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carlo
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kali
hai presente la dea kali,
la nera riconfigurazione di durga e parvati
del pantheon indù?
ho rivisto lei
in diamanda galas
l'altra sera ad ArtLive.
Non canta solamente
sposta
entra dentro
con strane vibrazioni
che reindirizzano le cellule dei nostri corpi pervasi da un suono che dalle segrete camere di risonanza che gestisce a meraviglia
piomba in noi come un virus alieno
o come una bomba di profondità che scoppia dentro e dopo.
E ci fa scoprire stranieri
quel suono cambia
trasforma
muta
altera.
E ne siamo felici
in tanti
in un apoteosi che appare come un manifesto politico-poetico di sensibilità diffusa e condivisa
partecipata
superata la soglia del dolore della radicalità della sua voce
si scopre una musicalità che esprime un altra coscienza
talmente fuori dagli schemi che sembra contenere
le tante forme di sperimentazione vocale degli ultimi decenni
(Buckley, Hammill, Morrison, il gospel, Berberian...) e anche, fondamentalmente,
le risonanze di una vocalità araba che sa mixare con tutto e x tutto
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mirko
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di rimbalzo alla visione di alterazione che propone carlo
lo cita anche lui del resto
jeff buckley e la sua *grace*
dove la voce arriva a toccare le corde dell'alterità umana
http://www.thei.aust.com/isite/buckhome.html
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holeideescure
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sottotono
volevo scrivere sottotono, anche perchè è tardi e c'è un mio compagno di monoloculo che dorme. per questo vi richiedo uno sforzo, pari a quello fatto
per sentire una parola sottovoce...
artlive mi ha fatto girare i neuroni: ho ricevuto molti stimoli, molti positivi
tutto è cominciato con soxno
sono arrivato tardi, ho non ho visto quasi nulla della performance, c'era tanta gente. mi ha colpito l'estrema varietà di personaggi ed il loro
variopinto modo di adobbarsi: etnico, tecnico, casual e a volte trash. odio le uniformi e mi son chiesto se, in fondo, non lo erano pure quelle...
Sukran Moral
c'è voluto un pò per capire che il video che stavo guardando era in realtà un loop, i lenti gesti degli attori, la musica straziante e le immagini che
ritornavano mi hanno messo a disagio. non sono riuscito ad assistere fino alla fine. niente in confronto al disagio dei boat people. il loop delle
onde del mare è sicuramente più distruttivo
Francesco Jodice
ovvero girare il mondo è bello, sponsorizzati è meglio
la prolissa presentazione di jodice è stata per me l'unica delusione di questa manifestazione. secondo me un artista non dovrebbe parlare del suo
operato, come i giudici e gli arbitri. comunque di questo hanno già detto, meglio di me, mirko e paolo rosa...
a me i lavori di jodice sono risultati straordinariamente banali, a cominciare dai suoi ritratti scala 1:1 (che novità:l'italia è una società
multirazziale!), passando per i suoi dittici e trittici iperfocali (il dettaglio di un panorama ci svela un mondo ibridato con pezzi di cina sparsi a
parigi e campeggi di barboni in mezzo a tokyo, niente di nuovo), si possono ammirare morbosi pedinamenti per scoprire la vera identità di una città
(una mia amica mi ha detto che lo faceva già un urbanista nel lontano 1964) oppure jodice ci svela il segreto di luoghi che a noi sembrano
normalissimi e tranquilli ma che in realtà sono stati teatro di delitti efferatissimi (la normale apparenza può nascondere verità tragicissime, che
grande scoperta!)
per finire con solid sea: unica idea interessante è stata per me quella di far ascoltare le 9 versioni diverse contemporaneamente, per il resto faccio
i miei complimenti a repubblica, che ha dato il la a quest'inchiesta.
il tocco di classe però è stato raggiunto alla fine quando jodice ha illustrato il suo film, parlando del cinema come qualcosa di divulgativo (ha
descritto il film in generale come qualcosa per tutti). mi è sembrato un pò riduttivo. ha confessato di aver fatto il film perchè ha ricevuto la
sovvenzione dallo stato, ma che in realtà la sua idea era quella di fare un fumetto, secondo lui massima espressione dell'arte del ventunesimo
secolo... se lo dice un fotografo... non è finita, ha concluso con una dichiarazione poetica: lo so che avrete da ridire ma per me è emblematica una
frase di tozzi: "gli altri siamo noi". ci siamo forse dimenticati di de andrè e di 2000 anni di pensiero altruista? concludo questo capitolo citando
il medesimo artista di jodice: "si può fare di più"
panico da genitali
ho fatto una lunghissima fila per assistere a questa performance, è stata la prima volta che ho avuto l'opportunità di vedere uno spettacolo per un
singolo spettatore. le facce delle persone che uscivano, molte ridenti, alcune deluse, sono state un ulteriore stimolo a resistere. mi aspettavo un
attentato ai genitali stile benigni invece mi sono trovato davanti una ragazza androgina che dopo aver sparato alla mia immagine con lo sfondo di una
bandiera americana mi ha mostrato tutta la sua femminilità. in quel momento mi sono sentito a disagio, non sapevo cosa fare. all'uscita mi sono detto
che probabilmente hanno pensato a gente come me quando hanno dato quel titolo alla performance. poi mi sono divertito a vedere i volti della gente
uscire sapendo cos'era successo la dentro. provocazione riuscita, la sessofobia è qualcosa che ci portiamo nel midollo, difficile da sradicare, che ci
rende bersaglio di chi, per fortuna, riesce ad andare oltre questi atavici pregiudizi.
dell'inconro con gli artisti ricordo la proposta di elena velena, un tentativo di girare la frittata riuscito a metà. forse perchè esistono veramente
delle differenze tra artista e pubblico, l'artista dovrebbe essere più sensibile del suo spettatore, dovrebbe sapergli comunicare una realtà in
divenire, difficile da rappresentare, complessa da comprendere. se tutti avessimo queste sensibilità l'arte e gli artisti non avrebbero senso di
esistere. non si può ridurre tutto allo slogan "l'arte è vita", ha ragione paolo rosa, la realtà è un pò più complessa.
studio azzurro
finalmente! era da tanto che aspettavo il momento di assistere a qualcosa di studio azzurro, ne valeva la pena.
dice bene a. nel suo intervento in reply a carlo (a proposito... dov'è finito? ti sei autocensurato?). voglio solo aggiungere un paio di cose: si è
partiti da un'associazione, il rumore ripetitivo e assordantedei lattonieri marocchini ha gli stessi ritmi dei tamburi di un gruppo che passa nelle
strade del paese. tutto viene montato in un videoclip in cui il gesto è protagonista e il suono, seppur originariamente antico, assume un'identità
contemporanea, ricorda ritmi industriali, da rave party. quest'idea diventa una mappa di gesti e di suoni che, lo riconosce lo stesso autore, hanno
anche un valore antropologico (niente a che fare con l'entomologia di jodice), ma studio azzurro non si limita a questo e da un valore in più al
documento, lo carica di una cifra artistica che accomuna i vari clip. così il ronzare delle api diventa la base su cui montare i suoni e le immagini a
ritmo serrato di una cereria artigianale. a proposito di api paolo rosa parla della notizia datagli da giorgio celli, che ha fatto su di loro uno
studio, scoprendo che in qualche modo sono dotate di un'intelligenza connettiva, che va al di là della somma delle singole capacità di ogni insetto. è
come se le api in particolari momenti, sappiano fondersi in un organismo vivente superiore, una sorta di leviatano. una scoperta veramente
interessante (vero carlo?), mi ha fatto ricrescere la voglia di fare l'apicoltore...
l'ultimo giorno Diamanda Galàs mi ha regalato emozioni fortissime. non ho mai sentito niente del genere: la sua escursione vocale è spaventosa, le
vibrazioni che emana sono più forti di un martello pneumatico. ma non sono semplici doti tecniche le sue, ad una voce potentissima, velenosa, si
aggiunge un repertorio fatto da canzoni di generi diversissimi che vanno dal blues al rock alla world music di origine araba, una sorta di viaggio
attraverso i generi a cui diamanda conferisce il suo stile inimitabile, fatto a volte di toni cupi, vicinissimi alle note più basse del pianofortre
con cui si accompagna, fino alle note più alte, quelle penetranti, senza una sbavatura. e se l'inizio è una sorta di dimostrazione la fine si dimostra
essere il momento più intimo in cui i toni si fanno più riflessivi ed emerge il significato delle parole. anche i testi non hanno confine, la serpenta
passa, anche qui, attraverso varie lingue con pochissime difficoltà. è stato un'evento speciale, mi sono venute in mente almeno due persone di cui
però non ho più l'opportunità di godere un'evento simile: demetrio stratos con le sue investigazioni diplofoniche e criptomelodie infantili, e jeff
buckley, un grande giocoliere della voce nonchè sensibilissimo scrittore di testi. mi è subito saltato in mente nella sua cover degli smith quando
canta "mother i can feel the soil falling over my head" oppure quando prende in giro il suo pubblico parigini parlando in francese prima di cantare la
sua ultima canzone: last goodbye [/color]
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holeideescure
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leggo solo adesso il messaggio di mirko e come vedi sono d'accordo, ma siamo sicuri che carlo parli di jeff e non di tim buckley (il padre)? a carlo
la sentenza
anch'io metto qui un paio di link per chi volesse approfondire la conoscenza di jeff buckley
male non farà
[url=http://www.narni.it/silvio/jeff/mainit.html]un completissimo sito in italiano
[/url]e uno in inglese ricco di foto
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chiara
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Diamanda Galàs mi ha sconvolta. Volevo scrivere subito un pezzo e poi.. e poi non ce l'ho fatta. E' vero che scrivere "a
caldo" fa trasudare le emozioni e le suggestioni nelle parole che si scelgono ma, a volte, vengono toccate delle corde intime e ci vuole tempo per
metabolizzare. Lo scorso sabato sono stata totalmente rapita da una voce che mi ha trascinata in paesi diversi con forza, a strattoni, per poi
ripescarmi con un'infinita dolcezza. La canzone che più mi ha colpita è stata quella cantata in spagnolo...il tempo è letteralmente volato via come le
mosche che affollavano la sala. Le luci, che alternavano toni molto caldi a toni gelidi, avvolgevano la figurta di questa donna che è riuscita a farci
sentire qualcosa dentro.
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carlo
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era il padre,tim
Quota: | Originariamente scritto da holeideescure
(...)siamo sicuri che carlo parli di jeff e non di tim buckley (il padre)? |
bella domanda
in testa ho tim buckley
grandissimo e misconosciuto
http://www.aqs2000.com/sito/testi/fumetti/tim%20buckley.htm
è più noto il figlio, eccellente anche lui
ma è a tim che pensavo,
bene gio'
m'hai stanato
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carlo
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spettatori nell'auditorium
un'immagine
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carlo
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Jodice in conference
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tatiana
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Meglio tardi che mai, straniera in questa comunità appena scoperta, salve a tutti!
da appassionata di bodyart e performance devo confessare che l'operazione ArtLive3 mi ha irritato parecchio, e non per la mancanza di personaggi
importanti e di una certa qualità (il caro Paolo Rosa sempre generoso di poesie visive, l'ormai conosciuta Betty Marenko con la semplicità di un
romanticismo fatto carne, la supersimpatica Sukran Moral che regala al pubblico schietti sorrisi...e l'innominabile Diamanda con i suoi bodygard!) ma
per la "bella" operazione di comunicazione mendace!!!
E' stata venduta una manifestazione di tre giorni di performance e di arte vivente....ma io ho visto soltanto gente che parlava! cristo santo ma se mi
vendi nell'opuscolo installazioni/performance/azioni e poi quello che vedo è gente che parla dei propri lavori in un Auditorium... sinceramente un pò
mi incazzo, e se sentire Paolo Rosa è sempre un piacere altro è verificare con la percezione della propria pelle le sue installazioni, e se Jodice
qualcosa di bello lo avrà fatto pure sentirlo parlare per un'ora del significato dei suoi lavori sinceramente mi ha annoiato a morte. Insomma si
trattava per lo più di incontri e questa cosa mi ha deluso, mi aspettavo la Fondazione piena di arte in ogni suo angolo...non è stato così,
peccato!
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avatarkali
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punto della situazione
Il mio nome è per me
uno solo
ma per voi essi sono tanti.
tale è la natura
di cio che sono
in essere.
Sono qui
poichè mi avete chiamata
e poichè è il tempo
di tornare.
io presiedo il cielo scuro
nelle notti
i miei occhi
sono la volta che sovrasta
questa terra
chiamami quando la mia luna
è scura e mi sentirai.
poichè di me è la lussuria
di me sono le celate nudità dell'uomo.
non temere
io ti renderò libero.
colui che mi teme
è colui che teme se stesso.
al mio occhio è grato il vostro interesse
non pensare
esso non conduce a me
.sii.
chiamami bramoso
e dall 'alto
verso il basso
sarà il mio cammino
lungo le tue forme umane.
io sono qui.
la mia lussuria diffonde
sotto la volta notturna
ed io veglio
e bramando il mio seth
vago nello spazio
e pongo il seme
negli spiriti che lo accolgono.
non temere.
le parole che di me furono dette
non sono talvolta
poichè la natura divina
non è di umana comprensione
vieni a me bramoso
tale è la brama occulta degli umani
ed io sento
mia è la volontà
l'unica e la sola
la volontà del tutto
io sono con tutto e nel tutto
poni la mente a me
io non sono una donna
e tu non essere un uomo
avrai di me le gioie
non amarmi
come ami una donna
rinuncia all'umana natura
per assaporare il mio profumo
tale è una scelta
che tu devi compiere
poichè la volontà è tua.
io sono con gli altri
una e tutto
la mia è la nostra volontà
io non sono madre
io sono concubina
tale è che gli uomini mi adorano
ed essi sono gli schiavi più felici
non pensare
io sono.
l'insana via che non produce
è la mia preferita
quella che le donne
riservano per seconda
e per me è la prima
io conosco dell'uomo la natura
non porti a me con arroganza
io non verr
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