Originariamente scritto da motor
ok,sono qui,
(...)
Per me il cyber punk è già morto come profezia, superato dai tempi e insieme come immaginario ormai digerito e divenuto genere come che ne so il
western.
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le profezie muiono?
vanno contestaulizzate storicamente
no?
belle pensare il cyberpunk come il western
dopotutto Gibson parlava di cowboy della console
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(...)Inoltre ho visto e vissuto da vicino la scena dei primi centri sociali punk, ma le mie radici affondano invece nella grey area dell'industriale
(industrial music for industrial people).
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faccio dei tagli nel mio quote (citare) x rendere + agile la lettura
l'evoluzione della tua ricerca degli anni scorsi attravetso i territori dell'industrial music
intesa come deriva dell'house
la trovo emblematica
serve
x comprendere meglio
la tua visione
i climi che evochi
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Le differenze (e le somiglianze sono molte), ma vorrei puntualizzare il diverso approccio alla tecnologia.
Il punk ,semplificando ovviamente, non si cura molto della tecnologia, anzi se pensate al tipico gruppo hc sembrano più conservatori dei Pink Floyd:
solo basso chitarra e batteria.
Nell'industriale invece le nuove (per l'epoca) tecnologie vengono naturalmente accettate per essere poi però usate in maniera grottesca, distorta o
comunque non come previsto dai progettisti o dagli esperti di marketing.
Così il synth diventa macchina di pura generazione astratta di rumore, non il modo di riprodurre questo o quello strumento.
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non è un caso che l'etica low-tech
si agganci allo spirito cyberpunk
ottenere risultati con l'uso creativo di bassa tecnologia
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E' anche parte della cultura industriale la ricerca del anomalo o del patologico, del marginale.
Sempre super semplificando i Discharge o i Crass dicevano che il patologico era nella società, i Trhobbling Gristle invece lo tracciavano prima
nell'individuo e poi di conseguenza altrove.
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capisco bene
x anni
nei primi 80
ho seguito
dal di dentro
un'area di ricerca teatrale definita patologico-esistenziale
e i Trobbing Gristle erano
x altri versi
un mio riferimento d'ascolto
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Da qui a Ballard, che si muove sui paesaggi neurali di apparenti normalità, che coprono di necessità patologie complesse, a volte indecifrabili, il
passo è automatico.
Per quanto riguarda invece il pessimismo dei miei lavori, potrei rispondere che è semplicemente come leggo o percepisco ciò che vedo.
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è chiaro
il riferimento allo spirito "no future"
era in questo senso
lo incarni...
fa parte della tua cultura...
o forse esagero?
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Ma sarebbe cavarsela con una agile mossa retorica. Non credo di essere particolarmente pessimista, se così fosse sarei molto ostinato a continuare a
fare cose. semplicemente non la faccio facile...
Ma per quanto riguarda Heatseeker,
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ci mandi il link?
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occorre invece tenere conto che mi riferisco ad un genere ben preciso, il cosidetto filone del cinema apocalittico (dai film sull'atomica giapponesi a
mad max).
Il tema dell'apocalisse è in se un esorcismo (e un non sense: come potrebbe qualcuno sopravvivere e raccontare poi una apocalisse?).
In fondo ci raccontiamo apocalissi anche per potere poi mantenere una prospettiva o una via di fuga.
E per dimenticare le nostre apocalissi quotidiane.
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