Metamorfosi

Un animale che stimo molto è il ragno che cattura le sue prede con la ragnatela ed è così piccolo che alcune volte è impossibile vederlo. (Marco)

Anch’io vorrei regalare una storia ai miei ragazzi.

Vorrei raccontare della metamorfosi di Arianna in ragno.

Confesso di avere un po’ di timore (oppure è vigliaccheria?!). Già una volta, quando avrei voluto leggere loro un pezzo tratto dall’ Odissea, che raccontava della nostalgia di Ulisse per la sua terra, per la sua donna, per suo figlio, mi ero fatta convincere dalla mia collega… forse non era ancora giunto il momento, forse i ragazzi non erano pronti. Lo avremmo letto più in là, dopo un’adeguata preparazione, in un momento più opportuno…

Decido che a volte i momenti sono opportuni quando noi decidiamo che lo siano; non sempre si rivelano tali sol perché sono previsti dalla scansione dei tempi dettata dalla programmazione scolastica. Almeno, non per tutti.

Mi faccio coraggio. E leggo.

Pallas anum simulat falsoque in tempora canos

Addit et infirmos baculo quoque sustinet artus;

Tum sic orsa loqui...

Pallade si traveste da vecchia, si mette sulle tempie una finta capigliatura bianca e prende anche un bastone che sorregga le membra piene di acciacchi. Poi comincia a parlare così: "Non tutto è male, nell’età avanzata. Più si invecchia, più cresce l’esperienza. Dai retta a me: ambisci pure ad essere la più grande tessitrice, tra i mortali; ma non voler competere con la dea, e chiedile con voce supplichevole di perdonarti per quello che hai detto o temeraria; chiediglielo, e non ti rifiuterà il perdono".

Aracne le lancia una torva occhiata, lascia andare i fili già cominciati e a stento trattenendosi dal percuoterla, con una faccia che tradisce l’ira, così dice di rimando a Pallade che ancora non si è palesata: "O scimunita, smidollata dalla lunga vecchiaia, vivere troppo eccome se rovina! Queste cose valle a dire a tua nuora, se ne hai una, valle a dire a tua figlia, se ne hai una! Io mi so regolare benissimo da me, e perché tu non ti creda di aver combinato qualcosa con i tuoi ammonimenti, sappi che io la penso come prima. Perché non viene qui? Perché non accetta la sfida?" Allora la dea: "E’ venuta!", dice, e si spoglia della figura di vecchia e si rivela — Pallade.

Le ninfe e le donne della Lidia si prostrano dinanzi alla divinità; soltanto la vergine non si spaventa. Tuttavia trasalisce…

I ragazzi ascoltano, tutti, in silenzio; anche Francesco sembra aver subito una metamorfosi.

Ogni tanto interrompo la lettura. Li guardo negli occhi, e loro guardano me.

Oggi la prof. ci ha letto il mito di Arianna che fu trasformata in ragno. E’ stato veramente un racconto interessante anche se c’era qualche vocabolo difficile, però, tutti insieme, siamo riusciti a trovare il significato.

Poi ognuno di noi ha decorato su un palloncino la faccia dell’animale scelto. Io ho scelto il dalmata, perché è bellissimo, quelle sue macchie mi danno l’impressione di un cielo stellato. Io mi sento molto vicino a questo animale, perché è molto dolce e mansueto come me.

Per prima cosa ho ritagliato dei pezzi di cartoncino nero per fare le macchie, poi ho ritagliato sul cartoncino rosso la bocca e sul cartoncino rosa la lingua che poi ho incollato sulla bocca. Successivamente ho ritagliato sul cartoncino nero le orecchie e le narici e così il mio dalmata era pronto.

Quando ci siamo rimessi in cerchio ognuno di noi ha presentato con cinque aggettivi l’animale rappresentato sul palloncino. (Andrea)

Ri-scopriamo insieme la musicalità della lingua latina, la forza e l’efficacia del racconto, attraverso l’inusualità di alcuni termini riandiamo alle radici della parola, discutiamo della vecchiaia e del valore dell’esperienza, leggiamo di dei e uomini, di miti e leggende. Qualcuno domanda: "Dov’è la Lidia?".

Rimaniamo stupiti di fronte alla straordinaria forza espressiva di una similitudine:

…e un improvviso rossore le dipinge suo malgrado il viso e poi ridilegua, come l’aria s’imporpora al primo comparire dell’aurora e dopo breve tempo s’imbianca, quando sorge il sole.

Come per magia il racconto di Ovidio ci offre l’occasione di parlare di noi, di quando per la prima volta anche noi siamo rimasti stupiti da un’alba o da un tramonto o dal sorgere della luna. E raccontando ci siamo raccontati e siamo cambiati.

Metamorfosi.

La prof. Beatrice ci ha chiesto se il testo di Ovidio (il mito di Arianna trasformata in ragno) che ci aveva letto era stato difficile. Noi abbiamo risposto che era stato semplice. Io, ispirata da quel testo, ho scritto il mio sul sorgere del sole: ti ricordi?Io sì! E anche i miei compagni.

Lo scorso anno d’estate mi svegliai presto per andare a fare la spesa.

Abitavo vicino al mare (San Foca): lo osservai e vidi dei bagliori. Uscivano fuori dal mare come un bambino esce fuori dalla sua culla.

Pensai: il sole sorge ogni giorno e poche persone lo vedono. Solo qualche contadino, ma non lo degna neanche di uno sguardo. Lui pensa ai suoi pomodori e all’orto.

Povero sole, ripete ogni giorno il suo spettacolo senza mai ottenere un fragoroso applauso. (Samuela)

Era una mattina di quest’estate. Me lo ricordo come se fosse ieri. Attraverso la nebbia riuscivo a vedere un immenso cerchio giallo spuntare fuori dall’immensa tavola azzurra. Era uno spettacolo bellissimo. I colori variavano dal viola al turchese e intanto l’enorme cerchio giallo era ormai uscito fuori dal mare.(Andrea)

Quando la vidi per la prima volta mi trovavo disteso sul prato sfiorato dalla rugiada.

Guardando il cielo, notai, fra le nuvole bianchissime bucate dai raggi del sole, la luna.

Era quasi trasparente nell’immenso tetto celeste. (Andrea)

A me un giorno è capitato di vedere l’alba.

Erano le 5.00. Mi ero svegliato e sentivo delle voci scherzose. Mi alzai dal letto, aprii la porta e vidi un cielo rosso-arancione. Pensai che fosse pomeriggio…

Sembrava tutto virtuale: il cielo quasi viola e il sole coperto di rosso. (…)

Per fortuna mia madre aveva filmato tutto, ma anche senza video ricorderò sempre molto bene quel momento. (Matteo)

Quest’estate io ho visto l’Aurora. E’ cominciato tutto una mattina; era il compleanno di mia sorella ed io al solo pensiero di dover badare tutta sola a 50 bambini, mi sentivo male, così mi sono alzata e sono andata ad aprire la serranda della cucina (anche forse per il caldo). Mi sono accorta che uno spettacolo stava per verificarsi.

I primi raggi del sole spuntavano dietro il cielo, ma stranamente ho scoperto che erano rossi. (Emanuela)

Una sera d’estate. Stava sorgendo la luna. Una luna bianca come un lenzuolo appena lavato. Io quel giorno ero triste ma al solo vedere quella luna sorgere, il cuore mi si è riempito di gioia e dentro di me si è accesa una fiamma. (Emanuela)

Il mare è grande è bello è limpido è pieno di scogli ti bagna se ti avvicini. A me piace perché è divertente, ti getti in acqua giochi ti senti rinascere.

Il mare è grande è bello è limpido la sua acqua è di mille colori. Sui suoi scogli si infrangono le onde e l’acqua fa tante scintille.

Mi sento rinascere quando vedo il mare d’estate per la sua maestosa brillantezza. L’inverno il mare è molto triste e grigio e scuro. Vado spesso a trovarlo per non lasciarlo solo. A me piace anche così.

Un giorno d’estate mi ero svegliato presto perché dovevo andare al mare con mia madre. Poteva piovere quindi dovevamo fare in fretta. Il sole era uno spettacolo emozionante. Provavo dispiacere perché fra 5000 milioni di anni il sole sparirà e con lui la terra… ma tanto io non ci sarò! (Gabriele)

Un giorno alzandomi dal letto, presto, sono andato ad aprire la finestra ed una luce accecante mi ha sorpreso molto. Era l’alba. Era di un arancione molto scuro, un giallo canarino e un rosso porporino. Era uno spettacolo stupendo da vedere. Tutti i giorni. Io rimasi a bocca aperta e non parlai. Non avevo mai visto uno spettacolo così bello e colorato. (Fancesco F.)

Ieri dopo aver finito i compiti, mi affacciai alla finestra per fare delle foto al cielo.

In cielo c’era qualcosa… aveva un colore latteo e parea dormire come un cagnolino accucciato.

Scattai una foto e me ne entrai a casa. Era la luna! (Samuela)

Erano le 4.00 del mattino quando mia madre mi svegliò con la colazione in mano. Mi diceva: "Dai! Oggi si parte!"

Io me ne ero completamente dimenticato, anche se stavo sognando proprio quello. La mamma mi disse che potevo dormire in macchina ma la nonna, mentre mi stavo addormentando, mi disse: "Non addormentarti che ora sono le 5.45 e fra pochi secondi succederà una magia!"

Io avevo 8 anni. Ci credevo. Alle magie.

Ed ecco che dal cielo nero cominciò a spuntare un piccolo arco rosso che sembrava alzarsi da sotto la terra. Poi si sovrappose all’arco un semicerchio lucente e le nuvole diventarono rosa e poi d’oro fino a lasciare libero il cielo celeste. Il sole splendeva. (Antonio)

Ero piccolo. Uscii da casa per giocare con i miei cugini. Una luce arancione proveniva da ovest. Io non sapevo cosa fosse. Mia madre mi disse che il sole doveva andare a riposare sotto il mare perché per tutto il giorno aveva illuminato una metà del mondo.

Io non ricordo molto bene, ma ricordo una luce forte che abbagliava i miei occhi spaventati di bambino. (Cristian)

In estate dormivamo nella stessa camera io e mia cugina Roberta. Un giorno ci siamo svegliate molto presto e siamo andate fuori; davanti ai nostri occhi è apparsa l’alba, era uno spettacolo bellissimo, sembrava che i raggi del sole giocassero fra le onde del mare. Il colore del sole quando sorge è di un arancione prima scuro e mentre si alza schiarisce piano piano. (Stefania)

Ero in viaggio per una gara di scherma a Rimini; dovevo fare il campionato italiano, mi sentivo emozionato perciò mangiavo di tutto; arrivai la sera tardi e il cielo incominciava a diventare sempre più scuro e dietro le nuvole grigie c’era una luce bianca.

La luna era splendida non l’avevo mai vista con quella luce bianca che si rifletteva sugli specchi d’acqua; fu un momento bellissimo, provai una sensazione di leggerezza; poi mi addormentai; mi svegliai la mattina alle 5:15 per andare a fare la gara di scherma; il cielo stava diventando sempre più chiaro e si vedeva una luce rossa. In quel momento sentivo una forza che mi dava u7n’energia grandissima,la mia emozione sparì e il mio coraggio aumentò e mi aiutò a raggiungere il 15° posto nel campionato italiano.

Quella luce rossa che vidi era l’alba. (Gianluca N.)

La luna mi piace perché è bianca e non è di fuoco come il sole.

La luna è rotonda come una torta quando è piena.

E quando diventa luna crescente ha la forma di una banana.

La luna non brilla di luce propria e noi la possiamo vedere perché è illuminata dal sole.

Io di notte guardo la luna.

E mi piace guardarla perché di notte c’è calma e tranquillità.

La luna ha i crateri. (Francesco)