In una stanza d'albergo una donna racconta due brevi storie, estremamente
rarefatte nella tessitura narrativa.
Un racconto della passione e dell'impossibilità della passione,
dell'amore e della distruzione.
In scena Licia Maglietta, attrice napoletana, "solista"
in teatro dopo la parentesi cinematografica che la ha vista protagonista,
accanto a Bruno Ganz, del pluripremiato film di Silvio Soldini
"Pane e Tulipani" (vincitore di ben 9 "David
di Donatello") e del film "Luna Rossa" di
Antonio Capuano in concorso alla 58 Mostra Internazionale d'Arte
Cinematografica di Venezia.
L'uomo atlantico, mélange dell'omonimo racconto della Duras
con l'altro suo testo La malattia della morte, tratta di una discesa
nella follia del tormento amoroso consumato con voce e animo femminile
dentro una camera d'albergo con un balcone in riva al mare, o dentro
un qualunque altro perimetro di fronte all'Atlantico, di cui la
scena conserva i colori, le luci, i suoni.
"Due racconti difficili e facili insieme dice l'interprete
concepiti con straordinaria limpidezza e semplicità
di stile. Sono stata affascinata dall'opera della Duras per quel
suo modo di esplorare con ostinazione il tema del desiderio e della
passione ma ostile all'analisi psicologica. Senza alcuna volontà
di spiegare tutto razionalmente dal di fuori, dove i personaggi
sono condannati all'attesa del domani, ansiosa ma passiva, impotenti
a liberarsi dalla costrizione del tempo."
L'impossibilità della passione, radiografata intimamente
nella Malattia della morte attraverso la sconsiderata vicinanza
di un uomo e una donna, con lei che cede alla proposta di lui di
stare insieme a patto d'essere pagata, consegna un tema commovente
e attuale, quello dell'incapacità di essere presenti nel
tempo che si vive, di non saper cogliere il qui e ora, di non riuscire
a toccare, a capire cosa si ha davanti.
"Per conservare una possibilità di apertura continua
Licia Maglietta - rispetto alla Malattia della morte, ho voluto
montare a prologo ed epilogo L'uomo atlantico, condividendo così
le motivazioni di una donna che, abbandonata dall'uomo, potrebbe
morire ogni giorno e invece si ferma, e scrive".
Licia Maglietta porge il testo, in un «continuo stare fuori
dal racconto, dal riviverlo, dal ricordarlo» assecondando
la seducente scrittura della Duras.
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