I metodi… … per la ricerca …. per la comunicazione Non prevista all’inizio del percorso, e densa di provocazione è apparsa la strategia della comunicazione on line proposta e guidata da Carlo Infante. I forum hanno accolto a fatica i primi interventi. Resistenze tecnologiche ma non solo: paura di mostrarsi, di sbagliare, paura del volto che non c’é. Non tutti, ma molti di noi hanno vinto anche questa scommessa, e il forum è diventato anch’esso spazio per comunicarsi, per dirsi… Esterni, interni, attori e tecnici del web, docenti universitari e medi, amici e osservatori esterni, mamme e alunni, volontari dell’integrazione e impegnati nel sociale… Ma abbiamo comunicato molto anche “in presenza”. Ci siamo incontrati e scontrati, nelle scuole e nelle case, intorno a scrivanie e intorno a tavoli da pranzo, sulle fasi da realizzare, sulla distribuzione del lavoro, sulla progettazione del sito, sulla analisi dei prodotti, sull’osservazione dei processi, al di là delle verbalizzazioni, delle ore pagate, delle incentivazioni. … per la formazione Il progetto di formazione prevedeva una struttura modulare ricorsivamente centrata su due fasi: fase di attraversamento, con attività in situazione centrate su corpo ed emozioni, prive di teorizzazione preventiva e direttamente guidate dai professionisti individuati (tutti di eccellente qualità professionale e umana), e successiva fase di riflessione, autogestita dal gruppo con la supervisione della docente tutor del nostro Istituto, promotrice delle precedenti esperienze teatrali nella nostra scuola. In realtà i tempi previsti per la formazione sono stati assorbiti quasi completamente dalle attività con gli operatori esterni, per richiesta degli stessi docenti e disponibilità dei professionisti coinvolti. Gli obiettivi della riflessione di gruppo, dell’autoracconto, della esplicitazione del sé emotivo sono stati tuttavia perseguiti in appositi incontri, realizzati anche oltre il calendario programmato. Spesso tali incontri sono stati aperti non solo ai docenti coinvolti nel progetto, ma a docenti e operatori dell’Università, a me stessa responsabile del progetto, a docenti di Istituti della Provincia (Taurisano, Carmiano) che, pur non coinvolti nel progetto, hanno liberamente scelto di seguire i laboratori pomeridiani nelle loro diverse fasi e di realizzare nella propria scuola semplici e informali forme di sperimentazione. Ma non è stato abbastanza: la fame di “pensiero riflessivo” condiviso fa dire, ora, agli insegnanti, che è stato poco, che si doveva parlare di più, che il bisogno più forte, lo strumento più forte, è capirsi e pensare insieme. Professionisti persone, partecipazione vissuta. Scoperta dei bisogni, bisogno di interazione. … per la didattica Ogni istituto ha progettato il proprio intervento in modo autonomo. All’interno di ogni istituto, ogni insegnante ha operato le sue scelte di mediazione, interpretando il proprio ruolo nel progetto a seconda delle proprie convinzioni, dei propri strumenti professionali, del proprio insegnamento disciplinare, dei propri schemi culturali e valoriali. I prodotti dei ragazzi e i diari di bordo testimoniano delle differenti metodologie d’intervento. | ||