La parola teatro
deriva dal greco "theatron" che trova un suo significato
in "luogo dello sguardo".
Il teatro a differenza
di qualsiasi altra espressione artistica, non esiste se non condiviso.
Eppure non è per niente scontato in una società che
attraverso la comunicazione di massa ha svilito il senso del comunicare.
Per questo è necessario rilanciare il principio attivo che
sta alla base dello scambio con lo spettatore cercando una misura
teatrale più autentica, più vitale, più coinvolgente,
perchè non ci si limiti ad un mero esercizio di poetiche.
Il teatro può essere tante cose diverse ma una è indiscutibile:
è "percezione
condivisa" come ci suggerì anni fa Peter Brook.
E' della qualità di questa condivisione di cui vale la pena
trattare.
Esiste quindi, oltre al lavoro dell'attore e dell'autore della scena,
un'elaborazione dello spettatore che si fa a suo modo autore di
senso e di memoria, producendo l'ascolto e la visione di uno spettacolo.
In questa condizione entrano in gioco particolari aspetti psicologici
che vedono interagire in modo sottile le funzioni percettive con quelle
cognitive, in una dinamicità propria del teatro per via di
una sinestesia, la conpresenza delle diverse espressioni, che
induce ad una mobile attenzione multisensoriale.
Nel qui ed ora dell'evento teatrale lo spettatore esprime in questo
una qualità che si potrebbe definire "punto di vita"
dato che si sviluppa nell'arco dello spazio-tempo condiviso, vissuto.
Una qualità che va oltre quel punto di vista esercitato nei
confronti delle arti visive e cinematografiche e che si basa principalmente
sull'assunzione psicologica, almeno per quanto riguarda l'uomo occidentale,
della tecnologia rinascimentale della prospettiva. Il "punto
di vita" espresso nel contesto teatrale è una qualità
che paradossalmente si avvicina molto all'esperienza nella multimedialità
interattiva in cui non si sta solo a guardare ma si agisce, cliccando.
Navigando in internet, ad esempio, si può agire nella visione
costruendo percorsi cognitivi personalizzati lungo le molteplici tracce
che i procedimenti ipertestuali concedono. Esperienze che tendono
ad avvicinare sempre più il pensiero all'azione.
E' in questo senso
che s'intende attivare quello che definiamo Laboratorio d'Arte dello
Spettatore.