La scrittura on line Oggi abbiamo fatto delle cose davvero interessanti . Siamo saliti nellaula multimediale e la professoressa ci ha insegnato come visitare il nostro sito internet. Non è molto difficile: come prima cosa bisogna digitare: www.teatron.org poi basta cliccare su "La rete degli sguardi" e poi visitare "Tracce dal Laboratorio di Libera Espressione a Lecce". Lì ci sono i nostri diari di bordo e se vogliamo possiamo registrarci e anche scrivere. Credo che lo farò. Ciao caro diario Andrea E i ragazzi scrivono. Sui loro diari di bordo. E sul forum compatibilmente con la disponibilità dellunica postazione collegabile ad internet esistente per il momento a scuola. I risultati migliori, la scrittura più creativa mi sembra quella riportata nel forum a caldo subito dopo lesperienza diretta, come è accaduto dopo gli incontri con Filippo e Micaela. Anche a me è venuta voglia di scrivere sul nostro forum, ma ho qualche difficoltà. Ci provo lo stesso. Ho bisogno di fare chiarezza innanzitutto dentro di me. Scrivo a penna, riporto sul forum, ricopio qui di seguito: AVVERTENZA A te, navigatore della rete Il testo che stai leggendo lho prima pensato, poi lho scritto e riscritto con la biro blu, poi lho trascritto in word, infine col copia-incolla lho introdotto nella rete decidendo di occupare uno spazio nel forum Tracce dal Laboratorio di libera espressione a Lecce. Avrei voluto mettermi davanti al computer e riversare "di getto" i miei pensieri nella finestrella del new replay dopo aver fatto logout e poi login, quindi invio. Ma nessuna delle parole che attivavano azioni su quello schermo vitreo mi risultavano amichevoli. Lo stesso monitor mi dava limpressione di un occhio di vetro, freddo, cieco Insomma, avevo limpressione di avere davanti un blocco di ghiaccio dentro il quale riversare emozioni, sentimenti, storie. Poi ho riflettuto. Ed ho scoperto una cosa ancora più inquietante: in un qualche momento dovevo aver deciso che le storie più affascinanti, le frasi più belle, le emozioni e i sentimenti più vibranti che emergevano nel corso delle attività del Laboratorio a scuola le avrei tenute per me, nella cassaforte del mio diario di bordo. Ora sto scrivendo, ma non riesco a liberarmi della fastidiosa sensazione che sto forzando zone delicate, pieghe che dovrebbero restare piegate. Una violenza sottile che, se non sarà compensata con rapporti veri, incontri importanti, rischia di produrre solamente inutili piaghe. Il lavoro nel Laboratorio di libera espressione nella Scuola Media "A. Galateo" procede. Sono stanca (fisicamente). Molti pensieri mi attraversano la testa. Si tratta soprattutto di interrogativi, che producono altri interrogativi. Domande piuttosto che risposte. Incertezze piuttosto che certezze. Da un po di tempo mi interrogo sul perché io continui a provare disagio nei confronti della scrittura on-line, sul perché non la consideri affatto una scrittura creativa. Io, che pure riesco, a detta di tanti, a far scrivere testi straordinari e creativi anche a ragazzi solitamente demotivati, sprovveduti, disorientati Io, che credo fortemente ed ho sperimentato quotidianamente la forza incredibile della parola scritta sulla parola orale, il suo valore terapeutico Perché non riesco ad essere spontanea, creativa, a scrivere di getto, senza mediazioni, sul forum? Ed invece ho bisogno di pensare, e poi di scrivere, di fissare sul mio diario i miei pensieri, per poi trascriverli ed inviarli on-line? forse! Sono ormai molti anni che uso il diario di bordo come strumento di lavoro per ascoltare, osservare, raccontare, ricordare, riflettere, confrontare esperienze E sono molti anni che chiedo ai miei alunni di ascoltare, osservare, raccontare, ricordare, riflettere, confrontare le esperienze vissute insieme. Da quando abbiamo avviato il Progetto I.N.D.I.R.E. anche i miei colleghi, la mamma di Francesco, Cristina, la sua (?!) assistente, scrivono il loro diario di bordo. E allora dovè il nodo, la contraddizione? Perché continuo a provare disagio? Il diario di bordo è strumento per la costituzione di un gruppo, è una scrittura intima che viene rivelata solo a chi ti è vicino, perché ha condiviso con te la stessa esperienza. Sei al riparo da ogni giudizio, perché il giudizio non ha senso. Nel diario on-line dovè lesperienza in comune, se chiunque può "entrare" e "spiare" e "giudicare" e pretendere di dare risposte e di porre domande? Che fine fa quella intimità che è il presupposto indispensabile per un diario? Nella comunicazione che si realizza nel diario di bordo le esperienze attorno a cui si aggrumano gesti, pensieri, emozioni, parole, si fanno parola scritta, cioè qualcosa di permanente e di morto, per dirla con Borges, per rinascere immediatamente e diventare parola orale, raccontata, qualcosa di alato, di lieve, che incontra altre esperienze, altri gesti, altri pensieri, altre emozioni, altre parole. Un circolo virtuoso che si rigenera ad ogni nuovo incontro. Nella comunicazione on-line è la nostalgia della parola orale che si fa parola scritta per diventare parola orale, che vola ma dove? da chi? quali nuovi incontri potrà generare? o si disperderà nellaria? Lunico modo in cui riesco a pensare di poter utilizzare, io, il forum è questo: provare a trasferire alcune pagine dei nostri diari di bordo in uno spazio virtuale, in una piazza immateriale, e lasciare così delle "tracce". Appena una galleria di ombre rispetto allesperienza ben più complessa che nella nostra scuola (e nelle altre due scuole) stiamo portando avanti. Sperando con questo di incontrare altre esperienze, ben consapevoli che dietro ad ogni esperienza ci sono gesti, pensieri, emozioni, parole persone. |
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