"la pedagogia speciale dovrebbe riconoscere come processo
formativo il teatro; logopedia e riabilitazione alla psicomotricità non
bastano. Per l'abilitazione globale il teatro è fondamentale." Rossella
(Catalano) dellosservatorio sulla criminalità, parla della popolazione
carceraria e di come tenda spesso a cercare della via più facile ma anche
di come riesca, alcuni soggetti particolarmente stimolati, a tirare fuori espressioni
di valore e a farsi soggetti d'esperienza. Claudio (Facchinelli), ci parla della
valorizzazione della diversità come approccio positivo. E individua nella
figura del fool, lidiota innocente, e ancor meglio in quello che Puskin
definisce "jurodivyj", quel mentecatto molto venerato che dimostra come
la diversità possa essere rispettata. È la diversità vista
con occhi diversi. Travestire il disabile in normodotato è invece decisamente
sbagliato fa notare, individuando nellesperienza di Toma con il Kismet
un buon esempio di lavoro per valorizzare l'anormalità. Il positivismo
ha cambiato le cose, ha creato le discriminanti tra ciò che è ordinato
e ciò che non lo è. Dario ci espone il suo lavoro rivelando come
sia importante comunicare con lhandicap, rivendicando anche il rapporto
con lesperienza di Toma. La musica dice è il canale più importante,
permette di dar luogo alla disarmonica armonia che esprimono. Antonello (Antonante)
descrive la situazione carceraria in cui cancello dopo cancello, chiuso alle spalle,
si arriva a quello in cui devi lasciare nel cassetto le cose,e nel suo caso le
tecniche. Questo significa saper abbandonare le tradizionali tecniche teatrali
per mettersi in gioco con più libertà. Adottando come metodo la
gestione assembleare delle soluzioni sceniche. Paradosso per paradosso, ha voluto
con il teatro esaltare i paradossi del sistema carcerario per cui si deve penalizzare
l'amicizia altrimenti potrebbe diventare associazione a delinquere. Maurizio (Stammati)
ci descrive lesperienza teatrale che ha messo su con un bel gruppetto di
anziani di Formia (dove i centri anziani sono molto attivi) che sono ovviamente
arrivati in massa, anche perché in serata cè il loro spettacolo.
La clacque è assicurata. Ma ammette: "non posso mentire, ce li ho
qui". Nel suo lavoro intende esprimere il grande gioco fuori dal luogo comune
degli anziani tristi e afflitti dall'abbandono dei figli. Il trucco è nel
sapere giocare con autoironia sui difetti:la memoria e la fisicità. Ciascuno
degli anziani diventa così protagonista con il suo grande vissuto.