Stagione 2003-2004 > Come campi da arare
Vite solcate come campi da arare.
Vite da possedere, vite di cui cibarsi, da lasciare ad ardere al sole. Vite che ad ogni pioggia, piano piano scivolano via.
Storie clandestine, da sempre. Nate in segreto. Vissute per essere dimenticate.
A chi appartengono queste mani e questi corpi calpestati, ignorati, queste terre di conquista fatte di carne e di sangue? Terre di conquista coltivate per diventare la cena dagli altri; numeri da registrare, senza nome, senza ricordo, senza una vita di cui parlare.
Eppure quella vita è lì, appesa ad una speranza, aggrappata ad un sogno, privata di ogni opportunità.
Come campi da arare è la storia di un viaggio che forse non inizierà mai, di una fuga senza punto di arrivo. Di un volo verso un luogo che non sarai mai abbastanza "altrove".
È una storia senza voce. È un paio di ali fatte in casa.
È il desiderio di traghettare al di là del proprio destino con un bagaglio fatto di orrori, rovine, macerie, di promesse infrante, di grandi amori, di piccole cose.
È una storia di piccoli affetti, di piccole vite, vite che non contano niente, che la storia rispedisce al mittente e che nessuno riconoscerà mai.
Testo:
Sabrina Petyx
Con:
Alessanda Fazzino, Sabrina Petyx, Caterina Marcianò
Scena:
Giuseppe Cutino
Costumi:
Daniela Cernigliaro
Disegno luci:
Franco Marri
Collaborazione artistica:
Sabrina Recupero
Regia:
Alessandra Fazzino, Giuseppe Cutino
M'Arte - movimenti d'arte nasce nel marzo 1999 da un'idea di Giuseppe Cutino, Sabrina Petyx e Sabrina Recupero i quali, dopo aver frequentato la scuola di Teatro Teatés, entrano a far parte della omonima compagnia teatrale diretta da Michele Perriera, con la quale a tutt'oggi continuano a collaborare.
L'idea su cui M'Arte sceglie di fondare il proprio lavoro, affronta il teatro come un luogo di laboratorio e di ricerca intorno a forme di espressione artistica multiple e diversificate. Il teatro come strumento di veicolazione immediata, capace di servirsi dei più svariati input per restituire quell'unicum dove immagine, suono, senso, parola e movimento diventino i veri protagonisti della scena. Nel 2002 l'ingresso in compagnia della danzatrice-coreografa Alessandra Fazzino apporta nuovi stimoli creativi, che orientano il lavoro del gruppo verso una nuova visione della ricerca drammaturgica.