All'interno di una scena che simula un'impossibile naturalità,
si muovono due uomini con il compito di curare un giardino popolato
da strane uova giganti.
Nel corso dello spettacolo, attraverso un testo composito, che mette
insieme cellule testuali tratte da opere di autori e culture diverse
(da informazioni giornalistiche a visioni mitologiche a dialoghi
classici) vengono esplorate con ironia le modificazioni del senso
dell'io e dell'identità, così come le nuove tecniche
scientifiche ci vanno prospettando.
Tecniche generative, clonazioni, mutazioni di genere, trapianti
e chimere aprono infatti il campo a riflessioni paradossali, e suscitano
dubbi, inquietudini, entusiasmi, attese, resistenze.
I vari casi dei quali abbiamo letto le storie, soprattutto quelli
che riguardavano direttamente la messa in gioco del corpo, ci hanno
fatto venire in mente con costanza il pensiero dei Greci, che vedevano
nell'Amore e nell'Astio le forze aggreganti e disgreganti del mondo.
Sembra di vedere, anche nei casi più paradossali, questo
gioco di forze. La composizione dei corpi, la loro trasformazione,
il loro ri-assemblaggio, così come la problematica della
generazione "differita", riporta a questo desiderio d'amore,
o di sesso, in ogni caso alla confusa influenza di Afrodite.
Queste nuove dimensioni del corpo mettono in gioco domande
imbarazzanti sull'inizio e sulla fine della vita, sulla percezione
della sofferenza, sulla capacità cerebrale, sullo spirito,
sulla sensibilità, sull'anima, sull'intelligenza umana, animale,
artificiale. Sono domande che chiamano risposte confuse, timide
(quando non volgarmente aggressive, in senso moralistico o tecnicistico).
Anche il nostro rapporto con la natura, e con gli altri esseri viventi
deve essere riformulato.
Lo spettacolo affronta queste tematiche con leggerezza ed ironia,
procedendo per rapidi passaggi d'atmosfera, da momenti di spensieratezza
e di gioiosità a parti più drammatiche, con una presenza
molto forte dell'aspetto sonoro. Azioni e dialoghi sono infatti
accompagnati dalla musica di Mauro D'Alessandro (percussioni e strumenti
diversi), oltre che da una base registrata di suoni che richiamano
con discrezione il mondo delle comunicazioni (frequenze radio, cellulari
in background, fax, connessioni internet, ecc.). In alcuni momenti
di OGM entrano in campo anche delle voci registrate che riportano
informazioni che arrivano dalle "frontiere" della scienza.
In scena due uomini, Buckingam e Amleto, custodi-guradiani
di un orto artificiale popolato da grandi uova, forme di potenzialità
e di trasformazione.
La loro è una mansione tecnico-scientifica, caratterizzata
da compiti da eseguire e momenti di dialogo e gioco verbale.
Amleto gioca il ruolo della guida e del maestro, rispetto al suo
assistente Buckingam, il quale tenta costantemente di mettere in
dubbio e in crisi le apparenti sicurezze di Amleto.
Nel corso dello spettacolo Buckingam e Amleto assumeranno ruoli
e personalità diverse, attraverso l'evocazione di frammenti
di memoria. I due sono infatti costituiti da un assemblaggio sperimentale
di organi e di "pezzi", di ordine fisico e mentale.
Riferimenti letterari sono a:
Empedocle, Giacomo Leopardi, Edgar Allan Poe, Calderòn, Danza
Macabra di Pinzolo, Genesi, Lorenzo il Magnifico, Brhadaranyaka
Upanishad, Shakespeare, Carlo Michelstaedter, nonché alle
informazioni scientifiche (o pseudo) "trovate"
in Internet.
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