Travolti dagli animali-uomo
Ho pensato alle parole
che Marco ci ha raccontato, il suo progetto di RACCONTARE LA FOLLIA UMANA
scatenatasi nell'"Isola di Alcina" e un "covo" di Baldus entrambi mondi
speciali un covo e un'ISOLA circondati dai muri il primo dal mare il secondo
SEPARATI da tutto il resto, perché il covo raccoglie i cattivi
e l'isola i pazzi i "diversi" che fanno paura
... anche dal
palcoscenico forse
solo perché RACCONTANO LA VERITA'
Un permesso
speciale per accedere alla riunione di un gruppo di briganti nel loro
covo... quasi come partecipare all'allestimento di una mostra in un museo
criminale dove le sale ospitano i fantasmi di quegli uomini considerati
spesso un "incidente nell'evoluzione 'perfezionatrice' della specie"
Forse è una
fortuna che ogni tanto qualcuno sbagli o Marco intervenga per rassicurarci
e convincerci che siamo ancora nel mondo degli onesti e che è solo una
messa in scena questo mondo di criminali "in cui si ha una strana fusione,
una strana sintesi dei 'gerghi riti e costumi' delle varie carceri e delle
varie sette criminali di tutta Italia" (Lombroso) ma la paura emerge,
ogni tanto,
la paura di
essere travolti da questi animali-uomo che possono colpirti con una palla
ma anche solo con un gesto uno sguardo oppure una manciata di farina...
e cercano corromperti
con un po' di vino per un viaggio più intenso in questa dicoteca-prigione
ma poi per fortuna
interviene di nuovo il regista e abbandoniamo la prigione, la discoteca,
le sale di questo museo senza tempo il percorso nell'archeologia culturale
delle classi subalterne e marginali del mondo contadino è concluso
scopriamo di essere
in un altro mondo contadino, quello che ha come scenografia la rassicurante
campagna del 2000 con i trattori, i moderni sistemi di irrigazione, la
luce elettrica al posto delle candele ... e i cani legati.
e non vediamo
più Berto Panada, che nella mia mente ho associato alla foto segnaletica
di un contadino epilettico e antropofago scattata nel 1885 quando ancora
forse si sentiva la fame vera, oggi
per fortuna il contadino che entra nel "covo" vuole solo sapere di chi
sono tutte le macchine parcheggiate nella sua proprietà, non vuole mangiarci...
Le risate che
hanno accompagnato la visione adesso, nel ricordo, si trasformano in una
smorfia di riflessione sui drammi che PARTORISCE il mondo dal suo buco
del culo ed è ancora Lombroso che mi viene in mente perché anche
lui esplora "la triste psicologia dei criminali, la loro strana oscenità,
il bisogno irriducibile del gioco e di trovarsi sempre insieme pur odiandosi
l'un l'altro ...: una
specie di mondo nuovo con 'lingue, riti e costumi' speciali" (silvia)
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