POT a Roma Europa Festival
Il punto di osservazione dello spettatore che conosce il romanzo rimane interdetto: gli attori che si alternano sul palco nelle prime tre serate del reading non recitano. leggono. ma lo fanno a mente, come se recitassero.
e' un esperimento interessante: attori per lo + legati al mondo del cinema, slegati quindi da una recitazione "autoimposta" dalla tecnica teatrale, si alternano nel parlare di fronte al pubblico come fossero le diverse voci che ognuno dei lettori costruisce nella propria mente sfogliando le pagine del testo.
e' un lavoro molto "baricchiano", per usare un termine forse non ancora coniato: a tratti si puo' quasi definire cinematografico (al pari della prosa dell'autore) per come dipana davanti al pubblico gli eventi del libro costringendolo a saltare con lo sguardo da un'attore all'altro, quasi come una cinepresa con i suoi stacchi di inquadratura.
gli occhi dello spettatore diventano la prima sede di postproduzione e montaggio dello spettacolo.
non si respira lo stesso feeling che pervade le sale nella tradizionale opera teatrale, nn si sente quel costruire insieme l'opera che accomuna attori e pubblico, e sensazioni del pubblico.
di fronte al City Reading Project si osserva, si sta con il naso all'insu' a guardare ed ascoltare. come leggendo.