invito è aperto a tutti coloro a cui piace l'idea (non di ca..eggiare!). Intanto se avete foto su Roca o qlsiasi tipo di materiale fatemelo sapere!


Salvador era un uomo morto da uomo/ ma con un fucile in mano.Ciao da virus;

Doriana - 17-10-2003 at 18:39

Eccomi di nuovo qui! Ho letto di quel progetto che si è tenuto a Macerata sul “Performing Media: la nuova spettacolarità della comunicazione interattiva”. Ho pensato all’idea che ha avuto Salvator, e sarebbe bello realizzare qualcosa come il gioco interattivo alla scoperta “di Roca”, come hanno fatto i ragazzi di Macerata! Ma finora è solo un’idea! Sperando in un aiuto del professore Carlo Infante lascio questo forum!
Per Salvator: neanch’io so nulla di grafica! Ma con html e javascript me la cavo abbastanza!

virus - 20-10-2003 at 07:31


ele - 24-10-2003 at 23:14

Ciao ragazzi,
(se ancora c'è qualcuno!)... mi dispiace che questo forum si stia spegnendo prima ancora di nascere, e mi dispiace anche non aver potuto seguire i discorsi che in questi giorni vi sono nati. Ma ora sono qui... e leggere queste cose e ricordare mi mette un pò di nostalgia. Sono stati belli tutto sommato quei tre giorni e sono convinta che se le cose non sono andate tanto bene è anche colpa nostra. Siamo andati lì con l'obbiettivo di documentare qualcosa di meraviglioso che per tanto, troppo tempo è stato ignorato da molti; ma cosa abbiamo ottenuto? Quasi nulla. Ci siamo lamentati (io per prima, lo ammetto) di una cattivissima organizzazione, ma, ripensandoci, ora credo sia arrivato il momento di svegliarci... non può esserci sempre qualcuno che ci dica cosa fare; una volta capito l'obbiettivo possiamo arrivare alla meta anche da soli! Questo non per fare la paternale a tutti, sia chiaro; è solo un mio nuovo modo di pensare che volevo condividere con voi e che potrebbe magari aiutarci a concludere qualcosa alla prossima occasione. Spero che qualcuno continui a scrivere... ciao a tutti

alcune foto

massimo ciccolini - 26-10-2003 at 17:13


altre foto

massimo ciccolini - 26-10-2003 at 17:26


e poi foto

massimo ciccolini - 26-10-2003 at 17:27


ancora foto

massimo ciccolini - 26-10-2003 at 17:27


foto

massimo ciccolini - 26-10-2003 at 17:28


...

massimo ciccolini - 26-10-2003 at 17:29


..scusate il ritardo.. TROISI docet

GiancarloDePa - 8-11-2003 at 01:11

..non mi son perso... sto lavorando su 3.000 altre cose.. ma vi seguo sempre..
ma vedo che non scrive più nessuno sul tema di Roca... che si fa allora? .. si produce.. testi.. video .. progetti?.. o si sta nel Limbo delle attese..e si chiude tutto con l'Album delle foto .. inviato da Massimo Ciccolini nel Forum...??... io intanto ho già preso contatti con il F.A.I.. di Lecce.. ci son due persone già favorevoli ed entusiaste.. qualche remora da parte di qualcuno.. ma cercheremo di farcela...Fatevi venire le idee attualizzabili intanto..qualsiasi cosa sia .. si farà "movimento" a Roca.. e non solo "di cazzuole"....

a presto..

Giancarlo

caricare a molla la nuova progettualità

carlo - 8-11-2003 at 09:24

Quota:
Originariamente scritto da GiancarloDePa
..non mi son perso... sto lavorando su 3.000 altre cose.. ma vi seguo sempre..
ma vedo che non scrive più nessuno sul tema di Roca...

<<< hai ragione...
il forum si muove a caldo...
ma l'onda risalirà
x quanto mi riguarda riprendo le lezioni a gennaio
e allora si rilancia
<<<
che si fa allora? .. si produce.. testi.. video .. progetti?.. o si sta nel Limbo delle attese..e si chiude tutto con l'Album delle foto .. inviato da Massimo Ciccolini nel Forum...??...

<<<
quello che sta nel forum ci permetterà
di ripercorrere le tracce
x elaborare un progetto
al limite un'installazione multimediale
<<<
io intanto ho già preso contatti con il F.A.I.. di Lecce.. ci son due persone già favorevoli ed entusiaste.. qualche remora da parte di qualcuno.. ma cercheremo di farcela...Fatevi venire le idee attualizzabili intanto..qualsiasi cosa sia .. si farà "movimento" a Roca.. e non solo "di cazzuole"....

a presto..

Giancarlo


<<< è importante contare sulla tua disponibilità
ci sentirempo x tempo
x caricare a molla la nuova progettualità
<<<

RICHIESTA

eneri - 28-4-2005 at 12:47

SIAMO IN ATENEO(irene, claudia, sara), IN ATTESA DELLE LEZIONI VISITIAMO IL FORUM. CI PIACEREBBE VEDERE NELLA PROSSIMA LEZIONE, IL VIDEO DI A.ARTAUD E IL VIDEO GIOCO CHE CI HA PROPOSTO LA VOLTA PRECEDENTE.
A PRESTO!