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performedia
Newbie
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Master Educazione Ambientale
a cosa serve un termovalorizzatore?
http://www.trm.to.it/termoval/serve.htm
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carlo
Amministratore
Risposte: 2024
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link e testo su koinè
http://www.database.it/koine/koine.htm
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teatron
Moderatore
Risposte: 105
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un consiglio
mentre aspettiamo d'entrare nei Mondi Attivi
andate sui google
e cercate
Progettazione partecipata ( o partecipativa)
e Termovalorizzatore
associate popi a queste parole:
Buone Pratiche
e poi
registratevi 2 volte
1.con nome vero e e-mail
2. con nome del personaggio (pensando al role game) tipo Anita
e nel post cghe mandate mettete la descrizione: piccola partigiana con fionda
(è solo un suggerimento)
vai su registrati e fai l'operazione...
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rogopag
Junior Member
Risposte: 9
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links to rogopag and other bookmarks
http://rogopag.cjb.net
http://del.icio.us/RogoPag
myriel: http://courses.interaction-ivrea.it/zoom/airplants/index.html (interactive game about pollution: airplant)
rogopag (riccardo strobbia): rstrobbia@virgilio.it - - 3480076636
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rogopag
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alcuni link utili per il lavoro sull'inceritore:
http://del.icio.us/RogoPag/Gerbido
http://del.icio.us/RogoPag/inceneritore
http://del.icio.us/RogoPag/comuni
Link alla mia pagina su gerbido (elenco comuni - non completo - foto - quadro legislativo):
http://xoomer.virgilio.it/rstrobbia/projects/incinerator/
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dolly
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termovalorizzatore
tutti i termovalorizzatori fanno la stessa cosa?
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ragazza di quartiere
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TECNOLOGIE PERSONALI
Interaction-Ivrea sta esplorando l'uso dei nostri sensi e la percezione come origine della progettazione di tecnologie che usino la digitazione
interattiva per amplificare le relazioni sociali.
Possiamo fare sì che la nostra interazione con le macchine sia così completa quanto la nostra interazione con gli organismi viventi? Come possiamo
semplificare la nostra interazione con gli strumenti mentre questi continuano a diventare più complessi?
L'attenzione, oggi, verte sul rendere questi modelli di interazione con meccanismi più intriganti, stimolanti e ricchi. I dispositivi dovrebbero
essere consapevoli dell'ambiente che li circonda, vi si dovrebbero adattare e dovrebbero essere in grado di modificare le loro risposte.
I nostri progetti indagano su come applicare le ricchezze della ricerca accademica alla ricerca nel design, e studiano il modo in cui utilizzare
modalità comportamentali e non verbali (forma, suono, colore, movimento) per creare una comunicazione intuitiva, fluida e continua.
Attualmente in quest'area sono in corso due progetti: Processing e Mobile Embodiments.
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Slavia
Junior Member
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Perché i bambini e ragazzi al centro?
Perché i bambini e ragazzi al centro? Motivi e benefici
I primi motivi riguardano i bambini stessi, quelli seguenti riguardano gli adulti e la società nel suo insieme. La Convenzione ONU sugli Diritti
dell’Infanzia (1989) firmata da 179 paesi - incluso L’Italia - sancisce il dovere da parte degli organi dello stato di ascoltare, informare e
coinvolgere i bambini per quanto riguarda decisioni e questioni di importanza per essi. Non mi sembra necessario qui elencare qui le innumerevoli
ragioni per le quali l’assetto del territorio urbano sia una questione di fondamentale importanza per il benessere contemporaneo e lo sviluppo futuro
dei bambini.[3] In termini di “investimento sociale” si deve sottolineare che processi di coinvolgimento e di educazione alla progettualità (urbana ed
altre) facilitano lo sviluppo di cittadini più disposti e più capaci di partecipare in futuro alla gestione delle cose pubbliche (verso una Planning
Society). Numerose ricerche in questo campo[4] hanno dimostrato che il coinvolgimento dei bambini-ragazzi nella progettazione dello spazio urbano ha
una forte valenza (e potenzialità) educativa per questi soggetti e per la società nel suo insieme.
Ho scritto in altre sedi[5] i miei ragionamenti per i quali il mettere i bambini al centro dei processi di progettazione urbana partecipata può
avere risvolti positive sulla efficace dei nostri lavori con le popolazioni adulte locali e sulla qualità dei progetti con essi elaborati.
Sinteticamente, riguardo la prima, mentre risulta difficile coinvolgere (una gamma equilibrata di) cittadini adulti in processi di urbanistica
partecipata se non ci siano minacce o guadagni immediati alle proprie interesse, processi avviati in quelle agenzie educative (scuole o centri
giovanili, p.e.) dove la continuità e le permanenze sono garantite permettono sia l’accesso a tutte le fasce sociali presenti nel territorio sia la
serenità nel dialogo sul futuro del quartiere - quasi sempre duraturo e di crescente interessamento. In oltre, i bambini e ragazzi - quali una specie
di “gluten (colla) comunitario” - rappresentano una porta aperta alle famiglie. L’esperienza dimostra che i bambini sono formidabili catalizzatori del
coinvolgimento di altre fasce d’età ... i bambini portano informazione e nozioni a casa[6]. Alcuni progetti avviati con una singola classe scolastica,
a volta, sono riusciti a stimolare la partecipazione dell’intera comunità locale[7]. In fine, recentemente nel caso del Progetto Bambino Urbano a
Milano, si è costatato che cominciare con i bambini potrebbe non soltanto migliorare l’efficace nei termini già espresse ma, inoltre, può accelerare i
tempi amministrativi normali (verso la realizzazione di progetti condivisi) attraverso la motivazione di politici e, soprattutto, dei tecnici degli
enti locali - un feeling che ha superato, a volta, le barriere ideologiche e partitocratiche.
Parlare della qualità dei progetti dei bambini - e dei contenuti di essi, tendenti ad essere ecologici e conviviali - ci porta sul terreno mobile
(“thin ice”) della natura intrinseca dei bambini.[8] Non c’è spazio qui per teorizzare sul rapporto tra i bambini e la natura; sulla loro facilità
nell’immaginare e comunicare “visioni utopiche”[9]; sulla loro capacità di vedere (e progettare) l’ambiente in una maniera globale, inter-connessa e
non prospettica; o sulle evoluzioni culturali (le “Post-figurative Cultures” di Margaret Mead. 1964) che prospettano (altri) tempi e (altre) questioni
nelle quali saranno i bambini ad insegnare agli adulti. Comunque, mi sembra che le evidenze - dai progetti urbanistici compiuti con i bambini[10] -
indicono che essi sono diversi da quelli elaborati prodotti tradizionalmente dagli esperti senza la partecipazione. (Oserò dire[11] che sono migliori
- più eco-sostenibili, più semplici, e più sensibili ai bisogni degli utenti tutti, ecc.). Le ragioni per questo divario progettuale, è chiaro, non
sono da imputare soltanto nella natura dei bambini ma, soprattutto, nella natura delle metodologie con essi applicate.
L’interazione tra bambini ed adulti: quali problemi e ammonizioni?
Tutti i discorsi precedenti, a mio avviso, non sono scontate e probabilmente non sono facilmente comprensibili - o condivisibili - da chi è privo
di esperienza diretta di progettazione urbane con la partecipazione dei bambini e/o ragazzi. Ed è qui che troviamo il nucleo dei problemi inerenti
all’interazione tra bambini ed adulti... in processi di urbanistica partecipata (ma non solo). Come nel qualsiasi processo di partecipazione, è
l’incomprensione dell’altro - dei suoi obiettivi, del suo (ruolo sulla scala di) potere, dei suoi linguaggi e delle sue competenze - che costituisce,
a mio avviso, la barriera principale al raggiungimento di uno (o più) progetto(i) condiviso(i).
Con il bambino in gioco gli scarti riguardo il potere e le competenze ed i blocchi riguarda i linguaggi che sembrano più espliciti.Non sono più di
natura socioeconomica, formativo e/o politica ma sono (sembrano) di natura biologica. Il bambino è più piccolo (meno forte?), ha meno esperienza (meno
“titoli di studio”?), non possiede proprietà, non possiede rappresentanza politica o sindacale. Inoltre, è un alieno (intra-comunitario?) che, a
volte, utilizza altri linguaggi e (spesso) non comprende i nostri. Riflettere su questa dilemma, riguarda l’interazione bambini - adulti, può essere
utile ad una riflessione più ampio sulla comunicazione (interazione) tra tutti in processi decisionali partecipati, in generale.
Per prima cosa, vanno chiariti gli obiettivi preposti da chi, come me, mira a coinvolgere i bambini in decisionmaking urbano. Direi che oltre il
nostro obiettivo di creare un progetto urbano condiviso e di qualità va sottolineato lo scopo (educativo o, meglio, di apprendimento) di contribuire
allo sviluppo di conoscenze e competenze - da parte dei bambini - riguardo al suo ambiente di vita ed utili al suo miglioramento[12]. Gli adulti che
normalmente interagiscono con i bambini nelle sedi della progettazione (scuole, CdZ, uffici tecnici, ecc.) vanno tranquillizzati... non miriamo ad una
presa di (loro) potere decisionale da parte dei bambini. La conversazione sociale innescata da e con i bambini è - quasi sempre - pacifica. I bambini
(e noi per loro) chiedono solamente essere ascoltati e presi sul serio. Questa richiesta, devo dire, al momento attuale è molto difficile.
Normalmente, gli adulti o tendono a sottovalutare le capacità dei bambini ad offrire idee utili alla collettività e, di conseguenza, ignorano le loro
proposte, o tendono a romanizzare le loro capacità e la loro “innocenza” e, di conseguenza, manipolano in maniera demagogica le loro proposte[13]. Il
rimedio a questa situazione, sperimentato nella nostra metodologia, consiste nell’attivare una fase propedeutica di reciproco apprendimento nella
quale sia gli adulti che i bambini possono conoscersi e chiarire le rispettive responsabilità, competenze, obiettivi e ruoli.
Riguardo al problema della comunicazione tra dispari va ricordato che parte fondamentale di tutti processi di progettazione partecipata deve essere
l’avvicinamento, la comprensione e la (parziale) acquisizione da parte di entrambi dei linguaggi dell’altro. Così, come i bambini - attraverso la
nostra strategia di “educazione alla progettualità” - acquisiscono competenze nei linguaggi della ricerca e della progettazione urbana, così gli
adulti si avvicinano ai linguaggi verbali, visivi e corporee- spontanei e ricchi di significato - del mondo dei bambini e dei giovani. E si sforzano
di capirli.
In conclusione, va ripetuto che i bambini (come gli adulti) non rappresentano un “blocco monolitico”. Nella fasce d’età che, per definizione del
UNICEF, va da 0 - 18 anni[14] sono presenti competenze, abilità e linguaggi di una vasta gamma. Segue che i tempi e le modalità di processi di
progettazione partecipata vanno tarato, attentamente, alle caratteristiche dei soggetti coinvolti. E’ chiaro, inoltre, che queste differenze non sono
esclusivamente age-specific ma risultano, inoltre, dalla personalità e dalle esperienze di vita di ciascuno partecipante. Come tra gli adulti, ci sono
bambini propensi e bambini restii a partecipare, ci sono ragazzi portatori di conoscenze e quelli distratti, ci sono bambini comunicativi ed altri
(apparentamenti) bloccati, ci sono ragazzi di potere (riguardo agli adulti ed agli altri coetanei) e quelli sottomessi, ecc. I rimedi ai questi divari
vanno ricercato nella nostra capacità di facilitare la comunicazione e il lavoro di gruppo... qualcosa indispensabile in qualsiasi processo di
progettazione partecipata. Ma questa è un altra storia.
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non so
Junior Member
Risposte: 7
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non so cosa pensare
non so cosa pensare di questa cosa.
se solo trovassi qualcuno di affidabile e con le idee chiare potrei farle mie
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anita
Junior Member
Risposte: 5
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io ho paura
io ho paura dei gas che escono fuori dall'inceneritore.
Non capisco quando mi danno formule su formule.
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andrea tronzano
Junior Member
Risposte: 5
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informazioni mediche contro il termovalorzzatore
Prof. Federico Valerio si esprime contro. Vedere le motivazioni e cercare di capire se sono condivise dalla popolazione; se lo fossero occorrerebbe
tranquilizzare
Allegato: Termovalorizzatore_ Due o tre cose che so' di loro.htm (38kB)
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carlo
Amministratore
Risposte: 2024
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how to use
leggo gli appunti che ho appena scritto sulla lavagna
visto che il videoproiettore ora è in un'altra aula
start:14.16
1.raccogliere input
...usa google
e/o i tuoi appunti (quelli del tuo gruppo di lavoro)
2. raccoglieteli pensando a cosa può esser utile x i vostri nickname
( i personaggi) del role-game
alle 15 ci confrontiamo x vedere a che punto siamo
in primo luogo x rilanciare il forum in cui far parlare i personaggi
e poi x tracciare le linee d'azione del piano di comunicazione ambientale
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Slavia
Junior Member
Risposte: 3
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INFO SCIENTIFICI MA NON TROPPO
Due o tre cose che so sul termovalorizzatore:
http://www.godsutera.it/050225duecose_1.htm
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carlo
Amministratore
Risposte: 2024
Registrato il: 10-3-2002
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pensiero e azione
Quota: | Originariamente scritto da non so
non so cosa pensare di questa cosa.
<<<
ok
no problem
xkè dover pensare tutto prima?
agiscila 'sta cosa
e poi pensala
dopo aver agito: cercato:comunicato:giocato
<<<
se solo trovassi qualcuno di affidabile e con le idee chiare potrei farle mie |
parti dalla tua affidabilità
poni delle domande!
e poi cerca le risposte migliori
how to use del forum:
x correggere clixcca su EDIT
come in questo caso puoi reintervenire sul tuo testo
x rispondere nel merito di un post
clicca su QUOTE.cita l'intervento a cui rispondi
magari metti delle virgolette <<<
x segnare meglio il tuo intervento
a proposito mi rivolgo a
"non so"
parlavi della cosa FORUM
o della cosa TERMOVALORIZZATORE?
sono caduto nel tranello dei nickname?
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non so
Junior Member
Risposte: 7
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Quota: | Originariamente scritto da anita
io ho paura dei gas che escono fuori dall'inceneritore.
Non capisco quando mi danno formule su formule.
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carletto
Junior Member
Risposte: 3
Registrato il: 28-5-2005
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Link utili
http://www.guidagenitori.it/guidagenitori/home.jsp?openDocument=251...
http://www.casteltermini.net/forum/forum_termo.htm Forum sull'inceneritore in Sicilia
http://www.godsutera.it/050225duecose_1.htm (campagna contro il termovalorizzatore)
http://www.gazzettadisondrio.it/commenti/b-102.html
"REFERENDUM ON-LINE SULLA TERMOVALORIZZAZIONE IN ITALIA
Il disastro dell'emergenza rifiuti in Campania ha raggiunto ormai una dimensione nazionale provocando disagi in tutte le Regioni italiane ed in
maniera particolare in quelle meridionali dove si registrano focolai di ribellione delle piccole comunità limitrofe della Puglia e della Basilicata
che non accettano le scelte del Commissario di Governo per l 'emergenza rifiuti in Campania e della Giunta Provinciale di Avellino, di realizzare
discariche sui confini regionali. Un grave stato di disagio che non trova adeguate risposte da parte della politica e delle Istituzioni di ogni ordine
e grado. Lo smaltimento dei rifiuti sarà sempre di più nei prossimi anni motivo di polemiche e proteste popolari in assenza di un piano strategico
nazionale. Per queste ragioni il Coordinamento Nazionale dei Piccoli Comuni Italiani impegnato a trovare una risposta intelligente, considerando il
"rifiuto " una risorsa e non un problema, propone un "referendum nazionale on line sull 'utilizzo della termovalorizzazione " come soluzione parziale
dello smaltimento dei rifiuti. Una grande iniziativa democratica volta a sensibilizzare la pubblica opinione nazionale e nello stesso tempo a creare
una coscienza popolare sul recupero dei rifiuti visti come una opportunità, in maniera particolare per i piccoli comuni. In questi anni, a causa di
una cattiva informazione, in molte Regioni, soprattutto del Sud, le popolazioni sono state chiamate a protestare contro le discariche, senza avanzare
nessuna proposta. Una inutile guerra fra poveri, anziché un progetto utile alla crescita culturale e sociale capace di sostenere tante piccole
comunità sull 'orlo del baratro finanziario. Il referendum on line vuole essere anche l 'occasione per sviluppare un doveroso dibattito politico e
sollecitare scelte legislative condivise e soprattutto coraggiose sulla più grande emergenza di tutti i tempi.
Virgilio Caivano""
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non so
Junior Member
Risposte: 7
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[rispondo ad anita :
anke io condivido le tue paure.
secondo te a chi possiamo rivolgersi?
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andrea tronzano
Junior Member
Risposte: 5
Registrato il: 28-5-2005
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una bella iniziativa del Comune di Trani. Utile non lo so
Iniziativa su reti televisive private locali.
Da sola forse non serve ma le tv locali sono quelle che entrano in tutte le case a costi accessibili. Si può immaginare qualcosa di simile anche se
Torino non ha solo una televisione di riferimento ma più di una
Allegato: Dal 17 febbraio in tv il format sul termovalorizzatore Trani Web il portale di Trani.htm (51kB)
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andrea tronzano
Junior Member
Risposte: 5
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risk communication
Il piano di comunicazione del rischio della Regione Veneto. Usatelo se credete
Allegato: risk communication del veneto.pdf (101kB)
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peppina la nonnina
Junior Member
Risposte: 6
Registrato il: 28-5-2005
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riguardo la progettazione partecipata..
http://www.provincia.fi.it/LDAvillademidoff/pagine/Zobel.pdf
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peppina la nonnina
Junior Member
Risposte: 6
Registrato il: 28-5-2005
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mi piacerebbe avere informazioni sull'inceneritore che mi sarà costruito sotto casa: proporrei che nel circolo di carte in cui vado si organizzasse un
evento che ne so un torneo di carte come occasione partecipativa per saperne di più in merito.
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Slavia
Junior Member
Risposte: 3
Registrato il: 28-5-2005
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un pò di fresco virtuale
per sognare un pò e sopratutto per rinfrescarvi virtualmente....
http://www.grancanaria.com/patronato_turismo/index.php?id=3638&idIm...
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kiamp
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Risposte: 2
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kiamp, un sindaco di sinistra
sono un sindaco
di sinistra
convinto che una volta che si è al governo
si governa
e ci si assume responsabilità che vanno ben oltre certi idealismi
essere concreti,bisogna
una questione come questa del termovalizzatore è indicativa
come armonizzare la cosa pubblica
con gli interessi particolari?
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non so
Junior Member
Risposte: 7
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qualcuno sa dirmi se ci sono stati (se si quali) problemi legati a inceneritori: esplosioni, malattie, danni ambientali?
possibile che non ci siano altre soluzioni possibili per questi rifiuti?
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peppina la nonnina
Junior Member
Risposte: 6
Registrato il: 28-5-2005
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non potrebbero fare un teatrino di burattini (in cui inscenare quello che stiamo facendo) così posso portarci i miei nipoti??
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