Teatro per crescere insieme: sul palcoscenico studenti e genitori
di Rita Bortone
Quotidiano del 8 giugno 2001

 

Quando Beatrice Chiantera attivò il primo laboratorio teatrale nella scuola media “A: Galateo” di Lecce, si guadò a quelle attività con curiosità, ma quasi con diffidenza. Si diceva: “I ragazzi dovrebbero stare in aula”, “Forse perdono tempo”, “Sì è bello, ma ci si distrae dallo studio”, “un teatro che non recita niente, testi e performances non classiche”.

Lo spettacolo fu qualcosa di molto scarno, in tono minore, anche se fummo gratificati da alcune presenze importanti, come quella di Rina Durante, di Gino Santoro, dei genitori degli alunni. La convinzione della valenza formativa di quel modo di fare teatro determinò comunque la prosecuzione di quell’inconsueto laboratorio, a metà strada tra la ricerca teatrale e la scrittura creativa. Cominciarono a venir fuori le prime ricadute: ragazzi con handicap –anche gravi- che trovavano un loro equilibrio, una loro serenità di comportamenti, un’intensa gioia dello stare a scuola, un loro tessuto di relazioni, una personalissima capacità di leggere i contesti e di produrre pensieri. Ragazzi eccellenti in cui sbocciavano amori appassionati per quelle ore di laboratorio e con una voglia crescente di dire cose prima nascoste, di scrivere, di muoversi, di esprimersi.

Poi, l’anno scorso, un grande salto con il coinvolgimento dei docenti nella veste di attori.

Il viaggio: sempre la metafora del viaggio, nel nostro laboratorio di teatro. Il  viaggio della ricerca dentro di sé, alla ricerca di sogni e paure, verso ostacoli da superare e mete da raggiungere, parole da costruire e gesti da inventare, un cammino che comincia e non si sa dove finisce. Insieme, però. Ognuno, se stesso, sempre più se stesso, ma insieme. La metafora del viaggio perché il nostro non è un teatro che “recita” la vita, è un teatro che mette in scena le vite vere.  Bello vedere uno spettacolo dove non si “mostrano” alunni addestrati, ma “si mettono in gioco” insieme ragazzi ed adulti, alunni, docenti, assistenti dei ragazzi disabili. Tutti attori e tutti veri e tutti ricercatori. Ed è stato entusiasmante per tutti lo spettacolo dell’anno scorso, così concepito e realizzato presso Koreja a Lecce.

Coi mancava una cosa, però:  i genitori attori, i genitori ricercatori. E così quest’anno abbiamo voluto provare con i genitori. Tutti insieme in uno spazio dove i ruoli si confondono per crescere insieme, dove la comunicazione trova modi nuovi per costruirsi, dove i conflitti diventano gesti, parole, contatti, narrazioni, direzioni di ricerca. Di viaggio.

Oggi, alle 10,30, presso i Cantieri Teatrali koreja a Lecce se ne parlerà in una tavola rotonda dedicata al tema “Quale teatro per quale scuola” (e organizzata in collaborazione con l’università di Lecce) a cui parteciperanno tutti coloro che, interessati al teatro o alla formazione, comunque cercano una scuola che offra percorsi diversi, linguaggi diversi, modi diversi di esistere. Poi, sempre oggi, alle 20,30, sempre presso i Cantieri, l’appuntamento con il palcoscenico; uno spettacolo inconsueto, in cui inconsueto è il cast di attori, e inconsueta è la regia. Inconsueto è anche il produttore: un istituto scolastico che “viaggia” per itinerari nuovi, alla ricerca, anch’esso,  di una nuova identità e di nuovi modi per parlare far parlare le nuove solitudini di figli e padri.