Bello fratello, dolce compagno,
il terrore principale: finire come nel concorso sui giovani narratori. Questi i fatti: si scrive intorno al "sabato sera" dei ragazzi italiani. Trionfa una storia pulpeggiante comme-il-faut: noia, fuga, amorazzi, droga, incidente stradale, "taking risk". Convocato alla premiazione, questo vincitore si presenta in occhialini e abito da borghese. Lo intervistano. E' un topo da biblioteca. Ma come hai fatto a scrivere questa storia così estrema? Che cosa ne sai tu del sabato sera? Un bel niente, risponde, io il sabato sera leggo Musil, ma siccome volevo vincere il concorso mi sono detto "che cosa si aspettano che scriva un giovane? Discoteca, fuga, amori, sesso... e io glielo dò...".
Non abbiamo fatto come quel giovane, destinato a un luminoso avvenire, e abbiamo vuotato il sacco e dato fiato a esperienze che premevano: non accademia, ma incontro e scontro. Bene.
E allora, rapsodicamente, per slogan (ma dopo tutto: non abbiamo appena evocato la forza mitologica dello slogan?):
- lingua come strumento e non fenomeno;
- lingua in relazione alla cultura profonda, e dunque politica;
- persino ideologia;
- si è sviluppata un'intersezione fruttuosa tra reti di saperi e più ancora pratiche di saperi;
- ogni atto della nostra vita contiene in sè un'incriminazione o una giustificazione, o entrambe (è Vittorini su Faulkner, ma va benissimo in Friuli);
- dobbiamo riflettere sul politicamente corretto: la paura della parola, le parole della paura;
- gli acronimi e l'e-mail impoveriscono il linguaggio o affinano i codici di comunicazione?
- ho sentito dire ieri che il dialetto può essere la lingua della morte (ma non lo so, quando si muore si stringono le gambe e si invoca la mamma: la mamma come dialetto, o si voleva forse dire che la lingua della morte è la morte della lingua?);
- in questo contesto faccio fatica a sentirmi estremista. Mi piace il clima di condivisione che i Belli Fratelli sono riusciti a creare;
- in definitiva: Bello Fratello, dolce compagno. Fratello=brother (è così che si chiamano nelle posse- hey, brother). Hei fratello, dolce fratello: Fra' Dolcino?
Giancarlo De Cataldo, Udine, 14.10.2000.