Eventi e progetti curati > Quell'oscuro oggetto del desiderio
Il Progetto nasce dalla collaborazione tra due realtà culturali che lavorano in ambiti diversi ma affini: l'Associazione Acmos e l'Associazione Viartisti Teatro.
L'incontro, avvenuto in occasione della presentazione di una sezione di lavoro di Teatrimpegnocivile dedicata ai temi della globalizzazione, dà vita, attraverso un confronto culturale ed artistico alla volontà di lavorare insieme a un'idea sperimentale ed innovativa riguardante il rapporto tra i giovani e i consumi.
Il progetto si sviluppa intorno ad uno spazio (l'ex fabbrica CEAT di via Leoncavallo) concesso dalla Città di Torino al Gruppo Abele e dato in gestione all'Associazione Acmos.
Si realizzerà, attraverso un percorso di Teatro-comunità ed un laboratorio con adolescenti e giovani una drammaturgia ed un'azione teatrale, a partire dai vissuti che questi ragazzi mettono in campo in relazione al proprio rapporto con "quell'oscuro oggetto del desiderio".
Il rapporto con il consumo, quando, obbedendo a prescrizioni sociali e di omologazione si trasforma in compulsione e dipendenza, null'altro rappresenta se non la proiezione e la rappresentazione di un vuoto incolmabile, il desiderio di una segreta e perduta bellezza del mondo dell'infanzia.
La dimensione rituale diventa allora, nel rapporto con gli adolescenti centrale ed ineludibile. Rito, dal sanscrito rita, significa "ciò che è conforme all'ordine", e l'ordine a cui si fa riferimento è fondamento cosmico, fondamento sociale.
Lavorare con gli adolescenti sul rito significa lavorare su una collettività formata da individui che si percepiscono come un'unità inscindibile di corpo e mente.