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carlo
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Link e segnalazioni
sul mio libro
http://www.memori.it/schede/performing_media.html
oltre che nel blog
http://www.performingmedia.org
trovi qui
http://www.teatron.org/forum/forumdisplay.php?fid=23
le note sul libro.
Scorri nei link e + sotto in questa pagina trovi le varie recensioni nella raccolta in progress
su MyMedia
http://www.mymedia.it/incontri.html
sulla webzine di Armando Adolgiso
http://www.nybramedia.it
(cerca su COSMOTAXI/ archivio Maggio: in basso è del 5 maggio!)
e sul suo Blog
http://www.adolgiso.it/public/cosmotaxi/200605archive001.asp#114681...
sulla webradio RadioalzoZero
http://www.radioalzozero.net/il-giornale-di-incipit/2006/5/7/presen...
su Acmos
la piattaforma dell'omonima associazione x la cittadinanza attiva
http://www.acmos.net/modules.php?name=News&file=article&sid=189
su Turinmovie
http://turinmoviematics.blogspot.com/2006/05/performing-media-11-al...
sul blog weblogart
http://weblogart.blogspot.com/2006/04/performing-media-by-infante.h...
su Kathodic
http://www.kathodik.it/modules.php?name=News&file=article&sid=2568
su CulturaMarche
http://www.cultura.marche.it/CMDirector.aspx?id=3492
su PiemonteFeel
http://www.piemontefeel.org/IT/Page/t01/view_html?idp=513
a proposito del progetto di Performing Media all'Abbazia di Fiastra x il convegno sull'E-Learning
http://celfi.unimc.it/el2006/blog/commenti.asp?id=21
e qui si tratta proprio della presentazione del libro in quell'ambito
http://celfi.unimc.it/el2006/blog/commenti.asp?id=18
a proposito della presentazione a Roma
http://www.nimmagazine.it/node/199
http://www.key4biz.it/cgi-bin/key4biz/k4b.cgi?id_testo=089922424345...
su MEDIAZONE
http://www.mediazone.info/site/it-IT/TEMI/Temi/performing_media.htm...
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carlo
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sul Corriere del Mezzogiorno
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carlo
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su La Repubblica_edizione pugliese
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carlo
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su Quotidiano di Lecce
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teatron
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su Gazzetta del Mezzogiorno e ADN Kronos
link alla segnalazione su ADN Kronos
http://www.adnkronos.com/3Level.php?cat=Cultura&loid=1.0.441602166
e in attach l'articolo arrivato via fax
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teatron
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su Neapolis e Fahreinheit
in onda su RAI3 il 17 maggio
http://www.neapolis.rai.it/tgr/HP_TGR/0,8248,24^1067069,00.html
in onda su RadioTre il 22 maggio
http://www.radio.rai.it/radio3/fahrenheit/archivio.cfm?first=21&Q_D... Q_DATA_OUT=&Q_PROG_ID=61&Q_TIP_ID=&Q_KEYS=&Q_OPERATOR=&Q_PROG_CANALE=RADIO% 20TRE&Q_EV_CATEG=
(il link è lungo, copialo e incollalo)
e clicca su ASCOLTA la trasmissione su " i media contemporanei"
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teatron
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Per la presentazione a Macerata
Su Corriere Adriatico del 7.06
promossa dal Comune di Macerata e introdotta dall'Assessore alla Cultura http://www.comune.macerata.it/Entra/Engine/RAServePG.php/P/69811111...
qui, il manifesto
http://www.comune.macerata.it/Entra/download/Manif.pres.libro%20Inf...
e un link amico
http://pollicino.blogosfere.it/2006/06/progettare_elea.html
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teatron
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a MC
su Il Resto del Carlino del 7.06
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teatron
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a MC
su Il Messaggero del 7.06
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teatron
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a MC
sul Corriere Adriatico a proposito del progetto più complessivo, realizzato con l'Università di Macerata. Più su,nella pagina trovi anche il link
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carlo
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comunicato x la presentazione a Roma
in attach
e un link amico
http://funkyprofessor.blogspot.com/2006_06_01_archive.html
Allegato: PM1.1. comunicato21.06.rtf (24kB)
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carlo
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presentazione a Cividale del Friuli
Allegato: performing-cividale.pdf (52kB)
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carlo
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sul Messaggero Veneto
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carlo
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su Nova/Sole24Ore
a proposito del performingmedialab in Piemonte
http://www.performingmedia.org/lab/pie
qui trovi l'articolo (+ leggibile) del sole 24 ore sul performing media lab/ piemonte http://www.acmos.net/xmedialab/xmedialab_24ore.jpg
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carlo
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su MyMedia
Allegato: mymedia_56_57.pdf (384kB)
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carlo
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su il Manifesto
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/23-Agosto-2006/art43....
in ogni caso ecco qui l'articolo di Mauro Trotta uscito il 23 agosto 2006
CULTURA pagina 13
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apertura
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Segni virtuali, la (po)etica dello scambio
«Performing media 1.1. Politica e poetica delle reti» di Carlo Infante per le edizioni Memori. Strategie di cambiamento sul territorio per scrivere,
leggere, conoscere, comunicare
Mauro Trotta
«Di nulla sia detto è naturale/ di tutto si dica può cambiare». Queste parole di Bertolt Brecht, tratte da L'eccezione e la regola, sono poste in
apertura del primo capitolo del nuovo libro di Carlo Infante intitolato Performing media 1.1. Politica e poetica delle reti (edizioni Memori, pp. 238,
euro 14, prefazione di Beppe Grillo). E sembrano rappresentare perfettamente il senso più profondo di questo testo, che si pone l'obiettivo di vivere
nel cambiamento, di interpretare i nuovi media interattivi (la rete prima di tutto) come opportunità per la cultura e la politica. Perché performing
media - spiega Infante - «significa rendere dinamico, condivisibile, coinvolgente, sociale, politico e poetico il mezzo di comunicazione». L'autore
incita dunque ad attraversare questo mutamento profondo, cercando di coglierne tutte le possibilità in modo da fare evolvere - dal punto di vista
sociale, economico, ma soprattutto antropologico - la società attraverso la partecipazione attiva e la condivisione della conoscenza pensata come bene
comune.
Si tratta, in sostanza, di coinvolgersi nell'uso delle reti comunicative, ormai dispiegate e in continua evoluzione, in maniera tale da poter
costruire nuove forme politiche e poetiche - come appunto recita il sottotitolo - all'altezza dei nuovi tempi. È un discorso che riprende i temi
trattati nel precedente libro di Infante (Performing media. La nuova spettacolarità della nuova comunicazione interattiva e mobile, Novecentolibri,
2004), dove, appunto, veniva introdotto il concetto di «performing media». E quell'1.1 apposto al nuovo testo vuole proprio rendere chiaro il legame
con il lavoro precedente, imitando il sistema usato per nominare gli aggiornamenti, le nuove release, di software già esistenti.
L'espressione «performing media» intende riferirsi a «un'operatività che sta al confine tra le nuove forme sociali di organizzazione attraverso le
reti ed una creatività digitale che sta ridefinendo gli statuti della produzione estetica nell'ibridazione tra arte e comunicazione». E rimanda
immediatamente alla politica e alla poetica intese come «tensione civile basata sull'intelligenza connettiva» e «creatività che sta inventando non
solo nuovi linguaggi, ma anche i contesti dove esprimerli, le reti e l'ambiente digitale». Insomma, si tratta di agire i nuovi media, inventando nuove
forme di utilizzo e di comunicazione, sottraendoli al dominio di chi vuole privatizzarli ed utilizzarli per rafforzare il proprio potere. Qualcosa che
rimanda a una famosa affermazione di Jello Biafra, leader dei Dead Kennedys, non a caso citata anch'essa nel libro: «Non odiate i media, diventate i
media».
In perfetta sintonia con questa filosofia e questi intendimenti, anche la forma stessa del libro si presenta in modo diverso: il volume è strutturato
come una sorta di ipertesto, un flusso di idee, di informazioni, di episodi, non organizzati in maniera gerarchica o lineare, con rimandi continui tra
le varie parti. L'autore stesso consiglia di non leggerlo in modo sequenziale, ma di sfogliarlo, soffermandosi sulle parti che più possono interessare
il lettore, per poi tornare indietro o andare avanti, costruendo il proprio percorso di lettura. Le note sono fuori dal testo cartaceo e possono
essere rintracciate su Internet, all'indirizzo http://www.performingmedia.org, dove si possono trovare anche link ai video e alle installazioni citati nel libro. Non solo, allo stesso indirizzo
web è possibile partecipare a un forum a cui indirizzare domande e riflessioni e in cui si potranno trovare aggiornamenti e approfondimenti sui temi
trattati. Il testo cartaceo, insomma, rappresenta soltanto una parte di un'operazione che vuole essere di più ampio respiro. Una sorta di viaggio
all'interno della «infosfera» che, stimolando un uso diverso delle reti, ha l'ambizione di affrontare temi e nodi cruciali come la crisi della
democrazia rappresentativa e il passaggio dalla res publica alla res telematica, la creatività connettiva, l'Open Source e i Creative Commons (che
coniugano la protezione degli autori e la libertà di utilizzo delle opere di ingegno), la nuova figura del prosumer, ovvero il producer-consumer di
informazioni, la psicotecnologia, l'edutainment, ovvero l'educational e l'entertainment miscelate insieme, la differenza tra il pensiero olistico
(tipico dell'apprendimento in ambiente digitale) e quello lineare (caratteristico dell'apprendimento tradizionale). Così il libro ricostruisce e
racconta le più significative esperienze, e le concezioni che le sottendono, di Net-attivismo, del movimento delle Telestreet e dei mobcaster, di
Warwalking, ovvero di quelli che girano per le città alla ricerca di punti in cui potersi connettere alla rete, in modalità wireless e senza spesa,
spesso praticando il warchalking, ossia segnando questi spazi con il simbolo di due semicerchi tangenti tra loro: )(. Non tralasciando di interrogarsi
sui rapporti tra il teatro sperimentale e di ricerca e le nuove tecnologie digitali, arricchendo il discorso con una serie di esperienze affascinanti
e significative.
Performing media 1.1, ruotando intorno all'idea portante del «comunicare con» invece del «comunicare a» che si coniuga alla creatività collettiva o,
meglio, connettiva, sembra voler rilanciare una delle pratiche fondamentali introdotte dal movimento del Settantasette, quel concetto, cioè, di
avanguardia di massa, tipico soprattutto della sua ala più creativa. Del resto, Carlo Infante, oggi docente di «performing media» all'università di
Lecce, all'Accademia di Belle Arti di Macerata e all'Istituto europeo del design di Torino, circa trent'anni fa era uno degli indiani metropolitani e
ha partecipato alla progettazione e alla fattura di fogli e riviste come «Oask?!», «Enig/mistica», «Orsottantotto». Insomma, forse è un po' come il
lupo, l'indiano perde il pelo ma non il vizio.
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carlo
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su Il Manifesto
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carlo
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su DDONNA/la Repubblica
un articolo in cui si cita l'esperienza del TarantaVideoBlog realizzato dal PerformingMediaLab/Salento
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carlo
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su Nuova Ecologia
un intervento a proposito del social tagging
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carlo
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su Arte Nomade
a proposito di Nomadismo e Infomobilità
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teatron
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su Liberazione del 19.10.06
Conversazione con Carlo Infante, docente di “Performing Media”, creatore di eventi multimediali, media-attivi. A Torino in questi giorni l’evento
“Virtuality”, una ricognizione di arti dal videoteatro ai videogiochi, narrazioni ad “altra” definizione
La società della Conoscenza passa attraverso le Reti
Che cosa vuol dire “Performig media”? Si tratta di un progetto, un percorso per coniugare azione culturale, comunicazione multimediale e “mercati”
territoriali. In altre parole: la conoscenza come bene comune da condividere. Come l’aria e l’acqua. Carlo Infante è il creatore e docente di questa
progettazione che, all’Università di Lecce, all’Istituto di Belle Arti di Macerata e all’Istituto europeo di design di Torino è materia di esami.
Parliamo di cultura, spettacolo e comunicazione interattiva: nel libro Performig media1.1 - politica e poetica delle reti (edizioni memori, 14 euro)
si affronato i tanti aspetti della “cultura” performativa delle nuove tecnologie. Parli di società del Controllo, dell'ossessione della sicurezza che
condiziona la nostra vita restringendo gli spazi di libertà. Nello stesso tempo, uno come te, che è stato un antesignano delle nuove tecnologie
ammetti che l'uso di tanta tecnologia senza intelligenza può diventare un “rischio sociale”. E mi sembra che il punto interessante sia questo: si
rischia di inondare il mondo di tecnologie che ci daranno tante risposte da farci dimenticare le domande.
«Non ho paranoia per il controllo totale. Anche se pensando al film "Nemico pubblico" di Tony Scott mi si rizzano i peli sulla schiena. Non c'è dubbio
che strutture come la National Security Agency statunitense rappresentano un costante rischio d'attentato non solo alla privacy ma al diritto di
cittadinanza a tutti gli effetti. E senza andare così lontano la Telecom di casa nostra di porcate ne ha fatte anche troppe. Si tratta di stare
all'erta e acquisire più competenza possibile, per rigettare con azioni pubbliche le intrusioni del controllo subdolo, come fa, nel film di Scott,
Gene Hackman che rivolge contro i controllori i loro stessi sistemi-spia. Dobbiamo usare i media per non essere usati. Mi viene da rilanciare
quell'emblematico slogan di Yello Biafra, il leader del gruppo punk Dead Kennedys che cantava “Non odiate i media. Diventate i media! ". La mia idea
di performing media trova lì il suo impulso, s'innesta su questo principio già avviato dal media-attivismo, cercando format sempre più efficaci di
azioni pubblica e creativa. Nel mio libro parlo ad esempio del movimento della "sousveillance", il contrario di sorveglianza: “sottoveglianza” (anche
se la parola non esiste) ma dopotutto prima non esisteva la necessità di far accadere qualcosa di simile. E' l'azione dal «basso» che gioca con la
sorveglianza video e telematica, creando performance sui marciapiedi delle città, davanti e sotto quelle telecamere che controllano la nostra
convivenza civile nella dimensione urbana. Uno dei primi a dare forma a questa idea è stato, nel 1996, Bill Brown, media-attivista di New York che
insieme ai Surveillance Camera Players ha addirittura messo in scena, davanti alle telecamere e ai loro addetti stupefatti, dei microspettacoli
ispirati a Samuel Beckett e ad Alfred Jarry (si parla, nel web, di un Ubu Re caustico e situazionista)».
Beh, ricordiamo che il regista Eric Steel ha filmato sei suicidi sei dal Golden Bridge di San Francisco, ne ha fatto un film di successo e
discussione. Macabra performace. Ad un certo punto citi Richard Florida, economista che ha parlato per primo della “classe creativa”, cioè quella
classe che sta lavorando da anni in Internet per rendere possibile un concetto, altrimenti astratto, come Società della Conoscenza. Non so che
impressione hai tu, ma questa Società della Conoscenza, almeno dal nostro punto di osservazione, l’Italia, sembra lontana, ritagliata su una
conoscenza superficiale. E questo è un problema perché se è vero che il futuro di un paese si misura sulla capacità del sistema di stimolare il
potenziale creativo delle nuove generazioni, non abbiamo molte chances.
«E' un problema enorme, è uno dei maggiori handicap di questo paese così aggrappato alle tende di una cultura sempre più autoreferenzionale se non
addirittura superstiziosa nella sua incapacità di misurarsi con le trasformazioni in atto. Nella mia attività di libera docenza a contratto mi trovo
ad attraversare un mondo universitario incapace di superare lo stallo epistemologico di un sistema che non sa interpretare ciò che accade, tenendo in
ostaggio una generazione che non sa più come ribellarsi. Anche quella impegnata politicamente che magari si proietta in militanze gloriose ma non
interviene direttamente sul proprio destino: quel processo di formazione che determina il metodo per tradurre l'informazione in conoscenza. Come?
Negoziando spazi di autogestione nella rete e libertà d'accesso per attuare, e non più solo sperimentare, nuove form di cittadinanza. Ai tanti
intellettuali di sinistra, ai miei tanti compagni di strada, mi viene da lanciare una battuta: "il futuro non è più quello di una volta". C'è da
trovare il coraggio per rimettersi in discussione. Per mettere da parte certe convinzioni ideologiche (non solo quelle comuniste ma anche quelle
umaniste ancorate alle sacralità letterarie) per stabilire un contatto con una generazione che sta entrando in un futuro digitale che rischia di
centrifugare tutto».
Chiudiamo con la tv. Con De Kerckhove che "rilancia" il ben noto adagio di McLuhan: “la tv ci guarda”. E’ l’opposto della “politica” delle reti, ciè
dell’attivismo, dell’intelligenza colletiva.
«Il problema determinato dalla televisione è proprio nell'indebolimento di chi pensa di guardarla mentre invece rimane intrappolato dal suo campo
magnetico. Mi spiego: il televisore è elettronico, modula frequenze, va oltre lâidea del montaggio sequenziale per fotogrammi proprio del cinema, crea
un campo elettromagnetico in cui vengono modulati i nostri sensi e i nostri processi cognitivi. “Massaggia il cervello” affermò lo stesso McLuhan,
parafrasando il suo celebre assioma: “il medium è il messaggio”. Nel momento in cui McLuhan sosteneva che la televisione ci massaggia, facendo
assorbire le informazioni, aveva colto l’essenza di quell’automatismo psichico indotto dal flusso
elettronico.
Va rotto l'incantesimo. Ma è dai tempi della legge Mammì che la sinistra dimostra
un'ignoranza grave del sistema dei media. Se non per il mondo della radio libere dove si crearono esperienze straordinarie. La televisione è ormai un
feticcio, non lo mollano. Si pensa a ripartire quote pubblicitarie e frequenze. Ma è sull'estensione delle opportunità della banda larga che si deve
ragionare, cercando di tradurre le sperimentazioni del Wi Max (il sistema wireless di connessione a internet con un protocollo stabile e forte) in
opportunità di comunicazione convergente, tra telefonia (magari attraverso l'uso di Skype) e sistemi di televisione interattiva, degna di questo nome.
Non come quella fandonia di televisione digitale che ha fatto perdere tempo e soldi allo sviluppo del Paese».
Antonella Marrone
http://liberazione06.rifondazione.co.uk/Notizie06/10ottobre06/0610N...
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carlo
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a proposito del geoblog x TerraMadre
Il geoblog per le Comunità del Cibo di Terra Madre
Una produzione Performing Media Lab
per Assessorato all’Innovazione della Regione Piemonte
a cura di Carlo Infante
realizzazione di co3web
Il progetto è quello di creare una mappa delle risorse agro-alimentari protette e da proteggere su cui le Comunità del Cibo di Terra Madre hanno
costruito una rete mondiale di esperienze condivise.
Il geoblog di Terra Madre si basa sul sistema Google maps che dispone di un database geografico completo di tutto il mondo. Alle mappe s’integra qui
la pratica del blog attraverso cui portare nel web, la cosa più globale che c’è, quella più locale: la nostra attenzione per il cibo, il più buono e
giusto possibile.
qui sotto l'articolo su LEFT
e in questo link http://www.avvenimentionline.it/pdf/41_20-10-2006.pdf
il pdf della rivista (a pg.50)
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carlo
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suMyMedia.A proposito del Performing MediaLab
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carlo
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L'altra pagina di MyMedia
con il manifesto programmatico del PerformingMediaLab
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carlo
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su Left-Avvenimenti
qui http://www.avvenimentionline.it/pdf/39-40_13-10-2006.pdf
c'è l'intero PDF del settimanale
andando a pg.66-67 trovi l'articolo sul Virtuale
e in particolare sulla tavola rotonda promossa dal PerformingMediaLab su "Agire nella visione"
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