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carlo
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dare aria alla lettura
Quota: | Originariamente scritto da pinuccia
Quota: | Originariamente scritto da gino santoro
Cominciamo dai più piccoli che sono anche i più importanti. (...)[/quote
abbiamo scritto insieme con michael (...) sono molto attente nell'interpretare al meglio la coniugazione tra materie e attività di libera espressione.
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solo una piccola annotazione funzionale:
quando fate il quote, come adesso, e il testo è molto lungo,
tagliatelo e mettete (...)
e poi usate gli spazi e l'Invio per dare più aria alla lettura...
si legge meglio.
ciao |
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bea
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a proposito della scuola del cerchio...
Mi piace…
lavorare in uno spazio dove non ci sono banchi, sedie, cattedre, dove il libro di testo è il nostro diario di bordo, dove a volte il professore
ascolta e l’alunno spiega, dove poter leggere delle avventure di Ulisse anche se non è previsto dalla programmazione didattica…
Mi piace...
ritrovare un tempo per ridere e un tempo per piangere, un tempo per raccontare e un tempo per ascoltare, un tempo per guardare e un tempo per chiudere
gli occhi, un tempo per tacere…
Mi piace...
avere la possibilità di reinventare spazi e tempi fuori/oltre gli spazi e i tempi scolastici prestabiliti e rigidi, e purtuttavia dentro gli spazi e i
tempi della scuola.
Mi piace...
cercare, una volta tornata a casa, tra i versi dell’Odissea un brano che raccontando della nostalgia di Ulisse, catturi e dia forma alle nostalgie
mie e dei miei compagni di viaggio
Mi piace...
il racconto di Matteo, così com’è.
Mio fratello si trova in AFGANISTAN lo sento al telefono piango vorrei andare anche io però non posso lo mandato una lettera lui mela rimandata c’era
scritto anche io sento nostalgia di te caro fratello mio infatti qualche sera piango delicatamente sogno te quando eri piccolo ti guardavo eri carino,
ma pure oggi mene sono andato via lontano in AFGANISTAN per fare una missione io lo conservata dentro il mobile mio era una bellissima lettera ho
pianto per tutta la giornata mio fratello mi a telefonato io ho pianto non ho fatto in tempo a dire neanche una parola anche lui ha pianto vuol dire
sentiva nostalgia di me anche io alla fine mi sono fatto coraggio lo chiamato ha risposto era contento era felice abbiamo parlato però doveva chiudere
perché doveva uscire io ero felice e non vedo lora così torna e così mi porta qualche pensierino nelle sue lettere dice che non c’è niente stanno
seduti non ci sono sparatorie guardano qualche cosa a casa giocavo con te invece qui non so cosa fare se c’eri tu giocavo felice con le pistole finte
correvo giocavo con la bici ti facevo giri con il motore, giocavamo alla playstation ma pure oggi te ne sei andato non possiamo più giocare come una
volta eri felice pure io non ti ricordi che giocavamo a guardia e poliziotti poi ad un tratto era arrivata la posta abbiamo corso felice era per te
per il mio fratello c’era scritto tu devi partire entro ggii sul treno dell’AFGANISTAN era lontano ma pure sono andato ad accompagnarlo alla stazione
era partito ho pianto più non posso alla fine io non vedo lora che arrivi natale e speriamo che ritorni io non vedo lora che arrivi sul treno di Lecce
felice.
La verifica di italiano di Matteo, sabato, è stata un disastro.
Anche questo testo è pieno di errori, senza alcuna punteggiatura.
Ma è un testo vivo.
La verifica potremo farla quando il fratello di Matteo sarà tornato dall'Afaganistan.
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ritabortone
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bisogno di comunicare con gli insegnanti
ragazzi (mi rivolgo agli insegnanti!) ma in quale forum c'è la possibilità e la voglia di comunicare tra adulti su cose adulte? Vedo che i forum
"adulti" sembrano morti!. Perchè? Io ho bisogno di sentirvi, per sapere come vanno le cose e come vanno i pensieri. Se il forum non lo volete
utilizzare, per parlare con me, allora devo promuovere un incontro "in presenza". Cosa volete fare?
Una domanda per i ragazzi(alunni): come sarebbe la scuola se fosse tutta come le ore di laboratorio? E' possibile fare una scuola che sia come il
laboratorio? Mi interessa la risposta dei più piccoli e dei più grandi. Il più possibile autonoma e non "guidata". Solo se la richiesta è compatibile
con il vostro lavoro, s'intende! ciao.
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carlo
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oltre i curricoli
Quota: | Originariamente scritto da ritabortone
ragazzi (mi rivolgo agli insegnanti!) ma in quale forum c'è la possibilità e la voglia di comunicare tra adulti su cose adulte? Vedo che i forum
"adulti" sembrano morti!. Perchè? Io ho bisogno di sentirvi, per sapere come vanno le cose e come vanno i pensieri. Se il forum non lo volete
utilizzare, per parlare con me, allora devo promuovere un incontro "in presenza". Cosa volete fare?
>>>non è male come "minaccia"
signore (o ragazzi...ragazze...) questa provocazione di rita è emblematica:
provate a pensare quanto potrebbe essere funzionale
oltre che bello ed affascinante
usare i forum x fare consigli di classe (senza sostituirli, integrare quelli in presenza con quelli on line...)
usare i forum x lavorare
Una domanda per i ragazzi(alunni): come sarebbe la scuola se fosse tutta come le ore di laboratorio? E' possibile fare una scuola che sia come il
laboratorio? Mi interessa la risposta dei più piccoli e dei più grandi. Il più possibile autonoma e non "guidata". Solo se la richiesta è compatibile
con il vostro lavoro, s'intende! ciao. |
proprio in questi giorni a bolzano stiamo lavorando intorno a questi concetti
date un'occhiata su
http://www.emscuola.org/weblogs/
e francesco antinucci (avete letto il suo "la scuola s'è rotta" di laterza ?)
ha appena lanciato un'esperienza di scuola/laboratorio oltre i curricoli...
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ritabortone
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...
provate a pensare quanto potrebbe essere funzionale
oltre che bello ed affascinante
usare i forum x fare consigli di classe (senza sostituirli, integrare quelli in presenza con quelli on line...)
usare i forum x lavorare...
caro Professor Infante, sai che in una scuola di Lecce che si chiama "A. Galateo" e in cui gli insegnanti lavorano troppo, la preside ha fatto la
proposta al Collegio di istituire tanti gruppi a distanza quanti sono gli organismi di lavoro interni, e ha cominciato a fare anche qualche circolare
telematica, e con il suo gruppo di progetto lavora già così? e sai che questa scuola ha promosso la costituzione di una rete civica tra tutte le
scuole di base di lecce, e ha costruito un portale per stimolare comunicazioni di lavoro e di scambio per piccoli e adulti, e che l'attività sta per
cominciare, mancano le designazioni formali per dare il via alla cosa? ma sai che la cosa fallirà miseramente se gli insegnanti non ci "entrano"?
guarda http://www.scuoladibase.lecce.it
Ancora neanche lo si conosce, ma l'idea è quella!
...
proprio in questi giorni a bolzano stiamo lavorando intorno a questi concetti
date un'occhiata su
http://www.emscuola.org/weblogs
>>>
muoio d'invidia per chi ha il tempo di seguire tutti gli eventi e i siti che ci comunichi...<<<
...e francesco antinucci (avete letto il suo "la scuola s'è rotta" di laterza ?)
ha appena lanciato un'esperienza di scuola/laboratorio oltre i curricoli...
>>>
lo compreremo e in treno lo leggeremo
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nika
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ITAS G. DELEDDA
il progetto continua nel migliore dei modi... purtroppo non abbiamo avuto modo di conoscere gli altri ragazzi delle elementari, medie e gli
universitari. Il 3 e il 4 Dicembre incontreremo due attori di teatro... non vedo l'ora!
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simo
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ITAS G.DELEDDA
Ciao!sono una nuova alunna di questa scuola!mi hanno parlato di questo progetto, mi sembra una cosa molto carina e mi entusiasma solo l'idea ke
dovremmo lavorare con i ragazzi dell'elementari, delle medie e dell'università!
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Ely
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Ely
Junior Member
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Oggi purtroppo il progetto non si fa perchè in classe siamo pochi. Ma ne abbiamo approfittato per parlare di quello che ne pensiamo, e illustrare,
anche se approssimativamente, il progetto ad una nostra nuova compagna. la prof. ci ha detto anche che il 3\4 dicembre con noi ci saranno anche due
attori............veri......wowwwwww!!!!!!!!!!!
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gino santoro
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per gli studenti del "Deledda"
Messaggio per gli studenti del “Deledda”.
Prima di tutto una informazione.
Come responsabile del Centro per l’Integrazione dell’Università di Lecce, d’intesa col Provveditorato agli Studi, ho promosso un coordinamento fra
tutte le scuole medie superiori di Lecce per cercare di offrire agli studenti disabili che intendono completare la loro formazione nell’Università le
informazioni sui corsi e i servizi attivati nel nostro Ateneo. Il coordinamento avrà anche il compito di proporre soluzioni ai problemi relativi alla
didattica e ai servizi. Se avete suggerimenti in proposito potete usare anche il forum. Il progetto “Per una integrazione partecipata: quale teatro”
persegue anche l’obiettivo di trasferire il patrimonio di esperienze accumulato prima nella scuola dell’obbligo e, da qualche anno, nelle superiori al
mondo accademico. Si tratta di un passaggio importante. Infatti nell’università vengono formati, attraverso i corsi SISS anche gli insegnanti di
sostegno. Se la formazione di questo personale è inadeguata o impostata in modo scorretto si creano effetti negativi che a valanga investono tutti gli
ordini di scuola. Ad esempio, se viene privilegiata una impostazione di tipo medicale e specialistico gli insegnanti di sostegno partiranno dalla
convinzione che la disabilità sia una patologia, una malattia e finiranno per prendere in considerazione i ragazzi disabili non per quello che sono e
per le capacità che hanno, ma per quello che non sono e per le ‘incapacità’. Questo tipo di approccio non è solamente sbagliato dal punto di vista
scientifico, ma è anche deleterio dal punto di vista sociale perché esclude risorse straordinarie sulla base di pregiudizi. Pensate, il più importante
fisico teorico del mondo, Stephen W. Hawking, è un handicappato gravissimo. La natura può creare menomazioni ma i pregiudizi e l’ignoranza presuntuosa
creano disabilità ed esclusione.
Il quadro di Bosch “La nave dei folli” insieme all’ “Elogio della follia” di Erasmo possono costituire utili punti di partenza per una riflessione
sulla diversità e l’emarginazione. Ma è anche importante ‘vivere’ e ‘agire’ percorsi d’integrazione.
Dimenticavo: Hawking può comunicare con gli altri solo attraverso un computer.
Fatevi sentire
Gino
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lindam
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dal mio diario di bordo...
SCUOLA MEDIA GALATEO
18-11-02
Ritorno al laboratorio di libera espressione!
Mi sono allontanata per un po’, ma i ‘moduli’, le verifiche, la correzione, l’organizzazione delle ‘classi aperte’, che hanno fatto ridurre per tre
settimane le ore di laboratorio a due (anziché quattro), mi hanno impedito di “esserci”.
Sono ritornata oggi e sono felice di ricominciare ad osservare i ragazzi in contesti diversi, in spazi “dove non ci sono banchi, sedie, cattedre, dove
il libro di testo è il nostro diario di bordo…”.
Abbiamo lavorato insieme a Beatrice e Francesca con il corpo; i ragazzi sembravano divertirsi, ma a volte imbarazzarsi.
E’ bastato chiedere di prendersi per mano e formare delle coppie miste a inibirli, tanto che qualcuno ha preferito uscire dal gioco.
Si era creato un contesto comunicativo “forte” nel quale sono emerse, ahimè, tutte le inibizioni possibili di una persona (le stesse inibizioni le ha
riscontrate Vigano nel corso di formazione per gli insegnanti).
Forse il gesto di darsi la mano non ha ancora assunto significato; forse la comunicazione che avviene tra i banchi, durante le ore di lezione, non
sempre è “vera”; forse esistono barriere inconsce tra noi e gli altri, e forse abbiamo tutti una maschera che impedisce di guardare i nostri volti e
di leggere i nostri bisogni…
Ho in mente di leggere i diari di bordo dei ragazzi lunedì prossimo, per scoprire se qualcuno ha avvertito il disagio che io ho percepito. Se no, sarà
il caso di far analizzare i loro comportamenti? E sarà il caso di far scrivere le loro riflessioni in merito su di un’altra pagina? Non lo so.
Chiederò il parere di Beatrice.
E inoltre mi chiedo: se non proviamo ad abbattere queste barriere, se non proviamo a toglierci di dosso le nostre “maschere”, ci potrà mai essere
“partecipazione vissuta”? E potrà mai migliorare la qualità dei processi di integrazione?
Il corpo, la gestualità, il contatto fisico, inevitabile, se si riempiono di significati sono sicuramente elementi che facilitano il processo di
comunicazione “vero”.
E paradossalmente gli ambienti meno “protetti” sembrano essere non le aule, dove ognuno di noi (insegnanti e alunni) si sente sicuro nel proprio ruolo
e del proprio ruolo, ma proprio negli spazi non strutturati dove si è costretti a mettere a nudo se stessi.
E quindi vedo ancora nodi da sciogliere: il laboratorio nell’aula magna è lo spazio imprescindibile di partecipazione, ma deve diventare un
“strumento” trasferibile e non contrastante con gli “ordinari” spazi scolastici.
Raggiungere questo obiettivo è, forse, il primo passo che ci porterà a conciliare il teatro di partecipazione e scrittura libera con i curricoli
disciplinari.
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bea
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AVVERTENZA
A te, navigatore della rete
Il testo che stai leggendo l’ho prima pensato, poi l’ho scritto e riscritto con la biro blu, poi l’ho trascritto in word, infine col “copia-incolla”
l’ho introdotto nella rete decidendo di occupare uno spazio nel forum “Tracce dal Laboratorio di libera espressione a Lecce” ed uno spazio nel forum
"Corso di Informatica Multimediale. Teoria e tecniche del teatro in ambiente digitale a Lecce".
Avrei voluto mettermi davanti al computer e riversare “di getto” i miei pensieri nella finestrella del “new reply” dopo aver fatto “logout” e poi
“login”, quindi “invio”.
Ma nessuna delle parole che attivavano azioni su quello schermo vitreo mi risultavano amichevoli. Lo stesso monitor mi dava l’impressione di un occhio
di vetro, freddo, cieco…
Insomma, avevo l’impressione di avere davanti un blocco di ghiaccio dentro il quale riversare emozioni, sentimenti, storie.
Poi ho riflettuto. Ed ho scoperto una cosa ancora più inquietante: in un qualche momento dovevo aver deciso che le storie più affascinanti, le frasi
più belle, le emozioni e i sentimenti più vibranti che emergevano nel corso delle attività del Laboratorio a scuola le avrei tenute per me, nella
cassaforte del mio diario di bordo.
Ora sto scrivendo, ma non riesco a liberarmi della fastidiosa sensazione che sto forzando zone delicate, pieghe che dovrebbero restare piegate.
Una violenza sottile che, se non sarà compensata con rapporti veri, incontri importanti, rischia di produrre solamente inutili piaghe.
Il lavoro nel Laboratorio li libera espressione nella Scuola Media GALATEO procede.
Sono stanca (fisicamente).
Molti pensieri mi attraversano la testa. Si tratta soprattutto di interrogativi, che producono altri interrogativi. Domande piuttosto che risposte.
Incertezze piuttosto che certezze.
Da un po’ di tempo mi interrogo sul perché io continui a provare disagio nei confronti della scrittura on-line, sul perché non la consideri affatto
una scrittura “creativa”.
Io, che pure riesco, a detta di tanti, a far scrivere testi straordinari e “creativi” anche a ragazzi solitamente demotivati, sprovveduti,
disorientati…
Io, che credo fortemente ed ho sperimentato quotidianamente la forza incredibile della parola scritta sulla parola orale, il suo valore
“terapeutico”…
Perché non riesco ad “essere spontanea”, “creativa”, a “scrivere di getto”, senza mediazioni, sul forum?
Ed invece ho bisogno di pensare, e poi di scrivere, di fissare sul mio diario i miei pensieri, per poi trascriverli ed inviarli on-line? …forse!
Sono ormai molti anni che uso il “diario di bordo” come strumento di lavoro per ascoltare, osservare, raccontare, ricordare, riflettere, confrontare
esperienze…
E sono molti anni che chiedo ai miei alunni di ascoltare, osservare, raccontare, ricordare, riflettere, confrontare le esperienze vissute insieme.
Da quando abbiamo avviato il Progetto I.N.D.I.R.E. anche i miei colleghi, la mamma di Francesco, Cristina, la sua (?!) assistente, scrivono il loro
diario di bordo.
E allora dov’è il nodo, la contraddizione? Perché continuo a provare disagio?
Il “diario di bordo” è strumento per la costituzione di un gruppo, è una scrittura intima che viene rivelata solo a chi ti è vicino, perché ha
condiviso con te la stessa esperienza. Sei al riparo da ogni giudizio, perché il giudizio non ha senso.
Nel “diario on-line” dov’è l’esperienza in comune, se chiunque può “entrare” e “spiare” e “giudicare” e pretendere di dare risposte e di porre
domande?
Che fine fa quella intimità che è il presupposto indispensabile per un diario?
Nella comunicazione che si realizza nel “diario di bordo” le esperienze attorno a cui si aggrumano gesti, pensieri, emozioni, parole, si fanno parola
scritta, cioè “qualcosa di permanente e di morto”, per dirla con Borges, per rinascere immediatamente e diventare parola orale, raccontata, “qualcosa
di alato, di lieve”, che incontra altre esperienze, altri gesti, altri pensieri, altre emozioni, altre parole. Un circolo virtuoso che si rigenera ad
ogni nuovo incontro.
Nella comunicazione on-line è la nostalgia della parola orale che si fa parola scritta per diventare parola orale, che vola… ma dove? da chi? quali
nuovi incontri potrà generare? o si disperderà in un nodo della rete?
L’unico modo in cui riesco a pensare di poter utilizzare, io, il forum è questo:
provare a trasferire alcune pagine dei nostri diari di bordo in uno spazio virtuale, in una piazza immateriale, e lasciare così delle “tracce”. Appena
una galleria di ombre rispetto all’esperienza ben più complessa che nella nostra scuola (e nelle altre due scuole) stiamo portando avanti.
Sperando con questo di incontrare altre esperienze, ben consapevoli che dietro ad ogni esperienza ci sono gesti, pensieri, emozioni, parole…
persone.
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stefina
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a me piace molto navigare in internet, però ho saputo che alcuni bambini sono morti a causa di internet mi piacerebbe navigare incompagnia dei
compagni di scuola e di te . Possiamo?
secondo me possiamo ciao ora ti devo lasciare ciao
stefi
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luc
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SCUOLA MEDIA GALATEO
nel nostro laboratorio stiamo animando le parole.
la professoressa un giorno ci ha detto:
"Le parole sono sementi di storie, e non si possono seminare a caso!"
Ogni parola si porta dentro e dietro una storia.
La parola "nostalgia" mi fa ricordare...
Mi piace molto il mare e ne ho molta nostalgia specialmente con queste belle giornate.
L'estate passo le vacanze vicino a S. Foca in un villaggio chiamato "Villaggio Nettuno" e vado a fare il bagno alla "iannara".
La "iannara" è un insieme di scogli bassi e alti con qualche insenatura dove c' è della sabbia.
Per fare i tuffi bisogna andare sullo scoglio più grande tutto circondato dal mare. Quando il mare è calmo l'acqua è meravigliosa e i suoi colori sono
ancora più belli.
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emi
Junior Member
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io in questo momento sto provando serenita', perche' probabilmente sto facendo una cosa che mi sta piacendo:
scrivere.
... per la verita' sto provando anche imbarazzo, perche' io non ho mai espresso le mie sensazioni a nessuno perche' sono una persona che non parla
molto dei suoi affari e tanto meno dei suoi sogni o dei suoi desideri.
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Ely
Junior Member
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Un piccolo intervento sulla risp.del sig.Santoro
Non penso sia vero che i folli e i malati (riprodotti nel quadro di bosch) siano proprio emarginati. Analizzando anche un documento sulla società
medievale, si nota da alcune piccole espressioni, che coloro che sono spesso emarginati, cioè i lebbrosi e i malati, dicono sempre la verità! Cio fa
capire che il mondo in cui viviamo è assurdo, perchè le persone considerate "normali" sono mascherate di falsità!!!
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Dolcezze
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TRISTANO E ISOTTA
CIAO A TUTTI ,SIAMO 2 RAGAZZE DELL'ISTITUTO I.T.A.S.DELLEDDA DI LECCE.OGGI ABBIAMO PARLATO CON LE DUE PROF.DI FRANCESE DI ISOTTA E TRISTANO.(ARGOMENTO
INCLUSO NEL PROGETTO).LA LORO STORIA PIENA DI FANTASIA E NEL SUO PROFONDO MOLTO MAGICA...
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simo
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Da simo&nika GRAZIA DELEDDA
28/11/2002
Prof.Gino Santoro il suo intervento ci ha davvero colpito!!! circa 3 settimane fa abbiamo ricevuto la visita dell'attore Antonio Viganò che ci ha
consegnato un'illustrazione della "Nave dei Folli"...abbiamo provato a commentarla e ad interpretare il suo messaggio...non è stato un lavoro facile.
oggi ne abbiamo riparlato durante l'ora di francese e siamo, finalmente, riusciti a capire: in quel dipinto erano presenti vari tipi di persone folli,
considerate malate e diverse.Esse venivano emarginate in quanto i loro discorsi erano considerati stupidi e privi di senso.Abbiamo definito, in
seguito, che l'assurdità del mondo era dovuta al fatto che le così dette "persone normali" in realtà si nascondevano dietro maschere, mentendo e
vivendo in falsità... i "folli", erano emarginati perchè invece erano troppo sinceri
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ritabortone
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per beatrice
quando si è intorno allo stesso tavolo (vedi che non dico più in un salotto, per non evocare contesti che non ci sono propri!), non freni comunque
quello che diresti alla persona singola se stessi sola con lei? così a me capita che quello che vorrei dire a te ora dopo aver letto il tuo
intervento, o a Linda quando ho letto il suo, magari non lo dico per intero, perchè appartiene ad un livello di comunicazione che nel forum, cioè per
gli altri, non "significa", mentre avrebbe senso per noi che viviamo contesti comuni ed esperienze comuni. ma non per questo io sento freddo il tuo
intervento, anche se lo hai predisposto prima di inserirlo. nenache io sono allenata a questa comunicazione, ma penso che possa suscitare emozione e
arrabbiatura o condivisione e sintonia o conflittualità come l'altra, quella in presenza. io non credo che questa comunicazione debba e possa
sostituire l'altra, ma penso che anche questa possa essere vera, perchè io la sento vera. se Linda mi ha chiesto perchè non ho risposto al suo
intervento ultimo, significa che lei comunicava per davvero, altrimenti non si sarebbe aspettata una mia risposta. Se tu hai scritto quelle cose, le
hai scritte anche a seguito (penso!) della conversazione che abbiamo avuto l'altro giorno sul rapporto che ciascuno di noi sta avendo col forum.
Allora significa che il tuo intervento è la prosecuzione (elaborata nella tua testa) di un nostro discorso avviato in presenza, del quale io sono
certamente una destinataria e una interlocutrice, anche se accettiamo che tutti "ascoltino" quello che ci diciamo e tutti partecipino dei nostri
pensieri. Chiaramente per ciascuno le nostre parole significano cose diverse, ma forse non è così anche in presenza? E forse mentre scrivevi non ti
sei chiesta se io ti avrei poi letta? man mano che il tempo passa io vado scoprendo (anch'io resistente alle nuove tecnologie, lo sai!) che spiare il
forum mi piace proprio per partecipare dei pensieri altrui e dire i miei.
a chi? Certo non è un caso che io non mi rivolga mai agli studenti, e preferisca parlare con voi adulti, non perchè gli studenti non mi interessino,
anzi!, ma perchè i miei interlocutori reali siete voi insegnanti. Quello che mi chiedo è se il diario di bordo sia un tipo di comunicazione che attiva
risposte o no. Voglio dire che la funzione espressiva del diario, la centratura sul sé, la dimensione quasi lirico-poetica non so se hanno ragion
d'essere in un forum. Mi chiedo se non sia normale che i pezzi di diario diventino pezzi da vetrina, restino statici, privi di risposta perchè non
pongono domande nè argomenti-problemi. voglio dire che non so se, in questo caso, testo e contesto sono congruentemente funzionali ad una
comunicazione reale. ma giuro che non sto facendo affermazioni, mi pongo solo delle domande. ne discuteremo di persona. ma non perchè qui non
potremmo, piuttosto perchè la nostra comunicazione può disporre anche di altri spazi.
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andri
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SCUOLA MEDIA GALATEO
Oggi 4/12/2002 non siamo stati in aula magna ma siamo andati nell'atrio del primo piano.
Abbiamo di nuovo incontrato Filippo e Micaela, ci siamo seduti in cerchio e uno alla volta abbiamo fatto finta di passarci un pallone dicendo poi il
nostro nome.
Successivamente abbiamo cercato di rappresentare i nostri sentimenti attraverso il corpo.
Poi, sempre con i gesti di prima, abbiamo formato a gruppi dei quadri e ognuno di noi doveva dare un titolo.
Infine ognuno di noi doveva correre lungo il corridoio, ritornare, far finta di camminare su un filo e esprimere un proprio desiderio.
Il mio desiderio era quello di avere un fratellino. Il desiderio di Gianluca era quello di andare in montagna. E' andato solo una volta.
Mi sono divertito un mondo, sopratutto quando ho fatto la statua!
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giangi
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Caro diario oggi durante l’attività teatrale siamo stati in compagnia di Filippo e Micaela due attori molto giovani che sono venuti da Lecco per
lavorare insieme a noi.
Il primo gioco che hanno proposto consisteva nel passarci una palla immaginaria un dopo l’altro , fino a farla ritornare nelle mani di Micaela ; poi
l’abbiamo rifatto però mentre passavamo la palla dovevamo dire il nostro nome.
Dopo ancora abbiamo fatto un gioco che abbiamo chiamato “IL GIOCO DELLE STATUE” che consisteva nel battere le mani verso un compagno/a e dire il
proprio nome verso di questo.
Il gioco era molto semplice, però era difficile rimanere fermi sempre in una stessa posizione. Era difficile perchè dovevi pensare a tante cose
insieme: per es ldovevi pensare alla posizione che volevi assumere, dire il nome gridando, poi dovevi battere le mani, dovevi dire il tuo desiderio e
poi... ero emozionato!
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romolo
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Caro diario,
oggi 04/12/02 sono venuti due attori che si chiamavano Micaela e Filippo. Noi ci siamo divertiti molto perché ci fanno fare molti giochi tra cui:
scappare e dire un nostro desiderio e io Cristian Margiotta ho detto che desideravo che Filippo e Micaela ritornino al più presto possibile perché
sono delle persone speciali che ci fanno divertire e giocare molto.Io sono Romolo e anch’io ho espresso un desiderio ed è quello di avere un cane
perché il mio è morto da pochi giorni.Io spero che nessuno proverà questa esperienza brutta come la mia.Questa esperienza è stata molto bella perché
abbiamo conosciuto persone nuove e ora vi salutiamo.
BY
CRISTIAN E ROMOLO
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matteo
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COSA ABBIAMO FATTO OGGI
Oggi 4- 11- 2002,, siamo andati nell’atrio
del primo piano a incontrare FILIPPO e MICAELA ci siamo uniti in cerchio abbiamo detto il nostro nome e il nostro desiderio il mio desiderio era
vorrei che mio fratello stesse qui a guardarmi come faccio il teatro.
Alla fine ci siamo riuniti in cerchio e ci siamo stretti.
In quel momento provavo una grande sensazione e amicizia e felicita.
Mia madre e felice di questa esperienza del teatro perché siamo entrati nella vita del teatro….
SPEDICATI…...
MATTEO……
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samuela
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Lecce, 4 dicembre 2002-03
Caro diario, oggi è stata una giornata che più bella non si può!!!!!!!!!
Ci sono venuti a trovare Filippo e Micaela insieme ad altri attori, studenti universitari.
È stata una giornata un po’ particolare perché non siamo stati (come sempre) in aula magna ma nell’ atrio della scuola del 1° piano perché l’aula
magna era occupata a causa di una riunione. Abbiamo giocato al gioco delle statue e ci siamo divertiti molto. Ci sentivamo importanti perché tutti ci
guardavano e perché noi provavamo emozioni diverse dagli altri!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Dopo Filippo ci ha chiesto di esprimere i nostri desideri e noi,
(Carola e Samuela) abbiamo detto che vogliamo continuare a vivere questa esperienza “Teatrale” con gioia ed armonia fino alla terza media.
Dopo essere stati (x la 2° volta) con Filippo e Micaela abbiamo capito che giocando si impara.
È stata una giornata ricca di fantasia e allegria e non la dimenticheremo mai!!!!!!!!!!!
Da Samuela e
Carola.
Ciao e alla
prossima!!!!!!
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emi
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Caro Diario, 4 dicembre 2002
oggi siamo stati con Micaela e Filippo.
Abbiamo fatto dei nuovi giochi: il primo e stato trovare una particolare posizione, in seguito abbiamo fatto una corsa per poi far finta di camminare
su un filo. Una volta finito il percorso, abbiamo espresso un desiderio.
I nostri desideri sono:
Riavere accanto mio nonno, rivedere Martina, mettermi a ballare, sperare che questa esperienza non finisca mai.
E’ stato molto divertente quando ci siamo messi in gruppo facendo finta di essere statue.
Oggi noi ci siamo divertiti un mondo, anche più degli altri giorni.
Questa esperienza, non l’abbiamo fatta nelle aule ma nell’atrio del primo piano.
Ora siamo nel laboratorio di informatica e stiamo esprimendo le nostre opinioni su questa giornata.
Però a dire la verità non pensavamo che Filippo e Micaela fossero così simpatici…
Alla prossima, da: Maria chiara, Giulia, Emanuela e Silvia
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