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Autore: Oggetto: Performing Media all'Università di Udine-Pordenone_2008
Stefano Cossio
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[*] Inviato il 3-4-2008 at 12:24
L'ambiguità e il fascino dell'anonimo?


Il quotidiano britannico Telegraph ha deciso di pubblicare una lista dei 101 siti più utili, al secondo posto dietro all'ovvio Google ha messo il sito Anonymouse. Dopo aver letto l'articolo se avete voglia rispondete a questa domanda.
Secondo voi è importante celare la propria identità digitale?

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Stefano Cossio
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[*] Inviato il 3-4-2008 at 12:50
A Nicosia cade l'ultimo muro d'Europa


Giornata storica cade il muro a Nicosia, che divideva i greco ciprioti dai turchi ciprioti.

Allegato: A Nicosia cade l'ultimo muro d'Europa - Il Sole 24 ORE.pdf (360kB)
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Martin
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[*] Inviato il 3-4-2008 at 12:58


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Originariamente scritto da Stefano Cossio
Il quotidiano britannico Telegraph ha deciso di pubblicare una lista dei 101 siti più utili, al secondo posto dietro all'ovvio Google ha messo il sito Anonymouse. Dopo aver letto l'articolo se avete voglia rispondete a questa domanda.
Secondo voi è importante celare la propria identità digitale?


Si, è un web proxy come quello che abbiamo utilizzato alle prime lezioni, quando non si riusciva ad accedere al sito.
Non so quanto più o meno l'anonimato sia protetto nell'uno o nell'altro sito, però le funzionalità sono simili.
Comunque tendo a precisare... protezione della privacy sì... ma a che livello? Ok, i siti che guardate non aggiungeranno cookie al vostro browser, non sapranno il vostro IP, ma pensate davvero che un web proxy possa difenderci?

Provate a combinare qualche casino sul web o fare atti di pirateria pesanti... nel giro di 1 ora la pula busserà alla porta di casa vostra, web proxy o meno ;)
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Andrea_Bruscia
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[*] Inviato il 3-4-2008 at 13:03


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Secondo voi è importante celare la propria identità digitale?


Secondo me sì. O meglio, è importante che ci sia questa possibilità e che resti a discrezione dell'utente.
Circa 10 anni fa, quando cominciai a usare internet e le chat, ricordo che uno degli affronti peggiori che potevamo farci all'interno delle community, tra i frequentatori, era rivelare a tradimento l'identità degli altri chatters, ed in particolar modo nome e cognome.
Non so bene perchè, ma quando uno veniva "smascherato" da un proprio nemico (le guerre di fazioni tra utenti in quel periodo imperversavano) finiva per sparire in pochi giorni dalla community, come se la propria identità elettronica fosse stata uccisa.
In un certo senso è come se l'anonimato renda più puri e spontanei nei propri giudizi, senza pudori e senza paura di complicazioni legali.
Ora, personalmente, tendo sempre a registrarmi ai Forum con nome e cognome al posto del nickname, proprio per aggiungere un valore alle mie opinioni, visto che me ne prendo totalmente la responsabilità fornendo la mia rintracciabilità a chi legge. Ma è una scelta, non deve essere obbligatorio.
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Stefano Cossio
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[*] Inviato il 3-4-2008 at 13:04
Per Martin


Dal 05.04 al 10.04 si terrà a Firenze la conferenza CHI 2008 il più importante evento per la ricerca in Iterazione Uomo-Macchina. C'è un articolo di Luca Chittaro, che parla dell'evento e ci sono alcuni link, che ti potrebbero essere utili.

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Originariamente scritto da Martin
Interfaccia neurale (BMI) - ribadisco il mio interesse per l'argomento - interazione uomo macchina con interfaccia neurale diretta

VJ - incontri di artisti - tecnologie - diritti sulle immagini

Vorrei portare uno di questi argomenti a sua scelta

La sera di venerdì avrei già un'impegno, vediamo se riesco a posticiparlo, ma sono dubbioso a riguardo...


Allegato: Luca Chittaro_ In diretta da Firenze_ le novita' sull'Interazione Uomo-Macchina.pdf (179kB)
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Stefano Cossio
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[*] Inviato il 3-4-2008 at 13:09
Per Martin


Ciao Martin,
sono ancora io.
Ho trovato un articolo interessante sempre di Luca Chittaro "Il computer e la ragione umana: lo shock di Weizenbaum"


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Originariamente scritto da Martin
Interfaccia neurale (BMI) - ribadisco il mio interesse per l'argomento - interazione uomo macchina con interfaccia neurale diretta

VJ - incontri di artisti - tecnologie - diritti sulle immagini

Vorrei portare uno di questi argomenti a sua scelta

La sera di venerdì avrei già un'impegno, vediamo se riesco a posticiparlo, ma sono dubbioso a riguardo...


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Martin
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[*] Inviato il 3-4-2008 at 13:18


:D:D:D
Grazie Stefano... mooolto interessante
Bella l'iniziativa del Weblog (live dalla conferenza CHI 2008)
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Stefano Cossio
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[*] Inviato il 3-4-2008 at 13:29
Quanti cervelli in fuga da Google


Gooogle sta perdendo lo scettro di società guida del mondo internet a favore di Facebook ?
E' il caso del momento nella Silicon Valley
"Il motore di ricerca subisce quello che fece a Microsoft"
Quanti cervelli in fuga da Google
"Il problema si chiama Facebook"
di PAOLO PONTONIERE
SAN FRANCISCO - Che Google possa soffrire di un problema Facebook? La domanda in questi
giorni fa insistentemente il giro della Silicon Valley californiana.
Ad attualizzare il quesito è stato il passaggio di un altro supermanager della tecnologia dal
motore di ricerca al social network. Questa volta a lasciare i lidi della Google, per approdare sulle
allettanti sponde di Facebook, è Ethan Beard, direttore del dipartimento social media. Beard
lascia Google per assumere le funzioni di direttore di business development a Facebook. Beard è stato preceduto da un nutrito gruppo di ex-Googlers, tra cui fanno spicco Sheryl
Sandberg, la Chief Operation Officer di Facebook, Gideon Yu, che prima era CFO di YouTube e
adesso è CFO di Facebook, Benjamin Ling, ingegnere di punta di Google, ritenuto uno dei
ragazzi d'oro della ditta di Mountain View e molto vicino - in termini progettuali - a Brin e Page e
Justin Rosenstein, ex product manager di Google Pages e developer di punta del progetto
Platypus.
E i 5 super dirigenti vengono seguiti una schiera di fuoriusciti di Google.
Quanti siano con precisione è una cosa sulla quale si rifiutano di commentare sia a Google che a
Facebook, ma secondo ValleyWag (http://valleywag.com/) , un blog che la sa lunga sui fatti della
Valley, il numero deve essere significativo dal momento che l'alta dirigenza della Google l'ha
battezzato il "Problema Facebook". Secondo i blogger di ValleyWag, in termini di rapina dei cervelli e del know-how, Facebook
starebbe facendo a Google quello che Google fece a Microsoft in anni passati. Una conferma in
questo senso viene dalle bordate di partenza, sparate sui loro blog, da Rosenstein e Beard.
"Lascio la Google per unirmi alla Facebook", comunicava Rosenstein ai suoi colleghi, "Mi unisco
ad una compagnia che emerge solo una volta ogni tanto, una compagnia che è la Google di ieri
e la Microsoft di tanto tempo fa. Una compagnia dove un buon numero di persone strordinarie e
brillanti si riuniscono per nutrire la loro genialità. Una compagnia che riesce a fare con 60
ingegneri quello che non riescono a fare altre aziende con 600 ingegneri".
Beard gli fa eco sostenendo che Facebook possiede un prodotto innovativo con enormi
potenzialità di crescita e che ha assemblato un pool di cervelli di prima classe.
La competizione tra Google e Facebook per i cervelli e i migliori laureati universitari -sopratutto
quelli della vicina Stanford University - della Silicon Valley è diventata particolarmente feroce da
quando Facebook, dopo essere stato valutato 15 miliardi di dollari, s'è lanciato in una febbrile
operazione di espansione nel social networking e nel mercato della pubblicità online. Infatti la
compagnia di Mark Zuckerberg, in meno di un anno è passata da 300 a 700 ingegneri, la
maggioranza di questi starebbero arrivando proprio da Google.
"I googlers potrebbero anche mettersi un bersaglio sulla fronte", ha commentato Eric Jaquith,
uno dei cacciatori di teste che si fanno carico di reclutare talenti tecnologici per conto delle ditte
hi-tech statunitensi, "La natura del reclutamento è tale che il personale di grandi ditte di
successo viene bersagliato persistentemente dalle start-up alla ricerca di addetti di prima qualità.
E' naturale che qualsiasi compagnia che voglia ripetere il successo di Google bersagli in primo
luogo i suoi dirigenti". Nel caso della Facebook, che non è quotata in Borsa, non guasta inoltre il fatto che Zuckerberg
stia elargendo opzioni a man bassa. Opzioni che potrebbero trasformarsi in oro una volta che
Facebook dovesse lanciare un'Opa, cosa che a detta degli esperti potrebbe accadere tra due, tre
anni. Di converso invece le azioni della Google veleggiano intorno ai massimi storici, così anche
se divengono operative - dopo cinque anni di permanenza a Mountain View - non producono la
stessa ricchezza di quelle della Facebook.
Ma a spingere i cervelloni di Mountain View ad abbandonare la nave madre sarebbe anche il
desiderio d'avventura. "La maggioranza di quelli che vanno alla Google, sono intelligenti, curiosi
e vogliono risolvere problemi importanti", ha aggiunto Jaquith, "Nessuno di loro è andato alla
Google per il salario".
Ed infatti il problema della fuga dei talenti travalica quello della competizione con Facebook.
Nel corso dell'ultimo anno, i ranghi dei 16 mila impiegati di Google si sono assottigliati d'un
numero siginificativo di dirigenti di primo piano. Gente come Chris Sacca, che prima dirigeva
l'espansione di Google nel wi-fi, e Gokul Rajaram, il padre del sistema AdSense. Il primo fa
l'investitore, il secondo dirige una stat-up che dovrebbe lanciare tra poche settimane. Tra gli altri
googlers di rilievo che hanno scelto la via dell'avventura figurano anche Adyn Senkut, Paul
Buchheit, George Hjarik, Sataya Patel, Steffen Mueller, Vanessa Fox, Kevin "Fury" Fox, Brian
Dick, Sean Dempsey, Andrea Zurek, Sean Knapp e Nathan Stoll.
Mors tua Vita Mea. Secondo TechCrunch (http://www.techcrunch.com/) , un'altro dei blog che si fanno
carico di riportare dai retroscena di Silicon Valley, l'esodo da Google sta avendo un impatto
profondo sul futuro dell'e-commerce e della ricerca online e sta dando origine ad una serie
variegata di aziende che potrebbero in un futuro non lontano contestare anche loro la
supremazia di Google. Infatti a spulciare la lista degli investitori nelle start-up più interessanti del
momento si scopre che gli ex googlers figurano costantemente - molte volte più d'uno--tra gli
angel investors che hanno reso possible il lancio di Zillow, Twitter, PhotoBucket, Dogster, Yapta,
BrightRoll, CakeFinancial, MesmoTV, PowerSet, SayNow e BuzzLogic.
La palma dell'investimento tra i fuoriusciti di Google -a sentire il New York Times- spetta però a
Aydin Senkurt. Attraverso la sua Felices Venture, Senkut - forte della vendita delle sue opzioni
Google - ha investito tra i 25 e 100 mila dollari in oltre 35 start-up.

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Martin
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[*] Inviato il 3-4-2008 at 13:37


Il libro...

Molti di noi staranno leggendo le ultime battute del libro di Carlo, altri cercano link e info sui propri argomenti, credo che per me sia la prima volta che partecipo contemporaneamente ad un forum sull'esame e studio per lo stesso...
Comunque non è male lavorare in multitasking...

Colgo l'occasione per chiedervi se vi va di confrontarci o magari esprimere qualche opinione su qualche argomento tratto dal libro di Carlo.

C'è qualcosa, qualche argomento che vi ha colpito di più?
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Stefano Cossio
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[*] Inviato il 3-4-2008 at 13:46
Censura Web


Intervista a Ron Deibert, direttore del Citizen Lab di Toronto,
centro all'avanguardia nel monitoraggio delle restrizioni online
"La censura web in forte crescita"
Access denied in 26 paesi del mondo
Non solo Cina, Iran e Arabia Saudita: sistemi di filtraggio
sempre più sofisticati. Ma si evolvono anche i software di difesa
di MARCO DESERIIS
TORONTO (Canada) - Che i media e la rete cinese vengano regolarmente monitorati e censurati
non è un mistero. Ma da un paio di settimane le maglie della censura sono ancora più strette: i
servizi televisivi dei network satellitari sulla rivolta dei tibetani a Lhasa e sulle contestazioni
all'accensione della fiamma olimpica vengono regolarmente oscurati, i maggiori siti di
informazione internazionale sono spesso inaccessibili, e anche l'accesso a YouTube, su cui sono
stati postati diversi video indipendenti della rivolta, risulta bloccato.
La stretta repressiva non coglie certo di sorpresa Ron Deibert, direttore del Citizen Lab di
Toronto, centro di ricerca all'avanguardia nel monitoraggio della censura online. "I siti
sull'indipendenza del Tibet sono sempre stati oscurati in Cina", spiega Deibert. E in momenti
come questo, è facile per il governo cinese bloccare l'accesso a determinati siti: i loro filtri sono
installati direttamente sulle dorsali di internet, negli internet service provider e negli internet caffè,
il che oltre a essere tecnicamente efficace produce un clima di autocensura." Pagina 1 di 5
http://www.repubblica.it/2007/08/sezioni/scienza_e_tecnologia/cina-...
Situato in uno spazioso seminterrato inondato di luce all'interno del Munk Centre for International
Studies dell'Università di Toronto, il Citizen Lab è in questi giorni in piena fibrillazione. Oltre a
monitorare la situazione cinese, il team di dodici ricercatori si riunisce frequentemente nella sala
conferenze - ironicamente ribattezzata "the cage" (la gabbia) - per vagliare i dati raccolti nel 2007
"La censura web in forte crescita" Access denied in 26 paesi del mondo - Scienza & Tecnologia - Repubblica.it
conferenze - ironicamente ribattezzata "the cage" (la gabbia) - per vagliare i dati raccolti nel 2007
sullo stato della censura in internet in 71 paesi. Condotta in collaborazione con la OpenNet
Initiative (http://opennet.net) - una partnership delle università di Toronto, Harvard, Oxford e
Cambridge - la ricerca verrà pubblicata ufficialmente a giugno.
Da un paio di settimane la OpenNet Iniative ha dato alle stampe Access Denied, un volume edito
dalla casa editrice del MIT, contenente i dati relativi alle ricerce effettuate nel 2006 in 41 paesi. I
risultati non sono certo rassicuranti: "La censura su internet è in crescita sia da un punto di vista
quantitativo che per sofisticazione," spiega Deibert. "Su 41 paesi in cui abbiamo condotto dei
test, abbiamo riscontrato varie forme di censura in 26 paesi. Quando iniziammo il monitoraggio
nel 2000 erano pochi i paesi a destare preoccupazioni: la Cina, l'Iran, l'Arabia Saudita e pochi
altri. Negli ultimi anni la crescita è stata impressionante. Dal rapporto 2007 ci aspettiamo che
siano una quarantina i paesi che esercitano varie forme di controllo sulla rete." Quali sono gli stati in cui la censura è più diffusa?
"Nel rapporto 2006, abbiamo classificato alcuni paesi come censori "pervasivi" - il che significa
che hanno bloccato la percentuale più alta di contenuti in tutte le categorie che abbiamo testato.
In questa categoria rientrano Cina, Birmania, Vietnam, Tunisia, Iran e Siria. Seguono
l'Uzbekistan, il Pakistan, l'Etiopia, l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi che bloccano una quantità
"sostanziale" di contenuti".
Quali sono le tipologie di censura più frequenti?
"Abbiamo diviso il filtraggio di contenuti in quattro tipologie: la censura apertamente politica;
quella sociale (contenuti legati alla sessualità, il gioco d'azzardo, il consumo di droghe e alcol,
ecc.); la censura legata a conflitti armati regionali; e la censura relativa e specifici servizi internet
come l'email, il web hosting, e i motori di ricerca. Ad esempio negli ultimi anni abbiamo notato
una crescita della censura nel Voice Over IP e di servizi come YouTube. Inoltre le tecniche
stesse di filtraggio variano da paese a paese".
Può fare un esempio?
"In alcuni paesi, come la Cina, il filtraggio viene implementato soprattutto a livello delle dorsali e
dei gateway internazionali. In altri paesi il filtraggio avviene a livello dei singoli Internet Service
Provider. Il che significa che la rete appare diversa a seconda del provider da cui ci si collega.
Inoltre, in paesi come la Cina la richiesta di una pagina bloccata restituisce all'utente un semplice
errore di time out. In altri casi, come in Arabia Saudita, il governo chiede al cittadino di compilare
un form in cui può spiegare perché la pagina richiesta non dovrebbe essere bloccata". Avete riscontrato una crescita della censura anche nelle cosiddette democrazie
occidentali? Se sì, qual è la differenza con la censura nei paesi non democratici?
"Diversi paesi occidentali hanno iniziato a discutere il filtraggio dei contenuti in rete, in particolare
in relazione a materiali legati allo sfruttamento sessuale dei minori o alla pornografia in rete. Tra
questi vi sono Stati Uniti, Gran Bretagna, Norvegia, Danimarca, Canada e Australia. Poiché in
questi paesi il filtraggio viene discusso a livello legislativo, non ci siamo concentrati molto su di
loro, perché le eventuali tecniche di filtraggio adottate sono in gran parte trasparenti. Il discorso
cambia notevolmente se ci si sposta nel settore commerciale. Ad esempio, esistono una serie di
aziende nella California del Nord che si stanno specializzando nella produzione di software per ilfiltraggio selettivo di contenuti. Software che vengono rivenduti a paesi terzi come l'Iran, la
Birmania e la Tunisia. Il problema è che questi software sono protetti da segreto industriale ed è
quindi estremamente difficile per i cittadini sapere quali tipo di servizi e contenuti vengono filtrati,
e perché. Bisogna inoltre considerare - e questa osservazione vale anche per i paesi democratici
- che una volta che dei sistemi di filtraggio vengono installati la tentazione di usarli per scopi
diversi da quelli dichiarati può essere molto forte".
Come fate a raccogliere i vostri dati? Qual è il modello organizzativo della OpenNet
Initiative?
"La OpenNet Initiative si avvale del lavoro di circa ottanta operatori che combinano la ricerca
contestuale sul campo con una serie di strumenti sofisticati di indagine sulle reti. Le quattro
università che formano la partnership hanno diverse funzioni. Ad esempio l'Advance Network
Research Group dell'università di Cambridge coordina la ricerca sul campo. Al Citizen Lab
invece sviluppiamo gli strumenti di monitoraggio delle reti. Ci avvaliamo inoltre della
collaborazione di circa ottanta Ong che sono fondamentali per capire i paesi che stiamo
studiando, dalla lingua ai problemi politici a livello locale. A livello tecnico usiamo diversi
strumenti di analisi, come il Traceroute, per capire come sono dislocati i filtri. Tuttavia, al di là del
fatto che alcune di queste tecniche di monitoraggio sono discutibili da un punto di etico, anche da
un punto di vista tecnico hanno un'efficacia limitata, soprattutto se le si usa solo remotamente.
Per questo ci affidiamo a una serie di ricercatori che si trovano fisicamente nei paesi sotto
osservazione. I ricercatori scaricano da internet o portano con se nei propri computer portatili
delle applicazioni e le usano a livello locale collegandosi a internet da diversi provider. Le
applicazioni creano degli elenchi di migliaia di URL e parole chiave, che vengono poi trasmesse
a dei database situati al Citizen Lab di Toronto dove vengono analizzate e interpretate". In un certo senso - continua Deibert - la nostra struttura organizzativa è ricalcato sul modello dei
servizi di intelligence nazionali: la divisione del settore tecnico e umano, la compartimentazione
delle conoscenze, sono tutte misure che adottiamo per proteggere i nostri ricercatori, cioè coloro
che corrono i rischi maggiori. In molti dei paesi che stiamo studiando questo tipo di operazioni
sono classificate come spionaggio. Personalmente, trovandomi al vertice di questa operazione,
non conosco l'identità di gran parte dei nostri ricercatori. Se volessimo descriverci in poche
parole potremmo dire che la ONI è "un'operazione di contro-spionaggio globale della società
civile"".
Nel dicembre 2006 il Citizen Lab ha rilasciato Psiphon (http://civisec.psiphon.org) un software che
consente ai navigatori di aggirare la censura nei paesi che bloccano l'accesso a
determinati siti. Può spegarci come funziona?
"Psiphon si serve di Internet e delle reti sociali di amici, familiari e conoscenti distribuite 'a
cavallo' di paesi in cui la rete è censurata e di paesi in cui non lo è. Il primo passo per rendere
Psiphon operativo è che una persona residente in un paese in cui internet non è censurata
scarichi il software e lo installi sul proprio computer, che diviene così un provider Psiphon. La
persona in questione fa quindi pervenire le informazioni per connettersi al proprio nodo Psiphon
a una ristretta cerchia di familiari, amici o colleghi residenti in un paese in cui la rete è censurata.
Quando questi vogliono visualizzare dei contenuti bloccati si collegano con un nome utente e
password al nodo-provider Psiphon, che li collega a sua volta all'informazione richiesta. Poiché'intera transazione è crittata e il processo rimane privato, è difficile per le autorità individuare e
bloccare i nodi Psiphon. Inoltre il protocollo utilizzato da Psiphon è l'Https che essendo in uso per
le transazioni finanziarie non può essere bloccato indiscrinatamente dai provider.
Quali sono le principali differenze tra Psiphon e altri software anonimizzanti?
"Psiphon non è un anonymizer. I suoi utenti non sono anonimi rispetto al loro provider. Anche se
il traffico tra l'utente Psiphon e il provider Psiphon è crittato, questi ultimi possono in teoria
monitorare tutte le attività degli utenti Psiphon. Lo abbiamo progettato in questo modo
deliberatamente, per sottolineare l'importanza dei rapporti di fiducia interpersonale, in particolare
tra i provider e gli utenti di Psiphon. Rispetto ad altri software simili Psiphon ha il vantaggio di
essere molto facile da installare. E poi è open source, il che significa che riceviamo ottimi
suggerimenti su come migliorarlo".
Quanti utenti ne fanno uso al momento?
"L'architettura decentrata di Psiphon e l'indipendenza di ciascun nodo, fa sì che sia impossibile
per noi sapere quante persone ne fanno uso. Quello che sappiamo è che dal dicembre 2006 è
stato scaricato da 150.000 utenti. Anche i ricercatori dell'OpenNet Initiative se ne servono
quando si trovano nei paesi in cui la rete è censurata, il che significa che sappiamo bene come
funziona 'sul campo'".
Le Olimpiadi di Pechino potrebbe fornirvi un'ottima occasione per diffondere Psiphon.
Molti giornalisti e operatori avranno bisogno di fare un uso non censurato della rete...
"Di recente ci siamo resi conto che esiste una porzione significativa degli utenti della rete che
potrebbe beneficiare di un servizio professionale strutturato intorno a Psiphon, e le Olimpiadi di
Pechino ne sono un buon esempio. Migliaia di giornalisti arriveranno in uno dei paesi in cui la
rete è più censurata. Anche se alcune testate dispongono di soluzioni proprie, molti si
affideranno a fornitori esterni. Per questo abbiamo creato una società apposita che ha riscontrato
un interesse immediato. Ovviamente la maggior parte delle aziende interessate preferiscono non
parlarne apertamente per timore di mettere i propri giornalisti a rischio. Noi speriamo che le
Olimpiadi siano l'occasione giusta per lanciare Psiphon come business". Quali sono le tecniche di aggiramento della censura più usate dagli attivisti e dai
dissidenti cinesi per navigare?
"La maggior parte degli utenti cinesi si servono di server proxy aperti. Essendo "aperti" questo
tipo di server sono insicuri per definizione e possono essere facilmente monitorati. Inoltre molti di
questi server finiscono rapidamente su delle block list, e quindi diventa estremamente difficile
farne uso. Esistono anche dei software realizzati da cittadini cinesi che vivono negli Stati Uniti,
ma poiché devono essere scaricati non sono del tutto sicuri. Altri utenti cinesi si servono di Tor,
un software che distribuisce le richieste dei navigatori lungo una lunga serie di nodi che
anonimizzano l'identità di chi naviga. Anche quando non vengono bloccate, questo tipo di
connessioni hanno il problema di essere estremamente lente".
In che modo Psiphon può tornar loro d'aiuto?
"Psiphon è facile da usare, molto veloce, e piuttosto sicuro. Se i cittadini cinesi hanno contatti
con amici, familiari e parenti al di fuori del loro paese è un ottima scelta. Abbiamo tradotto le FAQ
in cinese e faremo lo stesso con l'interfaccia del software e la guida utente. Stiamo anchelavorando a una nuova versione che permetterà agli utenti di fare domanda per la gestione di
nodi Psiphon anche se si trovano all'interno del paese censurato, senza che debbano scaricare
alcun software. L'interno processo sarà gestito dal web. Per lanciare questo servizio Psiphon
dovrà gestire migliaia di nodi a livello mondiale e implementare una strategia anti-bloccaggio.
Quest'ultima richiede molte risorse, il che dipende da quanti introiti l'azienda riuscirà a generare,
e da altre forme di sovvenzionamento".
A proposito, chi sono i finanziatori della OpenNet Initiative?
"La ONI è finanziata da diverse fondazioni come la MacArthur Foundation e l'Open Society
Institute. All'ONI consideriamo la nostra autonomia un fattore cruciale. Non accettiamo soldi dai
governi ad esempio, e facciamo sì che un elenco aggiornato di tutti i nostri finanziatori sia
sempre presente sul nostro sito".

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Stefano Cossio
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[*] Inviato il 3-4-2008 at 13:55
Approsito Wimax




Allegato: Wi-Max, ecco il primo device di Nokia - Il Sole 24 ORE.pdf (390kB)
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[*] Inviato il 3-4-2008 at 13:57
Sfida aperta tra Wi-max e cellulari 3G




Allegato: Sfida aperta fra Wi-Max e cellulari 3G - Il Sole 24 ORE.pdf (487kB)
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[*] Inviato il 3-4-2008 at 14:00
L'abc delle reti senza filo




Allegato: L'abc delle reti senza filo - Il Sole 24 ORE.pdf (400kB)
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[*] Inviato il 3-4-2008 at 14:27


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Originariamente scritto da Andrea_Bruscia

Non so se qualcuno condivide il mio punto di vista...?


Su Youmap:
Sono d'accordo con te Martin.

Secondo me la via da seguire (e su cui puntare con tutte le forze) è quella del moblog, cioè della possibilità di inserire il commento o la foto tramite SMS o MMS.

Il progetto glocalmap.to lo utilizza già, quello che mi chiedo è con quali risultati e in che quantità rispetto anche all'inserimento di commenti via web.

Se il progetto fosse sostenuto anche da tutti gli enti locali, o addirittura a livello nazionale, si potrebbe pensare a dei cartelli informativi che invitano i visitatori dei monumenti o dei luoghi d'interesse a inviare l'SMS con il commento, o a raggiungere il sito in questione. Questo perchè probabilmente molti non sanno di questa possibilità. Essendo l'SMS uno strumento ormai alla portata del 100% delle persone, è secondo me questa la via più efficace per permettere un "esplosione" del fenomeno!


condivido!l'unico problema che si pone è nei confronti dell'abitudine delle persone:l'sms è molto diffuso in italia, mentre in altri stati il fenomeno sms è più ristretto (vedi Stati Uniti d'America per esempio).




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filippo.baracchi
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[*] Inviato il 3-4-2008 at 14:51


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Originariamente scritto da Martin
Il libro...

Molti di noi staranno leggendo le ultime battute del libro di Carlo, altri cercano link e
info sui propri argomenti, credo che per me sia la prima volta che partecipo contemporaneamente ad un forum sull'esame e studio per lo stesso...
Comunque non è male lavorare in multitasking...

Colgo l'occasione per chiedervi se vi va di confrontarci o magari esprimere qualche opinione su qualche argomento tratto dal libro di Carlo.

C'è qualcosa, qualche argomento che vi ha colpito di più?


gli argomenti trattati nel libro sono veramente molti. il libro ho dovuto leggerlo in più battute e quello che ho appreso è un decimo di quello affrontato (ci sono molte cose che devo ancora digerire).
ho comunque una visione globale dell'argomento affrontato e grazie al tema di approfondimento per l'esame ho condotto la visione globale del testo nel locale, ovvero quello che mi circonda.
gli argomenti che mi hanno stuzzicato sono (riferendomi direttamente ai capitoli, quasi a lanciarvi dei link):

warwalking: sapevo della tendenza, ma non ero a conoscenza del fenomeno.

la creatività connettiva: un aspetto che ha riguardato anche il corso del nostro caro Speretta, ma che grazie allo spunto del libro e degli approfondimenti telematici di questo forum, mi ha dato una conoscenza più chiara e soprattutto mi ha fatto riflettere.

considerando che poi alcune parole non appartenevano al mio vocabolario prima dell'inizio del corso (performing media, smart mob, geoblog, web 2.0, social tagging e molte altre) posso dire che il libro mi è servito per aumentare il mio bagaglio linguistico-tecnologico.
del resto provengo da un percorso universitario diverso.








have you seen it?
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carlo
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[*] Inviato il 3-4-2008 at 14:53
il rapporto tra rete e territorio


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Originariamente scritto da Martin
Interessante l'idea di Andrea sull'accesso via SMS.

OK, rilancio e allargo la questione...
...e se ci fosse un feedback dal sistema di geomapping?
Mi linko al sistema Zogo e all'operazione Lovegety di cui parla Carlo nel libro (pg. 97-98).
Non dico di usare il sistema per scopi di dating (anche se non lo escludo a priori), però di utilizzare le "antenne-celle", per determinare la nostra posizione geografica e in base alla nostra vicinanza a luoghi o persone di un qualche interesse, ricevere dei messaggi dal sito.

p.s. privacy? mah...



eccellente.
martin, stai dimostrando alla grande come si usa un forum come questo: rilanci il dibattito degli altri, precisando.
E sei entrato dentro la questione che considero + interessante: il rapporto tra rete e territorio.

Nel merito: il problema della tracciatura dei mobile è uno dei nodi politici (anche se la politica in Italia manco se ne accorge, disperati come sono).
Se pensi alle potenzialità (di rilevamento via celle, dal basso) che può comportare se connesso al web... funzionerebbe come un GPS.
Ma rimane il nodo della privacy.
Come e perchè negoziarla?
Io ci sto lavorando.
Ma è ancora molto tra le righe...
Date un'occhiata qua
http://www.romainnovazione.org/public_html/


Per quanto riguarda l'uso di MMS su googlemap
http://www.thinkloci.org/index.php?cat_id=13

sono le tracce dell'happening su Rinascimento 2.0 che ho curato in Valdarno nel dicembre scorso.
http://www.performingmedia.org/lab/valdarno/

Per quanto riguarda domani:
possiamo iniziare l'esame anche alle 15.
Ma chi mi viene a prendere alle 14.48?

Poi
mi sembra d'aver capito che non verrà nessuno a teatro.
Peccato quello spettacolo è straordinario.
Me ho già visto una versione 6 anni fa,
Una bomba di profondità.

A domani.
Attendo feedback operativi.
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Stefano Cossio
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[*] Inviato il 3-4-2008 at 15:17
Per Andrea


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Ciao Andrea,
in questo file pdf c'è l'archivio del Il sole 24 ore riguardante l'argomento Wi-max

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Originariamente scritto da Andrea_Bruscia
M'interssa che parlaiate di qualcosa che v'interssi eramente e con tensione forte e motivata.
Ma prima dovete farmi sapere: usate delle tag.

Come: geoblog, wimax.


Per il mio ESAME:
E-learning,Mondi Attivi, Creative Commons.
Inoltre mi ha interessato molto la ricerca nuove tecniche per reperire feedback dalle utenze passive (nell'editoria, ad esempio).


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AlbertoB
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[*] Inviato il 3-4-2008 at 15:44


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Originariamente scritto da Martin

Molti di noi staranno leggendo le ultime battute del libro di Carlo, altri cercano link e info sui propri argomenti, credo che per me sia la prima volta che partecipo contemporaneamente ad un forum sull'esame e studio per lo stesso...
Comunque non è male lavorare in multitasking...

Colgo l'occasione per chiedervi se vi va di confrontarci o magari esprimere qualche opinione su qualche argomento tratto dal libro di Carlo.

C'è qualcosa, qualche argomento che vi ha colpito di più?


Non devo far altro che quotare filippo


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Originariamente scritto da filippo.baracchi


gli argomenti trattati nel libro sono veramente molti. il libro ho dovuto leggerlo in più battute e quello che ho appreso è un decimo di quello affrontato (ci sono molte cose che devo ancora digerire).
ho comunque una visione globale dell'argomento affrontato e grazie al tema di approfondimento per l'esame ho condotto la visione globale del testo nel locale, ovvero quello che mi circonda.

posso dire che il libro mi è servito per aumentare il mio bagaglio linguistico-tecnologico.


Per il resto non so dire quale sia l'argomento che mi ha più interessato, sicuramente quello che viene sviluppato nei capitoli "Nomadismo e infomobilità" e "La via ludico-partecipativa alla cittadinzna digitale", riguardanti il rapporto fra rete e territorio che mi ha sempre interessato... credo sia più che un libro, un piccola enciclopedia ragionata (e vissuta e creata a parteire da un vissuto, e dalla soggettività dell'autore) su molti concetti e parole chiave, ovviamente tutti esposti nella prospettiva dell'idea di Performing media.
La cosa più sensata che possa dire è che mi ha stimolato ad avventurarmi in alcuni dei testi consigliati e citati come "Brainframes" di de Kerkhove, "Smart Mobs" di Rheingold, "L'intelligenza collettiva" di Lévy, che grazie al concetto di performing media mi ha permesso di vederli e leggerli in maniera 'integrata' (anche se comunque i tre autori si richiamo reciprocamente all'interno dei testi).

Qualcuno ha letto altri libri in questo periodo?






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AlbertoB
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[*] Inviato il 3-4-2008 at 15:50


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Originariamente scritto da carlo

Per quanto riguarda domani:
possiamo iniziare l'esame anche alle 15.
Ma chi mi viene a prendere alle 14.48?

Poi
mi sembra d'aver capito che non verrà nessuno a teatro.
Peccato quello spettacolo è straordinario.
Me ho già visto una versione 6 anni fa,
Una bomba di profondità.

A domani.
Attendo feedback operativi.


Ripeto che posso passare io in stazione alle 14.48.
Io per il teatro sono in forse, perché da noi è piena campagna elettorale e forse dovrei partecipare ad una riunione, non so fino a stasera o domani...






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AlbertoB
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[*] Inviato il 3-4-2008 at 16:01


a proposito di prossimi spettacoli, forse è tardi ma a qualcuno può interessare.

Un nuovo spettacolo, anzi una nuova performance del TAM a Padova il 18 Aprile, in collaborazione con CTR e Amnesty International, dall'eloquente titolo "Guantanamo"...

http://www.tamteatromusica.it/contrappunti08/spettacoli_guantanamo.htm

http://www.ctrteatro.com/progetti/guantanamo.htm






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carlo
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[*] Inviato il 3-4-2008 at 16:06
ok


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Originariamente scritto da AlbertoB
a proposito di prossimi spettacoli, forse è tardi ma a qualcuno può interessare.

Un nuovo spettacolo, anzi una nuova performance del TAM a Padova il 18 Aprile, in collaborazione con CTR e Amnesty International, dall'eloquente titolo "Guantanamo"...

http://www.tamteatromusica.it/contrappunti08/spettacoli_guantanamo.htm

http://www.ctrteatro.com/progetti/guantanamo.htm


ci vediamo in stazione
e x quanto riguarda il Tam
sarebbe ottimo parlarne nel blog...
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Martin
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[*] Inviato il 3-4-2008 at 16:14


Uh, il progetto di Roma soffocata da una rete di camere di sorveglianza mi fa pensare al famoso film:1984. Non so se l’ho citato già in questo forum, ma anche se fosse fa bene re-citarlo. Sono d’accordo con te Carlo, è un nodo politico! Ma non solo il fatto della tracciatura del mobile, ma anche le questioni della privacy.
Fino a quando registrazioni telefoniche PRIVATE, anche se “legittimamente” controllate dalle forze dell’ordine competenti, saranno rese pubbliche su media nazionali e seguite da milioni di persone (e sappiamo bene a cosa mi riferisco), io rabbrividisco al pensiero di mettere in mano a queste stesse forze dell’ordine il potere di seguire visivamente con un sistema del genere delle persone!
Da un certo punto di vista va benissimo e sono d’accordo per il fatto della sicurezza, ma prima bisogna risolvere un bel po’ di problemi legati alla privacy e alla sicurezza dei dati.

Per quanto riguarda la localizzazione con il GSM, sarà presto realizzata... addio gps? booo...
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filippo.baracchi
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[*] Inviato il 3-4-2008 at 16:32


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Originariamente scritto da Martin
Uh, il progetto di Roma soffocata da una rete di camere di sorveglianza mi fa pensare al famoso film:1984. Non so se l’ho citato già in questo forum, ma anche se fosse fa bene re-citarlo.


ovvero film tratto dal romanzo di George Orwell. Aggiungerei anche "the truman show"....
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Martin
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[*] Inviato il 3-4-2008 at 16:51


per quanto riguarda il libro...
beh, sottolineo quello che forse in molti come me hanno visto come leit motiv di molti discorsi che fa Carlo: PROSUMER - l'utende che oltre ad essere consumatore di informazioni diventa anche produttore. In tutti i sistemi di cui abbiamo discusso, dai blog, alle mappe di google, alla wikipedia, troviamo un utente produttore di informazioni!

Molte informazioni ommeglio tecnologie le conoscevo già, ma tante altre no. E ad alcune tendenze non avevo neppure dato un nome, pur sapendo della loro esistenza. Come per esempio il prowling e il sistema Zogo; la prima volta che l'ho visto in opera è stato in una puntata di CSI; ma chi sapeva come chiamarlo?
Sono dunque d'accordo con Alberto quando definisce il libro una "piccola enciclopedia ragionata".
Forse l'unica perplessità (e chi tra di voi mi conosce lo sà) è che ci sono tanti nomi nuovi e terminologie particolari, ed io ho un fortissimo problema a ricordarmi i nome e i numeri :P

É interessante pure la parte in cui parla del Edutainment e nuovi modi per insegnare, che però mi fa ricordare alcuni esempi di realizzazione di DVD interattivi pessime.
Quindi aggiungo un mio commento critico... utilizzare sì le nuove tecnologie e nuove forme di comunicazione ma con testa e pensando sempre all'utente finale.
Beh, sì è anche quello che diceva il buon Speretta quando parlava di e-learning.
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[*] Inviato il 3-4-2008 at 16:55


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Originariamente scritto da filippo.baracchi
Aggiungerei anche "the truman show"....


si si... molto pertinente pure questo ;)
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