IMMAGINAZIONE: CATASTROFE E SALVEZZA
di Åste Retrøen

Organismi Genericamente Modificati
una prospettiva ironica e umoristica sulla condizione umana ‘senza speranza’

Questo buffo benché inquietante intreccio si svolge in uno spazio dall’apparenza indeterminata, che allude ad un laboratorio. Un percussionista (Mauro D’Alessandro) imprigionato in una gabbia suona disperatamente sulle grate della gabbia, mentre uno scienziato privo di scrupoli ed il suo dubbioso assistente (Maurizio Zacchigna e Marco Solari) conducono con più o meno successo esperimenti genetici.

O.G.M. non è una introspezione banalmente moralizzante nel mondo ‘terrificante’ della scienza del futuro. Al contrario, questa vasta e sorprendente scelta di frammenti di testi (molti dei quali anche arcaici) risveglia la nostra coscienza su un antico argomento: il sogno umano del controllo totale, del divenire Dio e conseguentemente di ottenere l’immortalità.

O.G.M. in verità ci invita a riflettere su un problema molto concreto: qual’è la motivazione dietro gli atti dell’immaginazione umana? Si tratta degli sforzi idealisti verso nobili valori oppure della ricerca del profitto personale? La performance è anche una sfida a concepire questo problema come un sintomo della condizione umana - una condizione in cui un folle sogno di supremazia è parte integrante. Mentre la nostra necessità di materializzare ciò che immaginiamo porta frequentemente alla catastrofe, l’immaginazione in quanto tale può ciononostante essere la nostra unica salvezza dalla rassegnazione e dal nichilismo.

Direi che, siamo stati salvati dalla salvezza e redenti dalla redenzione attraverso la nostra abilità nell’immaginare, inventare e raccontare delle storie. A parte questo, cosa rimane? Niente? Quasi. Solamente il vasto profilo della notte e il ronzio che ci ricorda il tempo infinito del morire, il nostro respiro che ansima nel buio. Continuare a morire. Né più né meno. No. Meno. Meno di morire. Ancora meno. Eppure in questa notte si sente una voce, un’ingiunzione: Immagina!

Così io vedo la sfida di O.G.M. Questo è l’imperativo del teatro e questo è anche il nostro: Immagina! Poiché.... siamo dannati, dannati dalla necessità di narrazione, dalle risorse dell’intreccio, scorticati vivi dalla memoria. Quindi dobbiamo tentare di popolare il vuoto, di presumere di essere salvati.... Poiché non possiamo sedere tranquillamente in una stanza, poiché dobbiamo vivere e inventare, sapendo che invenzione non è la parola giusta, in quanto in realtà si tratta di vita.

O.G.M. è attraverso tutti questi elementi un invito verso tali atti di immaginazione e di riflessione.

(citazioni da " Molto poco..., quasi nulla", di Simon Critchley)