Un diario particolare

Novembre-Dicembre 1999. Gli ultimi due mesi del millennio.
Che ovvietà. Si, ma non banale.
Se si riflettesse ogni tanto che è il tempo, il suo divenire con tutte le modificazioni psicologiche e culturali che comporta, a scandire la nostra vita e di conseguenza tutto quell'insieme di interrelazioni umane, di cui fa parte anche il teatro, si farebbe tutti un salto di qualità.
Eppure sembra che il tempo scivoli addosso ai più, e così anche il teatro.
Il progetto "Teatr'on" risorto in occasione della BiennaleTeatro di Venezia, ma in buona parte già concepito come Laboratorio d'Arte dello Spettatore nel 1995, intende essere un tentativo per dimostrare che intorno al vedere teatro circola un intensità particolare diffusa tra tante intelligenze e sensibilità diverse, disomogenee, molecolari.
Eimuntas NekrosiusQuello che prenderà forma lungo la stagione teatrale torinese 1999-2000 è quindi un Diario Particolare fondato principalmente su un laboratorio pedagogico con alcune ragazze della Scuola Civica Magistrale "Monti" con cui m'incontro per riflettere sulla loro esperienza a teatro.
Ad attraversare l'intera programmazione c'è "Mettiunaseraateatro" congegnato dal Comune di Torino con l'Agis per offrire un abbonamento trasversale a otto spettacoli in otto teatri. Un atto di politica culturale sana ed equilibrata che controbilancia una debolezza di fondo del sistema teatrale subalpino.Faust 3.0, Fura dels Baus
In questa città, dopo tanto parlare, non si è ancora sentito quel vento fresco che ha pervaso Venezia (con l'arrivo alla direzione della Biennale Teatro di Giorgio Barberio Corsetti) e Roma (con Mario Martone allo Stabile). Splendide botte di vita teatrale come quelle offerte da Nekrosious e Pina Bausch non sono giunte anche se con il Moby Dick di Laurie Anderson e il Faust 3.0 di Fura dels Baus qualcosa di nuovo e vibrante s'è colto.Pina Bausch
Il nostro Diario Particolare (particolare perché si basa su pulsioni e desideri teatrali certamente particolari e non generali, insomma: non seguiremo tutti gli spettacoli) parte i primi giorni di dicembre e si sviluppa sia intorno all'attività di Laboratorio che su interventi "liberi" di spettatori che hanno pensato e scritto i loro "sguardi". Sguardi che ho invitato a concentrarsi più sui dettagli che sulle risoluzioni unitarie delle opere (un approccio che porta inevitabilmente a esprimere giudizi, valutazioni che poco m'interessano), il diario sarà così particolare, anche perché si concentrerà più sui "particolari" che su considerazioni generali.Laurie Anderson, da piccola E poi penso che è proprio nei particolari Isidori di Marcidoche si rivela il valore "generale", come nel mondo dei Frattali: pensate ai cristalli di ghiaccio, ingrandendo un particolare ritroviamo la forma dell'insieme unitario. Nel piccolissimo frammento si ritrova l'immagine del tutto.
Nel diario di questi due mesi trattiamo in primo luogo di "Una canzone d'amore" che Marcido Marcidoris ha inesorabilmente allestito al Teatro Carignano, per cui si è sviluppato un lavoro con le giovani spettatrici del "Monti", una piccola-grande Andrea Renziprova teatrale di Andrea Renzi: "Una solitudine troppo rumorosa" che ha contribuito a caratterizzare la stagione del Teatro Garybaldi di Settimo improntata sulla solitarietà d'attore in cui è apparso, come una rivelazione, Roberto Zibetti con "Me" e infine il Teatro di Dioniso diretto da Walter Malosti, al Carignano, con "Hamlet X", una matura e ludica lettura al femminile dell'Amleto scespiriano. (Carlo I.)