Bello fratello, dolce compagno,

il terrore principale: finire come nel concorso sui giovani narratori. Questi i fatti: si scrive intorno al "sabato sera" dei ragazzi italiani. Trionfa una storia pulpeggiante comme-il-faut: noia, fuga, amorazzi, droga, incidente stradale, "taking risk". Convocato alla premiazione, questo vincitore si presenta in occhialini e abito da borghese. Lo intervistano. E' un topo da biblioteca. Ma come hai fatto a scrivere questa storia così estrema? Che cosa ne sai tu del sabato sera? Un bel niente, risponde, io il sabato sera leggo Musil, ma siccome volevo vincere il concorso mi sono detto "che cosa si aspettano che scriva un giovane? Discoteca, fuga, amori, sesso... e io glielo dò...".

Non abbiamo fatto come quel giovane, destinato a un luminoso avvenire, e abbiamo vuotato il sacco e dato fiato a esperienze che premevano: non accademia, ma incontro e scontro. Bene.

E allora, rapsodicamente, per slogan (ma dopo tutto: non abbiamo appena evocato la forza mitologica dello slogan?):

Giancarlo De Cataldo, Udine, 14.10.2000.