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Autore: Oggetto: Creatività Digitale: incontri ravvicinati nelle Biblioteche di Torino
aks
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[*] Inviato il 16-3-2004 at 17:20


ma qui non c'è nisciuno...
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aks
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[*] Inviato il 16-3-2004 at 17:22


un omaggio grafico alla ma...speranza
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aks
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[*] Inviato il 16-3-2004 at 17:27


chi ci capisce è bravo! quindi sgherro di Don Rodrigo...COMPLIMENTI!
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carlo
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[*] Inviato il 16-3-2004 at 17:29
No Future


ne ho già parlato
ma lo rilancio

questi incontri hanno senso prima di tutto x l'opportunità di attivare scambio biunivoco
andata e ritorno d'informazioni e di energia


partiamo dalle domande

da fare a Motor:

nel tuo immaginario c'è Ballard, Dick, Kafka...
d'accordo
mi domando

cosa pensi del
No Future
slogan punk
?

...
colgo un sottile pessimismo di volonta estetica nel tuo lavoro...
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aks
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[*] Inviato il 16-3-2004 at 17:33


Text se stava a scherzà ma il discorso è serio, no future: devil save the queen ?
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Giovani Periferie
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[*] Inviato il 16-3-2004 at 17:35
CI SONO IO


Io sono qui in attesa del corso che dovrebbe iniziare a momenti. Domande non ne ho per il momento se non che sono curiosa.
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Giovani Periferie
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[*] Inviato il 16-3-2004 at 17:36
Quale Devil?


no future....certo che c'è il future...non so come ma c'è.
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aks
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[*] Inviato il 16-3-2004 at 17:36


rientro nei ranghi (grafici) ma non guasta, ogni tanto, uscire con gli oranghi...
disse la donna pelosa sempre virtuosa perchè nun sa a fila nessuno, tranne quello del crodino un pò mbriaco
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aghilar
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[*] Inviato il 16-3-2004 at 17:38


Quota:
Originariamente scritto da carlo
ne ho già parlato
ma lo rilancio

questi incontri hanno senso prima di tutto x l'opportunità di attivare scambio biunivoco
andata e ritorno d'informazioni e di energia


partiamo dalle domande

da fare a Motor:

nel tuo immaginario c'è Ballard, Dick, Kafka...
d'accordo
mi domando

cosa pensi del
No Future
slogan punk
?

...
colgo un sottile pessimismo di volonta estetica nel tuo lavoro...


motor ....... da dove hai cominciato ad occuparti del digitale?
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cicchetebom
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[*] Inviato il 16-3-2004 at 17:46


Hola!!


Quota:
Originariamente scritto da carlo
ne ho già parlato
ma lo rilancio

questi incontri hanno senso prima di tutto x l'opportunità di attivare scambio biunivoco
andata e ritorno d'informazioni e di energia


partiamo dalle domande

da fare a Motor:

nel tuo immaginario c'è Ballard, Dick, Kafka...
d'accordo
mi domando

cosa pensi del
No Future
slogan punk
?

...
colgo un sottile pessimismo di volonta estetica nel tuo lavoro...
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cicchetebom
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[*] Inviato il 16-3-2004 at 17:47
Cicchetebom, non CHICCHETEBUM!!!


Uffa, leggete bene il mio nome!!!
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aks
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[*] Inviato il 16-3-2004 at 17:50


Come disse Muccino junior nel bel film CHE NE SARA' DI NOI: "il futuro c'è già ma non si vede, sta là, lontano, ma stiamo andandogli incontro..."

Questo per quanto riguarda no o sì future, per il resto, parafrasando i Pistols Sex: Dio salvi la regina, a patto però che il diavoletto se la prenda...
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percussion
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[*] Inviato il 17-3-2004 at 15:32


salve,
qualcuno di scaltro può farmi da cicerone in queste strade, ancora non so se le ho attraversate o meno,

alcune,

s.
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motor
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[*] Inviato il 17-3-2004 at 17:04
motor messaggio


ok,sono qui,

rispondo o provo a rispondere alle suggestioni fattemi.

Iniziamo con no Future e prima ancora invece i miei riferimenti a Ballard (ma anche indirettamente a Dick).

Per me il cyber punk è già morto come profezia, superato dai tempi e insieme come immaginario ormai digerito e divenuto genere come che ne so il western.

Il che non significa che non abbia ancora da dire, ma che la sua "forma" o "formula" da sole non bastano più.

Inoltre ho visto e vissuto da vicino la scena dei primi centri sociali punk, ma le mie radici affondano invece nella grey area dell'industriale (industrial music for industrial people).

Le differenze (e le somiglianze sono molte), ma vorrei puntualizzare il diverso approccio alla tecnologia.
Il punk ,semplificando ovviamente, non si cura molto della tecnologia, anzi se pensate al tipico gruppo hc sembrano più conservatori dei Pink Floyd: solo basso chitarra e batteria.
Nell'industriale invece le nuove (per l'epoca) tecnologie vengono naturalmente accettate per essere poi però usate in maniera grottesca, distorta o comunque non come previsto dai progettisti o dagli esperti di marketing.
Così il synth diventa macchina di pura generazione astratta di rumore, non il modo di riprodurre questo o quello strumento.

E' anche parte della cultura industriale la ricerca del anomalo o del patologico, del marginale.
Sempre super semplificando i Discharge o i Crass dicevano che il patologico era nella società, i Trhobbling Gristle invece lo tracciavano prima nell'individuo e poi di conseguenza altrove.

Da qui a Ballard, che si muove sui paesaggi neurali di apparenti normalità, che coprono di necessità patologie complesse, a volte indecifrabili, il passo è automatico.

Per quanto riguarda invece il pessimismo dei miei lavori, potrei rispondere che è semplicemente come leggo o percepisco ciò che vedo.

Ma sarebbe cavarsela con una agile mossa retorica. Non credo di essere particolarmente pessimista, se così fosse sarei molto ostinato a continuare a fare cose. semplicemente non la faccio facile...

Ma per quanto riguarda Heatseeker, occorre invece tenere conto che mi riferisco ad un genere ben preciso, il cosidetto filone del cinema apocalittico (dai film sull'atomica giapponesi a mad max).
Il tema dell'apocalisse è in se un esorcismo (e un non sense: come potrebbe qualcuno sopravvivere e raccontare poi una apocalisse?).

In fondo ci raccontiamo apocalissi anche per potere poi mantenere una prospettiva o una via di fuga.

E per dimenticare le nostre apocalissi quotidiane.


Motor
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motor
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[*] Inviato il 17-3-2004 at 17:18
motor vs digital


[motor ....... da dove hai cominciato ad occuparti del digitale?

suppongo che la domanda si riferisca al campo creativo...

fatevi due conti: il primo codice l'ho scritto su una calcolatrice programmabile ti 57 con 50 passi di istruzioni, questo credo a 15-16, ora ne ho 40...

In realtà l'avvicinamento al digitale creativo è più tardo, quando abbiamo scoperto che potevamo usare i computer per fare musica (principalmente).
Avevamo una piccola label indipendente di sperimentale ed elettronica e stampavamo dischi (in vinile, i cd sarebbero venuti dopo) e ci passavamo gli strumenti per incidere brani, ma lavoravamo quasi tutto in analogico. Poi arrivò l'Atari! e facemmo altre rate...

Credo di aver partecipato al primo cd italiano autoprodotto: all'epoca avevamo un solo cd player tra tutti, così ci trovammo tutti assieme per sentire come era venuto il lavoro.

Poi dopo varie cose mi persi in altri luoghi e storie.

Tornai al digitale quando mi ritrovai ad avere scritto un libro sotto forma di numerosi frammenti. Il problema era che non riuscivo a decidere in che ordine mettere i frammenti, perchè ogni scelta mi rivelava accostamenti che non avevo previsto. Allora programmai in director una macchina che ricombinava i testi (che nel frattempo avevo inciso come brani audio) accompagnandoli da immagini di porte e da una colonna sonora. In pratica voi cliccavate e delle voci potevano comparire a caso, mentre muovendo il mouse potevate sintonizzarvi su. Alla fine però scoprivate che in realtà non andavate da nessuna parte e che invece la macchina vi ignorava del tutto.
Questo lavoro mi ha fatto entrare in contatto con il circuito cyberpunk di Milano; da lì sono rientrato in gioco perpoi proseguire ad esempio con il sogno di eliza

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motor
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[*] Inviato il 17-3-2004 at 17:36
teatro digitale vs teatro ?


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Originariamente scritto da Senzafine
Ho partecipato alla conferenza-spettacolo "Dal cantastorie al Digital story telling" e sono rimasta positivamente impressionata dallle potenzialità offerte dal multimediale al teatro. Tuttavia ritengo che questa forma di teatro non dovrà mai sostituire il teatro tradizionale ma soltanto affiancarvisi.
Allo stesso modo un tipo di lezione supportato dalle nuove tecnologie, come proposto durante la conferenza, non potrà mai rimpiazzare il tradizionale libro. Sicuramente può essere più accattivante per gli studenti ma anche meno efficace, nel senso che una presentazione in power point si dimentica molto più in fretta rispetto a una lezione studiata s un supporto cartaceo. Inoltre un tipo di lezione del genere richiede una preparazione molto più lunga da parte del docente. Quello che mi domando è se l'entusiasmo possa perdurare nello studente, o se si spenga appena per questo nuovo tipo di lezione diventi un'abitudine.



ok,
sinceramente non capisco bene l'obiezione che riguarda il teatro. La macchina teatrale è da sempre una macchina molto complessa e molto tecnologica. Progettare un anfiteatro è più complesso che fare un flash da proiettare in scena (almeno per me che non sono un architetto nè un esperto in acustica). Qualche giorno fa stavo osservando delle foto delle ceneri del teatro della Fenice a Venezia e ciò che era evidente erano tutti i meccanismi, gli argani e le quinte, le catene e le ruote dentate che servivano a spostare pareti e luci. Dunque se volessimo restare su questa linea dovremmo abolire anche le quinte e le luci, ammesso di usare il teatro greco come riferimento...e anche questo sarebbe discutibile.
Diverso invece è il discorso che le nuove tecnologie (al pari delle vecchie) da sole non fanno teatro: occorre sempre che ci siano tutti gli altri aspetti che amiamo.

Per quanto riguarda il training la migliore via è l'esperienza diretta, non il libro. Immaginate di imparare a fare motocross solo leggendo libri...o anche immaginate di scrivere libri solo leggendo libri...(vabbè polemica personale ...).
Ma non sempre possiamo avere il meglio.
Diversi mezzi hanno diverse funzioni. I libri sono ottimi per molti aspetti dell'apprendimento, ma durante un seminario le slides di powerpoint hanno lo scopo di visualizzare e aiutare la comunicazione, esattamente come tracciare un teorema alla lavagna. Meglio invece se il seminario implica anche delle esercitazioni.

E' vero invece che insegnare è faticoso anche perchè il contesto cambia vorticosamente.

Infine non credo che per gli studenti le slides ppt siano una particolare fonte di entusiasmo per il mezzo, visto che sono abituati a tecnologie della comunicazione molto più spettacolari.
Come da secoli avviene l'entusiasmo lo comunicano gli insegnanti, con una tavoletta di cera o un laptop non conta.

motor
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carlo
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[*] Inviato il 22-3-2004 at 02:34
le poetiche e le tecniche


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Originariamente scritto da motor
La macchina teatrale è da sempre una macchina molto complessa e molto tecnologica. Progettare un anfiteatro è più complesso che fare un flash da proiettare in scena (almeno per me che non sono un architetto nè un esperto in acustica).
<<<
ben detto

chi ha detto che la tecnologia nasce con l'era delle macchine?

techne è l'estensione del corpo e della mente
ed ogni epoca l'ha espressa

l'alfabeto era una nuova tecnologia quando il teatro dei greci ha inventato il modo x trasmetterla e renderla nuova piattaforma di comunicazione

in quei teatri l'alfabeto-nuova tecnologia
veniva trsamesso da corpi che attraverso la mimesi permettevano la comprensione

l'antica tecnologia del corpo in mimesi rendeva così esplicita la parola

<<<

Qualche giorno fa stavo osservando delle foto delle ceneri del teatro della Fenice a Venezia e ciò che era evidente erano tutti i meccanismi, gli argani e le quinte, le catene e le ruote dentate che servivano a spostare pareti e luci. Dunque se volessimo restare su questa linea dovremmo abolire anche le quinte e le luci, ammesso di usare il teatro greco come riferimento...e anche questo sarebbe discutibile.

<<<
colgo qui l'occasione x rilanciare la domanda sul "no future" che t'avevo rivolto e a cui ha risposto con bella lucidità

l'immaginario nichilista del punk e della science-fiction è dentro lo spirito evolutivo della cultura digitale,
dagli albori del cyberpunk fino alla radicalità di un certo hackttivism
eppure penso che ci sia da tendere ad un'apertura d'orizzonte

è sicuramente una questione di sensibilità e di approcci differenti (evviva a differenza delle poetiche e delle tecniche)

io personalmente tendo ad operare x la maggiore condivisione possibile

te, motor, porti avanti una tua poetica
intensa
ma che può
credo
tendere ad una sorta di manierismo
(che presuppone straordinaria qualità stilistica)
qui
c'è il rischio dell'autoreferenzialità
propria degli artisti
( e quindi ampiamente rivendicabile)
ma
insisto
sarebbe bene pensare di allargare il fronte
non credi?

<<<


Diverso invece è il discorso che le nuove tecnologie (al pari delle vecchie) da sole non fanno teatro: occorre sempre che ci siano tutti gli altri aspetti che amiamo.

<<<
certo

ma non dimenticare l'assioma di McLuhan

il medium è il messaggio

<<<

Per quanto riguarda il training la migliore via è l'esperienza diretta, non il libro. Immaginate di imparare a fare motocross solo leggendo libri...o anche immaginate di scrivere libri solo leggendo libri...(vabbè polemica personale ...).
Ma non sempre possiamo avere il meglio.
Diversi mezzi hanno diverse funzioni. I libri sono ottimi per molti aspetti dell'apprendimento, ma durante un seminario le slides di powerpoint hanno lo scopo di visualizzare e aiutare la comunicazione, esattamente come tracciare un teorema alla lavagna. Meglio invece se il seminario implica anche delle esercitazioni.

E' vero invece che insegnare è faticoso anche perchè il contesto cambia vorticosamente.



<<< ne so qualcosa
<<<

Infine non credo che per gli studenti le slides ppt siano una particolare fonte di entusiasmo per il mezzo, visto che sono abituati a tecnologie della comunicazione molto più spettacolari.
Come da secoli avviene l'entusiasmo lo comunicano gli insegnanti, con una tavoletta di cera o un laptop non conta.

motor


è talmente prezioso il tuo intervento
che lo sto linkando in altri forum

è un ottimo enzima x la discussione preliminare che un'ora prima dell'incontro del martedì svolgiamo in Biblioteca
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Giovani Periferie
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[*] Inviato il 23-3-2004 at 16:56
Training


Sono d'accordo sul fatto che il training sia il miglior modo per imparare e mettere in atto le conoscenze. In questo modo possiamo creare, abbozzare, fare errori e migliorare istantaneamente.
Laura
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aks
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[*] Inviato il 23-3-2004 at 17:01


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aks
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[*] Inviato il 23-3-2004 at 17:04


Sono molto attratto dal discorso della psicogeografia e dal SITUAZIONISMO, in genere...Tipo questa la situazione di questo momento, con l'assurda acustica dei computer che rimandano suoni suini, marini...
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aks
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[*] Inviato il 23-3-2004 at 17:16



Rispondere a volte è chiedere senza aver il coraggio dell'interrogativo
?
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aks
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[*] Inviato il 23-3-2004 at 17:21


apocalisse è non dover mai dire :" sarà per un'altra "i" "
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carlo
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[*] Inviato il 23-3-2004 at 17:24
Apocalypse Now


Quota:
Originariamente scritto da motor
ok,sono qui,
(...)

Per me il cyber punk è già morto come profezia, superato dai tempi e insieme come immaginario ormai digerito e divenuto genere come che ne so il western.

<<<
le profezie muiono?

vanno contestaulizzate storicamente
no?

belle pensare il cyberpunk come il western
dopotutto Gibson parlava di cowboy della console
<<<

(...)Inoltre ho visto e vissuto da vicino la scena dei primi centri sociali punk, ma le mie radici affondano invece nella grey area dell'industriale (industrial music for industrial people).

<<<
faccio dei tagli nel mio quote (citare) x rendere + agile la lettura

l'evoluzione della tua ricerca degli anni scorsi attravetso i territori dell'industrial music
intesa come deriva dell'house

la trovo emblematica
serve
x comprendere meglio
la tua visione
i climi che evochi
<<<


Le differenze (e le somiglianze sono molte), ma vorrei puntualizzare il diverso approccio alla tecnologia.
Il punk ,semplificando ovviamente, non si cura molto della tecnologia, anzi se pensate al tipico gruppo hc sembrano più conservatori dei Pink Floyd: solo basso chitarra e batteria.
Nell'industriale invece le nuove (per l'epoca) tecnologie vengono naturalmente accettate per essere poi però usate in maniera grottesca, distorta o comunque non come previsto dai progettisti o dagli esperti di marketing.
Così il synth diventa macchina di pura generazione astratta di rumore, non il modo di riprodurre questo o quello strumento.

<<<
non è un caso che l'etica low-tech
si agganci allo spirito cyberpunk

ottenere risultati con l'uso creativo di bassa tecnologia
<<<




E' anche parte della cultura industriale la ricerca del anomalo o del patologico, del marginale.
Sempre super semplificando i Discharge o i Crass dicevano che il patologico era nella società, i Trhobbling Gristle invece lo tracciavano prima nell'individuo e poi di conseguenza altrove.

<<<
capisco bene
x anni
nei primi 80
ho seguito
dal di dentro
un'area di ricerca teatrale definita patologico-esistenziale
e i Trobbing Gristle erano
x altri versi
un mio riferimento d'ascolto
<<<


Da qui a Ballard, che si muove sui paesaggi neurali di apparenti normalità, che coprono di necessità patologie complesse, a volte indecifrabili, il passo è automatico.

Per quanto riguarda invece il pessimismo dei miei lavori, potrei rispondere che è semplicemente come leggo o percepisco ciò che vedo.

<<<
è chiaro
il riferimento allo spirito "no future"
era in questo senso

lo incarni...
fa parte della tua cultura...

o forse esagero?
<<<


Ma sarebbe cavarsela con una agile mossa retorica. Non credo di essere particolarmente pessimista, se così fosse sarei molto ostinato a continuare a fare cose. semplicemente non la faccio facile...

Ma per quanto riguarda Heatseeker,

<<<
ci mandi il link?
<<<


occorre invece tenere conto che mi riferisco ad un genere ben preciso, il cosidetto filone del cinema apocalittico (dai film sull'atomica giapponesi a mad max).
Il tema dell'apocalisse è in se un esorcismo (e un non sense: come potrebbe qualcuno sopravvivere e raccontare poi una apocalisse?).

In fondo ci raccontiamo apocalissi anche per potere poi mantenere una prospettiva o una via di fuga.

E per dimenticare le nostre apocalissi quotidiane.


Motor


ben detto
caro motor

l'apocalisse come il no future esorcizza il pessimismo


ricordate il "This is the end" di Nico (dei Velvet Underground)
in Apocalypse Now?


a_now.jpg - 3kB
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aks
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[*] Inviato il 23-3-2004 at 17:26


this is "the end"? oppure è solo l'inizio? oppure domani sarà l'ennesimo ieri e ieri ci si è dimenticati di quel che si è ingerito mentre si pensava ad oggi...
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Giovani Periferie
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smile.gif Inviato il 23-3-2004 at 17:28
This is the end


This is the end......it does not exist... life has no end...never forget it!!!

Laura
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