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carlo
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Performing Media: dal videoteatro all'interaction design
performing media
Laboratorio rivolto agli studenti del Master in Comunicazioni e linguaggi non verbali dell’università Cà Foscari di Venezia e ad un numero limitato di
iscritti esterni (CINQUE),
Performing Media
Dal videoteatro all’interaction design
Una ricognizione sulle trasformazioni culturali scandite dall’evoluzione tecnologica.
a cura di Carlo Infante
per@carloinfante.info
http://www.performingmedia.org
Analisi dei processi di mutazione dei linguaggi per la progettazione di eventi, interattivi, partecipativi e performativi, connessi alla convergenza
dei media, dal video al web e al mobile.
Una conferenza e due sessioni di laboratorio su forum on line ( come http://www.teatron.org/forum o altro da individuare)
Il laboratorio sarà basato sul brainstorming della comunità d’apprendimento in relazione anche all’attività di “spettatore dinamico”
(nell’elaborazione di testi e immagini) svolto durante la manifestazione.
Punti di sviluppo tematico:
1. La scena artificiale: l’evoluzione dei sistemi dello spettacolo in relazione al medium elettronico.
2. L’interaction design: la spettacolarità insita nella comunicazione interattiva e mobile (“il medium è il messaggio” Mc Luhan)
3. Il social networking: fare società attraverso la comunicazione on line: società dell’informazione
4. Il performing media: le nuove pratiche culturali in cui si riconvertono le pratiche consolidate sia dell’happening sia del networking, secondo il
principio che vede coniugare politiche e poetiche dell’interazione umana: vocazione sia del teatro sia delle reti.
Sviluppo teorico di quei punti, basato su ricognizione video e multimediale
• 1. La scena artificiale: videoteatro
Video “Index del Videoteatro”, una tassonomia della scena in video.
• 2. La scena artificiale: performance interattive
Ridefinizione del concetto di performance in relazione ai sistemi della comunicazione interattiva.
Ricognizione teorica basata sul CD-Rom: Atlante ipermediale dell’interazione tra corpi e mondi elettronici.
(Vedi allegato)
• 3. L’interaction design. La drammaturgia dell’interattività
Individuazione delle costanti performative nella condizione di interattività, pratica che contempla una regia e una drammaturgia in cui sono inscritti
sia i linguaggi ipermediali che la percezione dello spettatore-navigatore
Progettazione di eventi interattivi (web e mobile) che sappiano interpretare il marketing del territorio.
(http://www.teatron.org/geniusloci ; http://www.teatridellamemoria.org ; http://www.glocalmap.to )
• 4. Il social networking . La via ludico-partecipativa alla cittadinanza digitale
Ricerca-azione per attivare una formazione continua legata alle istanze relative alle nuove forme di cittadinanza digitale promosse ai margini
dell’e-government, inventando operazioni dove le tecnologie della comunicazione promuovano l’approccio ludico-creativo e fondamentalmente
partecipativo, particolarmente rivolte alle nuove generazioni.
(format Cyberscope http://www.regione.vda.it/cyberscope e Giocare x non essere giocati http://www.trovarsinrete.org/giocare_non_giocati.htm e http://www.teatron.org/forum/viewthread.php?tid=283 )
altri format
Chat3D Mondi Attivi http://www.mondiattivi.org
Videoblog x La Notte della Taranta 2005 http://www.performingmedia.org/vlog
x La Notte della Taranta 2006 http://www.performingmedia.org/lab/salento
Geoblog x le Olimpiadi Torino2006 http://www.glocalmap.to
Bibliografia consigliata :
• Howard Rheingold, “Smart Mobs. La rivoluzione sociale prossima ventura”, Cortina Editore, 2003
• Stefano Gulmanelli, “PopWar. Visioni libertarie nell’uso delle nuove tecnologie”, Apogeo, 2003
• Derrick De Kerckhove, "Brainframes" Baskerville,1994
• Pierre Levy, "L'intelligenza collettiva" Feltrinelli, 1996
• Carlo Infante, "Imparare giocando. L'interattività tra teatro e ipermedia", Bollati Boringhieri, 2000
• Carlo Infante, “Performing Media 1.1.Politica e poetica delle reti , Memori, 2006
29 e 30 settembre dalle ore 15.30 alle 20.00 - 1 ottobre dalle ore 10.00 alle 14.00
Luogo: Biblioteca comunaleInfo: tel. 328 793 74 50
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carlo
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Index POW del Videoteatro
INDEX POW (DVD, 20’) è un montaggio video di estratti da sedici opere videoteatro, realizzata nel 1989 dal POW, l'associazione che ha promosso il
Festival "Scenari dell'Immateriale" di Narni (dove ha avuto sviluppo nel 1984 il fenomeno del videoteatro).
Si tratta di un "concept film" nato per evidenziare le differenti costanti di linguaggio del fenomeno videoteatro in cui si "traspone" scena in video,
o si "ricostruisce" (con un'elaborazione audiovisuale della ripresa scenica, in cui emerge una specificità video), o che "crea" opere disancorate,
quindi "autonome", dalla messinscena o ancora che produce "presagi", anticipando lo spettacolo in clip di carattere promozionale per concludersi nella
sezione “video in scena”, dove il medium video diventa performativo, aprendo al fenomeno delle videoinstallazioni e degli ambienti interattivi.
Estratti video di Mario Martone, Giorgio Barberio Corsetti, Remondi-Caporossi, Studio Azzurro, Tam, Societas Raffaello Sanzio, Solari-Vanzi, Magazzini
Criminali, Teatro della Valdoca e altri.
Allegato: INDEX videoteatro.rtf (8kB)
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masterini
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Risposte: 4
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PERFORMING MEDIA e disabilità: quali possibilità? quali progetti?
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carlo
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le tracce di un diario
l'ho appena detto:
parlate di voi, come spettatori-testimoni e partecipanti attivi, sia del nostro laboratorio sia della rassegna nel suo complesso, a partire da questa
Maniago che ci accoglie.
Ponete anche delle domande con richieste d'approfondimento, vi risponderò con dei link utili (a quel punto sarà chiaro a cosa serve questo forum).
Parlate di voi del vostro sguardo...
di ciò che elaborate mixandolo con la vostra soggettività, le vostre aspettative, la vostra autobiografia, le vostre perpelessità.
date un'occhiata al diario fatto con i ragazzi delle scuole veneziane nel 1999 per la Biennale Teatro.
http://www.teatron.org/diario
e questo blog realizzato in Friuli, per il Mittelfest di Moni Ovadia
http://www.teatron.org/mittelfestBlog/
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Francesca Bisso
Junior Member
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performances urbane
mi chiedo: siamo troppo abituati a ricevere stimoli e provocazioni, a vedere esagerazioni, a poter provare tutto, a vivere all'estremo? Perchè le
performances urbane non mi hanno sconvolto? Non mi hanno colpito? non mi hanno comunicato?
sono vittima di un sovraccarico di immagini? Non riesco più a vivere le emozioni? O sono i linguaggi utilizzati ad aver perso la loro potenza?
Perchè mi sembra tutto così prevedibile?
perchè vedo il teatro uscire da se stesso, solo uscire dal suo luogo fisico, mantenendo attorno a sé invisibili barriere?
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canf
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Risposte: 5
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STREET PERFORMANCE...
MELON:evoluzione... primati e tecnologia... ribellione che sfocia in sfida e lotta...
BLUE BOX: ricerca di contatti... dal sogno all'incubo e ritorno. Sprazzi di pazzia...
FICO BALET: cos'è la tecnica nella danza? ...
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claudia s.
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riflessioni in libertà
una cosa è certa: mi è venuta una gran voglia di muovermi. Queste dosi massicce di danza mihanno fatto ricordare che è possibile comunicare se stessi
attraverso il movimento, e sento veramente il bisogno di farlo. La contraddizione sta nel fatto che lo sto studiando da mesi a ritmi intensivi e per
questo mi sto anchilosando ed inciccendo dimenticando le esigenze del mio corpo materiale !!
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carlo
Amministratore
Risposte: 2024
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una prima risposta rigurada l'integrazione
Quota: | Originariamente scritto da masterini
PERFORMING MEDIA e disabilità: quali possibilità? quali progetti? |
una prima risposta rigurada l'integrazione,
ovverla capacità culturale di coinvolgere i diversamente abili in un contesto sociale
su questo aspetto vai a vedere il progetto che ho seguito in Salento
http://www.teatron.org/integrazione
troverai molti elementi storici (il Salento è stato un laboratorio avanzato su queste problematiche) e qualche intuizione
un altra risposta va verso le pratiche riabilitative...
magari ne parliamo a voce
ho scritto qualcosa su questo
ma non ce l'ho on line
se interessa
ricordatemelo nel forum
da lunedì sono a casa e lo metto su in attach
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barste
Newbie
Risposte: 1
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Quando un'azione può essere definita come performance? Quando c'è un'idea originale di fondo?
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carlo
Amministratore
Risposte: 2024
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fare accadere performance dove non è prevista
Quota: | Originariamente scritto da Francesca Bisso
mi chiedo: siamo troppo abituati a ricevere stimoli e provocazioni, a vedere esagerazioni, a poter provare tutto, a vivere all'estremo? Perchè le
performances urbane non mi hanno sconvolto? Non mi hanno colpito? non mi hanno comunicato?
sono vittima di un sovraccarico di immagini? Non riesco più a vivere le emozioni? O sono i linguaggi utilizzati ad aver perso la loro potenza?
Perchè mi sembra tutto così prevedibile?
<<<
mi ritrovo molto nel tuo stato d'animo
sono almeno 2 i punti:
1. la saturazione dello sguardo x la bulimia d'immagini che ci pervade
2. la debolezza di un'offerta spettacolare incapace di sollecitarci
e x questo che auspico non + solo offerta culturale ma una creatività sociale diffusa
di cui noi stessi
spettatori-cittadini facciamo parte
<<<
perchè vedo il teatro uscire da se stesso, solo uscire dal suo luogo fisico, mantenendo attorno a sé invisibili barriere? |
hai ragione non basta
ma è un indirizzo comunque interessante
fare accadere performance dove non è prevista
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claudia s.
Junior Member
Risposte: 5
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Quota: | Originariamente scritto da Francesca Bisso[/
La comunicazione è sempre dia-logica.
Può darsi che tu non abbia capito, ma può anche darsi che l'altro non si sia saputo esprimere.
Alessandra |
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chiaramorresi
Junior Member
Risposte: 2
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Melon:performace urbana basata sulla ribellione,la sfida e la lotta...perchè i performer non hanno coinvolto gli spettatori(che nella performance
dovrebbero diventare spett-attori) nella rottura delle angurie?
Mentre assistevo alla performance avevo una gran voglia di romperne una...
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canf
Junior Member
Risposte: 5
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LA PERFORMANCE E LE EMOZIONI...
Quota: | Originariamente scritto da Francesca Bisso
mi chiedo: siamo troppo abituati a ricevere stimoli e provocazioni, a vedere esagerazioni, a poter provare tutto, a vivere all'estremo? Perchè le
performances urbane non mi hanno sconvolto? Non mi hanno colpito? non mi hanno comunicato?
sono vittima di un sovraccarico di immagini? Non riesco più a vivere le emozioni? O sono i linguaggi utilizzati ad aver perso la loro potenza?
Perchè mi sembra tutto così prevedibile?
perchè vedo il teatro uscire da se stesso, solo uscire dal suo luogo fisico, mantenendo attorno a sé invisibili barriere? |
ogni performance è DIALOGO tra i performers e gli spettatori. Uno scambio reciproco di emozione, di messaggi spesso criptici e difficili da
interpretare...
come l'attore deve mettersi in gioco per "muovere" qc in chi lo guarda, così lo
spettatore deve disporsi, mente e corpo, a lasciarsi colpire e midificare.
!!!!
p.s.: la tua reazione... esprime già un'emozione!!
ciao!!!
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masterini
Junior Member
Risposte: 4
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Molto interessante il link segnalato sull'integrazione, attendiamo un possibile scambio di informazioni.
P.s. come mai ha aperto un link sulla regione VdA? ci sono notizie interessanti dalla Valle?
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carlo
Amministratore
Risposte: 2024
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ciò che accade "al di qua"
Quota: | Originariamente scritto da barste
Quando un'azione può essere definita come performance?
<<<
ne abbiamo parlato ieri
troppe definizioni inibiscono il senso reale delle cose
in questa ricerca, della giovane studios a Bazzichelli (sin troppo studiosa...)
http://www.strano.net/bazzichelli/turner.htm
emerge qualcosa di molto interessante...
ma ricordate fate sempre la tara
<<<
Quando c'è un'idea originale di fondo?
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non è solo un problema di originalità
ma di convenzioni
di format
come ho detto
possiamo definire
performance ciò che accade "al di qua"
della rappresentazione teatrale...
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Agata
Junior Member
Risposte: 2
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le forme
più che il significato delle performances, che sinceramente non riesco a cogliere, ne apprezzo la forma...un pò per deformazione professionale o forse
perchè il mio occhio coglie solo ciò che vuole...è un po' come l'arte contemporanea, non sempre va ricercato un significato perchè talvolta il
significato non c'è ...forse non va capita va assaggiata e divorata!
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Agata
Junior Member
Risposte: 2
Registrato il: 30-9-2006
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Quota: | Originariamente scritto da carlo
Quota: | Originariamente scritto da Francesca Bisso
mi chiedo: siamo troppo abituati a ricevere stimoli e provocazioni, a vedere esagerazioni, a poter provare tutto, a vivere all'estremo? Perchè le
performances urbane non mi hanno sconvolto? Non mi hanno colpito? non mi hanno comunicato?
sono vittima di un sovraccarico di immagini? Non riesco più a vivere le emozioni? O sono i linguaggi utilizzati ad aver perso la loro potenza?
Perchè mi sembra tutto così prevedibile?
<<<
mi ritrovo molto nel tuo stato d'animo
sono almeno 2 i punti:
1. la saturazione dello sguardo x la bulimia d'immagini che ci pervade
2. la debolezza di un'offerta spettacolare incapace di sollecitarci
e x questo che auspico non + solo offerta culturale ma una creatività sociale diffusa
di cui noi stessi
spettatori-cittadini facciamo parte
<<<
perchè vedo il teatro uscire da se stesso, solo uscire dal suo luogo fisico, mantenendo attorno a sé invisibili barriere? |
hai ragione non basta
ma è un indirizzo comunque interessante
fare accadere performance dove non è prevista
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vorrei dire ancora....
fare una performances COME non è prevista
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canf
Junior Member
Risposte: 5
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Quota: | Originariamente scritto da chiaramorresi
Melon:performace urbana basata sulla ribellione,la sfida e la lotta...perchè i performer non hanno coinvolto gli spettatori(che nella performance
dovrebbero diventare spett-attori) nella rottura delle angurie?
Mentre assistevo alla performance avevo una gran voglia di romperne una... |
loro non ci hanno impedito di intervenire... forse siamo noi ke nn l'abbiamo fatto...
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Francesca Bisso
Junior Member
Risposte: 2
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Quota: | Originariamente scritto da canf
loro non ci hanno impedito di intervenire... forse siamo noi ke nn l'abbiamo fatto... |
hai ragione, ma basta buonismo!
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masterini
Junior Member
Risposte: 4
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GIOCO
SMARRIMENTO/SPAESAMENTO
ANALOGIA
FAMEX2
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masterini
Junior Member
Risposte: 4
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Quota: | Originariamente scritto da Francesca Bisso
Quota: | Originariamente scritto da canf
loro non ci hanno impedito di intervenire... forse siamo noi ke nn l'abbiamo fatto... |
hai ragione, ma basta buonismo! |
credo invece che sia stata la performance così concepita che non ha dato possibilità di interazione...
credo che in questo il giardino d'oriente possa dare qualche prezioso insegnamento...per me è stato particolarmente illuminante!
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canf
Junior Member
Risposte: 5
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PAROLE CHIAVE
VAPORE: evapora il mio pensiero, tu assorbilo ma non trattenerlo, non cercare di capire, di definire. Tu contaminalo e poi riversalo nuovamente su di
me... e così via...
OLTRE LA COMUNICAZIONE: sembra che queste performance non vogliano solo comunicare qc... anzi, fose non vogliono proprio comunicare... credo si tratti
di qualcosa che va oltre la comunicazione...
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canf
Junior Member
Risposte: 5
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PERFORMING MEDIA & CONTACT IMPROVISATION
La possibile interazione che mi viene in mente tra i due lab è l'utilizzo di videocamere e macchine fotografiche per la creazione di una sorta di
diario di bordo visivo della loro esperienza basata sul corpo e sul movimento!
forse un po' banale... ma credo efficace... e divertente!!
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FREMMA
Junior Member
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propriocettivo
PROPRIOCETTIVO: legato fortemente alla psicomotricità e alla musicoterapia, aree complementari alla performance nell'ambito del master, riscoperta del
corpo come esperienza del mondo attraverso i sensi
link tra le aree del master, una scoperta: non solo a livello pedagogico-terapeutico, ma anche performativo
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chiaramorresi
Junior Member
Risposte: 2
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camaleonte= capacità di adattare ed esprimere il proprio corpo-mente a dei contesti variabili;
flusso=performance che si spostano lungo le strade della città di maniago
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