Cos'è il toothing? E' un nuovo modo di contattare le persone, siano esse in metropolitana, sul treno, al cinema, scuola, riunione di lavoro, ecc...,
in modo del tutto casuale tramite la tecnologia Blue Tooth dei telefonini o dei palmari
Il Lop, questo il nome dell'invenzione, è in grado di trasporre sul telefonino uno stato d'animo, un interesse, un desiderio anche pratico - spiegano
gli ingegneri - e di comunicarlo ad altri, formando così dei microcosmi comunicativi riservati alle sole persone che ne fanno parte, che condividono
cioè quello stesso 'caratterè in quel momento, che provano quella stessa emozione. Non solo sesso, come nel caso inglese, ma anche sentimenti, gioco,
interessi: lontani dalla perplessità e dall'incertezza e, soprattutto, sapendo che l'altro è lì nei paraggi".
Niente non prende il primo link, mi divide una lettera anche se la scrivo correttamente..bha....copio direttamente qui:
- Si chiama Lop, è l'ultima novità nel campo della comunicazione con i cellulari, ha conquistato gli inglesi, ma è un'idea made in Torino. Merito di
due ingegneri arrivati dal sud che hanno studiato al Politecnico. Dopo la laurea in ingegneria meccanica a pieni voti, e un breve impiego al Centro
Ricerche Fiat di Orbassano, hanno deciso di mettersi in proprio: nulla di concreto, da cui partire, ma solo tante idee. Ottime idee. Di quelle che si
fanno strada da sole. Sono il siciliano Salvatore Volpe, di Riesi e il calabrese Domenico Lopreiato, di Stefanaconi: hanno entrambi trent'anni.
Hanno inventato, e brevettato, un nuovo tipo di comunicazione del quale il toothing - moda recentemente esplosa sui treni e le metropolitane inglesi
per dichiarare la propria immediata 'disponibilità' tramite il telefonino - non è che una particolare applicazione. Il progetto, per il quale
l'Istituto Mario Boella ha condotto lo studio di fattibilità e ne curerà la realizzazione, ha dato vita a "Motromica", uno studio tecnico che
l'Incubatore del Politecnico si preoccuperà di far divenire 'impresà e di immettere quindi sul mercato.
In cosa consiste? "Il Lop, questo il nome dell'invenzione, è in grado di trasporre sul telefonino uno stato d'animo, un interesse, un desiderio anche
pratico - spiegano gli ingegneri - e di comunicarlo ad altri, formando così dei microcosmi comunicativi riservati alle sole persone che ne fanno
parte, che condividono cioè quello stesso 'caratterè in quel momento, che provano quella stessa emozione. Non solo sesso, come nel caso inglese, ma
anche sentimenti, gioco, interessi: lontani dalla perplessità e dall'incertezza e, soprattutto, sapendo che l'altro è lì nei paraggi".
Per la destinazione, Volpe e Lopreiato hanno pensato subito ai teen-agers: il Lop è gratuito, si presta benissimo al gioco e al divertimento, e le sue
tante funzionalità corrispondono allo spirito spesso volubile dei più giovani: "E' proprio considerando la volubilità comunicativa dei ragazzi che
abbiamo previsto delle funzioni 'a tempo', che scadono come un qualsiasi prodotto di consumo, quando non vengono rinnovate. Totale disimpegno, dunque,
nella massima sicurezza. Qualche anno fa i ragazzi erano presi dalla manìa di allevare pulcini virtuali: perché non dovrebbero appassionarsi all'idea
dei 'telefonini amici'?".
Ma il risvolto commerciale c'è, e non è affatto da sottovalutare. Ogni utente (l'applicazione del microcip non costerà più di 50 euro) inserirà nel
cellulare, con il nickname, il proprio profilo caratteriale, ad esempio: Marilyn, vent'anni, tra due giorni farò l'esame di inglese, stamattina voglio
comprarmi dei jeans di marca a meno di 30 euro. Ed ecco che, passando in una strada o in un particolare quartiere, il profilo di Marilyn incrocerà
altri profili simili al suo, ricevendo proposte d'amicizia o di conoscenza, o il nome del negozio che, in quella strada, vende jeans firmati a meno di
30 euro.
Nascerà in questo modo una microcomunità di persone che, in quel momento, condividono lo stesso interesse o cercano e offrono gli stessi servizi. La
modalità di utilizzo è quella delle ricetrasmittenti. "La differenza rispetto al modello londinese, che si limita a 'richiami sessualì e che utilizza
tecnologie già esistenti sul mercato - aggiunge Lopreiato - è che non c'è limite di spazio e non ci si registra da nessuna parte. Non c'è un server
centrale, che trasmette le informazioni, ma sono gli utenti a scambiarsele fra loro. Siamo contenti che al Politecnico abbiano creduto in questo
progetto". Le prime sperimentazioni, a breve, alle Gru di Grugliasco e nei locali dell'ateneo.
Sono 15 milioni di euro i fondi stanziati dall'UE per finanziare il progetto P2P-Next, per evolvere questa tecnologia. Mentre gli Stati Uniti storcono
il naso...
A differenza degli USA, l'Europa è a favore dello scambio di file attraverso i protocolli di condivisione web. A dimostrarlo sarebbe un investimento
dell'Unione Europea in favore di un progetto volto a sfruttare i Torrent come sistema di distribuzione per le Internet Television.
Col nome di P2P-Next, il programma servirà infatti per sviluppare questo sistema a partire da Tribler, un social software Open Source che permette la
condivisione di contenuti multimediali come musica e video.
A spingere verso questa scelta, l'utilizzo sempre più diffuso del peer-to-peer da parte degli utenti della Rete, sempre più avvezzi alla visione di
serie televisive e film sul proprio personal computer.
Anziché penalizzare questa scelta, ad esempio attraverso l'introduzione di DRM sempre più potenti o la punizione delle più piccole trasgressioni
(tattica prediletta dagli Stati Uniti), l'UE sembra invece propendere per un'altra strada: sfruttare questa nuova nicchia di mercato.
Una fetta di utenti che sembra far gola a molti, considerando i nomi presenti fra la ventina di soggetti che compongono il panel di P2P-Next. Come ad
esempio la tradizionalissima BBC, che potrebbe sfruttare la nuova tecnologia come un medium diverso per rivendere i suoi contenuti.
Varato nuovo progetto tecnologico per offrire ai cittadini un accesso multimediale agli archivi storici
Si chiama .Doc - Polo Informativo degli Archivi Umbri il nuovo progetto avviato dalla regione per aprire ai cittadini il patrimonio di risorse
documentarie del territorio grazie all'impiego delle più moderne tecnologie informatiche.
Presentato a Perugia a Palazzo Donini, .Doc potenzierà l'offerta del portale istituzionale Regioneumbria.Eu, che da ora in poi potrà beneficiare di un
nuovo software per la gestione dell'Anagrafe Archivi storici.
«Con il Polo Informativo vogliamo dimostrare che la cultura è una dimensione aperta», ha sottolineato il direttore ai Beni e alle Attività culturali
della Regione Umbria, Ernesta Maria Ranieri.
«Il "Polo" si pone come anello di congiunzione tra le realtà locali e i sistemi informativi archivistici nazionali, in particolare "Siusa" e "Sias"»,
ha aggiunto Maria Grazia Pastura, della direzione generale per gli Archivi per il ministero per i Beni e le Attività culturali, «ed ha l''obiettivo di
integrare informazioni già disponibili sui sistemi centrali con notizie di maggiore dettaglio».
L'umbria conferma così il suo impegno nel processo di sviluppo informatico e tecnico-scientifico della PAL, in particolare per quanto riguarda
l'accesso ai dati e l'implementazione delle banche dati.
Realizzato da Regione, Soprintendenza archivistica per l'Umbria e Archivi di Stato di Perugia e Terni con il sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio
di Perugia, .DOC ha beneficiato di un investimento pari a 60mila euro, di cui 40mila della Regione e 20mila della Fondazione Cassa di Risparmio.
Per il rilancio della competitività
e della crescita del Sistema Paese...
L’iniziativa del Progetto Italia Digitale 2010 intende:
- richiamare l’attenzione sul ruolo cruciale delle tecnologie dell’informazione e comunicazione (ICT) per lo
sviluppo della produttività, competitività e crescita delle imprese e delle economie - sottolineare l’urgenza di un progetto condiviso da tutti i
diversi soggetti del paese con specifico
riferimento all’area delle tecnologie informatiche (IT) per recuperare rapidamente il gap dell’Italia nell’IT
rispetto agli altri paesi e cogliere le opportunità offerte dalle tecnologie digitali, dalle reti a banda larga ai
nuovi servizi e contenuti digitali.
Senza un efficace e diffuso utilizzo dell’IT le imprese italiane sono destinate a peggiorare la loro capacità
competitiva a fronte di concorrenti (e di interi sistemi paese) che stanno fortemente investendo in
tecnologie e reti informatiche in un contesto mondiale di crescente competizione digitale che rischia di
condurre ad una ulteriore emarginazione dell’Italia.
Proposte per l’Italia Digitale 2010
Perché il Progetto Italia Digitale 2010
Negli ultimi 10 anni l’Italia ha evidenziato un gap, sempre più ampio di competitività e crescita rispetto ai
maggiori Paesi, che ha avuto un’accelerazione nell’ultimo triennio.
L’obiettivo del Progetto Italia Digitale 2010 è quello di sottolineare l’urgenza di un piano condiviso da tutti i
soggetti (Governo, partiti, imprenditori, forze sindacali e Associazioni di categoria) del sistema che ponga
come obiettivo prioritario quello dell’innovazione dell’intero Sistema Paese sfruttando tutto il potenziale che
le tecnologie e le soluzioni che fanno capo all’ICT possono conferire al rilancio della sua competitività e della
sua crescita.
Le analisi di economia e politica industriale evidenziano che la competitività delle PMI è strettamente legata
a due fattori generatori di innovazione: il territorio e la rete.
La rete significa partecipazione a filiere od ecosistemi non solo a livello territoriale ma anche a livello
globale:
- reti territoriali con integrazioni ed interrelazioni tra operatori privati, operatori pubblici e strutture formative
e di ricerca del territorio
- reti di economie e sinergie esterne globali per trasformare gli attuali distretti ( per lo più territori di
specializzazione produttiva frammentata e non sistemica) in poli di eccellenza riconosciuti
internazionalmente
- reti in cui il baricentro è basato sulla centralità degli investimenti immateriali nei flussi di comunicazione e
transazione e soprattutto nelle risorse qualificate...
L'associazione ITALIA DIGITALE, come tante altre sorte in quest'era digitale, nasce da un gruppo di persone conosciutesi via Internet ed accomunata
dal desiderio e dalla convinzione che si possa e si debba unire le forze e contribuire efficacemente insieme per far progredire la cultura digitale ed
il mondo dell'Open Source italiani. Persone e professionisti qualsiasi, che si sono scoperti uniti dalla passione per la Rete, per i modelli
collaborativi e per le nuove tecnologie... oltre che dalle cene e dalle bevute, vero motore di ogni civile ed umano confronto, e dalle accese
discussioni.
La firma digitale compie nove anni e festeggia con risultati di tutto rilievo che pongono l’Italia, il primo paese europeo ad addottorare questo
innovativo strumento elettronico, all’avanguardia rispetto agli altri Stati europei e mondiali.
Tra l'altro rappresenta uno dei 10 obiettivi del Piano per l’eGovernment, che si sviluppa su tre pilastri: la diffusione della firma digitale
all'interno delle amministrazioni, con distribuzione a dirigenti e funzionari con potere di firma, e relativa formazione; l’intervento su applicazioni
e servizi, per renderli accessibili in sicurezza tramite la firma digitale; le iniziative specifiche di stimolo all'utilizzo della firma da parte di
gruppi specifici di utenti esterni all'amministrazione...
Firma digitale. Il primato dell’Italia: 3 mln le card emesse e 100 mln i documenti sottoscritti.
Sono infatti oltre 3 milioni le card elettroniche emesse, circa 100 milioni i documenti sottoscritti in modo digitale, 18 i certificatori emissari
delle carte.
L’Italia, secondo le rilevazioni della Commissione europea, oltre ad applicare gli standard comunitari, ha messo in atto anche chiare regole a livello
nazionale – Dlgs 10/2002, del DPR 137/2003 - che potrebbero essere formalizzate dalla Commissione europea nell’ambito della revisione della Direttiva
del 1999, per accelerare l’adozione di questo strumento in grado di semplificare notevolmente, mediante l’innovazione tecnologica, i rapporti tra
cittadini, imprese e Pubblica Amministrazione centrale e locale.
Ricordiamo infatti che i documenti informatici, sottoscritti con firma digitale o con un altro tipo di firma elettronica qualificata, hanno pieno
valore legale ed evitano spostamenti di persone, atti da spedire, archiviare e gestire. Questi documenti, inoltre, permettono di validare legalmente a
distanza un contratto, di emettere una fattura commerciale o un ordine di acquisto.
Sulla base dei parametri fissati dal CNIPA, che gestisce l'elenco dei certificatori accreditati e controlla il rispetto delle norme, la legge
riconosce che “…Il documento informatico, sottoscritto con firma digitale o con un altro tipo di firma elettronica qualificata, ha l'efficacia
prevista dall'art. 2702 del Codice civile. L'utilizzo del dispositivo di firma si presume riconducibile al titolare, salvo che questi dia prova
contraria”.
Ecco perché la firma digitale rappresenta anche un valido strumento per ridurre le spese: secondo i dati Unioncamere, ad esempio, le aziende italiane
possono risparmiare ogni anno 260 milioni di euro, tenendo conto solo dei rapporti che periodicamente debbono intrattenere con il Registro delle
Imprese.
Ad agevolare la diffusione di questo strumento telematico nel nostro Paese è intervenuta nel 2006 l’adozione del Codice dell'Amministrazione Digitale
che ha rafforzato ulteriormente il diritto dei cittadini a scambiare comunicazioni mediante posta elettronica con le PA, non più solo con quelle
centrali ma anche con quelle locali, introducendo il diritto di rivolgersi al giudice amministrativo per obbligare i pubblici uffici a rispettare
l’obbligo di risposta e dando quindi valore probatorio al documento informatico sottoscritto.
Molti dei meccanismi introdotti dall’Italia in questi nove a garanzia dell’autenticità, dell’integrità e della non ripudiabilità da parte del
firmatario del documento informatico anni sono “…pressoché unici a livello mondiale”, spiega il CNIPA, che sottolinea il grande lavoro portato avanti
nel nostro Paese soprattutto in fatto di cultura del documento informatico e di graduale abbandono del documento cartaceo, “…con tutti i problemi e
costi connessi alla sua gestione e archiviazione, non solo nei rapporti tra cittadini e Pubblica amministrazione, ma anche nelle relazioni tra
imprese”.
Obiettivi importanti e riconosciuti anche dalla Commissione, che ha preso i protocolli italiani di interoperabilità come modello base a livello
europeo.
Spiega il CNIPA, infatti, che a differenza di quanto avviene nel resto d’Europa, “qualunque firma digitale emessa da uno dei 18 certificatori
accreditati dal CNIPA consente la sottoscrizione con standard tecnologici che permettono la completa circolarità dei documenti”.
La firma digitale rappresenta uno dei 10 obiettivi del Piano per l’eGovernment, che si sviluppa su tre pilastri: la diffusione della firma digitale
all'interno delle amministrazioni, con distribuzione a dirigenti e funzionari con potere di firma, e relativa formazione; l’intervento su applicazioni
e servizi, per renderli accessibili in sicurezza tramite la firma digitale; le iniziative specifiche di stimolo all'utilizzo della firma da parte di
gruppi specifici di utenti esterni all'amministrazione.
Qualcuno di voi è stato invitato domani sera alla festa di laurea di Mirco? se è si fatemi sapere xchè io devo ancora fargli il regalo e se qualcuno
viene glielo possiamo fare insieme almeno abbiamo + budget...
Originariamente scritto da ciccina
Qualcuno di voi è stato invitato domani sera alla festa di laurea di Mirco? se è si fatemi sapere xchè io devo ancora fargli il regalo e se qualcuno
viene glielo possiamo fare insieme almeno abbiamo + budget...
per inserire correttamente un link, devi fare copia ed incolla direttamente e premere la barra-spaziatrice una o anche due volte e poi vai a capo
premendo invio un paio di volte in modo che i link non si impiccino fra loro!
spero di esserti stato d'aiuto!
Verà lanciato il 7 gennaio il motore che aspira a diventare l'alternativa a Google. Parola del fondatore di Wikipedia.
Botta e risposta tra Google, massima espressione mondiale tra i motori di ricerca e Wikipedia, l'enciclopedia libera e open source, nata da un
progetto collaborativo al quale inizialmente ben pochi avevano dato credito.
Nel libro ho trovato un piccolo riferimento a questa "smart dust" , mi è sembrato interessante approfondire e su youtube ho trovato questo video:
DI FEDERICO RAMPINI
La Repubblica
"Smart dust", un pulviscolo composto di miriadi di microchip. Usata in segreto in Afganistan
SAN FRANCISCO - Gli scienziati californiani l'hanno battezzata smart dust, "polvere intelligente". Il Pentagono la definisce "Ia tecnologia strategica
dei prossimi anni". Un giorno cambierà Ia nostra vita; intanto sta già cambiando il modo di fare la guerra e potrebbe avere un test decisivo in Iraq.
Il pulviscolo intelligente è fatto di miriadi di computer microscopici. Ognuno misura meno di un millimetro cubo ma incorpora sensori elettronici,
capacità di comunicare via onde radio, software e batterie.
Invisibile e imprendibile, la polvere di intelligenze artificiali si mimetizza nell'ambiente e capta calore, suoni, movimenti. Può essere diffusa su
territori immensi e sorvegliarli con una precisione finora sconosciuta. Sa spiare soldati standogli incollata a loro insaputa, segnala armi chimiche e
nucleari, intercetta comunicazioni, trasmette le sue informazioni ai satelliti.
3 possibili location per Herzog:
-Porto S.Elpidio: la pineta per "Aguirre"
-Bolognola: le rocce per "Cuore di vetro" e il paesaggio dall'alto per "Aguirre"
-Frontignano: il prato per "Kaspar Hauser".
Le 3 TAG: un nuovo linguaggio(la società dell'informazione); la soggetività; la tutela della privacy
Il mio percorso:
Io mi sono concentrata più che altro sull'avvento di un nuovo linguaggio e i vari riscontri negativi e positivi che esso può avere sulla società.
La società odierna viene definita, spesso, "società dell'informazione". Ne è un esempio una tesi che ho preso in considerazione http://www.tecnoteca.it/tesi/e_learning/versoelearning/lasocietadel...
in cui, appunto, si parla proprio dell'importanza dell'informazione( non solo tradizionale, ma tutta quella gestita dall'elettronica) che è al centro
di tutto e fattore di sviluppo economico e culturale per la società stessa.
Il web sta assumendo una dimensione sociale. http://salpetti.wordpress.com/category/web-20
Ci troviamo in un mondo, in cui l'importante è condizionare gli utenti, inculcare i messaggi che vengono "mandati" attraverso strategie (il media
televisivo). http://it.wikipedia.org/wiki/Mass_media
Con i nuovi sistemi di internet, ad esempio è possibile condividere informazioni, la conoscenza, addirittura cercare lavoro. I social network.
E' possibile attraverso la presentazione di se stessi, dare informazioni necessarie on-line. Da qui in un certo senso si espone la propria
soggettività. http://www.apogeonline.com/webzine/2008/01/22/23/200801222301
Un problema che si può riscontrare con l'avvento di internet è quello della non tutela della privacy, perchèè un qualcosa che può andare fuori dal
controllo di chi pubblica e di chi è il diretto interessato; per non parlare della possibilità dell'elaborazione dei dati...in base a ciò che si
scopre, ci possono essere proposte cose legittime, come cose, invece, con fini meno nobili. http://www.interlex.it/regole/mcselfrg.htm