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Autore: Oggetto: Il suono del teatro a Lecce
Svelami...
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thumbdown.gif Inviato il 14-7-2003 at 16:12
E IL RISPETTO?


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Originariamente scritto da cubA.

mi dispiace di questo, perchè a me piace da morire De Gregori, c' è poesia nelle sue canzoni, c' è verità e c' è la realtà di tutti i giorni... non mi dire che " La donna cannone " non ti dice nulla!


vorrei allacciarmi a questo messaggio per rispondere a chi afferma che il suono del teatro (e teatro del suono) si è fermato o quanto meno viene meglio espresso dalle composizioni più "analogiche" (diciamo così) di artisti come De Gregori o la Consoli, Zarrillo (mammamia!)...io credo che bisogna tener conto del progresso, che come è come un treno e non può essere fermato...posso anche essere daccordo su De Gregori...tanti suoi pezzi sono sicuramente suggestivi e contribuiscono alla causa del teatro del suono, dell'immaginazione e dell'evocazione...però dobbiamo anche aggiungere che ha fatto il suo tempo...la Consoli sarà pure brava, ma mi sembra che abbia già fatto la Joplin o -- dei cranberries quello che lei propone ora...questo per dire che bisogna tenere conto della "digitalizzazione",l quella specie di diavolo che anche su questo forum qualcuno ha criticato...io credo che il suono del teatro si sta evolvendo e a questo ha contribuito al 100% l'uso del digitale...se non ci fosse stato l'avvento delle nuove tecniche di registrazione e di riproduzione audio, il suono del teatro sarebbe morto...pensiamo per esempio all'uso dei loops nella musica e cioè alla riproduzione ciclica di frammenti audio...teniamo presenti alcune nuove realtà come i Daft Punk con "around the world" e il videoclip relativo: riproduzione in loops audio-visiva


Tanto per cominciare nessun mammamia, per piacere, ed enorme rispetto ad artisti che si sono fatti da sé, con le proprie parole e il proprio cuore e non certo con le nuove tecniche e altro.

Poi non mi piace il fatto che tu dica: “ ha fatto il suo tempo”; il passato è degno di rispetto più del presente, perché è solo grazie al passato che noi “ ci siamo evoluti” e siamo qui a discutere insieme.

Poi teniamo presenti anche le nuove realtà, giustissimo, ma tenendo conto sempre che gli artisti di oggi sono nati anche grazie al blu dipinto di blu, alla pappa col pomodoro della Pavone, alle belle senz’ anima del signor Cocciante e alla maglietta fina di Baglioni.
Gli artisti di ieri sono il nostro bagaglio culturale a cui anche tu fai o farai riferimento, anche se cerchi di metterli da parte.
Foscolo ( e scusa i riferimenti che per te ormai saranno preistorici) diceva che nessuno mai verrà dimenticato, anche se muore, perché ci sarà sempre la propria poesia eternatrice, la propria storia che vivrà nel cuore dei propri cari.
Perfavore… Non facciamo morire le emozioni del cuore di tanta gente…
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gia81
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[*] Inviato il 14-7-2003 at 16:14


Concordo a pieno sulle tante realtà attuali, purtroppo però bisogna sottolineare anche un altro aspetto del panorama musicale attuale....la potenza della radio diffonde gruppi o giovani solisti che "canticchiano" pezzi ritmati che fanno da colonna sonora ad un unica stagione e poi dopo scompaiono nel nulla, ovviamente senza lasciar una minima traccia del loro passaggio. Purtroppo credo molti facciano riferimento a questi fenomeni passegggeri....almeno la massa si basa su questi "fenomeni" senza creare una vera "cultura" musicale....sono pienamente d'accordo con Ambra su Bluvertigo(trovo che ZERO sia uno dei dischi più belli) e Subsonica....nuove sonorità e sicuramente voci importanti che caratterizzano ogni brano....aggiungerei anche un altro gruppo che ritengo di ootimo livello nella nuova generazuione musicale, i La Crus....trovo che la voce del cantante riesca a rendere ogni pezzo unico nel suo genere, questo è molto evidente nella reinterpretazione di pezzi famosi di artisti come Patty Pravo, Fabrizio De Andrè, Paolo Conte, Franco Battiato nel loro penultimo album.
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Svelami...
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thumbdown.gif Inviato il 14-7-2003 at 16:19
BEETHOVEN?


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Originariamente scritto da ambra
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Originariamente scritto da ossyden
"Cosa resterà di questi anni 80,afferrati e già scivolati via..." Prendo spunto dalla canzone di Raf scritta alla fine degli anni 80 quando già la musica iniziava a contaminarsi di "digitalizzazioni".Siamo arrivati al 2003 ed ora è praticamente tutto "digitalizzato"non c'è più quella musica che ascoltavo da bambina,fatta di strumenti suonati da persone dove l'emozione di ogni singolo suono riportava alla mente scenari in cui la musica prendeva forma e vita...Ovviamente questa è la mia impressione ora,riascoltando tale musica.
Oggi quegli scenari non ci sono più nella mia mente,tranne quando,al convegno,ho riascoltato le meravigliose opere di Zappa...


vorrei precisare che la musica degli anni '80 da te definita non "digitalizzata" era in effetti satura di suoni e strumenti di nuova generazione. quella stessa tecnica che negli ultimissimi tempi stà tornando in voga nella musica (ma anche nel costume). ricordi "I Like chopin" facendo una tua stessa citazione? beh, senti un po' i suoni della batteria di quel pezzo; non sono per niente suoni di una batteria naturale, bensì cassa, rullante e charleston digitali. questo credo che conferma che anche il digitale riporta alla mente scenari dove la musica prende forma e vita. riallacciandomi al messaggio precedente di cubA. vorrei dire che sono daccordo sul fatto che la digitalizzazione della musica sta contribuendo in maniera notevole all'evoluzione del suono del teatro. le nuove tecniche musicali ci stanno facendo conoscere nuove ambientazioni sonore che qualche anno fa erano impensabili. sicuramente beethoven è stato un grande se pensiamo alle sue sinfonie più famose, ma non credo che sarebbe mai riuscito a scatenarci dentro quello che ai nostri giorni possono fare artisti come i chemical brothers o fait boy slim.


Beethoven non si pensa, Beethoven è. E poi quello che ti scatenano dentro gli artisti che citi, possono non scatenare nulla in altre persone e possono non essere nulla in confronto ad un mostro della musica dell' ottocento,
RICORDATELO SIEMPRE!
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Titti
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[*] Inviato il 14-7-2003 at 16:49


Musica popolare, etnica, brasiliana, elettronica, di contaminazione, tutto è suono del teatro, il progresso digitale accompagna di conseguenza anche il suono teatrale ma accanto a questo progresso troviamo anche nuovi esperimenti di "creazioni" di effetti musicali; ad esmpio è rilevante l'esperimento fatto dal percussionista danese con la costruzuione di una gabbia in metallo fatta con materiale di scarto. Esperimento interessante e innovativo ascolato nel punto 2.3.
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Titti
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[*] Inviato il 14-7-2003 at 16:52


Parto del presupposto che in un forum ognuno abbia idee diverse dall'altro, sopratutto se si parla di musica, il panorama è così vasto ed è giusto che ogni artista abbia per ognuno di noi un significato diverso....è giusto anche dire che il passato con i suoi cantanti o musicisti o compositori ha lascaito forti influenze che non possono essere messe da parte nè tanto meno dimenticate. Comunque trovo che il suono del teatro sia stato influenzato da tutto questo, da ogni genere musicale, dai suoni etnici, a quelli elettronici, di contaminazione, sperimentali....nel corso dei secoli le sonorità sono sate tante ma credo che abbiano avuto sempre un filo conduttore mantentuto nel tempo, che le ha modificate in parte con tutte le forme innovative.
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francy_s
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[*] Inviato il 14-7-2003 at 17:01


sfogliando le prime pagine di questo forum ho trovato il messaggio di qualcuno che proponeva di doppiare l'esperienza d'ascolta fatta presso i koreja con un'altra in cui la musica fosse anche accompagnata da profumi ed essenze. 3 anni fa un esperimento del genere è stato fatto anche se in una frma un po' più grande. jovanotti nel suo tour invernale nei palasport si è portato dietro un'attrezzatura che rilasciava nell'ambiente profumi ed essenze scelte ad hoc sui brani eseguiti. il tutto per rievocare nella mente dell'ascoltatore quei luoghi e quelle culture che avevano ispirato l'autore delle canzoni. chi ha potuto vedere, ascoltare ed "annusare" il concerto dice che l'esperienza è davvero suggestiva e singolare; che permette insomma di percepire la musica in una forma più ampia.
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gia81
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[*] Inviato il 14-7-2003 at 17:11


Trovo giusto quel che dici Titti, infatti parto dal presupposto che ognuno abbia gusti differenti e sia libero di poterli esprimere....l'ambiente musicale è infinito e i gusti personali non potrebbero non esserlo. Del resto il suono del teatro è vasto varia, dipende molto anche dal tipo di spettacolo con cui viene fuso....ogni suono ha valore proprio e potrebbe descrivere perfettamente le immagini....dalla lirica, alla musica sacra, passando dall'elettronica, alla sperimentale e perchè no le sonorità orientali, etniche......credo diventi tutto magia.
Inlotre vorrei aggiungere una cosa, anche nel panorama italiano, come in quello mondiale le sperimentazioni musicali ci sono state e continuano ad esserci, basti pensare ad artisti così detti "raffinati" che si rifanno a dei repertori più selezionati che utilizzano sonorità diverse....Antonella Ruggero ad esepio nell'ultimo lavoro si è accostata ai cant sacri riproducendoli con la sua voce, Battiato ha spaziato dall'elettronica, alla campionatura per utilizzare anche la chason francese e poi Patty Pravo che un pò d'anni fa sperimentò con un album orientale fatto di pezzi campionati, elettronici, cantati però in slang, o in cinese, giapponese......questi solo per fare degli esempi ma ce ne sarebbero tanti altri.
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Tambouriner
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[*] Inviato il 14-7-2003 at 17:13
Forse il desiderio Da una scintilla


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Originariamente scritto da Svelami...

io sono il nettare di quel fiore,
che si lascia ammorbidire tra le polveri di una farfalla,
io sono l' attesa, il tempo che fugge, che lascia in sospeso, in equilibrio precario,
io sono quell' attimo, lieve, leggero, che si posa piano e che ci lascia assaporare la dimensione unica del nostro viaggio sconosciuto... eterno...
CARPE DIEM SEMPRE

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Originariamente scritto da Tambouriner



… essere quella farfalla…
… per una carezza …
…col soffio d'un battito d’ali…

Vivere un solo attimo nella febbricitante attesa di te…
E morire in una carezza…




Quota:
Originariamente scritto da Svelami...

non attendere quell' attimo, perchè chissà se ci sarà,
non soffiare, perchè le ali potrebbero perdere la loro polvere preziosa,
non morire, perchè la vita è il volo di una farfalla che in quell' attimo batte le ali,
accarezzami,
infondimi le vibrazioni dei tuoi desideri
e falli tuoi, miei, nostri... perchè
il naufragar ci sia dolce in questo mare... di sensazioni...




Un attimo è una vita
Frammento di luce nel buio della notte d’una stella cadente
Un onda s’infrange s’uno scoglio
Un giglio di mare
Un muretto a secco immerso nel liquido aereo delle eritre cicalée
Un bimbo ti guarda e ride
Il brivido d’una carezza all’improvviso
Un’emozione forte che s’essenzia in una lacrima
Labbra ti sfiorano…

Forse il desiderio
Da una scintilla
S’accende
S’alimenta
S’infiamma
Brucia
Brucia
Brucia
Fin’alla soluzione di continuità…

… e tutti quei momenti andranno perduti nel tempo… come lacrime… nella pioggia…


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cubA.
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[*] Inviato il 14-7-2003 at 17:17
rispetto contro rispetto


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Tanto per cominciare nessun mammamia, per piacere, ed enorme rispetto ad artisti che si sono fatti da sé, con le proprie parole e il proprio cuore e non certo con le nuove tecniche e altro.

Poi non mi piace il fatto che tu dica: “ ha fatto il suo tempo”; il passato è degno di rispetto più del presente, perché è solo grazie al passato che noi “ ci siamo evoluti” e siamo qui a discutere insieme.

Poi teniamo presenti anche le nuove realtà, giustissimo, ma tenendo conto sempre che gli artisti di oggi sono nati anche grazie al blu dipinto di blu, alla pappa col pomodoro della Pavone, alle belle senz’ anima del signor Cocciante e alla maglietta fina di Baglioni.
Gli artisti di ieri sono il nostro bagaglio culturale a cui anche tu fai o farai riferimento, anche se cerchi di metterli da parte.
Foscolo ( e scusa i riferimenti che per te ormai saranno preistorici) diceva che nessuno mai verrà dimenticato, anche se muore, perché ci sarà sempre la propria poesia eternatrice, la propria storia che vivrà nel cuore dei propri cari.
Perfavore… Non facciamo morire le emozioni del cuore di tanta gente…


il rispetto prima di tutto. giusto. ma il mio non è un attacco. è una mia considerazione: de gregori e compagnia bella sono stati bravissimi, ma il loro tempo è passato...perchè il progresso va avanti, perchè nuove leve si sono affacciate sul panorama artistico...e queste nuove leve hanno fatto del nuovo, spesso proprio con l'uso del digitale che ha aperto nuovi scenari. quello che de gregori non ha potuto fare perchè al suo tempo determinate macchine ed atrezzature non c'erano. quello che voglio dire io è che bisogna guardare al nuovo. nel blocco 2.9 del suono del teatro si parla che il teatro era arrivato al capolinea se non fosse arrivata quella che comunemente ora si chiama elettronica a fornire "aria nuova". è questo il discorso. e poi hai ragione quando dici che non bisogna dimenticare...che c'è bisogno di memoria storica...che dobbiamo avere un bagaglio culturale...proprio per questo non bisogna dimenticare "esperimenti" come la pappa col pomodoro proprio per non ripeterli!
p.s.: sono daccordo sulla potenza evocativa di de gregori, ma su zarrillo devo ripeterti ancora mammamia!. lo preferivo quando suonava come musicista in uno dei gruppi d'avanguardia del progressive italiano, il rovescio della medaglia...te lo ricordi? (memoria storica...bagaglio culturale)

comunque no problem, ognuno ha le proprie idee...ed è giusto così. max rispetto.
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Titti
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[*] Inviato il 14-7-2003 at 17:43


Il suono è sentimento del tempo, la proprietà evocativa un tempo da vivere sulla scena.
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ambra
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[*] Inviato il 14-7-2003 at 17:45


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Beethoven non si pensa, Beethoven è. E poi quello che ti scatenano dentro gli artisti che citi, possono non scatenare nulla in altre persone e possono non essere nulla in confronto ad un mostro della musica dell' ottocento,
RICORDATELO SIEMPRE!


vorrei farti una domanda: hai mai ascoltato beethoven suonare?...qualcuno ti ha potuto raccontare di aver visto beethoven suonare? credo di no. ora, sicuramente le opere che ci ha lasciato sono dei capolavori. ma chi ci dice che riusciva a suonarle in maniera così evocativa? esempio: mogol scriveva canzoni che sicuramente hanno lasciato il segno nella storia della musica italiana...perchè non le ha mai cantate e lo ha fatto fare a battisti? perchè evidentemente non era capace a dargli quel qualcosa in più che il buon lucio poteva. ora, tu sicuramente conoscerai a memoria la pastorale del nostro buon ludwig...ma gliel'hai mai sentita eseguire a lui???...buon motivo quindi per non esprimere frettolosi giudizi.
cmq, lasciando stare queste disquisizioni...volevo dirti che sono daccordo sul fatto del potere evocativo della musica di beethoven ma devo ripetermi dicendo che è un compositore del passato, teniamone conto, ma bisogna guardare avanti. le sue opere erano innovative allora, nell'800. ora sarebbero aria fritta. bisogna tener conto delle opere e degli autori in base al loro periodo storico. esempio: una ferrari del 1930 è sicuramente bellissima da guardare...ma è un pezzo da museo...sicuramente una ferrari del 2003 può farti provare emozioni diverse perchè la tecnologia e il progresso ci ha permesso di costruire una macchina che viaggia al doppio della velocità di quella del 1930. dobbiamo tener conto della tecnologia.
SALUDOS COMPANERA!SALUDOS COMPANERA!
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gia81
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[*] Inviato il 14-7-2003 at 18:04


Trovo essenziale ricordare un passaggio del punto 2.8 che si sofferma sul principio attivo del teatro, sulle proprie citazioni affettive....ognuno porta dentro le cose di cui è malato, ciò che realmente sente, vive....è bello pensare che le orecchie non hanno palpebre e devono ascoltare per forza, a menochè non si intervenga con qualcosa di esterno.
L'ascolto è in fondo come un piccolo teatro, secondo Zappa.....e il suno arriva direttamente dentro, nel profondo e ci permette di immaginare, di spaziare di andare oltre ogni limte....questo per me è molto importante. musica come mezzo di libertà, di espressione, di visione.
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fleur
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[*] Inviato il 14-7-2003 at 18:08
riflessioni sul suono del teatro a Lecce


Ascoltando il cd su "il suono del teatro", ho rivissuto con gioia quella giornata del 28febbraio trascorsa insieme ai Cantieri Koreja.D'improvviso ho avvertito la necessità di rivisitare quell'ambiente e ho cercato di riportare al presente tutte le sensazioni provate quel giorno.Eravamo là,attorno ad un tavolo con quell'ansia che appartiene più ai bambini che a noi,pronti per questa nuova esperienza del suono del teatro. Mi chiedevo a cosa potessi andare incontro, cosa potesse significare questa frase che dava i natali a quella giornata. "L'ascolto, in fondo, è come un piccolo teatro",era tutto nascosto qui, bastava solo abbandonare per poche ore quei contorni rumorosi del mio quotidiano, per capire quel misterioso rapporto che intercorre tra il teatro e la scena dell'ascolto. La musica doveva essere intesa, non solo come colonna sonora, ma come un qualcosa che cresce dentro e fuori di noi e che diventa protagonista. Ero seduta tra tanti volti, con le mie cuffie, e assaporavo le esperienze altrui e mi sentivo parte di queste e avevo voglia anch'io di raccontarmi, di raccontare ciò che per me in quel momento e da quel momento, sarebbe diventato il suono del teatro. Le voci scorrevano dolcemente, cullate e contaminate da musiche di generi diversi, ma con un unico e simile fine: VESTIRCI di cambiamenti, predisponendo il proprio corpo e la propria mente ad un tappeto di sonorità "vecchie e nuove" per tracciare, insieme, il giusto percorso che ci avrebbe portato a capire l'importanza dello scambio di idee e di esperienze. "L'ambiente, come racconta lei nel suo libro, diventa così il teatro delle pure sensorialità..." Ho amato ogni tipo di suono ascoltato attraverso quelle cuffie e la ringrazio di cuore per questa indimenticabile opportunità che ci ha offerto e che non scorderò.
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Polly return
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smile.gif Inviato il 14-7-2003 at 18:08
il suono del teatro


Ciao a tutti, la prima volta (l'unica fino ad oggi) che ho scritto sul forum ho detto che era un'idea molto interessante, perchè poteva permettere di conoscerci e confrontarci sul tema che ci è stato proposto. Questo però si è rivelato molto difficile per me, che sfortunatamente non posseggo ancora, il mezzo di comunicazione attuale più potente che ci sia. Nel definirlo in questo modo non credo di esagerare, perchè è proprio in questi casi che ci si sente come un'isola in mezzo al mare, priva di contatti e con non poche difficoltà nel cercarseli. colgo infatti l'occasione per ringraziare quanti si sono resi disponibili a rendermi partecipe di questo forum, nel quale a causa del problema sudetto, non mi è stato possibile avere una partecipazione attiva. Desidero comunque anch 'io poer dire la mia, cosi sono qui!
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Titti
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[*] Inviato il 14-7-2003 at 18:18


Gli anni 80' sono anni di passaggio, di riconfigurazione dei linguaggi e dei sistemi della cultura dello spettacolo, anche quelli della comunicazione.
Abbiamo bisogno di passato per affrontare il futuro, passato non è quello delle biblioteche, umanista, ma è la cultura delle trasformazioni, il processo trasformativo che non nasce all'improvviso. Ci sono decenni di trasformazioni in corso che permettono ad una civiltà, a più generazioni di farsi gli anticorpi, bisogna affrontare i cambiamenti predisponendo il corpo, la mente, il divenire sociale all'urto del cambiamento. Bisogna considerare le esperienze passate (positive o negative) come bagaglio culturale per poi migliorare sempre più e sperimentare nuovi generi che le nuove tecnologie digitali ci permettono di creare.
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gia81
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[*] Inviato il 14-7-2003 at 18:30


Credo che l'argomento suono del teatro sia vastissimo e questo l'abbiamo visto anche durante la giornata ai koreja, forse le argomentazioni sarebbero state molte di più, magari infinite.....partendo dal presupposto che l'esperiemnto è riuscito molto bene, magari sarebbe interessante rifarlo fra qualche anno per cercare di capire se nuove figure, innovazioni sono intervenute e in che maniera sul teatro.....il teatro sicuramente ha trovato molta "ricchezza" nella musica, perchè la sua immediatezza permette di trasmettere molte cose, la sua capacità di "dare" è infinita!
E allora la contemporaneità deve passare dal vecchio, come dicevo prima in un intervento è importante utilizzare il passato, le cose "vecchie" per lavorarci sopra, per sperimentatre, per creare il nuovo.....è ovvio che poi su tutto questo intervengono infiniti fattori, come diceva Raiss nel punto finale del cd(2.9) le mode, le influenze generazionali spesso (o forse sempre) influiscono sulla musica....fino a poco tempo fa ineffetti nessuno avrebbe mai pensato che una musica indiana si sarebbe potuta ascolate in radio come una vera hit.....ora con Panjabii è successo proprio questo...sonorità indiane su basi commercaili.
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Arual s
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smile.gif Inviato il 14-7-2003 at 18:34
il suono del teatro


Salve a tutti,premetto che nel mio primo intervento ho scritto che mancava poca concentrazione,dovuta al fatto che non vi era un sufficante numero di cuffie che mi permettessero di isolarmi e quindi avere un maggiore coinvolgimento, ma al dilà di questo,vorrei dire che il convegno è stato interessante.
i è piaciuto molto, il fatto che, per ripercorere la "strada nel suono del teatro", sia stato fatto atraverso le musiche, ogni musica un momento che ha caratterizzato la storia, e non solo, ma anche l'intervento di storici e musicisti che raccontavano le proprie esperienze.L'alternarsi delle parole con le musiche,o le parole accompagnate dalla musica in sottofondo,ha contribuito a rendere il convegno meno "scontato",e per"scontato",intendo uno di quei convegni in cui l'ascoltatore rischia di addormentarsi,perchè sente solo parlare per ore ed ore.Non solo,la musica ha costituito un"rafforzativo"per le esperienze che si raccontavano,in quanto mi hanno portata a fantasticare crecando di capire come potesse essere il mondo in quel dato momento della storia.
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Tambouriner
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biggrin.gif Inviato il 14-7-2003 at 18:52




Sono tornate Polly e Arual!!!


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Svelami...
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[*] Inviato il 14-7-2003 at 18:55
L' ONDA CRISTALLINA DELL' EBREZZA


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Originariamente scritto da Tambouriner
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Originariamente scritto da Svelami...

io sono il nettare di quel fiore,
che si lascia ammorbidire tra le polveri di una farfalla,
io sono l' attesa, il tempo che fugge, che lascia in sospeso, in equilibrio precario,
io sono quell' attimo, lieve, leggero, che si posa piano e che ci lascia assaporare la dimensione unica del nostro viaggio sconosciuto... eterno...
CARPE DIEM SEMPRE

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Originariamente scritto da Tambouriner



… essere quella farfalla…
… per una carezza …
…col soffio d'un battito d’ali…

Vivere un solo attimo nella febbricitante attesa di te…
E morire in una carezza…




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non attendere quell' attimo, perchè chissà se ci sarà,
non soffiare, perchè le ali potrebbero perdere la loro polvere preziosa,
non morire, perchè la vita è il volo di una farfalla che in quell' attimo batte le ali,
accarezzami,
infondimi le vibrazioni dei tuoi desideri
e falli tuoi, miei, nostri... perchè
il naufragar ci sia dolce in questo mare... di sensazioni...




Un attimo è una vita
Frammento di luce nel buio della notte d’una stella cadente
Un onda s’infrange s’uno scoglio
Un giglio di mare
Un muretto a secco immerso nel liquido aereo delle eritre cicalée
Un bimbo ti guarda e ride
Il brivido d’una carezza all’improvviso
Un’emozione forte che s’essenzia in una lacrima
Labbra ti sfiorano…

Forse il desiderio
Da una scintilla
S’accende
S’alimenta
S’infiamma
Brucia
Brucia
Brucia
Fin’alla soluzione di continuità…

… e tutti quei momenti andranno perduti nel tempo… come lacrime… nella pioggia…




un' emozione forte
sfiorarsi,
una scintilla
infiammarsi nell' onda cristallina dell' ebrezza.
dolcezze terrene, fuggevoli
che presto passeranno,
quasi una folgore fobica che piomba a bruciarne l' incanto.
trasciniamoci...
lasciamoci andare
tra la magia del momento,
tutto nostro,
solo per noi...

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Polly return
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[*] Inviato il 14-7-2003 at 18:57
esoerienza individuale


Nel convegno" il suono del teatro" tenutosi lo scorso 28 Febbraio, c'èro anch'io! l'esperienza è stata, devo dire, unica perchè non mi era mai capitato di partecipare ad un convegno organizzato in forma di set-radiofonico. Ciò permetteva, per mezzo delle cuffie un ascolto "intimo", quasi come se la musica e le parole penetrassero nella mente e da lì a tutto il corpo. La musica, in special modo, posta tra un intervento e l'altro, come sottofondo, ti portava nei luoghi dell'immaginazione, li dove ognuno di noi custodisce, a seconda della propria sensibilità, tutto il suo "essere" . Ecco perchè il suono del teatro sia, per quel minimo di esperienza che ho, un'esperienza prima di tutto individuale, (scusate la ripetizione) in quanto ognuno di noi ha una sensibilità diversa dall'altro e quindi percepisce il suono sulla base delle proprie reminiscenze.
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francy_s
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[*] Inviato il 14-7-2003 at 19:17


si parla di anni '80. anni '80 come periodo che ha davvero influenzato la storia musicale fino ai nostri giorni. non ho trovato alcuna citazione su un gruppo fondamentale per il post-punk inglese. parlo dei cure di robert smith. lui veniva fuori dal punk di souxie and the bangees nei quali aveva militato come chitarrista. sempre da questo gruppo si è portato dietro l'uso del trucco che indubbiamente dà molta teatralità alla dimensione cure. in pezzi come "lullaby", "close to me" e "a forest" viene fuori tutta l'anima creativa di robert smith fatta di escursioni vocali tra voci a volte sospirate e a volte incisive. io trovo che i cure abbiano dato davvero molto, spaziando tra new wave e dark. anche dal punto di vista dei suoni smith ha saputo regalarci nuove sensazioni...non a caso benchè tecnicamente non eccelso sulla chitarra, è stato considerato per più di un anno miglior chitarrista rock. questo perchè ha sperimentato nuovi suoni e nuove tecniche sullo strumento...proprio quel "nuovo" che in quel tempo apriva nuovi orizzonti creativi ed immaginari. penso proprio che un gruppo come i cure non possano essere dimenticati.
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Arual s
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smile.gif Inviato il 14-7-2003 at 19:25
cultura della trasformaziome


Nel trascrivere i file mi ha attirato l'intervento in cui si parlava "dell'uomo e la clava". Sin dalla preistoria l'uomo ha intuito che per sopravvivere e difendersi aveva bisogno di strumenti, naque cosi la clava, uno srtumento che con il passare degli anni atraversando diverse generazioni è stato accolto e concepito come un arma. Di certo questo passaggio non è stato certo qualcosa di immediato, ma ci sono stati decenni di trasformazione. Questo ci vuol far capire essenzialmente due cose, emerse anchedurante il convegno: primo, perchè la tecnologia si sviluppi deve essere accolta dall'individuo, cioè deve dare la propria disponibilità ad accogliere il mutamento. E sarà proprio la relazione che l'individuo stabilirà con questi mutamenti da cui dipenderà la complessità dell' avanzamento tecnologico, Anche se questo può portare a risvolti negativi, come dalla cla alle armi. Secondo perchè la tecnologia si sviluppi bisogna guardare al passato. Se l'uomo nella preistoria non avesse in ventato la clava, ritornando all' esempio dell'intervento, concependolo come uno strumento per cacciare e per difendersi forse oggi le armi non esisterebbero. E un pò come accade per il banbino quando si mette in gioco: egli da la propria disponibilità a stare con gli altri e scoprire qualcosa. Il mutamento, in questo caso del carattere non sarà immediato, ma cambierà di anno in annno in base all' esperienza che farà. Crescendo aggirà nel mondo in base a ciò che ha aquisito da piccolo. Nel mondo in cui viviamo oggi è necessario quanto importante seguire i mutamenti, altrimenti si rischia di essere "tagliati fuori", cioè esclusi dalla società.





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cubA.
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[*] Inviato il 14-7-2003 at 19:32
soggettività dell'immaginario.


quest'inverno con il mio gruppo (granma) abbiamo portato un giro uno spettacolo che è davvero molto in relazione con il suono del teatro: abbiamo prodotto un video estrapolando immagini alla rinfusa di qua e di là dal decoder digitale...immagini di tv straniere come al jazeera o abu dhabi, televendite, documentari, telegiornali, videoclips, ecc. ecc. davvero materiale alla rinfusa, senza alcun collegamento o nesso logico. abbiamo realizzato con un videoregistratore e più televisori, un sistema che permetteva allo spettatore di guardare queste immagini (che andavano durante tutto il concerto) mentre noi suonavamo. incredibile, ma tanti venivano a complimentarsi per la scelta delle immagini su questo o quel pezzo...immagini che coincidevano con parole o suoni, o pause...incredibile davvero, perchè tutto questo è stato casuale, non deciso a tavolino. credo insomma che l'evocatività di immagini e suoni sia davvero soggettiva. individui diversi danno diversi significati.
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Tambouriner
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[*] Inviato il 14-7-2003 at 19:42
Affrancarmi...


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Originariamente scritto da Svelami...


un' emozione forte
sfiorarsi,
una scintilla
infiammarsi nell' onda cristallina dell' ebrezza.
dolcezze terrene, fuggevoli
che presto passeranno,
quasi una folgore fobica che piomba a bruciarne l' incanto.
trasciniamoci...
lasciamoci andare
tra la magia del momento,
tutto nostro,
solo per noi...








Insieme bruciare
intrecciando il calore dei nostri corpi
Tastare il tuo nettare
quando ti senti donna…
e morire di te
Affrancarmi sul tuo seno
Inondarlo col mio sentirmi uomo…
Naufragarci…
E lasciarmi cullare dal battito del tuo cuore…



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Polly return
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[*] Inviato il 14-7-2003 at 19:43


Il convegno verteva,abbiamo detto,sul rapporto tra SUONO e TEATRO,il suono come produttore di teatralita',il suono come scena teatrale,il suono come protagonista."ASCOLTARE DI PER SE' produce un piccolo teatro"!Il concetto di sguardo nel teatro è molto importante!Il teatro in fondo siamo noi spettatori,che con lo sguardo assorbiamo quello che è piu' vicino alla nostra sensibilita'.Lo stesso accade con il suono,che da solo puo' creare degli effetti di teatralita' maggiore, che il vedere agire degli attori sulla scena;si,perchè lì in qualche modo,il regista è intervenuto con la sua sensibilita' a creare quella scena,la musica,il suono,da soli possono evocare la scena dettata dai nostri impulsi,dalle nostre esperienze,è lì che noi diventiamo registi del nostro teatro.
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