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Autore: Oggetto: Corso 2008_Performing Media all'Accademia di Macerata
peppino neroni
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[*] Inviato il 25-4-2008 at 16:00
L'arca


INTERVISTA LUIGI RICCI


http://it.youtube.com/watch?v=RKGooIyjeSo

http://it.youtube.com/watch?v=CVcxpR7ftAQ&feature=user

http://it.youtube.com/watch?v=gqe_L8MTARw&feature=user

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Roberto Buzzo
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[*] Inviato il 28-4-2008 at 10:45
presenza a montelparo


salve professore, volevo dirle che mi sono appena iscritto per il 2 a Montelparo, QUINDI CI SONO!
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barentanz
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[*] Inviato il 28-4-2008 at 22:25


prof, scusi, non ho capito una cosa ... per Montelparo, a quale dei vari seminari/corsi bisogna iscriversi?



Luca
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carlo
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[*] Inviato il 28-4-2008 at 22:26
Paesaggio Sonoro!


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Originariamente scritto da barentanz
prof, scusi, non ho capito una cosa ... per Montelparo, a quale dei vari seminari/corsi bisogna iscriversi?


quello che inizia il 2.05 alle 15
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barentanz
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[*] Inviato il 30-4-2008 at 17:42


come mi sembra "giusto", contrattempi mi bloccano e 2 e 3 maggio non potrò venire a Montelparo :(



Luca
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RTN_TEO
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[*] Inviato il 1-5-2008 at 16:34
(conferma) partecipazione incontro 2-05-08


Salve!
Mi sono iscritto all'incontro del 2-05-08, ore 15.
Purtroppo, per motivi di lavoro, non so ancora se anche il 3 potrò esserci.
Posterò la conferma domani sera.
Grazie!
(TEODOR ROTARU)
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carlo
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[*] Inviato il 1-5-2008 at 20:49
Paesaggi Sonori


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Originariamente scritto da RTN_TEO
Salve!
Mi sono iscritto all'incontro del 2-05-08, ore 15.
Purtroppo, per motivi di lavoro, non so ancora se anche il 3 potrò esserci.
Posterò la conferma domani sera.
Grazie!
(TEODOR ROTARU)


benissimo ci vediamo lì, al workshop sui paesaggi sonori.


A proposito di Paesaggi Sonori metto qui un contributo teorico relativo ad un testo che ho scritto per la riedizione (30 anni dopo) del Treno di John Cage. Un’esperienza emblematica sul paesaggio sonoro della tratta ferroviaria Bologna-Porretta Terme.

Il teatro dell’ascolto 2.0

“La musica è i suoni: i suoni che ci circondano, ci si trovi o no in una sala da concerto…”
E’ da questo suggerimento di John Cage che è possibile partire per ripercorrere le tracce di uno degli happening più emblematici del nostro tempo. “Il Treno di John Cage” nel giugno del 1978 segnò uno spartiacque nella cultura musicale. Una sottile linea discriminante tra chi pensa solo alla musica come un’espressione artistica che orbita intorno ad un sistema tonale ( ma anche oltre) e chi crede che la musica sia solo una componente di un più vasto universo sonoro nei confronti del quale non c’è che da affinare le arti proprie dell’ascolto.
“Il Treno di John Cage” si sviluppò in “tre escursioni per treno preparato”, coniugando l’happening d’ispirazione Fluxus (il movimento neo-dada di cui Cage fu uno dei perni) con un’opera tesa a rendere esplicita l’idea di Paesaggio Sonoro.
Questo termine era stato lanciato da Raymond Murray Schafer che con il suo libro “Soundscapes” del 1977 aveva tracciato una pista fondamentale per le nuove sensibilità della ricerca sonora. Ma è con il treno di John Cage che ha preso forma un grande gioco partecipativo, fondamentalmente ludico, che ha permesso di liberare un’energia sociale che proprio in quegli anni conflittuali, in Italia in particolare, era andata dispersa in un antagonismo senza respiro. Un’energia desiderante che il Movimento del ’77 era riuscito anche ad esprimere attraverso la sua ”ala creativa” ma che rimase sepolta dalle macerie dello scontro al rialzo.
La mia memoria per quella straordinaria opportunità offerta da Cage ( e dal teatro Comunale di Bologna) è prima di tutto densa di gratitudine per avere creato, in quegli anni così incasinati e amari, un’eco che ha messo in risonanza quell’energia desiderante dissipata.
Allora, su quel treno, ascoltavo divertito, meravigliato, sollecitato e prendevo appunti per un articolo da scrivere. Allo stesso tempo acquisivo un imprinting che mi avrebbe permesso un paio di anni più tardi di fare radio, per la trasmissione del pomeriggio “Un Certo Discorso”, (RadioTre) di un ciclo definito “Materiali di un viaggio nel Mezzogiorno”, una sorta di blog radiofonico. Molto probabilmente non sarebbe successo se non avessi vissuto quell’esperienza nel treno. Vallo a sapere. E seguendo questa pista (quella dell’imprinting) rifletto a come quel “Grande Gioco” basato sul principio partecipativo dell’happening sia alla base della mia attenzione su ciò che definisco la “via ludico-partecipativa alla cittadinanza digitale” che si sta sviluppando ora sull’onda del blogging e del social tagging. Tendenze che stanno dando corpo al fenomeno del web 2.0, ovvero la rete prodotta dai suoi utenti. E’ in linea con questa combinazione logica che penso a quanto la condizione percettiva di un paesaggio sonoro sia direttamente proporzionale alla nostra capacità di esprimere un “teatro dell’ascolto”. E intrecciando gli elementi che ho appena disposto in questo ragionamento, arrivo ad affermare, a proposito di questa nuova edizione del treno di John Cage, a qualcosa che definisco teatro dell’ascolto 2.0. Prima di tutto perché ciò che tende a rilanciare è la qualità partecipativa all’happening, dove il valore risiede nella produzione creativa dei suoi utenti, gli ascoltatori.
L’ascoltatore è il produttore del proprio ascolto, inteso sia come “azione” sia come “risultato dell’attenzione”, un valore attivo, creativo. Il fatto stesso che in quel treno l’ascolto fosse contemplato come un elemento costitutivo della regia multimediale dell’evento (secondo cui venivano messe “in onda”, attraverso un video a circuito chiuso anche le immagini dei vari scompartimenti-live act) rilanciava lo spirito di una straordinaria performance sinestetica, con intuizioni che di fatto anticipavano la multimedialità. Un aspetto che non addizionava medium a medium, ma moltiplicava il fattore percettivo, invitando a selezionare, a non soccombere al rumore di fondo delle ridondanze. E’ questa la differenza tra la multimedialità creativa e quella che si autocompiace delle tecnologie esposte.
Non dimentichiamo , nfatti, che il sottotitolo di quel Treno di Cage era “Alla ricerca del silenzio perduto”. Il silenzio inteso prima di tutto come attenzione e selezione e quindi come grado zero del paesaggio sonoro. Contemplato come un punto d’arrivo. In quell’esperienza memorabile del 1978, la ricerca del silenzio fu uno degli ardui obiettivi, così rivendicata allora da Juan Hidalgo, il musicista che (con Walter Marchetti) si occupò principalmente dei paesaggi sonori, a partire dallo sferragliare del treno diffuso all’interno dei vagoni: “accompagnato dal rumore del treno, nel viaggio di ritorno si ascolteranno i suoni della stazione di notte, vuota, calma, dove ritroveremo Il Silenzio Perduto”.
Cage impostò la sua ricerca musicale su questo paradosso: cercare il suono nel silenzio. Lo fece con un atto esemplare dal titolo 4’33” Silence che invitava ad ascoltare nel silenzio i suoni dell’ambiente. Quella composizione affermava semplicemente un intervallo, rivelando un’occasione extra-ordinaria per fare dell’ascolto dei rumori del mondo un evento. Una provocazione geniale (era il 1952) almeno quanto quelle prodotte da Marcel Duchamp che con la teoria del “ready made” mise in crisi lo statuto dell’opera d’arte esponendo gli oggetti trovati nella vita quotidiana.
Nella cultura occidentale quei fatti sono stati decisivi per rimettere in discussione alcuni automatismi, riconoscendo che la percezione, l’ascolto e la visione, non possono essere incanalati esclusivamente dalle sovrastrutture culturali predeterminate.
Per fare dello spiazzamento un valore di nuova sensibilità.
Per fare dell’ascolto “un piccolo teatro” come disse Roland Barthes.
Ed è proprio sulla base dell’ascolto, la nostra percezione più diretta, quella filogeneticamente primaria (il feto “sa” già ascoltare attraverso le vibrazioni nel liquido amniotico, come indica Murray Schafer) che si può elaborare un pensiero nuovo sul rapporto tra la nostra sensibilità e la realtà esterna in mutazione.
Le orecchie non hanno palpebra: il rumore del mondo ci invade e sta a noi, alla nostra elaborazione psicologica chiamata ascolto, selezionare.
Si tratta di una qualità che prescinde dalla sfera razionale, o meglio, quella determinata dalle funzioni dell’emisfero sinistro del cervello in cui riconosciamo, in cui colleghiamo un’esperienza ad un concetto. Tutto questo è inscritto nella nostra “cornice mentale” strutturata sul riconoscimento alfabetico: sulle parole date alle cose.
Ma non basta. Non può bastare. Vogliamo conoscere e non solo riconoscere. Vogliamo espandere la nostra dimensione cognitiva potenziandola con quella percettiva. E’ qui il punto.
L’ascolto è una soglia attraverso cui si accede al mondo e questo comporta una coscienza che fa della percezione un valore decisivo, quello filogeneticamente primario, per conoscere.
E’ naturale. Ma lo abbiamo dimenticato.
A ricordarcelo sono operazioni come il Treno di Cage che si pongono come punti di riferimento per una ricerca continua, attraverso cui si rinegozia, fase per fase, il rapporto tra il naturale e l’artificiale.
E’ questa la scansione della nostra evoluzione culturale in cui passa, fondamentalmente, il rapporto con le tecnologie che se utilizzate con particolari sensibilità ci offrono l’opportunità di espandere la nostra coscienza percettiva. Si tratta però di emanciparle dalle logiche meccanicistiche per rivolgerle alle nostre domande di mondo: il nostro desiderio di conoscenza.
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damiano.brue
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[*] Inviato il 2-5-2008 at 09:04


Sarò oggi a Montelparo, ore 15. Per domani ancora non so con certezza.
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Roberto Buzzo
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[*] Inviato il 3-5-2008 at 07:24
4'33'' jhon cage


A proposito di Cage questo è il link per guardare il 4'33'' eseguito da David Tudor

http://it.youtube.com/watch?v=HypmW4Yd7SY
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Roberto Buzzo
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[*] Inviato il 3-5-2008 at 07:27
4'33'' jhon cage


A proposito di Cage questo è il link per guardare il 4'33'' eseguito da David Tudor

http://it.youtube.com/watch?v=HypmW4Yd7SY
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Roberto Buzzo
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[*] Inviato il 3-5-2008 at 07:45
paesaggio sonoro


Per paesaggio sonoro, traduzione dall'inglese soundscape, si intende, nelle parole del compositore canadese Raymond Murray Schafer che coniò per primo l'espressione, "un qualsiasi campo di studio acustico [...], una composizione musicale, un programma radio o un ambiente".
Così inteso, si riferisce innanzitutto all’ambiente acustico naturale, consistente nei suoni delle forze della natura e degli animali, inclusi gli uomini. È il campo di studio del design acustico.
La teorizzazione del paesaggio sonoro è stata sviluppata dal World Soundscape Project, un progetto di ricerca condotto negli anni Settanta da Schafer alla Simon Fraser University di Vancouver (Canada).
Per chi volesse approfondire, è tratto da: http://it.wikipedia.org/wiki/Paesaggio_sonoro
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Roberto Buzzo
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thumbdown.gif Inviato il 3-5-2008 at 08:01
Inquinamento del paesaggio sonoro


Pochi giorni fa mi è arrivata una notizia al quanto strana, che in alcune piazze e davanti a delle chise, negozi ed alberghi sono stati piazzati dei dispositivi dal nome Mosquito che sfruttano una frequenza superiore ai 17khz producendo un suono udibile dalle persone sotto i 30 anni. Tutto questo perchè c'è paura delle babygang e dei rumori che fanno i giovani!!
Per chi vuole approfondire l'articolo è:
"ultrasuoni" anti-giovani in municipio
http://www.turistipercaso.org/turistipercaso.org/ubb/Forum3/HTML/00...
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Mighè
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[*] Inviato il 4-5-2008 at 14:23
qualche riflessione


Ho iniziato a leggere il libro Perofrming media 1.1 e vorrei lasciare qualche pensiero che m'è venuto in mente leggendo e chiedere qualche chiarimento.

Innanzitutto m'è sorto questo dubbio.... si parla spesso della rete come mezzo libero o meglio "democratico" caratteristica che si evidenzia soprattutto a confronto con i media classici come la televisione la radio... ecco c'ho quasi letto un voler dire che la rete nn è o per lo meno nn ancora un MASS media, probabilmente ho interpretato male io ma non sono daccordo anzi... internet e soprattutto piattaforme come google, community come myspace etc. stanno divenendo (proprio perchè + "mass" degli altri) un veicolo importantissimo di business in campo pubblicitario...

seconda questione, si parla di informazione, io trovo la rete una delle fonti e dei mezzi più immediati, liberi ma soprattutto completi ed indipendenti... ora premesso che internet si plasma dal suo interno (specie con l'avvento del web 2.0) e sono le strutture stesse a rappresentare la parte rigida costitutiva ma al tempo stesso anche quella mutevole e progressiva... come garantire l'attendibilità dell'informazione? Come regolare una dispersione immediata di una notizie false?

terzo punto. Mi viene da riflettere sul fatto che l'avvento dell'open source e del web 2.0 elimineranno certe categorie professionali, come reinvestire tale forza lavoro?

Un chiarimento... più volte si parla nel libro del diverso modo di comunicare... dalla "comunicazione a..." alla "comunicazione con..." (la prima rivolta ai mass media classici e ormai in decadimento, la seconda ai nuovi veicoli di informazione primo tra tutti la rete) ora quello che mi chiedo come devo interpretare questa cosa... io avevo pensato questo. I mass media tradizionali hanno una struttura verticale ...ai vertici c'è il depositario dell'informazione e sul gradino più basso il destinatario passivo. La TV o la Radio sono il media... il mezzo Per questo comunicazione dall'alto AL basso. Con la rete la struttura diviene orizzontale e destinatario può essere anche depositario e/o viceversa. E non solo, la struttura diviene mobile e và incontro a questa potenziale duplice identità dell'utente.
In questo senso m'è venuto da pensare che il CON è messo in relazione con questa identità ritrovata dell'utente.

Per finire un concetto che m'ha incuriosito e che condivido... il concetto di ipertinenza espresso da De Kerckhove ed eemplificato da Derrick.
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Al3^^
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[*] Inviato il 5-5-2008 at 08:55


prof. salve,
sapendo che non posso muovermi per seguirla in giro per problemi di lavoro, posso lo stesso fare la tesi con lei? Se potessi saperlo, in modo che inizio a rielaborare qualche "bozza"...
grazie...
(io sono una studente che ha già fatto l'esame con lei)
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carlo
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[*] Inviato il 5-5-2008 at 09:25
si


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Originariamente scritto da Al3^^
prof. salve,
sapendo che non posso muovermi per seguirla in giro per problemi di lavoro, posso lo stesso fare la tesi con lei? Se potessi saperlo, in modo che inizio a rielaborare qualche "bozza"...
grazie...
(io sono una studente che ha già fatto l'esame con lei)


ma con che tempi?

quando vuoi darla la tesi?
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Al3^^
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[*] Inviato il 5-5-2008 at 12:20


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prof. salve,
sapendo che non posso muovermi per seguirla in giro per problemi di lavoro, posso lo stesso fare la tesi con lei? Se potessi saperlo, in modo che inizio a rielaborare qualche "bozza"...
grazie...
(io sono una studente che ha già fatto l'esame con lei)


ma con che tempi?

quando vuoi darla la tesi?


a me mancano 3 esami;2 dei quali terro' a giugno /luglio e l'altro a settembre (se tutto procede come penso) la tesi andrebbe a finire a novembre o febbraio al massimo...
Io intendo sviluppare le 3 tag che avevo trattato all'esame con lei... un argomento semplice ma che mi piace commentare...
man mano che sviluppo il concetto, posso fargliela leggere tramite forum, o ci si incontrerà in accademia; quando lei ha le sue lezioni posso trovarmi lì, cosicchè non si sposta solo per me...
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carlo
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[*] Inviato il 6-5-2008 at 20:19
ok


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prof. salve,
sapendo che non posso muovermi per seguirla in giro per problemi di lavoro, posso lo stesso fare la tesi con lei? Se potessi saperlo, in modo che inizio a rielaborare qualche "bozza"...
grazie...
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ma con che tempi?

quando vuoi darla la tesi?


a me mancano 3 esami;2 dei quali terro' a giugno /luglio e l'altro a settembre (se tutto procede come penso) la tesi andrebbe a finire a novembre o febbraio al massimo...
Io intendo sviluppare le 3 tag che avevo trattato all'esame con lei... un argomento semplice ma che mi piace commentare...
man mano che sviluppo il concetto, posso fargliela leggere tramite forum, o ci si incontrerà in accademia; quando lei ha le sue lezioni posso trovarmi lì, cosicchè non si sposta solo per me...


procediamo

parti dalle tag con delle descrizioni sintetiche
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CAR-ne-VALE
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shocked.gif Inviato il 9-5-2008 at 07:45
Uscita a Montelparo


Caro prof lei mi aveva detto, quando eravamo a Montelparo, di avere un testo per me. Inatnto mi leggo l'articolo nietzsche, artaud e il dionisismo, aspettando ansiosamente nuovi articoli da leggere.
P.S. abitando nelle campagne sperdute senza nèinternet, nè telefono, nè macchina, saranno poche le occasioni di visitare il forum. Buon tutto a tutti, a presto
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[*] Inviato il 9-5-2008 at 07:50
bene. Poni le domande.


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Originariamente scritto da CAR-ne-VALE
Caro prof lei mi aveva detto, quando eravamo a Montelparo, di avere un testo per me. Inatnto mi leggo l'articolo nietzsche, artaud e il dionisismo, aspettando ansiosamente nuovi articoli da leggere.
P.S. abitando nelle campagne sperdute senza nèinternet, nè telefono, nè macchina, saranno poche le occasioni di visitare il forum. Buon tutto a tutti, a presto


e ti risponderò con testi pertinenti.

Ricorda:
Affinare le proprie domande vale + di ogni risposta.
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[*] Inviato il 9-5-2008 at 17:16


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prof. salve,
sapendo che non posso muovermi per seguirla in giro per problemi di lavoro, posso lo stesso fare la tesi con lei? Se potessi saperlo, in modo che inizio a rielaborare qualche "bozza"...
grazie...
(io sono una studente che ha già fatto l'esame con lei)


ma con che tempi?

quando vuoi darla la tesi?


a me mancano 3 esami;2 dei quali terro' a giugno /luglio e l'altro a settembre (se tutto procede come penso) la tesi andrebbe a finire a novembre o febbraio al massimo...
Io intendo sviluppare le 3 tag che avevo trattato all'esame con lei... un argomento semplice ma che mi piace commentare...
man mano che sviluppo il concetto, posso fargliela leggere tramite forum, o ci si incontrerà in accademia; quando lei ha le sue lezioni posso trovarmi lì, cosicchè non si sposta solo per me...


procediamo

parti dalle tag con delle descrizioni sintetiche


Ah!! Quindi mi dà l'ok per poter fare la tesi con lei; bene sono contenta...
Le faccio una sintesi della tesi e poi gliela mando in via e-mail...ok?...così lei mi potrà dire cosa devo correggere
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Al3^^
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[*] Inviato il 12-5-2008 at 11:32


PER LA TESI


Allora prof...
le devo inviare le descrizioni sintetiche partendo dalle TAG come mi aveva chiesto; in modo che inquadra anche che argomento tratterò...
Le invio tutto qui nel forum? O mi lascia un indirizzo e-mail?
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[*] Inviato il 13-5-2008 at 00:33
qui nel forum


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Originariamente scritto da Al3^^
PER LA TESI


Allora prof...
le devo inviare le descrizioni sintetiche partendo dalle TAG come mi aveva chiesto; in modo che inquadra anche che argomento tratterò...
Le invio tutto qui nel forum? O mi lascia un indirizzo e-mail?


metti il tuo schema di tesi qui
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[*] Inviato il 13-5-2008 at 09:36


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Originariamente scritto da carlo
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Originariamente scritto da Al3^^
PER LA TESI


Allora prof...
le devo inviare le descrizioni sintetiche partendo dalle TAG come mi aveva chiesto; in modo che inquadra anche che argomento tratterò...
Le invio tutto qui nel forum? O mi lascia un indirizzo e-mail?


metti il tuo schema di tesi qui




Sono partita dalle TAG con descrizioni sintetiche come mi ha chiesto lei. Finora ho scritto questi concetti tramite i link che ho inserito nel forum (2007) ,vari articoli che ho trovato nel corso della mia ricerca e la lettura del suo libro.



LA SOCIETA’ DELL’INFORMAZIONE

Si assiste all’avvento di un nuovo linguaggio. La società odierna viene definita “società dell’informazione” e pone al centro di tutto l’informazione stessa perchè fattore di crescita e di ricchezza culturale.
Anche il lavoro non è più diretto con l’uomo, ma mediato tramite computer; si è passati dall’analogico alla logica degli strumenti, dalla mano ai programmi. Un processo irreversibile, nonostante alcuni affermano che potrebbe esserci un certo ritorno all’analogico (comandi a voce – dettature...).Un articolo letto nel giornale “focus” mi ha confermato questo sviluppo sempre maggiore della società dell’informazione; uno scienziato afferma che nel 2008 arriverà una macchina che potrà superare l’uomo.
Internet per ora,non si sta sostituendo alla tv, ma si sta affiancando.
Internet permette un nuovo modo di fare televisione: you tube; la tv fai da te.

LA SOGGETTIVITA’

Non si parla solo di nuovo linguaggio, ma di cosa diventa il singolo quando si relaziona con la società globale (spazio pubblico da condividere anche in rete)_ La dimensione locale della propria soggettività nella rete globale.
Con i nuovi sistemi di internet è possibile attraverso la presentazione di se stessi, cercare lavoro (i social network).

PRIVACY

Da questo però si può riscontrare un problema: la non tutela dei diritti e della privacy, perché è un qualcosa che può andare fuori controllo da chi pubblica e da chi è il diretto interessato, per non parlare dell’elaborazione dati: ci possono essere proposte cose legittime e cose con fini meno nobili.
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Strona
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[*] Inviato il 15-5-2008 at 19:11


Visto che a lezione è stato trattato l'argomento MOBTAG, riporto qui la notizia che la Gazzetta dello Sport farà uso di questo tipo di codici bidimensionali per permettere di approfondire o consultare i suoi articoli tramite un telefono cellulare.

qui il link ----> http://www.gazzetta.it/gazza-and-play/




Matteo Stronati, III Multimediale
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CAR-ne-VALE
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[*] Inviato il 16-5-2008 at 08:43
ETIMOLOGIA: KAOS


CàOS o CàOSSE e poet. CàO dal greco CHAOS propr. fesso, fenditura e simbolicamente abisso, che tiene a CHAINO mi apro, mi spalanco o CHAO sono vuoto o CHEIA buca, tana CHAUNOS vano, CHASMA apertura e sembra condurre a una radice KA=GHA col senso di essere o lasciar vuoto, aprirsi, onde pure il gr CHASKO o CHALAO ed il latino HIO e HISCO che hanno del pari il senso originale, non che il ted. GHANEN sbadigliare e propr. stare a bocca aperta...(continua)...
Sembra dunque che il senso primitivo sia quello di ampia e tenebrosa voragine, nella quale, pria che il mondo fosse ordinato, stessero insieme commisti gli elementi che al dire degli antichi costituiscono l'universo, cioè l'acqua, la terra, l'aria, il fuoco. Per similitudine Confusione di cose

dal diz. etimologico online http://www.etimo.it/?term=caos
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