il FORUM di TEATRON.org

II anno_DAMS-Salento: Ipermedia e Teatro_05

carlo - 7-2-2005 at 09:30

Ipermedia e Teatro
II anno_ DAMS-Salento

Università di Lecce
Anno accademico 2004-2005


Insegnamento:
Ipermedia e Teatro
(Informatica Multimediale)

Docente:
Carlo Infante
per@carloinfante.info

tracce x il piano didattico

1. Edutainment. L’interattività tra teatro e ipermedia

Ricognizione sugli scenari dell’avanzamento tecnologico in relazione ai processi dell’apprendimento e all’evoluzione dei linguaggi scenici nell’animazione teatrale con i nuovi media.
L’edutainment (educational + entertainment) si basa sul principio ludico dello sguardo dinamico proprio della percezione teatrale e alcune pratiche di gioco multimediale in ambito educativo.
http://www.teatron.org/impararegiocando
particolare riferimento all'intervento di Renzo Boldrini con "Occhio di link"
(vedi forum omonimo)


2. La scena artificiale

L’ibridazione tra teatro ed elettronica nell’arco delle ultime decine d’anni ha visto consolidarsi alcune specificità di nuova creazione spettacolare.
Una stilizzata ricocognizione delle nuove costanti performative del videoteatro ,delle radioscene , dei teleracconti e delle performance mixed-media ancor prima dell’avvento della multimedialità interattiva.
http://www.teatron.org/corpielettro/corpi_elettroniche.html



3. I teatri della memoria

La memoria scenica e l’ipermedia.
La dinamica non-lineare nella ricostruzione multimediale di un’esperienza scenica ( propriamente sinestesica nell’integrazione di più linguaggi) permette, secondo le potenzialità ipertestuali la ricombinazione degli elementi di un teatro fondato sulla multisensorialità: dall’aspetto letterario delle drammaturgie scritte a quelle visive delle specificità scenografiche, dalla fisicità dell’attore all’immaterialità delle risoluzioni audiovisive.
http://www.teatron.org/agapow/virtual/testi/teatrmem.htm


4. La ciberperformance e la nuova spettacolarità interattiva

Un analisi delle mutazioni teatrali delle ultime generazioni: dalle ascendenze artaudiane dell’estremizzazione del corpo alle pratiche dell’interattività, delle tele-operazioni nel nuovo spazio-tempo digitale e del digital story-telling.
Il principio della percezione condivisa sulla quale si fonda l’idea stessa di teatro si misura con altri spazi-tempo come quelli espressi dagli ambienti digitali.
http://www.teatron.org/agapow/perf/articoli/nuovaspe.htm

l'analisi si basa sull'analisi del Cd-Rom
"E-Motion. Movimenti Elettronici"
trovi dettagli in questo forum
http://www.teatron.org/forum/viewthread.php?tid=276




5. Il laboratorio d'arte dello spettatore

Dalla consapevolezza della funzione dello spettatore, come "autore di memoria e di senso", in grado di colmare con il proprio “sguardo partecipativo” l'opera teatrale, alla pratica telematica che può tradurre
questo pensiero teatrale in azione di comunicazione(http://www.teatron.org/punto_vista_vita.html).
Le nuove sensibilità della “scrittura connettiva”, la pratica delle scrittura on line, rappresentano una significativa esperienza per espandere la condivisione, nell’espressione di una comunicazione soggettiva e interrelazionale che si attesta a di qua della funzione critica e analitica dello spettacolo.
Esperienza che trova sviluppo diffuso nel fenomeno dei weblog, i diari di bordo on line.
Emblematico quello realizzato per la Biennale Teatro di Venezia nel 1999. http://www.teatron.org/diario


6. Il suono del teatro

Analisi delle proprietà teatrali in quanto gioco dinamico che - attraverso la sinestesia, il principio sulla base del quale si associano tra loro sfere sensoriali diverse - porta oltre i canoni della drammaturgia basata esclusivamente sull’alfabeto. E’ una questione di energia: recitar-cantando ritmo tribale, trip-hop o “deep listening” che sia.
Una linea di ricerca che tratterà non solo di teatro musicale ma di come il suono si fa teatro, delle musiche di scena e delle colonne sonore che spesso creano dei “sottotesti” sensoriali ad un teatro che sa essere campo magnetico di tutti i linguaggi.
http://www.teatron.org/pot/blog/article_2003_02_15_1933.html

7. Genius Loci

Laboratorio sulla progettualità culturale e multimediale basata sull’esperienza del campo di ricerca attivato a Roca e a Galatina
nell’ambito del progetto “Genius Loci. L’identità plurale del Salento”.
L’attività è già in corso attraverso il forum on line
http://www.teatron.org/forum/viewthread.php?tid=185
e anche su
http://www.teatron.org/geniusloci




Il corso si basa sull’utilizzo di questo forum telematico da parte degli studenti




Bibliografia:
Derrick De Kerckhove, "Brainframes" Baskerville,1994
Pierre Levy, "L'intelligenza collettiva" Feltrinelli, 1996
Edgar Morin, "La testa ben fatta", Cortina, 2000
Carlo Infante, "Imparare giocando. L'interattività tra teatro e ipermedia", Bollati Boringhieri,2000
Carlo Infante "Performing Media. La nuova spettacolarità della comunicazione interattiva e mobile", Novecentolibri 2004
Stefano Gulmanelli, “PopWar. Visioni libertarie nell’uso delle nuove tecnologie”, Apogeo, 2003

Altri testi e altri materiali di supporto didattico verranno indicati nel forum


alice - 13-2-2005 at 20:24

Trovo che l'interscambio tra musica e teatro sia davvero coinvolgente e necessiti ancora oggi di un approfondimento e diffusione.
Ricordo di aver partecipato(l'anno scorso ai koreja)alla presentazione di un simpatico libricino azzurro che rievocava il convegno del 2003.Peccato non aver ricreato il set radiofonico nella sua interezza,anche nel 2004.Comunque l'immaginazione ha in parte ricostruito l'atmosfera.
Mi ha sorpreso :il duplice ruolo del pubblico impegnato ad ascoltare
e a vedere(esperienza plurisensoriale);la simbiosi che si viene a creare tra 2 percezioni diverse come la vista e l'udito;l'importanza data alla musica che facilita il ricordo delle parole ascoltate ed infine le infinite potenzialità espressive del teatro sempre più in divenire.La sperimentazione di 2 energie quali il teatro e la musica crea una ricchezza di significato ed emozioni durature.
Speriamo che il SUONO del teatro si propaghi in sterefonia anche negli anni a venire.

Eliana Manca - 16-2-2005 at 19:40

Ho trovato argomenti interessanti sul manifesto del Teatro Totale (Roma), lancio qui la proposta per un dibattito.

MANIFESTO

Professore, mi chiedevo se conosce il Teatro Totale e Alfio Petrini, e cosa pensa a riguardodi quel suo" valore aggiunto".

"...E ci sembra un fatto oggettivo che – ieri come oggi – passare dal salotto del "teatro di parola" alla cucina del "prodotto multimediale" vuol dire praticare ancora la mimesi, con premesse e metodologie simili, con risultati essenzialmente equivalenti: informazioni, spiegazioni, distinte di sentimenti e di psicologie, uso tecnicistico dei nuovi strumenti della comunicazione.

La produzione multimediale corrente fa uso di materiali linguistici che rimangono separati e distinti sul piatto dell'offerta. Non legano. Non scambiano specificità. Non interagiscono; quindi non producono valore aggiunto. Il cibo c'è, ma non c'è il profumo: il profumo della poesia. Ed è questo profumo - aura, mistero, phantasia - che fa la differenza. Ci consente di non morire di verità.

La scrittura drammaturgica nazionale, incentrata sulla combinazione di parole che dicono la verità, finisce in generale per essere divorata dalla cronaca e precipitare nello stagno della metafisica della luce".



VIDEO

Eliana Manca - 18-2-2005 at 20:19

Ah prof, ho trovato un video che andrebbe a pennello per la Medea.
E' "Omaggio a Sylvia Plath"di Simone Orlandini.

Qui si può visionare:
Omaggio a Sylvia Plath


foto!

carlo - 21-2-2005 at 23:53

siete tanti
e poi oltre a voi ci sono quelli dell'altra classe e quelli delle diverse altre classi sparse per la penisola (non solo quella salentina)

come fare?

andate qui
http://www.teatron.org/forum/viewthread.php?tid=229
cliccate su SFOGLIA e pescate dal vostro hard-disk una vostra foto
e spedite cliccando su RISPONDI come si fa normalmente nel forum

una volta pubblicata
andate con il mouse sulla foto e con il tasto destro cliccate
andate su PROPRIETA'
apparirà l'URL (l'indirizzo web) di questa foto
marcatelo e copiatelo (sempre con il tasto destro)

a questo punto andate su PROFILE,
il pulsante che appare dentro la casella dei vostri interventi
il primo da sinistra
andate su AVATAR
e incollatelo lì
ed è fatta

lezione-oratoria su artaud

carlo - 2-3-2005 at 16:02

Quota:
Originariamente scritto da alice
(...)
Ricordo di aver partecipato(l'anno scorso ai koreja)alla presentazione di un simpatico libricino azzurro che rievocava il convegno del 2003.Peccato non aver ricreato il set radiofonico nella sua interezza,anche nel 2004.Comunque l'immaginazione ha in parte ricostruito l'atmosfera.
Mi ha sorpreso :il duplice ruolo del pubblico impegnato ad ascoltare
e a vedere(esperienza plurisensoriale(...)
Speriamo che il SUONO del teatro si propaghi in sterefonia anche negli anni a venire.


lo spero anch'io
e dipende anche da voi

a proposito che visto che il suono del teatro è uno dei punti del ns piano didattico
chi vuole approfondire?
fatemi sapere e metto on line i testi
(il libricino azzurro è ormai esaurito... ma qualcuno in giro c'è... fatevelo prestare!)

ma a chi mi rivolgo?

dove sono gli altri?
ci siamo visti solo una volta,
ok
ma rischiate d'essere i + lenti di sempre nell'entrare nel gioc del forum

alice,
se li senti
li vedrai ad Arnesano no?
digli che questo forum è l'ambiente (non-luogo) ideale
x confrontarci tra un incontro (rado) e l'altro
e tessere (forse) un'esperienza didattica
+ unica che rara

ho una proposta:

invitarvi ad una bella lezione-oratoria su artaud
(andate a vedere sul forum del III anno!)

è uno dei + grandi del Novecento
è uno di quelli che ha aperto la pista della mutazione culturale relativizzando il razionalismo occidentale
a lui ( e a Nietzsche: uno dei + grandi dell'Ottocento) ho dedicato questo ipertesto che sarà alla base della mia lezione-oratoria (basata su video)
che farò il 16.03 alle ore 11

è nata pensando a quelli del III
ma penso di aprirla anche a voi


ma voglio capire quanto v'interessa


ecco il link all'ipertesto
http://www.teatron.org/dioniso/presagi.html

fa parte di un progetto ispirato da dioniso...

andate su Home troverete un animazione in flash




lezioni il 16,17,18 marzo

carlo - 6-3-2005 at 23:48

non vi trovo nel forum

peccato

ricordate che è fondamentale x l'attività didattica!

lancio qui il programma delle prossime lezioni
verificate bene che non ci siano sovrapposizioni con altre lezioni
e fatemi sapere qui nel forum!

manderò il programma anche in segreteria

16 marzo
ore 10/12
lezione in cui tratteggiamo insieme il piano didattico di quest'anno

17 marzo
ore 11/13
lezione congiunta con il III anno
con la conferenza-spettacolo multimediale
su
"I presagi di Artaud"

18 marzo
alle ore 19 al Museo Provinciale "Castromediano"
viale Gallipoli, 28
conferenza-spettacolo multimediale

“Prometeo: il fuoco, la ribellione, le tecnologie”

interviene
Francesco Antinucci
Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del CNR

qui trovate i dettagli
http://www.teatron.org/forum/viewthread.php?tid=287

quest'appuntamento è importante!
ci conto
ricordate che partecipare agli eventi pubblici
è vitale x il lavoro che facciamo insieme

il programma delle lezioni da stampare

carlo - 7-3-2005 at 09:20

e far girare

Allegato: programma delle lezioni di marzo.rtf (10kB)
Questo file è stato scaricato 871 volte


Sarah - 17-3-2005 at 14:35


LELA - 17-3-2005 at 19:02

Prof. non riesco ad inserire la foto!!!!!!
Comunque girando un po' qua e là su internet ho trovato alcune notizie biografiche su Artaud, ho pensato fosse giusto metterle sul forum per saperne un po' di più...

LELA - 17-3-2005 at 19:04

Scusate ma non sono riuscita ad inserire neanche quelle poche notizie!!!!!
Eccole qui:
Antonin Artaud Nato a Marsiglia nel 1896 (morto a Ivry-sur-Seine nel 1948), precocemente affetto da disturbi nervosi che lo accompagneranno tutta la vita, dopo anni di pellegrinaggio in case di cura, si stabilì nel 1920 a Paris dove fu attore di teatro e di cinema: notevole la sua interpretazione del monaco Massieu in "La passione di Giovanna d'Arco" di C. Dreyer. Avvicinatosi ai surrealisti se ne separò polemicamente nel 1926; fondò con R. Vitrac il teatro Alfred Jarry inaugurato nel 1927 con una sua pochade. Il ventre bruciato o la madre folle (Le ventre brulé ou la mère folle). L'esperienza si chiuse nel 1929 dopo due intense stagioni durante le quali furono dati testi di Paul Claudel, M. Gor'kij, A. Strindberg, Roger Vitrac. Negli anni seguenti elaborò la sua concezione teatrale (il "teatro della crudeltà") in una serie di articoli raccolti ne Il teatro e il suo doppio (Le théatre et son double, 1938), in cui è notevole anche l'influenza del teatro balinese conosciuto in occasione dell'esposizione coloniale del 1931. Contrastato fu il suo primo e unico tentativo di realizzare il suo ideale teatrale, con I Cenci (Les Cenci, dato al Théatre des Folies- Wagram nel 1935). Nel 1936 partì per il Messico alla ricerca di una condiziona umana primordiale, un mondo non contaminato dalla cultura occidentale. Il racconto del viaggio è in Viaggio nel paese dei Tarahumaras (1937): vi si dice degli indios dediti all'uso cultuale del peyotl, un fungo allucinogeno. Rimpatriato, fece un nuovo viaggio in Irlanda, in condizioni psichiche alterate. Al suo ritorno fu internato in manicomio e poi nella clinica di Rodez (1943-46). La "rivoluzione" teatrale di Artaud consiste nel ripudio della tradizione occidentale, in nome di un'azione immediata e violenta della rappresentazione. Una specie di esperienza cerimoniale primitiva, o di esorcismo magico, volto a creare, con la comunione di autore e pubblico, un linguaggio superiore alle parole, capace di liberare l'inconscio e di sovvertire pensiero e logica. L'esempio di Artaud ha profondamente influenzato il teatro successivo (si pensi alle esperienze del Living Theatre e di P. Brook). Il suo lirismo convulso, tenacemente fisiologico, si esprime anche nel romanzo Eliogabalo o l'anarchico incoronato (Héliogabale ou l'anarchiste couronné, 1934), nel saggio Van Gogh, il sui cida della società (Van Gogh, le soucidé de la societé, 1947), nelle lettere (Corrispondenza con J. Rivière, 1924; Lettere da Rodez, 1946), e nelle poesie. Nel 1956-67 sono state raccolte le opere complete.



carlo - 18-3-2005 at 11:53

arnesano, dams-salento 18.03.05, h.10.15

tanto per non perdere la strada di casa...
come pollicino
eccoci a disseminare
le tracce dei percorsi salentini x una riflessione su
il teatro tra memoria e progetto

ma non solo,
lo sguardo s'allarga a tutta la Puglia
grazie al libro "Attraverso il teatro. Cronache del CUT Bari negli anni dell''innovazione" (quella teatrale negli anni 70)
che vede tra i protagonisti Egidio Pani,
critico teatrale d'ampio respiro.

Cos'e' un ampio respiro?
e',ad esempio, cercare nel teatro non solo oggetti di rappresentazione
ma opportunita' evolutive di partecipazione...

ecco forse e' proprio qui uno dei nodi

uno di quelli e' quello appena evocato da Gino Santoro
nel momento in cui ha descritto le gesta sperimentali (anni 70!!!)
messe in gioco con Quartucci
dove l'uso dei linguaggi audiovisivi si rivelava come
inedita condizione di spiazzamento dello sguardo sociale...
quando andare in "televisione" era ancora meraviglioso, o perlomeno stupefacente.

si, come Carmelo Bene...( al mio fianco ho la sorella, sua vestale...)

lo ricordo in TV: nel suo "morire in versi" evocando Majakovskij
uno dei primi grandi "trompe l'oeil" (rotture dello sguardo) televisivi in Italia

Egidio, penna di punta della Puglia migliore
quella del laboratorio culturale del pensiero meridiano

non e' solo un complimento:
lo conosco da 25 anni almeno
e i suoi articoli (non solo teatrali) hanno
lasciato il segno

e si, sentendolo parlare
si fa evidente un dato: la sua riflessione penetra le informazioni raccolte...
come quelle ascoltate in una conferenza...
e le rilancia con una tensione etica che sa farsi politica

e mi fa pensare:
le trasformazioni o le agisci o le subisci
oggi c'e' questo pericolo

parla della polis, l'origine dela politica, appunto
che non e' solo l'invenzione dei greci di 4000 anni fa
ma la necessita' di ricomporre il tessuto sociale in un'era centrifugata
dalla mediazione elettronica

una mediazione che rischia di diventare una frattura,
uno iato, una separazione tra noi e le cose, tra noi e e gli altri...

ed e' x questo che parla di memoria
che non puo' essere pero', sia chiaro,
solo ricordo e documentazione
vanno inventati i modi, le procedure, i linguaggi ( e le tecnologie)
x tradurre la memoria in nuova azione

si, l'identita'
da avviare insieme
perche' possa essere condivisa
come un grande albero
di quelli che fanno ombra
che ristorano
e sui quali e' possibile salire, magari
...per vedere un po' + lontano

ok, partiamo dai fondi
sono come le fondamenta,
su queste si poggiano gli edifici
anche quelli epistemologici come un istituto di ricerca universitaria


ed e' la memoria del CUT che gia' nel '64,
negli stessi anni in cui Strehler a Milano spopolava con le sue Opere da Tre Soldi,
metteva in scena
"L'eccezione e la regola" di Brecht,
operina didattica capace di risvegliare le coscienze + assopite
un'emblematica lezione di teatro militante

era la militanza delle forti passioni
ed ecco che Acquaviva evoca Artaud e poi a ruota il Living Theatre
dirompenete sull'onda della prima rivoluzione sessuale
quella della liberazione del corpo
oltre a quella degli spazi da occupare per renderli di conseguenza liberati

do you remember 68?

A mosca a mosca a mosca?
niente Cechov ne' Breznev...

il CUT dopo le gesta teatrali d'innovazione
politica oltre che teatrale
s'interroga oggi sull'archivio...

il vero interrogativo e' come fare di questa parola debole
un concetto forte
grazie al quale la memoria si traduca in azione futura
e Acquaviva pronuincia una delle parole forti:
osservatorio.
ovvero
Analisi del passato e del presente x generare linguaggi del futuro

il mistero del ministero
quello dello spettacolo
Carmelo, citato dalla sorella Maria Luisa,
parlava dello spettacolo del ministero
uno dei tanti buchi neri del sistema-italia
quanti soldi buttati al vento?
e quante sottovalutazioni d'energie creative strepitose

ma Carmelo s'esilio' da questa ordinarieta'


10 miliardi al Dams! Invece che alla Scala!
di euro?

al di la' delle battute ironiche

vediamo un po' di che si tratta
quando si parla della Rete delle Culture e delle Citta'



nel Bene e nel Male

certo, vale anche x internet

parliamo di sfide:
dall'uso della parola

altro che Parchi Letterari
(come quelli che il Grinzane Cavour vorrebbe esportare con logiche colonialiste da piemontesi tecnocrati della cultura)

Carmelo Bene puo' rappresentare una chiave x aprire il Salento delle alterita'?
la sua transe puo' connettere l'estasi del santo giuseppe da copertino
con le pratiche contadine del tarantismo?


lo so
e' una forzatura...

rimane ancora aperto il mio dubbio sulla contraddizione tra la verticalita' del genio
e l'orizzontalita' della comunicazione reale, partecipativa ed empatica

ma...

e se Genius Loci,il master teso ad ottimizzare la potenzialita' culturale del Salento,
si misurasse con queste linee progettuali?

comprese quelle di espandere la ricerca archeologica in progetti di comunicazione avanzata
sia nella visualizzazione di cio' che altrimenti e' invisibile (siti non aperti al pubblico)
e cio' che e' difficile rilevare e decodificare

o quelle che riguardano la mia idea di Performing Media
ovvero l'interazione
tra azione culturale, comunicazione ipermediale e marketing del territorio

e non scattate se leggete la parola marketing:
sono anch'io, ovviamente, contro la spregiudicata commercializzazione delle cose
e del territorio, ma credo che sia decisivo trovare le forme per tradurre in economia lo Spettacolo del Territorio.
Cose' lo Spettacolo del Territorio?
E' la sua qualita' comunicata, tradotta in un'informazione che metta in forma le azioni pubbliche...
Rilanciare il concetto di memoria popolare ad esempio, creando ambienti multimediali ad alto tesso emozionale dove si possa ricostruire la geografia umana di un territorio
attraverso la mappatura delle risorse espresse dall'oralita':
raccontare storie, suonarle, visualizzarle
e renderle interattive, si interattive, ma non solo perche' si clicchi qui e li'
ma perche' ci sia un progetto culturale che sappia contemplare la tua interattivita'
come in un percorso sensoriale


http://www.teatron.org/forum

>>>la rete degli sguardi






giusto
siamo fatti della stessa sostanza dei sogni,
dopo Shakespeare
Enzo Toma rilancia la verita' che sta alla radice del perche' stiamo qui

ma oltre le belle parole
i sogni sono energia pericolosa
primo perche' sfugge alle logiche del potere
quello + stupido
quello di quelli che vogliono difendere la loro pochezza


usiamo quell'energia x tradurla in azioni molto semplici
e precise
il teatro e' li
ma non solo
io metto accanto al teatro













MaG - 20-3-2005 at 10:51

buongiorno a tutti...ieri ho inserito una riflessione su Prometeo visto che ero al museo Castromediano venerdì sera, forse però sarebbe stato meglio scriverlo in questo spazio visto che sono di II anno?...ad ogni modo noi di II cominciamo ad arrivare!

carlo - 20-3-2005 at 12:06

Quota:
Originariamente scritto da MaG
buongiorno a tutti...ieri ho inserito una riflessione su Prometeo visto che ero al museo Castromediano venerdì sera, forse però sarebbe stato meglio scriverlo in questo spazio visto che sono di II anno?...ad ogni modo noi di II cominciamo ad arrivare!


hai fatto bene ad intervenire sul forum specifico attivato su Prometeo
e magari lo linko
eccolo
http://www.teatron.org/forum/viewthread.php?tid=286
non so chi c'era di voi del II anno
sarebbe interesante raccogliere i vostri sguardi:le vostre opinioni

nell'intervento + su ho messo gli appunti che ho raccolto ( e proiettato in diretta)
durante il dibattito siul teatro in puglia, su Carmelo Bene e le azioni future (come il mater Genius Loci)...
chi c'era di voi?
su quell'incontro scrivete qui
http://www.teatron.org/forum/viewthread.php?tid=292
e magari riportate il link in questo forum del corso x ricordarmi che avete scritto (lo valuterò...vi risolve l'esame...ma fatelo x voi...vi serve...)


alice - 22-3-2005 at 17:49

Un anno fa registrai Fuori orario,cose mai viste a cura di E.Ghezzi sui rai3 a notte tarda: alcuni spezzoni uditivi di Pour en finir avec le jugement de dieu(per farla finita sul giudizio di Dio) una trasmissione radiofonica francese registrata nel gen.1948 da A.Artaud.Sentivo la sua voce in lingua originale ,faceva un certo effetto.Mi era difficile comprendere il suo discorso (nonostante la traduzione in italiano);rimasi però scossa per la sconvolgente emozione che trasmetteva.Penso che la complessità della sua concezione teatrale(il teatro della crudeltà) derivasse dalla sua vita travagliata.Il suo animo tormentato dalle nevrosi psichiche (subì svariati elettrochoc che riducevano il suo aspetto a quello di un vecchio,venne ricoverato spesso in cliniche psichiatriche) trovò sfogo nelle molteplici esperienze artistiche.Vidi anche La passione di Giovanna d'Arco di Dreyer del '28 in cui Antonin interpretava un monaco.Il film,molto lungo e a volte noioso,conteneva diversi momenti particolarmente intensi ed emozionanti: le preghiere di Giovanna in lacrime e coi capelli rasati;oppure Antonin col volto scavato che interpretava perfettamente il suo ruolo(lui un demonio nelle vesti di un monaco..).Il suo corpo partecipava al momento drammatico: gli occhi comunicavano emozioni molto forti.Non contenta,spinta da curiosità sul personaggio,cominciai a leggere Poesie della crudeltà di Stampa Alternativa,ma...mi fermai.Erano davvero complesse,pessimistiche e troppo forti.Non proseguì più,ma forse se il pensiero di Artaud venisse maggiormente diffuso(anche tra gli studenti del secondo anno ) potrei ripensarci.
Un' ultima riflessione riguardo al pensiero dell'artista :secondo Antonin il movimento rendeva ciò che è inesprimibile a parole;tutto questo per riportare in superficie gli strati più profondi dei sentimenti umani (dal testo Storia della danza di Sorell; finalmente un collegamento multidisciplinare).

FAGIOLI VIRTUALI: IL NUOVO PRESENTATORE DELLA TV DEI RAGAZZI ARRIVA DAL COMPUTER

Sarah - 30-3-2005 at 18:42

Giorni fa mi è capitato di leggere un articolo di giornale che parlava di nuove tecnologie, di come il virtuale si fonde con la televisione. Se si cerca la parola virtuale sul vocabolario della lingua italiana troveremmo come definizione: “ immagine fittizia, non reale “. Il suo nome è Treddy ed è il signorino buon pomeriggio della tv dei ragazzi, primo presentatore virtuale della televisione. Il suo debutto è avvenuto il 1° Novembre alle ore 15 su Raitre proprio quando riparte il palinsesto quotidiano dedicato ai più piccoli. Il suo ruolo è quello di interagire con i bambini in diretta, rispondendo alle telefonate, e-mail, sms e commentando con gli spettatori i fatti del giorno. Solitamente per realizzare un cartone ci vogliono mesi e mesi di lavoro, specialmente per legare insieme i singoli fotogrammi dell’animazione, ma nonostante abbia la stazza di un grosso fagiolo verde, Treddy si muove con la disinvoltura di un ballerino e gesticola in modo molto umano. L’effetto è dovuto a un sofisticato meccanismo che fonde la recitazione di un uomo in carne e ossa con l’animazione computerizzata. Treddy, infatti, si anima riproducendo i movimenti di un attore al quale vengono attaccati degli elettrodi. Una tecnica che raffina il sistema del rotoscopio, praticato dagli albori del cinema, che consisteva nel filmare un attore in movimento e ricalcare con la matita i fotogrammi delle riprese dal vero. Così “Biancaneve”, nel 1937, non nasce completamente dalla fantasia di Walt Disney e dei suoi animatori, ma riproduce i passi aggraziati della ballerina Marge Champion. Il computer, però, permette di realizzare tutto questo in diretta creando la perfetta illusione di un personaggio animato che interagisce con il mondo esterno (NB: Polar Express, Natale 2004, il ferroviere sul treno è stato realizzato da Tom Hanks grazie all’imbracatura collegata al computer).

i vostri 2 interventi emblematici

carlo - 30-3-2005 at 20:56

emblematici
nella differenza dei riferimenti culturali
i due interventi
quello di Alice
nel riferirsi ad Artaud e al suo teatro della crudeltà
e quello di Sarah
che parla del burattino digitale di RAIragazzi

appena c'incontriamo
forse il 20.04
parleremo di queste differenze che sembrano così paradossali
su Artaud ho una lezione con repertori video molto particolari ed intensi (metto in relazione il suo idealizzato teatro delal crudeltà e certe pratiche della body modification community: body art etc)
e sull'animazione in tempo reale con i motion capture ho un cd-rom che ho già mostrato nei miei vari interventi (anche quando ho presentato il mio libro Performing media da Koreja)

sarah dovresti sapere che ho curato la produzione artoistica dei primi burattini digitali... già nel 1997...

ne parleremo

leggete il mio libro nel frattempo...

cd-rom motion capture

Sarah - 31-3-2005 at 17:28

Diciamo che come primo intervento non me la sono cavata poi tanto male. Ho scritto in riferimento alla lezione del 17 marzo 2005 (poco prima delle vacanze di pasqua) durante la quale ci ha fatto vedere il cd-rom e i lavori da lei realizzati. Per quanto riguarda il suo libro lo inizierò a leggere con piacere non appena arriverà in libreria (le vacanze di pasqua hanno rallentato gli arrivi).

motion capture

3kili - 1-4-2005 at 09:36

il cd-rom sulle varie esperienze di motion capture e di realtà virtuali che abbiamo visto a lezione il 17-03-2005 mi ha davvero colpita.mi è sempre piaciuta l'idea di potermi muovere in una sorta di realtà parallela,come nel film "il tagliaerba" anche se in quel caso la situazione era degenerata.Discutere quindi sulle possibilità espressive e di comunicazione attraverso il motion capture e delle potenzialità del digitale è interessante,ma se la sola teoria non ci bastasse, come potremmo noi fare esperienze del genere qui al DAMS-SALENTO????!!!

motion capture

Sarah - 1-4-2005 at 14:22

Concordo con 3kili, come possiamo noi, studenti di un dams così piccolo, dove non esiste un laboratorio pratico di nulla, (lo vedreste voi un laboratorio di realtà virtuale nello scantinato del dams-salento?) a scoprire questa realtà meravigliosa dal vivo? probabilmente bisognerebbe fare la valigia e trasferirsi per qualche giorno in una metropoli che ci può offrire tutto ciò...Se non ricordo male professore, ci disse a lezione che insegnava presso la facoltà di Macerata, sbaglio? bhè loro in che condizione sono? sono più agevolati di noi o no? hanno dei laboratori dove lei e i suoi collaboratori, potete far appassionare gli studenti al mondo virtuale? Non basta la teoria, non si va avanti di teoria, abbiamo bisogno di pratica (non mi riferisco solo all'inforformatica multimediale ma a tutto).
La ringrazio per questa opportunità che ci ha dato, mi sto rendendo conto che il Forum mi sta aiutando tanto a sbloccare quella timidezza che avevo.

alice - 1-4-2005 at 17:58

Ho seguito diverse lezioni di Informatica multimediale ed ogni volta si accendono scintille,si creano stimoli e si ampliano le mie conoscenze,nonchè le mie domande.
A dir la verità ,inizialmente ero un po' scettica,dubitavo del multimediale e preferivo rimanere legata alle certezze cartacee.Poi, ho cominciato a navigare in questo sito e mi sono lasciata affascinare.Complice anche l'interessamento e convolgimento che riesce a suscitare il prof.durante i suoi incontri. Mi piace questo modo di comunicare e creare uno scambio di idee e informazioni.Davvero questa iniziativa crea un 'energia vitale che si rinnova di continuo.Penso e spero che la tecnologia serva a diffondere la cultura; l'arte ha bisogno di essere conosciuta da tutti e noi studenti possiamo adoperarci per la diffusione e la salvaguardia.
Certo,a volte mancano i mezzi e i laboratori ma...il Salento ha grandi potenzialità territoriali e artistiche ed io credo molto nei miglioramenti futuri.Unendo le motivazioni di tutti si possono creare grandi cose.In questa terra si possono sviluppare grandi idee,bisogna crederci !!

si può se si vuole

carlo - 2-4-2005 at 11:34

Quota:
Originariamente scritto da 3kili
il cd-rom sulle varie esperienze di motion capture e di realtà virtuali che abbiamo visto a lezione il 17-03-2005 mi ha davvero colpita.mi è sempre piaciuta l'idea di potermi muovere in una sorta di realtà parallela,come nel film "il tagliaerba" anche se in quel caso la situazione era degenerata.Discutere quindi sulle possibilità espressive e di comunicazione attraverso il motion capture e delle potenzialità del digitale è interessante,ma se la sola teoria non ci bastasse, come potremmo noi fare esperienze del genere qui al DAMS-SALENTO????!!!


già lo scorso anno ho invitato al Dams
un autore di ambienti virtuali
che ha realizzato dei modelli 3D di scenari salentini
e si potrebbe organizzare qualcos'altro di simile...
sto pensando x galatina a fine giugno...
x il progetto GENIUS LOCI
andate a vedere nel frattempo
http://www.teatron.org/geniusloci


e poi verrò x la lezione il 22.04
solo una giornata
densa
anche la sera vi vorrei da Koreja
http://www.teatrokoreja.com/home.php?SectionID=113
x vedere Ecuba di Roberto Latini
http://www.fortebraccioteatro.com/home.html

e penso ad un incontro volante (30') con lui dopo lo spettacolo

ipermedia e teatro... in tandem

sono polemica

3kili - 2-4-2005 at 15:17

sarebbe bello provare e vedere da vicino un' esperienza di creazioni virtuali...a fine giugno...ma sarebbe altrettanto bello provare esperienze del genere durante le nostre lezioni...senza doversi spostare troppo lontano da arnesano o da lecce.credo che non si tenga molto in considerazione il fatto che alcuni studenti del dams-salento provengono da Foggia, da Bari,ecc. e che gli spostamenti costano denaro e tempo.Certo è che ,se galatina è l'unica possibilità che ci viene data,faremo di tutto x esserci!

riprovo, sarò più fortunata?

melbourne - 4-4-2005 at 13:04

qualche giorno fa ho provato ad entrare nel forum non tanto per intraprendere una vera e propria discussione, quanto per vedere se fossi riuscita o meno, arrivando all'aereoporto di melbourne, ad orientarmi un pochino. A tal proposito ho inviato un allegato dell'ultimo spettacolo di Beppe Grillo dove disquisisce in merito alla comunicazione globale. Questo non tanto per voler fare inutili e sterili polemiche, ma perchè essendo io un pò impedita e un pò restia all'approccio con qst macchinari che si evolvono in maniera esponenziale, preferisco pensare che è sempre meglio leggere i segnali che la natura fra le righe, e non, mi manda, piuttosto che inviare un sms con un euro da devolvere alle popolazioni colpite dallo tsunami. Ad ogni modo è solo un inizio, poichè l'altra volta mi è stato negato l'accesso al forum, questa è solo una prova e, comunque, l'allegato ha un contenuto oltre che divertente, stimolante dal punto di vista della riflessione

danza interattiva a lecce!

carlo - 4-4-2005 at 22:03

8 aprile Teatro Paisiello - ore 21.00
Via Palmieri – 73100 Lecce

arriva BUFFER

è una performance di AIEP
http://www.aiep.org/newaiep/it/frameit.html
il gruppo italo-svizzero che ho presentato nel mio cd-rom E-Motion

chi vuole andare me lo faccia sapere
gli trovo i pass

noi ci vediamo il 22.04
e la sera tutti a teatro x
l'Amleto di Roberto Latini

e dopo lo spettacolo c'incontriamo con l'attore-autore

3kili - 12-4-2005 at 09:19



3d.jpg - 39kB

lezione e incontro da koreja

carlo - 19-4-2005 at 18:48

stampa l'attach
e fai girare

c'è il piano della giornata di studio con voi

Allegato: 22 aprile 2005.rtf (12kB)
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arte e tecnologia

alice - 23-4-2005 at 18:56

Una mattinata insolita,quella trascorsa al Castello Carlo V di Lecce: occasione per inoltrarmi nel mondo lunare e visionario di Sarah Ciracì (emergente artista pugliese).La mostra consiste in creazioni davvero insolite,più vicine alla tecnologia che all'arte: dia-proiezioni(proiezioni di diapositive su muro),fotografie digitali,light box,video.Il visitatore,un po'esploratore e audiospettatore si trova teletrasportato in una dimensione anomala e fantascientifica tra luci e suoni(suggestioni dallo scrittore P.Dick?).In Trebbiatori celesti 2.0 ( video animazione) un uomo compare di spalle sullo sfondo di un 'arida prateria,l'apparizione di un 'astronave sembra colmare la sua solitudine.Ci accorgiamo inoltre del soffio del vento e di rumori alieni.E' solo un sogno? La proiezione scompare e il buio ritorna,rimangono le tende rosse della sala del castello.Alcune tele dipinte evocano un bombardamento nucleare( con luci fastidiose e inguardabili),incubi del passato e timori per il futuro.Vedute apparentemente fantascientifiche,il mondo creativo della Ciracì fa riflettere sul nostro pianeta e sui probabili pericoli di estinzione.ARTE e Tecnologia si aiutano reciprocamente per comunicare emozioni e suscitare riflessioni.Così dovrebbe essere...

arte e tecnologia

Sarah - 24-4-2005 at 14:35

Messaggio per Alice:
Posso chiederti quando sei stata al Castello Carlo V e ti sei inoltrata nel mondo lunare e visionario di Sarah Ciracì? Questa mostra interessante c'è ancora?Non vorrei essermela persa (dubito che ci sia ancora) nel caso, oltre alla tua interessante testimonianza, hai raccolto depliant, foto, materiale, immagini per il forum?
Ti ringrazio Sarah

silvietta84 - 24-4-2005 at 17:18

comic sans mssalve a tutti...e già da un pò che salto da un argomento ad un altro...leggo le mail..guardo le immagini allegate dai miei compagni, ma ancora non riesco a "dire la mia" su qualcosa...mi sento un pesce fuor d'acqua in mezzo a tanti "esperti" che parlano di cose di cui io so poco e niente...ma farò di tutto x sbloccarmi al + presto!comunque, non vorrei cadere nella banalità, ma trovo questo corso molto interessante e affascinante e farò di tutto x seguire, non solo le lezioni ma anche conferenze e spettacoli vari,anche se mi è difficile, visto che torno a casa ogni fine settimana.....sarebbe bello se riuscissimo a fare qualcosa di + ad Arnesano, durante gli orari di lezione......concordo con gli altri in questo.........alla prossima........

3kili - 26-4-2005 at 17:15



ecubabig.jpg - 32kB

3kili - 26-4-2005 at 17:17



ecubar1.jpg - 68kB

la rete degli sguardi

carlo - 26-4-2005 at 17:33

Quota:
Originariamente scritto da 3kili


bene
e se insieme a quello scatto d'immagine
ci fosse uno scatto di parola?

tenete conto che questo mio lavoro sulla rete degli sguardi teatrali è fondata la mia ricerca...
avete letto il mio libro?
nel frattempo date un'occhiata al lavoro che ho fatto con ragazzi + giovani di voi alla biennale di venezia del 1999
http//:www.teatron.org/diario


fatemi vedere!
parlate di ciò che avete visto
sarebbe curioso vedere quanto possano essere differenti le visioni...

3kili - 26-4-2005 at 19:33

PER ECUBA_AMLETO,NEUTRO PLURALE
Spettacolo molto interessante, quello presentato il 22-23 aprile 2005 ai KOREJA.La tragedia di Amleto, ridotta ai minimi termini; un unico attore per dar voce ai diversi personaggi che caratterizzano l'opera shakespeariana; il tutto si svolge all'interno di un gigantesco cubo di Rubik che viene aperto pian piano, quasi a voler indicare l'intenzione di svelare il grande enigma dell'essere o non essere.Impressionanti le scelte scenotecniche,dalla coppetta di pop-corn scoppiettante alla vaschetta con il pesciolino rosso. Il riflesso dell' acqua su una parte del cubo da l'idea di un grafico di onde sonore mentre la voce fuori campo del defunto re di Danimarca si impone su Amleto e su tutta la scena.Coinvolgenti le musiche e splendide le acrobazie di ROBERTO LATINI su di una altalena che pende al centro del cubo. Ciò che più sconvolge lo spettatore è "la pubblicità",infatti sul finire della rappresentazione Latini interviene con commenti sulla situazione del teatro in Italia e su un telo vengono proiettati gli sponsor dello spettacolo.Un modo alternativo per incrementare i guadagni.Dopo la breve interruzione lo spettacolo riprende.

alice - 27-4-2005 at 18:59

per Sarah:
ciao,purtroppo la mostra della Ciracì si è conclusa il 25.I depliants erano finiti,ma troverai delle fotocopie alla copisteria di Arnesano.Ho un articolo trovato su Qui Salento,come fare a dartelo?Sei all'università in questi giorni..forse ho capito chi sei...

alice - 27-4-2005 at 19:18

Ancora io ...ma mi sono ricordata dell'incontro organizzato dall'università l'anno scorso con Latini .Mi colpirono i suoi occhi quasi glaciali, molto espressivi e densi di vissuto e la sua apparente timidezza.Nello spettacolo su Caligola,Roberto si immedesimava fortemente nel personaggio,tormentato e frantumato;il dramma di un personaggio storico era diventato il suo.Passato e presente si confondevano in una miscela di emozioni davvero coinvolgente per lo spettatore.Sorprendeva la disposizione degli specchi sul palco e quel gioco di luci,tutte creazioni dell'attore(animale da palcoscenico e giustamente paragonato a Carmelo Bene).Roberto ormai Caligola,comunicava il proprio stato d'animo con respiri affannosi e ossessivi; si contorceva,si rannicchiava e si lacerava come preso da convulsioni.Il suo dolore si propagava all'infinito e richiedeva anche la partecipazione del pubblico.Non era solo Roberto perchè riusciva a sdoppiarsi in tanti Io delusi e incompresi.Impersonava ruoli diversi giocando con le loro voci.Colpiva il suo timbro vocale che cambiava tono a seconda dei volti che assumeva.Davvero una scoperta questo spettacolo.L'attore è riuscito ad emozionare con la sua magnetica presenza scenica.Caspita quanto mi sta arricchendo questo SALENTO..
Non si potrebbero diffondere spezzoni di suoi spettacoli anche sul forum?

RICHIESTA

eneri - 28-4-2005 at 12:54

SIAMO IN ATENEO, (SARA, CLAUDIA E IRENE) IN ATTESA DELLE LEZIONI VISITIAMO IL FORUM.
CI PIACEREBBE VEDERE LA PROSSIMA VOLTA A LEZIONE IL VIDEO SU A. ARTAUD E IL VIDEOGIOCO CHE CI AVEVA PROPOSTO.
A PRESTO

ok

carlo - 28-4-2005 at 13:43

Quota:
Originariamente scritto da eneri
SIAMO IN ATENEO, (SARA, CLAUDIA E IRENE) IN ATTESA DELLE LEZIONI VISITIAMO IL FORUM.
CI PIACEREBBE VEDERE LA PROSSIMA VOLTA A LEZIONE IL VIDEO SU A. ARTAUD E IL VIDEOGIOCO CHE CI AVEVA PROPOSTO.
A PRESTO


su Artaud contateci
questa volta me lo ricorderò
ho appena girato un video x un convegno su questo tema
con i ragazzi di Macerata...

x i viodeogame
contateci

ci vediamo il 18 maggio
ore 15/18
stesso orario
x il 19 e il 20

? ? ?

pamela r. - 28-4-2005 at 17:29

... salve a tutti! comincio solo ora a mettermi in contatto con il forum e a partecipare attivamente alle vostre discussioni... per quel poco di cui io possa comprendere! comunque gli argomenti trattati dal nostro corso sono molto interessanti solo che la cosa che più mi dispiace è che non posso partecipare attivamente con le mie esperienze visto che il mio bagaglio culturale sull' argomento è davvero scarso e perchè comunque non ho mai avuto esperienza diretta con questo tipo di cose... occasione per cui devo prendere come ottima occasione di apprendimento, l'asperienza di questo corso. ma il primo pensiero che mi sovviene è : avete mai provato a salire e a immergervi in una giostra virtuale? per me è stata un esperienza bellissima che ho provato e riprovato più volte e che immagino tutti hanno provato una volta nella vita. voi ci siete stati ? cosa vi è parso? proverò a fare una ricerca sull'argomento e magari contribuirò anche io ad arricchire di notizie il nostro forum... ciao e a presto!!!

Messaggi per tutti

Sarah - 29-4-2005 at 15:50

Per Alice:
Come prevedevo la mostra si è conclusa il 25 aprile nonostante al castello ci siano ancora i cartelloni affissi. Si anche credo di aver capito chi tu sia perciò la prossima volta (probabilm a sociologia) magari possiamo scambiare due chiacchiere.

Per Pamela:
Ciao cara, anche io la prima volta non sapevo cosa scrivere però poi vedi che tutto viene naturale.

Per il professore:
Il suo libro l'ho letto già una volta e ora lo sto rileggendo per capire meglio alcuni concetti. Mi è piaciuto anche perchè sembrava come se parlasse lei, come se raccontasse qualcosa di veramente eccezziunale (niente retorica). Non le nascondo che più leggevo il suo libro, e più mi veniva voglia di sistemare quella sottospecie di sito internet che ha (o non ha, dipende dai punti di vista) il corso di laurea che frequentiamo...e non solo tante altre idee che sto mettendo a punto nella mia rilettura perciò non appena la terminerò, sarò lieta di scrivere i miei pensieri, le mie opinioni e perchè no le mie proposte.

... ormai ci sto prendendo gusto...

pamela r. - 29-4-2005 at 18:27

penso in continuazione a gli argomenti da inserire nelle nostre discussioni e come un fulmine a ciel sereno mi è venuto in mente l'esperienza che abbiamo affrontato con il prof. santoro l'anno scorso: " l'incontro con michele sambin". l'esperienza è stata davvero interessante non solo per il suo lavoro di teatro totale nel carcere ma anche per un gioco da lui costruito (o chi con lui) e a noi mostrato che ci proiettava in una nuova dimensione trasmettendoci la visuale, i punti di vista e le sensazioni dei detenuti. era solo un gioco ma vedere il mondo da dietro le sbarre è stato angosciante anche per chi, come me era proiettato solo in un gioco virtuale. mi è piaciuto molto quello che ha dato e che ancora sta dando ai detenuti michele sambin, è un opportunità che lascia spazio alle qualità umane di persone e non di detenuti . quelli sono uomini che molto probabilmente hanno sbagliato ma non per questo bisogna sottovalutare i loro sentimenti, la loro sofferenza, la loro lontananza dalle famiglie, i loro amori fuori e dentro al carcere. le loro rappresentazioni teatrali forse non avranno tecnica o una dizione corretta, ma sono semplici, ricche di vita, di cuore e quant'altro... sulle giostre virtuali non ho trovato nessuna notizia anche se a dire il vero non sapevo neanche cosa stessi cercando a riguardo, ma sapete com'è,era il pensiero del momento e riflettendoci forse non c'era proprio un bel niente da discutere a riguardo...

Per Sarha: grazie per il tuo sostegno morale, è bello incontrarti anche qui. ti mando un saluto e miraccomando a domenica " TUTTI ALLO STADIO"

Ela - 29-4-2005 at 22:45

Ciao a tutti!sono stata molto colpita dal sito proposto dal professore in questo forum http://www.aiep.org/newaiep/it/frameit.html riguardo il gruppo italo svizzero di AIEP. Trovo veramente affascinante quest'ambito di applicazione della danza con risvolti multimediali finalizzata alla costruzione di nuovi linguaggi espressivi, di cui prima di seguire questo corso e partecipare a questo forum non ero a conoscenza. Purtr non ho potuto assistere alla loro performance addiruttura qui a Lecce! Avrei voluto provare appieno dal vivo quelle emozioni create dalle atmosfere che viste nei video scaricati dal sito ho potuto solo immaginare..e nonostante tutto mi hanno letteralmente affascinato!!!
Per questo motivo ho anche fatto delle ricerche su internet di gruppi affini che praticano + o - lo stesso tipo di attività per conoscere meglio questo mondo e vi consiglio di visitare il sito http://www.altroteatro.it di una compagnia di Roma che propone spettacoli multimediali tra la danza, l'architettura, e le tecnologie della motion capture e della motion graphics. Pycta è il titolo della loro ultima produzione, un evento improntato sul lavoro di squadra che coinvolge, oltre ad artisti di teatro anche ricercatori informatici che in tempo reale operano sulla scena. In questo spettacolo la totalità dello spazio scenico costituisce il "volume di cattura" in cui agiscono le nove telecamere a raggi infrarossi che catturano la danza fluida e la mutano in frammentazioni solide di coreografia digitale, oppure in spazi fluenti di architettura viva. Lo spettatore è quindi immerso in un'atmosfera multipercettiva.


hai ragione

carlo - 30-4-2005 at 11:03

Quota:
Originariamente scritto da SarahNon le nascondo che più leggevo il suo libro, e più mi veniva voglia di sistemare quella sottospecie di sito internet che ha (o non ha, dipende dai punti di vista) il corso di laurea che frequentiamo...e non solo tante altre idee che sto mettendo a punto nella mia rilettura perciò non appena la terminerò, sarò lieta di scrivere i miei pensieri, le mie opinioni e perchè no le mie proposte.


è da fare

semplificando al massimo
ricreando lì i forum autogestiti
in primo luogo

Tam

carlo - 30-4-2005 at 11:09

Quota:
Originariamente scritto da pamela r.
un fulmine a ciel sereno mi è venuto in mente l'esperienza che abbiamo affrontato con il prof. santoro l'anno scorso: " l'incontro con michele sambin".
<<<
ops
l'avevo curato io quell'incontro
e quel cd che è stato presentato l'avevo pensato anch'io con il Tam
<<<

l'esperienza è stata davvero interessante non solo per il suo lavoro di teatro totale nel carcere ma anche per un gioco da lui costruito (o chi con lui) e a noi mostrato che ci proiettava in una nuova dimensione trasmettendoci la visuale, i punti di vista e le sensazioni dei detenuti. era solo un gioco ...


bene
se ho capito bene t'interessa approfondire

porterò il cd-rom

finalmente!
ho sempre chiesto di zoommare sull'esperienza di sambin e del Tam
gli incontri con lui li hai seguiti?
neanche Galatina?

foto!

carlo - 30-4-2005 at 11:17

torno a chiedervelo...
incollo qui ciò che avevo già scritto mesi fa


siete tanti
e poi oltre a voi ci sono quelli dell'altra classe e quelli delle diverse altre classi sparse per la penisola (non solo quella salentina)

come fare?

andate qui
http://www.teatron.org/forum/viewthread.php?tid=229
cliccate su SFOGLIA e pescate dal vostro hard-disk una vostra foto
e spedite cliccando su RISPONDI come si fa normalmente nel forum

una volta pubblicata
andate con il mouse sulla foto e con il tasto destro cliccate
andate su PROPRIETA'
apparirà l'URL (l'indirizzo web) di questa foto
marcatelo e copiatelo (sempre con il tasto destro)

a questo punto andate su PROFILE,
il pulsante che appare dentro la casella dei vostri interventi
il primo da sinistra
andate su AVATAR
e incollatelo lì
ed è fatta

Violenza manifesta e latente

Sarah - 30-4-2005 at 17:07

videogiochi arcade o più banalmente "spara e fuggi" sono stati i primi ad invadere il mercato e continuano ad essere i più apprezzati dai teenagers. Fanno parte di questo genere giochi come Space Invaders e oggi, grazie ai progressi della grafica computerizzata, sono così realistici da avere la sensazione di essere realmente in quel luogo. Solitamente i videogiochi di questo genere hanno un alto grado di violenza. Le ambientazioni sono guerresche o poliziesche. Sulla violenza "manifesta" dei videogiochi è stato detto moltissimo e non ci soffermeremo oltre. Ciò che ci preoccupa di più non è tanto questo tipo di violenza visibile. Temiamo di più il messaggio latente veicolato da certi giochi.
Ecco un esempio: tempo fa i giornali hanno molto enfatizzato la comparsa sul mercato di Evil 2, uno "spara e fuggi" stile realtà virtuale. Il giocatore impersona una specie di Rambo del futuro che deve sterminare un esercito sconfinato di zombie. I particolari sono raccapriccianti: teste mozzate, cervelli che schizzano fuori dalla scatola cranica, arti amputati, sangue da ogni parte. I media ne hanno parlato molto, descrivendo ogni particolare visibile, ma trascurando secondo noi di affrontare un problema più sottile. Al di là della violenza gratuita manifesta, qual è il messaggio subliminale nascosto? Semplicemente la condanna di stile nazista dell'alterità, del diverso. Gli zombie , insieme ai diversi, ai brutti, agli sporchi e ai cattivi, possono diventare nell'immaginario degli adolescenti extracomunitari, albanesi, turchi e tutti i diversi di questo mondo. Così il messaggio xenofobo è: "quelli ti minacciano, uccidili". E il ragazzino ubbidisce e spara all'impazzata con il joystick.
Una provocazione. Crediamo non sia così importante il grado manifesto di violenza dei videogiochi che fa scandalizzare i benpensanti e parlare i giornali. Sparare a qualche personaggio di bit non ha mai fatto male a nessuno (ovviamente bisogna fare attenzione all'età, perché i bambini piccoli fanno fatica a distinguere realtà e fantasia). Preoccupa invece questa invasione subliminale di messaggi razzistici. Ancora più ci fanno paura i videogiochi camuffati. Sono giochi con un aspetto rassicurante, con scenografie in rosa e pupazzetti graziosi. Ce n'era uno, uscito una decina di anni fa, nel quale si aggiravano decine di simpatici elfi. Gli elfi uscivano dalla macchina degli elfi, erano tutti uguali e saltavano senza scopo a destra e a manca. Una volta ogni tanto, però, la macchina andava in tilt e "pensava differente". Risultato: uscivano elfi diversi da tutti gli altri (chissà forse anche più intelligenti!) e dovevano essere assolutamente annientati pena la perdita del gioco. Bene, mettete un bambino davanti a videogiochi così fatti e lui imparerà che la "normalità" e l'ordine devono essere difesi a ogni costo. La differenza è invece un danno e deve essere annientata. Evviva la società della diversità. Superfluo ogni altro commento.
Eppure non tutti gli "spara e fuggi" sono dannosi. La sociologa Sherry Turkle, per esempio, considera un buon esercizio per la coordinazione motoria giocare a Pacman (una specie di palla che ingurgita piccoli fantasmi colorati) e la Kyber di Pistoia ha appena realizzato Elicopter, un simpatico giochino arcade con il quale, tra uno sparo e l'altro, si impara la matematica

SALVEEEEEEEEE

Elenuccia - 30-4-2005 at 17:31

Salve a tutti!!!!
Buonasera prof.!!!!!!
Le ho mandato una e-mail per chiederle delle informazioni, ma credo proprio di averla mandata nel forum sbagliato:-) del terzo anno!!!
Le riformulo la mia domanda!!
Frequento il primo anno fuori corso dello Stamms di Lecce e frequentai le sue lezioni circa due anni fa.
Volevo sapere se fosse possibile, in sede d'esame, portare il suo libro "IMPARARE GIOCANDO" ed intervenendo al forum parlano delle parti del suddetto libro che ho trovato più interessanti. Confido in una sua risposta!!!! Grazie!!!!!!!a presto!!!!!

Turkle

carlo - 30-4-2005 at 17:44

Quota:
Originariamente scritto da Sarah
videogiochi arcade o più banalmente "spara e fuggi" sono stati i primi ad invadere il mercato e continuano ad essere i più apprezzati dai teenagers.
(...)
La sociologa Sherry Turkle, per esempio, considera un buon esercizio per la coordinazione motoria giocare a Pacman (una specie di palla che ingurgita piccoli fantasmi colorati) e la Kyber di Pistoia ha appena realizzato Elicopter, un simpatico giochino arcade con il quale, tra uno sparo e l'altro, si impara la matematica


bravissima il riferimento alla Turkle è magistrale!
hai letto Imparare Giocando?
lì la cita ampiamente
purtroppo non sono mai riuscito ad invitarla in Italia
mentre sono riuscito ad avere alla Fiera del Libro del 2001
Janet Murray
http://www.trovarsinrete.org/fieralibro2002.htm#convegno


http://www.compeint.com/giorno17.html



+ severo

carlo - 30-4-2005 at 17:46

Quota:
Originariamente scritto da Elenuccia
Salve a tutti!!!!
Buonasera prof.!!!!!!
Le ho mandato una e-mail per chiederle delle informazioni, ma credo proprio di averla mandata nel forum sbagliato:-) del terzo anno!!!
Le riformulo la mia domanda!!
Frequento il primo anno fuori corso dello Stamms di Lecce e frequentai le sue lezioni circa due anni fa.
Volevo sapere se fosse possibile, in sede d'esame, portare il suo libro "IMPARARE GIOCANDO" ed intervenendo al forum parlano delle parti del suddetto libro che ho trovato più interessanti. Confido in una sua risposta!!!! Grazie!!!!!!!a presto!!!!!


se non segui le lezioni potresti seguire almeno gli eventi...

fatti vedere il 18 o 19 o 20 maggio
e vediamo

quest'anno sarò + severo con chi non partecipa attivamente...

SECONDO ME I COMPUTER SONO POCO ADATTI AI BAMBINI

Sarah - 30-4-2005 at 17:52

Scusatevi se sono così logorroica ma visto che siamo circondati da bambini, personalmente ho cresciuto mia sorella e tutti i miei cuginetti e per di più lavoro con i bambini da tanti anni per me questo è un argomento molto delicato. Un bambino o un ragazzino che si mette davanti al computer è obbligato a usare soprattutto tre dispositivi hardware: il mouse, la tastiera e il joystick. Ma è un colloquio "disturbato" che tutti gli psicologi e i pedagogisti considerano innaturale, se non addirittura dannoso. Quando si dice l'incomunicabilità! Le macchine continuano a parlare a modo loro, a usare strane estensioni, a parlare in modo complicato e spesso incomprensibile. Gli umani, che riescono a pensare in modo binario solo quando sono bambini, preferiscono scrittura, stampa tv e multimedialità. Così, nonostante la filosofia "user friendly" invocata da Bill Gates e soci, il linguaggio tra uomini e computer è difficile, complicato, sofisticato. Il risultato? Un sacco di frasi fraintese o parole storpiate (bug) e soprattutto un'enorme fatica nell'interazione. Insomma incomprensione allo stato puro. E non parlo soltanto di linguaggi di programmazione che, nonostante le promesse di facilità, sono sempre particolarmente complicati, ma di interfacce che collegano gli umani agli esseri digitali.Interfacce che possono essere grafiche o testuali (come Windows 98 o Linux) oppure hardware come tastiere, mouse, penne ottiche. Il mouse, per esempio, costringe i bambini a usare la mano in un determinato modo e tutti sanno che può provocare dei disturbi a livello del polso e delle articolazioni. La tastiera, ugualmente, fa muovere le mani in modo innaturale ed è poi limitatissima se si vuole disegnare sul monitor. Anche il joystick è innaturale con i suo tasti e la specie di cloche che genera il movimento spaziale. Per risolvere queste difficoltà sono state realizzate alcune interfacce alternative, come "EasyBall" della Microsoft, un mouse gigante con una sfera sulla parte centrale. In questo modo il bambino può usare il dispositivo più semplicemente anche in assenza di spazio. Un'altra interfaccia che ha avuto un ottimo successo di vendite è "Comfy" della Giunti Multimedia: si tratta di una tastiera-giocattolo che, oltre ad avere tasti più grandi con simboli di animali e personaggi e un telefono, consente un colloquio più semplice tra la macchina e i bambini, soprattutto fra i 3 a i 7 anni. Ma pur essendo di grande interesse e raccomandabili, i nuovi mouse e tastiera non risolvono due problemi. Il primo è quello che definirei della non trasferibilità. Cosa significa? Semplicemente che i ragazzini si abituano a usare oggetti che poi non troveranno nel mondo del lavoro (o a scuola) e quindi sono comunque svantaggiati. "Comfy" e "EasyBall" sono quindi consigliati per i primi approcci con l computer, una sorta di primo livello. Il secondo problema che resta irrisolto è quello della manipolazione. Tutti i più grandi pedagogisti e psicologi dell'età evolutiva sono concordi nel ritenere la manipolazione un fattore essenziale nello sviluppo del bambino. Da qui i giochi con la creta e la plastilina; da qui la nascita di quei giocattoli che riescono a dare al piccolo tutte le sensazioni tattili possibili (ruvidità, levigatezza ecc.). Bene, l'interazione con il computer non riuscirà mai a superare questo problema, proprio per la natura immateriale (bit) del software che crea il micromondo all'interno del monitor. Ma ne siamo proprio sicuri? Anni fa la Mattel (la famosa casa di produzione della bambolina super bella, bionda, magra, occhi azzurri che finiva sempre con ritrovarsi rasata a zero) mise in commercio un guanto che consentiva d'interagire con il computer. Si trattava soltanto di un giocattolo, rozzo e probabilmente poco tecnologico. Eppure il "dataglove" apriva orizzonti nuovi e in qualche modo spalancava le porte interattive tra due mondi: quello dei bit e degli atomi, insomma reale e virtuale. Esperimenti simili sono stati replicati da altre società, ultima la Sony con PlayStation che ha appena realizzato un guanto cibernetico per consentire una migliore interazione uomo-macchina. A livello commerciale stanno uscendo dispositivi di un certo interesse, anche se ancora lontani da una buona interazione uomo-macchina. Esempi? La Microsoft ha lanciato sul mercato SideWinder Force Feedback Pro, un joystick che dà la sensazione tattile, in altre o parole vibra e varia la forza della leva secondo le situazioni. Certo, non è un guanto e il nuovo joystick continua ad essere difficile da usare, però è indicativo delle potenzialità del "ritorno di forza". E proprio in questo settore a Livorno e a Pisa stanno nascendo alcun progetti ancora a livello embrionale. L'obiettivo è quello di realizzare interfacce rivoluzionarie con due campi di ricerca: la robotica e la scienza dell'informazione. Potremmo avere (bambini e adulti) che manipolano oggetti all'interno di un monitor avendo la sensazione di toccarli realmente. E il cyberspazio sarebbe cosa fatta.

Imparare giocando

Sarah - 30-4-2005 at 17:58

Nel suo libro l'ha citato già tante volte. Non appena riesco a ritagliarmi un pò di tempo libero (è iniziata la preparazione per gli esami della sessione estiva, compreso il suo) lo acquisterò, era già mia intenzione.

intervista a Sherry Turkle

Sarah - 30-4-2005 at 18:07

Riporto il testo di un’intervista a Sherry Turkle

Virtuale e reale, reale e virtuale. Quasi un'ossessione nel pensiero di Sherry Turkle, sociologa e psicologa al Massachusetts Institute of Technology di Boston. Così come ricorrente nel pensiero della Turkle è il concetto di opacità. Secondo la studiosa, considerata tra le maggiori esperte mondiali dei processi sociali generati dai media, la nostra società è sempre più imperscrutabile nella profondità delle cose e visibile, quasi riflettente, in superficie. Per spiegare il concetto la Turkle usa la similitudine delle interfacce grafiche. Una volta, con i vecchi sistemi operativi l'interazione uomo-macchina era più trasparente anche se più difficile. Però chi possedeva qualche nozione tecnica poteva seguire i processi che avvenivano all'interno della macchina. Con l'avvento dei sistemi operativi a icona (Machintosh e Windows) tutto è diventato molto semplice in superficie e molto complesso in profondità. Con il mouse spostiamo cartelle e file dall'aspetto di foglietti e non ci accorgiamo dei comandi spesso complicati che impartiamo alle macchine.
Con Sherry Turkle, che per Apogeo ha pubblicato La vita sullo schermo, abbiamo avuto un breve colloquio via Internet sui temi dell'educazione e della scuola.

Parliamo di reale e virtuale. Nel suo libro, "La vita sullo schermo", lei spiega il concetto di opacità e lo descrive facendo una geniale similitudine con i computer e le interfacce grafiche. Crede che gli insegnanti di oggi e di domani dovranno aiutare gli studenti a districarsi nei meandri di questa società sempre più complessa e trovare la trasparenza e a distinguere realtà e virtualità?

Credo sia importante che gli insegnanti aiutino gli studenti a comprendere la vera natura della simulazione. Quando uno studente "gioca" con SimCity e poi dice che "alzare le tasse porta necessariamente a delle sommosse popolari", è cruciale poter spiegare a quel bambino che questa simulazione, con le sue specifiche "regole" corrisponde a un microcosmo virtuale ma non necessariamente al mondo reale.
Un altro problema riguarda la percezione da parte dei bambini del reale e del virtuale. Recentemente ho passato una vacanza-in Italia con mia figlia. Siamo stati al mare e abbiamo visto una medusa nell'acqua. A un tratto mia figlia ha gridato: "Guarda mamma, una medusa, è così bella, sembra vera!" Abbiamo riso tutti, ma c'è stato anche un po' di imbarazzo.

Che cosa pensa del computer in classe? E' importante per insegnanti e studenti usare al meglio le tecnologie o cercare di creare nuovi modi di insegnare servendosi di quell'incredibile medium che è il personal computer?

La cosa più importante che offrono i computer è quella di aprire le porte a una concezione costruzionista dell'educazione. In altre parole i computer riescono a far agire e costruire i bambini; e i bambini, costruendo, imparano meglio. Allo stesso tempo sono convinta che è sbagliato utilizzare le nuove tecnologie con la vecchia didattica.

Internet è entrata anche a scuola con ottimi risultati. Ma ci sono anche alcuni problemi, tra i quali quello della ridondanza dell'informazione. Le notizie sono troppe, spesso false, e i ragazzi possono perdersi. Lei pensa che l'insegnante dovrà aiutare gli studenti a districarsi in questo ginepraio?

Assolutamente sì, l'insegnante dovrà aiutare i ragazzi a scegliere le notizie. Quando Internet arriva a scuola, l'obiettivo più importante è quello di diventare un utente intelligente, capace di scegliere l'informazione presente sul Web. Proprio per questo abbiamo bisogno di una cultura della simulazione.

Con l'introduzione delle nuove tecnologie a scuola qual è il ruolo dell'insegnante?

Gli insegnanti hanno e avranno un ruolo cruciale e il computer non toglierà loro il lavoro. Anzi, la mia esperienza testimonia esattamente il contrario. Nelle classi dove si fa uso intensivo del computer vi è maggiore bisogno di insegnanti.



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Intervista a Janet Murray a Torino durante l’edizione 2002 della fiera del libro

Sarah - 30-4-2005 at 18:11

Intervista a Janet Murray
a cura di Massimiliano Colletti

Abbiamo incontrato Janet Murray a Torino durante l’edizione 2002 della fiera del libro, dove insieme a G. Longo, C. Infante, J.R. Balpe e F. Antinucci, ha parlato del tema della Scrittura mutante. L’abbiamo incontrata ancora sulla rete dove ha accettato di rispondere alle nostre domande.

Pensando al concetto di “Scrittura Mutante” viene in mente il rapporto sempre più presente tra scrittura e gioco tanto che ha portato qualcuno ad affermare che la miglior storia di avventura dei nostri tempi sia Tomb Raider. Ci può spiegare in che senso queste due cose siano collegate e come la letteratura cambi alla luce di questi nuovi collegamenti?
C’è un continuum nello storytelling che si estende dalle prime forme della tradizione orale fino alle emergenti tecnologie dei nostri giorni. Lo scopo e il piacere dello storytelling rimane lo stesso: capire la correlazione delle molteplici forme di esperienza, condividere le nostre personali conclusioni, apprezzare la ricchezza delle percezioni e dei desideri umani. Ogni nuovo medium espande la nostra abilità di raccontare storie, di capire il senso della vita, e di condividere la nostra soggettività nonostante le differenze di coscienza, di cultura e di tempo. La stampa ci ha permesso di rappresentare la coscienza stessa incrementando precisione e dettagli, e allo stesso tempo di rappresentare anche l’interconnessione di complesse culture urbane. I film e la televisione ci hanno permesso di raccontare storie che non sarebbero potute essere comprese nella stampa, inclusa «forma lunga» delle serie televisive, che coinvolgono, per centinaia di ore in drammatiche situazioni, sempre gli stessi personaggi.
Allo stesso modo che la cultura della stampa ci ha portato ad una comprensione del mondo, un ordine di comprensione che modella tutte le cose, dal nostro corpo al sistema solare, alle dinamiche familiari, come un sistema di agenti interconessi. Un libro o un film lineare non è il modo migliore per ritrarre un mondo che vediamo come un sistema. Libri e film sono diventati sempre di più come giochi durante gli ultimi decenni anche prima dell’avvento dei giochi elettronici. I racconti di Borges sono un buon esempio di questo andamento. Così sono anche quei famosi film in cui l’eroe torna indietro nel tempo per cambiare lo sviluppo degli eventi.
I giochi appartengono allo stesso momento nella cultura. Si sviluppano dallo stesso impulso di raccontare storie; ci permettono di rappresentare l’esperienza della seconda possibilità, la stessa cosa con scelte differenti.

Ha parlato più volte di Storytelling: potrebbe spiegarci che cosa intende con questo termine e che posizione ricopre nel mondo della letteratura?
Lo Storytelling precede la letteratura. Include la cultura orale e la letteratura nel senso più ristretto, riferita a storie che sono state trascritte. Lo Storytelling è il temine che comprende tutto.
Lo Storytelling è anche un’abilità cognitiva che costituisce una parte cruciale della nostra umanità. Noi organizziamo il mondo in passato, presente e futuro; vediamo gli eventi come manifestazioni di causa e effetto. La storia non è soltanto una sequenza, ma una sequenza con una causa. Raccontare storie è una maniera per predire le sorti del il mondo e modellare i comportamenti. Questo è stato vero per i primi essere umani e deve averli aiutati ad evitare di diventare cena per animali predatori e allo stesso tempo li ha aiutati a trovare il modo per procacciarsi il cibo. Ma questo è vero anche nelle nostre più complesse società in cui di fronte a buone e cattive esperienze reagiamo tessendoci una storia intorno, collegandola a qualche genere di Storytelling, a qualche modello condiviso di comprensione.
La letteratura fornisce storie-modello che focalizzano l’attenzione su di un più ampio raggio rispetto agli aneddoti che condividiamo tutti i giorni con la nostra famiglia o con gli amici. Queste storie sono mutate dall’essere state raccontate più volte e si sono affinate nella trasmissione.
Vivono dentro i confini del loro campo semantico (la commedia, la tragedia, il melodramma, l’intreccio amoroso) collegato con l’incessante Storytelling di oggi e del mondo antico, che sono parte dell’esperienza umana.

La mia idea è che allo stato attuale della ricerca nel mondo digitale non ci sia niente che possiamo veramente leggere e considerare come una buona storia. Ho visto sì, molti passi avanti nel senso delle tecnologie per la scrittura, che apportano cambiamenti nel modo con cui leggiamo le storie (per esempio gli esperimenti proposti anche a Torino da Balpe), ma niente che aggiunga veramente qualcosa di nuovo dal punto di vista qualitativo.
Questo potrebbe essere vero anche se non mi sembra giusto paragonare una tradizione che vive ora la sua infanzia con un’altra che è stata formata da più di cinquecento anni di pratica (per prendere in considerazione solamente la tradizione di stampa Occidentale). La cosa interessante da osservare è l’elaborazione delle convenzioni espressive; nella televisione interattiva e nei giochi io vedo molte convenzioni che potrebbero portare a significative forme di Storytelling che avranno forse la stessa forza della letteratura.
Per esempio i giochi sono sempre stati prevalentemente dominati dal tipo «spara-spara» o di combattimento. Ma recentemente un tipo diverso di gioco sta diventando molto diffuso. Il gioco più diffuso del mondo è The Sims di Will Wrights prodotto dalla Maxis. Questo gioco non ha niente a che fare con armi e combattimenti, il suo scopo è quello di gestire una casa borghese. E’ la traduzione di una storia del diciannovesimo secolo in formato interattivo.
Tra le cose che avvengono nel gioco quella che preferisco è quando i personaggi si scambiano grattatine sulla schiena o si fanno massaggi. Quando questo avviene tra due personaggi la loro relazione ne trae giovamento ed entrambi sono più felici. E’ soltanto una piccola cosa ma credo sia un buon esempio di come gli ideatori di giochi stiano riflettendo in termini di trame familiari e di come stiano inventando strumenti diversi con cui descrivere il mondo.
Nell’ambito della televisione interattiva, sono molto affascinata dalla possibilità di realizzare documentari che possano essere seguiti seguendo percorsi differenti. Questa è la via ideale per raccontare storie di società in conflitto e attraverso molteplici punti di vista si riescono a comprendere più compiutamente le vicende. E’ un modo di pensare di cui abbiamo bisogno più che mai nel mondo, e la Tv è un mezzo di comunicazione che può insegnarci ad espandere il circolo di empatia in questa direzione.

Recentemente sono stato a Mantova: ho visitato palazzo Tè e una delle stanze che ha più colpito la mia immaginazione è stata La stanza dei giganti . Mi sorprende pensare a l’effetto che questa stanza dalle pareti interamente dipinte potevano avere su di un uomo del sedicesimo secolo. Più recentemente, alla fine del diciannovesimo secolo un gruppetto fortunato di spettatori vide L’arrivo del treno alla stazione dei fratelli Lumiére e la loro reazione fu quella di scappare spaventati dalla sala, colpiti dal realismo estremo della pellicola.
Qualcosa di simile mi sembra stia accadendo anche ora. Che ne pensa?
Si, questi sono esempi molto appropriati per testimoniare la forza immersiva delle nuove realtà. Dei miei colleghi alla Georgia Tech stanno facendo degli esperimenti con la realtà virtuale e con la realtà accresciuta o (super realtà-iperrealtà), spazi artificiali in cui si può entrare ed essere circondati da figure spettrali (in maniera non molto diversa dai giganti manieristi di Palazzo Tè) che sono sovrapposti al mondo attuale.
Ogni nuovo mezzo di rappresentazione ha il potere di spaventarci perché ci ricorda di come siamo facilmente imbrogliabili, come cadiamo facilmente in errori trasformando un illusione nella realtà. Ci confonde anche con la forza inaspettata che è la nostra stessa forza: come è possibile che l’uomo possa creare qualcosa che imita il mondo in maniera così sconvolgente? E’ un’esperienza paradossale. Come spettatori siamo umiliati (ridimensionati) ma come esseri umani siamo esaltati dalla nostra forza creativa.
Parte della disapprovazione e dello scetticismo verso i nuovi media vengono fuori proprio da questo profondo e radicato scetticismo nei confronti delle nostre facoltà creative.

Nel suo libro(*) si legge: «la fotografia tridimensionale, collocandomi in uno spazio virtuale mi ha acceso il desiderio di muovermi dentro di essa autonomamente, di andare via dalla macchina fotografica e scoprire il mondo da sola»; questa frase, come un’epifania, evidenzia il problema del confine tra il guardare e il giocare con i prodotti multimediali, nel momento in cui gli spettatori diventano una parte attiva della storia. Come cambia il ruolo degli spettatori-lettori?
Questa domanda tocca un punto cruciale! Come designers questa è una delle sfide più importanti che affrontiamo. I mezzi di comunicazione digitali sono luoghi della partecipazione, e non possiamo più pensare a un «pubblico» (ascoltatori nel senso originario greco) o a «spettatori». Invece siamo obbligati a pensare a degli «interactors» (soggetti interattivi), attivi partecipanti del mondo dell’immaginazione (del mondo immaginato). E più coinvolgente creiamo questo mondo, più gli interactors vorranno mettersi alla prova. Un mondo ben congegnato invita a questa partecipazione. L’ideatore di giochi che capisce questa relazione riesce a «programmare» sia il computer, sia il giocatore (interactor).
I giochi di ruolo on-line forniscono un buon esempio per questo nuovo rapporto. Quello di cui ho accennato sopra, «The Sims», è stato recentemente trasposto anche in versione on-line, dove è possibile giocare con i personaggi da te creati. E’ un mondo molto complicato, e i partecipanti devono mettere alla prova la propria capacità di interazione reciproca. Cosa gli permette di fare questo? La scenografia e l’ambientazione per la maggior parte. Se porti un personaggio dentro un salotto virtuale dove c’è della musica, essi potranno ballare. E non soltanto il menù del personaggio includerà la possibilità di ballare, ma il giocatore stesso penserà a ballare e cercherà l’opzione giusta nel menù. [n.d.c. i personaggi del gioco permettono al giocatore di interagire con essi attraverso un menù dinamico, che cambia a secondo delle situazioni in atto. Ad esempio se stai flirtando con qualcuno e l’affinità tra i due personaggi raggiunge livelli alti allora nel menù comparirà l’opzione prova a baciarla/o o addirittura chiedile/gli di sposarti, allo stesso modo se scoppia un incendio avrai la possibilità di chiamare i pompieri e così via.] Non c’è bisogno di dire anticipatamente al giocatore che potrebbe ballare. L’ambiente coinvolgente determina i comportamenti.
Se lasci agli interactor comprare dei fiori e un anello di fidanzamento essi, in queste condizioni, inizieranno a seguire il copione del corteggiamento. Se invece gli permetti di comprare delle pistole, essi rappresenteranno rapine e omicidi.
L’interactor osserva sempre il contesto intorno per degli indizi rivelatori delle possibilità presenti nel mondo.

Gli ipertesti letterari sono una delle possibilità offerte ai nuovi (e vecchi) scrittori dai computer, anche se il concetto di ipertestualità è qualcosa di tutt’altro che nuovo. Mi piacerebbe sapere da lei quali caratteristiche considera proprie dell’ipertesto e se negli ultimi anni ci sono stati cambiamenti sostanziali.
La prima ondata di ipertesi erano concentrati nel sovvertire l’aspettativa dell’interactor, sciogliendo la logica del testo lineare. Il problema di molti di essi era che non creavano una più alta coerenza e così la gente si stancò. I primi scrittori di ipertesti erano più poeti che narratori, erano più interessati alla risonanza della lingua che alla creazione di sequenze di causa e effetto.
Una cosa che credo possa aiutare ad a fare sviluppare storytelling più coerenti in formati digitali è avvicinarsi a dei modelli strutturali più chiari che la mera sovversione della linearità. Il modello di rizoma di Deleuze e Guattari era un certo modello, ma un campo di patate non è particolarmente espressiva come organizzazione. Le sue qualità più grandi erano negative: la mancanza di una fine o di un inizio per esempio.
L’ho trovato di aiuto per pensare in termini di multisequenza e multiforma. La storia multisequenza è composta da differenti sequenze coerenti ed è ricostruita ricalcando solo le sequenze multiple. Non è questione di rendere qualche cosa non-sequenziale, distinto dal libro sequenziale; invece possiamo pensare a libri tradizionali e film come mono-sequenziali, e ad uno Storytelling come indirizzato verso norme multisequenziali.
Una storia multiforma è una come quella di Lola Corre dove la stessa storia è raccontata più volte con arrangiamenti diversi degli stessi elementi. (Potrebbe essere allo stesso modo multi-sequenziale).
Nella storia multi-sequenza il mondo è fisso e i percorsi al suo interno molteplici. Nella storia multi-forma ci sono molti modi con cui il mondo può essere ricostruito. Entrambe queste forme riflettono la maniera con cui vediamo la nostra vita e la comune esperienza rivelata nel ventunesimo secolo. Vediamo la maniera in cui uno stesso evento può essere osservato differentemente a secondo di chi partecipa all’evento, il criminale, la vittima, la polizia; la moglie e il marito; il paziente e il dottore. Vediamo anche i molteplici modi con cui una sequenza di eventi può essere spiegato, i molteplici futuri impliciti in ogni singolo momento presente.

Vorrei passare per un momento attraverso l’ultimo libro di Marie-Laure Ryan, La narrazione come realtà virtuale. Crede che sia veramente possibile trovare un equilibrio tra immersione ed interattività? In altre parole crede sia possibile fare della narrativa elettronica e far nascere quel misto di emozione, esperienza e riflessione che è stato proprio della letteratura moderna?
Penso che Marie-Laure Ryan sia una delle scrittrici principali riguardo questa tensione. Sono d’accordo con la maggior parte delle sue analisi.
Credo che la via per riconciliare l’immersione e l’interattività sia nel pensarle, rinforzate reciprocamente, in quello che mi piace definire come attiva creazione della credulità. In ambienti digitali non facciamo soltanto quella mera «sospensione dell’incredulità» come Coleridge ha appropriatamente definito l’esperienza letteraria. Mettiamo alla prova la nostra credulità, e se la dinamica del mondo agisce in maniera coerente allora la nostra credulità ne è rinforzata. Se posso interagire con un personaggio elettronico quel personaggio sarà più presente.

Che rapporto immagina possa istaurarsi in futuro tra la letteratura tradizionale e la narrativa digitale? Pensa che stringeranno un legame di amicizia, come è già successo tra il cinema e la letteratura o che costituiranno domini separati?
Penso che il computer sia un mezzo di rappresentazione come il cinema e la stampa e che stia ricorrendo ai mezzi di comunicazione precedenti allo stesso modo di come hanno fatto cinema e stampa. Allo stesso tempo forme contemporanee si servono l’uno dell’altro. Racconti e film stanno diventando sempre più come delle simulazioni, proprio come gli ambienti interattivi stanno assimilando strutture della storia più complesse.

Come ultima domanda le chiedo di mostrarci la direzione verso cui si stanno muovendo le sue ricerche e che genere di esperimenti porta avanti nella sua scuola.
Alla Georgia Tech, nella scuola di letteratura, comunicazione e cultura ci aspettiamo di poter annunciare nell’immediato futuro un nuovo corso specialistico (Ph.D) in Media Digitale, pensato per produrre alunni che pratichino e teorizzino i nuovi generi digitali. Quindi una delle cose a cui sono molto interessata è la formulazione di questa nuova disciplina. Sto scrivendo un manuale intitolato Inventing the medium che svilupperà le connessioni tra i nuovi esercizi di scrittura e i più vecchi media e articolerà le specifiche possibilità offerte dal computer per ampliare l’espressione e la comprensione dell’uomo.
Il mio lavoro, Hamlet on the Holodeck, è stato criticato in maniera interessante dai teorici del gioco scandinavi per aver imposto la retorica del racconto nel gioco. Penso che interpretino in maniera errata il racconto, ma hanno ragione nel credere che i giochi conservano il proprio vocabolario critico. Siccome non ho visto molto di questo vocabolario emergere da coloro che hanno criticato l’analisi narrativa, ho tentato di costruire un formalismo del gioco. Insieme ad un gruppo di miei studenti abbiamo fatto un’indagine tra studiosi e tra alcuni dei più importanti game designer chiedendogli quale fosse per loro il gioco più importante e le ragioni di questa scelta. Questi hanno mostrato lo stesso desiderio degli studiosi di un vocabolario che gli permettesse di parlare di ciò che fanno. Abbiamo poi, analizzato i risultati per identificare le peculiarità dei giochi che attraversano trasversalmente tutti i generi, e che non avessero niente a che fare con la narrazione di per sé.
Un altro ambito della mia ricerca è focalizzato sulla TV interattiva. Sono molto attratta dalla promessa delle tecnologie digitali di estendere la portata e la profondità dello storytelling.



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rispondo al prof

pamela r. - 30-4-2005 at 20:39

buonasera prof. devo prima di tutto scusarmi con lei per non aver approfondito meglio il discorso di michele sambin e di avermi fatto sfuggire il fatto della sua partecipazione al progetto... comunque resta il fatto che il cd rom è stato davvero interessante e mi farebbe davvero piacere approfondire l'argomento. l'anno scorso abbiamo avuto occasione di affrontare questo tema durante le lezioni del prof. santoro e l'unico incontro, con michele sambin, di cui sono stata partecipe, si è svolto nell'istituto "Itaca" nei presso dei cantieri teatrali Koreja. la cosa che mi colpì, oltre allo straordinario lavoro e di cui lei ha preso parte, è stato l'estusiasmo e la semplicità di un uomo che raccontava della sua attività con cuore e amore... e qualche difficoltà!
per quanto riguarda l'inserimento della foto spero di riuscirci al più presto possibile, anche se lunedì tornerò alla mia vita senza pc e spero di non incontrare difficoltà per continuare il mio lavoro di principiante nel mondo del virtuale...a presto!!!

A TUTTO IL FORUM:
visitate il sito www.compagnia della fortezza. it

Michele Sambin a Melpignano

Sarah - 1-5-2005 at 15:31

Originariamente scritto da pamela r.
...un fulmine a ciel sereno mi è venuto in mente l'esperienza che abbiamo affrontato con il prof. santoro l'anno scorso: " l'incontro con michele sambin"...

Se non ricordo male l'incontro è avvenuto l'8 marzo a Melpignano presso il convento dove ogni anno ad agosto si ripete lo spettacolo della "Notte della Tarantola. Incontro stupendo tra l'altro che ci ha visti prima impegnati con il cd rom dopo con lo spettacolo di Michele Sambin.

Messaggio per Pamela:
Pamè allo stadio non ci sono venuta e meno male perchè il Lecce ha vinto 5 a 3. Hai impegni per le prossime domeniche fino alla fine del campionato?

alice - 1-5-2005 at 19:01

Altre applicazioni della tecnologia(da un articolo di rivista).Davvero il virtuale può guarire?Lo sostengono gli studiosi che appoggiano il progetto di medicina virtuale dell'Istituto Auxologico italiano di Milano.Questa nuova branca della scienza utilizza il computer e la grafica 3D per fare diagnosi più precise e per curare.Sorprende l'applicazione in psicologia e psicoterapia .Con la medicina virtuale si possono curare vari disturbi(quelli legati all'alimentazione ad esempio); grazie ad un programma software che ricostruisce virtualmente la fisicità,stimolando una percezione più oggettiva del proprio corpo.Sarà vero?

sul virtuale e su scrittura mutante

carlo - 1-5-2005 at 22:46

tra qualche settimana attiverò un sito web con buona parte dei miei testi sulle realtà virtuali
tra cui anche quelli in cui ho trattato (10 anni fa circa) delle applicazioni del virtuale x le terapie riabilitative...

nel frattempo seguite il progetto scrittura mutante alla fiera del libro!
http://www.trovarsinrete.org/fieralibro2005.htm

e poi su Sambin apriamo una bella finestra in lezione

MEDICINA: VIDEOGAME PER COMBATTERE IL DOLORE NEI BAMBINI

Sarah - 2-5-2005 at 10:38

L’altro giorno ho letto un articolo su un vecchio Panorama, e giacchè mi ricollego all'intervento di Alice, il quale diceva che il dolore dei bambini in ospedale si combatte a colpi di joy-stick: secondo una ricerca condotta in Australia, nell'Adelaide Women's and Children's Hospital, e pubblicata sulla rivista BMC Pediatrics, videogiochi e realtà virtuali si sono dimostrati un ottimo antidolorifico. I ricercatori hanno dimostrato che bambini dai cinque ai 18 anni, ricoverati per ustioni gravi, sentono meno dolore durante le medicazioni se, oltre a somministrare loro i classici antidolorifici, li si lascia entrare in un mondo virtuale di mostri e alieni. I ragazzi e i bimbi più piccoli dovevano loro stessi giudicare il dolore provato durante il cambiamento dei bendaggi. Questo avveniva o dopo aver somministrato ai piccoli pazienti solo antidolorifici, oppure mentre i piccoli, sempre trattati con antidolorifici, giocavano con un videogioco. Nel primo caso, ha riferito la coordinatrice del lavoro Karen Grimmer, in una scala di misura del dolore da zero a dieci, illustrata in modo che lo zero corrispondesse ad un bel sorriso e il dieci ad una smorfia di sofferenza, i piccoli avvertivano il dolore con un punteggio di quattro. Invece la realtà virtuale li distraeva a tal punto dalla medicazione che il punteggio dato alla sensazione dolorosa diveniva di uno. I genitori e il personale che ha eseguito le medicazioni hanno confermato l'effetto lenitivo della realtà virtuale. "E' evidente quindi che la realtà virtuale insieme agli analgesici e' più efficace nel ridurre il dolore che non gli analgesici da soli", ha osservato Grimmer. Questo e' solo uno studio preliminare, ha ammesso l'esperta, ma i risultati sono molto promettenti. La realtà virtuale va testata su un campione più vasto di bambini, ha concluso Grimmer, scegliendo il videogame in base alla fascia d'età', nella speranza che un giorno si possa ridurre se non addirittura eliminare l'uso di antidolorifici per i piccoli pazienti.

3kili - 2-5-2005 at 21:24

Realtà virtuale e terapia del dolore .
Un gioco di realtà virtuale appositamente creato per aiutare pazienti vittime di gravi ustioni.

Un gioco virtuale in cui si fabbricano fiocchi e pupazzi di neve, igloo e pinguini, è stato sperimentato per alleviare il dolore che accompagna le terapie a cui viene sottoposto chi ha subito gravi ustioni.

In questi casi spesso le cure sono molto più dolorose delle ferite stesse. Proprio per alleviare queste sofferenze è stato sperimentato SnowWorld, la realtà virtuale creata da Hunter Hoffman, direttore del Virtual Reality Analgesia Research Center dell'Università di Washington.

Monitorando cinque specifiche aree del cervello associate alla percezione del dolore, è stato riscontrato che la loro attività è sensibilmente diminuita durante l'utilizzo di SnowWorld. L'immagine del freddo di questo mondo virtuale ha in un certo senso controbilanciato il “fuoco” delle ustioni dando un risultato soprendente: l'attività cerebrale legata al dolore si è sensibilmente ridotta, registrando un calo compreso tra il 50 e il 97 per cento.

Secondo Hofmann, più il paziente ha la sensazione di essere calato in questa realtà virtuale, maggiore è la riduzione del dolore percepito.

3kili - 2-5-2005 at 21:41

Realtà virtuale contro le fobie: In Italia il progetto Vrepar.

Vi fareste rinchiudere in una cucina da soli con un ragno che fa scruta dalla sua bella ragnatela? Forse sì, se sapeste che si tratta di una finzione. Già perché oltre a intrattenere i più giovani, la realtà virtuale può essere utilizzata anche per curare traumi mentali e fobie.

L'idea non è del tutto nuova: secondo la terapia convenzionale, lo psicologo chiede al paziente di immaginarsi faccia a faccia con le proprie paure. Con l'aiuto della computer graphics oggi si può fare un salto di qualità e "immergere" il paziente nella situazione che genera la fobia.

La terapia è ancora in fase sperimentale, ma ha già dato i primi risultati positivi. I ricercatori del Veterans Administrations Medical Center per esempio stanno usando una simulazione tridimensionale chiamata Virtual Vietnam per curare i traumi sofferti dai veterani di guerra. Secondo un primo studio 13 pazienti su 20 hanno affrontato con successo la terapia in meno di 20 sessioni.

Il connubio tra realtà virtuale e psicologia nasce nel 1995 quando Larry Hodges del Georgia Technology Institute, e Barbara Rothbaum, dell'Emory University School of Medicine pubblicarono sull'American Journal of Psychiatry uno studio per curare l'acrofobia, ovvero la paura delle altezze. In quel caso furono utilizzati diversi ambienti virtuali, dal tipico ponte su un canyon, al balcone in cima a un alto grattacielo. Da allora la sperimentazione si è diffusa, grazie anche al progressivo calo dei costi della sofisticata attrezzatura.

Negli Stati Uniti varie aziende si sono buttate in questo campo realizzando programmi a scopo terapeutico: la Virtually Better per esempio fornisce l'aeroplano virtuale per chi teme di volare, l'audience virtuale per chi deve affrontare il pubblico. E ancora: la tempesta virtuale, l'ascensore virtuale e così via. Il paziente viene posizionato in piedi su una piattaforma e con un casco dotato di display tridimensionale e audio in stereo. Il display consiste di un monitor per ciascun occhio e dispone di un meccanismo in grado di raccogliere dati che vengono trasferiti al computer.

In Italia queste tecniche sono in sperimentazione per curare disturbi alimentari: il progetto, chiamato Vrepar, è coordinato dall'Istituto auxologico italiano, sotto la direzione di Giuseppe Riva. Al paziente vengono mostrati cibi diversi ognuno col proprio apporto calorico. Una bilancia virtuale mostra i cambiamenti in peso a seconda del cibo scelto. Uno studio preliminare mostra un miglioramento significativo nell'apprezzamento del proprio aspetto fisico da parte dei soggetti esposti alla terapia.

"I vantaggi sono molti", dice Page Anderson, una terapista che ha usato la realtà virtuale con più di cento pazienti, "l'analista detiene il controllo del grado di esposizione del paziente e in questo modo la terapia può essere resa più graduale. Inoltre il computer ci permette di registrare in ogni istante durante la simulazione i movimenti degli occhi del paziente e il suo battito cardiaco, dando così una misura oggettiva delle reazione fisiche".

Non mancano tuttavia le critiche: sono stati osservati in alcuni pazienti disturbi collaterali come nausea e vomito, probabilmente causati dall'illusione del movimento. E c'è anche chi teme ripercussioni negative su soggetti psicologicamente deboli non in grado di distinguere tra virtuale e reale.



alcuni testi di approfondimento

carlo - 2-5-2005 at 22:22

eccone in attach

tra qualche settimana sarà attivo
con gran parte dei testi d'archivio

e ora una breve considerazione:
ho letto i vostri interventi (molto taglia-incolla da google...)
ma mi sembra che vi state proiettando sugli aspetti + reconditi del virtuale

non penso che sia la pista giusta

confrontiamoci sui contenuti che vi propongo

comunque, bene

mi piace l'intensità della vostra ricerca

ma ora cerchiamo di convogliarla verso i nostri obiettivi didattici


Allegato: La nuova esperienza.rtf (23kB)
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antonio rollo

silvietta84 - 7-5-2005 at 08:43

Salve prof.!!
oggi ho notato una cosa molto interessante.........ho fatto un salto nel nuovo sito dei Sud Sound System(noto gruppo reggae salentino,spero lo conosca) e mi ha sorpreso leggere in piccolo sotto la home page il nome del suo caro collaboratore Antonio Rollo, il quale, a quanto pare, ha ideato e realizzato il sito................e poi ho pensato: che bello sarebbe se, in uno dei nostri incontri potessimo averli con noi,anche solo per un contatto,x parlarci delle loro esperienze,anche con il digitale, con il teatro.............questo di certo accrescerebbe il mio interesse verso questo insegnamento al 100%!!!!
Forse si tratta di un'idea folle,comunque mi premeva proporla...
Poi volevo farle un'altra domanda: secondo lei il mondo del virtuale finirà per sovrastare quello reale??
Per quanto mi riguarda lo trovo un mondo assolutamente affascinante, ma cerco sempre di mantenere le distanze da esso, perchè in un certo senso mi fa paura e comunque preferisco i rapporti umani a quelli virtuali, anche se i secondi sono più semplici da innescare (e forse è priprio questo che mi spaventa)parlo di chat e forum ormai largamente diffusi su internet, ma penso anche al futuro...come sarà la città del futuro???.............a presto.

alice - 7-5-2005 at 19:24

Davvero illuminante l'allegato del professore: ho capito la differenza tra reale e virtuale.Il riferimento a McLuhan mi riporta ad un'altra disciplina,Sociologia della comunicazione(si crea un'interdisciplinarietà).
Virtuale vuol dire che le cose,i corpi,i fatti sono sempre possibili altrimenti :in altri spazi,in altri tempi o in altri modi(come afferma Boccia Artieri nel testo i Media mondo).Si apre davanti a noi una gamma di possibilità sempre più variabile e percepibile.L'apertura riguarda anche il sociale,ovvero le azioni e relazioni.Si instaurano scelte che rinviano ad altre; tutto grazie alla comunicazione .
Tornando all'allegato fa riflettere lo sconvolgimento che la scoperta della riproducibilità tecnica dell'immagine abbia portato fra gli uomini(e ancora un rimando alla Storia della fotografia;perchè non creare un'unica materia,insieme alla sociologia?).
Precedentemente una rappresentazione artistica era legata alla sua unicità e irriproducibilità.Torniamo alle origini e pensiamo al teatro:esso si basava sull'azione,sulla relazione con lo spazio e sulla simulazione di realtà.Concentriamoci sul mondo attuale: la realtà virtuale simula lo spazio fisico.Esiste quindi un legame tra teatro e virtuale.La percezione condivisa che si realizza durante una performance può rinnovarsi ed evolversi anche con la riproducibilità tecnica(quando ci troviamo a contatto con uno scenario 3D).La telecomunicazione ha rivoluzionato le relazioni fra uomo e mondo,ha riconfigurato l'identità dell'individuo anche nei suoi rapporti con l'esterno.L'uomo moderno può,grazie alla interattività,vivere una simulazione come se fosse esperienza reale e percepire un nuovo spazio tempo(il Ma secondo la cultura giapponese).Le tecnologie multimediali mettono in discussione il potere simulante della Tv.I mass-media sono stati sostituiti dai my-media (in cui prevale la personalizzazione).Nasce il punto di vita.ovvero la possibilità di vivere un luogo virtule e simulato.
Emblematica e significativa la conclusione:Imparare ad imparare;l'uomo deve continuare a porsi domande ed ampliare sempre più le sue conoscenze con spirito critico e capacità di osservazione.In una continua evoluzione.

ci vediamo mercoledì

carlo - 16-5-2005 at 11:38



e vediamo cosa combinare d'eccellente insieme

stampate il piano lezioni e fatelo girare!


Allegato: programma delle lezioni di maggio.rtf (11kB)
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Ale_pac - 17-5-2005 at 09:00

Auguro una buona giornata a tutta la gente del forum! Mi sono iscritta oggi, e sinceramente non sono riuscita a visitare in una sola mattinata tutto il contenuto di questo forum, anche perchè è ricco di link, notizie ecc..

Scusatemi se sono andata "off topic" ma volevo giusto salutarvi! a presto


Prime impressioni!!!

Elenuccia - 17-5-2005 at 10:04

Salve a tutti!!!!
Finalmente sono riuscita ad avere il libro del prof., “Imparare giocando”, unico modo per cominciare ad informarmi su 1 argomento così vasto e molto complicato……la realtà virtuale!!!!
Incominciando a leggere alcuni capitoli di esso mi sono resa conto di quanti riferimenti faccia il prof. riguardo alla grossa similitudine tra il mondo del teatro e il mondo virtuale.
Personalmente ho fatto teatro per un po’ di tempo, sono venuta a contatto con quel mondo stupendo che io considero parallelo a quello reale. E’ vero, fare teatro significa “simulare la realtà”, ma è anche vero che per giungere a ciò, la mente e il fisico sono costretti a sviluppare delle capacità non indifferenti. Per imparare a conoscere così a fondo se stessi, e giungere così alla piena maturazione della simulazione a cui si sta lavorando, bisogna necessariamente imparare a conoscere gli altri, a COMUNICARE con loro. L’ALTRO corrisponde alla spalla su cui si può sempre contare, con cui è necessario interagire per crescere umanamente e imparare cos’è la tolleranza!.
I primi esercizi che si svolgono in teatro riguardano il venire a contatto con lo spazio, riuscendo a camminarci dentro, imparando a relazionarsi con esso. Sembra facile, ma provate voi a dover riempire con il proprio corpo tutto uno spazio fisico e apportarsi ad esso!
E’ totalmente vero il concetto secondo il quale il teatro e il gioco vanno di pari passo con l’educazione. E’ 1 argomento che ho approfondito con piacere, soprattutto con i bambini i quali, naturalmente, riescono ad imparare a vivere in un mondo limitato a livello di spazio e di tempo (ossia il teatro) grazie all’aiuto del gioco “intelligente”!!!.
Poiché sono stata a contatto, a livello personale, con tutto ciò, il mio approccio con il concetto di MONDO TEATRALE è UGUALE A MONDO VIRTUALE mi ha spaventato un po’, reso scettica…….ma in fondo in fondo anche incuriosito.
Ho trovato molto interessante il capitolo sull ‘ “edutainment”, ossia il connubio tra educazione e divertimento on -line.
Ad esso si riferiscono dei cd-rom e dei siti Internet di giochi educativi che invitano il bambino alla partecipazione e alla condivisione di tutto questo con altri “piccoli esploratori”.
Addirittura, alcuni esempi possono essere dei giochi di ruolo sviluppati nelle chat line, in cui si finge di essere qualcun altro ( simile al caro vecchio “guardia e ladro”!).
Quindi, simulare è comunicare, educare, giocare……..ma ciò che mi domando è: è sicuro che un bambino, dotato di una mente ancora vergine, come un foglio bianco, è in grado di poter distinguere la realtà “vera” da quella “virtuale”, se già da piccolo lo si bombarda con l’esistenza di questo “mondo al di là dello schermo”, il cui solo contatto fisico è dato da una tastiera, un mouse e un joystick ?
Non dimentichiamoci che il bambino necessita di concretezza e materialità per verificare l’esistenza delle cose.
Questo è un tema stuzzicante!!!!



Lele84 - 17-5-2005 at 20:38

Salve a tutti quanti!Mi presento subito!
Il mio nome è Gabriele, sono uno studente del Dams Salento iscritto al 2° anno.
Mi sono iscritto oggi al forum e mi scuso tanto per il ritardo...
In questo momento sto facendo 1 giro in tutto il forum per conoscerlo.
Vi allego una mia foto e mi scuso anticipatamente ma purtroppo non ho altro ora..Una buona chat a tutti quanti..
Ciao Ciao e a presto! Smack

IO.JPG - 588kB

Ale_pac - 18-5-2005 at 08:07

Buongiorno!

Caro prof, mi chideveo se è possibile aprire in questo forum una sezione dedicata al confronto sulle tematiche di oggi.

Ad esempio vorrei dire ciò che penso sulla laurea di Vasco Rossi; per ora scrivo di seguito il mio post; grazie, Alessandra.





Dietro a quella che sembra tutta un ennesima manovra commerciale il neo Dott. Vasco Rossi riceve oggi una laurea in Scienze della Comunicazione
una laurea Honoris Causa, certo non una cosa meritata dietro ai banchi di scuola, eppure è una cosa che potrebbe anche far discutere in senso positivo.

Lasciamo stare il Vasco Rossi che vediamo oggi e andiamo indietro di una decina d'anni...
Quello che allora era un cattivo modello in verità è stato il maggior canale comunicativo per molti giovani degli anni '80.

Quella famosa generazione di sconvolti, senza santi ne eroi incapace di avere un dialogo con il resto del mondo, trovava nei testi di quelle canzoni un riflesso dei propi pensieri...
Insomma qualcuno che li capiva c'era! e credetemi, per chi ha vissuto la propia giovinezza a cavallo tra gli anni 80/90 non era una cosa da poco.
Quella voglia di "libertà" che nasceva nei cuori dei giovani non era una cosa comprensibile allora...
Non si poteva spiegare a mamma e papà quello che passava per la testa, loro apparivano troppo "diversi" non avrebbero capito...

Così uno dei principali canali comunicativi tra i giovani è stato propio il dott. Vasco, non semplici canzoni per sognare una vita migliore ma un qualcosa che nei testi di oggi non si trova più... era come se qualcuno ti metteva una mano sulla spalla e ti diceva " va bene così... ".

Oggi spero di sbagliarmi ma non vedo nessuno con questa capacità purtroppo.


I falsi miti di allora parlavano la lingua dei giovani, oggi appare il contrario.

The Sims 2 e Sim City: realtà virtuale per tutti?

Sarah - 19-5-2005 at 17:22

Parliamo di videogiochi. E di realtà. Vite virtuali e vite reali che si intrecciano. Alter ego costruiti e vissuti narrativamente davanti allo schermo. Ipotesi futuribili?
A tutt’oggi, un po' per gli interessi cambiati con l'età, un po' per gli impegni, guardo al mondo dei videogiochi contemporanei con interesse relativo, ma l'uscita di The Sims 2 e di Sim City è un'occasione troppo ghiotta per non scarabocchiare qualche appunto sparso su alcune considerazioni riguardanti l'arte video-ludica contemporanea. Partendo dalla determinazione che il videogioco sia, per certi aspetti, una pura arte a metà strada tra la fantascienza e la psicologia, The Sims 2 e Sim City rappresentano perfettamente l'evoluzione in tal senso, l'attuale stato dell'arte.

Mai come in questo caso si può dire che siamo di fronte ad un mondo interattivo, intendendo per questo una riproduzione credibile della realtà, al punto che via internet si raccontano le vite virtuali dei personaggi scaturite da semplici partite, trasformando i giocatori in generatori di storie, esperienze, sentimenti.

Ciò che rende The Sims 2 un'esperienza unica sta nel fatto che per la prima volta si riproduce un mondo reale quotidiano, molto più immersivo rispetto al suo fortunato predecessore, permettendo l'interazione di personaggi simulati cui viene conferito uno spessore psicologico in tempo reale con un impatto ragionevolmente credibile (il gioco permette di creare a proprio piacimento dei personaggi simulati che verranno introdotti in un mondo virtuale e di svilupparne le vite in base alle proprie scelte e interessi: insomma, partendo da premesse simili al "Grande Fratello", ovvero vedere come si comportano delle cavie di fronte a situazioni quotidiane, il gioco prende vita propria, naturalmente tenendo conto dal fatto che siamo sempre di fronte a una realtà virtuale e pertanto soggetta alla pura combinazione tra variabili).

Il suo creatore è tale Will Wright, un tipo che dalla seconda metà degli anni '80 ha iniziato a produrre simulazioni strategiche, a partire da Sim City.

Sim City appunto. Per l'epoca fu già un piccolo evento, perché al giocatore veniva affidata una città chiavi in mano da tirar su, affrontando criminalità, terremoti, invasioni o più semplicemente garantendo i servizi sociali. Per inciso, i Sims sarebbero proprio gli abitanti di Sim(ulated) City, dove, tra l'altro, esiste un vero e proprio idioma, il Simlish. La megalomania del nostro Will (giustificata, visti i risultati) è cresciuta col tempo; dopo il primo successo, replicato in successive versioni, ha lanciato sul mercato Sim Earth e Sim Ant. Se il secondo ci faceva gestire un affollato formicaio, il primo ci permetteva il controllo evolutivo dell'intero pianeta (se non fosse una battuta tragica, verrebbe da pensare che Bush & company abbiano progettato l'invasione dell'Iraq come se fosse un videogame. Ma davanti a uno computer noi possiamo solo giocare, per fortuna, o eventualmente resettare la partita, mentre in Medio Oriente i morti ci sono davvero e non c'è niente da scherzare).

Sherry Turkle dice in un’intervista ”Credo sia importante che gli insegnanti aiutino gli studenti a comprendere la vera natura della simulazione. Quando uno studente "gioca" con SimCity e poi dice che "alzare le tasse porta necessariamente a delle sommosse popolari", è cruciale poter spiegare a quel bambino che questa simulazione, con le sue specifiche "regole" corrisponde a un microcosmo virtuale ma non necessariamente al mondo reale”.

Tornando a The Sims 2 e a Sim City, secondo me, ci troviamo di fronte a dei giochi che cercano di proporsi come alternativa alla realtà, ma così facendo rivelano un rischio non secondario delle simulazioni accurate: è il pericolo di prenderle troppo sul serio, nel senso che in una partita è sempre possibile ritornare sulle proprie decisioni caricando il salvataggio precedente, mentre nella realtà è molto più difficile rimediare agli errori (a volte, purtroppo, è impossibile) e sbagliando troviamo spesso la giusta grandezza delle cose, cioè possiamo migliorare. Se si resta sul piano del gioco, la sua complessità è intrigante e perfettamente rapportata al complicato mondo attuale dove spesso la misura è fuori luogo; a volte ci si prende troppo sul serio, altre volte tutto è annacquato dall'ironia o da una semplice battuta.

Ale_pac - 20-5-2005 at 07:57

A ben pensarci, è difficile credere che siamo sopravissuti!

Da bambini, andavamo in macchina (quelli che avevano la fortuna di averla)

senza cinture di sicurezza e senza air bag…

E viaggiare nel cassone posteriore di un pick up in un pomeriggio torrido

era un regalo speciale.



I flaconi dei medicinali non avevano delle chiusure particolari

e noi bevevamo l’acqua dalla del giardino, non da una bottiglia…

Che orrore!



Ci lanciavamo dalle discese e dimenticavamo di non avere i freni

fino a quando non ci sfracellavamo contro un albero o un marciapiede,

e dopo un sacco di incidenti imparavamo come fare…da soli!!!



Uscivamo da casa al mattino e giocavamo tutto il giorno,

i nostri genitori non sapevano esattamente dove eravamo,

nonostante ciò sapevano che non eravamo in pericolo.



Ci sbucciavamo le ginocchia, ci rompevamo le ossa o i denti,

ma erano solo incidenti: nessuno ne aveva la colpa.



Litigavamo, ci facevamo male, a volte piangevamo, ma passava presto.

Quasi sempre senza che i nostri genitori lo venissero a sapere.



Mangiavamo un sacco di dolci, la marmellata con il burro

e bevande piene di zucchero…ma nessuno di noi era obeso.



Ci dividevamo una Fanta con altri quattro amici,

dalla stessa bottiglia, e nessuno è mai morto a causa dei germi.



Non avevamo la Playstation, né il Nintendo, né i videogiochi.

Non c’era il satellite, le videocassette, internet e il PC.

Avevamo semplicemente degli amici.

Uscivamo da casa e li trovavamo.

Andavamo, in bici o a piedi, a casa loro,

suonavamo il campanello o entravamo e parlavamo con loro.

Figurati: senza chiedere il permesso!

Da soli!

Nel mondo freddo e crudele!



Ci inventavamo dei giochi con dei bastoni e dei sassi.

Giocavamo con le lucertole e altri animaletti e,

malgrado le avvertenze dei genitori,

nessuno ha mai tolto un occhio a un altro con un ramo

e i nostri stomaci non si sono mai riempiti di vermi.



Alcuni studenti non erano intelligenti come gli altri

e qualcuno doveva ripetere la seconda elementare,

ma non si cambiavano i voti, per nessun motivo.



L’idea che i nostri genitori ci avrebbero difeso

se avessimo trasgredito a una legge non ci sfiorava:

loro erano SEMPRE dalla parte della legge.

Se ti comportavi male i tuoi genitori ti mettevano in castigo

e nessuno li metteva in galera per questo.



Sapevamo che quando i genitori dicevano NO

significava proprio NO.



I giocattoli nuovi li ricevevamo a Natale e per il compleanno,

non ogni volta che si andava al supermercato.



I nostri genitori ci facevano i regali per amore,

non per i sensi di colpa,

e le nostre vite non sono state rovinate

perché non ci hanno dato tutto quello che volevamo.



Questa generazione ha prodotto molti inventori,

amanti del rischio e persone molto creative,

negli ultimi 50 anni

c’è stata un’esplosione di innovazioni e nuove idee.



Questa generazione ha avuto libertà, responsabilità, successi e insuccessi

e ha imparato a gestirli.



Se sei uno di loro, complimenti!






purtroppo questo non l'ho scritto io.. ma un mio carissimo amico! Pensavo che nessuno meglio di lui, in questo momento, avrebbe potuto rendere cosi chiaro un concetto: I videogiochi stimolano e se ben usati insegnano a crescere certo! Ma, per caso, mentre leggevate le righe di questo post, avete mica dipinto in mente il quadro descritto dal mio amico? credo proprio di si :)
A chi è rimasto in bocca il gusto dolce del ricordo e della nostalgia?

marzo pazzerello84 - 20-5-2005 at 14:50

alice ha proprio ragione.. la mostra è stata bellissima.....!!!!!

il mio blog

Devil - 21-5-2005 at 17:11

Il mio blog.

http://devil666.blog.tiscali.it/

l'altro mio blog

http:/ontheroad.clarence.com/

Devil.

Jack Kerouac

Devil - 21-5-2005 at 17:19

On The Road

"La prima volta che incontrai Dean fu poco tempo dopo che mia moglie e io ci separammo. Avevo appena superato una seria malattia della quale non mi prenderò la briga di parlare, sennonchè ebbe qualcosa a che fare con la triste e penosa rottura e con la sensazione da parte mia che tutto fosse morto. Con l'arrivo di Dean Moriarty ebbe inizio quella parte della mia vita che si potrebbe chiamare la mia vita lungo la strada"


sullastrada_b.jpg - 5kB

Il mio blog

Devil - 21-5-2005 at 17:22

http://devil666.blog.tiscali.it/




Foto17.jpg - 5kB

The sims

Devil - 21-5-2005 at 17:46

giocare a sims e divertentissimo,costruire la casa,mandarli a lavoro,farli divertire,ecc.ma ucciderli è ancora più divertente.
Vi lascio qualche immagine d'esempio.


sims_everett_1905-1926.jpg - 208kB

MUD

Devil - 21-5-2005 at 21:13

Introduzione ai MUD


Cosa dire dei MUD che non sia già stato detto? Innanzi, tutto la parola MUD significa sia Multi User Dimension che Multi User Dungeon, ci sono però alcune differenze da evidenziare. Ogni MUD è diverso dall’altro, per ambientazione, impostazioni di client, e quant’altro serve per il GDR; ci sono MUD che come interfaccia utilizzano un client e ci sono MUD che invece non lo utilizzano affatto, è una sottile differenza che però serve anche a spiegare ai neofiti cosa c’è dietro. Il Tiny o Teeny MUD utilizza come interfaccia delle finestre di chat di ambientazione particolareggiata ed è lì che si svolge quasi l’intero gioco, con i personaggi che interagiscono l’uno con l’altro (badate s’intende solo ed esclusivamente personaggi, non persone che parlano in chat queste ultime non sono infatti dei MUD) per poi passare, una volta che il personaggio è cresciuto nell’avventura, al GDR vero e proprio; i MUD potrebbero essere definiti dei GDR on line, il personaggio si muove, mangia, uccide i nemici, affronta missioni e avventure con gli altri giocatori.
Come per i giochi di ruolo cartacei ci sono uno o più dungeon master che seguono i giocatori e li guidano attraverso il gioco.

Ma esiste una socializzazione nei MUD, vi chiederete? Certo che sì, vi rispondo. Anche nei GdR on line si può conversare con gli altri giocatori, non solo nei Tiny MUD. Nel GdR on line è più difficile instaurare un rapporto con altri giocatori per il semplice fatto che il personaggio è molto più attento al gioco: trovare il cibo, gli attrezzi per il lavoro, eccetera eccetera; quindi, ha effettivamente poco tempo da dedicare alla socializzazione, anche se comunque i personaggi non sono obbligati al gioco di ruolo, almeno non in tutti i MUD. Nel Tiny MUD la socializzazione è più evidente: i personaggi interagiscono tra di loro, è più facile conoscersi a fondo una persona, il tipo di carattere che ha, a quale congrega o clan appartenga, se è buono o cattivo, e via di seguito; nel Tiny MUD il gioco si svolge in comunità non dai singoli giocatori come invece avviene nel GdR on line.

Cosa serve per giocare ad un MUD? Tanta fantasia, buona conoscenza dell’ambientazione di gioco che si è scelto (fantasy, horror, futuristico, giallo, storico) e un proprio personaggio (anche chiamato avatar). E’ meglio decidere in anticipo tutto ciò che lo riguarda: il nome, il carattere, la storia passata che lo ha portato in questo particolare mondo virtuale; se si hanno poche conoscenze in merito al MUD in questione si può decidere di costruire il background durante il gioco un tassello alla volta.
Che regole ci sono in un MUD? E’ meglio dire che ogni MUD ha delle sue specifiche particolari sia per quanto riguarda i comandi, sia per il comportamento dei giocatori, le regole e le leggi: per fortuna tutte queste informazioni sono reperibili sui siti ufficiali dei mud e spesso anche on line tramite una guida molto dettagliata.
Per quanto riguarda la condotta del giocatore, questi deve attenersi innanzitutto alla netiquette di Internet e in più deve seguire le direttive relative a comportamenti non desiderati all’interno singolo Mud; se un giocatore ha un comportamento non idoneo al gioco, per prima cosa viene avvertito svariate volte, poi arrivano le guardie che lo mettono in carcere e in alcuni casi si rischia anche l’espulsione dal gioco o all’esilio eterno.
Se si vogliono evitare brutte sorprese appena si arriva in un MUD è sempre meglio ambientarsi con gli altri giocatori (non un paio di minuti, ma giorni e settimane).

Spesso in ogni Mud c’è un master che guida i giocatori attraverso il Gdr: li divide in gruppi per compiere delle missioni e saranno la propria abilità e a volte anche la sorte e la cieca fortuna a decretarne il successo.

Abbiamo detto che ogni MUD è differente dall’altro, ma come scegliere quale il MUD migliore per noi? Già, perché non tutti i MUD ci possono piacere, vuoi per le impostazioni di gioco o per i personaggi che ci circondano.
Cominciate con il selezionare la tipologia che vi interessa di più, se vi piacciono gli horror puntate su quelli, per esempio, scegliete poi il tipo di personaggio che volete essere, entrate nel MUD e cominciate ad ambientarvi, giocate, se non vi trovate bene potete sempre eliminare il vostro personaggio, come? Dipende dal MUD in cui si è entrati, in alcuni c’è un comando specifico, in altri invece basta non entrare più nella città virtuale. Insomma, il miglior modo di scegliere, è quello di entrare in tutti i MUD (della tipologia che avete scelto) e poi scegliere, non tutti i MUD vanno bene per tutte le persone, o meglio non tutte le persone vanno bene per tutti i MUD che esistono. Detto questo vi auguro buon divertimento.


vedo che la ricerca sui mondi virtuali in rete si è attivata

carlo - 23-5-2005 at 18:22

bene

il prossimo anno conto di sviluppare i Mondi attivi
preparatevi
http://www.mondiattivi.org/

e ora
vorrei capire meglio
chi porterà cosa all'esame



ricordate che tengo molto ad un impegno
su genius loci che potrà consistere
in diverse forme:
1. intervento nel blog che rilancerò
su http://www.teatron.org/geniusloci/
al momento fermo
2. impegno nella progettazione dei 2 format d'intervento:
a. Simposio in forma di Cena. Rina e l'Olio.
b. pellegrinaggi x autoradio
3. impegno nell'organizzazione di genius
loci.

E' chiaro che saranno premiati dall'esame
coloro che parteciperanno di +
sapete che non amo lo studio...

qui si fa ricerca
tendenzialemnte sul campo

chi ha visto Boldrini?
e Latini?
e Infante nelle sue lezioni disertate?



ricordate che l'esperienza del blog potrà essere utile come training x fare un lavoro x la Notte della Taranta

e poi ho qualche altra idea
Melbourne
Sarah
scrivetemi in email



THE SIMS: TRA GIOCO E REALTA'!

Elenuccia - 24-5-2005 at 00:05

Nel 1989 Will Wright diffuse, grazie alla software house “MAXIS” la sua prima creatura: SimsCity. Era un semplice gioco di simulazione virtuale, nel quale bisognava controllare il destino di una città. Probabilmente all’epoca Wright non immaginava che presto il suo gioco sarebbe diventato il più famoso, il più venduto di tutti i tempi e il più discusso.
SimsCity, le successive creazioni e le numerose espansioni sono stati i prodotti per pc più venduti negli ultimi 5 anni, tradotti in 17 lingue.
Dopo SimsCity sono stati creati : SimEarth; SimAnt; SimCity 2000; SimCopter; SimTower; SimLife; SimCity 3000; The Sims; The Sims Vivere alla Grande;The Sims House Party;The Sims Hote Date;The Sims In Vacanza;The Sims Cuccioli: che Passione; The Sims Superstar; The Sims Magie e Incantesimi; The Sims 2; The Sims 2 University.
Data la vastità dell’argomento e la mia personale esperienza, purtroppo limitataL(colpa di un computer vecchio, lento e con poco spazio e memoria disponibile!!!), analizzerò il fenomeno legato all’opera di Wright, “ THE SIMS”.
In esso non compare nessun mostro, nessun alieno da sconfiggere, né alcun tesoro da cercare. La sua dinamica è semplice: un personaggio, uomo o donna, una casa, tante cose da fare per vivere, un futuro da costruire e il GIOCO E’ FATTO!
Sicuramente sono stati questi “ingredienti” così semplici e naturali a conquistare il vastissimo mondo dei giocatori virtuali. Infatti, ciò che rende The Sims speciale è il fatto che i suoi personaggi sono così simili a noi, vivendo una vita con gli stessi stati d’animo, con le stesse sensazioni, idee, bisogni e sentimenti.
Il mio approccio con i The Sims è stato fatale.
Personalmente ho sempre giocato al computer, è uno svago che mi prendo molto volentieri, e con Pac-man, Super Mario, Runaway, ecc…ho trascorso interi pomeriggi invernali, sfuggendo alla monotonia di giornate fredde e noiose. Entrato “in campo” The Sims, beh, tutto è cambiato.
Chi me lo ha fornito, mi hanno sempre messo in guardia sul suo “potere ammaliatore”, dicendomi che ne sarei stata rapita a tal punto da passare intere ore “con loro”.
E così è stato!!! E’ una specie di “droga”. Vi è mai capitato di giocarci? A qualcuno è mai successo di restare incollato davanti allo schermo per tanto tempo? Ebbene, i primi periodi in cui giocavo sono riuscita addirittura a sfiorare le 5 ore consecutive. Insomma, da ricovero!!!J
Vi è capitato d’impiegarci un sacco di tempo a scegliere la fisionomia del personaggio, la sua casa, a determinarne le dimensioni, i pavimenti, la carta da parati, giocando in questo modo a fare gli architetti?
Non c’è niente di più simpatico che arredare casa, scegliere i mobili più belli, più funzionali, di migliore qualità, nonché i più costosi.
Psicologicamente The Sims ti prende a tal punto da immedesimarti nel personaggio che hai creato. A volte lo si fa più simile al proprio carattere, in modo da ricreare la propria situazione domestica, oppure si dà vita ad una personalità opposta per simulare la realtà desiderata che si è curiosi di vivere.
La cosa stupenda che caratterizza il gioco è la totale mancanza di errori fatali. Nel senso che è possibile vivere qualunque situazione, evento, positivo o negativo che sia, addirittura morire, con la facoltà di poter ritornare sempre sui propri passi e al punto di partenza.
Purtroppo questa è un’opzione che nella vita reale non esiste. Ecco perché capita di creare un personaggio fuori dagli schemi, con una carriera strana, un tenore di vita dei più improbabili e una vita sociale turbolenta, con 7/8 figli avuti da partner diversi, tutti felicemente riuniti sotto lo stesso tetto.
Storie da Medio-Oriente, da matrimoni bigami e harem………. STORIE……. e sottolineo STORIE!!!!!!J





Messaggio per il professore

Sarah - 24-5-2005 at 10:14

Le chiedo scusa ma sono molto impegnata con il lavoro che mi sta distogliendo dal forum. Non sono riuscita a leggere il suo ultimo intervento (mi è stato riferito) dove chiedeva a me e Melbourne di scriverle qualcosa ma non so cosa (è colpa anche del mio computer che a volte non mi apre le pagine di Internet) comunque le lascio la mia e-mail sarahquarta@aliceposta.it

incontrarvi x organizzarci

carlo - 24-5-2005 at 11:51

Quota:
Originariamente scritto da Sarah
Le chiedo scusa ma sono molto impegnata con il lavoro che mi sta distogliendo dal forum. Non sono riuscita a leggere il suo ultimo intervento (mi è stato riferito) dove chiedeva a me e Melbourne di scriverle qualcosa ma non so cosa (è colpa anche del mio computer che a volte non mi apre le pagine di Internet) comunque le lascio la mia e-mail sarahquarta@aliceposta.it


prima di tutto volevo incalzarti sulla linea di ricerca sui mondi virtuali (il tuo focus sulla turkle è stato mirabile!)

e indicare a te e a tutti questo web che sto seguendo come consulente
http://www.mondiattivi.org/

e poi vi stavo cercando xkè vorrei capire chi è disposti a impegnarsi su galatina

torno il 15 e il 16 e vorrei incontrarvi x organizzarci
tutti!

te
e melboune, ma come si chiama? non lo ricordo!
e poi ragazze/i le foto!
aiutatemi!

dicevo vorrei coinvolgere + attivamente (che non significa studiare di +)
chi crede in alcune iniziative

chi vuole lavorare x il Simposio in forma di Cena?
e x il Pellegrinaggio x Autoradio?

Antonio Rollo attiverà il laboratorio di Performing Media già dalla prossima settimana!

come fare?

carlo - 24-5-2005 at 13:17

Quota:
Originariamente scritto da Elenuccia
Ciao a tutti!!
Ecco la mia foto....spero di essere riuscita a mandarla!
Un bacione a tutti!
ciao!


e no la foto dev'essere nell'avatar
sotto la firma

leggi qua
copio e incollo ciò che vevo scritto nella prima pagina

come fare?

andate qui
http://www.teatron.org/forum/viewthread.php?tid=229
cliccate su SFOGLIA e pescate dal vostro hard-disk una vostra foto
e spedite cliccando su RISPONDI come si fa normalmente nel forum

una volta pubblicata
andate con il mouse sulla foto e con il tasto destro cliccate
andate su PROPRIETA'
apparirà l'URL (l'indirizzo web) di questa foto
marcatelo e copiatelo (sempre con il tasto destro)

a questo punto andate su PROFILE,
il pulsante che appare dentro la casella dei vostri interventi
il primo da sinistra
andate su AVATAR
e incollatelo lì
ed è fatta

Ecco

Elenuccia - 24-5-2005 at 13:23

Ciao prof,
ho cancellato il messaggio con la foto perchè mi sono resa conto di aver sbagliato!!
ho cercato di aprire l'indirizzo che mi ha evidenziato, ma la pagina non si apre.
Non c'è 1 altro modo per mettere la foto??

Sto andando nel palloneeeeeee

Elenuccia - 24-5-2005 at 13:49

Prof....
sono riuscita ad entrare nel sito che ha evidenziato di blu.......ma sto benedetto tasto con la scritta "SFOGLIA" da cliccare NON LO VEDO!!!
Qualcuno mi illumina, per piacere????
Sto tentando in tutti i modi d'inviare la mia foto!!!!
SE non ci riesco.......amen!!!!

Ale_pac - 25-5-2005 at 06:58

In Cina uccide per una sciabola virtuale

Un omicidio reale a causa di una lite virtuale. Accade in Cina
Servizi Informatici


Storia particolare che ha dell'assurdo quella accaduta in Cina, in cui da una lite "virtuale" è scaturito un omicidio reale: oggetto della vicenda pare essere una sciabola, rubata al 41enne Qiu Chengwei, appassionato del gioco Legend of Mir 3.

Durante una delle giornate passate a giocare online era riuscito a conquistare la rarissima Spada del Drago, che successivamente aveva prestato ad un suo compagno di gilda, Zhu Caoyuan, per agevolarlo nel gioco. Zhu, cosciente del valore dell'oggetto, decide di vendere la Spada al prezzo di 7.200 yuan (circa 700 euro); pare un'assurdità, in realtà è la routine tra i frequentatori dei games online. In pratica un oggetto "virtuale" viene comprato realmente, con soldi "veri".

Qiu Chengwei viene a conoscenza dell'accaduto, e decide di denunciare in fatto alla polizia: la qual, dopo aver ascoltato la storia, non può far altro che comunicare al giovane sventurato che non esistono leggi sul possesso di oggetti virtuali.

Ed è qui che si consuma la tragedia: forse senza rendersi conto dei limiti del virtuale e di quelli del reale, Qiu Chengwei accoltella Zhu Caoyuan, per poi consegnarsi alle autorità in evidente stato di shock.

Per lui l'accusa di «lesioni intenzionali».
fonte: webmasterpoint.org
News aggiornate sul mondo dell'Informatica


possibile tutto cio ????

Ridurre l'immagine

Devil - 25-5-2005 at 09:37

Non so come si riduce l'immagine,e neanche come si toglie.



devil.png - 4kB

Devil - 25-5-2005 at 10:28

Giochi di ruolo

GIOCO DI RUOLO DAL VIVO - Fantasy

Il Gioco di Ruolo dal Vivo (GRV) è la trasposizione "scala uno a uno" di una partita di Gioco di Ruolo. I giocatori non stanno più seduti al tavolo a descrivere le loro azioni e muovere, se necessario, delle miniature ma si vestono in modo appropriato, si recano in luoghi idonei e si calano al 100% nel loro personaggio, come se fossero su un set o direttamente dentro il mondo che, al tavolo, viene solo immaginato.
Il GRV Fantasy, in particolare, è quello che si ambienta nel classico medioevo-fantastico ormai arcinoto a qualsiasi giocatore di ruolo. I giocatori interpreteranno cavalieri, sacerdoti, incantatori, scout, orchi, vestendosi dei loro panni e picchiandosi selvaggiamente, o discutendo animatamente, nei loro incontri. Le partite sono ambientate nella stragrande maggioranza dei casi all'aperto, in boschi e, magari, presso rovine, e durano ore e, a volte, giorni.
Uno o più arbitri controllano lo svolgersi delle partite, oltre a descrivere tutto ciò che è difficilmente simulabile dal vivo (effetti magici ad esempio), e organizzano le comparse che interpreteranno i vari mostri che si contrapporranno ai personaggi giocanti.
Il combattimento viene effettuato utilizzando delle repliche in gommaspugna delle varie armi, controllate per essere inoffensive. Le magie vengono lanciate dai maghi recitando delle formule magiche (a memoria) più difficili più grande è la potenza dell'incantesimo.
Le partite possono andare dalla "semplice" avventura giornaliera di dieci-quindici giocatori, al raduno su più giorni o la battaglia di duecento partecipanti...



giochi%20ruolo.gif - 93kB

Messaggio per il professore

Sarah - 25-5-2005 at 10:42

Per me non ci sono problemi...mi piacerebbe prendere parte alle attività di Galatina visto che l'anno scorso non sono riuscita a rientrare nel progetto, quest'anno mi ritaglierò un pò di tempo, perciò verrò il 15 e il 16 ad Arnesano, spero intendesse lì, e ci potremo organizzare con gli altri.

ok

carlo - 25-5-2005 at 12:25

Quota:
Originariamente scritto da Sarah
Per me non ci sono problemi...mi piacerebbe prendere parte alle attività di Galatina visto che l'anno scorso non sono riuscita a rientrare nel progetto, quest'anno mi ritaglierò un pò di tempo, perciò verrò il 15
<<<
non so ancora a che ora
ma comunque in serata
con un incontro che anticiperà le azioni teatrali di Toma e Oistros
il giorno dopo il 16 ad Arnesano

qui ci incontriamo e formiamo i gruppi!

ci conto!



Devil
ce l'hai fatta a ridurre le immagine
grazie

si clicca su EDIT, ok

spero intendesse lì, e ci potremo organizzare con gli altri.

TEATRO REALE E TEATRO VIRTUALE!!!

Elenuccia - 25-5-2005 at 14:13

Il teatro è uno dei mondi più belli e affascinanti che esiste. E’ parallelo a quello in cui viviamo, è reale e finto nello stesso tempo, in cui si può fingere di essere ciò che non si è e vivere vite non vissute realmente.
Oltre ad essere un luogo di comunicazione e di coinvolgimento, il teatro e il suo palcoscenico regala a chi lo “calpesta” la possibilità di mettersi soprattutto in gioco, spogliandosi di ogni pudore e d’indossare una maschera, utile per vivere ogni volta in modo diverso.
Ho concluso il mio ultimo intervento con la frase: “STORIE DA MEDIO-ORIENTE, DA MATRIMONI BIGAMI ED HAREM…………STORIE…E SOTTOLINEO STORIE!”
La scelta di tale conclusione non è certo casuale.

In verità, se lo si osserva molto bene, giocare a The Sims è paradossalmente fare teatro. In effetti, cos’è che fa un attore? Finge di essere qualcun altro, creando un personaggio e rendendolo reale.
Parallelamente parlando,che cosa fa colui che gioca a The Sims? Inventa dei personaggi e dà loro la “vita”, facendoli interagire tra di essi, immergendoli in svariate circostanze e situazioni.

L’attore teatrale crea delle commedie coinvolgendo la propria psiche e il proprio corpo, suscitando delle emozioni e delle emozioni a chi lo osserva.
Con The Sims il giocatore crea delle commedie prettamente psicologiche, escludendo lo sforzo fisico (rimanendo comodamente seduto in poltrona).

Alla luce di tutto questo si può giungere alla semplice conclusione che tra The Sims e il TEATRO ci sia una sorta di “gemellaggio”. Certo, le dinamiche sono un pò diverse, il tempo e lo spazio non sono condivisi, ma il fine è sempre lo stesso e alcune affinità caratterizzano il loro rapporto.
Addirittura capita che durante il gioco ci si affezioni ad un personaggio virtuale creato da noi stessi, su cui, magari, si è “lavorato” tanto per dargli una solida carriera e un buon tenore di vita.
Analogamente, molti attori finiscono con l’innamorarsi dei personaggi teatrali da loro stessi “partoriti” e interpretati. Ciò succede perché essi sono, molto spesso, così simili alla propria anima o al contrario così diversi e quindi affascinanti e stuzzicanti.
Naturalmente non stiamo a quel livello morboso e maniacale che caratterizzò il personaggio del film “Il tagliaerbe”, ma il concetto è più o meno lo stesso!!!.

Forse su una cosa attore e giocatore differiscono:
· L’attore sperimenta sulla propria pelle i caratteri dei personaggi creandone il destino o seguendone la scia dettata da qualcos’altro (ossia, il regista …o il caro vecchio copione!).
· Il giocatore, invece, crea i personaggi e li guida nelle loro “vite” scegliendone completamente il cammino da far loro seguire.

Come una specie di……DIO!!!!
Una prospettiva interessante!!!




Ale_pac - 26-5-2005 at 08:40

TerraQuest non è un gioco a cui si può partecipare in rete scaricando un software da 25 dollari ma è anche il primo gioco di queste dimensioni a mettere in palio la bellezza di oltre 250mila dollari per chi riuscirà a risolvere l'enigma che lo caratterizza.

L'idea della società MindQuest Entertainment, fondata da un ex dirigente del settore farmaceutico, Keith Griffin, è quella di proporre una sorta di giallo-thriller internazionale. Al suo interno gli utenti dovranno imparare a muoversi, a risolvere, a districarsi, alle prese con migliaia di indizi ("alcuni ti salveranno, altri ti tradiranno") per giungere alla soluzione finale. Ogni mese, per sei mesi, verrà rilasciata una nuova tappa del gioco che verrà sottoposta ai gamers.

La start-up, che su TerraQuest punta tutto per il proprio lancio tra le grandi del gaming, ritiene che sia il denaro la chiave di volta di quello che comunque definisce un gioco "grandioso". Ogni mese, infatti, al primo miglior solutore, a quello cioè che per primo avrà trovato la via per passare allo step successivo dell'enigma, verranno assegnati 25mila dollari quale "premio di tappa".

Alla fine del... gioco, il vincitore dovrà aver scovato una serie di informazioni relative ad uno dei principali personaggi proposti, e tra queste anche il suo numero di conto corrente.

"C'è denaro nel gioco - spiega senza mezzi termini Griffin - ma è un gioco nel quale a prevalere saranno le menti migliori. Credo che creerà la propria sottocultura e questo renderà il gioco ancora più stimolante".

Ad accrescere, secondo Griffin, l'appeal del gioco è anche il fatto che verrà accantonato il 10 per cento dei 25 dollari che ogni giocatore verserà per partecipare. Questa somma verrà infatti cumulata ai 250mila dollari del premio conclusivo... "In molti ci proveranno - recita il trailer del gioco - ma alla fine solo uno preverrà".

vedremo...

Mondi attivi

Devil - 26-5-2005 at 12:10

Cittadino dei mondi attivi

La prima volta che sono entrato nei mondi attivi non sapevo neanche muovermi.
La seconda mi sono perso tra i vari edifici.
La terza seguendo i cartelli sono riuscito a raggiungere la biblioteca,l'università e la sala giochi.
Questa volta mi ricorda molto la seconda,a differenza che ho raggiunto un edificio dove potevo cambiare il mio avator e in più ho capito come attraversare le cose.
Quello che non sono ancora riuscito a fare è contattare gli altri cittadini.



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Ale_pac - 27-5-2005 at 06:46

Ma quanto costa sto gioco?
mi sta incuriosendo molto!

ps. buona giornata a tutti!!!

Il mio blog

Devil - 28-5-2005 at 14:33

http://devil.blog.tiscali.it



Visitate il mio blog e se vi va lasciate un commento o qualche suggerimento.

Devil

Quello giusto

Devil - 28-5-2005 at 18:44

http://devil666.blog.tiscali.it

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Buongiorno a tutti!

Unknow - 29-5-2005 at 16:09

Ciao a tutti!!!!!
Mi scuso del ritardo con il quale mi sono iscritto al forum, ma i numerosi esami mi allontanano da qualsiasi cosa.
A presto e buono studio a tutti!.Ciao!

A morte i the sims!!

Unknow - 29-5-2005 at 17:04

Ciao ragazzi!
Ho fatto un giro nel forum. Purtroppo non ho ancora comprato il libro del professore, ma vorrei soffermarmi lo stesso su alcuni punti, soprattutto sugli interventi riguardanti The Sims.
Per pura curiosità ho giocato a The Sims 2. Ragazzi, stiamo sfiorando il blasfemo ed annullando del tutto la razionalità!! A parer mio non si può dire che The Sims e derivati sia un gioco “positivo”! Mi dispiace tanto essere così sincero, spero che nessuno me ne voglia, ma credo che in un forum ogni pensiero e idea sia lecita, soprattutto se essa può essere utile ad aprire un dibattito in merito.
Secondo alcune ricerche da me condotte, in seguito all’uscita di The sims nel 2000, un sito web pubblicò una marea di polemiche esplose negli Stati Uniti legate al lancio di questo “gioco-bomba”.
Allacciandomi a quanto detto da Elenuccia, secondo cui chi governa i personaggi dei The Sims è simile a un Dio, beh, questo fu lo spunto che molti articoli americani sfruttarono per sollevare un grosso polverone di chiacchiere.
Il richiamo al divino provocò la reazione di due uomini di chiesa: Monsignor Ribaldi e Don Mazzi. Il primo affermava che nessuno può sostituirsi a Dio e che giochi come questi sono un grosso imbroglio.
Don Mazzi dichiarò: “ Una volta nei giochi ci si identificava con l’eroe o con il re. Adesso si è addirittura valicato anche l’ultimo limite Un’eterna tentazione dell’uomo diventa realtà grazie al computer”.
Giusto………..UN’ETERNA TENTAZIONE!!!
Non dimentichiamoci che chi gioca a The Sims prova sempre l’irrefrenabile impulso di ucciderli. Devil ha addirittura allegato l’immagine della loro lapide!.
Scusate, porgo una domanda a chi ci gioca assiduamente a: che gusto provate ad ammazzarli???
In un mondo in cui i giovani uccidono con facilità i propri parenti senza un motivo valido, diffondere un gioco che dia così facilmente la possibilità di farlo lo considero altamente sadico e diseducativo.
Sapete che qualche anno fa, a Barcellona, un gruppo di ragazzini incendiò casa di uno di loro? Nelle loro confessioni depositate alla polizia, uscì l’agghiacciante verità, ovvero che avevano commesso il fatto per poter provare la stessa sensazione che sentivano facendolo in the Sims 2, un gioco con il quale i piccoli piromani si divertivano sempre.
Non vi pare che si stanno superando un po’ i limiti?
Avete una gran voglia di entrare in “relazione” con la morte e con gli omicidi? Allora perché non vi leggete un buon libro? Agatha Christie, Il commissario Montalbano e Sherlock Holmes offrono così tanti spunti entusiasmati ed innocui. Non si è mai sentito nessuno che dopo aver letto “Dieci piccoli indiani” della Christie, abbia poi fatto strage di un gruppo di persone su un’isola deserta! Oppure seguitevi la “Signora in giallo” o giocate ad un gioco interattivo un po’ più blando! Ce ne sono di tanti in giro!
Lo so, sembro un po’ primitivo e retrogrado, ma è ciò che penso, Anzi, è un discorso che vorrei tanto approfondire con voi e con il professore.
Ciao!


Ciao a tutti!!!

Elenuccia - 29-5-2005 at 17:42

Ciao a tutti!!!!
Ho trovato una piccola intervista fatta al creatore di The Sims, Will Wright.
Ve la lascio, tanto per far notare il pensiero innocuo di questo personaggio e che nella sua mente non frulla certo l'idea di essere “la vecchia con la scure in mano”! Ciao ciao!

Intervista a Will Wright, il creatore di The Sims

Come è nato The Sims?
Era da tempo che volevo fare un gioco sull'architettura, o meglio su come l'architettura influenza la vita delle persone. Poi, sviluppando l'idea, sono arrivato a qualcosa di più complesso.

The Sims è uno dei primi videogame occidentali a simulare la vita di tutti i giorni. Lei crede che sarà questa la base di partenza della prossima generazione di videogame?
Si, penso di si. E' inevitabile che i videogame si avvicinino alla vita dei giocatori pian piano che diventano, sotto diversi aspetti, sempre più realistici. Molti titoli di oggi tentano di simulare esperienze fuori dalla norma come guidare un caccia, combattere draghi, comandare eserciti. Esperienze irreali e alla fine un po' ripetitive. Io invece credo che la vita di tutti i giorni abbia una capacità di coinvolgimento molto maggiore se rappresentata in modo adeguato.

Com'è cambiato il rapporto fra videogame e pubblico dai tempi di SimCity?
Ai tempi di SimCity ogni gioco che usciva era un'esperienza completamente nuova. E ovviamente, con l'enorme sviluppo del mercato dei videogame, questa sensazione è scomparsa. Ogni anno sono infatti pochi i giochi che lasciano veramente un segno. Io spero che con The Sims la gente ritrovi l'emozione della novità assoluta. Qualcosa che non si aspettavano affatto.

Oggi la nuova frontiera dei videogame sembra essere Internet. Ogni giorno migliaia di persone giocano nei mondi virtuali online, combattendo, creando rapporti, dialogando. Anche The Sims avrà un futuro in Rete?
Mi piacerebbe ed è un progetto al quale sto pensando. Il mondo virtuale che ho in mente è però un posto dove non si va in cerca di monete d'oro, ma dove semplicemente si vive e si crea.


melbourne2 - 30-5-2005 at 13:36

prova con melbourne2.....sono sempre io "melbourne", ma ho dimenticato la password e il programma me la rimanda indecifrabile sulla mia e-mail.

melbourne2 - 30-5-2005 at 14:08

Per la serie "non smentirti MAI" sono qui con il mio nickname modificato. Provo oggi a ripropormi, non sotto mentite spoglie (e come potrei, del resto!!) dopo aver più che altro osservato, ascoltato, assistito tanto al forum, quanto a ciò che si è detto durante le lezioni. Partivo da una posizione "DISSOCIATA":"che cosa andrò a dire in un forum in cui si parla di realtà virtuali, SIM & BLOG??!!! Cosa volete che ne sappia io?".......in realtà è stato un boccone duro da digerire. Appartengo ad una generazione che si potrebbe definire della "terra di mezzo", come nel signore degli anelli, ho finito le scuole in anni in cui durante le ore di tecnica di laboratorio ti insegnavano ad usare la macchina calcolatrice, mentre pochissimo tempo dopo il computer è diventato uno strumento indispensabile. A lavoro l'utilizzo che se ne fa è puramente esecutivo. Del resto, durante il tempo libero, preferivo andare a correre, in montagna, in bici, leggere un libro, girare il mondo: TUTTO, fuorchè stare lì seduta davanti a questa scatola impersonale. Anche ora, dopo che diversi input sono stati lanciati non ho ancora metabolizzato tutto l'ambaradam, anche perchè i bip-bip sono davvero tanti, ma ho cercato delle nuovo coordinate all'interno delle quali muovermi, punta di vista differenti. Ho capito che non posso continuare a rintanarmi nell'angolino sperando che la vecchia lampadina si accenda (com'era bello archimede pitagorico quando gli si accendeva la lampadina, gliela potevi quasi leggere l'idea che gli brillava dentro!!)anche perchè forse è davvero attraverso queste fonti di informazione alternativa che possiamo crearci delle possibilità parellele, se vogliamo paragonare le nostre verità, con il mondo esterno è forse solo attraverso la comunicazione che andiamo a cercare da noi stessi, piuttosto che da quella che ci viene passivamente propinata, che possiamo conoscere cose che altrimenti ci verrebbero nascoste o opportunamente manipolate.
Non ho ancora letto il libro, ma il titolo evoca performance mediali, tutto allora può diventare spettacolo, rappresentazione, performance, così ho pensato:" il mio ragù E' uno spettacolo", certo attraverso il forum non potrei trasmettervi odori e sapori, ma potrei provare a descriverli.....mi verrebbe certo meglio che parlare di giochi di ruolo e realtà immaginate o desunte. Poi c'è Boldrini e il suo performing media-gioco, coinvolgente e rasserenante. Rasserenante perchè ad un cammello succedeva sempre qualcosa; coinvolgente perchè chi non ha soffiato per spegnere una candela senz'altro virtuale, pur sapendo che era un gioco dedicato ai bambini?...Non so, qualcuno di coloro i quali partecipano attivamente al forum sembrano perfettamente a proprio agio, le parole da dire, gli argomenti da affrontare: Devil e il suo blog, i mud i sim, Sarah.....io, invece, mi muovo ancora a tentoni, come ho già detto devo ridurre la frazione ad un minimo comune multiplo......male che vada cucinerò il ragù per tutti!!!
P.S. ho inviato una mail sull'indirizzo di posta, a questo punto mi chiedo:" sarà giunta a destinazione"????

Realtà virtuale

Devil - 30-5-2005 at 14:35

La Realtà Virtuale
La Realtà Virtuale, una disciplina basata su tecniche e tecnologie per l'immersione visiva e l'interazione in ambienti virtuali tridimensionali generati al computer, sta progressivamente guadagnando l'attenzione della comunità ingegneristica per la prospettiva di sostituire entro breve tempo i mockup fisici e gli scenari di addestramento con equivalenti ambienti simulati.

Tra i vantaggi c'è una generale riduzione di tempi e costi di progettazione dei prodotti e un corrispondente aumento della qualità, principalmente per la capacità di valutare e provare approfonditamente un prodotto fin da uno stadio preliminare della sua progettazione in un ambiente virtuale altamente interattivo e facilmente riconfigurabile.

L'addestramento virtuale in operazioni di assemblaggio, manutenzione e supporto consente alla persona da addestrare di acquisire rapidamente la pratica nelle operazioni portando avanti la maggior parte dell'addestramento nel simulatore interattivo, dove sia l'ambiente dell'operazione che gli strumenti impiegati sono ricreati virtualmente. Questo approccio si adatta particolarmente a operazioni che se condotte nel mondo reale esporrebbero l'operatore ancora inesperto a rischi, dove una manovra non appropriata potrebbe condurre a situazioni pericolose per le persone o a danni alle strutture fisiche.

Se vista come una tecnologia di interfacciamento, la Realtà Virtuale è in stretta dipendenza dalla capacità che i dispositivi di interfaccia uomo-macchina (caschi per la visione, guanti sensorizzati, dispositivi per restituire sensazioni di forza, rilevatori di posizione e orientamento ...) hanno di mettere il computer in contatto con le sensazioni umane (visiva, tattile, uditiva, di movimento). La capacità di una persona di percepire l'ambiente di sintesi dipende, inoltre, dalla capacità del sistema computerizzato di ricreare la scena virtuale realisticamente, sia in termini di accuratezza, di realismo visivo, e di comportamento degli oggetti che lo compongono, che entra in gioco quando l'utente non si limita soltanto ad esplorare visivamente l'ambiente ma interagisce con esso. In un sistema di Realtà Virtuale ideale una persona dovrebbe vedere attraverso un display stereoscopico (per percepire la tridimensionalità della scena) con il campo di vista di 180° in orizzontale per 80° in verticale proprio dell'uomo, sentire il peso degli oggetti e le forze che si producono, e interagire mediante movimenti naturali. Ma, nonostante gli sforzi per lo sviluppo di prodotti di Realtà Virtuale, tali requisiti non sono ancora stati soddisfatti dai dispositivi della generazione attuale, e le interfacce più realistiche per la visione e l'interazione tattile sono esageratamente costose e ingombranti nell'uso; quelle più abordabili peccano nel realismo, limitando sensibilmente i sensi dell'uomo nel condurre l'esperienza virtuale. La ricerca di base e lo sviluppo di sistemi di Realtà Virtuale procede in direzione dell'aumento del realismo visivo (applicazione diretta della tecnologia di visualizzazione dell'industria dei videogiochi e dell'intrattenimento) e del miglioramento della capacità di percezione, con lo sviluppo di dispositivi di interfaccia sia di impiego generale (guanti, tracker ...) che specifici per discipline applicative (es. quelli impiegabili per la simulazione di un'operazione chirurgica).



Le attività e i progetti che il CIRA conduce in Realtà Virtuale si rivolgono ad applicazioni aeronautiche e spaziali. In particolare si vuole promuovere l'impiego della Realtà Virtuale nell'industria aerospaziale, offrendo capacità e strumenti per condurre esperienze di valutazione degli aspetti di maggiore interesse di applicazioni di Realtà Virtuale come l'individuazione di fasi e attività potenzialmente traslabili in virtuale, la loro efficacia ("In che misura la simulazione in Realtà Virtuale approssima l'esperienza reale?"), le modalità di applicazione all'interno dei processi aziendali. L'approccio proposto è quello di sviluppare congiuntamente applicazioni di carattere prototipale, o la conduzione di progetti pilota, nelle aree applicative di maggiore interesse dell'interlocutore aerspaziale (mockup virtuale interattivo, addestramento, manutenzione, ergonomia, tele-operazione).

Le tecniche di visione immersiva basate sulla Realtà Virtuale possono inoltre essere impiegate vantaggiosamente per pilotare un velivolo senza persone a bordo (UAV, Unmanned Air Vehicle) a distanza da un cockpit in una stazione a terra. Qui un pilota, indossando un casco con visori e un sistema di rilevamento dell'orientamento della testa, è in grado di vedere come dal vivo le immagini video rilevate da un sistema di telecamere installate a bordo, la cui direzione "di puntamento" e indicata prorio dalla direzione in cui egli sta guardando in quel momento. Il senso di "essere a bordo" a pilotare che tale approccio può dare al pilota fa crescere la sua consapevolezza degli effetti dei suoi comandi sulla manovra del velivolo quando quiesto viene guidato manualmente, come durante la manovra di atterraggio. Il sistema di visione da remoto illustrato è soltanto una parte di un articolato sistema di supporto alle decisioni fornito al pilota di un UAV, che combina le informazioni video dal vivo con informazioni di sintesi come mappe digitali tridimensionali del terreno, la traiettoria ottimale da seguire, e ulteriori input informativi provenienti da sensori e sistemi di volo che, attraverso l'opportunità di avvalersi di una "visione artificiale" integrata con un cockpit virtuale, ne possa aumentare la capacità di percepire e valutare le informazioni necessarie alla guida senza essere fisicamente a bordo a pilotare.

A latere della Realtà Virtuale in senso stretto, in cui tutto il mondo percepito è ricreato artificialmente, si parla di "realtà aumentata" (augmented reality) quando si combinano in sovrapposizione, attraverso la regolazione dell'opacità del casco per la visione, informazioni del mondo reale con altre di sintesi. In questo ambito viene condotto un progetto di ricerca e sviluppo sul Manuale Virtuale, nell'ambito del progetto ENHANCE finanziato dall'Unione Europea. Il Manuale Virtuale è una forma di Manuale Tecnico Elettronico Interattivo (IETM) per la manutenzione a terra di velivoli progettato specificatamente per consentirne la fruzione "sul campo" durante l'operazione di manutenzione attraverso un wearable computer (Xybernaut), un piccolo computer che l'operatore può portare con se attaccato alla cintura. In questo caso l'aggettivo "virtuale" ha una doppia accezzione: è riferito a un suo impiego in modo non invasivo, sia per la visione (un visore monoscopico lateralmente a uno degli occhi montato su un supporto per cuffia e microfono) che per l'interazione (pur essendo disponibili una piccola tastiera e un mouse integrato nell'unità, il Manuale Virtuale è realizzato per essere consultato attraverso comandi vocali impartiti dall'operatore, senza la necessità che egli impegni le proprie mani), e richiama il genere di contenuti visuali multimediali che mette a disposizione, come le sequenze di assemblaggio-disassemblaggio in animazione (realizzate in tecnologia Flash), e video di interventi di manutenzione reali da poter seguire come esempio mentre si esegue il proprio intervento. L'architettura software del sistema si basa sull'elaborazione "al volo" di documenti XML (eXtensible Markup Language, successore "strutturato" del formato ipertestuale HTML), in quanto l'XML, oltre a costituire un formato flessibile e ad alto livello descrittivo, può essere facilmente ottenibile per conversione dal formato SGML (Standard Generalised Markup Language) che costituisce lo standard de-facto per la documentazione tecnica aeronautica.





Le apparecchiature di cui è dotato il Laboratorio di Realtà Virtuale del CIRA sono le seguenti:

workstation grafica Dell 530 Win2000 (doppio processore Intel Xeon, schede grafiche dual-head Wildcat 5110)
occhiali con otturatori a cristalli liquidi NuVision 60GX (wireless).
sistema di tracking InterSense IS-600 Mark 2 a 6 GdL (quattro sensori per l'orientamento, otto sensori wireless di posizione).
tracker di orientamento a 3 GdL InterSense INTERTRAX.
Logitech Magellan Plus Spacemouse.
Virtual Presence 3D Flying Joystick con sensore interno a 6 GdL Polhemus (tracking basato su Polhemus Isotrak II).
Fakespace PINCH GLOVES.
Virtual Technology CyberGlove (22 sensori).
force-feedback resistivo Virtual Technology CyberGrasp (add-on per Cyberglove).
joystick Thrustmaster F22 Pro.
casco stereoscopico Kaiser Electro-Optics Proview XL50 (campo di vista 50° in diagonale, 1024x768@60Hz).
occhiali monoscopici con opacità regolabile Sony Glasstron PLM-S700E (800x600).
software per Realtà Virtuale: PTC/DIVISION (SGI, NT).
CAD & modellazione 3D: Rhino3D (NT).
Texturing & modelli real-time: Multigen Creator (NT), Softimage (SGI, NT).
Illuminazione della scena: Lightscape (NT).
Riduzione di poligoni: SIM Rational Reducer (NT).
conversione di modelli 3D: Okino Polytrans (NT).
Toolkit per interfacce tattili: Virtual Technology VirtualHand (SGI, NT).
Visualizzazione Scientifica: AVS/Express (UNIX, NT).

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cerco the sims 2

Devil - 30-5-2005 at 15:55

Cerco the sims 2.........fatemi sapere.
Devil

Satana.jpg - 10kB

Ale_pac - 31-5-2005 at 09:55

anche io lo sto cercando!

devil se riesci a trovarlo me lo passi?

Messaggi vari

Sarah - 31-5-2005 at 10:29

Messaggio per Unknow:
Sono proprio daccordo con te. Non so se hai avuto modo di leggere sul forum il mio intervento su the sims e sims city comunque anche io sono fortemente convinta che questi giochi siano poco costruttivi, salvo se utilizzati per un lasso di tempo inferiore a 1 ora, quindi giusto per il sano divertimento giornaliero, proprio perchè allontanano da quella che è "realtà" attuale credendo che sia solo un gioco. Poi si arriva a bruciare le case, a compiere gesti inusuali e si finisce con l'accusare il video gioco. Troppo comodo.

Messaggio per Melboune2: Hai intenzione di partecipare alle attività di Galatina?

Messaggio per il professore: Appena ci sono novità per il progetto di Galatina ci lascia un messaggio sul forum? la ringrazio

3kili - 31-5-2005 at 12:16

credo che giocare a the sims o ai videogiochi in genere possa avere effetti negativi solo su menti che hanno già piccoli problemi psichici.Una persona intelligente e matura sa distinguere il reale dal virtuale,la realtà dalla fiction, non avrebbe mai l'idea di incendiare la propria casa solo perchè l'ha visto fare nel videogioco.I videogiochi sono fatti per GIOCARE, per divertirsi, anche per provare a viversi diversamente attraverso l'utilizzo di avatar, di doppi elettronici.Provare ad"essere altrimenti",in nuovi ambienti,con nuove identità,con la cosapevolezza che si tratta di finzione.

cortometraggio

Devil - 31-5-2005 at 12:27

è possibile inserire nel forum un cortometraggio,anche da scaricare.
la durata è di circa quattro minuti.
se si in che formato?

Devil

cortometraggio.jpg - 19kB

Mondo interattivo

Devil - 31-5-2005 at 12:57

Verso un mondo Interattivo: RFID e sensori ovunque
Una rete di oggetti in grado di comunicare tra loro e con le persone cioè un nuovo paradigma di comunicazione e la conseguente evoluzione del ruolo dell'Operatore di TLC: questo il tema del convegno Business e Tecnologia, svoltosi il 31 marzo presso l'Auditorium Telecom Italia Lab, mirato ad illustrare le opportunità di business legate all'uso della tecnologia RFID e delle reti di sensori.

Si è partiti con alcune riflessioni generali sul tema, ipotizzando che in un futuro assai vicino tutti gli oggetti potranno avere un indirizzo IP (ad esempio contenuto in una etichetta RFID) ed essere connessi in una rete senza fili, dando luogo ad una vera e propria internet degli oggetti. Questa è anche la visione che ha ispirato il lavoro dell'ente di standardizzazione EPC (Electronic Product Code) Global. La previsione, condivisa da big player mondiali come Microsoft, SUN, IBM, SAP vede un numero di RFID tag che raggiunge i 20 miliardi nel 2007 per poi partire con crescita esponenziale nel 2008 quando si prevede di introdurre le RFID tag non solo sui pallet, ma sui singoli oggetti raggiungendo gli 800 miliardi di RFID entro il 2011.

Il panorama applicativo e le opportunità di business si arricchiscono ulteriormente se alla semplice identificazione di oggetti si aggiunge l'intelligenza di un computer, l'interfacciamento con sensori ed attuatori miniaturizzati e la capacità di connettersi in una rete wireless di oggetti.

Siamo nel mondo dei microsistemi integrati dove si uniscono sinergicamente bio-tecnologie, micro e nano-tecnologie e ICT. La presentazione di Sangiovanni Vincentelli, professore all'Università di Berkeley, si concentra proprio sulle reti di sensori wireless miniaturizzati o come li hanno chiamati per la prima volta, proprio a Berkeley, "Smart Dust". La sfida tecnologica è quella di integrare in un unico cubo di pochi mm per lato, elettronica, sensori, ricetrasmettitore RF e sistema di alimentazione. Prototipi di questi oggetti sono già stati realizzati nell'Università americana, ma restano aperti diversi punti per rendere tali microdispositivi utilizzabili non solo in test bed di laboratorio o in specifici field trial, ma nella vita di tutti i giorni. Si tratta di abbattere costi, dimensioni e consumi di potenza.

Questo è possibile solo lavorando su un insieme di tecnologie abilitanti: dai sistemi di alimentazione, basati su tecniche di produzione di energia dall'ambiente stesso, ai processori a bassissimi consumi di potenza, fino a sistemi basati su protocolli che massimizzano l'efficienza di utilizzo dell'energia. Un altro punto aperto quando si tratta di dispositivi così sofisticati è quello dell'affidabilità: rendere più affidabili i singoli dispositivi andrebbe ad incidere pesantemente sul costo finale degli stessi, mentre avendo a che fare con reti costituite da un gran numero di nodi a basso costo si può agire sulla ridondanza per ottenere un ambiente affidabile (se un nodo si rompesse o esaurisse la sua energia, l'informazione verrebbe comunque trasmessa attraverso cammini alternativi che passano da altri nodi).

Tornando ad un orizzonte temporale più prossimo Tiziana Tambosso, responsabile in Telecom Italia Lab, direzione Access Network and Terminals, di progetti di ricerca su sistemi RFID e loro evoluzioni, riprende il tema dei sistemi RFID, descrivendo limiti e caratteristiche di questa tecnologia, sottolineando l'importanza di uno standard condiviso per avviare un processo di ampia diffusione di questi sistemi ed ipotizzando scenari ove il ruolo dell'Operatore TLC è centrale. Ad esempio, un primo scenario tecnologico si applica bene nel settore della Grande Distribuzione Organizzata ove tutta una serie di ditte facenti parte della stessa catena del valore (ad esempio una Metro e tutti i suoi fornitori) possono ottimizzare la loro gestione della catena di distribuzione attraverso l'uso di etichette elettroniche e di lettori di RFID tag, con interfacce direttamente verso la rete dell'operatore oppure verso la LAN aziendale a sua volta connessa attraverso un gateway alla rete di distribuzione Telecom.

Un'unica piattaforma SW ed un unico data base centralizzato consentono la gestione (anche in tempo reale) di tutte le operazioni necessarie (ad esempio carico/scarico della merce, distribuzione, gestione scorte e magazzini) con garanzie di anti-contraffazione, anti-frode e prevenendo furti ed errori che, come ben noto, hanno un'incidenza notevole sui costi di questi processi. Questo modello di business è proprio quello adottato da BT. L'Operatore inglese ha creato una divisione ed un marchio ad hoc, BT Auto-ID, per commercializzare soluzioni basate su tecnologia RFID e con opportune partnership ed acquisizioni può offrire soluzioni complete (dalle etichette e relativi lettori al SW di gestione del servizio) in settori quali quello farmaceutico, aeronautico, manifatturiero e della distribuzione.

Anche se le etichette RFID sono già largamente usate, il loro costo continua ad essere il maggior fattore limitante alla diffusione capillare, soprattutto per le RFID passive che si ipotizza possano sostituire il codice a barre. Il costo delle RFID passive è attualmente dell'ordine di 20-30 centesimi di dollaro, l'obiettivo è quello di scendere a 5 centesimi di dollaro nell'arco di 2-3 anni, nello stesso tempo le RFID attive hanno l'obiettivo di costare 2 dollari circa.

Aggiungendo intelligenza alle etichette RFID, dotandole di capacità di autoconfigurarsi in una rete wireless ad hoc e integrando eventuali sensori/attuatori, si passa al mondo dei microdispositivi intelligenti. Uno standard sviluppatosi proprio per rispondere alle esigenze di questi tipi di dispositivi e di reti è ZigBee (l'ape che vola a zigzag come fa l'informazione tra un nodo e l'altro della rete). Gli ambiti applicativi per questi dispositivi si estendono da quelli tipici della logistica, dell'identificazione e dei micropagamenti a quelli del monitoraggio e del controllo, ad esempio l'automazione domestica, l'automazione industriale e di edifici, l'ottimizzazione del trasporto e le informazioni sul traffico, il monitoraggio della salute, il controllo ambientale, ecc. ABI Research prevede un mercato di circa 80 milioni di nodi ZigBee già nel 2006.

Anche la tecnologia ZigBee può creare nuove opportunità di business per l'Operatore di TLC. In un possibile scenario tecnologico si avranno diverse reti indipendenti di nodi ZigBee connesse con la rete di distribuzione Telecom ognuna attraverso il suo gateway. Un unico server può essere utilizzato per monitorare e gestire le varie reti. Il gateway può svolgere non solo la funzione di interfaccia tra rete ZigBee e rete Telecom, ma può servire anche per aggregare e pre-elaborare i dati raccolti.

Claudio Borean, che nell'ambito di Telecom Italia Lab, direzione Access Network and Terminals, si occupa di protocolli e reti ad hoc per microdispositvi wireless, ha sottolineato come ZigBee, rispetto ad altre tecnologie nate per reti del tipo PAN (Personal area Network) come ad esempio Bluetooth, è stata studiata proprio per rispondere alle esigenze di una rete costituita da un gran numero (fino a 65000) di microdispositivi intelligenti, a basso consumo (con autonomia della batteria di qualche anno), in grado di funzionare in ambienti sia interni che esterni. Infatti, lo standard ZigBee prevede topologie di rete non solo a stella, ma anche ad albero e magliate con le quali, a seconda dell'applicazione e dell'ambiente si può arrivare a distanze di 80-100m con un singolo salto, ma si possono coprire anche zone molto ampie (per es. km2) con salti multipli (Multi-hop).

Il costo ridotto di dispositivi (attualmente 2-3 dollari escludendo l'alimentazione e i sensori) consente di utilizzare la ridondanza per assicurare un'affidabilità maggiore, ma anche un numero elevato di nodi per compiere percorsi tortuosi che permettono di raggiungere zone che sarebbero altrimenti schermate (es. edifici con pareti in cemento armato o strade ove vi siano ostacoli in grado di attenuare le frequenze a cui operano i dispositivi ZigBee). Le dimensioni ridotte dei nodi, favorite dalla scelta della banda di frequenza attorno a 2.4 GHz (che comporta dimensioni delle antenne estremamente piccole), li rendono non invasivi per l'ambiente.

Essi possono essere facilmente mimetizzati e inseriti in vari oggetti scomparendo completamente alla vista. Esistono già esempi di integrazione in terminali mobili, set top box, PCMCIA, multi media card del tipo SDIO. Anche la potenza emessa dai nodi è molto bassa (dell'ordine delle decine di mW), per cui non esiste nessun pericolo di danno biologico. Un altro importante aspetto previsto dallo standard è quello della sicurezza che è implementata ai livelli MAC, Network e Application della pila protocollare ZigBee.

È seguito un vivace Point-Counterpoint che ha visto come protagonisti Roberto Pellegrini responsabile del Marketing TIM per Clienti Executive e Giuseppe Marengon responsabile del Marketing di HP Italia. E' stata affrontata per prima la tematica dei sensori partendo dalla loro definizione come interfaccia tra la realtà e l'informazione. Essi catturano dei dati che devono essere trasportati ed elaborati in modo da rendere l'informazione fruibile all'utente finale. Pertanto i sensori generano traffico dati e generano anche opportunità di nuovi servizi. Se si pensa che solamente in Italia si trasmettono 100 milioni di sms al giorno ed il 15% dei ricavi dell'Operatore Mobile deriva da questo traffico è evidente che miliardi di sensori, pur trasmettendo poche informazioni, potrebbero generare molto traffico, diventando una bella opportunità di business.

Per un'industria come HP i sensori e le RFID vengono visti come un generatore di business sia interno che esterno. Infatti, HP ha cominciato ad utilizzare la tecnologia RFID nei propri siti (ce ne sono già 25 sparsi per il mondo dotati di sistemi RFID) ottimizzando i processi sia di produzione sia di gestione della catena di distribuzione. In Italia, nella sede di Cernusco, dopo solamente un anno e mezzo dall'introduzione c'è stato un rientro dell'investimento. Sulla base della propria esperienza HP si propone come System Integrator di soluzioni basate su RFID, partendo dall'HW, lettori, server, varchi, antenne, carrelli intelligenti per arrivare al middleware e al SW di gestione.

Tuttavia, mentre in USA Wal Mart è stato il principale propulsore per il mercato dei sistemi RFID nella GDO, promuovendone l'adozione da parte dei suoi fornitori, e in Asia si prevede una crescita esponenziale del mercato sempre in questo settore (grazie al numero elevatissimo di possibili utenti) in Europa ed in particolare in Italia sia TIM che HP concordano nell'ipotizzare che altri settori potrebbero partire prima e diventare trainanti, come ad esempio i settori dell'automazione industriale e dei trasporti.

Roberto Della Marina, responsabile del marketing strategico in Olivetti Tecnost, ha parlato di MEMS (Micro Electro Mechanical Systems), una delle tecnologie più promettenti per la realizzazione di sensori ed attuatori miniaturizzati ed integrabili con l'elettronica. Alcuni dati di mercato rilevano una crescita annua del 20%, con una concentrazione prevalente nel settore delle periferiche (~60%) e bio-medico (~25%). I tipi di sensori, basati su tecnologie MEMS, più diffusi sono: i sensori di pressione, gli accelerometri e i sensori inerziali utilizzati prevalentemente nell'automotive; i biochip usati in medicina (ad esempio per l'analisi del DNA) e i sensori di gas (a scopo controllo ambientale). Pur basandosi sulla stessa tecnologia utilizzata per realizzare circuiti microelettronici e richiedendo molte meno maschere, i MEMS costano ancora parecchio poichè ogni tipo di sensore richiede una progettazione ad hoc ma, soprattutto, un sistema di packaging personalizzato. Tuttavia, gli indici di crescita del mercato dei sensori per reti di sensori wireless (100 milioni di dispositivi nel 2008) sono molto promettenti. Inoltre, l'integrazione monolitica di sensori MEMS ed elettronica sarà la chiave per permettere di diminuire ulteriormente le dimensioni, i consumi, di semplificare il testing ed il packaging e quindi di abbassare ulteriormente i costi di tali dispositivi.

Valter Bella ricercatore nell'area Access Network and Terminals, ha illustrato alcuni aspetti tecnologici associati all'integrazione di lettori/RFID tag e nodi ZigBee all'interno di un terminale mobile. Un esempio commerciale in cui un lettore di RFID tag a 13,56 MHz (in accordo allo standard ISO-14443A) è integrato sul cover del cellulare è rappresentato dal Nokia 5140, uscito nel primo trimestre 2004 ed utilizzabile per micro-pagamenti. In questo terminale mobile la parte GSM e la parte lettore di RFID sono separate ed indipendenti. Una maggiore integrazione ad esempio su SIM card viene proposta da alcuni card maker (Gemplus, Axalto) che hanno progettato una SIM contactless con funzionalità di lettore di RFID in cui l'antenna e la parte RF sono sistemate nel contenitore del cellulare ma il processore e le memorie sono condivise con la SIM. Per il collegamento tra le due parti vengono utilizzati i due contatti della SIM card che attualmente sono liberi. In questo modo le applicazioni possibili attraverso l'uso dei lettore RFID possono essere gestite attraverso la SIM stessa, consentendo ad esempio l'autenticazione dell'utente offrendo così maggiori garanzie di sicurezza.

L'ulteriore sfida tecnologica consiste nella completa integrazione su SIM di un nodo ZigBee comprensivo di antenna e transceiver RF. Tale approccio SIMcentrico sarebbe vantaggioso per l'utente che non dovrebbe sostituire il suo cellulare ed avrebbe maggiori garanzie di sicurezza da parte dell'unico Trust Center rappresentato dall'Operatore. La fattibilità tecnologica di questo tipo di integrazione è ancora sotto esame da parte dei ricercatori Telecom Italia Lab.

La giornata si è conclusa con la Tavola Rotonda, moderata da Luigi Licciardi, responsabile in Telecom Italia Lab dell'area Access Network & Terminals System Design. Alla tavola rotonda hanno partecipato: Enzo Bertolini Ferrero, Alberto Carozzo TI Wireline, Moreno Muffato Università di Padova, Dario Petri Università di Trento, Gianluca Sensalari Torino Wireless a Attilio Somma TI Mobile. I punti di vista di industria, operatore, ricerca e di una istituzione come Torino Wireless che ha anche un ruolo di facilitatore per la diffusione di nuove tecnologie sono stati messi a confronto su argomenti come: l'importanza degli standard, il ruolo dei Venture Capital e delle PMI, il ruolo dell'Operatore di TLC, la privacy, le applicazioni che per prime prenderanno piede.

Per una ditta come Ferrero il valore è dato dall'arrivare al consumatore e quindi porre la RFID tag sulla "consumer unit" (ovvero l'ovetto di cioccolato) e quindi l'attenzione maggiore è verso il fattore riduzione costi. Inoltre, è stata sottolineata l'importanza di uno standard internazionale che sia unico e condiviso almeno per ogni settore verticale di mercato.

Per quanto riguarda il ruolo delle PMI rispetto a quello delle grandi imprese è emerso dal dibattito che, a seconda delle applicazioni, entrambe possono contribuire alla crescita del mercato di sistemi RFID. Ad esempio, nella GDO è la grande impresa (modello Wal Mart) a spingere i suoi fornitori all'utilizzo di queste tecnologie. La PMI può trarre vantaggio dall'abbattimento dei costi generato dall'adozione su larga scala promossa dalla grande impresa ed essere anch'essa motivata all'adozione di tali tecnologie.

Il prof. Muffatto ha sottolineato un altro aspetto importante connesso a queste tecnologie emergenti: quello sociale. Nei sistemi complessi, come quelli costituiti dalla rete di relazioni tra le persone, fenomeni emergenti come i sensori o le RFID possono avere un impatto sociale simile a quello che in passato hanno avuto internet oppure i terminali mobili. Tali fenomeni hanno un tipico andamento non lineare e dopo un periodo di lenta crescita possono esplodere in modo dirompente e quasi mai la sola motivazione tecnica (ad es. l'abbattimento dei costi) spiega questo andamento. In base a queste analisi emerge che le applicazioni che potrebbero riscuotere più successo sono quelle vicine alla sfera delle emozioni ad esempio i giochi/divertimenti o la sicurezza o la salute.

Torino Wireless sta lavorando con azioni di sostegno verso la PMI e finanziando ricerche per brevettare delle IP (Intellectual Property) sulla parte radio allo scopo di creare competenza utile per sviluppare soluzioni innovative Made in Italy.

Per quanto riguarda il ruolo di un Operatore di TLC sia TIM che Wireline hanno riconosciuto che la strada non è quella di fornire solamente connettività ma di porsi come fornitori della soluzione completa chiavi in mano attraverso un insieme di partnership che coinvolgono i diversi attori necessari (costruttori di HW, produttori di SW, fornitori di contenuti, ecc.).


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melbourne2 - 31-5-2005 at 13:08

messaggio per sarah.....la risposta è SI, compatibilmente con gli impegni, comunque Antonio metterà a giorni sul forum il progetto sul simposio in forma di cena dedicato a Rina Durante, già lì troveremo degli spunti in merito al progetto. Io non ho capito chi sei, se tu invece hai capito chi sono io magari quando ci si vede per le prossime lezioni potremmo discuterne........ciao.

Immortali

Devil - 31-5-2005 at 13:21

Vivere su una macchina per l'immortalità?

Le tecniche che oggi usiamo per curare il Parkinson e la sclerosi multipla domani potrebbero darci l'immortalità in digitale.

La vita eterna ha sempre rappresentato uno dei massimi desideri umani. Mentre qualcuno afferma che un tempo la vita media umana si aggirava attorno ai 1000 anni e che la colpa dell'invecchiamento attuale delle cellule sia dovuta a una deficienza dell'ipotalamo (!?!) oggi per vie traverse dovremmo poter riconquistare l'antico dono "traslocando" la nostra mente con annessi ricordi, pensieri e personalità, su un supporto digitale. Il cliente dovrebbe poter ricevere in omaggio l'eterna giovinezza, la scelta di qualsiasi corpo virtuale intercambiabile e così via.


La prima volta che mi sono posto questo problema è stato con una puntata di X-Files. E i milioni di interrogativi che questa idea mi mise in testa, lo ammetto candidamente, contribuirono non poco ad accostarmi all'ia. La teoria è quella che con lo sviluppo della tecnologia il nostro cervello può essere ricopiato integralmente su una macchina, preso in consegna da un computer consentendoci di vivere teoricamente per sempre, ricreando virtualmente l'ambiente in cui siamo inseriti. Fa paura? Sufficientemente per un telefilm di fantascienza, solo che ora mi capita fra le mani un articolo apparso su Psichology today, di un professore che con la fantascienza ha poco a che vedere. Si tratta di Ray Kurzweil, un veterano nelle innovazioni tecnologiche a cui va attribuita la prima macchina grafico-vocale per ciechi. Il procedimento in effetti si fa forte di uno sviluppo tecnologico che sembra non aver fine. Il primo passo per il trasferimento è proprio la scansione completa della configurazione neuronale del nostro cervello. Questa dovrebbe essere operata da cosiddetti "nanobot" che saranno impiegati a migliaia non solo per operazioni di questo genere, ma anche per ampliare le possibilità della nostra mente in quanto possono inviare dati ai neuroni. Con questi strumenti si potranno addirittura isolare le nostre sensazioni sensoriali sostituendole con impulsi creati da un computer immergendoci in una realtà virtuale completa. I tempi? I nanobot esistono già tanto che in rete dovrebbe poter essere consultabile la scansione del cervello di un condannato a morte che sette anni fa acconsentì a essere oggetto dell'esperimento. Solo che questa non ha una risoluzione sufficiente allo scopo.

Una data stimata per la scansione completa? 2030 la data in cui nanobot grossi come cellule ematiche potranno scorazzare liberamente per le nostre teste e rilevarne elettronicamente la struttura. Personalmente non credo più a questo genere di stime, soprattutto per un compito tanto complesso ...

Per accettare un'ipotesi del genere si deve per forza adottare una concezione forte dell'IA, nonostante il fatto che una tesi come questa non possa essere considerata totalmente pertinente all'intelligenza artificiale. Ma il discorso è sempre lo stesso: le operazioni che fa il cervello può svolgerle anche una macchina (in questo caso però ci riferiamo a un approccio neurale) e in più in questo modo saltiamo di netto il problema dell'organizzazione del "programma", ovvero della formalizzazione dell'algoritmo o della strutturazione della rete neurale.

Anche solo al livello teorico questa idea potrebbe addirittura essere usata come argomento a favore dell'IA forte. E sebbene solleverei qualche dubbio sulla possibile realizzazione allo stato attuale di un progetto del genere, ho voluto trattare quest'idea (un po' "alternativa" nonostante le fonti attendibili), anche perchè solleva interrogativi sull'esistenza che lascio immaginare interamente al lettore.

Lo stesso Marvin Minsky adopera questa argomentazione sul volume da lui curato "la robotica".

"Un giorno si presenterà forse una soluzione del tutto diversa" scrive Minsky, "quella di conseguire l'immortalità trasferendo la nostra personalità in un nuovo contenitore che sostituisca non solo alcune, ma tutte le nostre funzioni, tanto fisiche quanto mentali, per mezzo di un qualche grande computer. Questo è un modo in cui potrebbero andare le cose, per consentirci non solo di usare semplicemente dei computer, ma per diventare computer".

(Il nostro futuro robotizzato, in M. Minsky (a cura di), La robotica)


Una variante potrebbe essere quella che elimina la sensazione di "copia". Se qualcuno riuscisse veramente a essere scannerizzato e riprodotto molti nutrirebbero forti dubbi sull'effettiva "vita" di quel nuovo essere. Ma proviamo a immaginarne l'inverso. Se fosse la macchina a trasferirsi su di me? Un giorno mi impiantano un'espansione di memoria su cui gradualmente trasferisco i miei dati, un altro giorno un addensamento neurale artificiale per incrementare la capacità di trasferimento dati, fino a che mi ritrovo a non avere più nessun componente a base di carbonio ...

Il dubbio più grosso che ho in questo caso è comunque la simulazione delle influenze dell'organismo sul nostro cervello.
Su questo punto si sorvola, dando per scontata una qualche macchinetta che riesca a mandare impulsi analoghi a quelli del corpo (magari demodulati, convertiti in digitale, formalizzati in base a un protocollo). Ma la costruzione di un elemento simile risulterebbe ancora più difficile del cervello in se. Non possiamo in alcun modo trascurare la complessità di un sistema come l'organismo umano e le sue fittissime relazioni col cervello. Non parlo ancora di impossibilità, ma di difficoltà, allo stato attuale ancora insormontabili.

Ma forse è meglio pensare che con una manipolazione sul cervello a un tale livello di intimità si potrebbero risolvere una moltitudine di problemi medici, come già si fa in alcuni casi in cui un impianto neurale può aiutare un malato di sclerosi multipla o affetto dal morbo di Parkinson



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Il mio blog

Devil - 31-5-2005 at 18:20

Visitate il mio blog e se vi interessa lasciate un commento.

Devil

http://devil666.blog.tiscali.it

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Esami.

Devil - 31-5-2005 at 19:02

Gli esami del 27:
storia della danza ad Arnesano
Storia della musica per film Lecce
per adesso.

Domanda:come posso fare entrambi gli esami?
Risposta:Ubiquità-Nella teologia cristiana, il termine definisce la facoltà propria di Dio di essere contemporaneamente in ogni luogo

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alice - 31-5-2005 at 19:02

Era la penultima lezione,eravamo davvero in 4 gatti e non è una battuta;la stanchezza si faceva sentire ma ho fatto un ultimo sforzo per ascoltare un interessante materiale acustico.Mi riferisco agli spezzoni di una trasmissione radiofonica ,protagonisti vocali erano il prof.Infante e il prof.Santoro.Incredibile come l'ascolto riesca ad essere immediato,evocativo e favorisca l'immaginazione.Peccato che non esistano dei libri parlanti,si eviterebbero i problemi di stanchezza visiva e l'accumulo(a volte superfluo) di informazioni da incamerare nel cervello.Tornando alla lezione, mi inoltrai in quel magico ascolto lasciandomi coinvolgere nel gioco di voci,in quel ping pong uditivo.La voce di Bjork in apertura rendeva significativo il riferimento all'alterità;questa cantante infatti simboleggia l'appartenenza ad un mondo altro,fatto di suggestioni fiabesche .Così il Salento e tutte le sue espressioni magico simboliche come il tarantismo.I 2 prof. si scambiano opinioni sull'alterità nel Salento,citano La terra del rimorso di De Martino (il morso del ragno e il ritorno del ragno a mordere,una sorta di prigione perversa da cui è difficile uscire e liberarsi).La taranta ha la capacità di trasformarsi,è una rete che ci cattura e c i sostiene,prigione e quindi sostegno come la famiglia.Oltre le parole degli opinionisti fanno il loro ingresso anche le voci di un documentario del'61(presenza ancor più suggestiva ed evocativa): ecco sentire le preghiere a S.Paolo,le invocazioni al nome delle tarantate.Insomma questi frammenti sonori erano davvero efficaci e stimolavano la fantasia.Bisognerebbe , a mio parere,esercitare maggiormente la dimensione dell'ascolto,rivalutare la potenzialità della radio(mezzo di comunicazione più raffinato della tv).Mi piacerebbe approfondire per l'esame ,questo argomento del suono del teatro...ne sono proprio affascinata.Potrei avere qualche suggerimento per il futuro?

messaggio per melbourne

Sarah - 1-6-2005 at 10:36

Onestamente non ho capito chi sei comunque se ti può aiutare cono nel gruppo di Marco Tramacere, Federica Lauretti e Manuela Sarcinella (il gruppo del corto "TORNO DOMANI")!
La prossima volta che ci si vede sarà sicuramente per l'incontro del progetto di galatina

solitudine e robotica

de pasquale maria frances - 1-6-2005 at 15:40

i progressi e le innovazioni tecnologiche hanno portato alla nascita di QRIO e AIBO (della Sony) rispettivamente un robot dalle sembianze umane e un cagnolino. Entrambi sono all'avanguardia della tecnologia dinamica e dell'intelligenza artificiale, entrambi riconoscono voci e volti, vedono e ascoltano, camminano ed esprimono le emozioni autonomamente. Pensavo alla solitudine della mia nonna quando tutti noi siamo al lavoro o a scuola ........ Peccato che non siano ancora in vendita.

Dioniso

Devil - 2-6-2005 at 15:04

Beviamo. Perche’ aspettare le lucerne?
Breve e’ il tempo.
O amato fanciullo, prendi le grandi tazze variopinte,
perche’ il figlio di Zeus e di Semele
diede agli uomini il vino
per dimenticare i dolori.
Alceo


Dioniso
Dioniso o Bacco, figlio di Zeus e di Semele, era stato tenuto nascosto dal padre fino all’adolescenza per sottrarlo all’ira della moglie. Un giorno, Zeus, decise di presentarlo a tutti gli dei dell’Olimpo che erano riuniti per un banchetto. Dioniso, dopo la morte della madre in un incendio, fu affidato alle ninfe della montagna di Nisa, in Arcadia, dove crebbe sano e robusto e soprattutto dove scoprì il frutto della vite e l’arte di fabbricare, con l’uva fermentata, l’inebriante vino. Quando egli vagava per il mondo a far assaggiare la sua scoperta, era sempre seguito da satiri e baccanti, e soprattutto dal suo maestro, un vecchio satiro di nome Sileno. Il giorno in cui Zeus portò il dio sull’Olimpo, per far conoscere la sua arte agli altri dei, essi s’incuriosirono nel vedere questo paffuto ragazzo con in testa, una corona di pampini. Fu solo quando, Dioniso, fece assaggiare la sua bevanda, inventata tra l'altro per i mortali, che cominciò a piacere a tutti gli dei. Infatti, la sua scoperta fu talmente gradita che finirono tutti ubriachi. Fu da quel giorno così festoso che Dioniso iniziò a far parte del regno degli immortali.



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alice - 2-6-2005 at 16:45

Messaggio per Francesca:
ciao Franci,benvenuta nel forum!Stai cominciando anche tu a navigare...continua così...
Messaggio per Melbourne:
ciao,ho letto le tue riflessioni e secondo me ti sottovaluti;stai facendo passi importanti verso il virtuale.Se hai avuto delle lacune tecnologiche,queste non dipendevano da te...oltretutto anche i ventenni hanno difficoltà nell'approccio mediatico.Ha ragione il prof.Infante quando sostiene che i bambini hanno più confidenza coi computer.

Il mondo (e non solo quello del virtuale ) corre alla velocità della luce,tutto cambia e si evolve; a volte non si riesce a stare a passo coi tempi.Secondo me non tutte le tecnologie sono utili e indispensabili: approvo i progressi tecnologici per migliorare la qualità della vita,per la prevenzione e la diagnostica(nel campo della medicina,della psicologia e della scienza),quindi i miglioramenti nel campo delle discipline artistiche(per diffondere e incentivare la creatività).
Sono invece contraria all'uso esagerato delle tecnologie che determinano un'involuzione umana e rendono l'individuo macchina,isolano troppo l'uomo.
In questo tipo di eccessi c'è il rischio di perdere il contatto col reale.Non mi convince l'esistenza delle boutique mediatiche in cui è possibile (grazie ad un manichino virtuale) scegliere il proprio abito,cambiare la taglia e comprare qualcosa che non si vede.Dov'è finito il contatto con il venditore,l'idea di toccare la stoffa oppure farsiun giro per negozi?
E' necessario, a mio parere, ridimensionare l'utilizzo di queste pratiche mediatiche.
Usare i mezzi di telecomunicazione, ad esempio, in maniera consapevole ,avere la possibilità di relazionarsi con chi è distante da noi spazialmente;creare una rete di legami e contatti.Mi sorprende l'utilizzo delle tecnologie per aiutare(nella comunicazione e relazione col prossimo ) chi è affetto da gravi patologie e non riesce ad esprimersi con la sua voce e necessita quindi di altri supporti.

STORIE DA FILM!!!

Elenuccia - 3-6-2005 at 10:51

Ciao ragazzi!!!!
Dopo alcune ricerche, sono riuscita a trovare un forum dove gli accaniti giocatori di "The Sims" pubblicano delle storie create da loro usando i personaggi virtuali. Sono meravigliose e molto simpatiche!!!! Ho trovato il remake della storia di "Candy Candy". Vi allego il documento!!!Leggetelo!!!!.
A presto!!! Ciao!!


Allegato: Candy Candy.doc (799kB)
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global-local - 3-6-2005 at 11:25

ciao a tutti,

ecco alcuni link preparatori al Genius Loci '04
di quest'anno.

sto lavorando con il prof. Carlo Infante alla
definizione dei dettagli sia dei pellegranaggi
per autoradio sia per il simposio in forma di
cena da tenersi nel palazzo della cultura
a galatina.

http://www.global-local.net/geniusloci/cena
qui trovate il progetto della cena

http://www.global-local.net/geniusloci
qui invece c'e' il sito che presto sara'
spostato su dominio dedicato.

chiunque sia interessato a lavorare con
noi puo' esprimere il proprio desiderio
di collaborare.

3kili - 3-6-2005 at 16:09

a me piacerebbe partecipare all'organizzazione di questi due eventi.il problema è vedere in che modo possa partecipare e rendermi utile.cmq poi ci si incontra il 16 ad arnesano,così almeno ha detto il prof.!!!giusto?!

Prospettive intelligenti

de pasquale maria frances - 4-6-2005 at 16:27

Anche il patrimonio storico- culturale salentino potrà essere difeso e fruito grazie a sistemi di intelligenza artificiale. L'ISSIA del Cnr di bari, in occasione della consegna del premio "Antonella Branca" , ha presentato l'esplorazione virtuale della "Grotta dei Cervi" di Porto Badisco. La Grotta dei Cervi di Porto Badisco fu scoperta nel 1970 dal gruppo speleologico salentino di Maglie. Fu nominata dagli scopritori " Grotta di Enea" perchè nella baia di Porto Badisco secondo la leggenda approdò Enea in fuga da Troia. Successivamente il Soprintendente di Taranto la rinominò " Grotta dei Cervi" per la presenza di un gran numero di cervi singoli, in gruppo e raffigurati nelle scene di caccia ad opera dei cacciatori ed agricoltori che vivevano nelle caverne e nei villaggi della valle e alture cicostanti. Si tratta di una grotta naturale di origine carsica di stalattiti e stalagmiti. Sulle pareti della grotta e in alcune parti del soffitto si trovano pitture neolitiche realizzate con guano di pipistrello e ocra rossa raffiguranti scene di caccia, riti ancestrali e scene di vita sociale di enorme valore storico ed artistico a livello mondiale. Gli esperti del settore dichiarano che pochissimi siti nel mondo sono rimasti intatti nel corso dei millenni con caratteristiche identiche a quelle della "Grotta dei Cervi" . L'accesso alla cavità è attualmente negato. Le testimonianze preistoriche non saranno mai fruiubili dal pubblico perchè l'introduzione di elementi esterni all'ambiente ipogeo inquina un habitat così singolare e importante. In tale contesto il gruppo di robotica della sede di bari dell'Istituto di Studi dei Sistemi Intelligenti per l'Automazione del CNR ha studiatom una soluzione tecnologica utilizzando una piattaforma robotica mobile. Tale soluzione risulta essere la più adatta per questa applicazione in quanto non invasiva, visto che necessita solo dell'installazione di infrastrutture mobili e reversibili. Il sistema permette di esplorare la grotta, determinare le zone più interessanti, raccogliere dati sulla struttura tridimensionale per merito di un sensore lase, ricostruire una mappa planare della grotta, determinarele zone di riferimento, ottenere un appoccio di avvicuinamento e posizionamento rispetto alle pitture parietali, e, infine, ricostruire un modello tridimensionale delle pareti che ospitano le pitture da un set di immagini acquisite da differenti punti di osservazione. Tutto questo per la completa fruibilità in tempo reale delle pitture della grotta preistorica da punti geograficamente remoti, posti presso sedi pubbliche o private in Italia e in qualsiasi paese del mondo, per un utilizzo scientifico o turistico. Meglio naturalmente se questo punto geografico fosse posizionato il più vicino possibile alle grotte di porto Badisco per sviluppare il turismo nel nostro salento.

aiutoooooooo

greco cinzia - 6-6-2005 at 15:53

sto cercando di inserirmi nel forum!ma come si fa????????????? eh la tecnologia......!

saluti

greco cinzia - 6-6-2005 at 16:06

finalmenye ho trovato uno dei miei tanti mex!non so neanch'io quanti tentativi ho fatto,ma alla fine ce l'ho fatta!!!!!

greco cinzia - 6-6-2005 at 16:11

ma c'è qualcuno in linea?

ciao ciao

greco cinzia - 6-6-2005 at 16:21

speravo di poter incontrare qualcuno,e invece...!purtroppo ora devo lasciarvi perchè devo prepararmi per endare a lavorare.spero di poter incontrare qualcuno domani,per poter chiaccherare un pò con voi! a presto amici!

un forum non è una chat

carlo - 7-6-2005 at 13:39

Quota:
Originariamente scritto da greco cinzia
speravo di poter incontrare qualcuno,e invece...!purtroppo ora devo lasciarvi perchè devo prepararmi per endare a lavorare.spero di poter incontrare qualcuno domani,per poter chiaccherare un pò con voi! a presto amici!


un forum non è una chat
non è sincronica

ci vuole pazienza

x organizzarci x galatina
e x gli esami ci vediamo il 16 ad arnesano

e qui
http://www.geniusloci-salento.org
trovare tutte le info

riempite il form x essere informati!

Salve ragazzi

Elenuccia - 8-6-2005 at 10:04

Ciao ragazzi!!!
Avete letto l'allegato che vi ho mandato? è carino, vero??
Fatemi sapere cosa ne pensate........
ciao

Messaggio per Devil

Unknow - 8-6-2005 at 10:08

Ciao Devil, ho raccolto la tua richiesta di poter avere THE SIMS 2, ma è in formato dvd, me l'hanno prestato e non posso, purtroppo fartelo avere!!! Poi riformattando il computer ho canncellato anche quello che avevo in memoria.
E sinceramente non mi è importato poi molto!!! Ci vediamo tutti il 16! a presto ciao

Ela - 8-6-2005 at 14:06

messagio per:global-local

ciao!siamo sarah quarta, manuela sarcinella e federica lauretti..volevamo darti la nostra disponibilità per la partecipazione al progetto "pellegrinaggi per autoradio"..abbiamo letto le informazioni e siamo intessate, soltanto che vorremmo saperne di +!!aspettiamo tue notizie sul forum :-)

ciauz

Chica - 8-6-2005 at 14:14

ciao a tutti!sono federica del mex di prima!volevo presentarmi perchè per me è la prima volta che mi collego a questo forum..veramente è la prima volta che intervengo in un forum in vita mia e spero di cavarmela!!!!!!!:-p

Ela - 8-6-2005 at 14:23

ciao chica!!non ti proccupare te la caverai benissimo!!!non è poi così difficile come sembra!!!:-))

16 mattina

carlo - 8-6-2005 at 14:59

Quota:
Originariamente scritto da Ela
messagio per:global-local

ciao!siamo sarah quarta, manuela sarcinella e federica lauretti..volevamo darti la nostra disponibilità per la partecipazione al progetto "pellegrinaggi per autoradio"..abbiamo letto le informazioni e siamo intessate, soltanto che vorremmo saperne di +!!aspettiamo tue notizie sul forum :-)


vai nel web che ho indicato nel frattempo

e il incontriamoci ad arnesano!!!

melbourne2 - 9-6-2005 at 12:30

messaggio per Sarah,
ho presente tutti quanti voi, anche se non so chi è esattamente la fantomatica Sarah......comunque, ci vediamo quando ci vediamo......
messaggio per il prof.
certamente dovrò verificare l'organizzazione, altrimenti non sarà possibile, almeno per me, partecipare ad entrambi i progetti. Mi spiace, però, che si sia accavallato con la possibilità di aderire al seminario sul "come scrivere una sceneggiatura"....sarebbe opportuna una maggiore sinergia, perchè risorse interessanti vanno così sprecate......

Messaggio per Unknow

Elenuccia - 11-6-2005 at 09:38

Ciao Unknow,
nel leggere il tuo intervento mi sono resa conto di quanta amarezza e oserei dire disgusto nutri per un gioco così semplice e, a parer mio, totalmente innocuo come “The Sims”.
Le persone creano sempre qualcosa il cui utilizzo positivo o negativo che sia non dipende tanto dall’oggetto in se, ma dall’uso che si fa di esso. Un paio di forbici, usato da mani gentili, non può che tagliare carta, stoffa ecc…. Ma se le suddette forbici dovessero cadere in mani sbagliate, potrebbero trasformarsi in un’arma mortale.
Come si può ben notare da questo esempio, a dare “una volontà” alle cose siamo noi umani, capaci d’intendere una situazione e sfruttarla a nostro piacimento.
Se un gruppo di ragazzino spagnoli incendia una casa, non credo sia giusto scaricare interamente la colpa al gioco che tentavano di imitare.
Non dipende dalla sorgente dell’informazione, ma dall’interpretazione che si ha di essa. Ricordiamoci che un gioco come “The Sims” è bello e facile da usare, ma credo che sia stato inventato per appassionare una cerchia di giocatori la cui età oscilli dall’adolescenza in poi. Le generazioni di oggi sono diventate così “esperte e sveglie” da maturare in fretta i principi riguardo la differenza tra realtà e finzione.
Naturalmente, come in tutte le cose, esistono le eccezioni, ma non credo sia giusto fare di tutta l’erba un fascio.
Accolgo il tuo consiglio di leggere un buon libro in alternativa. Credimi, sono io stessa un’accanita lettrice di Agatha Christie, ma a volte si avverte l’esigenza di evadere dal mondo immaginario e cartaceo. Si sente il bisogno di farsi trasportare in un altro mondo fatto di colori, immagini e suoni, in grado di farti divertire, inventando nuove “sceneggiature”.


disponibilità

greco cinzia - 11-6-2005 at 11:45

ciao a tutti. vorrei farvi sapere che anch'io vorrei partecipare al progetto "pellegrinaggi per autoradio" e vi do la mia piena disponibilità!mi scuso con tutti e con il prof per i miei primi interventi, i quali sembravano dei messaggi per chat; ma è la prima volta nella mia vita che partecipo ad un forum!io ho usato internet,fino ad ora, solo per controllare la posta elettronica o per inviarla!sicuramente questo va a mio sfavore perchè oggi il mondo gira tutto intorno alla tecnologia e soprattutto intorno a internet. Internet è sicuramente un mezzo di comunicazione positivo,ma allo stesso tempo ha i suoi difetti perchè tutti possono accedere a tutto.il problema secondo me si trova soprattutto per i bambini!almeno questo è il mio parere,se qualcuno di voi ha un'opinione diversa o sa qualcosa in più sull'argomento io sarei felice di parlarne!poi vorrei chiedervi un'ultima cosa:sapreste darmi informazioni sul referendum che ci sarà domani?grazie mille a tutti!

Giochi di ruolo

Devil - 12-6-2005 at 05:15

Maestri della Notte

Naragal è stato il primo tra i Maestri della Notte ad abbandonare il mondo morente Kratos.
Egli è il più anziano tra i Maestri e il suo potere è talmente grande da spaventare molti dei Maestri più giovani.
La sua esistenza sul Faerun è comunque durata molto poco, in quanto la sua ambizione andava oltre una terra di mortali comuni.
La sua scalata la potere ebbe luogo in un posto dove le persone normali evitano persino di andare con il pensiero, l’Abisso, il piano dei demoni…
L’estrema astuzia di Naragal gli ha permesso di infiltrarsi tra i demoni e sopravvivere abbastanza a lungo da crearsi una base di potere, in seguito dopo aver sconfitto molti trà i più potenti demoni dell’abisso gli fu permesso di restare e gestire le sue faccende personali, ma a quel punto non era più un semplice infiltrato, ma uno dei più potenti esseri del piano, invidiato e temuto da tutti.
Moli resteranno stupiti dalla posizione raggiunta, i demoni non sono certo famosi per la loro tolleranza nei confronti degli estranei, ma in quel caso tale era il potere di quello strano essere che tutti furono costretti ad accettare la sua presenza.

Queste alleanze con i Demoni hanno precluso a Naragal qualsiasi contatto con i suoi fratelli, persino con quelli più “smaliziati”.
Nella sua forma umanoide Naragal si presenta come una persona di mezza età, i capelli scuri, ma chiazzati di grigio sulle tempie. Il viso è abbastanza comune, con una barba molto curata, anch’essa striata di grigio.
Nonostante il potere accumulato, Naragal, è un dei più schivi dei Maestri e negli ultimi secoli le sue azioni nel piano materiale sono state rarissime.
La sua intelligenza incredibile lo trattiene dall’attirare attenzione e dal rovinare inutilmente il gregge delle Vacche. Nonostante sia considerato un Havoc per la sua malvagità e per le sue inopportune “compagnie”, Naragal a modo suo segue ancora la legge dei Maestri, il minimo indispensabile che ci si può aspettare da colui che generò quella legge…

Caratteristiche

Casato : Ordo Tenebrae
Fazione : Havoc
Età : 4600 anni (1980 vissuti nel Faerun)
Territorio : Abisso
Allineamento : Caotico Malvagio
Divinità : -
Classe : Mago 20°/ Stregone 20°/ Accolito della Pelle 10°
Caratteristiche :
Forza : 28 +9
Costituzione : 26 +8
Destrezza : 25 +7
Intelligenza : 30 +10
Saggezza : 24 +7
Carisma : 28 +9

Figli del Male : Il potere di attirare i figli della notte si è modificata nei secoli e ora permette a
Naragal di evocare creature demoniache. Queste creature arrivano immediatamente tramite portale e restano per 1 ora.

Metamorfosi : La sua parziale trasformazione in demone non ha modificato sostanzialmente il
suo aspetto, nonostante ciò per evitare che si notino le differenze che ormai lo contraddistinguono Naragal può a volontà modificare il suo aspetto.
Poteri del Casato :

Proiezione Spettrale : Naragal può proiettare immagini ovunque e l’illusione è talmente
reale che chiunque non supera un TS su volontà con CD 10+ ½ DV + modificatore int.
crederà di vedere e subire tutto ciò che Naragal vuole.

Tenebra : Ovunque si muova Naragal è circondato da un aura di tenebre che rende
impossibile la visuale a chiunque non sia un suo alleato. Quest’aura può essere soppressa in alcuni casi. Gli alleati possono vedere al suo interno come sotto l’effetto di scurovisione 18m.

Ladro di Anime : Naragal è in grado di rubare l’anima degli sfortunati che credono alle sue
parole e accettano di eseguire dei compiti per lui. Quando Naragal entra in possesso di un’anima, il vecchio padrone diviene immortale, ma vivrà per sempre come schiavo, pronto ad eseguire qualsiasi ordine provenga dal suo maestro.
Naragal preferisce l’uso di questa abilità per procurarsi servitori fedeli piuttosto che generare altri vampiri.

Forma Bestiale : La forma che Naragal può assumere è quella di un Balor, con la differenza
che tutti i poteri che possiede in forma umanoide si trasferiscono anche alla forma bestiale. La combinazione dei poteri di un Maestro con quelli del più potente dei demoni generano una terribile creatura in grado di portare rovina e distruzione ovunque…


Vampiri_stalk_u.jpg - 5kB

ora, prima di tutto, andare a votare!

carlo - 12-6-2005 at 07:57

Quota:
Originariamente scritto da greco cinzia(...)vorrei chiedervi un'ultima cosa:sapreste darmi informazioni sul referendum che ci sarà domani?grazie mille a tutti!


un link
http://www.repubblica.it/speciale/2005/dossier_fecondazione/index.h...
x rendersi conto
e al di là di tutto:
andare a votare!

non l'ho mai sentita così pregnante
questa necessità:votare

al di là delle scelte di coscienza (+ che politiche)

e fatelo prima d'andare al mare:
serve dell'ottimismo x il quorum!

silvietta84 - 12-6-2005 at 10:24

ciao a tutti!

anche se con ritardo vorrei anch'io rendermi disponibile x i progetti a Galatina,anche se ci sono un pò di problemi di organizzazione........cmq ci vediamo il 16 ad Arnesano!

Ale_pac - 13-6-2005 at 06:59

ma è giusto votare sulla vita?
dobbiamo o dovremmo porci dei limiti ?

di quali problemi parli?

carlo - 13-6-2005 at 08:33

Quota:
Originariamente scritto da silvietta84
ciao a tutti!

anche se con ritardo vorrei anch'io rendermi disponibile x i progetti a Galatina,anche se ci sono un pò di problemi di organizzazione.
<<<
quali problemi:
sto seguendo direttamente genius loci
e non ho problemi d'organizzazione
al momento
di quali problemi parli?
<<<
.......cmq ci vediamo il 16 ad Arnesano!


non chiedere cosa può fare l'università x te
ma cosa puoi fare te x l'università...

è una parafrasi
cosa vi ricorda?

garantire la libertà di scelta

carlo - 13-6-2005 at 08:35

Quota:
Originariamente scritto da Ale_pac
ma è giusto votare sulla vita?
dobbiamo o dovremmo porci dei limiti ?


non ho mai sentito così forte
come questa volta
l'impulso etico a votare

si tratta di garantire la libertà di scelta
senza imporre dogmi
tutto qua
nel rispetto della scelta anche x i NO

Ale_pac - 13-6-2005 at 11:06

sono perfettamente d'accordo con lei caro prof, ma cerco di spiegare meglio ciò che avrei voluto sottolineare con quella domanda..

Io non riconosco nei "dogmi" dei limiti, per i quali la scienza debba fermarsi..
Mettiamo il caso che la nostra religione vietasse l'uso del sangue in ogni sua forma, quanti milioni di vite avremmo perso? Non è il numero che conta.. lo so, la vita di uno vale come quella di cento, ma crede che sia giusto operare senza etica?

Quali parametri dovrebbe avere la scienza per operare "eticamente"? Sinceramente non so rispondere a queste domande..

grazie

silvietta84 - 13-6-2005 at 17:51

Per il prof.:

Mi riferisco a "problemi" miei personali d organizzazione, sia x quanto riguarda gli altri esami, concentrati in questa seconda metà di giugno,sia x quanto riguarda gli spostamenti da effettuare (ma a questo credo sarà + semplice porre rimedio mettendoci d'accoro tra noi)....non so se sn la sola ad avere inconvenienti del genere!

Comunque, ne parliamo meglio il 16,ok?

A presto...

è Performing Media...

carlo - 13-6-2005 at 18:02

Quota:
Originariamente scritto da silvietta84
Per il prof.:

Mi riferisco a "problemi" miei personali d organizzazione,

<<< scusa quella mia reazione
ma dopo l'esperienza di genius loci a galatina lo scorso anno
ho la coda di paglia:
fu veramente mal organizzata
in primo luogo xkè le informazioni vagavano tra troppe persone
e le stesse (informazioni e persone)
vagavano senza senso
<<<

sia x quanto riguarda gli altri esami, concentrati in questa seconda metà di giugno,sia x quanto riguarda gli spostamenti da effettuare (ma a questo credo sarà + semplice porre rimedio mettendoci d'accoro tra noi)...

<<<
ti invito
( e anche tutti gli altri)
a proporre un sistema di avviso via sms che vi garantisca i passaggi in macchina dividendo le spese di benzina etc

saper organizzare un gruppo è una risorsa!!!
lo riconoscerei come credito anche ad un esame
visto che la mia "materia"
è Performing Media...
non so se sn la sola ad avere inconvenienti del genere!

Comunque, ne parliamo meglio il 16,ok?

A presto...

Un caffè e una chiacchierata: incontro con Pippo Delbono

Devil - 14-6-2005 at 14:25

FRAMEONLINE - Che differenze hai trovato tra il lavoro che solitamente fai sul palcoscenico e la realizzazione di questi video?
PIPPO DELBONO - Il passaggio non è stato molto difficile. Ho sempre costruito il teatro, ho sempre lavorato montando in un modo vicino al cinema; almeno credo che il montaggio cinematografico, un modo di incrociare le immagini con le parole, in parte è sempre appartenuto al mio modo di lavorare anche se non ho mai fatto delle pièces a teatro. Quando fai uno spettacolo questo rimane: ogni spettacolo è importante, io non ne fabbrico ogni mese.
Per ogni lavoro ci vuole almeno un anno, e poi forse un altro anno per capirlo. Solo a questo punto si può passare a un nuovo progetto. Io porto ancora in giro spettacoli che hanno vent’anni: la mia prima regia importante sta per debuttare in Francia…
Ognuno è una ricerca, una ricerca di linguaggio, per andare avanti: ogni volta voglio capire qualcosa in più, fare un piccolo passo in avanti, se così si può dire, trovare nuove tematiche, ma anche questo non è così importante… forse uno parla sempre delle stesse cose! Ma è importante rintracciare persone, colori, anime…
Alcuni di questi spettacoli hanno qualcosa di cinematografico, ma nella maggior parte il segno è semplice: ogni spettacolo ti porta in un mondo diverso dall’altro, molto diverso, i segni, il loro spirito… spostarsi sul livello del cinema è un passaggio delicato: come se fosse un altro progetto dopo l’ultimo.
F. - Guerra, presentato qui a Venezia, è il terzo video…
P.D. - Il primo è partito con una produzione fatta a bassissimo costo, mentre questo è una produzione più grossa, è stato lavorato sul colore, che come sai è molto caro. Ma è stato un costo in post-produzione: per me l’immagine deve corrispondere a una dimensione fotografica totale, quella è veramente la cosa che mi interessa. Il mio è un percorso chiaro, sono anni che lavoro dietro la telecamera, sono anni che studio, dalle prime digitali, le porto con me, accumulo molti materiali per ricerca, se non ricerchi non riesci ad arrivare da nessuna parte.
In ogni caso se vado in sala, e inizio a lavorare per preparare uno spettacolo assolutamente non voglio riprendere niente: l’ho fatto una volta e non funzionava. Se lavoro a uno spettacolo io guardo, scrivo, mi attengo a una memoria di altro tipo.
Se iniziassi a riprendere guarderei quello che c’è nel monitor. Sono due modi diversi: quando hai l’occhio nella camera tutto quello che c’è è lì, e quando c’è il teatro c’è il teatro.
F. - Hai mai pensato di unire le due cose, e inserire pezzi di video nello spettacolo?
P.D. - Non lo so, a me sembra una strada un po’ facile: perché il teatro è il teatro, e il video è il video. A teatro voglio vedere la persona fisica, voglio sentire respirare.
È più facile inserire il teatro nel video, ma solo se quel teatro attraverso il video esce fuori; se nello schermo io vedo del teatro che in dei momenti diventa cinema.
Non mi piace filmare l’esperienza, lo spettacolo, come a volte fanno in televisione; c’è già molto spesso un rapporto di lontananza totale, il teatro stesso è una totale astrazione… se lo filmi è la fine.
F. - Quindi non credi che possa potenziare la drammaturgia?
P.D. – No. Ho pensato qualche volta di utilizzare degli inserti video, poi ho pensato sempre di no, perché alla fine mi piace che il teatro sia uno sforzo. Gente di plastica è sicuramente molto cinematografico: io sono dentro una cabina da dj, la mia voce si sente costantemente, e sotto ci sono molte cose che succedono, c’è un montaggio incrociato.
Quando lo vide Marco Müller, che produrrà il prossimo film, mi disse che dopo questo, non avrei potuto far altro che il cinema, perché era totalmente strutturato su una costruzione cinematografica, sul montaggio…
F. - Un apetto che caratterizza il tuo teatro è un lavoro particolare con gli attori…
P.D. – Innanzi tutto ho la fortuna di avere una mia compagnia, che fa sia teatro sia cinema, che mi accompagna da molto, e me la porto dietro… poi ci sono incontri.
F. - Una specie di famiglia?
P.D. – Sì, anche perché sono persone con cui ho costruito un percorso negli anni, ho avuto la fortuna di avere maestri importanti nella mia vita. È una cosa difficile avere dei maestri, è più facile avere dei professori no? Io ho avuto maestri che mi hanno comunicato qualcosa che è stato anche il poter diventare un regista di teatro, di cinema, mi hanno comunicato un passo.
Per un periodo ho fatto seminari, ho avuto tantissimi allievi, ma a un certo punto non riesci a seguirli tutti… allora ho preferito una mia compagnia, che in qualche modo segui in un percorso lungo, di tanti anni, e nello stesso tempo loro ti ridanno in dietro un qualcosa. Poi la nostra compagnia si è spostata su altri livelli, sono entrate persone come il piccolo Bobò, come Nelson (un barbone), sono persone che ho incontrato calandomi nella vita, anche abbastanza dolorosa, con difficoltà, entrando dentro le loro storie… questo mi ha permesso di incontrare delle persone che, provenendo da situazioni del margine, non so come dire, mi ridavano una grande vitalità nel lavoro teatrale.
A questo punto ho iniziato a lavorare con loro, a farli entrare nella mia compagnia: oramai sono i protagonisti della compagnia, e hanno anche sicuramente cambiato il nostro modo di rapportarci al teatro, ma credo che ci hanno fatto crescere, hanno fatto crescere me, e sono cresciuti loro chiaramente.
Quando chiamano ciò che faccio “teatro dell’handicap” mi vengono i capelli dritti, perché è totalmente un’altra storia: la mia formazione è totalmente legata all’oriente, il mio lavoro sull’attore è diabolicamente, terribilmente rigoroso, la mia formazione, come si sa, è di quando lavoravo all’Odin Theatre, io stavo giornate intere a lavorare su frammenti di dieci secondi.
Era da impazzire al tempo, ma è stato quello che mi ha fatto veramente capire delle cose. Non c’è questo accumulo di testi, tu stai li a lavorare sulle piccole cose, si lavora, e si lavora… è necessaria la precisione, per rendere un segno importante.
Il segno diventa fondamentale per la conoscenza: per esempio quando ti trovi in sala di montaggio… l’operatore si è meravigliato di come montando Guerra riconoscevo tutto.
Ma è chiaro che essendo abituato a lavorare su un braccio, io riconosca perfettamente tra le mille possibili incrinature: ogni cosa ti ritorna come un boomerang, non nel senso negativo, ma in quello positivo.
Queste persone che lavorano con me, sono delle persone che hanno già delle loro caratteristiche, hanno una grandissima coscienza fisica, e in più portano segni di dolore, segni di emarginazione, segni di appartenenza a dei livelli bassi. Bobò è stato cinquant’anni in un manicomio di Napoli, un manicomio terribile, un luogo veramente molto duro; il signor Nelson ha vissuto per le strade, non so per quanto, perché non si riesce a capire…
Io credo che per come sta andando il teatro, non parliamo del cinema, sia necessario riportare il livello basso: è tutto così pieno di borghesia… ha un profumo di borghesia il tutto, ed è terrificante!
Io non riesco più a riconoscermi, è chiaro che anche io sono diventato più benestante, però in qualche modo, uno dovrebbe cercare sempre il modo di mantenersi costantemente nella possibilità di contaminarsi: io nel mio piccolo ho preso Bobò in casa mia, ho cercato di fare delle azioni che dessero concretezza a un discorso. È un momento in cui non riesco più a mettermi seduto di fronte a un schermo e contemplare una grande diva, che mi racconta di essere una desaparecida americana… io lo so come sei, il tuo profumo mi arriva, bravissima, ma non credo più a quel tipo di cinema o a quel tipo di teatro.
Sono stato in Argentina e so cosa vuol dire il dolore delle famiglie dei desaparecidos, non ci credo più a questo spettacolo, non voglio più entrare in questo gioco. Non credo che uno debba essere realmente un desaparecidos per recitare di esserlo, però nello stesso tempo c’è un gran bisogno di contaminarsi veramente.
Se i luoghi del teatro e del cinema diventano luoghi troppo borghesi, si perde quella possibilità di parlare veramente della gente, dei livelli bassi.
Nella mia compagnia ancora rimane qualcosa, abbiamo una comunità in un certo senso, anche se poi ognuno vive a casa sua, ma quando iniziano le prove c’è chi sta con Nelson, che è schizofrenico, chi sta con Bobò, chi sta col bambino Dauwn: ognuno di noi si occupa di qualcun altro della compagnia. Ovviamente si fa con piacere, ma è anche difficile a volte, perché comunque si tratta di stare nella stessa casa… e lo fai anche perché ti fa bene, perché queste persone sono straordinarie; non lo fai con lo spirito del buono “a quanto sono buono, come mi faccio del male”.
È diversa la cosa: io so che Bobò mi ridà tantissimo, se un attore che lavora con me da dieci, dodici anni ha bisogno di giorni e giorni per lavorare su un piccolo frammento, Bobò può stare giorni senza fare niente, poi magari prende un mazzo di fiori e viene avanti, con la musica, e il suo gesto è straordinario, lo è il suo essere lì.
Questo ti ridà molto, quindi quello che tu fai per lui, non lo fai come carità, ma lo fai perché riconosci in lui un grande maestro.
Quindi è stato questo il percorso della mia compagnia.
A quel punto non accetti più il fatto che persone, che socialmente sono più difficili, siano persone che vengono viste con occhi diversi, c’è del razzismo in giro, per me queste persone sono diventate le protagoniste nel mio percorso.
F. – Attualmente, nel teatro e nel cinema, cosa ti piace e cosa non ti piace, cosa manca secondo te?
P.D. – Mi piace necessità, mi piace vedere dove ci si mette in discussione, mi piace vedere verità, mi piace vedere lavoro, il lavoro è una cosa concreta, poi spesso c’è e non si vede… io voglio vedere concretezza, lavoro fisico, voglio vedere azione. Per esempio quel bellissimo film dei fratelli Dardenne, Il figlio, io li guardavo il lavoro di questo attore, le sue mani, lui fa l’operaio, mi piaceva il suo modo di usare il corpo. Quel tipo di approccio al cinema mi sembra bello.
E poi allo stesso tempo l’umiltà. Io credo che l’umiltà sia un fatto da mettere in un ruolo prioritario. Mi sembra una cosa terribile che ancora esista un sistema di divismo, è una cosa assurda, anche perché è un non confrontarsi con la morte: tutto lì!
In un mio spettacolo una ragazza urla: “Tutti stiamo morendo,ogni minuto che passa ci avviciniamo sempre di più alla morte”, che è la frase che dice Marilyn Monroe nel suo ultimo film…
Tutti stiamo morendo, è per tutti uguale, ha per tutti noi lo stesso senso, non vuol dire che ci mettiamo in un angolo a piangere, ma solo che ci rendiamo conto della nostra totale impermanenza… e a quel punto davvero tra George Clooney e Bobò la differenza è minima! Se qualcuno mi deve far urlare: “Ahh!”, è qualcuno che ha fatto un percorso importante nella vita, qualcuno che è arrivato a ottant’anni per sorridere, qualcuno che è molto vecchio e sa essere felice: quella persona mi fa urlare: “Ahh”, ha scoperto qualcosa di importante, e non chi è apparso più volte.
C’è una cultura che effettivamente è malata, ed è inutile l’orientamento politico: c’è una malattia di fondo. Nella politica ci può essere quello che ha una idea leggermente migliore, l’altro un po’ peggiore, ma non c’è nessuna differenza sostanziale, perché ormai tutto profuma di una grande borghesia… il mondo dell’arte poi è spaventoso.
F. – E restando nell’arte questa Biennale d’arte, a Giardini, ad Arsenale…
P.D. – Ho lavorato all’Arsenale, all’apertura della Biennale di quattro anni fa, quando il direttore era Barberio Corsetti… avevo portato tutti dentro: rom, africani… è stata una bellissima esperienza, che chiaramente aveva un po’ scioccato. È stato uno spettacolo importante. Io ero appena stato in India, avevo fatto dei viaggi, ero stato tra i curdi, in Calabria dove ci sono comunità turche; probabilmente in quel momento avevo ancora nella pelle questi incontri, e quindi questo spettacolo era molto visionario. Ma nello stesso tempo diceva chiaramente molte cose: la metafora è un modo per dire delle cose, però rischia di diventare una gabbia intellettuale… c’èra un africano che gridava: “Ho fame, ho fame”, e ci sono stati molti intellettuali - non il pubblico – che si sono lamentati, dicendo che lamia non era una metafora, e che io sparavo certe cose in faccia…si! Le sparo in faccia perché deve tornare quel teatro-combattimento alla Living Theatre, abbiamo bisogno di un cinema di combattimento altrimenti rischiamo di finire tutti in un vortice, altrimenti Berlusconi diventa Che Guevara… forse questo non non si può dire… finiamo in un vortice pericoloso, un vortice che ti mangia nell’isteria totale.
Lo spettacolo Gente di plastica parla della follia della normalità, qualcuno mi ha chiesto come mai Bobò avesse il ruolo più piccolo… in questo spettacolo i più folli sono le persone più equilibrate, che hanno delle entrate più delicate, e i protagonisti sono gli attori che raccontano della schizofrenia dei normali. Ho sentito molte volte più follia nella normalità, sento molta più follia nelle persone apparentemente normali, c’è una frustrazione generale che a questo punto sento molto di più della follia semplice, chiara, diretta, di una persona che se la vive sulla propria pelle, non è retorica, è realmente quello che sento.
Non è la nostalgia di una lotta, anche io sono stato un “fricchettone” da giovane, ho fatto uso di qualunque tipologia di droga potesse esistere, e in quel momento il mio essere libero era una rivoluzione.
Oggi fumo una sigaretta al giorno, e ho bisogno di lucidità, a un certo punto una vita malfatta ti porta i suoi effetti… La rivoluzione per me è andata avanti.
Per me l’incontro col buddismo è stato fondamentale, il buddhismo è un modo di rivoluzionare la tua vita.
Le rivoluzioni cambiano, non posso più pensare alla rivoluzione come nel ‘68 adesso, ci sono altri modi, ma è lo spirito rivoluzionario che manca, questo voglio dire.
Ho fatto uno spettacolo su Pasolini, La rabbia, e se Pasolini fosse nato adesso, il suo spirito non direbbe le stesse cose!
Se da giovane trovavo rivoluzionario sconvolgermi, e partecipare alle manifestazioni, oggi trovo molto rivoluzionario il buddismo ma lo spirito di fondo è lo stesso.
(15/09/2003)


di Serena Valeri



silenz3.jpg - 44kB

A CHE ORA CI VEDIAMO DOMANI?????

Elenuccia - 15-6-2005 at 14:33

Ciao ragazzi e buongiorno professore!!!
Vorrei sapere l'orario della lezione di domani ad Arnesano!!!!!!
Vi prego, fatemi sapere presto!!!!
Grazie, ciao a tutti!!!!!

arrivo alle 10,30

carlo - 15-6-2005 at 14:39

Quota:
Originariamente scritto da Elenuccia
Ciao ragazzi e buongiorno professore!!!
Vorrei sapere l'orario della lezione di domani ad Arnesano!!!!!!
Vi prego, fatemi sapere presto!!!!
Grazie, ciao a tutti!!!!!


io arrivo alle 10,30

e sono al convegno su teatro/integrazione

alla fine della lezione ci organizziamo

e poi dalle 16 si riprendono i lavoro da Koreja!

Ale_pac - 16-6-2005 at 12:13

Buon giorno, ieri, a causa del mio lavoro, non ho potetuto prendere parte alla riunione. Qualcuno mi puo' aggiornare su Galatina?

Grazie


alessandra

genius loci 04 - galatina 2005

global-local - 19-6-2005 at 13:48

Importante, per chi vuole dare una
partecipazione attiva all'evento!


potete contattarmi sia via mail o cellulare

antonio@global-local.net

mobile 335 7618288

come parla Cinzia Greco

Alessio Bu - 19-6-2005 at 14:34

Quota:
Originariamente scritto da greco cinzia
ciao a tutti. vorrei farvi sapere che anch'io vorrei partecipare al progetto "pellegrinaggi per autoradio" e vi do la mia piena disponibilità!mi scuso con tutti e con il prof per i miei primi interventi, i quali sembravano dei messaggi per chat; ma è la prima volta nella mia vita che partecipo ad un forum!io ho usato internet,fino ad ora, solo per controllare la posta elettronica o per inviarla!sicuramente questo va a mio sfavore perchè oggi il mondo gira tutto intorno alla tecnologia e soprattutto intorno a internet.

"tutto gira intorno a internet" viene buono per il nuovo spot della VODAFONE!!! Se ci mettiamo d'accordo, vendiamo i diritti e lasciamo l'università per mete esotiche.
Che ne dici, Megan Gaile del salento?

alessio

Alessio Bu - 19-6-2005 at 14:45

Per Devil

Bisogna evitare di mangiare cibi geneticamente modificati...
senò si rischia di dimagrire.

Silvia - 19-6-2005 at 19:57

Quota:
Originariamente scritto da carlo
siete tanti
e poi oltre a voi ci sono quelli dell'altra classe e quelli delle diverse altre classi sparse per la penisola (non solo quella salentina)

come fare?

andate qui
http://www.teatron.org/forum/viewthread.php?tid=229
cliccate su SFOGLIA e pescate dal vostro hard-disk una vostra foto
e spedite cliccando su RISPONDI come si fa normalmente nel forum

una volta pubblicata
andate con il mouse sulla foto e con il tasto destro cliccate
andate su PROPRIETA'
apparirà l'URL (l'indirizzo web) di questa foto
marcatelo e copiatelo (sempre con il tasto destro)

a questo punto andate su PROFILE,
il pulsante che appare dentro la casella dei vostri interventi
il primo da sinistra
andate su AVATAR
e incollatelo lì
ed è fatta


Immagine.jpg - 9kB

Progetto GENIUS LOCI Galatina 25 e 26 Giugno 2005

Sarah - 20-6-2005 at 13:08

Messaggio URGENTE per il prof:
Questa mattina alcuni di noi erano ad Arnesano per l’appello di Storia e Tecnica del Documentario, che tra l’altro è stato posticipato di una settimana, precisamente il 27 giugno, per via dello sciopero contro la Moratti, e abbiamo incrociato Antonio Rollo, al quale abbiamo chiesto delucidazioni per il 25 e 26 giugno. Ora, lei ci ha detto che, per sostenere il suo esame, dobbiamo partecipare attivamente al progetto di Galatina solo che il gruppo di lavoro di Antonio è al completo e noi non ce la sentiamo d’intrometterci in un progetto per il quale non siamo stati parte integrante sin dall’inizio. Volevamo sapere se venire a Galatina e quindi assistere all’intera manifestazione con relativi incontri, potesse valere come partecipazione attiva al progetto GENIUS LOCI?!?

La ringrazio
Sarah

si

carlo - 20-6-2005 at 16:25

Quota:
Originariamente scritto da Sarah
Messaggio URGENTE per il prof:
Questa mattina alcuni di noi erano ad Arnesano per l’appello di Storia e Tecnica del Documentario, che tra l’altro è stato posticipato di una settimana, precisamente il 27 giugno, per via dello sciopero contro la Moratti, e abbiamo incrociato Antonio Rollo, al quale abbiamo chiesto delucidazioni per il 25 e 26 giugno. Ora, lei ci ha detto che, per sostenere il suo esame, dobbiamo partecipare attivamente al progetto di Galatina solo che il gruppo di lavoro di Antonio è al completo e noi non ce la sentiamo d’intrometterci in un progetto per il quale non siamo stati parte integrante sin dall’inizio. Volevamo sapere se venire a Galatina e quindi assistere all’intera manifestazione con relativi incontri, potesse valere come partecipazione attiva al progetto GENIUS LOCI?!?

La ringrazio
Sarah


la risposta è si

MESSAGGIO URGEEEEEEEEEENTE PER IL PROF.

Elenuccia - 20-6-2005 at 18:30

Caro professore,
ho da rivolgerle una preghiera e credo anche d'interpretare il pensiero di alcuni di noi.
Dunque, purtroppo il 27 giugno alle ore 9:30-10:00 è previsto l'esame di musica per film a Lecce. Considerato che si accavalla al Suo,ho chiesto al prof. Giagni di poter presentarmi un pò più tardi, ma non ho avuto l'ombra di nessuna risposta. Dato che è molto importante farli entrambi, vorrei domandare a lei se è possibile spostare l'esame d'informatica multimediale di un paio d'ore!!!!
Anche se la tecnologia sta facendo in questi anni passi da gigante, non è ancora stato inventato il teletrasporto o la macchina utile per manipolare il tempo e lo spazio. Alla clonazione ci siamo già arrivati, ma non credo che sia necessario diventare delle pecore Dolly per sostenere 2 esami:-)!!!!!!
Alla luce di quanto detto, spero davvero, prof. Infante, che ci venga incontro per risolvere questo problemuccio!!!

Tanti saluti!!!!!!!!!!

3kili - 21-6-2005 at 08:13

qualcuno mi sa dire se giovedì 23 ci sarà la verbalizzazione di sociologia della comunicazione????????????non mi va di spendere 14 euro di treno per venire lì e poi avere un bidone!

grazie

niente verbalizzazione

Chica - 21-6-2005 at 08:46

ciao 3kili sono stata ieri all'università per fare l'esame di documentario che è slittato al 27, quindi lunedì ci saranno 3 appelli, e ho anche chiamato stamattina per avere delucidazioni...
mi è stato detto di riprovare domani e che cmq in linea di max sarebbe saltata anche la verbalizzazione perchè l'uni è in sciopero....
insomma finisce sempre che questi scioperi invece che salvaguardarci ci ostacolano...

Comunicazione di servizio CONVALIDA ESAME 23/06/05

Sarah - 21-6-2005 at 08:46

Ieri il professore Capani ha telefonato al prof. Borrelli per sapere se aderisce allo sciopero indetto, solo che non è riuscito a parlare con lui e gli ha lasciato un messaggio in segreteria chiedendogli di comunicare alla sede del DAMS di Arnesano se avverrà o meno la convalida dell'esame giovedì 23.
Per informazioni potete telefonare a questo numero 0832/325324 (segreteria Arnesano)! Se il professore Borrelli dovesse non aderire allo sciopero la convalida non si farebbe ugualmente in quanto la segreteria bloccherebbe i verbali!

Spero di essere stata d'aiuto
ciao a tutti

Sarah

3kili - 21-6-2005 at 08:53

grazie x le informazioni

cleopatra - 21-6-2005 at 12:28

grazie x le informazioni sulla convalida dell'esame di sociologia. se qualcuno sa di più, che lo dica nel forum, x evitare di andare a vuoto giovedì mattina.....

se c'è qualcuno di Galatina, vi comunico che lunedì 27 ore 21, presso la sala teatro dell'I.P.S.I.A. di Galatina ci sarà uno spettacolo di Dario Fo, un atto unico "Non tutti i ladri vendono per nuocere", presentato dalla compagnia "Gli Armonauti" di Gallipoli e dalla compagnia "Theatrum" di Galatina. Per informazioni e prenotazioni posti potete telefonare ai seguenti numeri: 349/7894339, 328/6594610, 320/7488159, 329/7155894.
MI RACCOMANDO,NN MANCATE!!!!!

Esami rimandati

Alessio Bu - 21-6-2005 at 13:57

Abbiamo pochi giorni per cercare di fare almeno una mezza dozzina di esami et voilà:Sciopero!!
A dire il vero anche io al tempo dellle superiori aspettavo la fine dell'anno per lo sciopero...ma a giugno però eravamo già tutti al mare!!
Risultato: molti di noi dovranno farsi in quattro e taluni anche in cinque...
vabbè và, il wrestling mi aspetta...
beati loro, con una maschera hanno risolto il problema dell'occupazione!!
Altro che Università!!



sia chiaro

carlo - 21-6-2005 at 16:01

Quota:
Originariamente scritto da cleopatra
grazie x le informazioni sulla convalida dell'esame di sociologia. se qualcuno sa di più, che lo dica nel forum, x evitare di andare a vuoto giovedì mattina.....

se c'è qualcuno di Galatina, vi comunico che lunedì 27 ore 21, presso la sala teatro dell'I.P.S.I.A. di Galatina ci sarà uno spettacolo di Dario Fo, un atto unico "Non tutti i ladri vendono per nuocere", presentato dalla compagnia "Gli Armonauti" di Gallipoli e dalla compagnia "Theatrum" di Galatina. Per informazioni e prenotazioni posti potete telefonare ai seguenti numeri: 349/7894339, 328/6594610, 320/7488159, 329/7155894.
MI RACCOMANDO,NN MANCATE!!!!!


ricxordo a tutti che l'esame del 27.06
ore 9,30
sarà rivolto a chi si sarà impegnato
in diverse forme (anche solo nella partecipazione)
all'intervento sul campo a galatina


Serena Capone - 21-6-2005 at 17:26

ciao ragazzi,qualcuno mi sa dire gli orari del progetto di galatina del 25/26?!?grazie mille.sere

foto.BMP - 423kB

Ela - 21-6-2005 at 18:28

messaggio per serena.. gli orari per gli incontri di sabato 25 e domenica 26 per il progetto di galatina li trovi sul sito http://www.geniusloci-salento.org ..ciao!:)

Ela - 21-6-2005 at 18:31

http://www.geniusloci-salento.org..è questo l'indirizzo giusto, ha fatto un pò di casino il mio pc!!

incontro a Galatina

Karen Caputo - 21-6-2005 at 20:22

Ciao a tutti, volevo solo aggiungere il mio ai tanti inviti per l'incontro a Galatina.
Io farò di tutto per esserci, anche se questi scioperi e il mio lavoro non mi danno una mano!!!
A Galatina allora...

Karen Caputo - 21-6-2005 at 20:27

Quota:
Originariamente scritto da Serena Capone
ciao ragazzi,qualcuno mi sa dire gli orari del progetto di galatina del 25/26?!?grazie mille.sere


PARTENZA ore 11.00
PALAZZO DELLA CULTURA DI GALATINA

006.jpg - 69kB

carlo - 21-6-2005 at 22:01

Quota:
Originariamente scritto da Karen Caputo
Quota:
Originariamente scritto da Serena Capone
ciao ragazzi,qualcuno mi sa dire gli orari del progetto di galatina del 25/26?!?grazie mille.sere


PARTENZA ore 11.00
PALAZZO DELLA CULTURA DI GALATINA


ricordate che il giorno prima
alle ore 18 c'è il masterclass su teatro e cibo
date un'occhiata la programma sul web

messaggio urgente per il prof

Ale_pac - 22-6-2005 at 09:27

caro prof, ma il progetto di galatina avrà luogo ugualmente, anche se è in corso lo sciopero dei docenti ?


alessandra

certo

carlo - 22-6-2005 at 09:30

Quota:
Originariamente scritto da Ale_pac
caro prof, ma il progetto di galatina avrà luogo ugualmente, anche se è in corso lo sciopero dei docenti ?


alessandra


certo

MESSAGGIO SUPER URGENTE PER IL PROF!!!!!!!!

Elenuccia - 22-6-2005 at 12:41

Caro professore,
in sede alla lezione tenuta con lei a fine maggio, le ho spiegato che purtroppo, con mio grande dispiacere, non mi è possibile partecipare alla manifestazione a Galatina poichè in quel periodo mi trovo a Roma per motivi di lavoro:-( Infatti abbiamo pattuito insieme di poter sostenere l'esame ugualmente portando come argomento nel forum i "The Sims".
Nel suo ultimo messaggio ci comunica che l'esame è alle 9:30, il chè procura ad alcuni di noi un grossissimo disagio perchè alla STESSA ORA, NELLO STESSO GIORNO, ma a Lecce, c'è un altro esame.
Gentile professore, per favore, accolga la mia richiesta comune a tanti altri di poter POSTICIPARE L'ESAME DI QUALCHE ORA!!!!!!!!! Confido nel suo aiuto e nella sua comprensione. Tanti saluti!!!!!!!

Ela - 22-6-2005 at 18:49

Adbusters Media Foundation, con sede a Vancouver, Canada, ma con una massiccia presenza di attivisti negli Stati Uniti ed in parte anche in Europa, è un network di critica ludica quanto radicale al mondo delle multinazionali e dell’iperconsumo, nonché dei monopoli mediatico-culturali. Pur con una struttura solida e ben organizzata, questa fondazione è diventata un vero e proprio movimento capace di lanciare campagne di pressione e sensibilizzazione su svariati temi a livello mondiale, coinvolgendo in efficaci performance mediatiche artisti e attivisti radicali, studenti ed educatori, pubblicitari e giornalisti.
Nell’era dell’informazione veloce, dell’iconoclastia di tutto ciò che è già visto, del logo che marchia come ignare vacche le generazioni cresciute davanti al televisore, i discorsi di questi media-attivisti non potevano che mettere al centro il mezzo come privilegiata fonte di messaggio. E così, se Adbusters è anche un’interessante quanto innovativa rivista , se comunque le sue campagne passano anche per manifesti, adesivi e tradizionali volantini, più forte e d’impatto è la sua voce multimediale ed elettrica, sia quella che viaggia su Internet (www. adbusters. org), sia quella condensata in alcuni spot televisivi, costati mesi di raccolta fondi ma indubbiamente premianti.
l'immagine qui in allegato fa percepire come la tv plagi la parte più emotiva ed
infantile di ognuno di noi!!



Lei ha rubato i tuoi occhi.jpg - 18kB

Serena Capone - 23-6-2005 at 06:14



Allegato: MARGINALMENTE COL TEATRO.doc (21kB)
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carlo - 23-6-2005 at 07:14

Quota:
Originariamente scritto da Elenuccia
Caro professore,
in sede alla lezione tenuta con lei a fine maggio, le ho spiegato che purtroppo, con mio grande dispiacere, non mi è possibile partecipare alla manifestazione a Galatina poichè in quel periodo mi trovo a Roma per motivi di lavoro:-( Infatti abbiamo pattuito insieme di poter sostenere l'esame ugualmente portando come argomento nel forum i "The Sims".
Nel suo ultimo messaggio ci comunica che l'esame è alle 9:30, il chè procura ad alcuni di noi un grossissimo disagio perchè alla STESSA ORA, NELLO STESSO GIORNO, ma a Lecce, c'è un altro esame.
Gentile professore, per favore, accolga la mia richiesta comune a tanti altri di poter POSTICIPARE L'ESAME DI QUALCHE ORA!!!!!!!!! Confido nel suo aiuto e nella sua comprensione. Tanti saluti!!!!!!!


sapevo

indicate qui nel forum i nomi di chi vuole far l'esame + tardi
accettero solo quelli indicati bel forum

e proponete un'ora

riflessioni

Alessio Bu - 23-6-2005 at 07:48

PIU’ DE LA VITA

Dalla Lettera di Ruzante , assolo per voce, corpo e strumenti di Michele Sambin



Quello che mi porto a casa in questa calda serata di marzo proverò a narrarlo ora,
cosciente del mio lessico limitato, grato al fato che mi fece vedere e udire cose così belle, che il bello sarà a ridirle e il più bello a crederle.
E l’oggetto è la vita; un uomo solo è sufficiente per parlare di vita, suonare di vita, muovere nel tempo le fattezze della vita?
Michele Sambin pare voglia sdoppiarsi, tanto è il da fare, tanti i personaggi che intervengono dentro e intorno al podere dell’Allegrezza.
Pare voglia sdoppiarsi.
Cavalca il lessico, Don Chisciotte / Suona il sax tenore
attento alle parole dell’amico attento / quando i fatti lo
al suo desiderio di vita. / richiedono; note
Muove oggetti e corpi con un ritmò / dormienti, suoni desti
che sembra provenire da dentro, / e pronti allo scontro,
forse dalla sacralità di un monastero, / messaggeri di emozioni.
forse dalla perfezione dei nostri corpi. / Suona perché suonando
Le immagini hanno sempre volti molteplici / si oltrepassano confini
che ci confondono; a qualcuno piace confondersi. / mentali, si crea.


Pare voglia comunicare direttamente alle nostre coscienze, stanche coscienze di studenti già stanchi della vita, mentre la vita si infila nelle nostre bocche, dove impasta i sensi con spezie nostrane; si infila nello stomaco e lievita fino a divenire più de la vita.

domanda per i compagni di corso

Karen Caputo - 23-6-2005 at 08:23

solo un piccolo dubbio:
l'operazione di marketing che ha preceduto l'uscita nelle sale americane del film "The Blair Witch Project ", è una sorta di marketing guerriglia?

Riassumo brevemente: su internet comparvero delle (false) notzie sulla scompasa di tre ragazzi (con tanto di foto e descrzione) in un bosco del nord america.

PRECISAZIONI

Francesco - 23-6-2005 at 09:49

Quota:
Originariamente scritto da Sarah
Ieri il professore Capani ha telefonato al prof. Borrelli per sapere se aderisce allo sciopero indetto, solo che non è riuscito a parlare con lui e gli ha lasciato un messaggio in segreteria chiedendogli di comunicare alla sede del DAMS di Arnesano se avverrà o meno la convalida dell'esame giovedì 23.
Per informazioni potete telefonare a questo numero 0832/325324 (segreteria Arnesano)! Se il professore Borrelli dovesse non aderire allo sciopero la convalida non si farebbe ugualmente in quanto la segreteria bloccherebbe i verbali!

Spero di essere stata d'aiuto
ciao a tutti

Sarah


Il prof. Borrelli ha aderito allo sciopero e lo ha comunicato in Facoltà. Il fatto che non abbia contattato Arnesano dipende esclusivamente dalla considerazione che se la Facoltà decreta un blocco o un rinvio, teoricamente si deve comunicare solo la non adesione a tale protesta. Tra l'altro se il prof. avesse voluto fare esami, non ci sarebbe stato alcun blocco dei verbali, quindi evitiamo di fare allarmismi inutili (per inciso, assicurazioni in tal senso erano state richieste nelle sedi opportune). In ultima analisi, sarebbe stato sufficiente fare un salto a Lecce, presso l'unica sede di segreteria di presidenza, oppure fare una telefonata alla stessa (0832 296331 si trova sulla guida dello studente) per avere tutte le delucidazioni del caso.

MESSAGGIO PER IL PROF!!!!!

Elenuccia - 23-6-2005 at 12:02

GRAZIE PROF........GRAZIE PROF..........GRAZIE PROF!!!!!!:-)
Sapevo che ci sarebbe venuto incontro!!!!:-)
Per quanto mi rigurda spero che il prof Giagni venga puntuale all'appello per tentare di sostenere il suo esame per prima. In base a quanto mi hanno detto, prevedo moltissima gente. Dovrei farcela a stare ad Arnesano per MEZZOGIORNO!!!!! Per lei è un problema, professore???? Naturalmente se mi sbrigo vengo prima.

Spero che venga accolta!! Tanti saluti!!!!

Ciao professore!!!!!

Unknow - 23-6-2005 at 12:08

Buongiorno professore!!
Anch'io sono uno dei poveracci che in un giorno devo fare 3 esami!!!!!!
Se fosse possibile, vorrei anch'io sostenere il suo esame più tardi.
Appoggio la richiesta di Elenuccia per MEZZOGIORNO!!!!!!:-)
A presto!!:-)

Chica - 23-6-2005 at 14:40

cmq la verbalizzazione dell'esame di borrelli è stata fissata per il 30 giugno alle 15.00

esame

Devil - 23-6-2005 at 15:00

buongiorno prof
io il 27 ho tre esami tutti a arnesano.
st. della danza alle 9
st. del documentario alle 13 circa
e il vostro.

come posso fare?

Thimothy Leary

Devil - 23-6-2005 at 15:12

22 ottobre 1920 - 31 maggio 1996) fu uno scrittore, psicologo e attivista in favore delle droghe, americano. In qualità di sostenitore della droga LSD negli anni '60, coniò e rese popolare lo slogan "Turn on, tune in, drop out" ("Accenditi, Sintonizzati, Rifiuta le convenzioni").
Infanzia ed educazione
Il Dr. Leary nacque il 22 ottobre 1920 a Springfield nel Massachusetts da una famiglia originaria del New England. Leary studiò per un breve periodo al "College of the Holy Cross" nel Worcester, Massachusetts, mal sopportando i severi insegnamenti dell'istituzione Gesuita. Frequentò anche la West Point (un'accademia militare), ma si ritirò dopo 18 mesi. Nel 1943 ottenne la laurea in psicologia dall'università dell'Alabama. Ottenne anche un dottorato (Ph.D.) in psicologia dall'università della California nel 1950. Divenne professore assistente a Berkeley (1950-1955), capo ricercatore alla Kaiser Foundation (1955-1958) e oratore in psicologia all'università di Harvard (1959-1963). Leary, successivamente, descrisse quegli anni in modo dispregiativo, scrivendo che fu "un anonimo impiegato istituzionale che ogni mattina guidava la propria auto fino al lavoro, in una lunga colonna di auto pendolari per poi tornare, ogni notte, a casa a bere martini... come molti milioni di borghesi, liberali, robot intellettuali".
L'esperienza psichedelica e la ricerca
Durante una vacanza in Messico, partecipando ad un rituale religioso dei Nativi Americani, provò dei funghi allucinogeni contenenti psilocybina (un alcaloide della famiglia della tryptamina contenuto in alcuni funghi quali la Psilocybe cubensis e la Psilocybe semilanceata), questa esperienza cambiò decisamente la sua vita. Appena tornò ad Harvard, nel 1960, Leary ed i suoi colleghi, fra i quali, il Dr. Richard Alpert, iniziarono a condurre ricerche sugli effetti della psilocybina e, successivamente, della LSD assieme agli studenti diplomati.

Il Dr. Leary argomentò che l'uso di LSD nei giusti dosaggi, set (le aspettative di chi si accinge a prendere una droga) e setting (l'ambiente e la situazione in cui si trova chi si accinge a prendere una droga), preferibilmente sotto la guida di un professionista, altererebbe i comportamenti in nuovi e benefici modi. I suoi esperimenti non produssero omicidi, suicidi, psicosi o bad trips. Alcuni degli obiettivi della sua ricerca furono trovare una migliore soluzione al problema dell'alcolismo ed un modo di riformare i criminali recidivi. Molti fra i partecipanti alle ricerche di Leary riferirono di profonde esperienze mistiche e spirituali che, sostennero, cambiarono le loro vite in modo molto positivo.
Leary e Alpert vennero licenziati da Harvard nel 1963. I loro colleghi furono turbati dalla natura delle loro ricerche e dei genitori molto influenti si lamentarono presso l'amministrazione dell'università riguardo alla distribuzione degli allucinogeni. Non ancora scoraggiati, i due si trasferirono presso una grossa villa di New York chiamata Millbrook per continuare i loro esperimenti. In seguito, Leary scrisse: "Ci consideriamo come degli antropologi del ventunesimo secolo che abitano in una capsula temporale situata negli oscuri anni '60. Su questa colonia spaziale, stiamo cercando di creare un nuovo paganesimo e una nuova dedizione alla vita quale arte."
"The Psychedelic Experience"
Sempre nel 1963, assieme a Ralph Metzner, scrisse un libro intitolato "The Psichedelic Experience" (L'Esperienza Psichedelica, ripubblicato nel 1993), apparentemente basato sul Libro Tibetano dei Morti (*), nel quale si legge:
"Un esperienza psichedelica è un viaggio verso nuovi reami di coscienza. La dimensione ed il contenuto dell'esperienza non hanno limiti, ed i suoi connotati caratteristici sono la trascendenza dei concetti verbali, delle dimensioni spazio-temporali e dell'ego o identità. Tali esperienze di coscienza espansa possono verificarsi in una varietà di modi: deprivazione sensoriale (ndr. vedere anche John C. Lilly[1] (http://deoxy.org/lilly.htm) e vasca di deprivazione sensoriale), esercizi yoga, meditazione disciplinata, estasi estetica o religiosa, oppure spontaneamente. Più recentemente sono diventate accessibili a tutti tramite l'ingestione di droghe psichedeliche quali psilocybina, mescalina, DMT, etc. Chiaramente, non è la droga a produrre l'esperienza trascendentale. Essa funge solamente come chiave chimica - apre la mente, libera il sistema nervoso dagli schemi e dalle sue strutture ordinarie. "
L'era di Millbrook terminò in seguito alle frequenti incursioni della FBI.
La diffusione degli psichedelici
Negli anni '60, diventò promotore della diffusione delle droghe alle masse. Sosteneva che le sostanze psicoattive fossero un dono della natura, in quanto nel cervello umano esistono dei neuroni la cui membrana viene eccitata tramite i recettori dedicati ad accogliere quei particolari stimoli, allo stesso modo in cui accade per i normali neurotrasmettitori. L'apertura della propria mente e l'esplorazione di essa tramite gli psichedelici, venivano viste da Leary come il futuro dell'evoluzione umana. In quel periodo, grazie anche alla diffusione in occidente di religioni e filosofie orientali, delle quali gli psichedelici promettevano di raggiungere uno stato simile all'estasi e alla grazia da esse descritte, le droghe si diffusero in modo impressionante. Per questo motivo, Leary realizzò alcuni manuali per spiegarne l'utilizzo in sicurezza. Nonostante tutto, Albert Hofmann, lo scopritore della LSD, non era affatto d'accordo con l'idea di Leary di promuovere indiscriminatamente l'utilizzo della LSD, preferendo invece un approccio molto più ponderato ed attento. Si stima che, dalla sua scoperta, fino 1970, la LSD sia stata utilizzata da quasi due milioni di americani.
Arresto ed evasione
A causa dei suoi atteggiamenti anticonformisti, venne dichiarato da Richard Nixon come "l'uomo più pericoloso degli Stati Uniti". Scattarono delle severe leggi antidroga. Ci fu un processo a sua insaputa e Leary fu condannato per possesso di droghe. Fuggì all'estero ma, nel 1965, fu arrestato ad un posto di blocco. Gli agenti trovarono nella sua auto una scatoletta d'argento contenente Marijuana (probabilmente della sua figlia diciottenne Susan). Leary, per proteggere la figlia, dichiarò che la sostanza era di sua proprietà. La pena fu straordinariamente alta (la più alta mai emessa per possesso di Marijuana) per un crimine di quel tipo: trent'anni di reclusione e 630.000 dollari di multa. Anche la figlia venne condannata a cinque anni di carcere. Quando giunse in prigione, gli fu dato un test psicologico che la prigione usava per assegnare ai reclusi il lavoro appropriato. Avendo creato egli stesso quel test, riuscì a dare le giuste risposte per ottenere un lavoro all'interno della biblioteca della prigione, dalla quale evase nove mesi più tardi.
Nel 1970, la Weather Underground Organization, dopo previo compenso, fece evadere Leary e lo trasportò clandestinamente, assieme a sua moglie Rosemary Woodruff Leary, al di fuori degli Stati Uniti, fino ad Algeri. Il piano di rifugiarsi assieme a Eldridge Cleaver delle Black Panther andò male e la coppia volò fino in Svizzera.
Dopo essersi separato da Rosemary, venne catturato in Svizzera e riportato negli Stati Uniti nel 1972. Lì cooperò con le indagini della FBI sulla Weather Underground, in cambio di una riduzione della pena (http://www.thesmokinggun.com/leary/leary.html).
[modifica]
"The Eight Circuits of Consciousness"
Leary, successivamente, propose il proprio modello di consapevolezza della mente (il famoso "Eight circuit model of consciousness [2] (http://deoxy.org/8circuit.htm)"), il quale suddivide la mente umana in otto diversi livelli, o circuiti, di consapevolezza. Secondo lui, la maggior parte della gente, nell'arco della propria vita, poteva accedere solamente ai primi quattro di questi circuiti. Gli altri quattro erano le proiezioni dell'evoluzione dei primi quattro e permettevano, fra le altre cose, di abituarsi alla vita nello spazio, oppure di espandere la consapevolezza in modo da agevolare ed ottenere futuri progressi scientifici e sociali. Leary suggerì che alcune persone avrebbero potuto "salire alle successive quattro marce" tramite la meditazione ed altri impegni spirituali. Leary citò come prova dello scopo dei quattro circuiti superiori la sensazione di volo e di movimento senza inibizioni provato dagli usufruitori di marijuana. Nel modello ad otto circuiti, una funzione teorica primaria del quinto circuito (il primo dei quattro superiori, sviluppato per la vita nello spazio esterno) è di permettere agli umani di abituarsi alla vita in ambienti dalla gravità ridotta o nulla. Altri benefici apportati dai quattro circuiti superiori, comprendevano: delle capacità empatiche superiori, la possibilità di viaggiare al di fuori del corpo (esperienze extra corporee, dette OOBE: Out Of Body Experiences), di riprogrammare la propria psiche, di dirigere in prima persona la propria evoluzione ed, infine, di prendere contatto con la "mente universale" (un concetto, solitamente identificato dalla dività indiana Brahma, molto comune nelle religioni e nelle filosofie dell'India).
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Leary e il mondo dello spettacolo
Durante la sua vita, Leary fu il soggetto di una canzone dei Moody Blues, "Legend of a Mind" che lo immortalò tramite le parole: "Timothy Leary's dead. No, no, he's outside looking in" (Timothy Leary è morto/La morte di Timothy Leary. No, no, è là fuori che ci guarda). Da notare come il "dead" sia un gioco di parole (e nemmeno l'unico contenuto in quel brano) e non si riferisca solamente ad una ipotetica morte di Leary, ma anche al famoso "Libro Tibetano dei Morti (Bardo Thodol) (*)" che in quel periodo venne tradotto o interpretato da vari studiosi e filosofi, fra i quali, appunto, Timothy Leary (v. "The Psichedelic Experience"). In Italia, la versione di Leary non è disponibile, ma si può trovare la, comunque ottima, versione di Robert A. F. Thruman (studioso di buddhismo e padre della famosa attrice Uma). Controversa ed opposta è la citazione nella canzone "The Seeker" degli The Who, nella quale, il protagonsita, alla ricerca di una sorta di verità universale dichiara: "I asked Timothy Leary, but he couldn't help me either" (Ho chiesto a Timothy Leary, ma non ha saputo aiutarmi nemmeno lui)".
Cercare di enumerare tutti gli artisti, in campo musicale e non, che lo hanno preso come fonte d'ispirazione è un impresa molto ardua. Aggiungiamo solamente un paio di band contemporanee: Tool, ed in particolare il loro leader, Maynard James Keenan è solito citare frasi famose di Leary, e Nevermore, che hanno dedicato a lui un brano ("Timothy Leary", appunto, sull'album "Nevermore"), hanno utilizzato titoli di due suoi saggi per, rispettivamente, un album (The Politics of Ecstasy) ed un brano (The Seven Tongues of God, contenuto in "The Politics...") e, generalmente, scrivono testi ispirandosi alla sua figura ed alle sue idee.
Fu padrino di Winona Ryder (vero cognome: Horowiz), i cui genitori, amici di Leary, vissero per lungo tempo in una comune della California, assieme ad altri hippie e beatnik. Il padre Michael, in particolare, si occupava della stesura della biografia di Leary e di altri personaggi della controcultura.
In varie occasioni, Leary flirtò con l'occulto e fu anche un membro dell'ordine degli Illuminati di Thanateros.
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Gli anni recenti: L'informatica, la cibercultura
Negli ultimi anni della sua vita, si dedicò allo sviluppo di software per computer assieme alla software house Futique Inc da lui fondata, con particolare attenzione alla realtà virtuale (egli stesso definiva il PC come "l'LSD degli anni '90"). Il videogame più famoso creato dalla Futique fu "Mind Mirror"(*), una sorta di simulatore/gioco di società tramite il quale il giocatore poteva esplorare la propria psiche e crearne una mappa. I gioco, sviluppato per Commodore 64 e PC-IBM, ora viene considerato "abandonware" ed è reperibile facilmente in internet. Nel 1992, aprì il suo sito Internet personale.Essendo una persona orientata vero il futuro, si sentì coinvolto nel filone letterario Cyberpunk. Esistono interviste incorciate fatte fra lui e William Gibson, uno dei padri di quel filone fantascientifico. Diventò promotore della fantascienza cyberpunk. Come ben spiegato nel suo libro "Caos e cibercultura", lui sosteneva come l'individuo dovesse essere l'unico pilota della propria esistenza, ed i protagonisti dei romanzi di quel genere, solitamente dei solitari (solitari, ma non isolati! costantemente a contatto con il resto del mondo, tramite il network) in lotta con le "autorità" rappresentano bene quel genere di ideale. Come spiegava lui stesso, la parola "cyber", deriva dal greco "kibernetes", che significa, appunto, "pilota", ed era utilizzato per i "piloti" delle imbarcazioni. Da qui, il concetto di "pilota della propria esistenza".
Gli ultimi anni, il rapporto con la morte
Nei mesi precedenti la sua morte, causata da un cancro alla prostata non operabile, Leary lavorò ad un libro intitolato "Design for Dying" (Progettare la morte). Il libro fu un tentativo di mostrare alla gente un modo nuovo di vedere la morte ed il morire.
I preparativi per "la partenza"
Per un certo numero di anni, Leary fu eccitato dalla possibilità di congelare il proprio corpo tramite la sospensione crionica. Essendo lui stesso uno scienziato, non credeva nella possibilità di venire resuscitato nel futuro, ma riconosceva l'importanza delle possibilità offerte dalla crionica ed era un difensore della scienza futura. Lo chiamava il suo "dovere come futurista" e aiutò a pubblicizzarla. Leary ebbe relazioni con due organizzazioni di crionica, la ALCOR (http://www.alcor.org/) originaria, e la sua discendente, CRYOCARE (http://www.cryocare.org/). Quando, nelle relazioni fra lui e le due compagnie, crebbe una grande sfiducia, Leary decise di far cremare il proprio corpo, cosa che fu, e di distrubiurlo alla famiglia ed agli amici.
Il giorno dell'addio
La morte di Leary, avvenuta intorno alle 6.30 del 31 maggio 1996 fu registrata su nastro per i posteri e catturò per sempre le sue ultime parole. Quella mattina si svegliò, il suo volto si mostrò sofferente per un attimo, poi si guardò attorno alla ricerca dei propri familiari. Riconobbe la sua ex moglie Rebecca, alla quale ammiccò, ed il figlio di sua moglie Barbara, Zachary. Si guardò ancora attorno e disse: "why?" (Perché?), si grattò la testa e disse "why not?". Pronunciò la frase ripetutamente, con intonazioni diverse: tristi, allegre, pensierose, interrogative. Ad un certo punto disse "esperanto", che in spagnolo significa "attesa", poi riprese a ripetere i "why not". Guardò Rosemary e le sussurrò "i love you" (ti amo), lei gli rispose allo stesso modo. Disse "why?" con un filo di voce ancora per un paio di volte, poi ricadde nel sonno profondo. La sua ultima parola, stando alla testimonianza di Zachary Leary, fu "beautiful" (stupendo).
Il nastro fu trasformato in un film. Il film fu chiamato "Timothy Leary's Last Trip" (L'ultimo viaggio di Timothy Leary) e i produttori calcarono sul suo desiderio iniziale per la preservazione crionica filmando segretamente una falsa decapitazione senza il permesso di Leary o della sua famiglia. Successivamente alla pubblicazione del film, i produttori rifiutarono di ammettere la falsità della scena, questo probabilmente, per generare aspettative e vendere più biglietti.
Dopo la sua morte, sette grammi delle ceneri di Timothy Leary furono raccolti dal suo amico al Celestis per venire poi spedite nello spazio su di un razzo che trasportava i resti di altre 24 persone inclusi Gene Roddenberry (creatore di Star Trek), Gerard O'Neill (fisico spaziale), Krafft Ehricke (scienziato missilistico), e altri.
Il suo mito
Il termine Timothy Leary tickets (biglietti di T.L.) è un soprannome affettuoso dato ai piccoli quadrati di carta assorbente (detti anche blotter) sui quali viene applicato lo LSD liquido. Si presume che sia perché tali cartellini offrono un "biglietto" per uno spettacolo completamente nuovo: un viaggio verso terre fino a questo momento inesplorate. Una curiosità: i fogli imbevuti di LSD, sono diventati anche oggetti da collezione, per via dei numerosi disegni (http://www.erowid.org/chemicals/lsd/lsd_images_gallery1.shtml) che vengono fatti su di essi. Alcuni di essi, mostrano ritratti di Tim Leary e molta gente andava da lui a farseli autografare ( http://www.erowid.org/chemicals/show_image.php?i=lsd/lsd_blotter_le... ).
Il suo sito non è stato più aggiornato dal 18 Novembre 1999 e, dalla primavera del 2003, presenta una schermata con scritto "Currently closed for renovation". Ad ogni modo, non è assolutamente difficile trovare informazioni su di lui in internet. La traccia che ha lasciato nella storia ed il fascino che suscita ancora la sua figura, hanno fatto in modo che la gente non lo dimentichi facilmente.



AsahiTimothyLeary.jpg - 19kB

Chica - 23-6-2005 at 15:49

caro prof io avrei lunedì l'esame di documentario ad arnesano...
non penso di dover avere problemi di accavallamento i esmi cmq ... meglio prevenire che curare... la informo anticipatamente nel caso dovessi avere dei problemi

Ela - 23-6-2005 at 18:38

http://www.intellibuddy.com una delle chatbot di maggior successo al mondo...è possibile interloquire con volti animati: non solo vi risponderanno per scritto, ma anche con la voce. potete scegliere tra figure femminili, maschili, di vari colori della pelle e di varie età. In questo caso però non si tratta di decidere se l’interlocutore è un essere umano o una macchina: lo sappiamo in partenza di parlare con un software!!!

jenny.jpg - 3kB

alice - 23-6-2005 at 18:51

A proposito di teatro e cibo

Il teatro nel '500 è strettamente legato all'arte culinaria, infatti ogni occasione importante (es. battesimi, matrimoni, occasioni ufficiali tipo nomine a cariche elevate) viene onorata con festeggiamenti, tanto più fastosi quanto riguardano personaggi dell'alta società(ricca borghesia o nobiltà o addorittura reali): in tutte le feste si usa allestire palchi su cui vengono rappresentate o commedie classiche (es. di Plauto o Terenzio) oppure di autori contemporanei. Spesso si tratta di rappresentazioni mitologiche, ispirate alle vicende degli dei e degli eroi.
Un matrimonio dell'alta società del te3mpo è quello per es. di Francesco Gonzaga e Isabella d'Este. Vengono commissionati oltre ad arazzi, tappeti, vestiti lussuosi, argenteria e stoviglie di ogni tipo e di ogni misura anche palchi, archi trionfali e macchine teatrali. Lo stesso matrimonio è rappresentazione teatrale, si pensi al baldacchino per la sposa in damasco bianco sostenuto da sei cavalieri.
Mentre si assiste alle rappresentazioni sui palchi, con i trionfi di Venere, Marte e Giove e per le strade tutte addobbate (ci sono per l'occasione delle fontane che zampillano vino invece dell'acqua) si svolgono fiaccolate e recite di epitalami, al banchetto nuziale vengono servite portate scenografiche. Piatti caldi e freddi decorati anch'essi con scene mitologiche.
Verdure farcite in modo da sembrare costruzioni architettoniche, Vivande speziate e colorate, per attirare l'occhio oltre che il gusto.
Al banchetto di nozze di Bona Sforza del 1511, altro esempio, (a Napoli, al Castel Capuano) vengono servite ben 29 portate di 50 vivande ciascuna. Dura nove ore e tra una portata e l'altra si può assistere a rappresentazioni teatrali.

alice - 23-6-2005 at 18:58

ancora io, per comunicare una delle tante mancanze riguardo l'esattezza degli orari:perchè la segreteria di Arnesano, telefonicamente, dichiara che l'esame di documentario sarà alle nove, mentre su Forum ho letto alle tredici? Quale l'orario giusto?

PROPONETE L'ORARIO.......E VI SARA' DATO!!!!!

Elenuccia - 23-6-2005 at 20:40

Quota:
Originariamente scritto da Devil
buongiorno prof
io il 27 ho tre esami tutti a arnesano.
st. della danza alle 9
st. del documentario alle 13 circa
e il vostro.

come posso fare?


Ciao Devil!!!
I miei ultimi interventi riguardavano l'accavallamento di alcuni esami. Il professore ci da la possibilità di spostare l il suo appello e di fornirgli l'orario a noi più congeniale.
Dato che anch'io ho 1 esame, a Lecce, quello di musica per film, ho proposto di fare "Informatica multimediale" verso MEZZOGIORNO!!!! A te andrebbe bene???? Tanti saluti

vi aspetto

carlo - 24-6-2005 at 09:42

domani alle 18 a galatina!

chi non ce la farà potrà fare l'esame a settembre
la sessione del 27 mattina ad arnesano
è centrata su chi s'impegnerà a galatina

devo riuscire a scaglionare l'esame
che parte dalle 9,30
e devo capire meglio anche x quelli del III anno)

saranno valutati al meglio gli interventi nel forum appena attivato su genius loci
http://www.geniusloci-salento.org/forum/viewtopic.php?pid=2#p2
intervernti concepiti come un blog: un diario...che rifletteranno sull'esperienza sul campo a galatina...
venite con gli interventi nel forum stampati

a proposito di privacy

Ale_pac - 24-6-2005 at 10:37

leggete bene il contenuto di questo fumetto.. incredibile!!!



silvietta84 - 27-6-2005 at 07:19

Quota:
Originariamente scritto da carlo
domani alle 18 a galatina!

chi non ce la farà potrà fare l'esame a settembre
la sessione del 27 mattina ad arnesano
è centrata su chi s'impegnerà a galatina

.....ma x chi fa l'esame a settembre, l'impegno o la partecipazione a galatina,sarà comunque tenuto in considerazione, vero prof???
......grazie.....

Thimoty Leary

silvietta84 - 27-6-2005 at 07:26

ciao devil!
molto interessante questo tuo intervento...sn rimasta molto colpita dalla storia di quest'uomo,di cui nn conoscevo neanke l'esistenza....ma volevo chiederti, il film è poi stato pubblicato??ed è possibile reperirlo??
grazie,e in bokka al lupo x gli esami!!
ciao!

complimenti professore Infante

Daniele Scarpa - 27-6-2005 at 08:22

Carissimo Prof.Carlo...sono Daniele Scarpa, ovviamente un suo alunno del 3°anno Stamms..ieri 26/06/05 ho avuto la fortuna di ricevere il suo messaggio da GeniusLoci4, e seguirie l'interessantissimo programma "Pellegrinaggio per autoradio"!Molto belle le colonne sonore con i suoni della natura,per non parlare dei ritmi che richiamavano il tarantismo della nostra zona,che accompagnavano brevi momenti di silenzio! Mi son piaciuti molto i versi di Vittorio Bodin, ma anche una sua frase, ossia:"...metterci in ascolto della natura!";forse perche presi dai ritmi della vita, nn riusciamo a godere delle bellezze naturali che abbiamo intorno!!!
una solo domanda o forse un dibbio da chiarire...!!! Ma cos'è in realtà Il Burattino da Viaggio(Kixcote)???
a presto...Daniele Scarpa (Stamms IIIanno)

Silvia - 27-6-2005 at 13:57


silvietta84 - 29-6-2005 at 09:42

Quota:
Originariamente scritto da Chica
cmq la verbalizzazione dell'esame di borrelli è stata fissata per il 30 giugno alle 15.00


skusate ragazzi,ma la verbalizzazione di domani, è stata fissata alle ore 15 o alle 8.30???
x favore fatemi sapere al + presto!!!
grazie...

per silvietta84

Devil - 1-7-2005 at 13:24

Per il film non ti so dire più di tanto.Ho provato a cercarlo............con esito negativo.
Per l'esame grazie..........il lupo me lo sono magnato.
Per Leary se ho novità ti faccio sapere.

Per chi è interessato forse c'è la possibilità di avere the sims 2...........sono 4 cd.

ciao a tutte...................by devil

ps sempre per silvietta84
visita il mio blog

http://devil666.blog.tiscali.it

esame

cleopatra - 7-7-2005 at 17:38

Prof.mi hanno detto che lei sarà ad arnesano per fare esami il 26 luglio.Ma è vero?

chi fa girare queste voci?

carlo - 7-7-2005 at 19:17

Quota:
Originariamente scritto da cleopatra
Prof.mi hanno detto che lei sarà ad arnesano per fare esami il 26 luglio.Ma è vero?




la prossima sessione sarà a settembre in data da definire

rimanete in contatto con il forum
c'è il blog della notte della taranta...

...! ? ! ...

pamela r. - 7-7-2005 at 20:40

ciao

TarantaVideoBlog

carlo - 27-7-2005 at 18:21

chi vuole partecipare batta un colpo



La Notte della Taranta 2005
12-27 agosto – Grecìa Salentina

TarantaVideoBlog
http://www.performingmedia.org/blog

a cura di Carlo Infante, Raffaella Rivi e Antonio Rollo/PerformingMediaLab
con la partecipazione di studenti dello STAMMS dell’Università di Lecce

Il VideoBlog della Notte della Taranta svolge la funzione semplice e costante del diario di bordo on line di un evento nell’arco del suo sviluppo, giorno per giorno.
Una serie di spettatori attivi segue il suo svolgersi per pubblicare direttamente le proprie impressioni nella forma della scrittura soggettiva di un diario personale supportata da agili videoclip che rilanceranno il gioco delle visioni personali, non giornalistiche.
Ogni intervento nel blog può accogliere i 'commenti' di qualsiasi altro spettatore espandendo così la sua natura di piattaforma collaborativa, ben oltre la multitask-force degli spettatori attivi del PerformingMediaLab.

Il VideoBlog è l’integrazione audiovisiva di un Blog, parola che deriva dal neologismo “weblog” e rappresenta uno dei fenomeni più significativi dello sviluppo di Internet dopo il crollo della new economy: esalta quella necessità di partecipazione diretta che la logica di chi credeva d'anteporre il mercato alla società delle reti ha sottovalutato.
Weblog significa Diario del Web e rappresenta l'opportunità di esprimere una scrittura soggettiva, partecipativa e connettiva che non presuppone particolare competenza telematica e non ha bisogno di passare attraverso la mediazione tecnica di un webmaster.
Tu cittadino, tu utente, tu spettatore puoi impugnare l'opportunità di scrivere traducendo la sfera soggettiva, locale, privata, del tuo pensiero-scrittura nello spazio globale, pubblico del web.
Sulla base di ciò l'idea antica (e perenne) dello sguardo teatrale come palestra d'empatia e quindi come palestra di 'cittadinanza', di condivisione dello spazio pubblico, può coniugarsi con la scrittura connettiva dei nuovi 'netizen', i cittadini della rete. Nella Società dell'Informazione il principio di cittadinanza riguarderà, infatti, sempre più la capacità di selezionare ed elaborare informazioni, piuttosto che consumarle.
Emblematiche in tal senso le esperienze attivate gia nel 1997 (tra le primissime in assoluto) a Torino nell’ambito della Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo e poi quelle promosse da Teatron.org, in vari altri ambiti, tra cui, nel 1999, quella realizzata alla Biennale Teatro di Venezia, su http://www.teatron.org/diario, fino alla più recente realizzata al Mittelfest di Cividale del Friuli http://www.teatron.org/blog.


conferenza stampa

carlo - 22-8-2005 at 01:59

del TarantaVideoBlog

http://www.performingmedia.org/blog

lunedi 22.08 alle ore 12 al Palazzo Adorno di fronte alla Provincia

chi viene?
chi partecipa on line?

informazioni esame

Rock - 1-9-2005 at 14:29

Salve Professore,
volevo gentilmente chiederle quando sarà il prossimo esame e su cosa sarà incentrato. Posso sostenerlo anche senza aver partecipato a Galatina? Purtroppo in quel periodo ho avuto dei problemi. La ringrazio.

Maya

Devil - 4-9-2005 at 17:24

cerco qualcuna che mi sappia dire qualcosa sul programma maya e magari abbia il manuale......................
ciao

carlo - 5-9-2005 at 17:32

Quota:
Originariamente scritto da Rock
Salve Professore,
volevo gentilmente chiederle quando sarà il prossimo esame
<<<
la data la devo ancora fissare
segui il forum la indicherò qui a giorni!
<<<
e su cosa sarà incentrato.
<<<
i libri in bibliografia
i miei in particolare
e i nodi teorici emersi nel forum

non sarebbe male una riflessione sul Taranta VideoBlog...
<<<

Posso sostenerlo anche senza aver partecipato a Galatina? Purtroppo in quel periodo ho avuto dei problemi. La ringrazio.


certo
solo quella sessione di giugno aveva quella condizione

appelli

carlo - 9-9-2005 at 17:10

La data individuata
Per gli appelli è quella del 27 settembre

Ore 9
Informatica Multimediale (Ipermedia e Teatro)

Ore 11
Epistemologia delle Pratiche Artistiche (Drammaturgia dell'Interattività)


Il giorno in cui non si compra

Rock - 16-9-2005 at 10:59

Qualche giorno fa, esattamente mercoledì 14, si è svolto uno sciopero della spesa. La protesta è durata 5 minuti, dalle 11.30 alle 11.35. Tutto cio' mi ha fatto venire in mente il "Giorno in cui non si compra" (Buy Nothing Day) inventato dal collettivo canadese ADBUSTERS. Nel 1992 è stato lanciato il Buy Nothing Day, una giornata di disintossicazione per fermarsi a riflettere: un’occasione preziosa per mettere in discussione il nostro ruolo nel funzionamento del sistema e per scoprire come sia possibile divertirsi e stare bene anche senza comprare nulla. Una giornata dedicata a tutto tranne che alle compere, per rendere concreto il dissenso verso il consumismo e smascherare le bugie di chi usa ogni mezzo per convincerci che l’unica via per uscire dalla crisi è tenere alti i consumi. Leggendo il libro ho scoperto proprio che gli Adbusters sono dei demolitori della pubblicità, distorcendo lo slogan per creare messaggi differenti. Volevo chiedere al prof. se è giusto il mio accostamento degli Adbuster allo sciopero di mercoledì e se in Italia esistono organizzazioni di questo tipo? Sarebbe grande bloccare anche un po' il mercato italiano! Rock!

buy.bmp - 167kB

Rock - 16-9-2005 at 11:03



buynothingday1.jpg - 21kB

sara

cleopatra - 18-9-2005 at 22:48

Un' altra immagine dal film "Sin City"

Bruce Willis e Robert Rodriguez.jpg - 12kB

cleopatra - 19-9-2005 at 12:34

Questa estate ho visto insieme alle mie amiche gli ultimi film d’animazione come “L’era glaciale”, “Shark tale”, “Alla ricerca di Nemo”, “Gli incredibili”, “Madagascar”. Indubbiamente sono stati fatti passi da gigante nel campo dell’animazione, tanto che si è istituita anche una categoria per questi film da premiare con l’Oscar. Per quanto riguarda uno di questi, che non ho visto, ma di cui ho sentito parlarne benissimo è stato “Shrek 2”. Si comincia come per i film d’animazione tradizionali, disegnando su carta i primi schizzi. Ma prima di arrivare ai personaggi definitivi sul grande schermo la strada è molto lunga.
L’idea del soggetto viene analizzata fino a raggiungere la sceneggiatura definitiva. Poi questa viene trasformata in storyboard. Ma a differenza che nei film con attori in carne ed ossa, il doppiaggio è realizzato prima di girare il film. Le voci danno spessore e personalità ai protagonisti. E i disegnatori dei personaggi s’ispirano al timbro e all’aspetto dei doppiatori. Così Shrek è doppiato da Mike Myers (lo 007 di Austin Powers), Fiona da Cameron Diaz, Ciuchino da Eddy Murphy , il principe azzurro ha l’accento inglese di Rupert Everett invece il Gatto con gli stivali quello spagnolo di Antonio Banderas. Poi i disegnatori illustrano il mondo da creare. I disegni sono passati al reparto modellazione: ogni cosa e personaggio viene trasformato in scultura. Sulla superficie delle sculture viene tracciata una griglia di punti, letta con una penna ottica collegata al computer. I punti reali diventano così punti virtuali che compongono i personaggi come manichini 3D. Essi sono dotati di snodi per il movimento, muscoli, massa e pelle virtuali. Gli animatori iniziano a dar vita ai personaggi; poi vengono rivestiti dal reparto addetto alle texture, la scena viene illuminata, aggiunti elementi che non sono arredi o personaggi, come fiamme, acqua, fumo, neve nebbia. Centinaia di computer, eseguano il rendering, cioè l’immagine finale, traducendo nel fotogramma tutte le informazioni. Alla fine la colonna sonora e gli effetti sonori vengono aggiunti all’immagine e il film è pronto.


creazione shrek 2.jpg - 43kB

lezioni

Devil - 19-9-2005 at 14:36

sono cominciate le lezioni?e il calendario dove lo trovo,su quale sito?

ciao.

IMPORTANTE

carlo - 19-9-2005 at 15:23

Quota:
Originariamente scritto da cleopatra
Questa estate ho visto insieme alle mie amiche gli ultimi film d’animazione come “L’era glaciale”, “Shark tale”, “Alla ricerca di Nemo”, “Gli incredibili”, “Madagascar”. Indubbiamente sono stati fatti passi da gigante nel campo dell’animazione, tanto che si è istituita anche una categoria per questi film da premiare con l’Oscar. Per quanto riguarda uno di questi, che non ho visto, ma di cui ho sentito parlarne benissimo è stato “Shrek 2”. Si comincia come per i film d’animazione tradizionali, disegnando su carta i primi schizzi. Ma prima di arrivare ai personaggi definitivi sul grande schermo la strada è molto lunga.
L’idea del soggetto viene analizzata fino a raggiungere la sceneggiatura definitiva. Poi questa viene trasformata in storyboard. Ma a differenza che nei film con attori in carne ed ossa, il doppiaggio è realizzato prima di girare il film. Le voci danno spessore e personalità ai protagonisti. E i disegnatori dei personaggi s’ispirano al timbro e all’aspetto dei doppiatori. Così Shrek è doppiato da Mike Myers (lo 007 di Austin Powers), Fiona da Cameron Diaz, Ciuchino da Eddy Murphy , il principe azzurro ha l’accento inglese di Rupert Everett invece il Gatto con gli stivali quello spagnolo di Antonio Banderas. Poi i disegnatori illustrano il mondo da creare. I disegni sono passati al reparto modellazione: ogni cosa e personaggio viene trasformato in scultura. Sulla superficie delle sculture viene tracciata una griglia di punti, letta con una penna ottica collegata al computer. I punti reali diventano così punti virtuali che compongono i personaggi come manichini 3D. Essi sono dotati di snodi per il movimento, muscoli, massa e pelle virtuali. Gli animatori iniziano a dar vita ai personaggi; poi vengono rivestiti dal reparto addetto alle texture, la scena viene illuminata, aggiunti elementi che non sono arredi o personaggi, come fiamme, acqua, fumo, neve nebbia. Centinaia di computer, eseguano il rendering, cioè l’immagine finale, traducendo nel fotogramma tutte le informazioni. Alla fine la colonna sonora e gli effetti sonori vengono aggiunti all’immagine e il film è pronto.


capisco il desiderio di pubblicare
ma
ti prego
questo forum riguarda l'attività didattica
e x quanto mi riguarda
puoi anche parlare di Shrek ma devi trovare la chiave che lo colleghi alle mie teorie
( è possibile)

e poi
IMPORTANTE
l'altro messaggio ha scassato il forum
immagini troppo grandi
toglile e o riducile
o sarò costretto a cancellarle!
grazie

Warwalking e Wardriving

Rock - 20-9-2005 at 11:36

Leggendo il libro mi ha colpito molto il fenomeno del WARWALKING e approfondendo l'argomento ho scoperto anche che esiste il fenome del WARDRIVING. I termini, curiosi, di warwalking ("wonder and walking") e di wardriving - l'equivalente in macchina - derivano dal termine underground 'wardialing' (scansione continua di numeri telefonici tramite l'utilizzo di programmi appositi per scoprire sistemi informatici e centralini non protetti al fine di individuare una linea telefonica utile da utilizzare).
La seconda parte dell'acronimo, "walking" e "driving", evidenzia semplicemente il movimento necessario per non farsi intercettare.
Questo fenomeno è al tempo stesso moda, passaparola e guadagno.

Come in ogni moda, ci si sente legittimati a seguire un certo comportamento, senza paura delle possibili conseguenze legali; in quanto passaparola, chi oggi non è in grado di inserirsi in una rete wireless potrebbe essere in grado di riuscirci forse già domani. Il wardriving è inoltre guadagno, poiché si può navigare senza spendere un centesimo.
Così navigare a spese del vicino è il nuovo passatempo.
Camminando sotto casa, fuori dall'ufficio possiamo imbatterci in simboli strani : dei veri graffiti che evidenziano la presenza di un area di free internet. Essi sono chiari segnali lasciati dai warwalkers per avvertire della presenza di rete non protette, da condividere gratuitamente.
Una tribù underground che cerca le reti insicure e le segnala con un linguaggio sconosciuto alle persone comuni.
Ecco qui una foto che ho trovato che testimonia questi segnali. Pero' non ho capito se questo fenomeno è diffuso solo negli USA oppure anche da noi qui in Italia.


inside3_1.jpg - 13kB

cleopatra - 20-9-2005 at 13:54

Il performance capture è una versione assai avanzata del motion capture, adottato per riprodurre con il massimo di verosimiglianza i movimenti del corpo umano; ogni muscolo dell’attore viene registrato fino a fornire una sorta di ideale banca dati completa delle possibilità espressive del suo corpo. Questa nuova tecnologia consente di muoversi a 360° nella scena e di poter scegliere all’interno di una vasta gamma di prospettive e profondità. All’inizio questa tecnica fu utilizzata per il Gollum de il “Signore degli anelli” e per Jar-Jar Binks di “Star Wars”, qualche mese fa per il personaggi creati da Tom Hanks nel film “Polar Express” del regista Robert Zameckis, che aveva già per primo iniziato a sperimentare questa tecnologia con la combinazione di un coniglio a cartoni animati e di esseri viventi in “Chi ha incastrato Roger Rabbit?” e poi sempre con Tom Hanks in “Forrest Gump”.

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teorie di Performing Media

carlo - 20-9-2005 at 15:54

Quota:
Originariamente scritto da cleopatra
Il performance capture è una versione assai avanzata del motion capture, adottato per riprodurre con il massimo di verosimiglianza i movimenti del corpo umano; ogni muscolo dell’attore viene registrato fino a fornire una sorta di ideale banca dati completa delle possibilità espressive del suo corpo. Questa nuova tecnologia consente di muoversi a 360° nella scena e di poter scegliere all’interno di una vasta gamma di prospettive e profondità. All’inizio questa tecnica fu utilizzata per il Gollum de il “Signore degli anelli” e per Jar-Jar Binks di “Star Wars”, qualche mese fa per il personaggi creati da Tom Hanks nel film “Polar Express” del regista Robert Zameckis, che aveva già per primo iniziato a sperimentare questa tecnologia con la combinazione di un coniglio a cartoni animati e di esseri viventi in “Chi ha incastrato Roger Rabbit?” e poi sempre con Tom Hanks in “Forrest Gump”.


bene
così ci siamo!
questo è il modo x trattare delle cose che ti piacciano entrando in relazione con le mie teorie di Performing Media

File-Sharing

Rock - 21-9-2005 at 11:20

Il File-Sharing è un esempio di Net-Attivismo, un modo per aggirare la privacy. Programmi di File-sharing, (letteralmente: condivisione di file) sono utilizzati direttamente o indirettamente per trasferire file da un computer ad un altro su Internet. Io sono un po' contrario all'utilizzo di questi programmi (anche se anche io ho scaricato film e mp3), ma penso a quanti gruppi musicali non riescono a vendere più dischi. Non mi riferisco ai grandi della musica perchè loro di soldi ce ne hanno abbastanza.Ma intendo quei piccoli gruppi che vendono già poco. Faccio questa osservazione perchè anche io suono in un gruppo (la batteria) e penso come non sarebbe giusto regalare i brani così. Sono anche sfavorevole ai prezzi troppo alti de CD e sono + favorevole alla vendita dei brani in rete ad un prezzo molto + accessibile. Questa suluzione penso sia una giusta via di mezzo. Comunque penso che niente vale più di un CD originale!

3kili - 22-9-2005 at 13:22

SALVE PROF!!!!
volevo sapere se è possibile "prenotarmi "per l'esame del 27/09 attraverso il forum senza dover andare fino ad arnesano solo per consegnare lo statino?e poi volevo sapere se gli studenti che sn andati a galatina per il genius loci e non hanno potuto sostenere l'esame a giugno, sono comunque considerati per aver partecipato a quell'esaperienza?grazie
a presto

silvietta84 - 22-9-2005 at 13:26

Quota:
Originariamente scritto da Rock
Il File-Sharing è un esempio di Net-Attivismo, un modo per aggirare la privacy. Programmi di File-sharing, (letteralmente: condivisione di file) sono utilizzati direttamente o indirettamente per trasferire file da un computer ad un altro su Internet. Io sono un po' contrario all'utilizzo di questi programmi (anche se anche io ho scaricato film e mp3), ma penso a quanti gruppi musicali non riescono a vendere più dischi. Non mi riferisco ai grandi della musica perchè loro di soldi ce ne hanno abbastanza.Ma intendo quei piccoli gruppi che vendono già poco. Faccio questa osservazione perchè anche io suono in un gruppo (la batteria) e penso come non sarebbe giusto regalare i brani così. Sono anche sfavorevole ai prezzi troppo alti de CD e sono + favorevole alla vendita dei brani in rete ad un prezzo molto + accessibile. Questa suluzione penso sia una giusta via di mezzo. Comunque penso che niente vale più di un CD originale!


ciao rock!!!
skusami ma m trovo in disakkordo kn te riguardo a qnto dici sul file sharing!!!
qsto x 2 motivi:
-Il primo sikuramente d karattere ekonomiko!!
Condividendo file in internet si ha la possibilità d skarikare kn soli 40 euro al mese una quantità illimitata d album musikali o dvd...se io volessi acquistare in un mese 10 cd da un negozio d musika spenderei + o - 250 euro (considerato ke oggi il prezzo d un cd varia dai 20 ai 30 euro...)..e un notevole risparmio nn kredi??
Certo kapisko ke x "voi" musicisti qsta è una grande xdita a livello ekonomiko ma pensate a ki, km me, è appassionato d musika,cinema e qnt'altro e nn ha la possibilità d koltivare le sue passioni a kausa dei prezzi esageratamente alti imposti dalle kase diskografike e dalla SIAE!!!
-In sekondo luogo x me la musika è grande fonte d arrikkimento kulturale...kn il file-sharing ho la possibilità d skarikare musika da user d ogni parte del mondo...albums ke sikuramente nn troverei kosì facilmente rekandomi in un negozio d musika nella mia città!!
X qsti motivi sn assolutamente favorevole al fenomeno del file-sharing e sn x il net-attivismo al 100%!!

si

carlo - 22-9-2005 at 13:28

Quota:
Originariamente scritto da 3kili
SALVE PROF!!!!
volevo sapere se è possibile "prenotarmi "per l'esame del 27/09 attraverso il forum senza dover andare fino ad arnesano solo per consegnare lo statino?
<<<
ok
visto che mi sono trovato spesso
all'esame studenti
che non avevano presentato lo statino:
fallo il giorno stesso!
<<<

e poi volevo sapere se gli studenti che sn andati a galatina per il genius loci e non hanno potuto sostenere l'esame a giugno, sono comunque considerati per aver partecipato a quell'esaperienza?grazie
a presto


si
lo considero come un valore (non uso la parola "credito" xkè fa confiusione)

file-sharing

Rock - 23-9-2005 at 08:12

Ho Capito Silvia le tue motivazioni, ma se ti piace veramente la musica non pensi come perdono di qualità i file scaricati da internet??? e poi non penso che tu davvero in un mese compri 10 cd. Almeno io compro cd di gruppi che mi piacciono veramente. Non compro musica solo per fare una collezione. So benissimo che l'iva dei cd è altissima (solo in Italia questo ) e infatti ho detto che sarebbe meglio vendere brani a un prezzo minore anche su internet. Ma almeno per quei gruppi che a te piacciono 15 euro si possono anche spendere. Una serata in un pub costa almeno 10 euro e non penso che per un cd non si possa sacrificare una serata in un locale. Poi per le rarità, per le "chicche" musicali, introvabili nei comuni negozi, si puo' fare uno strappo alla regola! Non lo so, forse il mio ragionamento è sbagliato, ma il mio legame con la musica mi fa pensare in questo modo.

joey - 23-9-2005 at 11:25

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Originariamente scritto da carlo
La data individuata
Per gli appelli è quella del 27 settembre

Ore 9
Informatica Multimediale (Ipermedia e Teatro)

Ore 11
Epistemologia delle Pratiche Artistiche (Drammaturgia dell'Interattività)

[/quote

salve professore, le avevo mandato una mail per chiederle delle informazioni su cosa dovrei preparare per poter presentarmi all'appello del 27 e lei mi ha risposto rimandandomi al''interno del forum.Devo scegliere uno degli argomenti citati per svilupparlo in modo individuale?uno per ogni suo libro, per sostenere entrambe gli appelli?la ringrazio anticipatamente per una sua eventuale risposta.

chi fa l'appello del II anno non può fare anche quello del III

carlo - 23-9-2005 at 11:53

Quota:
Originariamente scritto da joey
Quota:
Originariamente scritto da carlo
La data individuata
Per gli appelli è quella del 27 settembre

Ore 9
Informatica Multimediale (Ipermedia e Teatro)

Ore 11
Epistemologia delle Pratiche Artistiche (Drammaturgia dell'Interattività)

[/quote

salve professore, le avevo mandato una mail per chiederle delle informazioni su cosa dovrei preparare per poter presentarmi all'appello del 27 e lei mi ha risposto rimandandomi al''interno del forum.Devo scegliere uno degli argomenti citati per svilupparlo in modo individuale?
<<<
esatto
individua uno dei temi (che io ho condiviso: come vedrai sono in molti a metter dentro tutto ciò che desiderano...
valgono come TEMI quelli a cui ho dato un output
<<<

uno per ogni suo libro, per sostenere entrambe gli appelli?la ringrazio anticipatamente per una sua eventuale risposta.


l'ideale è che tu abbia letto ambedue i miei libri
ma non è fondamentale

se tra gli altri indicati ne hai letto qualcuno ben venga!
acquisterai punti

e infine
importante
chi fa l'appello del II anno non può fare anche quello del III

file - sharing2

silvietta84 - 23-9-2005 at 15:00

Quota:
Originariamente scritto da Rock
Ho Capito Silvia le tue motivazioni, ma se ti piace veramente la musica non pensi come perdono di qualità i file scaricati da internet??? e poi non penso che tu davvero in un mese compri 10 cd. Almeno io compro cd di gruppi che mi piacciono veramente. Non compro musica solo per fare una collezione. So benissimo che l'iva dei cd è altissima (solo in Italia questo ) e infatti ho detto che sarebbe meglio vendere brani a un prezzo minore anche su internet. Ma almeno per quei gruppi che a te piacciono 15 euro si possono anche spendere. Una serata in un pub costa almeno 10 euro e non penso che per un cd non si possa sacrificare una serata in un locale. Poi per le rarità, per le "chicche" musicali, introvabili nei comuni negozi, si puo' fare uno strappo alla regola! Non lo so, forse il mio ragionamento è sbagliato, ma il mio legame con la musica mi fa pensare in questo modo.



rock..tra le kose ke ho skritto ieri ho dimentikato d dire ke la tua proposta d vendere musika in rete a kosti inferiori non sarebbe male...e spero ke un giorno si possa attualizzare..ma nn so se akkadrà mai, visto ke cmq sn stati già fatti tentativi in tal senso ma i prezzi nn sn kalati poi d molto..
inoltre io nn m intendo d musika(anke se m piacerebbe), sn sl una askoltatrice..niente d +, qndi x me una kanzone skarikata in rete nn perde d qualità..penso al massimo ke siano i films qualitativamente + skadenti, ma nn tutti.. e poi nn ho mai komprato 10 cd in un mese...quello era un esempio..certo xò ke se ne avessi la possibilità lo farei!!!
E un'ultima kosa: i cd hanno un kosto variabile...ke va anke dai 5 euro..x cd d vekkia data e può arrivare a 30(e nn sl) euro x le nuove uscite...qndi nn s tratta d risparmiare le 10 euro della serata al pub..
X konkludere il tuo ragionamento nn è affatto errato..nn ho mai detto qsto, abbiamo sl pareri differenti ed io ho espresso il mio..tutto qui..
a presto!!!!

performing media

silvietta84 - 24-9-2005 at 14:25

ho trovato il libro "Performing media" davvero molto interessante, così, appena finito d leggerlo m sono data da fare x cerkare in internet un pò d informazioni, inerenti soprattutto all'edutainment e al rapporto tra skuola e nuove tecnologie!!
Ho avuto modo d skoprire ke x questo nuovo anno skolastiko sn stati lanciati molti progetti x quanto riguarda l'utilizzo di computer e internet nelle skuole italiane, sia medie ke superiori e mi ha fatto molto piacere skoprire ke questi nuovi progetti sono stati promossi sia al nord ke al sud-italia!!
Nel nostro paese si procede, anke se a pikkoli passi..Ma ho trovato una notizia alquanto skoncertante d un progetto attuato in un rivoluzionario liceo in Arizona e ke riporto qui di seguito:

Arizona: al liceo senza più libri, in aula solo computer
di Alessandro Giuliani
In un istituto in Arizona per il prossimo anno scolastico non ci sarà più spazio per dispense su carta e libri di testo se non in biblioteca: dall’inizio di settembre ad ognuno dei 350 studenti frequentanti verrà consegnato un computer portatile dotato di scheda wireless per navigare in internet e ricevere attraverso la rete interna tutto il materiale didattico necessario. Anche i docenti privati dei testi tradizionali.
Largo al computer, via del tutto i libri di testo. Non è una provocazione, ma la decisione presa dal corpo docente di un liceo statunitense che per il prossimo anno scolastico ha deciso di far sparire dai banchi dispense su carta, libri di testo o riviste didattiche tradizionali: dall’inizio di settembre ad ognuno dei 350 studenti frequentanti la scuola media superiore verrà consegnato un computer portatile dotato di scheda wireless (priva cioè di fili elettrici o telefonici) per navigare in internet e ricevere attraverso la rete interna tutto il materiale didattico necessario.
Il rivoluzionario liceo si trova alle porte di Tucson, in Arizona, e si chiama Empire High Schoole. Gli studenti, attraverso una sorta di rete intranet, riceveranno i compiti da fare e i link a cui collegarsi per studiare e risolvere problemi didattici. In aula quindi non ci sarà più spazio per i libri e la penna con cui prendere appunti: i contenuti didattici verranno affrontati solo tramite tastiere e modem. L’unico modo per consultare i libri sarà quello di recarsi di persona in biblioteca oppure, naturalmente, a casa.
In pochi giorni l’iniziativa sta riscuotendo enorme popolarità. L’idea di abolire il materiale didattico cartaceo, anche se dagli esiti formativi ancora poco prevedibili, dal punto di vista dell’immagine sta avendo risultati che vanno probabilmente al di là delle aspettative: l’High Schoole rappresenta infatti la prima scuola superiore al mondo completamente digitalizzata e questa sorta di record tecnologico sta facendo il giro della terra. Altri istituti avevano infatti sino ad oggi tentato un approccio formativo così innovativo ed incentrato “duramente” sulle nuove tecnologie: nessuno però, come la scuola in Arizona, aveva sinora pensato di sottrarre i libri di testo oltre che agli studenti anche ai docenti impegnati durante tutte le lezioni.
Entusiasta del progetto la preside del liceo, Cindy Lee: “l’affidamento di un pc portatile ad ogni allievo ci permetterà di utilizzare molte più informazioni aggiornate. Si tratta di un modello formativo che prima non era possibile adottare, perchè i libri diventavano obsoleti molto velocemente”.
Resta ora da vedere quali saranno le conseguenze sui risultati puramente formativi. Come reagiranno gli studenti di fronte ad un cambiamento formativo così radicale? Se è vero, come hanno dimostrato recenti ed autorevoli studi proprio di stampo statunitense, che apprendere dal computer affatica la vista tre volte di più che farlo tramite testi tradizionali non c’è il rischio di andare incontro ad una disaffezione alla lettura? E cosa faranno studenti e docenti poco avvezzi con l’ambiente digitale ed internet? Di sicuro a scuola si annunciano tempi sempre più difficili per chi non saprà districarsi con pc ed on line. Difficile però pensare che il libro su carta, con tutti i suoi indiscutibili vantaggi di apprendimento, possa essere messo nel dimenticatoio.


cyber-performance

silvietta84 - 24-9-2005 at 15:40

Un'altro punto su cui ho fokalizzato le mie ricerke è quello riguardante le cyber- performance!!
Ho visitato alcuni siti riguardanti i + noti rappresentanti di questo "movimento", se così si può kiamare, da Marcel Li Antunez Roca ai La Fura dels Baus, ai Magazzini Criminali fino a quello ke mi ha + colpito: Stelarc!!
Allego qui una sua breve descrizione + una pikkola intervista e alkune immagini ke lo rappresentano durante le sue spettacolari performance.

Il corpo interfaccia
intervista con Stelarc
di Fabio Paracchini

Stelarc è probabilmente il più importante body-artist al mondo. Australiano d'origine cipriota, ha utilizzato strumenti medici, protesici, sistemi di realtà virtuale e Internet per esplorare, estendere e amplificare i parametri operativi del corpo; ha filmato all'incirca 2 metri del proprio spazio fisico interno (polmoni, stomaco, colon) con una scultura-sonda, Si è sospeso a sistemi di uncini conficcati nella propria carne per 25 volte tra il 1976 e il 1988. Ha messo in scena delle performance con una terza mano, con un braccio virtuale e con un corpo virtuale. Lavori come Ping Body e Parasite mettono alla prova le nozioni di sistemi nervosi esterni, estesi e virtuali collegando il corpo dell'artista a Internet.
Nel 1995 Stelarc ha ricevuto una borsa di studio triennale dalla Commissione australiana per le arti visive. Nel 1997 è stato nominato professore onorario di arte e robotica alla Carnegie Mellon University. Al momento è consulente alla ricerca per la Nottingham/Trent University.

Stelarc
Nelle performance del passato il corpo si è messo in scena con tecnologie aggiunte (la Terza Mano, attivata con segnali elettromotori), con tecnologie inserite (la "Stomach Sculpture", un meccanismo che si autoillumina, emette suoni, si apre e si chiude, si estende e si contrae all'interno dello stomaco) e collegato alla Rete (il corpo viene posseduto e attivato in remoto da persone che si trovano in altri luoghi). Il corpo è stato espanso, invaso e ora diviene un ospite, un host, non solo di tecnologie ma anche di agenti remoti. Come Internet fornisce modalità estese e interattive di mostrare, collegare e recuperare informazioni e immagini, ora potrebbe consentire modalità inattese per accedere, interfacciare e caricare (uploading) il corpo stesso. Internet, anziché soddisfare antiquati desideri metafisici di disincarnazione, offre strategie potenti, individuali e collettive per proiettare la presenza del corpo ed estrudere la coscienza del corpo. Internet non accelera la scomparsa del corpo e la dissoluzione del sé; piuttosto genera nuovi collegamenti fisici collettivi e una taratura telematica della soggettività. L'autenticità del corpo qui non è dovuta alla coerenza della propria individualità ma piuttosto alla molteplicità degli agenti collaborativi. Ciò che diviene importante non è soltanto l'identità del corpo, ma la sua connettività; non la sua mobilità o la sua collocazione, ma la sua interfaccia…

Come sarà allora il tuo corpo tra dieci anni?

Stelarc
Be'… molto più vecchio, soprattutto
(Stelarc esplode nella sua tipica risata tuonante)

E poi?

Stelarc
Dieci anni sono troppo pochi. Sarà interessante vedere come saranno i nostri corpi tra cento, duecento anni, con gli effetti di innesti tecnologici e protesici temporanei e permanenti e con l'utilizzo di medicinali e trattamenti che allungheranno le nostre vite. Ma forse dovresti chiederlo a uno scrittore di fantascienza. Io non sono tanto interessato a cercare di indovinare quanto muterà il nostro corpo nel futuro, perché come artista ciò che voglio è creare delle interfacce specifiche, mostrare il mio corpo come scultura, come scultura vivente. Il mio lavoro non consiste nel fare predizioni sul corpo del futuro, ma piuttosto nella costruzione di interfacce reali, nel mettere in atto un rapporto che di solito non si ha con la tecnologia, con effetti a volte prevedibili e a volte no, ma certo non faccio alcuna previsione di tipo fantascientifico.

Tu hai comunque seguito molto da vicino la rivoluzione tecnologica (e in particolare quella delle tecnologie elettroniche e multimediali) in questi ultimi decenni, dagli anni Settanta in poi. Vedi al momento una nuova tecnologia, una tecnologia emergente che potrebbe entrare a far parte del tuo lavoro?

Stelarc
Questo è un genere di problema che in realtà non mi interessa particolarmente. Io ho usato sistemi di realtà virtuale, sistemi di medical imaging e di ingegneria robotica per cercare di dare una risposta a una domanda: cosa significa essere un corpo? Cosa significa fare parte di un sistema-cyborg? Non mi interessa pensare a cosa succederà in futuro. Non faccio una ricerca metodica - perlomeno non in senso scientifico. Uso solo quello che mi serve.

Ma nel tuo lavoro t'interessa di più esplorare nuove possibilità per un corpo mutato o mettere in atto meccanismi inediti di percezione del corpo?

Stelarc
Sono due elementi che devono sempre coesistere. Nuove esperienze per il corpo significano immagini che mostrano il corpo in modo nuovo e differente. Credo che l'idea di corpo non sia semplicemente quella di un'unità biologica, ma piuttosto di un corpo con molte estensioni, aggiunte protesiche, estrusioni mediatiche e di rete.






06new2.jpg - 52kB

stelarc 2..

silvietta84 - 24-9-2005 at 15:48



01.jpg - 32kB

stelarc 3

silvietta84 - 24-9-2005 at 15:55



stelarc.jpg - 49kB

dovresti cercare meglio in internet...

carlo - 24-9-2005 at 22:05

Quota:
Originariamente scritto da silvietta84
Un'altro punto su cui ho fokalizzato le mie ricerke è quello riguardante le cyber- performance!!
Ho visitato alcuni siti riguardanti i + noti rappresentanti di questo "movimento", se così si può kiamare, da Marcel Li Antunez Roca ai La Fura dels Baus, ai Magazzini Criminali fino a quello ke mi ha + colpito: Stelarc!!
...



benissimo
ma dovresti cercare meglio in internet...
e se avessi letto il mio libro x Bollòati Boringhieri
avresti trovato la riedizione di un articolo che scrissi nel 1997...
troivi dei riferimenti nell'altro libro "Performing Media"
e vai qui
http://www.idra.it/cyberia/ScenaImm.htm
sono testi scritti tra il 1995 e 1997

ultima cosa Stelarc l'ho invitato io (con il gruppo di studio AGAVE) per la prima volta, nel 1997 a Milano

dopotutto l'esame lo fai con me
e non con Paracchini
che allora m'intervistò...

trovo comunque interessante
il tuo interessamento x la cyberperformance
(termine che ho coniato in un articolo su Virtual nel 1996)
anche se mi sono distaccato molto da quelle esperienze

altra cosa: sapete che ho fatto arrivare Antunez, con "Afasia", a Lecce 3 anni fa?
Il Palazzo dei Celestini si divise cruentemente...

belle le immagini, brava
anche se quelle delle "fachirate" mandano fuori pista

infine
c'eri a lezione quando ho fatto vedere il cd-rom
"E-Motion"?
ne parlo comunque nel mio ultimo libro
lì ci sono 2 video di stelarc

Sito web università

Sarah - 25-9-2005 at 11:04

Salve professore come va? trascorse bene le vacanze? Non so se ricorda la proposta che le avevamo avanzato il giorno dell'esame il 27 giugno 2005...le avevamo presentato un progettino, lo scheletro di un ipotetico sito web da realizzare proprio per la nostra facoltà, ricorda? Crede sia ancora possibile realizzarlo? Infondo se si pensa a quello che abbiamo come punto di riferimento universitario è come se non si avesse nulla: non esistono informazioni, file da scaricare, orari delle lezioni aggiornati, appunti, programmi d'esame...bisogna darsi una mossa perciò se qualcuno vuole collaborare le idee sono ben accette! Buona giornata a tutti e speriamo di rivederci presto.
Ah dimenticavo...posso venire insieme a un mio collega il 27 settembre..dovremmo parlarle di un progretto che stiamo cercando di realizzare?! Aspetto sue notizie qui sul forum

silvietta84 - 25-9-2005 at 13:55

Quota:
Originariamente scritto da carlo

benissimo
ma dovresti cercare meglio in internet...
e se avessi letto il mio libro x Bollòati Boringhieri
avresti trovato la riedizione di un articolo che scrissi nel 1997...
troivi dei riferimenti nell'altro libro "Performing Media"
e vai qui
http://www.idra.it/cyberia/ScenaImm.htm
sono testi scritti tra il 1995 e 1997

ultima cosa Stelarc l'ho invitato io (con il gruppo di studio AGAVE) per la prima volta, nel 1997 a Milano

dopotutto l'esame lo fai con me
e non con Paracchini
che allora m'intervistò...

trovo comunque interessante
il tuo interessamento x la cyberperformance
(termine che ho coniato in un articolo su Virtual nel 1996)
anche se mi sono distaccato molto da quelle esperienze

altra cosa: sapete che ho fatto arrivare Antunez, con "Afasia", a Lecce 3 anni fa?
Il Palazzo dei Celestini si divise cruentemente...

belle le immagini, brava
anche se quelle delle "fachirate" mandano fuori pista

infine
c'eri a lezione quando ho fatto vedere il cd-rom
"E-Motion"?
ne parlo comunque nel mio ultimo libro
lì ci sono 2 video di stelarc


salve prof!!
il sito da lei citato l'ho già visitato ed è stato proprio leggendo quei suoi testi ke m sn maggiormente interessata alle cyber performance ed a Stelarc, dato ke nel suo libro parla in modo + approfondito d Marcel Li Antunez Roca mentre c sono molti meno riferimenti al lavoro d Stelarc!
X quanto riguarda l'intervista poi, sinceramente nn ho fatto molto kaso a ki l'avesse skritta, ero interessata + ai contenuti..
E infine si, c'ero qndo a lezione c mostrò il cd sulle "e-motion" e rikordo anke ke c mostrò qualkosa su Stelarc!
A presto..

arrivo alle 10,30!

carlo - 26-9-2005 at 10:05

il treno da torino mi fa arrivare a lecce alle 10.09

una cosa e l'altra e prima delle 10,30
non sarò lì.

a domani

cleopatra - 29-9-2005 at 20:23

ma prof., quando inizieranno le lezioni? noi di terzo, nel piano di studi abbiamo il suo insegnamento in "epistomologia delle pratiche artistiche".Lo faremo, o no? lei che ne dice?

si vedrà

carlo - 30-9-2005 at 07:51

Quota:
Originariamente scritto da cleopatra
ma prof., quando inizieranno le lezioni? noi di terzo, nel piano di studi abbiamo il suo insegnamento in "epistomologia delle pratiche artistiche".Lo faremo, o no? lei che ne dice?

ogni giorno raccolgo informazioni nuove e contrastanti
so che il piano di studi "riformato" (no comment)
dovrebbe aver valore solo per gli iscritti al I anno
e quindi igli insegnamenti stabiliti dovrebbero essere mantenuti

insorge poi il fatto che il mio insegnamento x il III anno dovrebbe passare a nonsochi
docente di estetica
nel piano di studi s'indicava facoltativo
quindi dovrebbero essere gli studenti a scegliere
ma non è chiaro

informatevi
io ormai sono altrove
verrò in Salento x far partire il Master

si vedrà

fatemi sapere


Ritorno

artemide - 30-9-2005 at 14:29

Tornata dal mio viaggio erasmus trovo la vita universitaria a Lecce ancora più complicata, mentre credo dovrebbe essere il contrario!!!
Tutti questi cambiamenti mi avviliscono!!!!
Cambiare e stravolgere così improvvisamente il piano di studi è assurdo!!!
Questo era l'unico esame in cui eravamo noi a darci la nostra bibliografia, che ci permetteva di scegliere il nostro programma di studio e il modo in cui studiare....e tante altre cose, tanti progetti e manifestazioni soprattutto!!!
Per fortuna rimane questo forum, dove potrò sempre entrare per leggere tutti gl'interventi dei miei colleghi... ma senza rispondere mai come mio solito :)!!!
Ciao a tutti!!!!

cleopatra - 30-9-2005 at 21:23

prof. che brutta notizia che ci ha dato!.... e tutti quei progetti che dovevamo fare insieme...che ci venga data mai una bella notizia. sono molto dispiaciuta e arrabiata!!!

datevi da fare

carlo - 1-10-2005 at 08:54

Quota:
Originariamente scritto da cleopatra
prof. che brutta notizia che ci ha dato!.... e tutti quei progetti che dovevamo fare insieme...che ci venga data mai una bella notizia. sono molto dispiaciuta e arrabiata!!!


credo che ci siano i margini x fare delle proposte

informatevi e informatemi

aiutoooooooooo

3kili - 4-10-2005 at 12:39

qualcuno mi saprebbe dire cosa sta succedendo al nostro corso di laurea??è vero che nn ci saranno più lezioni ad arnesano e che gli esami sn stati diminuiti nn sl per chi inizia il primo anno?????io nn ho mai capito questo stamms/dams/ecc ma adesso sn più confusa di prima!!!!RISPONDETEMIIIIIIIIIIII
grazie

fatemi sapere

carlo - 4-10-2005 at 13:01

Quota:
Originariamente scritto da 3kili
qualcuno mi saprebbe dire cosa sta succedendo al nostro corso di laurea??è vero che nn ci saranno più lezioni ad arnesano e che gli esami sn stati diminuiti nn sl per chi inizia il primo anno?????io nn ho mai capito questo stamms/dams/ecc ma adesso sn più confusa di prima!!!!RISPONDETEMIIIIIIIIIIII
grazie


forse non ci siamo capiti:
quello che non sa ciò che sta accadendo sono io
non solo voi

visto che i vostri rappresentanti hanno contribuito ad una ridefinizione di un piano di studi che ha messo in discussione le mie cattedre ( almeno una, se ho capito bene...)

visto che questo è il forum del mio insegnamento usatelo
se volete x rivendicare ( se ne avete voglia)
il fatto di continuare un percorso con me
o no

fatemi sapere
ho bisogno di capire
almeno quanto voi

Siamo a Lecce

Sarah - 6-10-2005 at 18:14

cari ragazzi le lezioni da quest'anno si sono trasferite a Lecce, per la precisione si diveranno tra l'aula magna dell'ateneo e lo sperimentale tabacchi. Vi allego l'orario delle lezioni da seguire, che i nostri gentilissimi rappresentanti hanno accorpato alle lezioni di tutta beni culturali perciò abbiate pazienza e spulciatevi gli orari.
Attenzione xò perchè molte lezioni sono segnate in orario ma non iniziano prima del prossimo semestre e poi non viene nemmeno specificato l'anno di corso perciò regolatevi in base al piano di studi del vostro anno d'immatricolazione. mi fermo qui anche se ci sarebbe tanto da dire. Per informazioni e chiarimenti parlate solo con la professoressa Merendino (è agli Olivetani il giovedì dalle 10 alle 12) e non con i rappresentanti.

Allegato: auleIsem.rtf (231kB)
Questo file è stato scaricato 664 volte


ricordate che l'università è anche vostra...

carlo - 6-10-2005 at 21:34

Quota:
Originariamente scritto da Sarah
cari ragazzi le lezioni da quest'anno si sono trasferite a Lecce, per la precisione si diveranno tra l'aula magna dell'ateneo e lo sperimentale tabacchi. Vi allego l'orario delle lezioni da seguire, che i nostri gentilissimi rappresentanti hanno accorpato alle lezioni di tutta beni culturali perciò abbiate pazienza e spulciatevi gli orari.
Attenzione xò perchè molte lezioni sono segnate in orario ma non iniziano prima del prossimo semestre e poi non viene nemmeno specificato l'anno di corso perciò regolatevi in base al piano di studi del vostro anno d'immatricolazione. mi fermo qui anche se ci sarebbe tanto da dire. Per informazioni e chiarimenti parlate solo
<<<
solo?
ma vi rendete conto che questo corso di laurea
l'ha inventato Gino Santoro?

o lo avete dimenticato?
<<<

con la professoressa Merendino (è agli Olivetani il giovedì dalle 10 alle 12)

<<< bene
capisco il suo impegno personale...
ma sarebbe opportuno
che chi come me
s'è impegnato in questi anni di reale sperimentazione
sia informato in modo adeguato
<<<

rispettto a c e non con i rappresentanti.


e poi
ricordate che l'università è anche vostra...

ultima cosa: mi fate sapere come va?
visto che sono altrove?

risposta

Sarah - 7-10-2005 at 17:25

Professore io non ho messo in dubbio il suo impegno nei confronti dello stamms nè tanto meno quello del professore Santoro. Ho solo riferito quel poco che sapevo. Siamo stati dai rappresentanti e ci dicono una cosa, si parla con altri ragazzi e ci dicono di non ascoltare nè i rappresentanti nè la professoressa Merendino, se si va in segreteria ad Arnesano non ci sanno dire nulla nè tanto meno permettono di utilizzare i laboratori per il montaggio audiovisivo, il sito internet della facoltà non dice nulla...che dobbiamo fare? Montiamo un gazebo a porta napoli con la speranza che qualcuno si ricordi che ci siamo anche noi? Stiamo cercando in molti modi di risolvere la situazione ma senza informazioni non si va avanti. Se si potesse organizzare una riunione per i docenti e per gli alunni e spiegare tutto quanto ci sarebbe meno confusione, non crede? La saluto e spero di lasciarle buone notizie la prossima volta. Buona serata a tutti

una lettera aperta

carlo - 8-10-2005 at 17:36

Quota:
Originariamente scritto da Sarah
Professore io non ho messo in dubbio il suo impegno nei confronti dello stamms nè tanto meno quello del professore Santoro.
<<<
no
non era quello il punto

intendevo dire che tocca voi impugnare la situazione
e mi sembra che qualcosa si stia muovendo
iniziate a scrivere una lettera aperta da rivolgere al rettore
e raccogliete delle firme

ponete domande precise
e chiedete risposte

al di là d'ogni polemica con chi ha ordito questa situazione
credo sia doveroso ora fare chiarezza l'anno accademico sta iniziando!
<<<

Ho solo riferito quel poco che sapevo. Siamo stati dai rappresentanti e ci dicono una cosa, si parla con altri ragazzi e ci dicono di non ascoltare nè i rappresentanti nè la professoressa Merendino, se si va in segreteria ad Arnesano non ci sanno dire nulla nè tanto meno permettono di utilizzare i laboratori per il montaggio audiovisivo, il sito internet della facoltà non dice nulla...che dobbiamo fare? Montiamo un gazebo a porta napoli con la speranza che qualcuno si ricordi che ci siamo anche noi? Stiamo cercando in molti modi di risolvere la situazione ma senza informazioni non si va avanti. Se si potesse organizzare una riunione per i docenti e per gli alunni e spiegare tutto quanto ci sarebbe meno confusione, non crede? La saluto e spero di lasciarle buone notizie la prossima volta. Buona serata a tutti

esami

carlo - 5-12-2005 at 11:08

nonostante il sottovuoto spinto
(non ho ancora ricevuto nessuna comunicazione ufficiale sul mio impegno x il 2005/06 e non ho ancora (!!!) firmato il contratto x il 2004/05, dopo + di un anno di impegno e relative spese di viaggio etc)

ci sono gli esami da fare

so che sono stati sollecitati con una importante lettera al presidente di facoltà

benissimo

e questo forum?
vi siete dimenticati che è la piattaforma non solo di confronto ma di valutazione della nostra attività didattica?

fatemi sapere qui
in sede d'esame non potrò che valutare chi s'è impegnato e chi no (nel forum e non solo)
va da sè

è un'opportunità
non un obbligo
sia chiaro

a quel punto ragioniamo anche sul miglior esito possibile per l'esame fissato il 20.12 ore 11
(alle ore 10 inizio con il III anno... c'è rischio quindi di un ritrado x slittamento tempi, anche xkè non so quanti siano...)

a proposito voi quanti sarete?

fatemelo sapere nel forum

questo input sarà oggetto di valutazione (tanto x parlare chiari)
la rete è il mio ambito didattico, sia contenuto che medium

lunedì 6 marzo inizio

carlo - 2-3-2006 at 22:52

si apre il corso
nonostante tutto

ecco in attach il piano delle lezioni
fallo girare!

e ora vado ad aprire il forum x quest'anno

Allegato: Corso di Performing Media_lezioni di marzo.rtf (19kB)
Questo file è stato scaricato 677 volte


Grazia - 8-3-2006 at 11:32

Ciao, mi sono appena registrata!
Vi mando un saluto e AUGURI A TUTTE LE DONNE!
A presto!

Ale e Silvia - 10-3-2006 at 10:24

Salve a tutti!!Sono le 11.15..siamo nel forum da almeno 2 ore e siamo sempre più confuse!!Il materiale è davvero tanto e per noi, che dobbiamo sostenere ancora l' esame è ancora più difficile trovare un filo conduttore e un input per fare i nostri interventi visto che, non avendo partecipato ad alcuni incontri ci dobbiamo basare sulle considerazioni degli altri che hanno vissuto in prima persona le varie esperienze (come quella di galatina).

Grazia - 10-3-2006 at 10:35

Anch'io, come Ale e Silvia, sono da un pò di giorni sul forum, senza riuscire ad inserirmi ai vari interventi.Malgrado non ero presente a Galatina, spero di trovare presto un aggancio su qualche altro argomento!
Intanto continuo a spulciare il forum!

la scena artificiale

Ale e Silvia - 10-3-2006 at 11:10

Ale:leggendo il forum tra i vari argomenti presenti mi ha interessato quello riguardante la scena artificiale, poichè oramai il teatro si confronta con le nuove tecnologie tentando di creare una commistione tra scrittura scenica ed elettronica.
punto focale di questo confronto è lo spettatore e la sua percezione.Questa viene sollecitata e modificata nel tentativo di sfruttare le risorse dei nuovi linguaggi elettronici.Il video ad es. impone una nuova estetica e crea un nuovo ambiente scenico, una "scena artificiale nuova " dove con l' ausilio del suono si ha una fusione delle categorie di spazio e tempo.Quindi l' elemento che accomuna TEATRO e VIDEO è la FLUIDITA' ossia il tentativo di fondere spazio sonoro e spazio scenico.

La scena artificiale

Grazia - 10-3-2006 at 11:43

Ho letto anch'io l'argomento riguardante la scena arficiale e vorrei aggiungere qualcosa all'intervento di Ale.
Supereando il concetto di teatro tradizionale, il teatro, attraverso l'ausilio della tecnologia, crea un movimento interiore nello spettatore, uno spazio-tempo in cui gli avvenimenti sono più che risolti in un evento esterno, sono soprattutto interni alla percezione dello spettatore.
Il video diventa la scena in cui i corpi e l'elettronica interagiscono. La scena, attraverso i vari tipi di sensori (...acustici, ecc) permette allo spettatore di modificare e creare dinamiche nuove, che portano a una elaborazione psicologica intima.
Il video crea un nuovo ambiente scenico attraverso vari modi: esso può essere
"autonomo dalla scena",ossia non stabilire rapporti con la scena teatrale, può anticipare la scena attraverso performances riprese elettronicamente, oppure la scena teatrale può essere "ricostruita nel video" secondo il linguaggio audiovisivo.
Oppure si parla di "video in scena" basato su un contatto tra corpo ed elettronica, in cui si crea un rapporto tra attori e installazioni video.

Ale e Silvia - 10-3-2006 at 11:55

ALE:
ciao Grazia ,sono d'accordo con quello che hai aggiunto e volevo chiederti se a proposito del contatto tra corpo ed elettronica(video in scena) hai visto la performance di "WATER PROOF"...se non l'hai ancora fatto ti consiglio di guardarlo è molto suggestivo.

Ale e Silvia - 10-3-2006 at 11:55

ALE:
ciao Grazia ,sono d'accordo con quello che hai aggiunto e volevo chiederti se a proposito del contatto tra corpo ed elettronica(video in scena) hai visto la performance di "WATER PROOF"...se non l'hai ancora fatto ti consiglio di guardarlo è molto suggestivo.

Ale e Silvia - 10-3-2006 at 11:55

ALE:
ciao Grazia ,sono d'accordo con quello che hai aggiunto e volevo chiederti se a proposito del contatto tra corpo ed elettronica(video in scena) hai visto la performance di "WATER PROOF"...se non l'hai ancora fatto ti consiglio di guardarlo è molto suggestivo.

reale e virtuale

Ale e Silvia - 10-3-2006 at 12:47

Silvia:
Salve prof, sbirciando i vari interventi ho notato che molti come me hanno trovato interessante il rapporto tra reale e virtuale, che poi se vogliamo è il tema portante di questa materia. Ripensando alla sua prima lezione ad Arnesano ricordo di aver perso più volte il filo del discorso. E ho capito di trovarmi in un campo minato nel quale, ogni volta che veniva detta una parola nuova, immediatamente avveniva un'esplosione di argomenti che per quanto mi riguarda, mi erano e sono tuttora del tutto sconosciuti. Comunque, tornando al discorso del rapporto reale/virtuale, io credo che il confine tra questi due mondi sia molto più fragile e impercettibile di quanto non sembri,ma soprattutto molto più attravesabile.Il concetto di virtualità il volto speculare di quello della realtà. Sappiamo che questa viene costruita, modificata e a volte generata dai media. La fiction è sempre più realistica, e i reality sempre più finti(ammesso che ci fosse un pò di verità!!).
I media arrivano a mutare perfino il concetto stesso di realtà: i modi di vivere, le relazioni sociali, l'architettura e l'urbanistica, il linguaggio e l'educazione.Sembra che il villaggio globale si stia costruendo, anche se in forme diverse da quelle profetizzate da McLuhan.
I media hanno la capacità di inventare mondi che possiedono reltà e complessità a livelli differenti che consentono nuovi tipi di azioni e nuovi tipi di percezione. I media disegnano un mondo che esiste indipendentemente da noi.All' altro estremo in un ambiente totalmente virtuale, è possibile agire sul medium e percepire gli effetti di questa azione. La cosa interessante della realtà virtuale é la sua matrice, il ciberspazio, che ha le caratteristiche di uno spazio reale. Per quanto mi riguarda io chiamo realtà tutto ciò che riesco a capire, conoscere a fondo, interpretare e fare mio, non importa se appartenga alla realtà effettiva o a qualcosa che non si può toccare..e per voi che cos'è la realtà???

reale e virtuale

Ale e Silvia - 10-3-2006 at 12:47

Silvia:
Salve prof, sbirciando i vari interventi ho notato che molti come me hanno trovato interessante il rapporto tra reale e virtuale, che poi se vogliamo è il tema portante di questa materia. Ripensando alla sua prima lezione ad Arnesano ricordo di aver perso più volte il filo del discorso. E ho capito di trovarmi in un campo minato nel quale, ogni volta che veniva detta una parola nuova, immediatamente avveniva un'esplosione di argomenti che per quanto mi riguarda, mi erano e sono tuttora del tutto sconosciuti. Comunque, tornando al discorso del rapporto reale/virtuale, io credo che il confine tra questi due mondi sia molto più fragile e impercettibile di quanto non sembri,ma soprattutto molto più attravesabile.Il concetto di virtualità il volto speculare di quello della realtà. Sappiamo che questa viene costruita, modificata e a volte generata dai media. La fiction è sempre più realistica, e i reality sempre più finti(ammesso che ci fosse un pò di verità!!).
I media arrivano a mutare perfino il concetto stesso di realtà: i modi di vivere, le relazioni sociali, l'architettura e l'urbanistica, il linguaggio e l'educazione.Sembra che il villaggio globale si stia costruendo, anche se in forme diverse da quelle profetizzate da McLuhan.
I media hanno la capacità di inventare mondi che possiedono reltà e complessità a livelli differenti che consentono nuovi tipi di azioni e nuovi tipi di percezione. I media disegnano un mondo che esiste indipendentemente da noi.All' altro estremo in un ambiente totalmente virtuale, è possibile agire sul medium e percepire gli effetti di questa azione. La cosa interessante della realtà virtuale é la sua matrice, il ciberspazio, che ha le caratteristiche di uno spazio reale. Per quanto mi riguarda io chiamo realtà tutto ciò che riesco a capire, conoscere a fondo, interpretare e fare mio, non importa se appartenga alla realtà effettiva o a qualcosa che non si può toccare..e per voi che cos'è la realtà???

Grazia - 11-3-2006 at 15:35

Purtroppo la performance di Water Proof ancora non l'ho vista.
Mi sono soffermata a riflettere sulla favola di Hansel e Gretel teleraccontata da Giacomo Verde. Non credevo che il Tele-Racconto mi interessasse tanto, forse perchè non sapevo nemmeno cosa fosse realmente e quindi non ho mai dato molta importanza a questa tecnica.
Una telecamera riprende storie di "oggetti", animati da un narratore; un televisore le ritrasmette in diretta, ingigantendo le piccole azioni, come se fosse una lente d'ingrandimento, fino a dare un senso estetico e narrativo.
Attraverso la ripresa in "macro" i piccoli e insignificanti oggetti diventano personaggi e lo spazio di un foglio di quaderno, ad esempio, un set televisivo.
E' attraverso questa semplice attrezzatura che viene ricreata un'atmosfera dolce e allegra.
E' questo che accade nella favola di Hansel e Gretel: lo schermo è il luogo dove si svolge la favola; le dita diventano gli attori; una noce si trasforma in una strega e, per finire, lo scenario scuro diventa di volta in volta un luogo diverso dove gli attori si muovono.
La rappresentazione di fiabe prende così nuova vita, attraverso la sollecitazione della memoria. La nostra mente traccia i tratti della strega nel guscio della noce, dandole una sembianza ben precisa. In questo modo la vera protagonista è la fantasia delle persone che assistono a queste performances.

EDUTAINMENT

Ale e Silvia - 11-3-2006 at 16:58

"Coloro che fanno distinzione fra intrattenimento e educazione forse non sanno che l'educazione deve essere divertente e il divertimento deve essere educativo".

Partiamo dal messaggio pronunciato nel 1964 dallo studioso Marshall McLuhan, per ricondurci al termine edutainment, traducibile in italiano con "imparare giocando".
Nata dall’unione di due termini inglesi, educational (educativo, didattico) ed entertainment (intrattenimento, gioco), l'edutainment si riferisce al carattere ludico delle attività didattiche non tradizionali, nelle quali l’interazione con il computer, internet e il DVD diventa il punto centrale. Giocando, i bambini conoscono le tecnologie più avanzate e attraverso esse apprendono le materie più tradizionali come la storia, la matematica e l’inglese.
Abbiamo scoperto che a Genova esiste la Città dei Bambini, il più grande spazio ludico-educativo d’Italia: un centro della scienza dove bambini e ragazzi dai 3 ai 14 anni, in compagnia dei genitori o con la classe, possono visitare le divertenti e utili installazioni.
Tra i prodotti editoriali, che combinano education e gioco, i games e il DVD sono al primo posto. Usando il computer o guardando un DVD il bambino gioca con strumenti multimediali e interattivi. L’ambiente multimediale è fatto di suoni, immagini, animazioni e video che il bambino guarda e ascolta interagendo con essi. Grazie al videogioco il bambino è impegnato a scoprire e applicare le regole necessarie per vincere e impara a gestire le diverse informazioni (immagini, suoni, notizie, regole...). Tutto questo divertendosi!
Videogames e dvd interattivi offrono al bambino l'opportunità di immergersi nell'ambiente multimediale, immedesimandosi in ciò che affrontano nel gioco: interagendo con personaggi fantastici e le diverse situazioni della storia egli mette in gioco le proprie capacità. Grazie al coinvolgimento dell'interazione i ragazzi imparano ad usare le nuove tecnologie più velocemente e in modo più immediato.



20050215152830_01.jpg - 11kB

entriamo nel merito dell'esame

carlo - 11-3-2006 at 17:12

Quota:
Originariamente scritto da Grazia
Purtroppo la performance di Water Proof ancora non l'ho vista.
Mi sono soffermata a riflettere sulla favola di Hansel e Gretel teleraccontata da Giacomo Verde. Non credevo che il Tele-Racconto mi interessasse tanto, forse perchè non sapevo nemmeno cosa fosse realmente e quindi non ho mai dato molta importanza a questa tecnica.
Una telecamera riprende storie di "oggetti", animati da un narratore; un televisore le ritrasmette in diretta, ingigantendo le piccole azioni, come se fosse una lente d'ingrandimento, fino a dare un senso estetico e narrativo.
Attraverso la ripresa in "macro" i piccoli e insignificanti oggetti diventano personaggi e lo spazio di un foglio di quaderno, ad esempio, un set televisivo.
E' attraverso questa semplice attrezzatura che viene ricreata un'atmosfera dolce e allegra.
E' questo che accade nella favola di Hansel e Gretel: lo schermo è il luogo dove si svolge la favola; le dita diventano gli attori; una noce si trasforma in una strega e, per finire, lo scenario scuro diventa di volta in volta un luogo diverso dove gli attori si muovono.
La rappresentazione di fiabe prende così nuova vita, attraverso la sollecitazione della memoria. La nostra mente traccia i tratti della strega nel guscio della noce, dandole una sembianza ben precisa. In questo modo la vera protagonista è la fantasia delle persone che assistono a queste performances.

hai seguito il link che avevo messo nella prima pagina di questo forum...

x un attimo m'ero stupito: sembrava che avessi visto il teleracconto di Verde
così come quel riferimento a Waterproof (dovrei averne una copia in vhs...)
si potrebbe organizzare una bella lezione e una rassegna di videoteatro...

ma ora entriamo nel merito dell'esame di Informatica Multimediale I (ipermedia e teatro) del corso 2004-05
che si svolgerà alle ore 11 del 27 marzo

individuate con + precisione alcune dei temi indicati
e magari cogliete nel forum alcuni passaggi del dibattito

portate i miei 2 libri indicati in bibliografia
in quei testi individuate le sezioni che v'interessano di +

importante: oltre a presentare gli statini in segreteria almeno 3 giorni prima, indicate qui nel forum i temi chiave che v'interessa sviluppare in esame.
Vi darò indicazioni ulteriori

ricordatevi della conferenza-spettacolo su Prometeo che si svolgerà alle ore 17 al Museo Provinciale
http://www.performingmedia.org/prometeo


mancano i link...

carlo - 11-3-2006 at 17:20

Quota:
Originariamente scritto da Ale e Silvia
"Coloro che fanno distinzione fra intrattenimento e educazione forse non sanno che l'educazione deve essere divertente e il divertimento deve essere educativo".

Partiamo dal messaggio pronunciato nel 1964 dallo studioso Marshall McLuhan, per ricondurci al termine edutainment, traducibile in italiano con "imparare giocando".
Nata dall’unione di due termini inglesi, educational (educativo, didattico) ed entertainment (intrattenimento, gioco), l'edutainment si riferisce al carattere ludico delle attività didattiche non tradizionali, nelle quali l’interazione con il computer, internet e il DVD diventa il punto centrale. Giocando, i bambini conoscono le tecnologie più avanzate e attraverso esse apprendono le materie più tradizionali come la storia, la matematica e l’inglese.
Abbiamo scoperto che a Genova esiste la Città dei Bambini, il più grande spazio ludico-educativo d’Italia: un centro della scienza dove bambini e ragazzi dai 3 ai 14 anni, in compagnia dei genitori o con la classe, possono visitare le divertenti e utili installazioni.
Tra i prodotti editoriali, che combinano education e gioco, i games e il DVD sono al primo posto. Usando il computer o guardando un DVD il bambino gioca con strumenti multimediali e interattivi. L’ambiente multimediale è fatto di suoni, immagini, animazioni e video che il bambino guarda e ascolta interagendo con essi. Grazie al videogioco il bambino è impegnato a scoprire e applicare le regole necessarie per vincere e impara a gestire le diverse informazioni (immagini, suoni, notizie, regole...). Tutto questo divertendosi!
Videogames e dvd interattivi offrono al bambino l'opportunità di immergersi nell'ambiente multimediale, immedesimandosi in ciò che affrontano nel gioco: interagendo con personaggi fantastici e le diverse situazioni della storia egli mette in gioco le proprie capacità. Grazie al coinvolgimento dell'interazione i ragazzi imparano ad usare le nuove tecnologie più velocemente e in modo più immediato.


bravissime
ottimo lavoro
siete sulla pista giusta nel modo giusto:
rilaciare i temi con propri spunti originali
citazioni, riflessioni
mancano i link...

individuate con + precisione alcune dei temi indicati

€manuela - 12-3-2006 at 15:19

"individuate con + precisione alcune dei temi indicati
e magari cogliete nel forum alcuni passaggi del dibattito

portate i miei 2 libri indicati in bibliografia
in quei testi individuate le sezioni che v'interessano di +

importante: oltre a presentare gli statini in segreteria almeno 3 giorni prima, indicate qui nel forum i temi chiave che v'interessa sviluppare in esame.
Vi darò indicazioni ulteriori"

A PROPOSITO DEI TEMI DA INDIVIDUARE, DI QUELLI CHE PIù CI INTERESSANO,C'è N'è UNO CHE RICORREVA SPESSO DURANTE LE SUE LEZIONI E CHE HA SUSCITATO IN ME MAGGIOR INTERESSE, ED è ANCHE QUELLO CHE, A PARER MIO, LI TIENE UNITI TUTTI: QUELLO DELLA CONTAMINAZIONE/INTERAZIONE TRA IL TEATRO E LE NUOVE TECNOLOGIE:LO SFONDAMENTO DEI MURI CHE CIRCONDANO QUESTE FORME DI ESPRESSIONE, UNA ANTICA, L'ALTRA MODERNA.
SU SKY, QUALKE TEMPO, FA MI è CAPITATO DI VEDERE UNA TRASMISSIONE SUL CANALE CULT CHE PARLAVA PROPRIO DI QUESTO TIPO DI ESPERIENZE E IN PARTICOLAR MODO DI UN GRUPPO TEATRALE DI RIMINI: I MOTUS.
MI SONO DOCUMENTATA A PROPOSITO E VOLEVO SAPERE SE QUALCUNO PRIMA DI ME LI CONOSCEVA, E SE RICERCHE IN QUESTO TERRITORIO SONO PERTINENTI PER QUANTO RIGUARDA IL PROGRAMMA E I TEMI DA RICERCARE!

Ale e Silvia - 15-3-2006 at 09:02

ALE:
Ciao Emanuela!
Trovo anch'io interessante l'argomento sulla CONTAMINAZIONE/INTERAZIONE TRA TEATRO E NUOVE TECNOLOGIE in quanto ho fatto un' intervento sulla SCENA ARTIFICIALE in cui parlavo di come il teatro si confronta con le nuove tecnologie come ad es.il Video.
Per quanto riguarda i MOTUS però non so dirti nulla poichè non gli ho mai sentiti...


Imparare giocando

Ale e Silvia - 16-3-2006 at 10:46




Salve prof.! Abbiamo fatto come ci aveva suggerito lei. Siamo andate sui link che ci ha messo a disposizione sul forum riguardanti il tema "edutainment" che avevamo trattato nell'ultimo intervento. In particolare abbiamo letto i frammenti del suo libro "Imparare giocando".
Lei afferma che l'approccio ludico, nonostante sia quello che può stimolare la migliore risorsa umana, quella partecipativa, è in fondo sottovalutato, anche se è evidente che il miglior apprendimento è quello che riguarda l'esperienza diretta, coinvolgendo la sensorialità e il pensiero analogico.
Quindi la dimensione ludica del virtuale può rappresentare uno dei migliori modi possibili per imparare, attraverso la simulazione, in un mondo futuro inevitabilmente digitale. In effetti, facendo un confronto con la nostra generazione, che comunque si può definire tecnologica, ci siamo rese conto che oggi i bambini hanno sicuramente un rapporto più diretto con la tecnologia, in quanto già dalla nascita sono portati a interagire con oggetti che hanno sistemi meccanici e tecnologici, dal carillon elettronico, agli audiolibri che raccontano storie; o ai programmi educativi condotti da personaggi virtuali e pupazzi animati.
Altro esempio è quello di Rai Educational che si prefissa di rendere la storia, il sapere scientifico, l’arte e la cultura, godibili e capaci di coinvolgere ed appassionare il piccolo e il grande pubblico. Questo programma si occupa inoltre della diffusione delle unitá audiovisive di MEDITA, la Mediateca Digitale Italiana, dedicata alle scuole di ogni ordine e grado. Studenti e insegnanti trovano in questo portale un inedito strumento euristico posto al servizio di ogni didattica che, ispirandosi a principi pedagogici tesi a valorizzare il momento attivo e creativo del processo di apprendimento, voglia essere aperta alle opportunità interattive e multimediali offerte dalle nuove tecnologie.
L'argomento prescelto si lascia così esplorare secondo un approccio alla materia atto a stimolare le facoltà cognitive dello studente nella loro interezza e complessità.
Nel libro ha citato anche il nome di Derrick De Kerckhove. Ci siamo documentate effettuando una ricerca sul lavoro svolto da quest'ultimo. Riportiamo le notizie trovate:
Raffinato ricercatore dei linguaggi e delle forme connesse all’utilizzo delle nuove tecnologie, De Kerckhove, erede di Marshall McLuhan, è a tutt’oggi lo studioso cui dobbiamo la fondazione di una vera e propria disciplina dei media. Con il termine di psicotecnologia, de Kerckhove imposta un’analisi del rapporto fra le tecnologie e le esperienze percettive, secondo un approccio in grado di conciliare la prospettiva tecnologica, l’attenzione verso le innovazioni della tecnica e dei rispettivi linguaggi, e l’osservazione delle dinamiche comunicative orientate al potenziamento della centralità dell’umano, del linguaggio naturale e del simbolico.
Come si è trasformata la menta umana con l'uso di strumenti di comunicazione sempre più evoluti? Come si possono prevedere i cambiamenti negli scenari di mercato in rapporto alle nuove tecnologie?
Gli uomini si adattano molto rapidamente ai cambiamenti. In meno di una generazione molti di noi hanno imparato ad accettare la televisione, i computer e le banche dati come fenomeni perfettamente naturali, senza pensare a quale possa essere la loro influenza sulla nostra psiche e sui modelli della realtà che utilizziamo per comprenderla. De Kerckhove studia l'impatto e l'influenza della tecnologia sullo sviluppo della psiche e sulla costruzione di nuovi modelli mentali. Così come la scrittura non costituisce solo una capacità manuale, ma rappresenta soprattutto la possibilità di classificare e ordinare il pensiero, allo stesso modo l'utilizzo delle tecnologie della comunicazione ha un'immediata ripercussione sulla nostra capacità di sviluppare strutture e modelli mentali adeguati. Egli sottolinea quanto sia importante avere coscienza dell'inscindibilità del progresso della tecnologia dai risvolti psicologici e psichici che esso determina nell'uomo.
De Kerckhove si occupa inoltre del rapporto tra gioco, ipermedia, educazione, teatro e arti elettroniche, rilevando quell'interattività che sta alla base di tutti questi campi.
Alleghiamo una foto dello studioso.



fotodek.jpg - 13kB

vostri link

carlo - 16-3-2006 at 11:39

Quota:
Originariamente scritto da Ale e Silvia



Salve prof.! Abbiamo fatto come ci aveva suggerito lei. Siamo andate sui link che ci ha messo a disposizione sul forum riguardanti il tema "edutainment" che avevamo trattato nell'ultimo intervento. In particolare abbiamo letto i frammenti del suo libro "Imparare giocando".


ok bene
ma v'invitavo a fare qualcosa di + preciso:
indicare qui nel forum
dei vostri link
correlati da riflessioni inerenti i temi in esame

La scena immateriale

Grazia - 16-3-2006 at 15:24

Salve prof.! Mi piacerebbe molto vedere alcune performance di Waterproof!
Oggi leggendo i vari link, mi sono soffermata a riflettere sul concetto di " PERFORMANCE ed ELETTRONICA", o meglio sul rapporto "UOMO-MACCHINA", o ancora su quella forma d'arte che nasce dall'incontro del corpo umano con la tecnologia.
Malgrado non mi sia mai interessata a questo genere di cose, ho trovato molto interessante (almeno leggendo), le performances di Antunenz e prima ancora quelle di Sterlac.
Ciò mi ha fatto pensare a come la tecnologia stia modificando il nostro corpo e il nostro modo di vedere le cose. Inoltre, CORPO e TECNOLOGIA si stanno integrando e, il confine tra le due si fa sempre più sottile; infatti ciò che è naturale si sta mescolando sempre più a ciò che è artificile (trapianti di organi artificiali, protesi meccaniche, etc.)
Già a partire dagli anni '60, con la Body Art, si iniziò a considerare il corpo come unico strumento d'arte, attraverso performances altamente provocatorie. Questo accade oggi con la tecnologia.
Ho letto che Starlac (artista di origini greche) ha elaborato una serie di tecnologie per modificare il suo corpo. Lui dice che il mondo si è sviluppato in maniera rapida e che il corpo non ha avuto il tempo necessario per adeguarsi : per questo è necessario un nuovo corpo. Infatti, Sterlac parla di "pelle artificiale" e di "sguardo laser"( ciò, a dire il vero, mi mette un pò paura)! Un'altra operazione importante è la creazione e l'inserimento in rete di un'interfaccia del suo corpo; attivando questo sito lui riceve delle stimolazioni sensoriali, delle scariche elettriche che fanno muovere il suo corpo, come in un balletto.
C'è un'analogia tra le performances di Starlac e quelle di MarceLì Antunenz Roca; l'unica differenza è che quelle di Sterlac sono altamente sofisticate (arriva, infatti, a creare un "terzo braccio" che si muove autonomamente), quelle di Antunenz sono molto più semplici.
Leggendo ho trovato interessante la performance "EPIZOO". Credo che sia spettacolare ciò che avviene ed è fantastico il fatto che lo spettatore diventi parte integrante dello spettacolo (che poi è quello che avviene anche nelle performances di Sterlac). Senza lo spettatore, dunque, non esisterebbe performance; infatti è il pubblico che, attraverso il PC, rende possibili le varie azioni. L'attore è avvolto da tubi collegati al PC; lo spettatore quindi, cliccando col computer fa muovere determinate parti del corpo dell'attore, in un clima sicuramente divertente.
E' bello il riferimento alla "SUPERMARIONETTA" di Gordon Craig: l'attore era per lui una supermarionetta animata dal vero creatore e protagonista dello spettacolo, cioè il regista. Nel nostro caso è lo spettatore.
Anche se non pensavo, sono veramente tanti gli artisti che lavorano sul tema della trasformazione del corpo e devo dire che mi piacerebbe molto vedere direttamente alcune performances.

Ale e Silvia - 17-3-2006 at 08:46

Prof. ci può spiegare meglio cosa intende per "indicare qui nel forum
dei vostri link"? Ci dia un piccolo aiuto perchè siamo entrate in crisi!!!! Magari ci potrebbe fare un piccolo esempio? Grazie e a presto!!



rilanciate qui le vostre scoperte

carlo - 17-3-2006 at 09:18

Quota:
Originariamente scritto da Ale e Silvia
Prof. ci può spiegare meglio cosa intende per "indicare qui nel forum
dei vostri link"? Ci dia un piccolo aiuto perchè siamo entrate in crisi!!!! Magari ci potrebbe fare un piccolo esempio? Grazie e a presto!!



bene
le crisi fanno crescere...
oltre a leggere i miei libri e il flusso di contenuti del forum
cercate nel web con google
e usate anche wikipedia, l'enciclopedia connettiva (si legge e si scrive anche...)
ecco un link su una delle vostre parole chiave:
http://it.wikipedia.org/wiki/Body_art

usate la rete!
e rilanciate qui le vostre scoperte

Grazia - 17-3-2006 at 11:44

Salve prof.!
Ieri avrei voluto inserire alcune immagini riguardanti le "cyber-performances"...ma non ci sono riuscita!!!Oggi farò altri tentativi e spero di riuscirci!
Inoltre, mi piacerebbe vedere alcune performances di Sterlac o Antunez...Lei ha qualcosa?
Comunque, entro la settimana prossima sceglirò l'argomento per l'esame e lo comunicherò nel forum.
A presto.

Nuovo

Onerom - 18-3-2006 at 11:47

Buon giorno a tutti! Mi sono appena iscritto, ma ho gia dato uno sguardo a questo grandissimo forum spero di dare qualche contributo anch'io!

scazzarriello - 18-3-2006 at 15:21

Ciao a tutti!
anche se non ho ancora inviato alcun messaggio
sono diversi giorni che esploro questo forum.Ammetto anche io che gli argomenti trattati sono vari e per questo non è stato difficile fare confusione.
Comunque cercherò di inserirmi nei vostri discorsi e magari approfondirne qualcuno con delle ricerche web

Digital Divide

Nerè - 18-3-2006 at 15:25

Salve Prof,volevo chiederle come possa coniugarsi una via ludico partecipativa al futuro digitale per coloro che in qualche modo sono esclusi da questa possibilità di interazione. Penso al Digital Divide inteso come lei ha espresso chiaramente:divario tra la società occidentale e gli altri paesi in via di sviluppo o semplicemente un divario all'interno della società stessa.

Le opportunità d'accesso nella Società dell'Informazione, sono rivolte ancor oggi ai "privilegiati" in qualche modo si polarizza la conoscenza in un'unica direzione.

Raggiungeremo mai ,le fatidiche..... pari opportunità?!

Ibrido!

Nerè - 18-3-2006 at 16:20

La contaminazione, l'ibrido, l'innesto sono stati dei "concetti" (concetto.. che brutto termine!) che mi affascinano da sempre, è nella loro impurità che ritrovo interessanti opportunità di ricerca.

Esiste un teatro morto e mortale annotava Peter Brook,quel teatro che scimmiotta la vita che è pura museificazione. Non voglio generalizzare, ma la situazione teatrale oggi è in uno stato di degrado soprattutto nel valore artistico e creativo oltre che in quello puramente politico-organizzativo. E' la legge dell'asservimento quella imperante negli ultimi periodi, asservimento alla logica del botteghino, è la legge The Money only Money.

E' necessario svincolarsi dalla ripetitività, sentire l'urgenza di fare teatro e lasciare spazio a forme di innovazione, ALLA POETICA DEI LINGUAGGI DI NUOVA GENERAZIONE.

Uscire dalla concezione ovattata e lasciarsi contagiare mi riferisco anche ai/alle Signori/e che si recano a teatro per puro rito mondano!

Chiedo scusa per questa digressione!

Metti le Foto e vai sul Forum del 2006!

carlo - 18-3-2006 at 17:18

ecco le istruzioni x mettere su le foto

provaci, fatti aiutare e aiuta poi gli altri a mettere su le foto
così mi ricordo meglio di te... e rendo di +
con + attenzione...
ci vedremo poco ma bene
(sostenuti dal confronto on line)
il forum può essere molto molto utile

conto che chi farà l'esame del II anno
mi segua anche nel corso di Performing Media quest'anno

in ogni caso conto che entri nel forum 2006!

E' un'indicazione precisa

ecco ora le istruzioni x l'uso

andate qui
http://www.teatron.org/forum/viewthread.php?tid=229
/> cliccate su SFOGLIA e pescate dal vostro hard-disk una vostra foto
e spedite cliccando su RISPONDI come si fa normalmente nel forum

una volta pubblicata
andate con il mouse sulla foto e con il tasto destro cliccate
andate su PROPRIETA'
apparirà l'URL (l'indirizzo web) di questa foto
marcatelo e copiatelo (sempre con il tasto destro)

a questo punto andate su PROFILE,
il pulsante che appare dentro la casella dei vostri interventi
il primo da sinistra
andate su AVATAR
e incollatelo lì
ed è fatta


mi raccomando poi il 27 pomeriggio c'è la conferenza-spettacolo su Prometeo
qui trovi la locandina
scaricala e falla girare


http://www.global-local.net/prometeo/27marzo06/index.html

l'empatia della body art

scazzarriello - 18-3-2006 at 19:53

facendo un giro in rete ho potuto capire che se si parte dall'idea che l'arte è caratterizzata da una tendenza al cambiamento e alla varietà delle forme, facilmente si può intendere la body art come espressione in continuo divenire, all'interno della quale si attivano i diversi apparati sensoriali.In questa forma d'arte il corpo è considerato come mezzo fondamentale per l'espressione artistica, infatti partendo dagli anni sessanta inizia un processo di mutazione che arriva agli estremi negli anni novanta sotto forma di smaterializzazione della carne. IL corpo viene vissuto come un luogo di azioni dove si svolgono azioni crudeli, con le quali il gesto della sofferenza va al di là dei sentimenti morali e religiosi, provocando un vero e proprio shock nello spettatore.Diversi sono gli artisti che hanno usato il corpo in questi termini.Come ha già fatto notare Grazia parlando di Marccel.lì Antunez Roca e dell'EPIZOO con l'esposizione del corpo dell'artista adattandolo alle nuove possibilità che offre la tecnologia meccanica ed informatica.Penso che sia opportuno aggiungere l'esperienza di un altro artista che ha inteso il proprio corpo come opera d'arte. Le performance di Orlan sono legate al ruolo della donna con la sua sessualità. Realizzò un torso femminile nudo, nel quale la zona pubica era usata cone contenitore per inserire delle monete. Quando il meccanismo si attivava, lo spettatore riviveva un bacio con Orlan interrotto da un tocco di campane.Accanto a questo dorso vi era un modello in cartapesta che raffigurava sant-orlan con il quale gli spettatori avevano la possibilità di far accendere delle candele.L'atteggiamento di quest'artista è una mescolanza di teatro dell'eccesso.Secondo Orlan l' arte deve sopraffare i nostri pensieri.L'ha dimostrato arrivando ad una operazione di ricostruzione corporea in un progetto di ridifinizione faccciale,andando contro ogni canone di bellezza.Il suo intervento è stato visto in tempo reale via satellite,al fine di coinvolgere direttamente lo spettatore,partecipe attivo dal punto di vista emozionale.

x anni mi sono occupato di quest'area

carlo - 19-3-2006 at 01:14

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Originariamente scritto da scazzarriello
facendo un giro in rete ho potuto capire che se si parte dall'idea che l'arte è caratterizzata da una tendenza al cambiamento e alla varietà delle forme, facilmente si può intendere la body art come espressione in continuo divenire, all'interno della quale si attivano i diversi apparati sensoriali.

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metti i link della tua navigazione
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In questa forma d'arte il corpo è considerato come mezzo fondamentale per l'espressione artistica,(...)
.Come ha già fatto notare Grazia parlando di Marccel.lì Antunez Roca e dell'EPIZOO con l'esposizione del corpo dell'artista adattandolo alle nuove possibilità che offre la tecnologia meccanica ed informatica.Penso che sia opportuno aggiungere l'esperienza di un altro artista che ha inteso il proprio corpo come opera d'arte.

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a proposito lo sapet che ho portato il suo "Afasia" a lecce anni fa?
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Le performance di Orlan sono legate al ruolo della donna con la sua sessualità. Realizzò un torso femminile nudo, nel quale la zona pubica era usata cone contenitore per inserire delle monete. Quando il meccanismo si attivava, lo spettatore riviveva un bacio con Orlan interrotto da un tocco di campane.Accanto a questo dorso vi era un modello in cartapesta che raffigurava sant-orlan con il quale gli spettatori avevano la possibilità di far accendere delle candele.L'atteggiamento di quest'artista è una mescolanza di teatro dell'eccesso.Secondo Orlan l' arte deve sopraffare i nostri pensieri.L'ha dimostrato arrivando ad una operazione di ricostruzione corporea in un progetto di ridifinizione faccciale,andando contro ogni canone di bellezza.Il suo intervento è stato visto in tempo reale via satellite,al fine di coinvolgere direttamente lo spettatore,partecipe attivo dal punto di vista emozionale.


hai fatto un buon lavoro
x anni mi sono occupato di quest'area di performance (ho un cd rom che ho mostrato + volte nelle mie lezioni...)
ora però vedo tutto questo con un certo distacco
se seguirete le mie lezioni di performing media
ne parleremo e vi farò vedere qualcosa

ricordati di mettere la tua foto!

scazzarriello - 19-3-2006 at 15:22

che sbadata ho dimenticato di inserire i link..!
www.hackerart.org/corsi/aba99/valeria.htm

provo continuamente a inserire la mia foto seguendo le sue indicazioni, ma appena invio il messaggio con "rispondi"mi appare "Unknown column 'br' in 'where clause".
Comunque l'ho già inserita nel forum 2006!Ora la inserisco anche quì!

Io.jpg - 30kB

carlo - 19-3-2006 at 15:42

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Originariamente scritto da scazzarriello
che sbadata ho dimenticato di inserire i link..!
www.hackerart.org/corsi/aba99/valeria.htm

provo continuamente a inserire la mia foto seguendo le sue indicazioni, ma appena invio il messaggio con "rispondi"mi appare "Unknown column 'br' in 'where clause".
Comunque l'ho già inserita nel forum 2006!Ora la inserisco anche quì!


ora è tutto chiaro
dal link...
t'allego l'ultimo capitolo del mio libro...
è una versione non corretta

il libro che uscirà ad aprile con la prefazione di beppe grillo
Performing Media 1.1.
Politica e poetica delle reti

x la foto (sotto il nickname) segui le indicazioni che ho messo nel forum di quest'anno!!!

Allegato: 6_Arti e format della mutazione.rtf (127kB)
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falso o reale?

scazzarriello - 19-3-2006 at 15:54

Vorrei continuare e analizzare sotto un altro punto di vista il mio discorso sul corpo e sulle sue interpretazioni.
La voglia di comunicare è da sempre stata il primo desiderio che ha accompagnato l'uomo sin dal suo primo stadio vitale. La comunicazione ha vari modi e mezzi per potersi esprimere. Dapprima abbiamo il linguaggio orale seguito dalla forma scritta. Questi due mezzi sono "componente essenziale" della vita,elementi dei quali difficilmente si può fare a meno;ma la cosa che accomuna e che ingloba entrambi è la capacità di esporsi, di inserirsi tra la folla,è cercare il modo più idoneo per arrivare a capire chi ci sta di fronte. Il teatro è il primo strumento di comunicazione e di formazione culturale (basti pensare al teatro greco), capace di modificare le abitudini mentali e il comportamento degli spettatori.
Quotidianamente l'uomo si rapporta al mondo come un attore fa in palcoscenico, utilizzando nel miglior modo possibile tutte le armi che possiede.
Ma a questo punto verrebbe da chiedermi e da chiedervi: < La vita, il modo d'essere di ogni uomo è la realtà o il modo più congeniale per poter essere un qualcuno in mezzo agli altri? Viviamo nel reale o ingenuamente fingiamo di farlo?>
Ci siamo avviati verso una fase nella quale al centro non vi è più l'uomo, con la sua grandezza, ma il mondo divenuto misura dell'uomo. Ed è proprio con l'avanzamento della tecnologia che si sta arrivando ad una nuova idea e ad un nuovo rapporto tra l'uomo e lo spazio esterno, alla voglia di fondere corpo e tecnologia che sta alla base delle nuova concezione di cultura contemporanea.
Elemento importante delle performances della body art è l'annullamento del tempo e l'uso indiscusso dello spazio come componente essenziale capace di coinvolgere il proprio pubblico una volta distaccatosi dallo "spazio- reale", dalle altre persone presenti.

http://www.hackerart.org/corsi/aba99/anna.htm

foto

minito666 - 19-3-2006 at 16:10

Salve oggi provo e inserire un altro foto spero piu piccolo:)

snimka.jpg - 41kB

salve

minito666 - 19-3-2006 at 16:33

Ciao sono sempre io.Ho letto dei libro imparare giocando e trovo tanto interesante e vero.Perche i bimbi di questi giorni e non sono i bimbi ma anche noi interesati dei multimedialita abbiamo una oppurtonita in piu.Trannete i giocchi i bimbi imparano tanto crescono i fretta,imparano come muoversi chi sono i buoni e chi i cattivi.E noi grandi possimo imparare tante,tante cose,perche non e mai tardi per imparare e vedere.......

minito666 - 19-3-2006 at 16:37

Prof. mi puo aitare un po ?Mi puo dare una direzione?A me piace tanto scrivre e di piu stare in rete lo facio ogni giorno.
Un piccolo aiuto:)
Grazie e poi chiedo scusa per i mio italiano.A presto.
A un altra cosa come metto la foto nella altra parte?

€manuela - 19-3-2006 at 19:43

Kevin Kelly ha osservato che più gli esseri viventi diventano artificiali, più i processi tecnologici si avvicinano alla vita. Interfacce e input informatici, organi di trattazione di dati (immagini, suoni, movimenti), dispositivi ipertestuali e di rilevazione, attivano infatti sistemi di stimolo-risposta che modificano tanto la fisionomia dello spazio sociale che i comportamenti dell’uomo.

Kevin Kelly, tra i guru di Internet e delle nuove tecnologie, è certamente uno dei pensatori più originali, uno di quelli che non si uniscono al coro per paura di stonare, dicendo cose risapute
Per anni caporedattore di "Wired", la più nota e prestigiosa rivista di tecnologia, oggi è direttore generale di questa storica testata che ha raccontato al mondo - fino a qualche tempo fa ancora incredulo - come i ragazzi della Silicon Valley avevano messo in moto una vera rivoluzione che, partendo dai computer, ha cambiato la nostra cultura e la nostra economia. <>.
Autore di uno dei testi sacri della nuova frontiera elettronica "Out of Control", ha sempre precorso i tempi. Quando nel 1996 realizzò la versione online del suo libro, ad esempio, l'indirizzo del sito era http://www.absolutvodka.com. <>.
È la via del Santo, che mette tutto in discussione, l'uomo le cui domande mettono in discussione loro stesse. Kelly non ha mai fatto parlare di sé, le cronache mondane non se ne sono mai occupate e il suo conto in banca non ha tutti gli zeri ai quali ci hanno abituati i magnati dell'informatica. Anzi, il suo rapporto con i computer si è andato incrinando. <>. Secondo lui la rivoluzione in corso è quella della comunicazione, non della capacità di calcolo. E questo perché la comunicazione è alla base della nostra cultura, del nostro modo di essere.

stampa i tuoi interventi nel forum

carlo - 19-3-2006 at 22:18

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Originariamente scritto da €manuela
Kevin Kelly ha osservato che più gli esseri viventi diventano artificiali, più i processi tecnologici si avvicinano alla vita. Interfacce e input informatici, organi di trattazione di dati (immagini, suoni, movimenti), dispositivi ipertestuali e di rilevazione, attivano infatti sistemi di stimolo-risposta che modificano tanto la fisionomia dello spazio sociale che i comportamenti dell’uomo.

Kevin Kelly, tra i guru di Internet e delle nuove tecnologie, è certamente uno dei pensatori più originali, uno di quelli che non si uniscono al coro per paura di stonare, dicendo cose risapute
Per anni caporedattore di "Wired", la più nota e prestigiosa rivista di tecnologia, oggi è direttore generale di questa storica testata che ha raccontato al mondo - fino a qualche tempo fa ancora incredulo - come i ragazzi della Silicon Valley avevano messo in moto una vera rivoluzione che, partendo dai computer, ha cambiato la nostra cultura e la nostra economia. <>.
Autore di uno dei testi sacri della nuova frontiera elettronica "Out of Control", ha sempre precorso i tempi. Quando nel 1996 realizzò la versione online del suo libro, ad esempio, l'indirizzo del sito era http://www.absolutvodka.com. <>.
È la via del Santo, che mette tutto in discussione, l'uomo le cui domande mettono in discussione loro stesse. Kelly non ha mai fatto parlare di sé, le cronache mondane non se ne sono mai occupate e il suo conto in banca non ha tutti gli zeri ai quali ci hanno abituati i magnati dell'informatica. Anzi, il suo rapporto con i computer si è andato incrinando. <>. Secondo lui la rivoluzione in corso è quella della comunicazione, non della capacità di calcolo. E questo perché la comunicazione è alla base della nostra cultura, del nostro modo di essere.


ottima riflessione

stampa i tuoi interventi nel forum
(vale x tutti!)
e portali all'esame



I professori virtuali insegnano meglio

€manuela - 20-3-2006 at 14:22

La prossima grande rivoluzione legata alle nuove tecnologie potrebbe verificarsi nel mondo dell’educazione!

Da un articolo di Salvatore Romagnolo

In tutto il mondo équipes di ricercatori stanno creando nuovi strumenti pedagogici associando intelligenza artificiale, informatica, multimedialità e Internet destinati ad assistere gli insegnanti o, addirittura, a rimpiazzarli in certi compiti. Oltre ad adattare ai computer le discipline insegnate, le ricerche stanno affrontando un’altra sfida: costruire tra il computer e l'allievo una relazione che si avvicini il più possibile al rapporto umano. La soluzione che sembra imporsi è quella che fa ricorso a personaggi virtuali, veri e propri assistenti pedagogici sempre più evoluti in grado di aiutare gli allievi nell'apprendimento. Purtroppo, lo scarto tra Usa ed Europa non è a favore del Vecchio Continente e la maggior parte delle ricerche vengono svolte oltre Atlantico.

Lisa Ann Scott e Frederick Reif hanno ottenuto in questo campo significativi risultati. Questi ricercatori del Centro per l'innovazione nell'apprendimento dell'università Carnegie-Mellon, a Pittsburgh (Pennsylvania), hanno testato l'efficacia degli assistenti personali d'insegnamento (Personal Assistants for Learning, o PAL) sull'applicazione delle leggi di Newton. I corsi dispensati dai PAL si sono rivelati più efficaci delle lezioni private impartite dai migliori professori. Così, la quasi totalità degli allievi che li ha utilizzati ha passato i test finali, mentre circa la metà degli studenti di livello e motivazioni equivalenti, ma che hanno seguito un corso classico, non è riuscito a superarli.

L'aumento di efficacia dell'apprendimento si può anche ottenere attraverso il miglioramento dei metodi di ricerca dell'informazione. Julita Vassileva e l'équipe del dipartimento di scienze informatiche dell'università canadese del Saskatchewan, hanno immaginato una comunità di creature virtuali che si scambiano informazioni a favore dei loro proprietari, gli studenti di un campus universitario. Ad ognuno di essi viene assegnato un agente del progetto, battezzato I-Help; all'interno di questa società ibrida le creature virtuali partono alla ricerca di informazioni nei data base dell'università, ma anche presso gli altri studenti. Si stabilisce un sistema di baratti che porta alla comparsa di un'economia di mercato nella quale bisogna avere qualcosa da offrire se si vuole beneficiare delle risorse disponibili. Una sorta di Napster al servizio dell’insegnamento a distanza.

Lewis Johnson, direttore del Centro ricerche avanzate in tecniche educative (Carte) all'università della California del Sud (USC), nutre una grande fiducia sulle possibilità di successo di queste ricerche. Con il suo gruppo ha creato Steve e Adele, due nuovi insegnanti virtuali. Il primo utilizza un’interfaccia tridimensionale e viene impiegato per formare i futuri tecnici di sala macchine sulle navi della marina americana. La seconda, Adele (Agent for Distance Learning), ha iniziato la sua carriera di insegnante in medicina occupandosi, in particolare, della formazione dei futuri medici dei servizi di pronto intervento. Dallo schermo del computer, anche lei in camice bianco, sorveglia lo svolgersi dell'operazione e interviene in caso di errore o per rispondere a dei quesiti. Attualmente Adele si occupa dell'istruzione delle infermiere ma anche di quella del pubblico che cerca d'informarsi su certe malattie.

Nuove Forme...

Nerè - 20-3-2006 at 14:54

" Tutti i Media sono metafore attive in quanto hanno il potere di tradurre l'esperienza in nuove forme! " McLuhan

Dilatare l'immaginario, il ventaglio delle possibilità...in altri spazi, in altri tempi e in altri modi..

Nerè - 20-3-2006 at 15:58

Prima, ho letto della performer francese Orlan... artista che recita poesie durante il più moderno dei riti di sangue, quello della chirurgia plastica, compiuto sul proprio corpo.

Riecheggia nella mente Laurie Anderson, esponente della Performance Art. Nelle opere, principalmente nelle presentazioni multimediali riesce a coniugare perfettamente arte, poesia, elettronica e musica....

Si colloca in una dimensione estetica Dal Vivo, opera di Laurie Anderson del 1998 in collaborazione con le carceri di San Vittore a Milano. Anderson propone al pubblico l'immagine video,dunque immateriale,del proprio corpo, sovrapposta a quella del corpo di un carcerato che, virtualmente, può in tal modo evadere dalle mura del carcere e parlare alla società.


Ho trovato un'intervista a Laurie Anderson su http://www.mediamente.rai.it

http://www.ondarock.it/anderson

Sax84 - 20-3-2006 at 16:28

Salve a tutti ! Mi sono appena registrato....volevo fare un saluto particolare a Silvia Ale M.Grazia e Moreno...ciao a presto

Era tecnologica

Onerom - 20-3-2006 at 16:45

Nell’era delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione diventiamo sempre più "persone elettroniche" e forse non mettiamo a fuoco con sufficiente lucidità e chiarezza i problemi etico-filosofici che questa trasformazione antropologica comporta. Infatti, la rivoluzione multimediale, in tutte le sue ramificazioni, sta producendo un mutamento epocale che va ben oltre la novità dei diversi strumenti di comunicazione (televisione, computer, Internet, ecc.): essa è portatrice di una "Weltanschauung", di una filosofia, che genera un nuovo tipo di uomo e di società. La capacità di pervenire alla comprensione della rivoluzione antropologica che sta cambiando la natura dell’uomo attraverso il "tele-vedere" e il "video-vivere", che "sta trasformando l’homo sapiens prodotto dalla cultura scritta in un homo videns nel quale la parola è spodestata dall’immagine". Per cui tutto diventa visualizzato e virtuale. La capacità di capire "che ci troviamo di fronte ad una svolta epocale nella storia della civiltà. Qualcosa di simile avvenne con la diffusione della scrittura nell’età neolitica e, agli albori dell’età moderna, con l’invenzione della stampa . Questi cambiamenti epocali, che ci fanno uscire dall’era della "Galassia Gutenberg".


Nerè - 20-3-2006 at 17:33

Salve Prof, volevo chiederle se le interazioni sociali, sempre più svincolate dalle "fattispecie concrete", possano condurre l'uomo dall'essere presente, all'essere tele-presente al mondo...

In questa possibile evenienza, mi domando: se un giorno ci fosse un Blackout?!

bella effervescenza

carlo - 20-3-2006 at 18:25

Quota:
Originariamente scritto da Nerè
Salve Prof, volevo chiederle se le interazioni sociali, sempre più svincolate dalle "fattispecie concrete", possano condurre l'uomo dall'essere presente, all'essere tele-presente al mondo...

In questa possibile evenienza, mi domando: se un giorno ci fosse un Blackout?!

mi piace questa bella effervescenza nel forum

vedo citare Kevin Kelly e le performance radicali ( e narcisistiche) di Orlan

avrei molto da dire
ma lo farò nel forum del nuovo corso

in questo concentratevi sull'esame (stampate i vostri interventi... mi serviranno nella valutazione...voglio ad esempio vedere se qualcuno era già intervenuto a suo tempo...)

ti risponderò nel forum nuovo

ci conto
c'è bisogno di lanciarlo

ma lunedì attivo il laboratorio presso il Museo castromediano
e si va tutti lì
insieme

cyborg art

Ale e Silvia - 20-3-2006 at 20:00

Al centro delle riflessioni estetiche che prendono corpo dal 1980 al 200, troviamo l’ essere umano nelle sue varie relazioni col sociale; attraverso l’utilizzazione dei più svariati generi(video, performance, asserzioni linguistiche ecc.) permette agli artisti di esplorare e sperimentare una revisione critica e un ampliamento del concetto di “identità di genere”. Nozioni quali “individuo” e “soggettività” cominciano a estendersi oltre il tradizionale genere femminile e maschile, e a muoversi comunque attorno all’ invenzione di un genere misto, tra umano e tecnologico, di un corpo ibrido in cui natura e artificio sono programmaticamente confusi.
Emblema di questa nuova visione e riappropriazione del corpo è il MANIFESTO CYBORG (1991) di DONNA HARAWAY, in cui si definisce il corpo né meccanico nè fisico, né testuale né organico ma, appunto, Cyborg (dall’ unione di Cybernetics e Organism): un nuovo organismo di tipo cibernetico il quale indica il miscuglio di vivente e tecnologico che caratterizza il corpo modificato da innesti di hardware, protesi e altri impianti.Cyborg rappresenta dunque la nuova frontiera della soggettività che riassume e oltrepassa tutte le distinzioni tradizionali (femminile/ maschile, umano/ animale, macchina/essere vivente).
E’ un “io narrante ” digitale decorporeizzato , un’ emittente invisibile e irraggiungibile quello visualizzato da Jenny Holzer attraverso l’uso di display digitali collocati in vari spazi urbani (gallerie,strade, piazze ecc.) su cui scorrono slogan concettual- pop inventati dall’ artista, da lei chiamati “truismi”, del tipo :.
Tali messaggi mirano a sottolineare l’ alienazione post- moderna dell’ io , la frammentazione e la condizione di adorazione del simulacro in cui siamo costantemente immersi e da cui dipende gran parte del nostro vivere quotidiano.
Nella linea idealistica di un post platonismo ingegneristico si può inquadrare il lavoro di ORLAN, una performer francese che recita poesie durante il più moderno dei riti di sangue, quello della chirurgia plastica, compiuto sul proprio corpo. Orlan si sottopone da anni a ripetuti interventi di chirurgia plastica con lo scopo di “rimodellare” la propria fisionomia secondo canoni di bellezza che in parte riecheggiano quelli rinascimentali e in parte corrispondono a un nuovo ideale di bellezza cyborg. Le reazioni emotive dello spettatore di fronte al video di Orlan comprendono impulsi ambivalenti di repulsa e impossibilità di distogliere lo sguardo.
In tutti questi casi siamo,evidentemente, in presenza di una ripresa estremizzata dei principi della body art: se però negli anni 70 gli interventi sul corpo erano più rudimentali,a fine millennio essi si presentano in tutta la loro raffinatezza tecnologica. Basti pensare all’evoluzione del lavoro di STELARC, che negli anni 70 appendeva il proprio corpo al soffitto con dei fili di acciaio mentre oggi (come ci ha fatto notare Grazia) applica protesi, sensori e microchip direttamente sotto pelle, oppure trasmette on-line dati relativi al proprio corpo e al sistema nervoso, realizzando inedite connessioni uomo- macchina
Vi alleghiamo alcune immagini delle performans di Orlan (da http://www.lattudastudio.it/artisti/orlan/orlan2.htm)

Allegato: copia di orlan3a.htm (5kB)
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cyborg art

Ale e Silvia - 20-3-2006 at 20:05

Vi alleghiamo le immagini di alcuni interventi di Orlan

orlan3a.jpg - 37kB

cyborg art

Ale e Silvia - 20-3-2006 at 20:07



orlan1.jpg - 13kB

Arte digitale

Ale e Silvia - 21-3-2006 at 09:50

L'utilizzo delle tecniche digitali ha permesso la manipolazione delle immagini in un modo non altrimenti concepibile. Ciò che ne viene fuori è sicuramente nuovo e indubbiamente affascinante.
L'arte digitale è un misto di creatività, empirismo, tecnologia, e fantasia. La cyber art è arte creata ed esistente entro il ciberspazio, un luogo generato dal computer nel quale gli umani possono penetrare e nel suo interno interagire. In contrasto con ciò che spesso è chiamata "computer art", la cyber art è caratterizzata dalla sua assenza di fisicità e dalla sua sperimentazione con forme di comunicazione. Piuttosto che essere oggetti statici, le opere di cyber art possono essere più esattamente chiamate "sistemi di comunicazione creativa". Come i mass media, lo sviluppo dell’arte occidentale ha seguito un modello di comunicazione gerarchica – un artista crea un’opera, un' espressione individuale, che diffonde significato ad un pubblico, proprio come un mass media comunica una versione selettiva dello stato del mondo ad una vasta popolazione. In entrambi i casi, la diffusione di idee è a senso unico. Invece gli artisti che lavorano con i sistemi di telecomunicazione, stanno sperimentando un altro paradigma per la produzione culturale – quello della pubblica partecipazione nelle attività culturali.
Alla fine degli anni 70 gli artisti iniziarono ad impiegare le reti satellitari e la televisione slow-scan come elementi per sculture di comunicazione. Questi lavori coinvolsero artisti dispersi geograficamente, collegati in rete o con linee telefoniche per scambiare lavori artistici come comunicazione o per interagire direttamente in uno spazio elettronico sincrono condiviso. Sebbene le immagini fossero scambiate in alcuni di questi lavori, l’enfasi artistica fu sulla forma che emerse dalle comunicazioni molti a molti piuttosto che sull’estetica delle immagini individuali. Una caratteristica essenziale dell’attività telematica è l’interattività esplorata dagli artisti come comunicazione reciproca o collaborativa. A tale proposito vogliamo segnalare uno dei più conosciuti fra gli eventi dell' arte della telecomunicazione: “HOLE IN SPACE” [Buco nello spazio], un progetto organizzato nel 1980 da Kit Galloway e Sherrie Rabinowitz (fondatori dell’Electronic Cafè). Per tre sere consecutive, due schermi situati uno a Los Angeles e l’altro a New York City furono collegati via satellite, riproducendo in tempo reale le immagini provenienti dall’altra costa. I passanti potevano così ascoltare e vedere, a figura intera, le persone dell’altra città, ma non se stessi. Il risultato era quello di un contatto virtuale che rendeva la tecnologia trasparente e azzerava, attraverso il tempo reale, la distanza spaziale. […] Il primo giorno fu caratterizzato dalla scoperta casuale e dalla sperimentazione spontanea delle potenzialità offerte da quella nuova zona di possibilità sociali. Il secondo vide, attraverso il meccanismo del passaparola, un’affluenza più alta di persone che giungevano sul posto già preparate per l’ esperienza: vi furono incontri di amanti, riunioni familiari, flirt e scambi di numeri telefonici. Ma anche interazioni visive e performative tra sconosciuti che abbandonarono l’aspetto acustico (chiunque può parlare per telefono) sfruttando le potenzialità visuali offerte dal nuovo mezzo. Il terzo giorno, la forte pubblicizzazione mass-mediatica produsse la partecipazione di una folla incontrollabile, in cui ciascuno premeva per gettare uno sguardo o una voce dall’altra parte e conquistarsi pochi secondi d’interazione. “Hole in space” investigò quello che Kit Galloway chiama “un nuovo modo di essere nel mondo” – quello che adesso potrebbe anche essere descritto come abitare il ciberspazio, nel quale il ciberspazio è un posto elettronico definito dalle comunicazioni scambiate fra individui a tutti i capi dei media.




link

Ale e Silvia - 21-3-2006 at 10:02

Abbiamo dimenticato di inserire il link


http://www.ecn.org/wikiartpedia/index.php/cyber_art_the_art_of_comu...

Arte e/o informatica?

Onerom - 21-3-2006 at 11:16

Le arti e l’informatica, materialità dei corpi ed apparente evanescenza di circuiti e connessioni, universi che possono sembrar lontani contribuiscono invece a definire nuovi articolati orizzonti di confluenza nelle pratiche artistiche contemporanee. Tutta l'informazione digitale per sua stessa natura è multiforme, come ha giustamente notato Robert Wechsler, in uno dei suoi saggi. Gli 'zero' e gli 'uno' necessari per definire un movimento sullo schermo o un'immagine, sono gli stessi che servono per modellare un suono o il testo di un documento, grazie a questa sostanziale equivalenza, resa possibile dalle tecniche di elaborazione tramite computer, differenti forme d'arte possono già essere combinate in maniera nuova e convertite l'una nell'altra. Nell'epoca che ha già sperimentato i limiti di un approccio lineare e narrativo, assumendo in sé le più svariate ibridazioni dei generi di spettacolo e di comunicazione in senso lato, appare decisiva, partendo dai propri specifici (ma non solo) la riflessione su come le tecnologie informatiche trasformano il mondo e le sue rappresentazioni. Studiosi, ricercatori di varie origini, programmatori informatici, registi, coreografi, danzatori, musicisti, pittori sono per l'occasione coinvolti nell'investigazione su questi temi attraverso interventi teorici e testimonianze in presa diretta. Movimento ed emozione, creazione e razionalità: la tecnologia elettronica ci ha dato un nuovo modo di vedere, a conferma di quanto le coordinate d'azione (fisiche e mentali) nello spazio scenico siano complesse, metamorfiche e moltiplicabili.
Per esempio, la compagnia di teatro digitale Troika Ranch ha presentato al “The Duke” di New York l'ultimo suo lavoro, intitolato “Future of Memory”. Interpretando un mondo surreale di ricordi sfumati, distorti e distrutti, incorpora i marchingegni video interattivi in grado di trasformare le voci e i volti dei ballerini. Pure i brani musicali vengono eseguiti dagli stessi performer attraverso un'opportuna conversione dei loro movimenti col celebre “mididancer”, creato per permettere un controllo a distanza di strumenti e campioni musicali attraverso la flessione misurata degli arti. Alcuni segmenti video sono registrati durante la stessa performance e riproposti ciclicamente al suo interno perdendo man mano i loro connotati iniziali, come fanno i frammenti di memoria a cui il lavoro è ispirato. Diretta ancora da Mark Coniglio la compagnia continua la sua ricerca dell'asservimento delle tecnologie all'espressività del movimento scenico e al controllo delle sue componenti sensoriali.

Arte e/o informatica?

Onerom - 21-3-2006 at 11:20



322robot-ballerino.jpg - 7kB

ABC Experiment

Onerom - 21-3-2006 at 11:41

Un altro esempio è l’ABC Experiment:
ABC Experiment è un progetto di teatro digitale iniziato da Helen Varley Jamieson, che cerca di analizzare l'incontro fra il corpo del performer e le rappresentazioni corporee nel cyberspace, la fusione della scenografia con lo schermo e lo stravolgimento del tradizionale concetto di teatro, attraverso le evoluzioni del linguaggio, dei significati, delle performance e della tecnologia. ABC Experiment, dove ABC sta per 'Avatar Body Collision', s'interessa soprattutto agli eventi teatrali che hanno luogo nella rete, usando Internet come mezzo creativo. Il tutto si traduce in una mailing list, una raccolta di immagini, idee, teorie e possibilità che si concretizzeranno nel corso di quest'anno in uno spettacolo in cui l'avatar e il corpo collideranno mettendo in pratica i risultati del confronto collettivo, riunendo le tecnologie digitali disegnano nuovi territori, nuovi mondi. E oggi molte strategie creative e coreografiche cominciano ad avventurarsi in questi territori.
L'interattività é forse la più importante delle possibilità che tali tecnologie mettono a disposizione della del teatro. Costruire una rete di connessioni, rendere lo spazio sensibile: il corpo del danzatore e dell’attore è al centro di un universo di relazioni, con le altre arti, e con gli spettatori: il gesto della danza e della recitazione trovano un nuovo universo di risonanze: il movimento assume una nuova sensibilità.
Per questo, non intendiamo l'interattività come una semplice connessione meccanica, un automatismo azione/reazione, ma come la ricerca di una qualità sensibile, sensuale ed emozionale del movimento.Il gesto della danza diventa un vettore di esplorazione di nuove dimensioni dello spazio, non di uno spazio virtuale vuoto e inquietante, ma di uno spazio ricettivo, abitato la danza trova grazie all'interattività, una nuova modalità dialogica.


abcexperiment.jpg - 4kB

corpo come media

Ale e Silvia - 21-3-2006 at 11:52

Partendo da un concetto di performance, la scena diventa interattiva attraverso mezzi tecnologicamente avanzati. Protagonista della scena è il corpo esibito, modificato e robotizzato. Il corpo risulta essere causa ed effetto, interagendo completamente con l'ambiente e diventando esso stesso scena. L'artista si serve del proprio corpo come mezzo espressivo e si avvicina così alle rappresentazioni teatrali. E' una prova della tendenza contemporanea al superamento dei confini fra le varie arti attraverso una mescolanza di mezzi linguistici: teatro, danza, video, fotografia. Ognuna di queste azioni è una performance. L'happening o performance è un' esibizione basata sulla gestualità. Lo scopo degli artisti è di coinvolgere emotivamente il pubblico mediante azioni imprevedibili e violente. IL corpo può essere dipinto, truccato, perfino ferito con piccoli tagli per ottenere la massima espressività. Gli spettacoli si svolgono in luoghi insoliti(scantinati, garage, spazi urbani) per "sconvolgere" con un' azione artistica il ritmo della vita quotidiana. Come nel LIVING THEATER , l' improvvisazione, l'inserzione in spazi nuovi ,lo spettacolo come fenomeno creativo libera la personalità dell' attore. Qui l'espressione, sia pure improvvisata, torna ad essere protagonista. Il corpo diventa un MEDIA per esprimere le sofferenze esistenziali, il pathos interiore, giungendo anche a forme di perversione e di aggressività rivolta verso se stessi come nel caso do GINA PANE (protagonista della body art), che giunge a una forma di autolesionismo psico-fisico. Realizza performance in cui incide la propria pelle con punte e lamette: in "AZIONE SENTIMENTALE " ad es., si ferisce stringendo con eccessivo impeto un mazzo di rose, simbolo tradizionale dell' amore romantico. Con queste azioni l'artista vuole esprimersi mediante la spontaneità, allontanandosi dalle convenzioni artificiali della società. Le esperienze sono il più delle volte autentiche e, quindi ,dolorose e crudeli, mostrando quanto è precario tutto ciò che siamo abituati a chiamare "normale".
ARTAUD fu un precursore dell' azione della performance. Il suo lavoro si può definire "corporal-mentale". Egli vive il dolore sulla propria pelle senza nessuna limitazione, volendo dimostrare come esso può annullare la parola. Il linguaggio prende consistenza negli squarciamenti e nelle ferite. Questa forma di teatro, che lui definisce "passaggio esistenziale", non va ritenuto una negatività, ma una spiccata riflessione sul corpo. Nella sofferenza, Artaud vuole rappresentare una proposta teatrale che supera lo stesso teatro, " un teatro della crudeltà" che coinvolge l' esperienza diretta della vita. Auspicava un teatro violento, ossessivo, dove la violenza creasse un linguaggio genuinamente fisico, privo di parole, ma fatto di segni. Per questo si riallaccia lle arti figurative, muse ispiratrici del suo "teatro muto", dove mescola la sua esperienza di scrittore con le facoltà materiali dell' essere.
L'attività teatrale di Artaud presenta vari insuccessi perchè i pochi spettatori non riescono a comprendere quel gioco sottile della crudeltà. Le idee del suo teatro vanno oltre il teatro stesso. Il teatro della crudeltà trasforma quello della parola, dei gesti, dell'immagine, dove diversi mezzi s'incontrano su un territorio comune e dove si ha una presa di coscienza di forme e di sensibilità coniugate. Artaud sostiene che una vera e propria opera teatrale libera l'inconscio, scuote la pace dei sensi, spinge ad una sorta di rivolta virtuale. La violenza sui sensi deve avere il sopravvento, e la percezione dello spettatore deve spostarsi anche su qualcosa di magico, di invisibile e di segreto, e da qui nasce il "doppio" della realtà, che poi si rivela quella vera. L'attore deve quindi presentare un "doppio" fatto di realtà umana, di preparazione fisica e di slancio creativo.
Unisce tutta una fenomenologia estetica, che, partendo dalle estensioni del corpo post-organico, si estremizza fino alla performance immateriale.

http:// http://www.hackerart.org/corsi/aba99/anna.htm

Vi alleghiamo una foto di Artaud:

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Musica e tecnologia

Sax84 - 21-3-2006 at 15:29

Audio digitale
L'effetto uditivo detto suono consiste nella percezione da parte di un apposito dispositivo (orecchio di esseri viventi o microfoni artificiali) delle piccole e rapidissime vibrazioni emesse appunto da una "sorgente sonora" e propagate nell'ambiente circostante da un mezzo atto alla loro propagazione (in genere l'aria, ma anche acqua e rocce sono sede di fenomeni analoghi). Quindi il suono si genera in natura come vibrazioni meccaniche, si propaga in analoga maniera e sempre come vibrazioni viene percepito.
Fin dai primordi l'uomo ha cercato di trovare varie soluzioni per facilitare questa naturale propagazione con l'ausilio di dispositivi artificiali che aumentassero l'efficienza di questa trasmissione, in particolare cercando di far attraversare al suono spazi maggiori senza essere troppo contaminato da disturbi ed eventualmente essere memorizzato su supporti di memorizzazione che ne permettessero, oltre che il trasporto nello spazio, anche quello nel tempo, cioè che ne permettessero una memorizzazione permanete. Per far ciò molti artifizi tecnologici sono stati usati, fino alla definitiva invenzione del telefono, che permetteva di trasformare i segnali sonori in segnali elettrici che contenevano tutte le informazioni (o quasi) del segnale sonoro originale, ma che potevano essere più facilmente (e più velocemente) trasportate nello spazio. Per ottenere ciò, al suono veniva associata un'altra grandezza fisica, con caratteristiche di rigorosa relazione con il suono che rappresentava. Questa relazione rigorosa con il suono di partenza permetteva all'arrivo della grandezza fisica di essere di nuovo riconvertita in suono, come ad esempio succede nel ricevitore del telefono, dove la corrente elettrica, che ha trasportato l'informazione sonora, viene all'arrivo ritrasformata in suono dal piccolo altoparlante inserito nella cornetta. Questa relazione di corrispondenza viene detta "codifica" del suono in corrente elettrica.
Analoghi criteri di codifica si hanno ad esempio nella memorizzazione dei suoni codificati in parametri magnetici nel nastro dei registratori magnetici a nastro, o nei parametri geometrici di forma e profondità dei solchi nelle vecchie registrazioni su dischi di vinile. Le moderne tecnologie informatiche, che mettono a disposizione computer capaci di elaborare grandi quantità di numeri al secondo, forniscono un'ulteriore e diversa possibilità di codifica dei suoni, associando ai parametri acustici delle onde sonore delle lunghe serie di numeri, che li rappresentano piuttosto fedelmente e che possono, con elevata precisione essere riconvertite nei suoni originali. Questo processo di codifica delle grandezze fisiche continue (analogiche) in serie numeriche di cifre digitali è detta digitalizzazione e le grandezze sono dette essere rappresentate in maniera digitale. Queste lunghe serie numeriche possono poi essere memorizzate in memorie al silicio (pen drive ad esempio) o in memorie magnetiche (hard disk di computer) o infine in memorie ottiche (CD o DVD), per essere trasportate nello spazio e nel tempo.




Approfondimento Musica e Tecnologia

Sax84 - 21-3-2006 at 15:32

Lo stato dell'arte attuale prevede che un segnale audio sia convertito (quindi codificato) in un analogo segnale elettrico (analogo per informazione contenuta, a meno dell'inevitabile rumore, anche minimo, introdotto da qualsiasi manipolazione) per mezzo di un microfono, il quale produce, quando viene colpito da una onda meccanica sonora continua, un segnale elettrico ininterrotto, i cui valori di tensione, contengono la forma dell'onda acustica originaria. Un segnale siffatto, continuo nel tempo e che può assumere con continuità tutti i valori all'interno della sua dinamica, è detto analogico. Una seconda conversione può essere fatta associando a questo segnale una serie numerica (quindi digitale) che codifichi con sufficiente precisione la forma d’onda elettrica analogica originaria, ottenendo così la conversione analogico-digitale, detta brevemente conversione A/D. Per far questo è necessario andare ripetutamente a leggere i valori di tensione continui della forma d’onda analogica con sufficiente frequenza temporale, cioè effettuare una lettura sufficientemente fitta di questi valori di tensione, producendo un numero di letture (e quindi di valori numerici) in genere molto alto per ogni secondo di conversione A/D. Le singole letture sono dette campioni e il teorema del campionamento afferma che se la frequenza temporale di queste letture (detta frequenza di campionamento) è sufficientemente grande, non si hanno perdite di informazione rispetto alla forma d’onda originale. Cioè la serie di numeri prodotta contiene pressoché intatta tutta la informazione sulla forma d’onda elettrica analogica iniziale. Nei moderni standard tecnologici, in genere le frequenze di campionamento spaziano dagli 8.000 campioni al secondo (Samples per second, S/s) per la voce telefonica, fino ai 44.100 e più campioni al secondo per la qualità musicale. Per completare l’opera di conversione del segnale da analogico in digitale, va ora suddivisa tutto il possibile range dinamico del segnale in un numero finito di intervalli e ogni singolo intervallo va codificato con un valore digitale ben determinato. Queste due operazioni si chiamano quantizzazione e codifica di sorgente. La quantizzazione in genere suddivide il range dinamico del segnale in un numero di intervalli potenza del due (2^n intervalli), in maniera tale che ogni singolo campione cadrà inevitabilmente in uno degli intervallini quantizzati e potrà così essere codificato digitalmente con n bit. I valori più ricorrenti di digitalizzazione attualmente usati vanno da un minimo di 8 bit per campione in campo telefonico (range dinamico del segnale suddiviso in 256 intervallini), fino a 20 e più bit per campione (range dinamico del segnale suddiviso in un milione e più di intervallini). Naturalmente all’aumentare del numeri dei bit per campione aumenta la fedeltà del segnale campionato alla forma d’onda originale e si riduce l’imprecisione introdotta dalla quantizzazione (rumore di quantizzazione), ma va osservato che già 8 bit per campione quasi basterebbero per soddisfare i vecchi criteri di alta fedeltà (HiFi). La serie numerica che così discende è detta segnale audio digitale e contiene in sé tutte le informazioni necessarie per ricostruire la forma elettrica originale, che a sua volta era l’immagine quasi perfetta della forma d’onda acustica che l’aveva originata. Volendo, si potrebbe quindi ora procedere alla sua conversione da digitale ad analogica con convertitori D/A, per riottenere la forma elettrica originale, che una volta inviata ad un altoparlante riproduce il suono originario. Tutto questo processo costa in termini di introduzione di rumore vario, ma con le moderne tecniche questo può facilmente essere tenuto sotto una soglia in genere accettabile. Un ultimo passo è in genere fatto in questo settore. Il segnale audio digitale prodotto dai convertitori A/D è in genere codificato con un certo numero di bit per ogni campione e così una registrazione audio di 60 secondi campionata a 44.100 campioni al secondo, con ogni campione codificato con 16 bit, dà per risultato una sequenza di 44.100 campioni al secondo per 60 secondi, pari a 2.646.000 campioni, che vanno ora moltiplicati per 16 bit per campione, ottenendo una serie di 42.336.000 bit. Questo segnale audio digitale così codificato è detto “raw”, cioè grezzo. Un secondo livello di codifica è ora possibile, che consenta di comprimere le informazioni in sequenze numeriche più corte e che occupino meno bit per ogni secondo di conversione. Con le moderne tecniche di codifica si arriva a comprimere il suono in maniera molto efficace, come ad esempio nello standard mp3, tanto usato per diffondere musica e suoni in generale.


Ora dopo aver approfondito la ricerca sulle nuove tecnologie applicate alla musica, mi viene spontanea una riflessione (da musicista):
- Quanto è "autentico" di tutto ciò che ascoltiamo in musica? E' tutto merito dell'artista quando sentiamo un bel suono dolce e pulito o un bell'acuto di un cantante, oppure dobbiamo fare i complimenti al tecnico del suono e alle sue strumentazioni? Preferiamo ascoltare questo tipo di musica, oppure è meglio una registrazione degli anni '50 di J.Coltrane dove sappiamo per certo che ogni sfumatura espressiva è solo e soltanto merito del talento dell'artista e non di qualche strano strumento "tecnologico" ???


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Imparare Giocando...

Nerè - 21-3-2006 at 16:26

Imparare giocando, credo che questa semplice affermazione coniughi in se il desiderio di tanti bambini e non solo... giocare attraverso il piacere dell'apprendimento.

Alle nuove tecnologie corrisponde un diverso modo di percezione multisensoriale del mondo in cui entrano in gioco, il suono, l'immagine, il testo... incrocio di diversi linguaggi.

Pensavo ai bambini e al "mondo scuola", quanti di noi hanno un'immagine luttuosa della scuola, relativa allo sforzo, alla punizione...

L'introduzione di strumenti innovativi nel sistema didattico, permetterà la compartecipazione di studenti e insegnanti, consentendo di uscire una volta per tutte dallo statico travaso di informazioni da insegnante a studente.

Volevo concludere con un pensiero di Michele Sambin:

"Esiste un fare che ci libera dagli altri fare in quanto non usa le regole del mondo reale, ma ne crea delle altre, diverse. Il Gioco.

Il gioco, arte o tecnica, è il grande potere che ha l'uomo di sospendere il suo essere dentro la realtà, darsi alla fuga e finalmente di-vertirsi".


Saluti

Gabry G. - 21-3-2006 at 17:16

Salve a tutti, sono Gabriella e frequento il terzo anno dello Stamms di Lecce. Sono iscritta al forum da pochissimo, ma devo dire sono rimasta molto sorpresa nel vedere la grandissima partecipazione da parte degli studenti che si accingono a sostenere l’esame e non…
Ma soprattutto interessantissimi sono stati i vostri interventi a proposito di media, tecnologia, musica e teatro.
Approfondendo la questione, anch’io voglio lasciarvi la mia considerazione, anche se non è che abbia tanta cultura in fatto di tecnologia e tant’altro. Sicuramente cerco di fare del mio meglio…
Quello che di sicuro so, è che noi stiamo già vivendo nella società telematica, una società che si và rapidamente evolvendo con tecnologie sempre più raffinate e con la costruzione di computer sempre più potenti e dalle dimensioni sempre più ridotte. Con l’attuale ritmo di sviluppo, non è lontano il tempo in cui si potrà confrontare il cervello umano con la macchina, anche se tutto questo comporta già da ora complessi problemi di carattere filosofico e morale.
Fino a che punto è lecito spingersi negli studi sull’intelligenza artificiale? Non si corre il rischio di creare macchine o robot “pensanti” che sfuggono al controllo dell’uomo con imprevedibili conseguenze? È moralmente lecito che una macchina realizzi processi tipici della mente umana? L’uomo, non corre il rischio di finire col credere di potersi sostituire a Dio, anche sulla scorta degli incredibili risultati degli attuali esperimenti di ingegneria genetica? Quale significato etico può avere l’evoluzione di una società già opulenta in un mondo in cui i popoli ricchi diventano sempre più ricchi, mentre i popoli poveri diventano sempre più miserabili?
In questa società telematica, in quest’epoca di transizione, l’umanità si interroga inquieta sul significato del passato e sulle prospettive del futuro mentre il presente appare stritolato fra vecchio e nuovo, dibattuto in una crescente crisi di valori, in bilico fra disillusione e soddisfazione, ottimismo e catastrofismo.
Nonostante tutti i progressi scientifici e tecnologici, l’uomo dovrà ritrovare in se stesso le ragioni ed il senso profondo della sua esistenza. Il futuro è ancora da vivere…


Intelligenza artificiale

Gabry G. - 21-3-2006 at 17:17

È chiamata “intelligenza artificiale” quella branca dell’informatica che si prefigge la realizzazione di macchine capaci di imitare i peculiari procedimenti logici dell’intelligenza umana. Tale settore di ricerca è definito anche come lo stadio dei computer della “quinta generazione”. Si tratta di elaborare speciali programmi per appositi calcolatori in grado di operare in maniera intelligente in determinate circostanze. Gli studi sull’intelligenza artificiale, rappresentano la fase più avanzata della rivoluzione scientifica e tecnologica e che apre a stimolanti prospettive di rapidissima espansione delle applicazioni pratiche. Gli esperimenti hanno fatto molti progressi, ma, obiettivamente, nessuno è ancora capace di conferire i fondamentali obiettivi fissati all’inizio di una tale appassionante ricerca; in particolare si sta affermando un nuovo tipo di ricerca multidisciplinare che abbraccia settori diversi: biologia, chimica, fisica, matematica… hanno stretto un’alleanza per esplorare i misteri della mente.
Mentre i neuroscienziati si sforzano di simulare mediante i computer i principali meccanismi della mente umana, gli ingegneri elettronici preparano il terreno agli strumenti mass-mediali che costituiranno l’ambiente informatico del futuro; con le nuove tecnologie della comunicazione, è possibile dalla propria abitazione entrare in contatto con qualsiasi parte del mondo in cui esista una macchina in grado di “dialogare” con la nostra: un medico può visitare a distanza un paziente, uno studioso può tenere una conferenza in una località di un’altra nazione, si può lavorare stando comodamente a casa…
La felice fusione tra tecnologia dell’elaborazione elettronica e della comunicazione creerà un vero e proprio “mercato dell’informazione” in cui, grazie alla tecnologia multimediale, saranno forniti dati, suoni, immagini, testi scritti, attraverso una sofisticata rete di computer.
Fra le numerose innovazioni apportate a seguito degli studi sull’intelligenza artificiale, vi è poi il cosiddetto “voto elettronico”, un sistema elettorale completamente informatizzato che abolisce le migliaia di tonnellate di documenti cartacei prodotti normalmente in una tornata elettorale.

LA RIVOLUZIONE VIRTUALE DEL 68...ma lo sapevate che...

€manuela - 21-3-2006 at 17:31

Alla fine degli anni Sessanta gli universitari occupano la Rete e trasformano quello che era in quel momento un progetto militare nel luogo in cui costruire l'estensione virtuale della loro rivoluzione.

È il 1968, l'anno in cui viene pubblicato il documento storico che sancisce l'ingresso delle università nel mondo delle reti. Si tratta dell'Rfc985, con il quale, dopo aver creato una backbone in grado di collegare cinque università, la National Science Foundation decide di utilizzare il protocollo Tcp/Ip per la propria rete. In questo modo, la rete delle università, la NsfNet, avrebbe utilizzato lo stesso protocollo della rete militare Arpanet.
Sono i primi vagiti della Internet che conosciamo.
Dopo aver dismesso l'uniforme, l'Internet civile comincia a crescere e ad accogliere le risorse di tutte le reti minori già esistenti. Se nel 1986 Internet conta circa 5.000 computer tra loro collegati, nel 1987 il numero è salito a 28.000. Oggi i computer interconnessi sono 6 milioni, per un totale di 300 milioni di navigatori.
L'invasione degli universitari sul terreno dei militari ha consentito la nascita di quella Rete che è spesso apparsa come la concretizzazione e l'estensione degli ideali del '68: la rivoluzione Internet, come spesso è stata chiamata. Ma si tratta di una rivoluzione che passa di solito inosservata. Per molti la Rete continua a essere al massimo l'estensione della propria cassetta della posta, oppure un ufficio postale sempre a disposizione. Per altri un mondo frenetico fatto di dotcom e di startup, di Nasdaq e di trading online.

Anche i giovani internauti restano un po' stupiti quando sentono pronunciare la parola "rivoluzione". Comunicare con un sacco di amici e di amiche in tutto il mondo o trovare quasi tutto quello che si vuole per i propri studi è formidabile. Ma è anche una rivoluzione?
Eppure, sono molti i settori in cui la Rete ha generato delle forti scosse telluriche, andando a rimettere in discussione la morfologia delle sedimentazioni socioculturali. Se qualcuno ha parlato di "rivoluzione liberale", altri hanno preferito "rivoluzione libertaria", individuando diversi parallelismi con il '68.

Se pensiamo a slogan come "viva l'effimero!" e "ce ne freghiamo delle frontiere", che hanno caratterizzato il Maggio francese, ci rendiamo subito conto di come riflettano la filosofia della Rete. Nel 2000 sono state inviate 10 miliardi di e-mail che sono giunte a destinazione attraversando decine di frontiere in pochi attimi. Anche le 15 milioni di home page presenti in Internet sembrano riflettere lo spirito di frasi come "qui si spontaneizza", che nel '68 si trovavano scritte sui muri delle facoltà. "Non liberatemi, ci penso da solo": gli utenti intervengono, discutono, si coordinano, non sono più spettatori passivi.

Per non parlare dell'idea di comunità che ha contraddistinto fin dalle sue origini la Rete: come non pensare alle comunità degli anni settanta, con i loro ideali di libero scambio, di opposizione alla censura e all'insegnamento indottrinato. In effetti, in Internet i professori scendono dalla cattedra e discutono con gli studenti, il sapere si socializza nei gruppi di discussione, i cittadini intervengono nei forum comunali.

Insomma, la rivoluzione Internet è in corso, trasporta parole e desideri, minaccia i poteri costituiti. La Rete è ancora giovane, ma sta già rivoluzionando il concetto stesso di rivoluzione.


internet come rivoluzione della comunicazione umana

alchimista - 21-3-2006 at 17:33

incuriosita dall'intervento scritto su kevin Kelly ho cercato, navigando in rete qualche informazione in più.Ho notato che spesso si accostava al nome di questo famoso guru di internet un'altro nome : quello di Gerry McGovern. Nel suo libro " The caring Economy" egli esprime un concetto molto importante: l'importanza di aver cura, attenta e personale delle relazioni e dei rapporti umani. Anche per lui, come per Kevin Kelly,internet è una rivoluzione nella comunicazione umana, non nella tecnologia. Egli in un articolo intitolato "Don't believe the image makers " ( non credete ai frabbicanti di immagini ) scrive :

Le cose che ho trovato utili nell'internet nel 1997 sono le stesse che mi erano utili nel 1996, 1995 e 1994. Comunicare con la posta elettronica. Trovare e fornire informazioni valide. Cose semplici. L'unica differenza fra il 1997 e gli anni precedenti è che ho comunicato con più persone e ho trovato più informazioni.

No, non ho guardato fantastiche animazioni. Mi sono stancato presto del push. Non ho usato videoconferenze. Non ho organizzato incontri interattivi con l'Internet (sarebbe una buona idea, se riuscissi a far funzionare il software). Non ho parlato per telefono via rete. Non ho usato Java o ActiveX. Ho fatto cose semplici nel 1997 e farò lo stesso nel 1998.

Gli image maker si affollano alla mia porta, spingono, insistono, dicono che se ho il tempo di aspettare mi mostreranno tante cose. Vogliono farmi annoiare dell'e-mail. Non dovremmo essere la Generazione degli Annoiati, che cercano sempre qualcosa di nuovo perché in un quarto d'ora si stufano di quello che hanno?

Gli image maker sbagliano. Non capiscono l'internet. Non capiscono che non è una cosa di immagine, è una cosa di comunicazione e informazione.

L'internet ha continuato la sua crescita nel 1997 perché continua a fare bene cose semplici. La posta elettronica funziona (non sempre... ma insomma funziona). I siti web cominciano a ridurre la grafica e a investire in una migliore organizzazione delle informazioni. Le risorse dei buoni siti oggi sono la qualità dei contenuti e la struttura di ricerca.

Si comincia a incoraggiare l'ìnterattività fra un'impresa e i suoi clienti. Si comincia a fare davvero commercio elettronico. Gli scambi fra imprese ( business-to-business) stanno crescendo. Cose semplici. Ma spesso le cose semplici sono le migliori.


Società dell' informazione

Ale e Silvia - 21-3-2006 at 19:42


La nostra è definita da tutti " Società dell' Informazione". E' però necessario dare senso a questa definizione poichè rischiamo di entrare nella SOCIETA' DEL CONTROLLO e dell' AUTOMATISMO PSICHICO, uno dei pericoli che riguarda soprattutto i più giovani , naturalmente attratti dai sistemi interattivi, cellulari, videogame ecc. E' necessario x questo trasferire l' intelligenza culturale in questi ambiti, che vanno considerati ad alto rischio sociale talmente importanti da non poter rimanere in mano a mercanti ed informatici, poichè altrimenti si rischia di inondare il mondo di tecnologie che ci daranno talmente tante risposte da far dimenticare le domande, e senza domande non si va avanti, infatti,come dice anche il nostro prof."NON C' E' CRESCITA SENZA CRISI". Le crisi sono necessarie per chi deve misurarsi con il mondo che cambia.
Oggi il cellulare non è più un semplice telefonino, ma è un sistema di comunicazione molto più "SMART", intelligente, simpatico, amichevole. Sulla base degli scambi di SMS (di comunicazione scritta) nascono delle relazioni e delle strategie di auto-organizzazione. Gli sms rappresentano sia un fenomeno di comunicazione che sta rivoluzionando la pratica della scrittura, sia una nuova attitudine che sta cambiando il senso del comunicare. Si parla di "SMART MOB" in cui la parola "Mob" può indicare sia la folla che il "mobile", la telefonia mobile e il Wirless (senza fili). Mob er stato inteso dall' etologo Lorenz come declinazione del verbo to mob "assalire", per indicare l' attacco di uno stormo di uccelli contro un predatore più grande, deciso a insidiare il nido.
Si tratta di COMUNITA' VIRTUALI che non stanno più ferme davanti allo schermo ma che si muovono nel territori, moltitudini che iniziano ad usare le tecnologie mobili per far accadere degli eventi intelligenti, ludici e creativi, infatti sono tanti i casi di feste o di raduni convocati solo x gioco.
Sia sms che videogame, però, non vengono ancora contemplati come campi d' intervento culturale, perchè gli "statuti dell' estetica" non hanno gli strumenti per valutarli, per considerarli come dei nuovi linguaggi capaci di esprimere, in modo compiuto, il mondo che cambia! Questo avanzamento tecnologico impone la necessità di uscire dal "torpore delle politiche culturali" che non sanno intercettare le istanze comunicative delle nuove generazioni, a partire dall' ambito educativo!
Un modo per intervenire è, dunque, quello di iniziare a progettare interventi Ludico- creativi che stimolano la partecipazione ATTIVA dei ragazzi, degli studenti, a partire dai più piccoli, già dalle elementari, per dare forma a quella pulsione che gli attrae verso i nuovi MEDIA INTERATTIVI. Perciò il mondo della scuola e degli insegnanti necessita di EVENTI DI COMUNICAZIONE, che attraverso l' uso di Ipermedia e creazioni web dimostrino che insieme al mondo dell' arte, del teatro, del cinema e del video, esiste anche una condizione propria della CREATIVITA' MULTIMEDIALE in cui si sviluppa una sorta di EMPATIA ON LINE e dove si cerca di rendere condivisibile, creativo e dinamico il mezzo di comunicazione.

http://www.teatron.org/impararegiocando/

ATTORE O SPETTATORE?

Grazia - 21-3-2006 at 20:08

Attore o Spettatore?

Continuando a riflettere sull’interazione tra attore e spettatore, ho letto che il primo happening, ossia un avvenimento artistico cui lo spettatore è chiamato a PARTECIPARE ATTIVAMENTE, diventando lui stesso attore, è stato quello di Allan Kaprow nel 1959 e s’intitolava “18 HAPPENING IN 6 PARTS”.
In sintesi si chiedeva agli spettatori di spostarsi da uno spazio all’altro della scena. Le pareti di questa erano rivestite di una plastica trasparente che permetteva di vedere cosa accadeva dall’altra parte.
Lo stesso invito annunciava quello che sarebbe successo nello spettacolo:”…lei sarà simultaneamente attore e spettatore…”
L’arte dell’happening nasce dall’idea di ARTE CONCETTUALE (non importa quello che si rappresenta, dicevano gli artisti di questo filone, quello che conta è il concetto) che è contro la mercificazione dell’opera d’arte.
In sostanza è quello che accadeva già nel DADAISMO con Marcel Duchamp (massimo esponente).
Come sappiamo, il dadaismo è contro tutto ciò che si è fatto passare per bello; è contro l’arte, la poesia e la letteratura. Le serate che si svolgevano all’interno del famoso “Cabaret Voltaire” erano all’insegna della pura provocazione; unico scopo era quello di spiazzare la borghesia.
Gli spettacoli di Kaprow sono tutti caratterizzati da questo suo interagire con lo spettatore e, molti altri artisti hanno intrapreso, come lui, questa direzione; infatti, la ricchezza comunicativa dell’happening, lo spiazzamento dello spettatore, le diapositive e le proiezioni fanno parte del nuovo teatro di ricerca.


Allan Kaprow.jpg - 13kB

Musicita o tecnico?

Onerom - 22-3-2006 at 08:40

"Senza il computer non sono niente... il computer è il mio complice... è lui che mi permette di fare musica..." (Antonio De Santis)

Sax84 sono giustificabili i tuoi quesiti e anch’io (non da musicista ma da appassionato) mi chiedo se ora i veri artisti sono i cantanti stessi o i tecnici del suono. Ad esempio vogliamo mettere a confronto un artista moderno con Ray Charles o con lo stesso J.Coltrane che tu hai citato??? Però per certi aspetti e ad una prima considerazione, la distanza tra tecnologie digitali e creazione artistica, appare senz'altro vasta e difficilmente colmabile. Le prime, appaiono, per l'appunto, "tecnologie": strumenti "freddi", basati su assunzioni e metodologie rigorosamente, matematicamente definite e che presuppongono, nella sostanza, un corrispondente rigore nel loro utilizzo. Tale rigore sembra difficilmente conciliabile con la "libertà espressiva", con "l'intuizione" insita nella creazione artistica, e l'utilizzo di strumenti digitali può apparire, anzi, una fonte di limitazione delle possibilità espressive dell'artista. Tuttavia, al tempo stesso, bisogna osservare come l'uso delle tecnologie digitali renda possibile una totale "virtualizzazione" dell'opera, fornendone una rappresentazione come semplice collezione di informazioni all'interno di una memoria digitale, rendendola quindi indipendente da qualunque supporto fisico. In tal modo, l'opera viene ad acquisire una natura "soft", immateriale, simile alle componenti software di un qualunque sistema informatico. Tale virtualizzazione comporta, come conseguenza immediata, una illimitata possibilità di manipolazione - cosí come di creazione - dell'opera, non più vincolata all'utilizzo di materiali e quindi alle limitazioni inerenti alle caratteristiche fisiche di tali materiali. Cosí, soluzioni espressive che sarebbero precluse dalla "fisicità" dell'opera stessa (il suo essere "dipinto", "scultura", "musica" generata da strumenti musicali classici, "scena di teatro"), diventano applicabili se si "riducono" ad un trattamento digitale di informazioni. Questo fenomeno, che rende possibile una continua ricerca di nuovi stili di espressione artistica, non è in realtà caratteristico degli anni più recenti, segnati dalla crescita dirompente dei sistemi di trattamento digitale delle informazioni; in ambito musicale, ad esempio, la ricerca di nuove modalità espressive per mezzo di strumenti elettronici mediante un trattamento analogico dei segnali, risale ad alcuni decenni fa, prima della diffusione delle tecnologie digitali. La produzione musicale continua a rappresentare un importante settore di applicazione delle tecnologie digitali alla sperimentazione artistica, dove, nuovi suoni, timbri, tonalità non producibili per mezzo degli strumenti usuali, possono essere sintetizzati digitalmente e successivamente elaborati in vari e innumerevoli mo

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ci avete trovato gusto, bene

carlo - 22-3-2006 at 09:41

sono molto contento di questa vostra partecipazione al forum
talmente intensa che non riesco a starvi dietro (vorrei farlo, ma nel forum di Performing Media, quello di quest'anno... ci conto...)

credo che questa vostra veemenza on line vada ormai ben oltre l'esame

avete capito (credo,spero) che queste dinamiche di cooperazioen educativa on line
sono esperienza vostra: apprendimento dinamico x mettere a misura ciò che avete scoperto e avete fatto vostro

bene, bisogna tirar fuori le cose x vederle


ora, x intenderci
ed essere funzionali all'esame
(sarò schematico)
1. mettete negli interventi il vostro nome e la foto con l'avatar (ho già messo le indicazioni)
2. dite anche ai vostri colleghi che devono far l'esame,
di usare questo forum x farsi avanti (altrimenti verranno valutati poco e male)
3. incollate in vostro intervento finale i vari post che avete fatto nel forum (con realtive date)
4. entro venerdì mattina, poi sarò in viaggio
5.portateli stampati all'esame

e a te, Onerom:
dove hai trovato quella dichiarazione di De Santis, è un musicista informatico che collabora con l'IRCAM di Parigi
e che ho conosciuto ( x una trasmissione che conducevo x la RAI) nel 1981 e di cui avevo perso le tracce...


Intelligenza artificiale

Grazia - 22-3-2006 at 11:02

“Siete soli nella stanza, se si eccettuano due terminali di computer baluginanti nella penombra. State usando i terminali per comunicare con due entità che si trovano in un'altra stanza e che non potete vedere. Con l'unico riferimento delle risposte alle vostre domande, dovete decidere [...] chi è umano e chi la macchina. [...] Se non riuscite a distinguere la macchina intelligente dall'essere umano intelligente, il vostro fallimento prova, riteneva Turing, che la macchina è in grado di pensare.”

Il test consisteva in una persona che poneva delle domande tramite una tastiera, rivolgendosi sia ad una persona che ad una macchina intelligente.
Turing era convinto che se, dopo un ragionevole periodo di tempo, la persona che poneva le domande non fosse stata capace di distinguere le risposte della macchina da quelle dell'altra persona, la macchina in qualche modo si poteva considerare "intelligente".
Allan Turing, padre dell’informatica, riteneva possibile la costruzione di una macchina in grado di pensare.
Turing è stato una dei pionieri dello studio della logica dei computer, così come la conosciamo oggi, ed fu il primo ad interessarsi all’argomento dell’intelligenza artificiale.
Ciò che Turing intravedeva era una macchina che riusciva a fare tutto, cosa che oggi diamo sicuramente per scontata.
Turing era dell’idea che si potesse creare una MACCHINA INTELLIGENTE seguendo gli schemi del cervello umano.
Qualcuno diceva che costruire un cervello non organico è lo scopo dell’ INTELLIGENZA ARTIFICIALE.
Nel 1997, per la prima volta, un computer sconfisse a scacchi il campione mondiale e da quel momento si riconsiderò l’idea che si aveva sui computer e si gridò alla nascita di una “MACCHINA CHE SA PENSARE”.
La macchina, giocando a scacchi, dispone di una velocità impensabile e, allo stesso tempo, esamina tutte le eventualità del gioco; il cervello umano, invece, analizza il futuro ad una velocità inferiore, ma utilizza, al contrario della macchina, esperienza, memoria ed intuito.





allan turing.jpg - 6kB

non amo gli esercizi di stile

carlo - 22-3-2006 at 11:18

Quota:
Originariamente scritto da Grazia
“Siete soli nella stanza, se si eccettuano due terminali di computer baluginanti nella penombra. State usando i terminali per comunicare con due entità che si trovano in un'altra stanza e che non potete vedere. Con l'unico riferimento delle risposte alle vostre domande, dovete decidere [...] chi è umano e chi la macchina. [...] Se non riuscite a distinguere la macchina intelligente dall'essere umano intelligente, il vostro fallimento prova, riteneva Turing, che la macchina è in grado di pensare.”

Il test consisteva in una persona che poneva delle domande tramite una tastiera, rivolgendosi sia ad una persona che ad una macchina intelligente.
Turing era convinto che se, dopo un ragionevole periodo di tempo, la persona che poneva le domande non fosse stata capace di distinguere le risposte della macchina da quelle dell'altra persona, la macchina in qualche modo si poteva considerare "intelligente".
Allan Turing, padre dell’informatica, riteneva possibile la costruzione di una macchina in grado di pensare.
Turing è stato una dei pionieri dello studio della logica dei computer, così come la conosciamo oggi, ed fu il primo ad interessarsi all’argomento dell’intelligenza artificiale.
Ciò che Turing intravedeva era una macchina che riusciva a fare tutto, cosa che oggi diamo sicuramente per scontata.
Turing era dell’idea che si potesse creare una MACCHINA INTELLIGENTE seguendo gli schemi del cervello umano.
Qualcuno diceva che costruire un cervello non organico è lo scopo dell’ INTELLIGENZA ARTIFICIALE.
Nel 1997, per la prima volta, un computer sconfisse a scacchi il campione mondiale e da quel momento si riconsiderò l’idea che si aveva sui computer e si gridò alla nascita di una “MACCHINA CHE SA PENSARE”.
La macchina, giocando a scacchi, dispone di una velocità impensabile e, allo stesso tempo, esamina tutte le eventualità del gioco; il cervello umano, invece, analizza il futuro ad una velocità inferiore, ma utilizza, al contrario della macchina, esperienza, memoria ed intuito.




molto interessante, troppo...
e si rischia di salatre il bersaglio

qui il problema è che ci si sta sbilanciano su temi che vanno oltre quelli dell'esame
mi spiego
con tutta la stima x Turing
nelle teorie che espongo nel libro
relativizzo l'intelligenza artificiale
x invitare a porre + attenzione all'interazion sociale con i media

c'è da cogliere questo aspetto se volete
confrontarvi in modo qualificante con me

ciò non significa che doppiate aderire totalmente alla mia linea di pensiero
ma impostare una dialettica pertinenete ai temi che pongo

non amo gli esercizi di stile di quelli che vogliono apparire come i primi della classe ( e si fanno vivi solo alla fine x l'esame...)

grazia
seguirai il mio corso di performing media?
rilanceremo lì questi temi sull'intelligenza artificiale se vuoi

Grazia - 22-3-2006 at 12:24

Ha ragione...forse mi sono sbilanciata un pò troppo. Il fatto è che fino a questo momento tutte queste cose (da Turing alla cyborg e oltre...) mi erano totalmente sconosciute. Facendo delle ricerche ho scoperto di essere interessata a questo genere di cose, forse, solo perchè fino alla sorsa settimana non conoscevo nemmeno l'esistenza (quando imparo qualcosa di nuovo mi capita di parlare sempre di quello!)
Cercherò, nei prossimi interventi, di rimanere in tema.
A presto.

e gli altri?

carlo - 22-3-2006 at 13:09

Quota:
Originariamente scritto da Grazia
Ha ragione...forse mi sono sbilanciata un pò troppo. Il fatto è che fino a questo momento tutte queste cose (da Turing alla cyborg e oltre...) mi erano totalmente sconosciute. Facendo delle ricerche ho scoperto di essere interessata a questo genere di cose, forse, solo perchè fino alla sorsa settimana non conoscevo nemmeno l'esistenza (quando imparo qualcosa di nuovo mi capita di parlare sempre di quello!)
Cercherò, nei prossimi interventi, di rimanere in tema.
A presto.

scusami x l'intemperanza di prima...

il fatto che queste cose siano x te una scoperta... mi spiazzano,
in bene

mi piace la tua euforia x l'apprendimento

è la cosa + importante

e gli altri?

salve

minito666 - 22-3-2006 at 14:08

Girando in rete,leggendo sul forum ho trovato un concetto che mi piace e mi interessa:la body art.
Il corpo come figura principale,utillizzato o trasformato in forma d'arte.Come gia detto piu volte si inzia negli anni 60 sino ai 90.L'uso del corpo come linguaggio ha raccolto molti pittori e scultori contemporanei.Una nuova maniera di fare arte:perdita di identita,rifiuto di vedere la realta .L'uomo è ossessionato dalla necessita di mostrarsi per potter essere.Al pari di Artaud ,vogliono provare tutte le possibilita che ci sono date per conoscerci tramite il corpo e la sua globale conoscenza.La messa a nudo di questo diventa l'estremo tentativo per conquistare il diritto di metterci al mondo di nuovo.E' un affrontare la morte attraverso la vita;sperimentando la morte si riesce a saperne un po di piu.La psicoanalisi e le sue scoperte agiscono sull 'arte e sull' artista come una forza sociale.Tutto puo diventare arte,basta volerlo,l'importante è che il nostro pensiero venga ascoltato da qualcuno, visto e capito.

Prof

Onerom - 22-3-2006 at 14:30

Prof. la citazione sul Maestro Antonio De Santis non l'ho trovata da nessuna parte, mi è stata riferita da un mio amico di beni musicali e subito dopo ho fatto una personale ricerca (con qualche difficolta). Mi sembrava adatta per aprire il discorso tra musica e tecnologia!

Dal teatro alla realtà virtuale

scazzarriello - 22-3-2006 at 14:49

scusate se mi rifaccio viva solo dopo tanto tempo.qui a Lecce non ho il computer con me!Quindi.....
In rete ho trovato un vostro saggio "scena immaginaria".Ecco il link http://www.idra.it/cyberia/ScenaImm.htm

Con lo "svilupparsi dell'arte , in tutte le sue forme,si è cercato di creare un "dialogo" ,trasmettendo sensazioni di ogni genere e tipo,tra l'artista e lo spettatore.E' straordinario percorrere l' evoluzione di questa "materia" e accorgersi che alla base c'è l'irrefrenabile voglia di creare un sempre maggior coinvolgimento tra l'ideatore e il suo pubblico.Questo trova fondamento se analizziamo un percorso che va dal teatro classico sino ad arrivare all'avvento della tecnologia .
Fin dalle origini il teatro era un luogo nel quale operavano personaggi vogliosi di trasmettere e coinvolgere chi gli stava di fronte.Con la nascita della prospettiva,con l'essere capaci di poter svilupare un negativo e quindi l'avvento della fotografia ,si arriva alla creazione di personaggi in movimento su uno schermo e quindi all' avvento del cinema.Quest'ultimo con la sua capacità di inglobare effetti sonori visivi è il mezzo che riesce ad attirare di più l'attenzione dei suoi interlocutori, a volte estasiati o spaventati da ciò che gli accade di fronte.Un ulteriore salto di qualità è stato fatto con la nascita della multimedialità,della virtualità interattiva,capaci di simulare un nuovo spazio all'interno del quale lo spettatore viene proiettato mentalmente, provocando la sensazione di esserci anche fisicamente.In questo nuovo modo di concepire le cose arriviamo ad un vero e proprio ribaltamento del principio originario del teatro,per il quale si può fare di uno spazio mentale una simulazione fisica.Esempio di tutto ciò può essere uno spettacolo di Frederic Flamand e Fabrizio Plessi,"EX MACHINA".Alla base della ricerca di Plessi vi è il rapporto mimetico tra l'acqua e il fluire cangiante del video,introducendo un altro livello nel rapporto tra azione e visione.Nella ricostruzione,attraverso l'uso del computer,della piscina è l'occhio dello spettatore a correre da un punto all'altro,sino ad un tuffo emozionante. Il suono è lo strumento che permetterà di amplificare il suono dell'acqua,portandoci all' interno della piscina stessa.Ed è possibile quindi credere di essere dentro a ciò che si sta vedendo.Si è arrivati in questo modo ad una totale immersione all'interno di ciò che si sta vedendo,sino a credere che lo spettatore diventa lui stesso protagonista del "video".

alchimista - 22-3-2006 at 16:03

Quota:
Originariamente scritto da Grazia
Attore o Spettatore?

Gli spettacoli di Kaprow sono tutti caratterizzati da questo suo interagire con lo spettatore e, molti altri artisti hanno intrapreso, come lui, questa direzione; infatti, la ricchezza comunicativa dell’happening, lo spiazzamento dello spettatore, le diapositive e le proiezioni fanno parte del nuovo teatro di ricerca.




Una installazione mi ha colpito in questo senso leggendo il libro:
"IL POZZO DEI DESIDERI" di Presotto nata nell'ambito della ricerca nazionale promossa dall'Osservatorio dell'Immaginario sui desideri dei bambini che coniuga teatralità attenzione pedagogica e utilizzo ludico dei media elettronici e il cambiamento di prospettiva da parte dello spettatore.



IL POZZO DEI DESIDERI (Cartello N.3)
ISTRUZIONI PER L'USO
1- ENTRARE UNO ALLA VOLTA NELLA STANZA DEL POZZO
2- AFFACCIARSI E GUARDARE LA PROPRIA FACCIA RIFLESSA
3- DIRE DENTRO AL POZZO I TRE DESIDERI PIU' GRANDI CHE ABBIAMO
4- (MI IMPEGNO
A NON MOSTRARE MAI IL NASTRO DEI DESIDERI
ALLE MAESTRE, ALLE MAMME, ED AGLI AMICI DI CHI HA PARLATO NEL POZZO,
NEANCHE SE MI TORTURANO,
firmato Carlo Presotto)
5- USCIRE, CHE MAGARI C'E' QUALCUNO CHE ASPETTA FUORI!

La funzione della telecamera posta in fondo al pozzo sotto uno strato di acqua ribalta la prospettiva frontale della visione dell'azione scenica portando verso una percezione ludico-creativa dello spettatore che diventa attore.Il tutto viene videoregistrato e i desideri vengono letti sia dal punto di vista verbale sia da quello del metalinguaggio.
Da questo lavoro sono nati un video e un laboratorio condotto da Paola Rossi: "gesti e riti dei desideri".

si è giunti ad una dematerializzazione dell'oggetto artistico che determina una fruizione da parte dello spettatore fatta di interazione e percezione sensoriale in perenne trasformazione e che cambia per ogni soggetto.Rispetto ai bambini in questo caso vi è forse un ulteriore alterità in divenire che si pensa di dover educare e non a cui accostarsi per per poter in questo modo riceverne un dono.

alchimista - 22-3-2006 at 16:31

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Originariamente scritto da carlo
Quota:
Originariamente scritto da Grazia
Ha ragione...forse mi sono sbilanciata un pò troppo. Il fatto è che fino a questo momento tutte queste cose (da Turing alla cyborg e oltre...) mi erano totalmente sconosciute. Facendo delle ricerche ho scoperto di essere interessata a questo genere di cose, forse, solo perchè fino alla sorsa settimana non conoscevo nemmeno l'esistenza (quando imparo qualcosa di nuovo mi capita di parlare sempre di quello!)
Cercherò, nei prossimi interventi, di rimanere in tema.
A presto.

scusami x l'intemperanza di prima...

il fatto che queste cose siano x te una scoperta... mi spiazzano,
in bene

mi piace la tua euforia x l'apprendimento

è la cosa + importante

e gli altri?


credo che la posizione di grazia sia condivisibile dalla maggior parte di noi o almeno da me che partecipando a questo forum sto venendo a conoscenza di tante cose che non facevano prima parte del mio bagaglio culturale. Leggendo il suo libro, ricercando, navigando,incamerando tante nuove informazioni per cercare di farsi delle opinioni è possibile a volte perdersi ...

EUFORIA...dice bene!!!

Grazia - 22-3-2006 at 17:40

Non si preoccupi...tuttavia sono contenta che mi abbia fatto capire in cosa sbagliavo. Talvolta, come dice alchimista, è molto facile perdersi con tutte queste notizie!
Inoltre, conto di seguirla nel suo corso di Performing Media. Intanto continuo a leggere il suo libro.
A presto.

emergono altri riferimenti

carlo - 22-3-2006 at 18:05

Quota:
Originariamente scritto da Grazia
Non si preoccupi...tuttavia sono contenta che mi abbia fatto capire in cosa sbagliavo. Talvolta, come dice alchimista,

<<<
certo,
come ci si fa a trovare se non ci si cerca?
bisogna perdersi x cercarsi

o no?
<<<
è molto facile perdersi con tutte queste notizie!
Inoltre, conto di seguirla nel suo corso di Performing Media. Intanto continuo a leggere il suo libro.
A presto.


vedo poi che curiosi

ExMachina di Plessi-Flamand l'ho fatto vedere in video anni fa nel mio corso d'allora
e voi dove l'avete pescato?

ne seguii la genesi in belgio...

magari lo riproporrò nel corso
ricordatemelo nel forum nuovo!!!

l'importanza della rete oggi

gianluca caterina - 23-3-2006 at 09:46

E' assurdo pensare quanto sia cambiato il significato del PC da quando l'utilizzo della rete è diventato più accessibile e alla portata di tutti. Diciamo la verità...il PC senza connessione Internet NON ha, ormai, alcun significato. La nostra vita è cambiata con le chat e le mail istantanee e nonostante ciò non riuscuamo a sfruttare a pieno le risorse della Rete delle Reti. Molte volte può risultare difficile utilizzare Internet in modo produttivo. Quante volte è successo che stando a casa, senza aver nulla da fare, davanti al pc, abbiamo aperto il browser di Explorer e una volta arrivati alla prima pagina non avevamo idea di cosa cercare? Troppe!!! Comunque basta prenderci un po di confidenza e tutto scorre via...
Ultimamente mi sono soffermato a pensare a come Internet, le chat, i forum e i blog, hanno cambiato il norstro rapportoi con la società e i rapporti interpersonali. Si sono accorciate le distanze, i tempi e anche il nostro modo di interagire e approcciare. Mi spiego...qualche anno fa, quando internet era ancora riservata a pochi, o meglio, non era ancora così diffusa, i nostri rapporti interpersonali erano vincolati da luoghi, orari e da un fattore fondamentale: la presenza, in un determinato luogo, di 2 persone!!! Oggi tutto questo non ha più valenza. Il luogo è diventato virtuale e gli orari possono non coincidere; supponiamo di chattare con una persona in Australia o in america o in Estremo Oriente. Quando ero piccolo ricordo che durante le feste di Natale, aspettavamo una telefonata da Manhattan, da parte dei miei zii che vivono li. La telefonata era un evento!!! Miseriaccia!!! Il fatto di essere stati in comunicazione con l'altro capo del Mondo era una cosa che non capitava tutti i giorni e lasciva il segno. Oggi invece, sono in camera mia, mia madre gira per casa con una pila di vestiti da riporre nei cassetti e mi fa:" che fai? ". E io:" Chatto con Theresa da Manhattan". E mia madre:"ok salutamela...". MA VI RENDETE CONTO???? Sfido io che quasto avrebbe cambiato IL MONDO!!!!

I My Media

cazzato anna maria - 23-3-2006 at 10:11

E' vero Gianluca, è proprio così!!! Anzi se dobbiamo essere precisi, oggi con l'avvento del Gprs e dell'Umts e dei telefonini che sembrano delle vere e proprie unità multimediali, il nostro rapporto con la rete si è rafforzato. pensare di poter essere per strada e di essere collegati ad internet può renderci la vita più facile. Pensandoci, non è cambiato solo il nostro rapporto con le persone e con la società, ma anche con le macchine stesse!!!

Via ludico-partecipativa al futuro digitale

Ale e Silvia - 23-3-2006 at 11:17

Il gioco e il teatro in particolare, da sempre affina quelle qualità che vanno sotto il nome di socializzazione, prima di tutte quella della condivisione dello spazio-tempo comune. E’ in fondo questo il primo approccio che un bambino stabilisce con il mondo esterno per apprendere. Sulla base di questo principio, l’edutainment tende a rappresentare una delle politiche, sia formative che editoriali, di maggiore potenzialità. Questo argomento è un buon punto di partenza per intendere la via ludico-partecipativa all’apprendimento. Apprendimento non solo di materia e discipline, ma di “mondo”: mondo che cambia e che arriva ad esprimere nuove funzioni come quella di cittadinanza digitale. E’ qui che il sistema scolastico può aprirsi al suo esterno, negoziando sul ruolo di agenzia formativa aperta al territorio per i ragazzi-cittadini futuri.
Accanto al mondo della scuola, sta emergendo una nuova generazione di figure istituzionali fatta di operatori culturali, intellettuali, ecc., tesa ad espandere le possibilità di partecipazione pubblica ai sistemi informativi associati a quelli formativi. Possono emergere politiche culturali capaci di creare un sistema di “interdipendenza positiva” tra scuole, biblioteche, teatri, musei, e altre istituzioni culturali, utilizzando piattaforme telematiche funzionali allo sviluppo di queste nuove interazioni.
Introdurre ad un approccio evolutivo con la telematica e la multimedialità nella scuola, significa prima di tutto affrontare il problema della comunicazione, che non vuol dire solo scambiarsi informazioni ma creare contesti condivisibili, cioè ambienti di intenso scambio esperenziale. Da qui si parte per cercare la scuola del futuro. La questione del “futuro digitale” sta diventando la molla per far scattare in avanti tutto un sistema, come quello educativo, incagliato nella gestione burocratica e nell’astratta politica culturale.
Educare un cittadino futuro significa superare la dimensione stretta della didattica per operare con metodologie più aperte, più dinamiche, più coinvolgenti, attuando una via ludico- partecipativa al futuro digitale, che contribuisca a reinventare il ruolo della scuola. Un processo in cui far interagire la facilità- fluidità della condivisione con il piacere di sperimentare nuovi linguaggi che modulino le nuove tecnologie in espressioni libere di creazione, sfuggendo così a un qualcosa che rischia di basarsi esclusivamente sugli automatismi cognitivi indotti dalle tecnologie interattive, usate senza creatività e personalizzazione. In questo modo sarà possibile tradurre le potenzialità tecnologiche in opportunità per il bene comune, sottraendoci all’ involuzione tecnocratica e operando per una società dell’ Informazione. L’avvento del digitale all’interno del sistema educativo deve essere colto come un fattore di sostanziale cambiamento di modi di relazione tra i soggetti che vi operano. L’aspetto della didattica è quindi solo una componente dell’intero sistema di relazioni e di scambio educativo che si crea all’interno della scuola.
In questo senso è opportuno inquadrare l’approccio con la rete INTERNET in quanto nuovo ambiente di comunicazione.
Internet, la rete delle reti, sta crescendo popolandosi di persone che lavorano come pionieri, attraverso la più antica forma di interazione uomo-mondo : L’ESPLORAZIONE. L’educazione nel nuovo ambiente digitale si coniuga con la comunicazione, rilanciando il senso che sta alla base del concetto stesso di navigazione interattiva, con una prerogativa importante, cioè la personalizzazione del percorso, l’autonomia della scelta. E’ per questo che oggi, con l’avvento delle nuove tecnologie digitali e delle reti telematiche in particolare, le procedure di apprendimento stanno cambiando vertiginosamente. In questo senso è necessario che vengano riconfigurati gli assetti del sistema educativo perché l’istruzionismo non è più sufficiente a soddisfare la domanda di formazione.

http://www.teatron.org/impararegiocando/

alchimista - 23-3-2006 at 11:59




Il libro “L’Isola e i teatri” prende il nome da Isola vicentina, un paese poco lontano da Vicenza, sulla tradizione e sulla memoria del quale Giuseppe Sbalchiero ha scritto gustosi racconti. Da sei racconti di una delle sue raccolte Carlo Presotto ha ricavato altrettanti temi per sviluppare delle scritture sceniche: ha compiuto, quindi, un’operazione di drammaturgia, proponendoli come esperienze di laboratorio.

La prima parte del libro, in un contesto introduttivo, traccia la geografia di un fenomeno recente, che chiamiamo della ‘narrazione’ in palcoscenico, nel quale sono emersi attori come Marco Baliani, Laura Curino, Marco Paolini, che negli anni 1990 si sono fatti conoscere per la novità del rapporto tra platea e palcoscenico. Dalla frequentazione di questo nuovo teatro è nato lo studio di Presotto, su un genere di drammaturgia che si presta al coinvolgimento del pubblico, che con la sua partecipazione diretta e spontanea diventa parte integrante dello spettacolo. Nell’esposizione delle singole storie si dipana il filo che traccia il percorso di un possibile lavoro dell’attore per mettere a punto una ricerca, che è la finalità dell’autore.




Pronto.....!?

Onerom - 23-3-2006 at 12:20

Leggendo questo forum si riesce a trovare di tutto T.V. teatro, cinema , musica ecc. Però credo di non aver letto niente su un mezzo tecnologico che da qualche anno è diventato per molta gente la cosa più importante al mondo, quasi a vivere in simbiosi; parlo del CELLULARE! Dalla seconda metà degli anni '90 il cellulare è divenuto uno status symbol, ma la sua successiva estrema diffusione, che in Italia raggiunge livelli da primato mondiale, ha provocato diversi stili di vita e quasi la spontanea insorgenza di una sorta di galateo dedicato. Ad esempio, è considerato maleducato avere suonerie di volume eccessivo, telefonare in modo tale che alle persone intorno riesca difficile sottrarsi all'involontario ascolto, far squillare (cioè non spegnere) il telefonino in luoghi di culto e pubblici esercizi o altri luoghi (teatro, cinema, ristorante, treno, aereo, autobus, metropolitana). Particolarmente fastidioso risulta ascoltare le suonerie per scegliere quella da impostare come predefinita. Secondo alcuni quando si chiama qualcuno sul telefono cellulare, è opportuno domandare se il momento sia propizio per iniziare una telefonata, poiché data la portatilità dell'oggetto, il ricevente potrebbe trovarsi in una situazione nella quale non gli sia agevole condividere una conversazione. Secondo altri, invece, dovrebbe essere cura del ricevente spegnere il terminale quando non desidera iniziare una conversazione. Ora mi chiedo, se la società d’oggi senza il CELLULARE saprebbe vivere?

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Gli statini li avete consegnati?

carlo - 23-3-2006 at 13:54

Quota:
Originariamente scritto da Onerom
Leggendo questo forum si riesce a trovare di tutto T.V. teatro, cinema , musica ecc. Però credo di non aver letto niente su un mezzo tecnologico che da qualche anno è diventato per molta gente la cosa più importante al mondo, quasi a vivere in simbiosi; parlo del CELLULARE! Dalla seconda metà degli anni '90 il cellulare è divenuto uno status symbol, ma la sua successiva estrema diffusione, che in Italia raggiunge livelli da primato mondiale, ha provocato diversi stili di vita e quasi la spontanea insorgenza di una sorta di galateo dedicato. Ad esempio, è considerato maleducato avere suonerie di volume eccessivo, telefonare in modo tale che alle persone intorno riesca difficile sottrarsi all'involontario ascolto, far squillare (cioè non spegnere) il telefonino in luoghi di culto e pubblici esercizi o altri luoghi (teatro, cinema, ristorante, treno, aereo, autobus, metropolitana). Particolarmente fastidioso risulta ascoltare le suonerie per scegliere quella da impostare come predefinita. Secondo alcuni quando si chiama qualcuno sul telefono cellulare, è opportuno domandare se il momento sia propizio per iniziare una telefonata, poiché data la portatilità dell'oggetto, il ricevente potrebbe trovarsi in una situazione nella quale non gli sia agevole condividere una conversazione. Secondo altri, invece, dovrebbe essere cura del ricevente spegnere il terminale quando non desidera iniziare una conversazione. Ora mi chiedo, se la società d’oggi senza il CELLULARE saprebbe vivere?


visto che devi fare l'esame...

RICORDO A TUTTI che l'uso di questo forum ora, un anno dopo, serve SOLO x l'esame di lunedì, ultima sessione

x il restio vi attendo nel forum nuovo

quindi:
ti chiedo...
e le smart mob?
e il concetto insito in quello di performing media?

scrivi
e stampa i tuoi interventi e portali all'esame
lunedi!
è previsto alle 11
ma forse iniziamo prima se quelli del III anno
son pochi.
Mi fate sapere quanti sarete?

Teatro: realtà o finzione?

geppa84 - 23-3-2006 at 15:38

Scusate il ritardo ma ho avuto grossi problemi nel collegarmi.Ma ora ce l'ho fatta.
Volevo aprire una discussione su un punto che secondo me, oltre ad essere fondamentale come base del teatro, ha forti legami con tecnologia e multimedialità.
Teatro: realtà o finzione?
Fingere la realtà o realizzare la finzione?
Sono concetti contorti che nella storia del teatro stesso si sono visti e rivisti in tutte le salse.
Sin dalla grecia, infatti, si cominciano a vedere i primi "trucchi";macchine rudimentali ma estremamente efficaci per raggiungere lo scopo: STUPIRE.
Questa semplice parola è stata la base dell' arte teatrale nel tempo.
Bisognava stupire lo spettatore.
Naturalmente fu provato di tutto, non solo per stupire lo spettatore ma sopratutto (questo poi) per renderlo PARTECIPE.
Si cominciava a stabilire un rapporto con lo spettatore.
Alla base di tutte le ricerche d' avanguardia nel teatro c'è proprio questa stimolazione EMPATICA dello spett-attore, che non deve solo guardare ma SENTIRE lo spettacolo.
In questo senso la tecnologia e la multimedialità sembrano essere di grande aiuto per rendere il teatro un mondo totale.Non trovate?



Fabio Giovine

Richiesta informazioni

geppa84 - 23-3-2006 at 17:27

Salve prof.
Mi scusi se le scrivo qui ma non riesco a mandarle una mail.
Io devo sostenere l' esame del 27.
Ho avuto enormi problemi con il collegamento ad internet( tramite telefonino) e sono riuscito ad intervenire nel forum solo oggi.
Cosa posso fare?

Fabio Giovine

ragazzi lunedi alle 15,30 si va tutti alla ...

carlo - 23-3-2006 at 17:44

Quota:
Originariamente scritto da geppa84
Salve prof.
Mi scusi se le scrivo qui ma non riesco a mandarle una mail.
Io devo sostenere l' esame del 27.
Ho avuto enormi problemi con il collegamento ad internet( tramite telefonino) e sono riuscito ad intervenire nel forum solo oggi.
Cosa posso fare?

Fabio Giovine


1.i miei 2 libri li hai letti
2. hai colto dei concetti chiave pertinenti da sviluppare? (coglili oltre che nei libri nel forum)
3. rifletti sul Prometeo... segui il link
http://www.performingmedia.org/prometeo

e poi nel mio blog trovi altri punti che potrebberoi esserti utile x l'esame
http://www.performingmedia.org

segui i link
cerca una connessione!!!

ragazzi lunedi alle 15,30 si va tutti alla Biblioteca multimediale del Museo castromediamo x usare il web x bene...

adriana - 23-3-2006 at 18:03

salve a tutti,salve prof.
sono una studentess del terzo anno che dove affrontare l'esame del 27.mi sono iscritta poco tempo fa e mi dispiace perchè avrei voluto farlo prima,purtroppo però sono un pò imbranata e le nuove tecnologie tra cui internet mi mettono un pò in difficoltà...
comunque divisa tra internet point e sedi universitarie cerco di fare quello che posso!mi dispiace sopratutto di non poter partecipare così assiduamente alle discussioni e di non poter intervenire dando la mia opinione su argomenti così vasti e interessanti.
dispiacere a parte l'idea del forum mi piace!all'inizio ero un pò diffidente...non avevo una buona opinione delle nuove tecnologie e dei nuovi mezzi di comunicazione,ultimamente però mi sto avvicinando a questa nuova realtà (anche grazie al suo esame) e sto cambiando idea... è vero la tecnologia,la velocità della tecnologia ci dà l'impressione di essere scaraventati fuori dal mondo...niente più domande,solo tante risposte...forse è questo che spaventa me e tanti altri,forse è questo che non mi fa avvicinare al "nuovo mondo"...leggendo il suo libro ho trovato nuove proposte,nuove idee che mi stanno facendo uscire dalle MIE certezze per incontrarne altre. riempire l'informatica,le tecnologie di contenuto sociale?? è possibile!grazie a progetti,interventi ludico-creativi.far incontrare il multimediale e l'arte,il multimediale e il cinema,la musica,ecc...è una soluzione possibile,realizzabile... effettivamente superando i preconcetti,dando fiducia a questi nuovi mezzi e utilizzandoli in modo personale,creativo,"intelligente" i risultati potrebbero essere più che soddisfacenti...citando una frase molto significativa del suo libro:penso di esprimere a pieno la mia idea.
il tempo a mia disposizione sta finendo purtroppo,ma domattina tornerò qui sul forum ad esporre altre idee sul suo libro e sopratutto sull'argomento che vorrei approfondire all'esame:la via ludico-partecipativa alla cittadinanza digitale.
a presto!!!
adriana guglielmi

geppa84 - 23-3-2006 at 19:00

Posso continuare a scrivere sul forum?

€manuela - 23-3-2006 at 19:12

Studiando il suo libro "PERFORMING MEDIA" ho letto di un gruppo che definisce in pieno il significato del titolo, secondo me, che conoscevo per sentito dire ma non ne conoscevo tutte le loro PERFORMANCE:
I Coniglioviola che quest'anno hanno presentato alla Biennale dei Giovani Artisti dell'Europa e del Mediterraneo che si svolge a Napoli una installazione su eros, interattività e gioco. La Passion.Room promette un’immersione ludica nel mondo delle immagini virtuali e una buona dose di emozioni artistico-erotiche. Si tratta di una pratica innovativa nel campo del VJing: non solo un’operazione di manipolazione-montaggio-proiezione in real time di frammenti video; qui anche le riprese sono in diretta, e i protagonisti sono gli stessi visitatori, invitati a entrare nell’apposito spazio -da soli o in coppia- per dar vita a delle performance sul tema della passione.
La “passion room ” non è una normale stanza, ma la pancia verde di un grosso coniglio gonfiabile. All’interno ci sono maschere, costumi e altri accessori di scena, firmati Coniglioviola, da indossare per dar vita a delle pièce. Il tutto viene ripreso da una telecamera, trasmesso alla postazione di mixaggio, poi rielaborato e ricontestualizzato su sfondi surreali e infine trasmesso ai videoproiettori.

41761.jpg - 23kB

alchimista - 23-3-2006 at 19:16

un esempio di soggettiva estrema che rende lo spettatore cinematografico libero dall'unico punto di vista registico:FESTEN di Thomas Vinterberg.


Il film racconta di un ragazzo che cresciuto con un'infanzia segnata dal rapporto conflittuale con il padre sceglie l'occasione di una grande festa , nella campagna danese, per liberarsi, buttar fuori davanti al mondo benestante ciò che aveva subito. La festa, organizzata in occasione delle nozze d'oro dei genitori, continua tranquillamente come se nulla fosse successo. Questo film NON FA PRIGIONIERI, o si amo,o si odia.La telecamera è come se seguisse il movimento dell'occhio umano : quando, ad esempio, questo si muove verso il basso la telecamera sprofonda verso terra.Viene stimolata l'interazione partecipativa dello spettatore per colmare la perdita del punto di vista registico, il suo sgardo diventa prtecipato, vivi, dinamico come in tatro."SI VA OLTRE LA VISIONE PER FARE ESPERIENZA NELLA VISIONE STESSA".E'il film che meglio interpreta il concetto del Dogma.

€manuela - 23-3-2006 at 19:16

P.S. Io lunedì dovrei fare l'esame con lei...
ho già consegnato lo statino...A presto
EMANUELA SANAPO

enzo - 23-3-2006 at 20:18

Visitando il sito http://www.Tpo.it mi ha incuriosito il progetto di questa compagnia teatrale; tale progetto dal nome CCC (Children Cheering Carpet) ma ha reso prettamente l’idea di cosa significhi relazionare e quindi fondere due campi, che apparentemente non hanno nulla in comune come il teatro e i nuovi mezzi multimediali.
Lo stesso titolo del progetto, “ Il tappeto che mette allegria ai bambini” rende l’idea degli obiettivi che si pone tale spettacolo, infatti esso attraverso il gioco e il divertimento si propone di educare, gli spettatori, ad un nuovo modo di leggere e interpretare gli eventi e le novità che giornalmente bombardano le nostre menti. Prende così forma quell’idea, che fino a due decenni fa non era altro che una tendenza, di dare concretezza a quella relazione tra corpo e spazio-tempo digitale.
Leggendo alcuni articoli pubblicati sul Quotidiano della Basilicata, mi sono reso conto di quanto il settore multimediale possa dare nuova luce ai settori che con il passare degli anni vanno sempre più alla deriva. L’esperienza sperimentata dalla TPO aiuta, secondo il mio punto di vista, a comprendere, non solo ai bambini, ma anche agli adulti, l’utilizzo di questi strumenti informatici che negli ultimi anni hanno invaso, non solo i nostri mercati, ma anche le nostre case, andando a causare una specie di trauma e di paura verso molta gente che spesso si è ritrovata spiazzata e impreparata nei confronti di tali “apparecchiature”.
Si va incontro a un nuovo modo di vedere e affrontare gli eventi che la vita ci riserva; in una società sempre più complessa, ci vengono in aiuto dei nuovi strumenti che influenzano in tutto e per tutto il nostro modo di “agire”.


ENZO

Non riesco a mettere la foto...

Grazia - 23-3-2006 at 21:18

Salve prof.
Ho provato in tutti i modi; ho seguito le sue istruzioni....ma proprio non ci riesco!
Domani vedo di farmi aiutare!

Smart mob

Onerom - 23-3-2006 at 22:17

Che cosa accade quando centinaia o migliaia di persone appaiono inaspettatamente in un posto? Questo è il concetto dietro gli smart mob, un termine coniato dallo scrittore Howard Rheingold, che descrive l'uso della moderna tecnologia per mobilitare rapidamente la gente per incontri creativi spontanei. Significa usare le tecnologie di rete come telefoni cellulari, sms, e-mail ed altra roba per organizzare reti come nodi spontanei di attività pubblica ultimamente è diventata un'attività trendy e divertente in parecchie città ad esempio in Giappone.
Howard Rheingold ha cinquantasei anni ma, a dispetto degli anni trascorsi in giro per il mondo a divulgare le sue teorie sul rapporto tra tecnologia e mente umana, conserva la semplicità di un ragazzo. È considerato il guru delle comunità virtuali ma quando sale in cattedra a parlare di connessioni virtuali e psicologia, lo fa in modo molto allegro.
È lui il massimo teorico dell'utilizzo di Internet a scopi sociali e di mobilitazione. Attento conoscitore delle Rete e di tutti i suoi «abitanti», lo studioso ritiene che il Web rappresenti un «nuovo spazio comune di convivialità, frutto di una società in trasformazione che sostituisce i tradizionali luoghi di incontro».
Il suo ultimo libro, Smart mobs, indaga il ruolo delle folle intelligenti, «capaci di rovesciare un regime politico e di trasformare il mondo dell’economia». Il sottotitolo del testo La rivoluzione sociale prossima ventura racchiude l'essenza del suo credo: Internet come arma universale, per imprese beffarde e goliardiche, ma anche per proteste di massa, per rivendicazioni e movimenti politici.

Cosa sono le smart mobs?
Letteralmente sono le “folle intelligenti”. La gente ha imparato a utilizzare le moderne tecnologie per organizzare azioni collettive: dalla “tribù del pollice” dei giovani di tutto il mondo, alla rivolta di Seattle, di Manila e Caracas per arrivare fino alle elezioni politiche auto-organizzate in Corea e negli Stati Uniti. Le comunità wireless, i webloggers, il commercio elettronico di eBay, sono solo i primi indicatori del fenomeno smart mobs emersi negli ultimi dieci anni. I computer e la communication technology sono in grado di amplificare la cooperazione dell’essere umano. In quanto tali inevitabilmente portano con sé aspetti positivi e negativi e vengono usati da alcuni per supportare la democrazia e da altri per coordinare attacchi terroristici. Le smart mobs guardano con un occhio critico i pericoli e le opportunità che emergono da questi profondi mutamenti. Gli attuali conflitti politici e culturali sui quali sono sorte le smart mobs pongono molteplici questioni su quello che sarà lo stile di vita di tutti noi nei decenni a venire.
Una cosa da chiarire è che le comunita virtuali non sono come le smart mob: la prima consiste di relazioni a breve o a lungo termine tra persone che si conoscono, in modo più o meno superficiale. La seconda invece si compone di persone che condividono un interesse per un breve periodo e sono in grado di agire di comune accordo senza conoscersi, organizzandosi solo con l’aiuto della tecnologia. Il potere di queste web-folle proviene in gran parte dal fatto che attività sociali vecchie come il mondo, basate sulla fiducia e sulla cooperazione, sono mediate dalle nuove tecnologie di comunicazione e di calcolo. Il mondo virtuale, sociale e fisico stanno per scontrarsi, compenetrarsi e coordinarsi.
Nuovi movimenti politici, nuove espressioni artistiche, nuovi modi di socializzare, di incontrarsi, di giocare. Le smart mobs sono una proprietà emergente imprevedibile ma almeno parzialmente descrivibile che vedo delinearsi mentre sempre più persone usano telefoni mobili, sempre più chip comunicano tra di loro, sempre più persone iniziano ad usare questi media per inventare nuovi modi di fare sesso, di commerciare, di divertirsi, di far parte di una comunità e, come sempre, di combattere.
Molte sono le imprese orgnizzate tramite le smart mob che sono riuscito a trovare:i dimostranti scesi in piazza per protestare contro il WTO hanno usato i telefoni cellulari, i siti Web e i computer portatili per vincere la “battaglia di Seattle”; migliaia di cittadini in Gran Bretagna, indignati per il rialzo improvviso dei prezzi della benzina, hanno utilizzato gli sms e le e-mail per coordinare i gruppi sparsi che bloccavano la consegna del carburante, trasformando il malcontento in una protesta politica spontanea. Ma il caso più eclatante del fenomeno è stata la caduta del governo del presidente Estrada, il primo capo di Stato nella storia a perdere il potere per colpa di una smart mob. Nel gennaio del 2001 un milione di filippini si è dato appuntamento sul viale Epifanio de los Santos coordinandosi con ondate di sms.
Le comunicazioni mobili e le moderne tecnologie stanno permeando ogni settore della nostra vita, professionale e personale. Tecnologie e metodologie della cooperazione oggi sono ancora a uno stato embrionale, e l’emergere di nuove forme democratiche, conviviali, intelligenti dipende da come la gente accoglie, adotta, trasforma e dà forma ai nuovi media.

ricordatevi ciò che vi ho già chiesto

carlo - 23-3-2006 at 22:52

Quota:
Originariamente scritto da geppa84
Posso continuare a scrivere sul forum?

ma certo!
forse sono apparso un pò troppo drastico...

segui l'andamento del forum
che si sta facendo forsennato in vista dell'esame.

spero di trovarvi così vitali anche durante il corso.

Devo riconoscere che incalzarvi, anche se ogni tanto tanto mi scappa un pò di autoritarismo, funziona: siete vitalissimi!

sappiate una cosa
l'università e anche questo forum
sono coste vostre
bisogna trovare solo il buon equilibrio


foto

Ale e Silvia - 24-3-2006 at 09:11

Prof. stiamo avendo problemi a mandare le nostre foto. Per ora gliele mandiamo in allegato...da un internet point!

adriana - 24-3-2006 at 09:16

buongiorno prof,ho letto che bisogna inserire la propria foto...io non ne ho purtroppo.come faccio??

sgrunt!

carlo - 24-3-2006 at 09:31

non va bene così!
toglietele
manda fuiori cornice il forum...

se riuscite a metterle a sinistra bene
altrimenti niente

accolgo volentieri esami di gruppo (max in 3)
ma in quel caso voglio dei "progetti"
delle idee un pò + organizzate...

sta alla vostra creatività

non mi fate + domande, sono in partenza

a lunedì

alle 15,30 (dove alle 17 ci sarà Prometeo)
si va alla mediateca provinciale
lì si potrà imparare a usare meglio il forum

QUI ed ORA

€manuela - 24-3-2006 at 09:34

Ieri sera ho avuto un acceso dibattito con una mia amica riguardo al discorso del Qui ed Ora che distingue l'opera d'arte dalla sua riproducibilità. Lei affermava che il cncetto di "Qui" era applicabile soltanto a luoghi fisici, tangibili, veri, escludendo così l'ipotesi che si possa parlare di luoghi virtuali che non si possono raggiungere in altro modo se non con la rete. A mio parere, nessuno ha escluso l'ipotesi che un teatro possa essere virtuale ed essere visitato solo con mezzi appropriati. Attenzione, non sto parlando del Piccolo di Milano che viene ripreso e trasmesso su Internet ma di un teatro creato dal nulla, costruito non mattone per mattone ma Pixel per Pixel direttamente della rete. Nel primo caso sarebbe gusto prendere la macchina, direzione Milano, e andarsi a guardare l'opera...il discorso è diverso quando un luogo non si può raggiungere con l'auto o mezzi di trasporto convenzionali ma solo per mezzo della rete!!! Virtuale o no, Sempre di un luogo stiamo parlando!!! Ragazzi, voi cosa ne pensate? Mi fate sapere la vostra opinione?

Grazia - 24-3-2006 at 09:35

Prof. non riesco ancora ad inviare la foto...ad ogni tentativo la risposta è: "Unknown culumn 'br' in were clause". Come devo fare?

Qui ed ORA

gianluca caterina - 24-3-2006 at 09:41

QUI ed ORA

Piccolo sbaglio, sono gianluca caterina, la discussione "qui ed ora" l'ho scritta io solo che mi sono collegato da un pc in un internet point in cui sicuramente c'è stata €manuela e quando ho avuto accesso al sito mi ha riconosciuto come €manuela. Spero che mi perdoni se TextTextTextper qualche istante ho preso possesso della tuo accuont, quando ho mandato la discussione era già troppo tardi!!! Scusami €manuela!!!

Ieri sera ho avuto un acceso dibattito con una mia amica riguardo al discorso del Qui ed Ora che distingue l'opera d'arte dalla sua riproducibilità. Lei affermava che il cncetto di "Qui" era applicabile soltanto a luoghi fisici, tangibili, veri, escludendo così l'ipotesi che si possa parlare di luoghi virtuali che non si possono raggiungere in altro modo se non con la rete. A mio parere, nessuno ha escluso l'ipotesi che un teatro possa essere virtuale ed essere visitato solo con mezzi appropriati. Attenzione, non sto parlando del Piccolo di Milano che viene ripreso e trasmesso su Internet ma di un teatro creato dal nulla, costruito non mattone per mattone ma Pixel per Pixel direttamente della rete. Nel primo caso sarebbe gusto prendere la macchina, direzione Milano, e andarsi a guardare l'opera...il discorso è diverso quando un luogo non si può raggiungere con l'auto o mezzi di trasporto convenzionali ma solo per mezzo della rete!!! Virtuale o no, Sempre di un luogo stiamo parlando!!! Ragazzi, voi cosa ne pensate? Mi fate sapere la vostra opinione?

WEB LOG

gianluca caterina - 24-3-2006 at 09:50

A PROPOSITO DI WEB LOG O BLOG, VI CONSIGLIO DI VISITARE QUELLO DI BEPPE GRILLO. E' DAVVERO INTERESSANTE, A TRATTI SCONVOLGENTE.
[url]WWW.BEPPEGRILLO.ITTextText[/url]

il mio secondo giorno al forum

cazzato anna maria - 24-3-2006 at 09:53

ciao a tutti,e ciao adriana,anc\'io mi sono iscritta solo ieri al forum e come te,anch\'io sono imbranata con internet e anche con i telefonini,a volte!posso garantirti però che ciò che puoi fare con \"le nuove tecnologie\"(ormai ce ne sono così tante al giorno,che non fai in tempo a conoscerne una,che già c\'è qualcosa di nuovo da imparare),è straordinariamente sorprendente!e pensare che fino ad ieri ero convinta di poter riuscire a convivere con la mia repulsione verso ciò che è il nostro presente e che sarà indiscutibilmente il nostro futuro!è brutto doverlo ammettere, ma aveva ragione gianluca!mi diceva che quando mi sarei accorta cosa possono offrirci,non avrei potuto più farne a meno! infatti eccomi qui!un saluto a tutti,anna

AIUTO

Ale e Silvia - 24-3-2006 at 10:07

prof. ci scusi ma non è stata colpa nostra.
Abbiamo avuto problemi con il noistro computer e ci siamo affidate a un incompetente!! Abbiamo provato a toglierle ma non sappiamo come si fa. Gentilmente può inviarci la procedura? Oppure può farlo lei? nOi intanto siamo tornate al nostro computer quindi cercheremo di inserirle a sinistra.

risposta a gianluca

cazzato anna maria - 24-3-2006 at 10:09

due persone che discutono, che possono gurdarsi in faccia ed interagire tra loro nello stesso luogo,creano il "qui ed ora"!nel mondo virtuale c'è solo l' "ora",poichè avviene nello stesso momento e non nello stesso luogo!opinione personale ovviamente,da mettere in discussione ogni volta che si vuole!

ce l' abbiamo fatta!

Ale e Silvia - 24-3-2006 at 10:53

Prof. siamo riuscite a togliere le foto!

Meglio tardi che mai

Fabioc - 24-3-2006 at 11:48

Salve a tutti...critici e non critici,opinionisti e non, dopo tante peripezie finalmente riesco a lasciare un messaggio e spero non sia l'ultimo, sul tanto discusso forum...
C'è voluto un p'o, ma con un paio di clic e un paio di "scrollatine" al mouse sono riuscito a leggere un p'o tutti i vari interventi riportati sul forum...davvero interessanti....ma soprattutto in alcuni si nota la voglia di sapere sempre di più e di confrontarsi con gli altri....
beh anche se in estremis e per poche ore cercherò in qualche modo anche io di entrare in questo circolo vizioso...che sembra appassioni tanto....
...

prenotazione per l' esame di lunedi 27

elisabetta cannone - 24-3-2006 at 11:52

Quota:


ma ora entriamo nel merito dell'esame di Informatica Multimediale I (ipermedia e teatro) del corso 2004-05
che si svolgerà alle ore 11 del 27 marzo

individuate con + precisione alcune dei temi indicati
e magari cogliete nel forum alcuni passaggi del dibattito

portate i miei 2 libri indicati in bibliografia
in quei testi individuate le sezioni che v'interessano di +

importante: oltre a presentare gli statini in segreteria almeno 3 giorni prima, indicate qui nel forum i temi chiave che v'interessa sviluppare in esame.
Vi darò indicazioni ulteriori

ricordatevi della conferenza-spettacolo su Prometeo che si svolgerà alle ore 17 al Museo Provinciale
http://www.performingmedia.org/prometeo


professore, sono una studentessa di scienze della comunicazione che ha inserito il suo esame di ipermedia e teatro(6cfu) tra quelli a scelta dello studente nel mio piano di studi.
lunedi le vorrei far visionare il mio progetto per il sito "leccetour".

"mi é stato commissionato di creare un sito Web sulla città di Lecce.
L’obiettivo è essenzialmente quello di ottenere un sito semplice, statico, di rapida consultazione, ma nello stesso tempo abbastanza incisivo da calamitare l’attenzione di chi si trovi a visitarlo nel Web".(ancora offline)
in aggiunta sto leggendo il suo "imparare giocando",pertinente alle tematiche del mio corso di studi.
a lunedi.
elisa cannone

tieni conto che il forum ...

carlo - 24-3-2006 at 11:55

Quota:
Originariamente scritto da Fabioc
Salve a tutti...critici e non critici,opinionisti e non, dopo tante peripezie finalmente riesco a lasciare un messaggio e spero non sia l'ultimo, sul tanto discusso forum...
C'è voluto un p'o, ma con un paio di clic e un paio di "scrollatine" al mouse sono riuscito a leggere un p'o tutti i vari interventi riportati sul forum...davvero interessanti....ma soprattutto in alcuni si nota la voglia di sapere sempre di più e di confrontarsi con gli altri....
beh anche se in estremis e per poche ore cercherò in qualche modo anche io di entrare in questo circolo vizioso...che sembra appassioni tanto....
...


devi fare l'esame?

tieni conto che il forum dove iniziare a fare il lavoro insieme con il corso di performing Media 2006 è qui
http://www.teatron.org/forum/viewthread.php?tid=327

come vedete è riuscito a mettere su la foto al posto giusto
contattelo!

alchimista - 24-3-2006 at 12:12

Quota:
Originariamente scritto da Ale e Silvia
prof. ci scusi ma non è stata colpa nostra.
Abbiamo avuto problemi con il noistro computer e ci siamo affidate a un incompetente!! Abbiamo provato a toglierle ma non sappiamo come si fa. Gentilmente può inviarci la procedura? Oppure può farlo lei? nOi intanto siamo tornate al nostro computer quindi cercheremo di inserirle a sinistra.


Ragazze per mettere la vostro foto dovete prima metterla nella rete solo così la vostra immagine avrà una URL da copiare e incollare nello spazio che si apre cliccando sull'icona per l'inserimento di una immagine. Io ho fatto cosi': sono andata su http://www.imageshack.us per pubblicare la mia foto in rete, in questo modo ho ottenuto l'URL della mia foto in formato AVATAR ( ci sono le opzioni di scelta nella finesta a ventaglio ). Poi potete seguire le istruzioni del prof.Spero di esservi stata d'aiuto. Nel caso fatemi sapere dove incontrate difficoltà.Ciao e in bocca al lupo.

alchimista - 24-3-2006 at 12:18

Quota:
Originariamente scritto da carlo
Quota:
Originariamente scritto da Fabioc
Salve a tutti...critici e non critici,opinionisti e non, dopo tante peripezie finalmente riesco a lasciare un messaggio e spero non sia l'ultimo, sul tanto discusso forum...
C'è voluto un p'o, ma con un paio di clic e un paio di "scrollatine" al mouse sono riuscito a leggere un p'o tutti i vari interventi riportati sul forum...davvero interessanti....ma soprattutto in alcuni si nota la voglia di sapere sempre di più e di confrontarsi con gli altri....
beh anche se in estremis e per poche ore cercherò in qualche modo anche io di entrare in questo circolo vizioso...che sembra appassioni tanto....
...


devi fare l'esame?

tieni conto che il forum dove iniziare a fare il lavoro insieme con il corso di performing Media 2006 è qui
http://www.teatron.org/forum/viewthread.php?tid=327

come vedete è riuscito a mettere su la foto al posto giusto
contattelo!


Anch'io prof devo fare l'esame. Ho consegnato lo statino e sono riuscita a inserire la foto. Spero che i miei interventi siano sulla strada giusta. Ho cercato di avere un filo conduttore, cioè la funzione delllo spettatore-attore, soffermandomi su esperienze che hanno particolarmente colpito la mia attenzione prendendo spunto dal suo libro e cercando qualcosa in più in rete. A presto

RISPOSTA AL PROFESSORE

Fabioc - 24-3-2006 at 12:22

SI..
sto cercando di seguire tutti i suoi suggerimenti per l'esame..dallo studio dei suoi libri all' utilizzo del forum.
per quanto mi è possibile...


teniamoli d'occhio

Fabioc - 24-3-2006 at 13:08

Un Fenomeno interessantissimo, e soprattutto curioso.
La SOUSVEILLANCE cioè la sottoveglianza, è un giocare con la telematica,con i media e direttamente con l'occhio delle telecamere.
Nel 1996 Bill Brown a new york, città conosciuta per l'imponente rete videotelematica presente in città ispirando dei veri e propri spettacolini sotto queste telecamere...
un link interessante può essere http://wearcam.org/wsd.htm

sito americano dove l'espressione "sottoveglianza" viene espressa egregiamente.



p238cul.jpg - 22kB

correzione link

Fabioc - 24-3-2006 at 13:14

http://wearcam.org/wsd.htm

Il nuovo tempo della moda

Gabry G. - 24-3-2006 at 14:26

Leggendo gli interventi sul forum, quello che mi ha colpito, è stato il fatto che ognuno degli interventi è mirato su un determinato tema. C’è chi ha voluto dire la sua su musica e tecnologia, chi su teatro e media, ecc..
È giusto quindi che anch’ io intervenga in maniera più approfondita su uno dei temi che mi appassiona di più, e cioè, quello della MODA! Prima di affrontare l’argomento riguardante i moderni sistemi di tecnologia inseriti in questo campo e quindi parlare di modellistica Cad, vorrei, in modo molto sintetico, analizzare le varie fasi di creazione di una collezione…
Non si può semplicemente disegnare “una bella collezione”, oltre che adatta al cliente che la ordina, essa deve essere collocata nel giusto andamento dell’evoluzione generale della moda: le “tendenze”, i “trend”. Non si crea per subito, ma per il momento della vendita al pubblico…
L’evoluzione della moda non è imposta da nessuno, grande stilista o industria che sia, ma è la somma globale fra molte proposte e molti impulsi vari e la ricettività del pubblico. La moda cambia meno di quanto non ci sembri e procede per cicli. Non solo quelli del lungo e del corto, dalle spalle strette e larghe, ma anche i cicli dei colori.
Innanzitutto, bisogna imparare a “leggere” un capo, fotografarlo con gli occhi, poterlo descriverlo e analizzare i tratti salienti. Molte persone non abituate a tale esercizio mentale vedono i modelli solo soggettivamente come belli o brutti e mancano di notare in una collezione il suo vero apporto di novità. Altrettanto bisogna sviluppare una buona memoria delle tendenze perché nella vita professionale sarà necessario saper catalogare mentalmente subito ogni collezione vista, facendo il confronto con altre collezioni della stagione precedente e con le tendenze previste. Ne nasce un apprezzamento molto più complesso e circostanziato. Su questa base può iniziare la ricerca delle tendenze che è il compito continuativo dello STILISTA. Esso, subito dopo il lavoro preliminare, la ricerca cioè di tendenze e stimoli per la creazione di una collezione, ne inizia la progettazione vera e propria.
La collezione presenterà: un numero di capi che può variare da prodotto a prodotto e da ditta a ditta, il tema viene scelto da un’infinità di varianti, deve avere una certa unità di idee che non esclude diverse interpretazioni della moda presentate nello stesso campionario, deve esserci una certa unità di materiali e delle cartelle colori per dare un senso di messaggio all’insieme della collezione.
Disegnata e approvata la collezione, si procede alla realizzazione dei prototipi, dei modelli, cioè, destinati ad essere riprodotti in serie…
È proprio qui che entra in scena la figura del MODELLISTA!
La professione del modellista è parallela a quella dello stilista, ma di impostazione più tecnica. Tuttavia, deve avere anche una conoscenza dell’evoluzione della moda e una grande sensibilità per recepire le idee dello stilista e tramutarle in modelli concreti. Il modellista deve quindi riconciliare diverse esigenze: dall’andamento generale della moda e del taglio, alle proposte dello stilista… dalla vestibilità, alla scelta di lavorazioni economicamente preferibili. Dagli incontri stilista-modellista devono scaturire quindi eventuali modifiche che miglioreranno anche sostanzialmente il modello nei suddetti aspetti. La collaborazione di un modellista di valore è così essenziale che molti stilisti preferiscono lavorare con i propri modellisti per assicurarsi che i loro schizzi siano interpretati al meglio.


Il digitale in sartoria

Gabry G. - 24-3-2006 at 14:28

Nel processo produttivo di un’azienda d’abbigliamento, la fase di costruzione del modello è generalmente dispendiosa in termini di tempo.
Oggi, l’elettronica ha messo a disposizione dei modellisti strumenti che si integrano perfettamente con le operazioni manuali allo scopo di portare alla massima efficienza le operazioni di campionatura e successivo sviluppo e piazzamento dei prototipi. In generale, un modellista può trovarsi ad affrontare un bozzetto realizzato dall’ufficio stile, il ricalco di un capo gia esistente o l’utilizzo di un modello di riferimento su cui eseguire le modifiche necessarie a riprodurre un nuovo campione… in quest’ultimo caso si parte da una base cartacea gia in archivio per rilevarla tramite un digitazer per poi svilupparla al video realizzando così una progettazione grafica totalmente a video.
L’uso del digitazer permette al modellista di rilevare pezzi singoli di un modello tramite l’utilizzo di un cursore che permette grandi libertà di movimento e dà la possibilità di visualizzare immediatamente il pezzo sullo schermo del PC. Questi modelli saranno poi archiviati ordinandoli in nome e codici a seconda del cliente, della stagione di riferimento e/o del tessuto. Una volta sviluppato, il campionario verrà sdifettato e solo dopo la comunicazione ufficiale e l’approvazione di ogni singolo capo campione, l’ufficio modelli provvederà allo sviluppo delle taglie ed al calcolo dei consumi (utile per l’ordine dei tessuti ed accessori vari ma altresì per dare l’idea del costo di produzione del campionario stesso). L’ultima fase prevista nell’ufficio Cad, riguarda le modifiche di produzione che servono a calibrare le eventuali percentuali di calo o restringimenti verificate sul prodotto finito. In questo caso l’ufficio Cad ha il compito di adeguare il cartamodello alla percentuale di calo prevista per la produzione e realizzare successivamente il piazzamento strategico di ogni modello in base agli ordini pervenuti dall’ufficio di produzione; infine, i piazzati verranno stampati e tagliati manualmente nella sala taglio oppure, quando l’azienda è fornita di tavolo per il taglio automatico (Catter), il modellista provvederà a convertire i file del cartamodello affinché siano riconoscibili dal Catter il quale inizierà a tagliare i piazzati virtuali progettati dall’ufficio Cad. In quest’ultimo caso è determinante che la possibilità di errori di modellistica sia ridotta a zero tramite controlli preventivi effettuati solo ed esclusivamente da modellisti professionisti del sistema Cad in quanto il Catter non sarà in grado di riconoscere l’errore umano e nell’eventualità di una simile situazione, l’errore del modellista sarebbe un grosso danno sia per l’azienda produttrice, in termini di costi, che per l’azienda committente se consideriamo il succedersi delle collezioni moda e gli impegni presi da quest’ultima. Da sottolineare che nonostante oggi si da alla moda l’aspetto di un mondo effimero, tuttavia bisogna concordare sempre che dietro le quinte di ogni singola sfilata operano quotidianamente tutti quei professionisti altamente qualificati che con un lavoro d’equipe riescono a dare vita al prodotto moda destinato poi al pubblico… di li in poi, a voi la scelta…


Il sistema Cad

Gabry G. - 24-3-2006 at 14:29

Cos’è un sistema Cad:
Un sistema Cad (Computer Aided Design, ossia progettazione assistita dal calcolatore) è un sistema informatico programmato per aiutare l’utenza nello sviluppo di nuovi progetti.

Cosa consente:
· di velocizzare la creazione di nuovi modelli;
· di verificare in tempi brevi, tutte le possibili varianti in termini di taglie, materiali e colori, ecc…
· di ottimizzare le operazioni preliminari alla produzione, come il piazzamento (riduzione al minimo degli sfridi di materiali), la quotatura, lo sviluppo delle taglie, ecc...
· generare in pochi istanti i comandi necessari per guidare le macchine di taglio automatico.


I SISTEMI CAD PIU’ USATI DALLE AGENZIE DI ABBIGLIAMENTO SONO:

F.K. SYSTEMA
GGT. Gerber Garmest Tecnology
MICRODYNAMICS
LECTRA SYSTEMES-ITALIA
MASTER STYLE
INVESTRONICA
CIM(Computer Integrated Manufacturing, ossia produzione integrata compurerizzata), consente il trasferimento dei dati per ulteriore trattamento.
HOT-MOD
HOT-MOD2

Per voi

Gabry G. - 24-3-2006 at 14:33



sd.JPG - 134kB

Opinione sul "Qui e Ora"

geppa84 - 24-3-2006 at 15:31

Il discorso relativo al "qui e ora" è un principio che riguarda l' opera d' arte che di fatto è un qualcosa di REALE in quanto esiste.
La questione sollevata da gianluca riguardo ad un ipotetico "luogo" teatrale( o non) che sia esso fruibile solo attraverso la rete è giusta.
Infatti un "luogo" teatrale raggiungibile attraverso la rete è, teoricamente, pur sempre un luogo.
Tuttavia si tratta di due contesti diversi.
La realtà virtuale è cosa ben diversa dalla realtà reale.
E' un mondo parallelo, contestualizzato, altamente fraintendibile ed infinito.
Dico fraintendibile perché di fatto il virtuale si mescola nel quotidiano senza destare il minimo sospetto.
Abbiamo tutti a che fare con il virtuale, senza saperlo.Ma è un altro mondo che noi continuamente aggiorniamo e modifichiamo...parallelo.
Ecco perchè, a mio parere un "luogo virtuale" non può essere confuso con "luogo reale" in quanto si tratta di due contesti diversi.

body art

minito666 - 24-3-2006 at 16:07

Salve prof.sono un po preocupata perche non mi ha risposto nessuna volat ma non fa niante io continuero.
Sempre sull pensiero di body art,non finira mai.
Ecco vediamo un po da dove cominciamo!
La body art ha alle spalle esperienze e riferimenti importanti, quali il Surrealismo, il teatro contemporaneo di avanguardia e quello sperimentale -si pensi ad es. a Antonin Artaud -, le forme di scrittura del corpo: come il Body-Painting e, secondo alcuni esegeti, anche il tatuaggio o il piercing in forme non meramente decorative. Di queste performance resta solo documentazione fotografica e video, come di molte esperienze che la Pop Art espresse in specie nella Factory newyorkese di Andy Warhol. Parlando di body art, più che riferirsi ad un movimento omogeneo è infatti corretto intendere la convergenza - sia sul piano teorico che espressivo - di artisti operanti in settori diversi e provenienti da differenti esperienze artistiche, come la Pop Art, la Video Art, la Land Art o la Modern Dance.
Uno fra i primi a presentare modelli nudi, raffigurati in movimento su teli colorati fu, appunto negli anni Sessanta, l'artista francese Yves Klein mentre Salvador Dalì utilizzava le tracce cromatiche lasciate su grandi teli\tele dai corpi -nudi e colorati- lasciati agire in movimenti stimolati dalla musica. In Italia, autori di body art sono stati, e in parte tuttora sono, artisti come Piero Manzoni, Jannis Kounellis, Gino de Dominicis e Vettor Pisani. Piero Manzoni firma la pelle delle sue statue viventi e propone anche un 'prodotto' escreto dal proprio corpo e confezionato in scatola firmata, mentre Gina Pane sembra in preda alla sofferenza per le automutilazioni che si produce ad ogni happening d'arte estrema, così gli inglesi Gilbert & George espongono loro stessi, oppure compongono i loro ritratti viventi con riferimenti alla cultura statuaria classica ma con 'invenzioni' che insieme la onorano e la reinventano ogni volta.
Il conmcetto di body art divenne in breve tempo un'espressione concettuale: ciò che stava fuori doveva essere un ponte che portava all'interno, il corpo doveva essere uno specchio dell'anima


Dall' "INCUDINE" di italia 1 inquietanti avvisi x il popolo della rete

geppa84 - 24-3-2006 at 16:24

Guardando la trasmissione di Claudio Martelli "L' incudine" in onda ieri sera su ITALIA 1 sono venuto a conoscenza di fenomeni inquietanti che riguardano da vicino il discorso sull' utilità dei media e le relative "complicazioni".
I mass-media sono strumenti che, ormai tutti o quasi siamo in grado di usare e che ci permettono di comunicare e di informarci in tutti i modi possibili e in tutti i luoghi possibili.
Ma come ogni buona scoperta presenta alcune controindicazioni.Sconcertanti.
Nella trasmissione di ieri si mettevano a fuoco due possibili "manipolazioni" dei mass-media, ovvero le intercettazioni e lo spionaggio, entrambe non sempre fatte nei limiti civili della legalità.
Sono movimenti segreti e diabolici che hanno, pur essendo diversi, lo stesso fine: Violare la PRIVACY.
Tutti sappiamo gli innumerevoli vantaggi che ha una civiltà comunicando attraverso la rete; tutti possono sapere...l' informazione viene resa globale.Ma non tutti fanno caso al fatto che più la rete diventa globale, più siamo esposti ai pericoli delle "manipolazioni indesiderate".
Emblematico è come sia possibile di fatto oggi commettere un reato come la RAPINA tramite la rete.
In sostanza viene mandata una mail ad un risparmiatore( mail che di solito comincia con il nome della banca dove il risparmiatore stesso è intestatario del suo conto).Una volta aperta la mail compare il sito della banca dove, digitando il proprio account e la propria password, l'utente può accedere all' area relativa ai propri movimenti di conto.
Si tratta però di un inganno in quanto il sito che appare all' apertura della mail non è altro che un FAC-SIMILE, un' interfaccia gestita da malviventi (avente indirizzo diverso da quello solito della banca) dove l' utente digita account e password consegnandoli, di fatto, ai malviventi che potranno, quindi, operare prelievi (e non certo versamenti) dal conto del malcapitato.
Un caso incredibile di come AIUTARE dei ladri ad aprire la nostra cassaforte!!!!
Un altro caso molto interessante per chi non lo conosce è quello di ECHELON, ovvero il sistema di spionaggio mondiale su fax, mail e telex gestito dalla NSA americana e che coinvolge anche la nuova zelanda.

foto

minito666 - 24-3-2006 at 16:33

Un performance di Marina Abramovic

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alchimista - 24-3-2006 at 17:00

Parlando con un mio amico appassionato di videogiochi sono venuta a conoscenza di una iniziativa molto creativa presa da parte di Nintendo per il lancio di RESIDENT EVIL: Deadly Silence il primo episodio, per Nintendo Ds , della saga capostipite del genere Survival Horror. A partire dal 27 marzo le principali città italiane saranno teatro di possibili incontri inquietanti in un'atmosfera lugubre come in Resident Evil. Una vera e propria mano di zombie mozzata inviterà a prestare attenzione perchè i famossissimi morti viventi ti stanno cercando. Appariranno e spariranno in diversi punti delle città delle installazioni per simulare l'invasione di zombie: lapidi con tanto di zombie che emergono dalla tomba o un cartellone che ricorda che " gli zombie sono in città!"
Ho letto che Lecce non fa parte delle città in elenco in cui è previsto tutto questo. La città più vicina è Bari.

Simulazione di un'ambiente virtuale creato per un gioco nella realtà.Di solito avviene il contrario,no?!la simulazione virtale della realtà. Un'altra forma di simulazione del virtuale, in questo caso dei personaggi virtuali creati per un videogioco sono i cosplay. Abbreviazione di "Costume Play" che consiste nel tavestirsi dai propri eroi/eroine preferiti.


[img]http://images.google.it/images?q=tbn:kdL-hPqekoIESM:www.satyrnet.it/cosplay/tbc/cosplay%2520resident%2520evil.jpg[/img]

Ale e Silvia - 24-3-2006 at 17:35

Prof. le inviamo in allegato l'elenco riepilogativo dei ns. interventi.

Ci vediamo lunedì
A presto

Allegato: DATA.doc (33kB)
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geppa84 - 24-3-2006 at 17:49





Questo è il link su ECHELON e sull' inchiesta a riguardo da parte di NICKY HAGER


Fatemi sapere cosa ne pensate......a presto!!!!

Riusciranno i nostri eroi...

Fabioc - 24-3-2006 at 17:51

Riusciremo a dire addio ai fastidiosi cavi telefonici che ci permettono la connessione internet ed altro...
La rete cosidetta Wi-Fi, che ci permette di navigare su internet senza problemi, risulta essere preda facile di intrusi, uno studio ha esaminato 5000 reti wireless londinesi e ha rilevato che il 92% delle reti esaminate erano a rischio di intrusione. Proprio a causa di questa diffusa vulnerabilità, sono in molti quelli che girano per le città cercando di individuare reti wireless insicure, per usare a "sbafo" una connessione veloce ad Internet o per impossessarsi di dati. questi personaggi chiamati warwalking girano nelle vicinanze di biblioteche di aereoporti ed altri uffici pubblici per collegarsi gratuitamente ad internet
Ma sono così vulnerabili....sarà il loro destino?
Molti sanno che basta un contenitore vuoto delle note patatine Pringles per costruire un'antenna, con un guadagno di 15 db, che sia in grado di individuare una rete wireless.
Esistono quindi seri problemi di sicurezza per le reti wireless 802.11b e può verificarsi il paradosso di imprese che, dopo aver speso milioni per la sicurezza in Internet, si trovano a diffondere allegramente i propri segreti a causa di una rete wireless vulnerabile.

Beh inutile dire che le informazioni che viaggiano su cavo sono più sicure (e non sempre).
Alla fine in tutto ciò è la COMUNICAZIONE che ne trae vantaggio a pagamento o a "sbafo" che sia e forse l'utilizzo illecito della connesione e anche un bene per la nostra comunità telematica..

alchimista - 24-3-2006 at 18:43

Nell'ottobre scorso, recatami a Torino, ho avuto la possibilità e la voglia di visitare il museo nazionale del cinema sito all'interno della Mole Antonelliana.E' stata un'esperienza entusiasmante tanto che ho perso la cognizione del tempo li dentro. Un percorso fatto all'interno della storia del cinema con videoinstallazioni varie.Mi ha colpito ad esempio lo schermo con una sequenza del film matrix davanti al quale era segnalata la posizione da assumere per interagirvi. Posizionandosi li la figura dello spettatore veniva riprodotta all'interno dello schermo. Sembra che Neo e Trinity vogliano ucciderti puntandoti contro le pistole.

Un'altra installazione che mi ha colpito, era una stanza di una casa ammobiliata come se ci trovassimo indietro negli anni con due televisori: una nella quale si potevano vedere gli avvenimenti, le riprese reali di eventi eccezionali che hanno segnato la storia di quegli anni e in contemporanea sull'altro televisore si vedevano le riprese cinematografiche che su quegli eventi erano state girate. Davvero bello.Se non ci siete andati e capitate a Torino, ragazzi non perdetevi il museo del cinema,ok?!

Risposta a Geppa84

Fabioc - 24-3-2006 at 19:56

ciao
non vorrei dare delle informazioni errate ma addirittura qui in puglia e più precisamente a S.vito, dove sorgeva la stazione U.S.A.F, la rete echelon aveva un nodo, un orecchio proprio qui in italia.
Sembra strano eppure ci Ascoltano e ci Osservano....
Ormai la privacy di una persona non esiste più....per di più non ci possiamo nemmeno difendere....

Risposta ad alchimista

geppa84 - 25-3-2006 at 00:25

Ho letto quello che dici riguardo il museo del cinema e ti dico che hai pienamente ragione.
Io ci sono andato a fine febbraio( e in quell' occasione ho approfittato per godermi il clima dell' olimpiade che meriterebbe un forum a parte....FANTASTICO!!) e ho avuto le stesse sensazioni.
E' un posto magnifico, con i suoi tempi che sembrano rallentare sempre di più, quasi come volessero che tutto quello che c'è li dentro non passasse mai.
Appena entrato ti senti avvolto da un aura strana che ti fa perdere l' orientamento.
Ti senti trasportato da un immagine all' altra, una dopo l' altra, fotogramma per fotogramma senza voler mai smettere.
Impressionanti i giochi di illusione ottica( in tutte le salse) per riuscire finalmente a divertirsi in un museo!!
La lunghissima galleria piena di locandine di film storici...leggende di artisti come Astaire, Chaplin, Monroe etc... fino all' infinito.
I pezzi storici ed i simboli che hanno contribuito a creare veri e propri miti come la coppola di Chaplin o il mantello di superman etc...all' infinito.

valery

valery - 25-3-2006 at 12:21

Salve prof...forse mi sono ricordata troppo tardi di seguire le lezioni di informtica multimediale e di entrare nel forum, mi rendo conto che ho tralasciato molte cose importanti, tra queste anche il progetto a galatina!..Ho letto il programma ed è stato molto interessante! Spero che ci sia un altra oppurtinità (con il nuovo corso di performing media)! ...saluti vale

valery

valery - 25-3-2006 at 12:24



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Warwalking, Wardriving, Wardialing, Warchalking: azioni illegali o futura moda di massa?

geppa84 - 25-3-2006 at 13:17

Una coonessione wireless risolve i problemi legati alla mobilita’ ed alla flessibilita’ che richiediamo al nostro accesso ad internet o alle risorse condivise da altri personal computer e server.Un altro fattore che gioca a favore di questo tipo di connessione e’ quello economico, dove non esistono cablaggi e’ decisamente meno dispendioso pensare ad una rete wireless piuttosto che ad una tradizionale.
Inoltre sesistono "contrattempi" legati alla sicurezza che questo tipo di connessioni hanno nei confronti degli intrusi(hacker)
Il fenomeno del wardriving, per ora solo negli Stati Uniti, consiste in qualcosa di diverso dal (semplice) spionaggio.
E' al tempo stesso moda, passaparola e guadagno.
Come in ogni moda, ci si sente legittimati a seguire un certo comportamento, senza paura delle possibili conseguenze legali; in quanto passaparola, chi oggi non è in grado di inserirsi in una rete wireless potrebbe essere in grado di riuscirci forse già domani. Il wardriving è inoltre guadagno, poiché si può navigare senza spendere un centesimo.
Così navigare a spese del vicino è il nuovo passatempo.
Camminando sotto casa, fuori dall'ufficio possiamo imbatterci in simboli strani: dei veri graffiti che evidenziano la presenza di un area di free internet.
Essi sono chiari segnali lasciati dai warwalkers per avvertire della presenza di rete non protette, da condividere gratuitamente.
Una tribù underground che cerca le reti insicure e le segnala con un linguaggio sconosciuto alle persone comuni.
Quando il Wi-Fi è arrivato in Italia già era sorta la problematica sulla sicurezza delle reti wireless. Evidentemente la tardività che ci contraddistingue nell'adottare nuove tecnologie ha contribuito a migliorare la situazione, almeno in questo senso.
Il risultato rimane comunque allarmante.
Il protocollo WEP non offre garanzie di sicurezza sufficienti.
E' quindi evidente che una rete senza protocollo WEP è assolutamente insicura: un invito cui qualsiasi warwalkers non può resistere.
Come dice Fabioc, visto come stanno le cose, ad oggi è decisamente più sicuro vedersi attorno un pò di fili(neanche tanti) rimandando a fra qualche anno l' ennesimo piccolissimo passo verso il tanto idealizzato e sognato FUTURO.

http://www.portel.it/wireless/wardriving/img/inside3_1.jpg


http://www.portel.it/wireless/wardriving/img/inside3.gif

internet il fumetto e il futuro

kranio - 25-3-2006 at 14:55

gli argomenti del forum sono molteplici ed ognuno interviene con la propria esperienza personale. vorrei quindi parlarvi di un arte che spesso viene sottovalutata ( soprattutto in italia) e che invece proprio con internet e i nuovi mezzi di comunicazione può rivelare le sue potenzialità: sto parlando del FUMETTO e dell' illustrazione in generale. il fumetto ha spesso anticipato molte cose della realta che oggi grazie alla tecnologia sono possibili. nel forum stesso si parla di body art e di innesti artficiali nel corpo umano. artisti come H.R Giger o Tanino Liberatore gia nel 70 e negli anni 80 hanno realizzato lavori affascinanti e allo stesso tempo terrificanti con questo tema. nei fumetti di moebius o di ranxerox di 40 e 30 anni fa possiamo riconescere la societa dei nostri giorni. nel testo performing media c'è un riferimento ai tie-in tra videogiochi e cinema.è interessante vedere come oggi come la contaminazione si sia allargata anche al fumetto (vedi case editrici come la Top cow, o gli stessi polpettoni Marvel a l cinema).Essendo il fumetto un arte di nicchia trova proprio in internet la sua salvazione e il suo futuro.
i due mezzi anno in comune è la liberta di espressione.Come in internet nel fumetto possiamo trovare messaggi e informazioni che ci fanno riflettere sul mondo in cui viviamo e che difficilmente possono essere censurati.il linguaggio stesso dei fumetti è profondo, comprensibile per tutti e allo stesso tempo fatto da persone giovani (dentro e non)e liberi da schemi che la società impone. con internet il fumetto perde la sua dimensione cartacea e si rende disponibile e raggiungibile da tutti. e non solo, con internet e il computer possiamo rivoluzionare il fumetto stesso, dandogli una dimensione interattiva ,aggiungendo ad una tavola una colonna audio, o delle voci recitanti o degli ingrandimenti digitali.Si potrebbe fondere più arti in una. La velocita con cui le immagini viaggiano in rete è impressionante, qualsiasi autore di fumetti potrebbe scavalcare le case editrici e inviarci ogni giorno la sua nuova vignetta, la sua nuova storia, sui nostri computer e sui nostri cellulari,contribuendo così ad una libera circolazione di idee e di arte.

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body art e fumetto

kranio - 25-3-2006 at 14:57



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nelly - 25-3-2006 at 15:13

Salve prof.
Sono Antonella Ingrosso e frequento il III anno .
Volevo informarla della mia situazione per quanto riguarda il suo esame di lunedi 27.
Per problemi lavorativi non ho potuto frequentare le lezioni dello scorso anno in quanto mi trovavo fuori lecce, tutto ciò mi dispiace. La mia iscrizione al forum risale a un pò di tempo fà, solo che mi trovavo in difficoltà ad interaggire, e mi sembra molto tardi farlo ora, ho letto il suo libro, aspetto lunedi per poter discutere con lei, l'ho trovato molto interessante e condivido a pieno molte cose tra cui "ampliare le forme di comunicazione, per essere più liberi di relazionarsi con il mondo"
Allora a lunedi!

Saluti Antonella


alchimista - 25-3-2006 at 15:20

[img]http://www.ibs.it/cop/coplibri.asp?e=8804539119[/img]

RISPOSTA A GEPPA 84 E A QUANTI INTERESSA


Sfogliando una rivista questa mattina, ho letto un articolo che mi ha fatto pensare al tuo intervento sulla privacy nel forum. Era un articolo su un libro: "IL VIAGGIATORE" di John Twelve Hawks ( pseudonimo che in italiano significa John dodici falchi ) autore scoperto dall'editore del Codice Da Vinci, che non si fa vedere da nessuno e nessuno sa dove vive perchè vuole essere "off the grind", cioè fuori dal sistema. Il libro racconta di un mondo dove il controllo sulle nostre vite è totale: niente privacy e la libertà è ridotta a un'illusione. In un'intervista telefonica l'autore dice:


"...Spero solo che il mio libro li faccia riflettere su com'è vivere in un mondo dove tutti siamo spiati. Negli anni '70 sono stato a Berlino est: la gente era convinta di poter essere tradita in ogni momento, persino da un amico , o da un vicino di casa. Senza privacy non c'è democrazia, perchè non c'è libertà di pensiero e di espressione."


Ne "Il viaggiatore" John Twelve Hawks immagina un sistema di controllo globale al quale può sfuggire solo una categoria di persone speciali, i "viaggiatori" appunto, che sono in grado di entrare in altre dimensioni.


"La riservatezza? Credo nelle idee del mio romanzo : sarei ipocrita se andassi in tv a dire che LA PRIVACY E' IN PERICOLO.Voglio dimostrare che rimanere fuori dal sistema è possibile. Ma è anche difficile , faticoso, non lo augurerei a nessuno."


The Movies REGISTI VIRTUALI

Fabioc - 25-3-2006 at 16:04

Ritornando ai Giochi che ricostruiscono il mondo reale raffigurando scenari virtuali, vorrei presentarvi THE MOVIES.
The Movies è un affascinante gioco un p'ò sulla falsa riga di THE SIMS, dove ci si ritrova in una curatissima realtà totalmente virtuale a dover essere i registi di un film, e quindi ci si ritrova a pensare al cast, alle location e addirittura agli attori.
Alla fine del tuo lavori realizzerai un vero e propio film che potrà concorrere ad un premio scelto tra i tanti REGISTI VIRTUALI presenti in rete.
Quindi non solo ti da la possibilità di confrontarti con i veri problemi che si riscontrano durante la realizzazione di un film, con i pro e i contro (carattere educativo del gioco), ma di crearne virtualmente un "vero" e proprio, confrontandoti conaltri che come te hanno scelto il gioco.
Insomma penso che questo gioco sia per alcuni di noi una trovata a dir poco eccezionale che unisce l'utile al dilettevole......

alchimista - 25-3-2006 at 16:09

Quota:
Originariamente scritto da kranio
gli argomenti del forum sono molteplici ed ognuno interviene con la propria esperienza personale. vorrei quindi parlarvi di un arte che spesso viene sottovalutata ( soprattutto in italia) e che invece proprio con internet e i nuovi mezzi di comunicazione può rivelare le sue potenzialità: sto parlando del FUMETTO e dell' illustrazione in generale. il fumetto ha spesso anticipato molte cose della realta che oggi grazie alla tecnologia sono possibili. nel forum stesso si parla di body art e di innesti artficiali nel corpo umano. artisti come H.R Giger o Tanino Liberatore gia nel 70 e negli anni 80 hanno realizzato lavori affascinanti e allo stesso tempo terrificanti con questo tema. nei fumetti di moebius o di ranxerox di 40 e 30 anni fa possiamo riconescere la societa dei nostri giorni. nel testo performing media c'è un riferimento ai tie-in tra videogiochi e cinema.è interessante vedere come oggi come la contaminazione si sia allargata anche al fumetto (vedi case editrici come la Top cow, o gli stessi polpettoni Marvel a l cinema).Essendo il fumetto un arte di nicchia trova proprio in internet la sua salvazione e il suo futuro.
i due mezzi anno in comune è la liberta di espressione.Come in internet nel fumetto possiamo trovare messaggi e informazioni che ci fanno riflettere sul mondo in cui viviamo e che difficilmente possono essere censurati.il linguaggio stesso dei fumetti è profondo, comprensibile per tutti e allo stesso tempo fatto da persone giovani (dentro e non)e liberi da schemi che la società impone. con internet il fumetto perde la sua dimensione cartacea e si rende disponibile e raggiungibile da tutti. e non solo, con internet e il computer possiamo rivoluzionare il fumetto stesso, dandogli una dimensione interattiva ,aggiungendo ad una tavola una colonna audio, o delle voci recitanti o degli ingrandimenti digitali.Si potrebbe fondere più arti in una. La velocita con cui le immagini viaggiano in rete è impressionante, qualsiasi autore di fumetti potrebbe scavalcare le case editrici e inviarci ogni giorno la sua nuova vignetta, la sua nuova storia, sui nostri computer e sui nostri cellulari,contribuendo così ad una libera circolazione di idee e di arte.



Un lungometraggio in particolare mi ha fatto notare la differenza nell'utilizzo della computer grafica ripetto alla creazione maggiormente conosciuta della disney:"la città incantata" di Hayao Miazaky. La Ghibli Studio ha utilizzato una tecnica digitale non lavorando esclusivamente al computer, a differenza ad esempio di quello che avviene alla Pixar, quindi tutti i disegni, i protagonisti e le ambientazioni sono prima realizzati a mano e poi vengono scannerizzati e tradotti in formato digitale. Soltanto le rifiniture, l'animazione e la scelta dei colori finali vengono generati dal computer. L'obiettivo finale è quello di creare una pellicila facendo una sintesi delle immagini, migliorando la qualità dell'animazione e cercando di armonizzare al meglio i disegni fatti a mano e la grafica generata dal computer; si crea un connubio in questo modo fra tecniche moderne e metodologie tradizionali.Alcune scene invece sono state create totalmente in computer grafica.

Mi è davvero piacito vederlo al cinema. Ho subito fatto il paragone grafico con i vari gli incredibili, Sreck, chicken little, ecc.Voi che ne pensate?

La testa ben fatta...

Nerè - 25-3-2006 at 16:56

Salve Prof, credo sia fondamentale rilanciare la natura non lineare della conoscenza, il processo del pensiero olistico... collegare i saperi, andare oltre il sapere parcellizzato.

Edgar Morin sostiene che la conoscenza risulterebbe cieca senza gioco. Nel suo impianto teorico, la dimensione ludica è tutt'uno con la consapevolezza del presente nella vita.

Il suo progetto educativo si riassume nella frase di Montaigne: una testa ben fatta è meglio di una testa ben piena. Per Morin è necessario ripartire da uno sguardo d'assieme, puntare sulla curiosità, sul rischio, sulla sagacia di chi insegna e di chi impara.

Per pensare localmente e padroneggiare discipline particolari si deve pensare globalmente, avere la padronanza del contesto generale. Solo un sapere che unisce e che interconnette aiuta a comprendere.

In un'intervista Edgar Morin afferma:
"Gli insegnanti non debbono assomigliare a quei lupi che marcano il loro territorio con l'urina e mordono quelli che lo violano. Ciò che è più terribile per loro è la mancanza di eros che, come dice Platone, è allo stesso tempo desiderio, piacere e amore, desiderio e piacere di trasmettere, amore per la conoscenza amore per gli allievi."

valery

valery - 25-3-2006 at 17:46

Howard Rheingold

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valery

valery - 25-3-2006 at 18:27



Allegato: Valle d'Aosta - Cyberscope.htm (37kB)
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valery

valery - 25-3-2006 at 18:28



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Futuro...?

Onerom - 26-3-2006 at 00:26

Se il paradiso promesso dalle tecnologie sta nell'essere sempre collegati alla rete, il suo profeta di certo si chiama il Wlan o Wireless Local area Network. La sigla indica una specifica categoria di reti locali in cui i singoli nodi, i computer, non comunicano piu' attraverso cavi ma via etere. Niente più tracce da scavare, fili da depositare, muri da oltrepassare, con le WLAN l'utente sarà libero di connettersi dove e quando vuole.Il motore di questa preannunciata rivoluzione nel mondo delle telecomunicazioni, è stato l'adozione del protocollo 802.11.b lo standard internazionale per le trasmissioni Wireless, detto Wi-Fi cioè il wireless fidelity. Questo standard, reso pubblico nel 1997, è stato elaborato con l'appoggio di un consorzio (il WECA) composto da tutte le industrie leader nel settore… e parliamo di colossi come cui 3Com, Apple, Cisco Systems, Compaq, IBM e Nokia. Con una Wlan per collegarsi ad internet o alla rete aziendale non occorrono più cavi e modem, ma basta accendere il computer e scegliere il posto più comodo per lavorare. La connessione avviene automaticamente tramite una PC card inserita nel laptop o nel palmare e dotata di un'antenna ricetrasmittente. Quest'antenna. dialoga su onde radio ad alta frequenza (2.4 GHz) con un dispositivo di emissione in grado di coprire un'area geografica ben definita grande quanto un ospedale o un aeroporto. Però il problema che si pone ora è quello dell’estenzione degli “Access Point” causata dal costo elevato dell’abbonamento e nella copertura inadeguata.Secondo alcuni studi entro il 2006 vi saranno oltre 90.000 "hot-spot locations" nell'Europa Occidentale suddivisi tra aeroporti, alberghi e bar, dove le persone abilitate godranno del privilegio di essere sempre, costantemente, on line.Le connessioni wireless tra chi lavora a distanza e la rete offrono alle aziende più flessibilità e potenza. La tecnologia wireless si libera dai cavi senza sacrificare la connettività. Annulla i limiti spazio-temporali, per cui l’ufficio o il divertimento possono essere ovunque. I dispositivi si collegano ad altri dispositivi wireless per fornire a chi è sempre in movimento nuovi metodi di lavoro. Wireless significa che le nostre attività sono più razionali e produttivi. Ad esempio i dipendenti di una ditta hanno maggiore libertà di svolgere ciò che sanno fare meglio, senza dover fronteggiare ostacoli tecnologici. Scegliendo prodotti wireless, non si è più incatenati alla scrivania. Una soluzione wireless offre la libertà di lavorare dove si vuole, come si vuole e quando si vuole. Basta cavi.
Le persone possono portare con sé i notebook o i Pocket PC e lavorare, collegarsi alla rete e stampare ovunque sia il teatro dell'azione. Potranno gestire le informazioni più velocemente che in passato, risparmiando tempo. Tutto questo rende le persone più produttive, flessibile e agile.
Per gli utenti, i dispositivi wireless saranno intuitivi da utilizzare, con poche o nessuna differenza rispetto alla rete fissa. Per molti aspetti la rete wireless è più semplice di una rete fissa, con in più il vantaggio della libertà e della flessibilità, l'accesso è possibile da qualsiasi luogo ove esista un punto di accesso wireless: sale conferenze e corridoi.
In passato, uno degli ostacoli maggiori che le società hanno incontrato sulla strada verso le soluzioni wireless è stata la sicurezza; ma oggi, grazie agli avanzamenti nella tecnologia e all'adozione delle misure di sicurezza corrette, questi timori sono superati. Il controllo dell'accesso e l'autenticazione per le reti wireless sono sicuri quanto per le installazioni fisse. Le misure di sicurezza includono anche quelle tipiche dei dispositivi portatili. PIN, codici di verifica, blocchi a tempo e password per gli utenti sono tutti mezzi utilizzati per proteggere le informazioni sensibili presenti sui notebook o su qualsiasi altro dispositivo portatile.


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risposta ad alchimista

kranio - 26-3-2006 at 02:53

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ad alchimista

Un lungometraggio in particolare mi ha fatto notare la differenza nell'utilizzo della computer grafica ripetto alla creazione maggiormente conosciuta della disney:"la città incantata" di Hayao Miazaky. La Ghibli Studio ha utilizzato una tecnica digitale non lavorando esclusivamente al computer, a differenza ad esempio di quello che avviene alla Pixar, quindi tutti i disegni, i protagonisti e le ambientazioni sono prima realizzati a mano e poi vengono scannerizzati e tradotti in formato digitale. Soltanto le rifiniture, l'animazione e la scelta dei colori finali vengono generati dal computer. L'obiettivo finale è quello di creare una pellicila facendo una sintesi delle immagini, migliorando la qualità dell'animazione e cercando di armonizzare al meglio i disegni fatti a mano e la grafica generata dal computer; si crea un connubio in questo modo fra tecniche moderne e metodologie tradizionali.Alcune scene invece sono state create totalmente in computer grafica.

Mi è davvero piacito vederlo al cinema. Ho subito fatto il paragone grafico con i vari gli incredibili, Sreck, chicken little, ecc.Voi che ne pensate?


se ti interessa questo genere di film ti consiglio ghost in the shell II .lungometraggio giapponese (disponibile con sottotitoli in italiano) è stato girato utilizzando sfondi digitali che si intrecciano ottimamente con personaggi disegnati
PS. in francia c'e stata ultimamente una mostra con tavole originali di Myazaki e moebius

Allegato: 2004_ghost_in_the_shell_2_innocence_wallpaper_001forum.psf (33kB)
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kranio - 26-3-2006 at 03:00

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Originariamente scritto da Nerè
Salve Prof, credo sia fondamentale rilanciare la natura non lineare della conoscenza, il processo del pensiero olistico... collegare i saperi, andare oltre il sapere parcellizzato.

Edgar Morin sostiene che la conoscenza risulterebbe cieca senza gioco. Nel suo impianto teorico, la dimensione ludica è tutt'uno con la consapevolezza del presente nella vita.

Il suo progetto educativo si riassume nella frase di Montaigne: una testa ben fatta è meglio di una testa ben piena. Per Morin è necessario ripartire da uno sguardo d'assieme, puntare sulla curiosità, sul rischio, sulla sagacia di chi insegna e di chi impara.

Per pensare localmente e padroneggiare discipline particolari si deve pensare globalmente, avere la padronanza del contesto generale. Solo un sapere che unisce e che interconnette aiuta a comprendere.

In un'intervista Edgar Morin afferma:
"Gli insegnanti non debbono assomigliare a quei lupi che marcano il loro territorio con l'urina e mordono quelli che lo violano. Ciò che è più terribile per loro è la mancanza di eros che, come dice Platone, è allo stesso tempo desiderio, piacere e amore, desiderio e piacere di trasmettere, amore per la conoscenza amore per gli allievi."


Molto interessante quello che dici,il sapere si acculmula anche grazie ad una serie di esperienza diverse. probabilmente la somma delle varie esperienze porta ognuno a migliorare in qualsiasi campo

valery

valery - 26-3-2006 at 10:01

La leggenda di Moore..
formuletta che circola sulle tecnologie digitali, come in altri contesti. Questa è l'affemazione di Gordon Moore: "la velocità dei processori raddoppia ogni 18mesi". Ci invita a riflettere su come l'avanzamento tecnologico possa creare una doppia velocità...quella di chi la subisce, rimanendo annichilito dalla veemenza di un' offerta di tecnologie. "Vengono immessi sul mercato computer sempre più veloci" ( software, sistemi operativi e memorie nell hard disk).

kranio - 26-3-2006 at 10:32

Sappiamo come la rete è uno spazio libero e accessibile a tutti.Ma parlando del resto dei mezzi di comunicazione oggi possiamo affermare lo stesso?LO stiamo vivendo sulla nostra pelle(non solo in italia) potenti compagnie gestori di giornali,TV, reti telefoniche che programmano ciò che dobbiamo sapere, ciò che sarebbe giusto conoscere e approfondire, trasfmormandoci in dei cloni di cloni. L'unica arma per difenderci è internet, ma ci mai hanno insegnato a farne un buon uso?

valery

valery - 26-3-2006 at 10:33

Conoscere attraverso la simulazione

Si impara nel processo stesso del gioco, la conoscenza si articola così attraverso la simulazione virtuale. Un gioco che farebbe cambiare l'idea a molti di quelli che ancora snobbano con sufficenza i videogames!!!!
"SimCity". Si tratta di uno dei più raffinati giochi di simulazione che, progettato da will wright nel 1998, mette a disposizione le opportunità che costruire una città, attuando pianificazioni urbanistiche e strategie pubbliche di convivenza civile!!! "Giocare è il processo per scoprire come funziona il modello di simulazione" sostiene l'autore di SimCity.I giochi di simulazione vanno considerati dei "tool", degli strumenti che ci fanno riflettere, sperimentando, su quanto la società reale sia condotta come un gioco di simulazone fatto male!!!!!!!!!.........fantastico!!!!!


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Il re Vichingo nel 2006

Onerom - 26-3-2006 at 11:39

Un altro termine che è entrato a far parte del nostro vocabolario tecnologico e di cui sappiamo poco, è il termine Bluetooth ( lo ammetto, anch’io non sapevo molto prima di leggere performing media). Bluetooth è uno dei tanti nomi che si rincorrono di questi tempi fra pubblicità, nuovi media e riviste dedicate alle nuove tecnologie, nasce con uno scopo assai semplice: eliminare, per sempre, i fili e i cavi per casa. Non è il capriccio di qualche massaia appassionata di robotica, o di "case tecnologiche". Si tratta, invece, di una vera rivoluzione applicabile certamente all'interno delle quattro mura domestiche, ma anche in ufficio e in un'infinità di altri luoghi, destinata a diventare la via di accesso ad una nuova generazione di apparecchi. Il nome è un omaggio ad Harald Bluetooth, un re Vichingo vissuto in Danimarca nel X secolo che unificò i regni di Danimarca e Norvegia. Ma ora il Bluetooth è una tecnologia che permette agli strumenti elettronici, indipendentemente dalla marca a cui appartengono, di comunicare tra loro senza essere collegati tramite cavi. Il dialogo è assicurato dalle loro periferiche. Non sarà quindi più necessario un cavo per collegare una telecamera digitale con il computer, né con la stampante, e sarà inoltre possibile, per esempio, collegare il forno a microonde al frigorifero e via via tutti gli elettrodomestici e gadget tecnologici, che in questo modo potranno comunicare fra di loro. Le prime applicazioni fondamentali di Bluetooth, già presenti sul mercato, sono gli auricolari per telefono senza fili, ma, da qui a breve, vedremo tastiere per palmari e altoparlanti stereo in grado di trasmettere musica a distanza. In poche parole il nostro odierno sistema di "home theatre", con i suoi mille cavi, non susciterà più, domani, le ire di mogli o fidanzate, impegnate nelle pulizie sollevando cavi o inciampando in fili chilometrici. E' facile, quindi, evincere che la tecnologia Bluetooth avrà un peso consistente sulla vita di tutti i giorni, perché terminerà il lavoro cominciato dai telefonini 10 anni fa, dando vita ad una società veramente mobile. Si pensi, infatti al collegamento tra il cellulare e l'esterno: potrà accadere tra poco tempo, che nel corso di un viaggio in autostrada si starà molto più tranquilli, certi di trovare, dietro ogni cartellone e segnale stradale, un apparecchio in grado di dare informazioni sul traffico, sul tempo, su possibili itinerari e anche sulla velocità della nostra vettura! Passiamo ai dati squisitamente tecnici. Se la tecnologia Bluetooth avrà successo, tutte le case e gli uffici saranno costituiti da piccoli network senza fili, chiamati "Piconets" di cui faranno parte da un minimo di 2 fino ad un massimo di 8 periferiche. Una di queste periferiche si chiama "master", mentre le altre sono dette "slaves". I collegamenti sono realizzati attraverso un ricetrasmettitore radiofonico inserito all'interno di ogni dispositivo dotato di tecnologia Bluetooth. Il trasmettitore utilizza una frequenza di 2,4 GHz e la velocità di comunicazione si avvicina ad 1 Mb/s. A ben guardare, oggi già esiste un sistema che permette di far dialogare le periferiche senza cavi. E' la comunicazione a raggi infrarossi (l'IrDA). A prima vista IrDA e Bluetooth sembrano essere la stessa cosa. In realtà esiste una differenza sostanziale: l'IrDA richiede la presenza dei 2 apparati (ricevente e tramittente), sulla stessa linea d'azione, ovvero vicini tra loro; Bluetooth, invece, che si basa su trasmissioni radio, non ha il problema della linea d'azione per cui i 2 apparati possono essere collocati anche in posizioni diverse e lungo linee di propagazione diverse, vale a dire anche in stanze distanti tra loro. Bluetooth, quindi, può essere utilizzato per distanze di gran lunga maggiori rispetto a quelle necessarie a far comunicare 2 apparati IrDa. Esistono quattro componenti fondamentali che permettono il corretto funzionamento degli apparecchi Bluetooth: l'unità radio, l'unità di base, il driver, e il softtware. L'unità radio è l'attore principale delle comunicazioni senza fili tra i vari apparecchi Bluetooth; l'unità di base è un hardware composto da memoria flash e un processore che dialoga con unità radio e calcolatore centrale, al fine di fornire tutti i requisiti necessari al corretto funzionamento dello scambio di dati; il driver, ovvero il PC, consente al quarto componente, il software, di svolgere il compito di fornire l'interfaccia all'utente finale. Questi "attori", nel corso della loro giornata, sono sempre in modalità di attesa (standby) e, ad intervalli regolari e molto ravvicinati, effettuano una scansione del territorio per cercare altri apparecchi Bleutooth. Qualora siano rintracciati apparecchi dotati della tecnologia in questione, però, non è detto che il collegamento sia immediato e automatico. Occorre, infatti, che entrambi gli utenti dei due apparecchi pronti al dialogo siano disposti ad entrare in comunicazione tra loro.


Onerom - 26-3-2006 at 11:45



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Onerom - 26-3-2006 at 11:46



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kranio - 26-3-2006 at 14:03

Fresco di stampa, segnalo questo libro, sul teatro e i new media ma con un fuoco molto più ampio.

Maia BORELLI, Nicola SAVARESE
Te@tri nella rete
Arti e tecniche dello spettacolo nell'era dei nuovi media
Roma, Carocci, 2004
pp. 312
Euro 20.00
Cod ISBN 88-430-2921-5

Dal sito di Carocci:

http://www.carocci.it/

"Te@tri nella rete è una ricerca sulle esperienze in atto di cyberteatro ma anche un'immagine per condensare alcune domande sugli insoliti rapporti tra nuovi media e teatro. Perchè un´arte come il teatro, così immediata (senza intermediari fra attore e spettatore) ed esclusiva (tradizionalmente destinata ad un pubblico limitato), sembra cedere anch'essa alle lusinghe globali dei media e di internet? E quali generi teatrali o quali ambiti del teatro - creazione, messinscena, gestione, studio - trarranno effettivi vantaggi dalla rivoluzione digitale e da internet? Teatro e internet viaggiano su strade completamente diverse, luogo di spettacoli e di passioni il primo, strumento per lo più di comunicazione il secondo. Attraverso i nuovi media, il teatro si inoltra in un terzo, ibrido territorio dove prevalgono gioco, creatività, sorprese, illusioni. Un universo tecnologico proiettato nei mondi virtuali e della fantascienza ma che affonda le proprie radici nel teatro più antico. Così il libro scopre che la tecnologia si è affacciata sulla scena fin dagli esordi, con quel deus ex machina dei greci, che appariva dall'alto a risolvere le storie come un supereroe o un avatar dei videogiochi d'oggi."

body art

minito666 - 26-3-2006 at 15:19

Marina Abramovic, protagonista indiscussa da più di trent'anni della scena artistica internazionale, è a Napoli con una mostra personale, inaugurata con una performance appositamente concepita. L'artista serba esordì a Belgrado negli anni Settanta. Sin dall'inizio il suo corpo è stato il soggetto, l'oggetto e lo strumento di un lavoro indirizzato verso tematiche sociali attuali. La ricerca del confronto con lo scorrere del tempo e con la morte, vista come momento fondamentale di trasformazione spirituale ed emozionale, sono stati tra i punti fermi delle sue coinvolgenti performance. Spesso, in questa ricerca, la Abramovic ha utilizzato lo scheletro come simbolo universalmente riconosciuto, realizzando opere e azioni che rappresentano un momento capace di evocare i riti riguardanti il rapporto tra la vita e la morte diffusi in ogni tempo e in ogni cultura.

valery

valery - 26-3-2006 at 15:33

VIDEOGIOCHI? STUDENTI MOTIVATI

Questa l'opinione di un terzo degli insegnanti scolastici d'Inghilterra e Galles, che usano alcuni videogiochi come strumento didattico. Electronic Arts si frega le mani e istruisce gli studenti.
Londra - I ricercatori del NESTA Futurelab, in collaborazione con Electronic Arts, hanno reso noti i primi risultati di uno studio sull'uso dei videogiochi come strumento di supporto alla didattica scolastica tradizionale. Il 59% dei 1000 insegnanti coinvolti è favorevole all'uso di software ludici sui banchi di scuola, mentre un terzo dei partecipanti è addirittura entusiasta delle proprietà motivazionali di certi giochi.
Secondo il rapporto sulla prima fase della ricerca Teaching with Games, pubblicato da BBC, la maggioranza degli insegnanti britannici usa da tempo videogiochi e software interattivi, spesso impiegati come supporto per lezioni tradizionali. Molti docenti sembrano addirittura avere idee ben precise sugli effetti benefici legati all'uso dei giochi digitali: il 91% pensa che i videogiochi possano sviluppare abilità motorie e cognitive, mentre il 60% crede che abbiano una qualche influenza sulla formazione culturale ed intellettuale degli studenti.

valery

valery - 26-3-2006 at 15:45

Prospettive future del wi-fi

Wi-fi è usato da anni in tutto il mondo per portare connettività veloce nelle zone isolate e nei piccoli centri. In America si è sperimentata anche un'integrazione con la telefonia mobile dove il wi-fi dovrebbe sostituire le vecchie antenne GSM/GPRS/UMTS, con una nuova rete in grado di dare le velocità sperate e i servizi di videotelefonia, laddove l'UMTS si è rivelato un fallimento, che ha messo in luce l'esigenza di non intervenire solo sui protocolli e sul software, ma di un investimento ben più consistente per aggiornare un'infrastruttura ventennale obsoleta.
Ci sono prospettive di integrare fonia fissa e mobile in un unico apparecchio che con lo stesso numero funzioni da fisso/cordless nel raggio di 300 metri da casa, e oltre come un normale cellulare.
Grazie al wi-fi, anche i centri più piccoli hanno spesso possibilità di accesso veloce ad Internet, pur non essendo coperti da ADSL.


minito666 - 26-3-2006 at 15:46

Le performance degli artisti della Body art destano spesso scandalo per il ricorso esplicito ed esasperato ad azioni del corpo intime ed imbarazzanti quali l'espletazione dei propri bisogni fisiologici, la masturbazione, la tortura, ecc.
In questi atti provocatori ed estremi, in cui si fa ricorso in molti casi all'autolesionismo, gli artisti trovano una forma di liberazione catartica che attraverso il lavoro sul e con il proprio corpo, violento nelle azioni e nell'esibizione al pubblico, dà voce a debolezze, inclinazioni, perversioni come protesta contro l'umiliazione della condizione umana, espressa in una visione mistica e spesso drammatica.
Ma le parole non finiscono mai...........perche l'arte e in tutto

teatro e rapporto con le nuove generazioni

-Lupin- - 26-3-2006 at 21:30

Caro professore,
affrontando il suo discorso sul teatro e il suo rapporto con le nuove generazioni, mi sono lasciato catturare dalla sua stessa visione di teatro inteso come uno spazio mentale che tende ad esprimersi nella sua molteplicità di codici.
Credo anch'io che questa sia la strada giusta da seguire per migliorare oltre che la performance interattiva, la vita della società dell'informazione, poichè solo attraverso la tecnologia di rappresentazione chiamata teatro possiamo confrontarci in modo attuale con il mondo.

SMS

Sax84 - 26-3-2006 at 23:41

Polsi e pollici a rischio per la "sms mania"

Siete fan dei messaggi tramite telefonino? Fate attenzione a pollici e polsi . Con la frenesia della scrittura di Sms, infatti, crescono anche dolori e piccoli acciacchi alle articolazioni di mani e braccia. È nata addirittura una nuova patologia, il "danno da sforzo ripetuto" (Rsi), sottolineata da un boom che la rende quasi un'epidemia: più 38% in cinque anni, con 3,8 milioni di neo vittime l'anno.
I dati arrivano da un'indagine britannica condotta per conto del colosso della telefonia Virgin Mobile. Il sondaggio evidenzia i numeri di una dipendenza che non accenna a diminuire: più del 12% degli intervistati dice di comporre 20 Sms al giorno e il 10% arriva a digitarne addirittura 100.
L'esercito degli "sms addicted" (i drogati dei messaggi) corre rischi non soltanto per la quantità delle lettere digitate sulla tastiera del cellulare, ma anche per la velocità con cui il dito corre. Basti un caso da Guinness: Craig Crosbie, operaio scozzese, è in testa alla classifica degli autori più veloci del mondo con 160 caratteri scritti in soli 48 secondi.

Staibene.it

Siamo realmente di fronte ad un problema serio, o è solo un problemino che riguarda la fascia debole dei teenagers?
Il nuovo modo di comunicare tramite sms (short message system) sta causando prblemi alla persona (non solo a livello fisico ma anche psicologico), o in realtà è un innovativo metodo di comunicazione che mette in evidenza aspetti di noi stessi altrimenti sconosciuti?
Leggendo il capitolo riguardante gli SMS del libro del prof. e leggendo un po' nella rete mi sono reso conto che quasi sicuramente, questo dei messagini, è davvero un fenomeno interessante per alcuni punti di vista. Credo di aver capito che tramite "delle protesi" (tastiere, fogli, lavagne, schermi) l'essere umano riusce ad esprimersi in maniera diversa di come avrebbe fatto con il modo "tradizionale". A mio parere, credo che questo fattore dipenda dal fatto che, utilizzando per esempio un sms o il portale di una chat, riusciamo a visualizzare visivamente i nostri concetti per poi poterli modificare correggere o addiritura cancellare....cosa impossibile da farsi in un dialogo verbale.
Evidentemente, se il mio conceto è giusto, la quasi totalità dei teenagers si sente più sicura dietro una tastierina di un cell piuttosto che davanti ad una persona.
Dal punto di vista tecnico, c'è da dire però che l'espansione di questo fenomeno, è dovuta anche alla velocità della comunicazione e alla praticità della stessa, tanto da crearsi intorno a se un linguaggio in continuo aggiornamento (xò, xkè, c6, qlcosa,ecc...)per velocizzarla ulteriormente.
Ora cosa ne pensate voi di tutto ciò?
Dovremmo preservare le nostre dita e i nostri polsi, o in fondo gli SMS sono più utili che dannosi ???

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lilia - 27-3-2006 at 14:04

a proposito di imparare giocando....
proprio questa settimana ho presentato in sede di esame il mio progetto interattivo che ha un fine educativo e che abbia un pubblico diverso da quello che vediamo quasi sempre rivolto verso questo mondo del web.un pubblico formato dai piu' piccini che si possano misurare con questa realta' dove non vi e' un insegnante una classe o dei compagni di banco ma un'interfaccia attraverso la quale entrare,estendere la propria mente e il proprio corpo,e imparare una disciplina quale inh questo caso la lingua inglese.
puo' a questo punto il computer sostituire il calore di un'insegnante??

entropia

dany castronuovo - 27-3-2006 at 14:18

Leggendo le riflessioni fatte da vari studenti riguardo il problema della mancanza di un adeguato insegnamento dell'informatica nelle scuole concordo pienamente con l'idea di un impegno maggiore e la volontà di potenziare questo settore con il contributo da parte di noi ragazzi innanzitutto e poi da parte degli insegnanti al fine di valorizzare questo settore evitando il rischio di immergersi in quella che è stata dal professore definita ''entropia''

eccomiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

iacovone raffaele - 27-3-2006 at 14:25

Finalmente Oggi 27\03\2006 sono riuscito a iscrivermi al forum!!!!

nelly - 27-3-2006 at 14:28

Salve prof.
sono Antonella Ingrosso, oggi avrei dovuto fare l'esame ma per problemi di tempo abbiamo spostato a domani, come già sà...
Le parlerò del progetto del Tam Teatromusica di Padova, una simulazione teatrale in un ambiente digitale...ambiente digitale, paragonato al teatro, perchè, come lei dice nel suo libro, nel teatro si impara a muovere il corpo nello spazio e ad interagire con gli altri.Nell'ambiente digitale avviene questo, sapersi muovere per comunicare, tenendo presente sia il piano educativo che quello ludico-partecipativo, fondamentale è il gioco, partecipando giocando, proprio quello che il Tam fà.
A proposito di questo volevo parlare di un gioco on-line, dove sono iscritta da quasi un mese, è ambientato nel medioevo, ogni utente deve adottare un ruolo: elfo, folletto,gnomo,fata, umano, guerriero e molti altri, decidere in che ambiente stare e puoi interagire con gli altri utenti senza mai parlare del "mondo esterno", così lo chiamano, e dando a chiunque del lei, si è controllato da un amministratore se dai informazioni personali. si sviluppa molto la fantasia, perchè ogni movimento e ogni azione è preceduta da una descrizione accurata di ciò che si fà.vi invito ad andare......... www.extremelot.it

Mario Negro - 27-3-2006 at 14:30

Dovendo espletare la mia parola chiave, direi "diffidenza" o "pregiudizio"; dato da una paura nell'approccio con le nuone vie di comunicazione multimediali.
L'aver intrapreso questo percorso di studio mi sta pian piano facendo cambiare idea. Diciamo che come inizio non c'è male.

Alex Monteleone - 27-3-2006 at 14:43

Il rischio che si può correre commentando il lavoro di Beppe Rosso é quello di cadere nella monotonia di un discorso troppo ovvio, fatto di facile compassione per la vita degli ultimi. Il suo “spettacolo” ha peró il merito di superare tale rischio, perché mostra la veritá e la trasparenza del reale, utilizzando l’occhio impassibile e anzi ostile di una videocamera.
Pur essendo la telecamera sinonimo di “artificialitá”, in questo caso l’occhio artificiale é capace di vedere all’opera un attore che non puó superarsi, perché arrivato al massimo delle sue capacitá di recitazione: essendo infatti il protagonista inconsapevole di essre l’oggetto della ripresa, il “come se” di Stanislaskj viene superato dal suo essere indiscusso.
Il lavoro che Beppe Rosso ha portato avanti, confrontandosi con zingari, prostitute e barboni ha il merito di sbatterci di fronte a queste vite in modo crudo e diretto, evitando la comoda mediazione di un sentimento straniante come la pietá e fa emergere la nostra paura per un’esistenza senza prospettive, un’esistenza che non si risolva nell’assunzione di un ruolo nella societá, nel consumo di beni, nella sicurezza borghese di una professione ben retribuita.

fabby - 27-3-2006 at 14:48

Salve prof.anche io domani dovrei fare l'esame perchè oggi è stato rimandato per problemi di tempo.
L'argomento che più mi ha interessata è stato il progetto teatrale " Laundrette-soap", non avevo mai sentito parlare di un progetto simile.
Sono a conoscenza del bookcrossing , progetto che spinge i giovani a leggere e ad interaggire on-line, esprimendo il proprio pensiero, purtroppo non ho mai avuto modo di parteciparvi, anche se mi sarebbe piaciuto.
Ritornando alle soap.opera disseminate nelle città, queste hanno coinvolto un gran numero di persone, che ha avuto il coraggio di mettersi in gioco, di relazionarsi. Con questo progetto, noi non siamo solo venuti a conoscenza di informazioni, ma anche di emozioni. Secondo me, con l'uso di sms ha avuto ancor più successo, perchè per chi come me , che non ha un buon rapporto col computer, ha avuto la possibilità di interagire e di ricevere informazioni riguardo alle vicende cui avrebbero partecipato, rilanciando il gioco.
Laundrette-soap rivela un'ambiguità tra la realtà: il progetto vero e proprio e il suo doppio: la vita immaginaria dei partecipanti

Ale e Silvia - 27-3-2006 at 15:39



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Stefy1 - 27-3-2006 at 20:54


Stefy1 - 27-3-2006 at 21:35

Salve Prof. e salve a tutti i ragazzi del forum, mi sento di intervenire per esporre il mio pensiero. La cosa che mi ha colpito dopo aver trascorso del tempo in mediateca questo pomeriggio è che nonostante i nuovi mezzi di comunicazione sono la chiave del domani e hanno veramente condizionato e agevolato in maniera positiva il nostro vivere quotidiano; pertanto ognuno di noi è attratto da un tipo di comunicazione indiretta, che pur essendo divertente per certi versi,se da una parte aiuta chi è timido ad esprimere la propria opinione in pubblico,dall'altra è comunque limitante nel creare reali rapporti interpersonali. E' strano infatti vedere che gente seduta vicina scelga una "macchina" anzichè la parola per confrontarsi...

cinema-videogames

COSIMO1 - 3-7-2006 at 15:21

Professore un argomento che a me ha colpito molto e lìutilizzo dei videogames nel mondo del cinema.
Oggi i vedeogames hanno raggiunto una fetta di mercato molto grande tanto che negli Stati Uniti hanno superato il fatturato del business cinematografico.
La storia del videogioco è storia recente.
L'evoluzione del viodeogioco va di pari passo con il progresso culturale e tecnologico e può essere considerata per molti aspetti simile a quella del mezzo cinematografico.
Le schermate introduttive dei videogames appaiono come titoli di film, elencando produttori, artisti, musicisti e attori. Il mondo dei videogames è l'avanguardia della grafica, la sua evoluzione e storia ha segnato il progresso dell'immagine animata, interattiva e digitale, influendo direttamente sulla società, sul tempo libero, sulla forma mentis delle giovani generazioni e non solo. Qui viene descritta la sua storia, le considerazioni teoriche di studiosi e tecnici, la sua evoluzione fino ai giochi perfetti e magnifici di oggi e l'importante legame con il cinema.
tutto questo succeso dei videogames lo dobbiamo alle tecnologie sempre più evolute nella costruzione di nuove console come ad esempio la plastation xobx ecc.. che utilizzano sempre più giochi coinvolgente e sempre più reali.
Per fare un esempio di realta virtuale come ad esempio le forze armate che utilizzano simulatori come videogiochi per preparsi ad un momento ben preciso come la guerra l'utilizzo di aerei tecnologici ecc.
Molti giochi come si e dimostrato in questi ultimi anni sono apparsi nei nostri cinema con grandi o medi successi,però non bisogna dimenticare che il medium filmico e quello videoludico sussistono numerose affinità, non andrebbero dimenticate le profonde differenze che li separano.
Dato che il cinema non possiede alcune caratteristiche fondamentali del videogame - una su tutte, una fruizione interattiva - gli adattamenti non possono fare altro che espandere alcuni elementi "minori" del codice sorgente. Uno di questi è la componente narrativa: il film può limitarsi a riassumere la 'storia' del gioco oppure espanderla.
Mentre Tomb Raider di Simon West ha adottato la seconda strategia, Silent Hillè sostanzialmente riconducibile alla prima categoria.
Non bisogna dimenticare infatti che questi tipi di film a mio avviso sono indetti a persone ben precise cioè i consumatori di videogames che per la curiosità di vedere l'adattamento del videogioco sullo schermo vanno a vedere il film.
Anche molti film di successo vengono trasformati in videogames e questo suscita molta curiosità al consumatore a mio avviso perchè io spettatore posso essere coinvolto anche in maniera virtuale dal film che ho appena visto.
questo è un argomento professore che a me a suscitato interesse perchè essendo grande amante dei videogames di avventura-horror e di film questa mescolanza di cose mi ha portato a qeusto raggionamento.

sms!

irma - 4-7-2006 at 15:43

salve professore l'argomento che a me ha colpito e quello relativo agli sms,un fenomeno all'ordine del giorno nella nostra società.
Mi sento molto vicina all'argomento perchè io stessa ne faccio molto uso per qualsiasi cosa voglia comunicare.
l'sms e la nouva forma di comunicazione che ha sostituito la lettera. la quale oggi giorno e stata accantonata perchè ha dei ritmi molto lenti invece l'sms con l'aiuto di 160 caratteri permette esprimersi liberamente e in modo più veloce.
e' un mezzo di comunicazione che usa un linguaggio proprio ma non per questo non deve essere considerato un linguaggio all'altezza di esprimere qualcosa di senso compiuto differenziandosi dal classico linguaggio del dizionario italiano, è un linguaggio che appartiene alla nuova generazione un linguaggio fatto di abbreviazioni di slang con icone che oggi è considerato soltanto qualcosa di tecnologico ma secondo me deve diventare anche qualcosa di culturale psicologico perchè permette di far nascere anche delle relazioni quindi esprimere sentimenti e visioni.

informatica multimediale 1

RominaCantoro - 23-11-2006 at 17:42

Salve prof,ha trovato chi la può venire a prendere domani? Io devo fare l'esame di informatica multimediale 1,domani,e ho già fatto performing media2 (l'esame a scelta di 3crediti).

scrivimi

carlo - 26-11-2006 at 12:44

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Originariamente scritto da RominaCantoro
Salve prof,ha trovato chi la può venire a prendere domani? Io devo fare l'esame di informatica multimediale 1,domani,e ho già fatto performing media2 (l'esame a scelta di 3crediti).


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per@carloinfante.info