Marcel.li Antunez Roca: il one-man-show interattivo
Ulisse alla deriva digitale

Qualche anno fa con "Epizoo" il suo pseudo-martirio era determinato, subìto, dalle cliccate degli spettatori non più solo voyeur ma interattivi (veramente, in senso digitale, attraverso il mouse) in "Afasia" , da poco andato in scena al Teatre Nacional de Catalunya in Barcellona, il gioco si ribalta: è il suo corpo ad intervenire in modo esteso, protesico, sulla scena.
Con un complesso esoscheletro innervato di sensori (di tipo diverso: elettromagnetici e interruttori dinamici al mercurio) Marcel.li esprime una tele-operatività che permette di muovere dei robots musicali e d'interagire con una videoproiezione da computer.
Sulla scena campeggiano totemiche delle installazioni d'acciaio (di Roland Olbeter) che attraverso un complesso sistema di servomeccanismi producono dei suoni: una sorta di grande chitarra, un tamburo e una serie di fiati.
Con il movimento del suo corpo pilota le interfacce: agisce a distanza su questi strumenti suonandoli con una gesticolazione precisa, da inedito one-man-show interattivo.
Diventa uomo-orchestra: si muove e suona, estendendo l'azione del suo corpo non solo nello spazio ma "nelle" macchine elettroniche che traducono i suoi gesti in informazioni dinamiche, bit che muovono le cose.
Il suo corpo con quelle protesi elettromeccaniche muove la macchina, la informa (le soluzioni interattive sono di Sergi Jordà e Toni Aguilar).
Un paradosso inverso da quello messo in scena con "Epizoo" dove immobile, esposto come una scultura di carne, veniva agito, mosso (con servomeccanismi che gli pinzavano le orecchie, il naso,le natiche,etc) dalla macchina: il computer messo a disposizione dello spettatore interattivo.
Una vendetta quindi. Il cyber-martire si è ribellato, questa volta il gioco lo determina lui. E il gioco si fa spettacolo secondo una dimanica teatrale, sviluppata nel tempo secondo un andamento certamente non narrativo ma connotato da una certa logica-conseguenzialità ispirata alle vicende dell'"Odissea" di Omero.
Marcel-lì diventa così Ulisse in un viaggio mitico che scorre alle sue spalle nella videoproiezione. E' un cartoon realizzato in computer animation dallo stesso Antunez con Paco Corachan: un'infografia pop e divertente, allucinata e graffiante.
Dopo la violenza iperbolica e visionaria della guerra di Troia, Marcel.li-Ulisse è pronto a salpare ma deve prima addestrare il suo equipaggio: è qui che trova luogo uno dei momenti più significativi dello spettacolo.
Sullo schermo c'è un filmato con degli attori che ubbidiscono ai suoi ordini, grida e gesti che si traducono in energiche cliccate che dal suo esoscheletro irto di interuttori e sensori azionano il video e la computer animation. Esemplare.
Li fa marciare, rispondere, baciare e accarezzare. Li agisce, azionando la sua interfaccia digitale. Il filmato è stato masterizzato su DVD (il nuovo standard che supera il CD-Rom come capacità di memoria) e il feedback alla sua azione è immediato: sembrano lì, in diretta, pronti a scattare ai suoi imput di comando.
E lo seguiranno dovunque il questa deriva digitale, in viaggio nella mitica odissea, in una mare di guai: dallo sballo nell'isola dei lotofagi alla guerriglia con il Ciclope, in una continua discesa all'inferno con ritualità più ludiche che macabre, in cui sangue (salsa), frattaglie e uova si sprecano. La sensualità si coniuga con l'ironia, affermando un dionisismo libero da paranoie sacrificali come quella di Hermann Nitsch, eppure intense come un vero gioco primordiale che sembra evocare un'ancestrale tribalismo. E' in questo duplice registro: tecnologico-interattivo e tribale-dionisiaco che Antunez fonda la sua performatività. Dà così corpo e senso al titolo stesso dello spettacolo: Afasia.
Dimostra che al di là della perdita di linguaggio delle narrazioni alfabetiche c'è una potente condizione espressiva che partendo dal corpo può attraverso la gestualità pilotare un complesso sistema di comunicazione multimediale.
Il corpo si fa orchestra polisemica, traducendo la sua afasia in un clamore audiovisuale di strraordinario impatto spettacolare.

Carlo Infante