Originariamente scritto da massi
Nel corso del Forum Interfacce03, presso l'Università Tor Vergata di Roma - facoltà di Scienze dei Media e della Comunicazione - Walter Aprile
(Interaction Design Institute, Ivrea) parla di due tradizioni sociali nello sviluppo delle realtà virtuali on-line.
La prima spinta dal basso, dagli utenti che diventano ossa, muscoli, pelle, mente della VR; la seconda a sviluppo fortemente controllato da entità
commerciali che limitano però la permeabilità tra utente e sviluppatore.
E' possibile - si chiede - collegare testo, iniziativa dal basso, interattività, con la grafica/simulazione a gestione centralizzata tipica
dell'industria dell'entertainment?
Questa, a mio avviso, potrebbe essere una buona strada da battere in questo periodo storico/sociale. Lo stupro incosciente della rete e delle risorse
on-line che ha caratterizzato la fine del secolo scorso ha spinto migliaia di informatici, ingegneri, sociologi, psicologi, tecnologi, giornalisti, a
riflettere su *cosa* abbiamo creato e sul *come* utilizzarlo al meglio.
Purtroppo l'apparato economico (per dirla con Flusser) attuale ne comprende molti altri - dalla critica allo sport, dai media all'educazione - e
sembra impossibile uscirne, così ci limitiamo a smussare solo gli spigoli più fastidiosi.
Per questo abbiamo deciso di interrogarci sulle nuove prospettive progettuali, sui nuovi campi di applicazione della VR, sulle nuove interazioni
possibili fra l'uomo e la macchina... e per cortesia cerchiamo di non farci influenzare troppo dalla fantasia (2001 Odissea nello Spazio, 1984, Ubik,
Neuromante, Matrix e via dicendo) perchè si richia di rendere superficiale la ricerca scientifica e uccidere definitivamente la letteratura e il
cinema di fantascienza (che anch'io apprezzo molto!).
Massimiliano Napoli |