I punti di vita dello sguardo dinamico
Insieme all'azione scenica,
nel teatro esiste lo sguardo dello spettatore (non dimentichiamo che "theatron"
significa "luogo dello sguardo") che compie l'opera: chiude il cerchio.
E' attraverso l'affermazione
di questo dato che il teatro può rilanciare il valore di una comunicazione
biunivoca e vitale.
Definire quest'approccio
"punto di vita" piuttosto
che punto di vista, non è solo un gioco di parole ma l'affermazione di
un'idea forte che apre all'esperienza esistenziale dello spettatore che crea
con lo sguardo attraverso la sinestesia (la compresenza dei diversi linguaggi
e delle percezioni) nel divenire dell'evento.
Dare più vita, più
luogo, a questo "punto di vita" può significare trarre maggiore senso
dal lavoro del teatro, rilevando le particolarità di uno sguardo vicino,
complice, dinamico, disposto a seguire un progetto teatrale nel suo itinere.
Nell'arco del suo sviluppo questo sguardo "in progress" trova luogo in una "memoria
evolutiva" che si svilupperà con il "Viaggio con il Cantiere Orlando"
del Teatro delle Albe.
Dopo il tratto laboratoriale
nella Biennale 1999, il Cantiere
con "L'Isola d'Alcina" esprimerà un primo momento teatrale che verrà
seguito da alcuni giovani spettatori "complici", integrati cioè nel progetto
teatrale a tutti gli effetti, itineranti e solidali con lo spettacolo. A questi
si affiancheranno altri spettatori con cui si procederà in un lavoro
d'indagine delle visioni e degli altri indizi, come possono essere le associazioni
immaginarie e quegli altri riferimenti (iconici, letterari, teatrali, cinematografici,
telematiciÖ) che valgono in quanto contributi al gioco combinatorio e creativo
dei "sottotesti" che alimentano la drammaturgia teatrale oltre (prima e dopo)
la messinscena.
L'elaborazione di questo
lavoro di scambio culturale serrato tra gli spettatori complici e quelli definiti
"sguardincampo" (incontrati tappa per tappa) produrrà una scrittura che
varrà non solo come "feedback", ovvero come visione-risposta all'azione
teatrale, ma come traccia di un percorso parallelo a quello della scena. Una
scrittura connettiva che, contemplata per il web,
trova uno sviluppo di link, connessioni, sia verso l'esterno (alla ricerca di
ulteriori risorse informative) del grande ipertesto che è Internet che
verso l'interno, rimandano ad approfondimenti e ai diversi rimandi ai molteplici
punti di vita raccolti nel diario di bordo on line. (Carlo
Infante)