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carlo
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seminario su Performing Media x Epidemie
Seminario su
Performing Media
L’azione e lo sguardo teatrale in ambiente multimediale
ricognizioni video, web e ipermediali su Media e Performing Arts
a cura di Carlo Infante
1. Edutainment. L’interattività tra teatro e ipermedia
Ricognizione sugli scenari dell’avanzamento tecnologico in relazione ai processi dell’apprendimento e all’evoluzione dei linguaggi scenici
nell’animazione teatrale con i nuovi media.
L’edutainment (educational + entertainment) si basa sul principio ludico dello sguardo dinamico proprio della percezione teatrale e alcune pratiche
di gioco multimediale in ambito educativo.
2. Le scene in rete
Internet e i nuovi modi di fare informazione e formazione teatrale.
Una ricognizione sulle diverse esperienze in campo che stanno sondando le potenzialità comunicative della rete telematica, oltre gli aspetti
performativi e di ricerca spettacolare.
L'informazione e la formazione teatrale s'intrecciano fortemente in una nuova strategia culturale di promozione del teatro e dei suoi spettatori,
rivolgendosi fondamentalmente a quella nuova generazione che si sta ambientando nella Società dell’Informazione di cui Internet è l’espressione
emblematica.
3. I teatri della memoria
La memoria scenica e l’ipermedia. La dinamica non-lineare nella ricostruzione multimediale di un’esperienza scenica ( propriamente sinestesica
nell’integrazione di più linguaggi) permette, secondo le potenzialità ipertestuali la ricombinazione degli elementi di un teatro fondato sulla
multisensorialità: dall’aspetto letterario delle drammaturgie scritte a quelle visive delle specificità scenografiche, dalla fisicità dell’attore
all’immaterialità delle risoluzioni audiovisive.
4. Corpi e mondi elettronici
Un analisi delle possibili relazioni tra corpo e multimedia.
Il principio della percezione condivisa sulla quale si fonda l’idea stessa di teatro si misura con altri spazi-tempo come quelli espressi dagli
ambienti digitali. (vedi nota dettagliata)
5. Il laboratorio d'arte dello spettatore
Dalla consapevolezza della funzione dello spettatore, come "autore di memoria e di senso", in grado di colmare con il proprio “sguardo partecipativo”
l'opera teatrale, alla pratica telematica che può tradurre
questo pensiero teatrale in azione di comunicazione.
Le nuove sensibilità della “scrittura connettiva”, la pratica delle scrittura on line, rappresentano una significativa esperienza per espandere la
condivisione, nell’espressione di una comunicazione soggettiva e interrelazionale che si attesta a di qua della funzione critica e analitica dello
spettacolo.
Il seminario si basa sull’utilizzo di un forum telematico da parte degli studenti.
Si potrà contare sulla funzione tutoriale on line del docente che animerà "a distanza" il forum stesso su http://www.teatron.org/forum anche in una fase successiva all’intervento.
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carlo
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di cosa è fatto un teatro?
rilancio la domanda che è circolata ieri
e che ha fatto emergere un bel po' di idee
mettetele qua
attivando
magari quel processo di ricombinazione delle idee
quello scaturito dalla discussione
dalla connettività in classe a quella in rete
a proposito ecco un link
http://www.teatron.org/forum/viewthread.php?tid=183
qui trovi un pò di risposte alla stessa domanda
lanciata dal teatro delle Ariette qualche settimana fa
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carlo
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il cantiere orlando
anno fa con ETI e Biennale
insieme alle Albe abbiamo dato vita a questo ambiente web
un diario di bordo on line
dategli un'occhiata
http://www.teatron.org/cantiereorlando/intro.html
è l'impronta di un'esperienza che vi riguarda
c'è anche la Non Scuola...
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emre b.
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per me il teatro è prima di tutto carne...
( bruciata, ben cotta, al sangue o finta).
Vero? Finto?
Risponde Fernando Pessoa..
Il poeta è un fingitore
Finge così completamente
che arriva a fingere che è dolore
il dolore che davvero sente.
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Sarapo
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Teatro fatto di mistero, con l'attore che prima di tutto sperimenta su se stesso.
Fare dentro di se il giro del padrone di casa... Farsi ponte fra l'atavico che regna in ognuno di noi senza tempo e senza spazio e il Fuori temporale
e spaziale.*-
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Balsamo/Arterio/Lelio
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è biologico, investe i sensi, avvolge dentro, trafigge le carni... non aver paura di impastare le mani nella propria merda!
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bruna
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teatro carne
corpo
ek-stasi
possessione
universalità dell'essere
luogo di vita vissuta
più vita della vita reale
in atto
che muta la vita in opera
stravolgimento del quotidiano
elettricità
peste dell'anima
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durante verduzzi
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è dove ci si può ancora permettere di mostrare l'ombra, ciò che sta dietro, che vibra...che sposta...che è vita.
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Hélène
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Forse il teatro non é una visione del mondo,ma la presentazione incarnata di un mondo... il mondo di un opera, il mondo di un poeta, il mondo di un
personaggio, di una problematica, di una realtà, di un sogno, di un'utopia...
Focus su un mondo o creazione di un mondo?
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carlo
Amministratore
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la simulazione fisica di uno spazio mentale
Quota: | Originariamente scritto da emre b.
per me il teatro è prima di tutto carne...
( bruciata, ben cotta, al sangue o finta).
Vero? Finto?
Risponde Fernando Pessoa..
Il poeta è un fingitore
Finge così completamente
che arriva a fingere che è dolore
il dolore che davvero sente.
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<<<
bellissima citazione
ma attenti che
la parola finzione delle volte manda fuori pista
io
x quanto mi riguarda
preferisco simulazione
il teatro come:
simulazione fisica di uno spazio mentale
e
x riagganciarmi al percorso video e multimediale della lezione di ieri
rilancerei il tema proiettandolo sul virtuale che x me rappresenta
la simulazione mentale di uno spazio fisico
trovo una sottile contiguità tra teatro e virtualità
anche se la discriminante è
e sono d'accordo con te su questo
la carne
ma il teatro non è solo carne
e il teatro delle ombre?
studio azzurro?
i pupi siciliani?
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lo zio
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Risposte: 3
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di cosa è fatto il teatro
per fare teatro ci vogliono almeno due persone, una che guarda e l'altra in "palcoscenico". il teatro è fatto solo di persone perchè è un mezzo che
non usa mezzi ma soltanto la magia di sè stesso : la convenzione teatro che mette in scena i migliori riassunti della vita ed è esso stesso la vita
perchè gli attori non sono morti in scena!
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AlessandroC.
Junior Member
Risposte: 5
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Stiamo cercando di capire di cosa è fatto un teatro...
Ribadisco, assumendone tutte le responsabilità, il concetto esposto ieri durante la lezione: il teatro DOVREBBE essere "verità", commistione di
rapporti umani e disumani.
Carne, ossa, neuroni amorevolmente lanciati contro un pubblico.
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rosencranz
Junior Member
Risposte: 3
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il teatro è condi-visione...
...visioni...
un incontro di due esseri in uno strano luogo....
luogo in cui due sguardi diversi colgono le stesse cose...
...tutto parte da uno...che fa da filtro da lente d'ingrandimento...lente deformante...e arriva ad un altro che a sua volta rielabora e filtra...il
teatro ha a che fare con la visione....visioni scaturite a partire dalle viscere della terra fino alle polveri del cielo...passando per gli uomini!
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palmira
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Risposte: 4
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di cosa è fatto un teatro,di cosa è fatto,un teatro è fatto di un gioco,deve essere una pericolosa messa in gioco di sè stessi,del proprio sguardo
sulla realtà.
è la possibilità di rendere estroversa la propria impellenza,è il "non posso fare a meno di",è un terreno fertile in partenza...
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carlo
Amministratore
Risposte: 2024
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Quota: | Originariamente scritto da AlessandroC.
Ribadisco, assumendone tutte le responsabilità, il concetto esposto ieri durante la lezione: il teatro DOVREBBE essere verità,
<<<
ti ricordi?
ne abbiamo parlato...
verità delle volte è troppo grossa come parola
non è meglio
autenticità?
<<<
commistione di rapporti umani e disumani.
Carne, ossa, neuroni amorevolmente lanciati contro un pubblico. |
<<<
mi fai pensare ad un TIR con i freni incasinati...
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salvatore agretti
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penso al teatro come ad un luogo in cui il possibile non ha confini, in cui i limiti non esistono, dove il reale abbreccia l'irreale, un luogo in cui
i sogni prendono corpo e vita, luogo in cui i due mondi del sangue e della ragione danzano, mescolandosi continuamente. Teatro come delirio di
onnipotenza
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gianni
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comunicazione
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spina
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teatro.....booo
Che cos'è per me il teatro:
un gioco
un incubo
una sorpresa
una magia
continuamente scoprire di essere così fragili,così piccoli,così tanti.
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AlessandroC.
Junior Member
Risposte: 5
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Quota: | Originariamente scritto da carlo
[<<<
mi fai pensare ad un TIR con i freni incasinati... |
E' facile che un TIR esca fuori strada....l'importante è restarci....e magari continuare il percorso su strada sterrata.
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emre b.
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il virtuale può essere una scorciatoia?
Quota: | (...)su pessoa..
bellissima citazione )
ma attenti che
la parola finzione delle volte manda fuori pista
io
x quanto mi riguarda
preferisco simulazione
il teatro come:
simulazione fisica di uno spazio mentale
e
x riagganciarmi al percorso video e multimediale della lezione di ieri
rilancerei il tema proiettandolo sul virtuale che x me rappresenta
la simulazione mentale di uno spazio fisico
trovo una sottile contiguità tra teatro e virtualità
anche se la discriminante è
e sono d'accordo con te su questo
la carne
ma il teatro non è solo carne
e il teatro delle ombre?
studio azzurro?
i pupi siciliani? |
<<<
simulazione e non finzione..
simulazione fisica di uno spazio mentale..
ok
ma per carne intendo corpo e pure "idea"
incarnata, come un pupo, o anche un'ombra..
la proiezione sul virtuale mi sembra interessante in particolare in rapporto
al vero tema scottante (mi sembra) del forum, che rilancio a voi;
qual'è la distanza fra il teatro e la società,
o meglio quali sono gli spazi fra il teatro e
la società (e l'individuo) che il virtuale può riempire?
cioè, potrebbe il teatro grazie al virtuale
entrare con molta più decisione nella vita di tutti?
la connettività...strada utile o illusione?
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salvatore agretti
Junior Member
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AlessandroC.
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Ben detto, Salvatore!
Probabilmente il teatro non ha bisogno di essere definito, ma solo di essere vissuto nei suoi stati di grazia.
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salvatore agretti
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Risposte: 4
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a me piacerebbe approfondire il discorso sulla propriocettività...
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durante verduzzi
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Anch'io come Agretti vorrei approfondire il discorso sulla propriocettività,corpo campo magnetico, elettrico.
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carlo
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umano troppo umano
Quota: | Originariamente scritto da AlessandroC.
Ben detto, Salvatore!
Probabilmente il teatro non ha bisogno di essere definito, ma solo di essere vissuto nei suoi stati di grazia. |
okokok
se ora partiamo con il ragionamento che la vita non si definisce ma la si vive
c'impantaniamo
d'accordo sul fatto che le definizioni
de/finiscono
limitano
ma in un gioco
una palestra di comunicazione on line come questa
occorrono delle regole
poi magari le superiamo
serviva + che altro ad esplorare (da parte vostra) le vostre domande di teatro
il vs desiderio
a questo punto dopo aver raccolto la prima tornata dei vs interventi
lancio
visto che
qui
nella mediateca del s.biagio
abbiamo solo 4 Pc a disposizione e mentre alcuni sono connessi gli altri possono riorganizzarsi le idee
lancio
dicevo
altre 2 indicazioni
scrivetemi a proposito della mia lezione e del piano di ricognizione con i vari punti da sviluppare che trovate anche qui, in apertura del forum
quali v'incuriosiscono di +
quali vorreste approfondire
magari nella prossima lezione che dovrebbe essere il 20.02
e poi
lasciatemi un po' del vostro sguardo dell'anteprima del teatro della Valdoca ieri sera
concentratevi sui dettagli
non servono descrizioni complessivi e tantomeno giudizi
rilasciate sguardi a chi come me non l'ha visto
io però l'ho ascoltato
fuori
alla finestra...
stranissimo
stoico, ha detto bene il bluesman
ehi si dice bluesman
no rockman o jazzman
il blues è umano
troppo umano
un teatro dell'ascolto
intimo e solitario
concentrato sulla voce profonda
atavica
infernale
di gabry
che è la tom waits della notte romagnola
desolata
incalzata
da un uomo-blues che la sa lunga
lacerata
da una bambina che lancia grida lancinanti
voce che guida il mio ascolto
random
senza ancore visive
ma soddisfatto di questo concerto malato
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