Mi piace Non mi piace Caro diario Mia madre mi chiede sempre cosa abbiamo fatto nellora di laboratorio, ma oggi si è dimenticata e così io mi sono divertito a raccontare. Gli ho raccontato che abbiamo fatto vari cartelloni, tutti belli, dovevamo scrivere (e disegnare) le cose che ci piacciono e quelle che non ci piacciono del laboratorio. Al nostro gruppo è piaciuto tutto tranne una cosa, che aveva scritto il mio compagno Romolo e cioè: il comportamento di una compagna. Parlava e rideva in continuazione. Così abbiamo fatto il nostro cartellone ed anche se è uscito un po brutto ci siamo divertiti molto insieme perché ognuno aveva qualcosa da fare e quindi lavorava divertendosi. Ti saluto caro diario, credo che ci rivedremo presto tuo Fra Forse è ancora presto per fare un bilancio dellattività, tuttavia mi sembra importante una prima verifica, in modo da apportare modifiche o aggiustamenti al Progetto iniziale. Ho chiesto perciò ai ragazzi di raccontare quello che a loro piace del nostro Laboratorio e quello che invece non piace. Anche Francesco scrive: Mi piace laula magna, salire sul palco, giocare, fare un viaggio sulla nave Sono contento di Francesco. Non mi piace la mensa, non mi piace la sera, non mi piace in prigione, non mi piace in ospedale, non mi piace il sangue. Mi è piace stare con gli altri giocare per imparare mi piace lorganizzazione il fatto che si può dire quello che si pensa senza timore che abbiamo un diario tutto nostro dove esprimiamo i nostri pareri sapere, attraverso la lettura dei nostri diari, cosa provano i miei compagni (Marika) Mi piacciono i giochi che facciamo ci sediamo in cerchio e riflettiamo e ci rilassiamo mettiamo delle musiche belle e leggere facciamo finta di essere su una grande nave.(Antonio) Ingredienti per fare un Laboratorio squisito: allegria sincerità musica 5 professori (contati) più di 28 alunni un pizzico di prof. di sostegno (non di più) uno spazio molto grande silenzio. Formare un grande cerchio, grande come un uovo. Ed ecco qui un laboratorio con i fiocchi. (Matteo M.) Mi piacciono i pensieri e le emozioni di Marco, Mary e Manu Il comportamento della prof. Minonne (perché lho vista obiettiva e semplice) La semplicità di tutti. (Samuela) Mi piace scoprire che ognuno di noi è diverso, esprime sensazioni, sentimenti e opinioni diverse, parlando al microfono e leggendo il diario. (Marco) Di questa esperienza non cè niente che non mi piace, però è successo che mentre leggevamo due amiche mie si sono messe a piangere, per lemozione. (Iolanda) Del Laboratorio mi piace ancora è un po presto per dire cosa mi piace e cosa non mi piace! Però mi sono divertita molto e penso che mi divertirò ancora di più con il passare del tempo. E molto piacevole lavorare con questa organizzazione. Secondo me questa organizzazione è molto interessante. (Carola) Anchio, come i ragazzi, come le mie colleghe, come lassistente, ho annotato cosa mi pace e cosa non mi piace del Laboratorio di libera espressione. Dopo, divisi in gruppi (quelli dei ragazzi e quello degli adulti), abbiamo stampato le nostre riflessioni su dei cartelloni. E importante lasciare tracce di memoria! Mi piace lavorare in uno spazio dove non ci sono banchi, sedie, cattedre, dove il libro di testo è il nostro diario di bordo, dove a volte il professore ascolta e lalunno spiega, dove poter leggere delle avventure di Ulisse anche se non è previsto dalla programmazione didattica. Mi piace ritrovare un tempo per ridere e un tempo per piangere, un tempo per raccontare e un tempo per ascoltare, un tempo per guardare e un tempo per chiudere gli occhi, un tempo per tacere. Mi piace la possibilità di reinventare spazi e tempi fuori/oltre gli spazi e i tempi scolastici prestabiliti e rigidi e purtuttavia dentro gli spazi e i tempi della scuola. Mi piace cercare, una volta tornata a casa, tra i versi dellOdissea un brano che raccontando della nostalgia di Ulisse, catturi e dia forma alle nostalgie mie e dei miei compagni di viaggio. Mi piace
il racconto di Matteo, così
comè, con gli errori e senza segni di punteggiatura
Non mi piace Ha scritto Carola nel suo diario: Io credo che siamo stati molto fortunati noi della classe I D a fare questo progetto. Infatti siamo lunica classe in tutta la scuola che facciamo teatro!!! anche i professori. Hanno fatto bene ad accettare questo progetto. Ecco, credo che proprio questo non mi piace. Perché i più fortunati? non mi sono occupata sempre, per scelta, dei più sfortunati? Perché per me, per Francesco, Emanuela, Matteo è possibile? e invece per Antonio, Samir, Mario, Simone, Veronica tutto ciò non è possibile? Perché? Quali sono le condizioni per cui anche per loro sia possibile attraversare esperienze analoghe, ugualmente dense, capaci di risvegliare sentimenti, emozioni, pensieri, conoscenze, consapevolezze, abilità giocando seriamente? Perché? Spesse volte mi è stato fatto notare che un limite grosso di molte esperienze di questo tipo è il fatto che, nel migliore dei casi, ogni volta si rischia di creare una sorta di "isola felice". E allora a me viene in mente La nuova colonia di Pirandello. Anche lì un gruppo di disperati, la feccia della società, si rifugia su di unisola per reinventare un mondo "diverso", forse utopico. Tutti sanno che quellisola da un momento allaltro può sprofondare negli abissi del mare. E tuttavia rischiano. E infatti la "nuova colonia" sprofonda. Il racconto si chiude con lestremo e disperato tentativo di una madre di salvare il suo bambino. Mi piace pensare alla possibilità di abbandonare lisola prima che sprofondi e andare a conquistare unaltra isola, e poi unaltra e unaltra ancora fino a formare un arcipelago. Un grande arcipelago di "isole felici". Noi ci stiamo provando. E questo mi piace. |
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