domenicaquindiciottobreduemila

Dissolvenza incrociata

Una banda di ragazzi napoletani fa finta di fare la rivoluzione all’Auditorium Zanon.
E’ quella giacobina, messa in scena con decenza ( e l’ausilio del professionista Mascia) dal Liceo Classico "Imbriani" di Pomigliano D’Arco di cui ci scrive Angela (mentre Mario ci manda l'articolo su Moscato che ha scritto per il Messaggero Veneto).
Applausi e tutti a pranzo. Fanno casino anche lì, nella pizzeria che sembra una specie di Nautilus, un sommergibile tutto di legno (kitch e costoso), stagno, non c’era un filo d’aria. Fanno casino ma con un po’ più verità, meno imbalsamati, liberi da quegli improbabili registri attoriali.
E vanno via senza salutare, normale per dei ragazzi in libera uscita…ma anche la preside. Anche se dopo un po’ (magari quand’erano già al casello autostradale… come quelli che dimenticano il pupo all’autogrill) torna trafelato l’insegnante che aveva partecipato al master.
Ma dimenticano i fiori che l’angelo Angela gli aveva regalato.
Dissolvenza incrociata, sfuma l’immagine dell’intera manifestazione (master-convegno-spettacoli-bevute notturne) e in assolvenza appare il pacifico meriggio domenicale di chi come noi (io, Massimo, Sarah e Paolo) lavoriamo per "ricombinare" i tanti frammenti lasciati per questo diario di bordo che può rivelarsi una buona "piattaforma" per ragionare su quello che si è fatto e su quello che si può fare. Servirà agli insegnanti che in questi mesi lavoreranno per creare una "rete" (interumana e probabilmente anche telematica) su cui basare l’iniziativa pubblica sul teatro-scuola, e di cui il documento "Teatro/Disciplina" è contributo per la riflessione futura. E servirà, l'intero diario, anche ai due curatori del progetto, Angela (Felice) e Mario (Brandolin), e a tutto l’Ente Regionale Teatrale del Friuli per rilanciare questa progettualità nel prossimo anno.
Chiudiamo infine con i saluti beneaguranti dei due ospiti eccellenti non intervenuti per ragioni di causa maggiore.
(carlo)

 

Il rituale del canto

E' forse l'autore più irriverente e dolente della nuova scena teatrale partenopea, l'erede più trasgressivo della grande scuola di Edoardo e Viviani, eppure Enzo Moscato, protagonista l'altra sera allo Zanon di Udine di un suo lancinante e applauditissimo monologo -Compleanno - per il convegno della Lingue del Teatro, sembra riassumere nella sensibilità dell'oggi tutto quel patrimonio di arte e di espressività: uniche, come unica è Napoli e la sua naturale, congenita teatralità. E su quel palcoscenico straordinario di umanità e passionalità Moscato mette in scena i suoi fantasmi, il suo immaginario intriso di napoletanità cui però convergono, spesso stravolti, gli echi strazianti e dolorosi della contemporaneità. Così, per questo suo Compleanno, è la nenia querula e infantile di Susan Vega a fare da dispettoso contrappunto a una festa immaginata e raccontata, vissuta nelle parole e nelle immagini, dove i gesti della quotidianità (le cadeline, il brindisi, il trucco) si caricano di enfasi drammatica, plateale, dietro la quale nascondere il vuoto e il silenzio di una solitudine sin troppo rumorosa di sogni e fantasie, di passioni dirompenti ed emozioni incontenibli. Riso e pianto, farsa e tragedia si mescolano nei racconti con i quali Moscato riempie questa festa di compleanno, rivolgendosi a un festeggiato sconosciuto, che una sedia ricoperta di tulle rosso -povero trono da teatro guittesco- evoca ma non definisce. Non sapremo mai chi è il destinatario di tanto amore, di tanta attenzione (certo Moscato lo ha dedicato a un altro vivacissimo interprete della reinassance del teatro napoletano, Annibale Ruccello morto anni fa in un incidente di macchina), quello però che ci rimarrà nella mente e nel cuore è la travolgente umanità che sgorga, barocca e impetuosa, sboccata e disperata, dai racconti di Moscato. E sono personaggi femminili, di una femminilità lacerante e lacerata: c'è la protagonista cartesiana di una fantomatica telenovela, la cui figlia, Spinoza, si inguappa e si perde in trame oscure e melodrammatiche ( irresistibile e ironica presa in giro di tanto narrare televisivo odierno), ma c'è anche il racconto, come in altri spettacoli di Moscato (Luparella, soprattutto), di una femminilità perduta, nei bordelli di Toledo o dei quartieri spagnuoli; e ancora la femminilità repressa che esplode in fantasiosi incontri con umini turpi e depravati. E poi c'è il rituale del canto e del ballo, la musica caciarona di un tango spagnolo, citazione appropriata del primo trasgressivo Almodovar, o la musica avvolgente di una melodia popolare o di una canzone francese. E su tutto lui, Moscato, la sua voce che è strazio e malinconia, continuamente rimossi in un gioco di finzione teatrale, che è senso e coazione a ripetere, quasi non ci fosse realtà più vera e giusta di quella della scena.
(mario)

 

Pensare e parlare del presente

Napoli: città della monarchia, mai della repubblica. Che i re di turno si chiamino Borboni o Achille Lauro. Città sventurata e immobile di "lazzaroni", su cui è quasi fisiologico mettere le mani, perché lì le rivoluzioni scoppiano come fiammate, ma solo per spegnersi senza lasciare traccia e coscienza. Come nel "1799", appunto, data simbolica di fallimento popolare e titolo inoltre di un bel testo del 1989 di Manlio Santanelli, che è autore partenopeo tra i più rappresentativi, ancorché meno noti, del dopo Eduardo. In questa lettura amara del destino partenopeo, sotteso alla vernice eroicomica, si sono cimentati i 23 studenti 23 ‹quasi due squadre di calcio, arbitro incluso- del Liceo Classico Scientifico "V. Imbriani" di Pomigliano D¹Arco, a suggello della ricca kermesse del Convegno udinese "Il teatro delle lingue", in una finestra conclusiva aperta all¹Auditorium Zanon sul teatro di provenienza scolastica. E infatti, al di là dei gradevoli esiti scenici, garantiti dalla consulenza artistica di Nello Mascia, l¹aspetto più pregevole della proposta è consistito nell¹adozione del napoletano, lingua quante altre mai sonora e capace di calarsi anche in immediata fisica gestualità. Anche per giovani attori in erba, accattivanti perciò soprattutto nei momenti corali, tutti in scena a ballare, cantare, suonare in concertato con la rotondità della parola dialettale. Da essi, allora, una ventata di energia, che la platea, pur non nutritissima, ha dimostrato di gradire con affettuosi applausi. E un esempio, inoltre, del mondo giovanile di oggi, che spesso ai "piercing" o alle mode varie della attuale globalizzazione sa intrecciare la ricerca non nostalgica della tradizione, in stuzzicante meticciato ‹tutto dei nostri tempi di transizione- tra modernità e passato. In Friuli come a Napoli, città-laboratorio, dunque, e metafora forte del pensare e del parlare del presente.
(angela)

 

Due saluti

Spiacentissimo di non poter essere presente a questo "omaggio" che mi avete dedicato, ma sto recitando a Roma, al teatro Quirino "Lu Santo Jullare Francesco".
E' per me un grande onore essere considerato, insieme al mio grande amico Edoardo de Filippo, come uno degli autori-attori che più di altri sia riuscito a "reinventare" un linguaggio teatrale del tutto originale attraverso la riscoperta di forme di drammaturgia legate alla tradizione popolare medievale.
Mi auguro che questo vostro incontro possa diventare soprattutto per le nuove generazioni un impotante punto di partenza o comunque uno stimolo a conoscere e approfondire il mondo del teatro, della parola e del loro affascinante potere.

Con affetto

Dario Fo

 

Nell' impossibilità di essere presente per impegni di lavoro alla Vostra giornata dedicata a Eduardo Vi auguro la felice riuscita della manifestazione.
Vi prego di considerarmi con Voi e di salutare e ringraziare a mio nome tutti i partecipanti.

Cordiali saluti

Luca de Filippo

 

TEATRO / DISCIPLINA

AREE DI LIVELLO:

L’ATTORE — LO SPETTATORE

  • ESPRESSIONE CORPOREA E/O VERBALE
  • CONOSCENZA STORICA E ANALISI CULTURALE

 

  • SCRITTURA DRAMMATURGICA E ANALISI DEL TESTO
  • MESSINSCENA

 

  • LETTURA DELLO SPETTACOLO
  • IL TEATRO E LE ALTRE FORME ESPRESSIVE

TEATRO E CURRICOLO

  • NUOVA CATTEDRA "TEATRO" (AUTONOMIA)
  • NUOVA CATTEDRA "EDUCAZIONE AI LINGUAGGI"
  • UTILIZZO DI TECNICHE TEATRALI PER RINNOVARE LA DIDATTICA DELLE ALTRE DISCIPLINE (INTER E MULTI DISCIPLINARITA’)
  • ATTIVITA’ CURRICOLARE
  • ATTIVITA’EXTRA CURRICOLARE

FORMAZIONE

  • FORMAZIONE DOCENTE:

DOCENTE SPECIALIZZATO CON TITOLO

DOCENTE ESPERTO CON ESPERIENZE MATURATE NEL SETTORE

DOCENTE ORIENTANTE / FUNZIONE OBIETTIVO O COORDINATORE

SCUOLA E TEATRO PROFESSIONALE

MODALITA’ COLLABORATIVE DI VARIO TIPO

ORGANIZZAZIONE: SPAZI/TEMPI/MODI

  • LABORATORI DI ALLIEVI MONOCLASSE/INTERCLASSE
  • MODULARITA’ NELLA PROGRAMMAZIONE
  • OBBIGATORIETA’/FACOLTATIVITA