Castells usa + che altro il termine "capitalismo informazionale" ma il senso è quello: le informazioni producono ricchezza.
alcune note sul libro da cui è tratto il riferimento
Da "La nascita della società in rete"
(Università Bocconi Editore, 2002)
La rivoluzione della tecnologia dell'informazione e della comunicazione e la trasformazione sociale che l'accompagna è secondo Castells una cesura
epocale nel modo di sviluppo delle società umane. L'esperienza del tempo viene alterata, lo spazio riorientato e riorganizzato dalla logica dei flussi
della società in rete, della società che comunica e consuma mediante la rete, in base a processi che diffondono istantaneamente simboli e conoscenze,
modificando in profondità le espressioni culturali e cambiando radicalmente le forme del potere politico e della mobilitazione sociale. Nella società
in rete, delle imprese a rete, del lavoro in rete, dei 'networking' e dei 'networkers', il dominio delle nuove élite globali si esercita attraverso il
controllo e la gestione delle catene di valore creato e accumulato intorno alle reti di informazione, finanza e produzione che connettono e
disconnettono in tempo reale intere aree geografiche e categorie sociali, determinando esclusioni e disuguaglianze diffuse.
Indice:
- Prologo: La rete e l'io
- La rivoluzione della tecnologia dell'informazione
- La nuova economia: informazionalismo, globalizzazione, networking
- L'impresa a rete: cultura, istituzioni e organizzazioni dell'economia informazionale
- La trasformazione del lavoro e dell'occupazione: lavoratori in rete, flessibili o disoccupati
- La cultura della virtualità reale: l'integrazione della comunicazione elettronica, la fine del pubblico di massa e l'ascesa delle reti
interattive
- Lo spazio dei flussi
- Ai confini dell'eternità: tempo senza tempo
- Conclusione: la società in rete
in poche parole (nel libro tornerò a parlarne verso pg.150 a proposito del socila tagging)
il web 2.0 è la nuova condizione delle arete resa + serrata dall'interscambio degli utenti, al di là degli assetti editoriali.
E' un nuovo paradigma del web: sempre + partecipativo (blogging), + condiviso (sharing), + collaborativo (socialbookmarking)
e infine alcune note su Carlo Formenti e sul suo libro che m'ha ispirato alcuni passaggi...
"Incantati dalla rete. Immaginari, utopie e conflitti nell'epoca di Internet". ( Cortina, 2000)
Il trionfo di Internet prepara una mutazione di civiltà paragonabile a quella innescata dalle rivoluzioni industriali che hanno sconvolto gli ultimi
secoli del millennio?
Paradossalmente, per comprendere la radicalità dei mutamenti che stiamo vivendo occorre in primo luogo demistificarli: non per negarne la realtà ma
per dissipare l'aura mitica che li circonda.
Quando viene presentata come un mostruoso sistema di simulazione che rischia di uccidere la realtà o, al contrario, come un meraviglioso "cervello
planetario" destinato a realizzare il paradiso in terra, la rete rischia di apparire come un insensato labirinto di specchi.
Se, con distacco e ironia, si mettono invece da parte terrori e speranze, emerge il quadro inedito che questo libro presenta: niente apocalissi o
paradisi, ma non poche trasformazioni rivoluzionarie. Rivoluzioni dall'esito imprevedibile, perché nella rete non è inscritto alcun "destino", bensì
un'incontenibile proliferazione di rischi e opportunità.
Saggista, giornalista e scrittore di fantascienza, Carlo Formenti esplora da tempo gli effetti delle nuove tecnologie sulle trasformazioni sociali,
economiche e culturali degli ultimi decenni.
per quanto riguarda glocalmap(di cui si parlerà ampiamente) ecco il link a questo geoblog http://www.glocalmap.to/
su Lo Spettacolo della Conoscenza inserisco un testo in attach, già scritto per il numero monografico de “Lo spettacolo. Rassegna economica e sociale
della attività culturali”
edito da SIAE, ottobre 1999
su “ I Musei italiani” con interventi di Giovanna Melandri e Antonio Paolucci, ambedue ex-ministri ai Beni Culturali
un riferimento calzante è quello che esprime Francesco Antinucci in questo intervento che tratta di simulazione e di come i processi cognitivi possano
interagire con quelli percettivi e motorii... http://www.trovarsinrete.org/antinucci.htm
Originariamente scritto da teatron http://www.beppegrillo.it
seguirlo quotidianamente è un bel training d'indignazione divertita
Antropizzare il cyberspazio
In questo senso anche la programmazione di un software diventa un comportamento rivolto alle aspettative altrui, al fine di poter fare evolvere un
programma e, ciò che più conta, le sue applicazioni potenziali.
Agli albori di Internet tutto ciò era la regola fondante dell’esperienza di programmazione, per rendere pertinenti i protocolli a tutta la comunità in
Rete, per fare in modo che ogni sviluppatore di software li utilizzasse, migliorandoli.
Trova così sostanza l’idea della Rete come ecosistema informativo, come un insieme esperienziale fatto di conoscenze collettive e disponibilità
connettive: una straordinaria palestra di cooperazione sociale.
Esiste quindi una democrazia del codice informatico che può essere utile a capire come la Rete possa contribuire a pensare meglio la nostra
organizzazione, in una società futura.
Ma non è solo una metafora. Alcuni software, come abbiamo già visto, ci sollecitano a sviluppare le nostre potenzialità umane di comunicazione. Le
pratiche del blogging e del social tagging (di cui parlerò ampiamente più avanti) lo stanno dimostrando. Si tratta di prendere possesso degli spazi,
antropizzare il cyberspazio, come mi viene da dire. Rifondare la politica, a partire dagli ambienti in cui è possibile far circolare un po’ di buona
energia positiva e smascherare chi crede che la politica sia una faccenda “chiusa”.
Come sta facendo Beppe Grillo nel suo blog (>FORUM), giorno per giorno, con stoccate d’ogni sorta, come quel clip in streaming che lancia un netto
j'accuse alla classe politica italiana: “sono nostri dipendenti: imparino a fare il loro mestiere”.
Il suo è uno dei blog più frequentati in assoluto (campeggia ormai nella top mondiale), un successo fondato su almeno tre fattori.
Primo: il suo blog esplicita come l'energia partecipativa, espressa dall'intelligenza connettiva di chi agisce nella Rete, renda evidente come si
possa giocare con la politica, facendone qualcosa che riguarda tutti, come l’enorme dibattito NO-TAV ha dimostrato.
Secondo: perché a supportare il suo diario on line c’è, oltre al sistema di personal publishing dei commenti, un software dinamico, Meet Up, che
funziona mirabilmente per l’auto-organizzazione della vastissima community, sollecitandone l’autonomia operativa.
Terzo: nel momento in cui la politica si riduce a teatrino nei salotti televisivi, un teatrante arguto come Grillo ne sa rivelare l’inconsistenza,
trattando la parola come un’arma letale. Dimostrando che un atto poetico può fare politica al miglior grado.